Monday, December 28, 2009

Fiume negli anni Trenta

Nel romanzo Ti chiedo ancora 900 miglia (Bompiani) il novantenne Brunello Vandano ricorda gli amori di una civiltà magica

di Mauro Suttora

Oggi, 10 dicembre 2009



«Daniza Matcovich era una delle più belle tra le ragazze che in quella piccola città erano notate al passeggio, al ballo, d’estate al nuoto (...) Capelli quasi neri che al sole s’illuminavano di bronzo, zigomi rilevati che a sedici anni le toglievano la pienezza infantile della guancia, occhi notturni assottigliati dalle ciglia e da un accenno di plica mongolica, un viso che lui definiva da tartara, da attrice e da gatta. La pelle era esatto avorio, che d’estate diventava cioccolata. Era lunga, molto sottile ma non magra...»

Questa è la descrizione che fa sognare il protagonista di Ti chiedo ancora 900 miglia (Bompiani), romanzo di Brunello Vandano ambientato in buona parte nella Fiume degli anni Trenta. Che lo scrittore conosce bene, perché avendone oggi 90, di anni, ha fatto in tempo a crescere da liceale in quella magica cittadina conquistata da Gabriele D’Annunzio dopo la Prima guerra mondiale e persa dopo la Seconda. Che lo scrittore combattè in Russia.

«I 50 mila abitanti di Fiume erano quanto di più cosmopolita abbia mai avuto l’Italia», ricorda Vandano, autore di altri otto romanzi (fra cui I disperati del Don), giornalista di Epoca fino al 1972, poi in Rai, per tutta la vita appassionato velista. «I miei compagni di classe al liceo erano italiani meridionali e settentrionali, croati, sloveni, ebrei, tedeschi, ungheresi, austriaci... Ma mai nessuno che si accorgesse delle nostre differenze».

Nell’estate ’39 il protagonista, dopo la maturità, viene iniziato all’amore sullo yacht di una ricca principessa croata, Ilirija Frangipane. La quale poi fugge col marito ebreo, e verrà uccisa in una delle tante stragi che insanguinarono la Jugoslavia già nella seconda guerra mondiale - per loro anche civile, con il record europeo del numero di morti. Lo yacht resta al ragazzo, che ci porta la sua Daniza - più sorella che fidanzata - in gita fino alla splendida baia di Cigale, nell’isola di Lussino.

Poi altre avventure da non svelare, e l’esodo che svuota completamente Fiume. Il protagonista va a vivere a Roma, e nel 2002 ritrova per caso lo yacht, quasi abbandonato. Lo rimette in sesto, parte con tre amici per un’ultima crociera. Ma il cuore del romanzo è proustiano, e batte nelle struggenti descrizioni di quel civilissimo mondo austroungarico - troppo a nord per essere Dalmazia, troppo a sud per l’Istria - svanito nel ’45.

Che morale ne trae Vandano, ultimo testimone della grande storia del ’900?
«Che le masse più sono numerose, più diventano pericolose. L’unica salvezza è l’individuo, la singola persona. E l’unico valore è la sua vita, perché poter vivere è già felicità. Senza bisogno di ideologie».

Mauro Suttora

Monday, December 21, 2009

Il Mattino: Le ossessioni private di Mussolini

Nelle memorie della Petacci, amante del duce, le conferme dei ricordi di Bottai e Ciano. Il dittatore si sfogava contro ebrei e francesi e si vantava del suo petto che piaceva alle donne

di Aurelio Lepre

Il Mattino (Napoli), domenica 20 dicembre 2009

La biografia di un uomo politico, la ricerca delle motivazioni personali che ne determinano l'azione, è tanto più importante quanto più potere ha concentrato nelle sue mani. Per questo motivo, anche i particolari della vita di Mussolini che potrebbero sembrare insignificanti devono essere attentamente studiati. Senza i diari di Bottai e di Ciano la sua personalità non potrebbe essere illuminata a sufficienza: dal loro ravvicinato punto di vista, i due gerarchi del fascismo osservavano Mussolini con notevole perspicuità.

