Saturday, February 11, 2023

Burt Bacharach e i Beatles, che coincidenza

La canzone Baby it's you, i contatti con Paul McCartney, i giudizi tranchant di John Lennon

di Mauro Suttora

Huffingtonpost.it, 10 febbraio 2023


Un'incredibile coincidenza lega Burt Bacharach, scomparso nella sua Los Angeles il 9 febbraio a 94 anni, e l'80enne Paul McCartney, ovvero i principali compositori di musica del '900 (con George Gershwin). Esattamente sessant'anni fa, l'11 febbraio 1963, i Beatles registrarono negli studi londinesi di Abbey Road la canzone "Baby it's you" di Bacharach, portata al successo dalle Shirelles negli Usa due anni prima. 

È l'unico punto di contatto fra le loro straordinarie carriere, che si sfiorarono nuovamente solo nel 1965 quando Bacharach andò in quegli stessi studi a Londra per far incidere la sua Alfie a Cilla Black, interprete in quel periodo di vari brani composti apposta per lei da McCartney.

Ai Beatles Baby it's you era piaciuta subito. La inserirono nel loro repertorio al Cavern di Liverpool e ad Amburgo, prima di affacciarsi alla Emi di Londra per realizzare il loro primo 45 giri Love me do nell'ottobre 1962. 

Vista la performance soddisfacente (17° posto in hit parade), uscirono subito con un altro disco, Please please me, che nel gennaio '63 conquistò la testa alla classifica. Cosicché il produttore George Martin li riconvocò subito ad Abbey Road per incidere un intero long playing.  

I Beatles interruppero per un giorno il tour inglese, e in sole dieci ore l'11 febbraio registrarono l'intero loro primo leggendario 33 giri, titolato come il singolo. Fra quelle tredici canzoni brillano capolavori come Twist and shout e I saw her standing there che offuscano la cover di Bacharach. Ma comunque Baby it's you fa la sua bella figura, con la voce solista di John Lennon. 

E questa è una vera ironia della storia, perché in seguito fu proprio Lennon, nel 1971, a definire "muzak", musicaccia, l'easy listening delle canzoni molto leggere come quelle di Bacharach. "Paperwall music", musica da tappezzeria: così i rocker politicamente impegnati come Lennon o Dylan bollavano melensaggini come I'll never fall in love again o Raindrops keep fallin' on my head, capolavori di Bacharach adatti secondo loro solo per gli ascensori e le hall degli alberghi. 

Giudizio ingiusto, e per la verità la condanna di Lennon era indirizzata soprattutto all'ex compagno McCartney. Nella canzone How do you sleep? lo accusò infatti di essere un semplice entertainer senza nerbo: "L'unica cosa buona che hai composto è stata Yesterday". 

Bacharach, dall'alto dei suoi miliardi e del matrimonio con Angie Dickinson soprannominata The legs (le gambe più belle del mondo), ovviamente se ne infischiava di questi giudizi. Ma durante tutti gli anni '60 e '70 nel mondo del pop-rock c'era un confine invalicabile fra la sua inoffensiva musica californiana, evocante aperitivi innaffiati di Martini in lussuose ville al tramonto, e i brani arrabbiati della controcultura antimilitarista amata dai contestatori universitari. Insomma, Bacharach era perfetto per la quarantenne Mrs. Robinson e i whisky di suo marito, mentre il Laureato Dustin Hoffman e la sua giovane fidanzata scappavano al ritmo di Simon & Garfunkel. 

Friday, February 10, 2023

Foibe ed esodo: colpa di una spia inglese

Venerdì 10 febbraio si celebra il Giorno del Ricordo, ma pochi ricordano il nome di James Klugmann, al soldo di Stalin, che nel 1942 convinse Winston Churchill ad aiutare i partigiani comunisti di Tito in Jugoslavia invece di quelli monarchici del generale Draza Mihailović

di Mauro Suttora

Huffingtonpost.it, 10 febbraio 2023

I 350mila profughi di Istria e Dalmazia possono ringraziare un certo James Klugmann, per il loro esodo e le foibe. Oggi si celebra il Giorno del Ricordo, ma pochi ricordano il nome della spia inglese al soldo di Stalin che nel 1942 convinse Winston Churchill ad aiutare i partigiani comunisti di Tito in Jugoslavia, invece di quelli monarchici del generale Draza Mihailović.

