L'insostenibile leggerezza dei candidati alle regionali di Lombardia e Lazio, nuovi protagonisti di quel cabaret chiamata politica
Huffingtonpost.it, 16 gennaio 2023
L'insostenibile leggerezza dei candidati alle regionali di Lombardia e Lazio esplode oggi, in perfetta sintonia, con due eccellenti esternazioni parallele, opposte ma simmetricamente uguali. Alberto Veronesi, figlio di, stimato direttore d'orchestra, si propone agli elettori lombardi con Fratelli d'Italia. Nel 2020 corse col Pd in Toscana, un anno dopo a Milano col sindaco Giuseppe Sala (Pd). Sempre trombato ma imperterrito, lo scorso giugno ha riprovato al comune di Lucca, questa volta però col Terzo polo di Calenda e Renzi. Esito egualmente disastroso: 3%.
Indomito, ora passa a destra spiegando al Corriere della Sera: "Non sono un politico di professione, mi ritengo libero, la libertà va tutelata. Non rinnego nulla". L'intervistatore obietta: salto triplo, da un opposto all'altro. Non esagera? "Il Pd si è reso conto della mia presenza solo ora che non la penso più come loro".
Altre leggiadre affermazioni dello svolazzator cortese: "La canzone Bella ciao è contro l'invasore. Anche i Fratelli d'Italia sono per la difesa della patria" (veramente i padri dei Fratelli stavano per la Repubblica fascista di Salò, ma pazienza). "La destra era l'élite contro il popolo, ora le parti si sono invertite". Inevitabile curiosità: lei ha calcato podi internazionali, chi glielo fa fare? "Credo nella democrazia e mi metto in gioco".
Sembra giocare con la politica anche l'ottima Donatella Bianchi, conduttrice di Linea Blu su Rai1 e scelta inopinatamente da Rocco Casalino come candidata governatrice grillina nel Lazio. Non vuole perdere un giorno di stipendio, quindi non si è ancora messa in aspettativa dal servizio pubblico: "Lo farò se intraprenderò un'avventura politica". Ma come, la signora non ha ancora deciso? La sua elezione almeno come consigliera è sicura. Macché: "Devo prendere le misure". Se perderà come governatrice rimarrà in consiglio regionale? "Valuterò più avanti, certo non deciderò il 14 febbraio".
L'indecisa Bianchi non è una banderuola come Veronesi junior. Ma non è stata la prima scelta dei 5 stelle. Hanno ripiegato su di lei solo dopo i no di altri volti tv: Luisella Costamagna vittoriosa a Ballando con le stelle, Sabrina Ferilli, Bianca Berlinguer. Perché tutto è intercambiabile fra i grillini, come i partiti per Veronesi: non per niente il loro capo Giuseppe Conte detiene il record mondiale del trasformismo, passato direttamente da premier di centrodestra a premier di centrosinistra.
Il direttore d'orchestra e la presentatrice Rai sono già stati beneficiati dal remunerativo sottobosco politico: il primo nominato alla guida del più importante festival lirico italiano, quello pucciniano di Torre del Lago (Lucca); la Bianchi al parco delle Cinqueterre. Ed entrambi si rivelano molto à la page nella nuova dimensione liquida dell'impegno pubblico. Non importa più da che parte si stia, coerenza e dignità sembrano virtù obsolete.
Dopotutto alle regionali lombarde e laziali del 14 febbraio sono candidati governatori ben più illustri voltagabbana e perfino ex spacciatori. Così Veronesi e Bianchi si adeguano, aggiungendosi ai tanti rabdomanti di quel cabaret che ancora ci ostiniamo a chiamare politica.