Claretta Petacci, l'amante del duce, non aveva certo le capacità intellettuali di Bottai e di Ciano e il suo diario, di cui viene ora pubblicata una edizione ridotta, è perciò meno interessante dei diari dei due gerarchi. Ma non privo di utilità. Anzitutto per diverse conferme. Alcuni giudizi di Mussolini - per esempio sugli ebrei, sui rapporti con la Chiesa, su Pio XI, su Hitler, sulla Spagna di Franco - che in Ciano e Bottai appaiono più sfumati, perché passati attraverso il filtro di chi sa che un giorno le sue pagine potranno essere lette come un documento storico, nel diario della Petacci risultano molto più forti.

Mussolini s'infuriava leggendo le rassegne della stampa estera e di quella antifascista; si abbandonava a lunghe e minacciose tirate contro gli ebrei, così da sembrarne quasi ossessionato quanto ne era Hitler; esprimeva sul re e su casa Savoia giudizi aspri e sprezzanti.

Quando si metteva in pantofole, Mussolini diventava ancora più battagliero di quando calzava gli stivali. Voleva sterminare tutti gli ebrei, si scagliava con violenza contro gli italiani che nell'Africa orientale convivevano con donne nere: "Questi schifosi di italiani distruggeranno in meno di sette anni un impero. Non hanno coscienza della razza, non hanno dignità".
Tuonava contro i francesi: "Porci schifosi questi francesi, lurida gente, ora si mangiano il fegato dalla bile che io li ho mollati del tutto. Del resto pagano il fio della sterilità voluta dalle loro donne".

In queste pagine c'è, naturalmente, anche un Mussolini diverso, intimo. Si diverte ai film di Stanlio e Ollio, ma non capisce i cartoni animati. Fa l'amante appassionato e qualche volta un po' lamentoso per gelosia (anche se, nello stesso tempo, tradisce la Petacci).

Si preoccupa di come appare al pubblico: "La mia voce era metallica, dura, decisa?"; "È vero che ho una bella bocca? Sai, lo ha detto il dentista a mia moglie, pensa". Un uomo sulla spiaggia gli dice: "Mussolini, tu hai il torso più perfetto di tutta la spiaggia". E lui corregge: "D'Italia". Ma poi ammette: "Le gambe storte mi rovinano".
Per questo, forse. riempie l'Italia dei suoi busti di marmo e si fa filmare a torso nudo mentre trebbia il grano.

La parte del diario che viene ora pubblicata termina il 20 dicembre del 1938. Manca meno di un anno allo scoppio della seconda guerra mondiale, ma non se ne avverte nessun presentimento.

Wednesday, December 16, 2009

El Mundo (Spagna): La gran amante de Mussolini

LA OTRA BIOGRAFÍA

El Mundo quotidiano

Madrid
22 noviembre 2009

IRENE HDEZ. VELASCO

«Soy esclavo de tu carne. Tiemblo mientras lo digo, siento fiebre al pensar en tu cuerpecito delicioso que me quiero comer entero a besos. Y tú tienes que adorar mi cuerpo, el de tu gigante. Te deseo como un loco».

El 1 de febrero de 1938 la más famosa querida de la Historia de Italia anotó en su diario esa frase. Se la había dicho su adorado Ben, como llamaba en la intimidad a Benito Mussolini, su amante. Y ella, Clara Petacci, tenía en la vida dos pasiones: su ardiente amor por el dictador fascista y la obsesión desenfrenada de poner sobre el papel todo lo que salía de la boca de su ilustre amante.

Sólo en 1938 escribió 1.810 páginas con todos los detalles de su relación con el Duce, 29 años mayor que ella y al que fue fiel hasta la muerte. No en vano la Petacci fue asesinada junto a Benito Mussolini en abril de 1945, y su cuerpo colgado bocabajo junto al de él en una plaza de Milán para público escarnio.