Soltanto grazie all'appoggio inglese Tito conquistò il proprio Paese, sbaragliando non solo gli occupanti tedeschi e italiani, ma anche tutti i suoi nemici interni: fascisti ustascia croati, cetnici serbi, musulmani bosniaci, cattolici sloveni, democratici e liberali di ogni nazionalità.

La Jugoslavia nell'aprile 1941 era stata invasa dai nazifascisti, dopo il golpe filoinglese che l'aveva spostata dall'orbita dall'Asse a quella degli angloamericani. Ma fino all'estate l'unica resistenza fu quella dei partigiani dell'ex re Pietro, perché i comunisti jugoslavi rispettavano il patto Molotov-Ribbentrop fra Urss e Germania. Tito cominciò la sua guerriglia solo dopo l'attacco di Hitler a Stalin.

Nel febbraio 1942 il trentenne James Klugmann fu incredibilmente messo alla guida dell'ufficio jugoslavo del nuovo spionaggio militare inglese, il Soe (Special operations executive). Come fu possibile che un notorio comunista raggiungesse quella carica? Qualcuno incolpa un bombardamento aereo tedesco che aveva distrutto gli archivi del MI5, l'intelligence britannica. 

In ogni caso la talpa si mise subito all'opera. Gli inglesi monitoravano Balcani e Medio Oriente dal Cairo, e da lì Klugmann faceva partire per Londra rapporti che screditavano i partigiani jugoslavi democratici, lodando invece la pugnacia dei comunisti titini. Così i notevoli aiuti che gli alleati paracadutavano sulla Jugoslavia furono pian piano dirottati dai guerriglieri di Mihailović a quelli di Tito. 

L'unico a obiettare fu il Foreign office. Con lungimiranza, il ministero degli Esteri britannico si preoccupava per gli effetti a lungo termine del massiccio aiuto a quello che già sapevano sarebbe tornato ad essere il nemico, dopo la caduta di Hitler: il comunismo internazionale. Ma le perplessità furono superate da due argomenti. Primo, i partigiani titini erano in effetti più feroci e determinati dei monarchici, perché appartenevano a tutte le etnie jugoslave (serbi, croati, sloveni), mentre i cetnici erano solo serbi. Secondo: gli angloamericani stavano aiutando anche Stalin, superando le differenze ideologiche.

Ma l'opera di disinformazione di Klugmann riuscì a convincere Churchill che Tito potesse essere più efficace per l'unico scopo che interessava allora gli inglesi: ammazzava più tedeschi di Mihailović, teneva maggiormente impegnate le divisioni della Wehrmacht, distogliendole così dagli altri fronti.

Naturalmente la storia non si riscrive con i 'se'. Tuttavia il destino della Jugoslavia, e degli italiani di Istria e Dalmazia, sarebbe stato sicuramente diverso se, come in Italia, anche lì i partigiani vittoriosi nel 1945 fossero risultati di diverse estrazioni, senza un monopolio comunista.

Nel dopoguerra Klugmann, promosso maggiore, riprese tranquillamente la sua militanza nel partito comunista inglese, del quale scrisse la storia ufficiale. Fu sospettato di far parte dei 'Cambridge five', le famose cinque spie che facevano il doppio gioco per i sovietici. La realtà era ancora peggiore: fu proprio lui a reclutare Burgess, Philby, Maclean, Blunt e Cairncross. 

Ma la clamorosa verità è emersa solo con l'apertura degli archivi Kgb nel 1990 e di quelli inglesi nel 1997. Nel frattempo Klugmann era morto tranquillo nel suo letto, a 65 anni nel 1977. Dopo aver regalato a istriani e dalmati esilio e foibe, e agli jugoslavi mezzo secolo di dittatura, sfociata nella seconda guerra civile degli anni '90.