BAJO TIERRA

Pero, antes de seguir a su amado en ese último viaje, Clara Petacci tuvo una intuición y dejó su voluminoso diario al cuidado de la condesa Rina Cervis, quien lo enterró en el jardín de su villa en Brescia. Allí estuvo hasta que en 1950 fue descubierto por una patrulla de carabinieri y confiscado. Desde entonces, durante 70 larguísimos años, todos los Gobiernos italianos han impuesto el secreto de Estado sobre esas páginas. Pero ahora, por primera vez, parte del diario de la favorita del Duce ha sido desclasificado. Concretamente, el segmento que abarca desde 1932 hasta 1938.

Un periodista, Mauro Suttora, ha buceado en esa montaña de folios. Y con lo más jugoso de los mismos ha escrito Mussolini secreto, un libro de 521 páginas que el pasado miércoles salió a la venta en Italia de la mano de la editorial Rizzoli y que ofrece un retrato íntimo (y en muchos aspectos desconocido) del dictador fascista en el que los sentimientos, los celos y las fantasías eróticas se entremezclan con la historia y la tragedia del fascismo.

Un solo ejemplo: en 1938, el año en que Hitler invadió Austria y en el que se firmó el acuerdo de Munich que entregaba a la Alemania nazi parte de Checoslovaquia, Mussolini se dedicaba a telefonear al menos una docena de veces al día (a razón de una llamada cada hora, desde las 9.00 a las 21.00 horas, fines de semana incluidos) a la celosísima Clara, quien le acusaba -y con razón- de tener otras amantes.

Mientras preparaba junto a Hitler la mayor tragedia de la Historia de la humanidad, el dictador fascista tenía también que emplearse a fondo en negar aventuras sexuales y en inventarse excusas con las que tranquilizar a su amante.

FAENAS SEXUALES

Por no hablar de que las ocasiones en las que en plan vodevil, escondido en un rincón de su casa y aterrado ante la posibilidad de que su mujer pudiera descubrirlo, Il Duce susurraba palabras de amor a su Claretta a través del teléfono. O de los berridos en plan cordero degollado con que solía rematar sus faenas sexuales:

-Su rostro está rígido, sus ojos centellean. Yo estoy sentada en el suelo. Él se desliza del sillón y se echa sobre mí, curvo. Siento que todos sus nervios están tensos. Lo aprieto contra mí. Lo beso y hacemos el amor con tanta furia que sus gritos parecen los de un animal herido. Después, agotado, se deja caer sobre la cama. Incluso cuando descansa es fuerte -dejó escrito la Petacci el 27 de febrero de 1938.

Gracias precisamente a los diarios de esa mujer, hija del que fuera médico personal del Papa Pío XI, emerge a la luz un Mussolini privado terriblemente antisemita («Los judíos son una raza despreciable», le confesó el 4 de noviembre de 1938 a su concubina), que no soporta al rey Víctor Manuel III, absolutamente fascinado por la Alemania nazi, que se jacta de que la princesa María José (la esposa del príncipe heredero) le tira los tejos en el terreno sexual, que considera a Franco «un idiota» y que sostiene con evidente desprecio que los españoles «son como los árabes».

Fue el 24 de abril de 1932 cuando, por pura casualidad, en la vida de Clara Petacci se cruzó Mussolini. La joven, una niña bien que entonces tenía 20 años, iba en el coche de su familia junto a su madre y su hermana cuando, de repente, un Alfa Romeo conducido por el Duce en persona les adelantó. Clara, que había crecido con el mito de Mussolini, reconoció a su ídolo y pidió a su chófer que le siguiera.

El dictador, que entonces tenía 49 años, llevaba 17 casado con donna Rachele y era padre de cinco hijos, se sintió halagado por el inmenso entusiasmo de la joven, paró su coche y bajó a saludar a la muchacha. Cuatro años más tarde, en 1936 y después de que la Petacci se casara con el teniente Riccardo Federico, Claretta y el Duce se convirtieron en amantes.

«Mussolini secreto». Ofrece un retrato íntimo del dictador fascista (Ed. Rizzoli). A la venta en Italia desde el miércoles.

Psicanalisi di Berlusconi e Fini

MELUZZI: "PUER AETERNUS CONTRO SENEX PRAECOX"

Oggi, 9 dicembre 2009

di Mauro Suttora

«Berlusconi è un puer aeternus, un bambino eterno. Fini invece è il suo esatto contrario: un senex praecox, vecchio precoce».
Utilizza la psicanalisi junghiana, Alessandro Meluzzi, per spiegare come mai Silvio e Gianfranco, il premier e il presidente della Camera, non vanno d’accordo.

Psichiatra torinese 54enne, Meluzzi li conosce bene entrambi. Quindici anni fa partecipò alla grande avventura della nascita di Forza Italia, e fece notizia perché sconfisse l’attuale sindaco di Torino Sergio Chiamparino proprio nel collegio degli operai di Mirafiori, bastione comunista. Parlamentare fino al 2001, oggi è tornato a esercitare la sua professione e fa l’opinionista tv. Gli abbiamo chiesto una psicanalisi parallela dei due fondatori del Popolo delle Libertà, in dissidio continuo.

«Lo dico senza offesa: il 73enne Berlusconi conserva la struttura psicologica dell’eterno adolescente. Ama il movimento, privilegia ancora la creatività e l’ingenuità rispetto alla virtù politica della prudenza. L’ormai quasi 58enne Fini, invece, è nato vecchio. Ha dovuto crescere sotto l’ala del segretario Msi Giorgio Almirante, indossare il doppiopetto Lebole, responsabilizzarsi subito».

Questa tipologia psicologica si riverbera anche sui caratteri: «Berlusconi è un estroverso extratensivo», spiega Meluzzi, «esprime all’esterno i propri conflitti interiori. È trasparente, divide immediatamente tutti quelli che lo conoscono: o lo si ama, o lo si odia. Viceversa, Fini è un introverso intratensivo. Lo si vede da come si muove, dai suoi gesti. Tiene le emozioni dentro, è un realista compresso. Mi ricorda l’Ombra della sera, il reperto etrusco nel museo di Volterra: l’immagine della malinconica. Berlusconi invece è vitale, dionisiaco, orientato verso l’euforia: potrebbe essere una statuetta pompeiana».

Un paragone enologico? «Berlusconi è creativo, pétillant come lo champagne. Fini è tanninico come un barbera barricato. Anzi, essendo emiliano, come il lambrusco… E arriviamo a un’altra differenza fondamentale: Berlusconi è profondamente milanese, brianzolo: la Lombardia di Craxi, Bossi, Turati, Pirelli, Falck, don Giussani. Un cristiano-liberale con gli elementi di trasgressività connaturati al cattolicesimo. Al contrario, Fini rimane terragnamente bolognese, come Bersani, Prodi, Casini. È un laico moralista, antropologicamente non sorprende che ora vada a sinistra».

Ma fino a quindici anni fa era il capo del Msi, partito neofascista. «E che c’entra, anche i fascisti Mussolini e Bombacci furono socialisti. Il nonno di Fini era un militante comunista, il padre socialdemocratico. E lui è laicista. Filosoficamente, la sua categoria è la legge, mentre quella di Berlusconi è lo spirito. Non parliamo poi della fisiognomica…»

Oddio, Meluzzi, ora tira fuori Lombroso? «No, Kretschmer e i suoi biotipi. Berlusconi è fisicamente un brachitipo, al quale psichicamente corrisponde il ciclotimico. È un genio, un monstrum nel senso latino del termine. Contemporaneamente euforico e ossessivo, per lui ogni ostacolo è superabile. Volge al successo qualsiasi sfida, fa prevalere il principio di piacere su quello della realtà. Può cadere solo per una mancanza di attenzione al dettaglio, e per questo analizza iper-razionalmente tutto. Non ho mai visto nessuno rimanere sveglio fino alle quattro del mattino facendo crollare giovani con quarant’anni di meno, solo per decidere il colore dell’angolo di un manifesto.

«Fini invece è il classico longitipo astenico, e come tutti gli schizotimici è caratterizzato da dissociazione e malinconie aggressive. È frustrato dalla dimensione dell’eterno secondo, del delfino. Rischia di finire in carpione, diventando aceto a forza di stare lì ad aspettare come il principe Carlo d’Inghilterra, oppure di subire il destino dei tonni nelle tonnare. Terza ipotesi: si trasforma in squalo, mordendo la mano che l’ha nutrito».

Beh, intanto presiede la Camera: terza carica dello Stato.
«Per carità, gli è venuta la sindrome Pivetti».

Cioè?
«Irene Pivetti, che occupò la stessa poltrona e cadde vittima di un meccanismo mimetico, una curiosa simbiosi subalterna al presidente della Repubblica: allora Scalfaro, oggi Napolitano. Fini si atteggia e si sente come un fratello minore di Napolitano. D’altra parte sono figli della stessa cultura, antitetica a quella di Berlusconi uomo d’impresa, che per questo li detesta: quella dei politici di professione. Seppure uno ex fascista, e l’altro ex comunista».

A proposito di ex: anche Forza Italia ne ha prodotti molti. Uno di questi, il generale Luigi Caligaris, fra i fondatori del partito, commenta con Oggi: «Fini accusa il Pdl di essere una caserma? Beh, neanche nell’esercito ho trovato tanto dogmatismo come in Forza Italia. Berlusconi ha un carisma indiscutibile, ma i suoi partiti non sono un posto per noi liberali».

Tuesday, December 15, 2009

La Semana (Colombia): El diario de la amante

Bogotà, 5 dicembre 2009

Las memorias de Clara Petacci, la concubina favorita de Mussolini, revelan que este era tan antijudío como Hitler y que tenía una voracidad sexual mayor que la de Berlusconi.

En días pasados Patrizia D’Addario, la prostituta de lujo que escandalizó a Italia al revelar sus noches de pasión con Silvio Berlusconi, publicó su libro Disfrute, Primer Ministro. Allí asegura haber quedado estupefacta ante el insaciable apetito sexual de Il Cavaliere, capaz de pasar una noche con 20 mujeres dedicadas a satisfacerlo.

Pero Berlusconi no es el primer gobernante italiano tan obsesionado por el género femenino como por el poder. Lo ha recordado el diario íntimo de Clara Petacci, la inseparable compañera de Benito Mussolini, que acaba de salir a la luz. Algunos biógrafos calculan que sin tener la presencia de un don Juan, calvo, bajo de estatura y con una higiene personal dudosa, por la cama de Il Duce habrían pasado 5.000 mujeres: al menos una distinta cada noche, durante la mayor parte de su vida. Y es la preferida de sus amantes quien confirma tal poder de seducción a casi 65 años de su muerte.

Mauro Suttora, periodista del conglomerado italiano de medios Rizzoli Corriere della Sera editó los documentos que la mujer escribió entre 1932 y 1938 bajo el título ‘Mussolini secreto’, en 521 páginas que incluyen detalles explícitos de sus faenas de alcoba, sus fantasías eróticas y hasta reflexiones políticas de Mussolini sobre Hitler y la raza, que lo develan como un enemigo despiadado de los judíos.

El camino del diario ha sido largo: quizá presintiendo su final, Petacci le encomendó sus apuntes a su amiga la condesa Rina Cervis, quien los enterró en el jardín de su casa hasta cuando en 1950 fueron descubiertos por las autoridades. Suttora explicó a SEMANA que “su único heredero, Ferdinando Petacci, había estado pidiendo que se los entregaran, pero fueron secreto de Estado durante 70 años”. Ese es el plazo que, según las reglas italianas, se debe cumplir para hacer públicos documentos de importancia para la seguridad nacional. Por eso sólo recientemente se desclasificó la información.

“Clara quiso guardar copias de las cartas que le enviaba a Mussolini desde cuando lo conoció en 1932”, agrega Suttora. Cuando ese primer encuentro tuvo lugar, ella, hija del médico personal del Papa Pío XI, tenía 20 años, y Mussolini 49 y un matrimonio con cinco hijos. La joven siempre había sentido un gran respeto hacia el hombre que desde 1922 gobernaba Italia, y una tarde, durante un paseo con sus padres, su carro se cruzó con el Alfa Romeo del dictador. Ella lo reconoció y sacó la cabeza por la ventana mientras gritaba “Il Duce, Il Duce”. Ante tal prueba de devoción, Mussolini detuvo su auto para conversar con su admiradora. Al parecer, durante algunos años mantuvieron una relación platónica, tiempo en el cual ella se casó y se separó, hasta cuando se hicieron amantes en 1936. Desde entonces Claretta, como le decían cariñosamente, tuvo derecho a escoltas y a una habitación en el Palazzo Venezia, su sede oficial.

La Petacci transcribía en forma maniática cada conversación con su Ben, como lo llamaba en la intimidad, al punto de que en un solo año llenó más de 1.800 páginas de su diario. “Soy esclavo de tu carne. Siento un deseo febril por tu cuerpecito delicioso que me quiero comer entero a besos. Y tú tienes que adorar mi cuerpo, tu gigante”, registró ella una de las frases del mandatario.

Aunque Clara respetaba a Rachele, la esposa de Mussolini, no soportaba la idea de que él tuviera más mujeres. Lo celaba tanto, que en 1938, un año muy agitado para la política europea porque Hitler anexó Austria, y en el que se firmó el acuerdo de Munich que entregaba a la Alemania nazi parte de Checoslovaquia, a Il Duce le tocaba en promedio reportarse cada hora a su amante para comprobar que no estaba con otra. Sobraban motivos para dudar de la fidelidad del hombre.

El mismo Mussolini le confesó a ella que la idea de tener una sola conquista le parecía “inconcebible... Hubo una época en la que tuve 14 mujeres, y me acostaba con tres o cuatro cada noche, una tras otra...eso te dará una idea de mi sexualidad”. Además, en una especie de clase le explicó que “el orgasmo es muy bueno. Agudiza tus pensamientos, y ayuda al cerebro, lo hace fértil y brillante”. Ese apetito se habría desatado desde cuando perdió su virginidad, a los 17 años, con una prostituta, y aumentó en la cúspide del poder cuando le llovían cartas de damas ofreciéndosele. Como explicó al diario británico The Independent Nicholas Farrell, autor de Mussolini: A new life, hacía sus jugadas “a espaldas de Claretta”. El personal de seguridad clasificaba las misivas en mujeres conocidas o desconocidas. Luego el gobernante elegía entre las ‘nuevas’ las que le llamaran la atención para que se las llevaran al Palazzo como “visitantes fascistas”.

En su diario Claretta relata una de sus escenas de celos cuando lo pilló durmiendo con una ex novia llamada Alice de Fonseca Pallottelli, con quien habría tenido dos de sus hijos ilegítimos: “Está bien. Lo hice. No la había visto desde antes de Navidad. No creo que haya cometido un crimen. Sólo estuve 12 minutos con ella”, fue la manera de disculparse de Mussolini. “24 minutos”, lo corrigió ella. “Bien, 24, fue algo rápido. ¿A quién le importa? después de 17 años no hay nada de entusiasmo, es como cuando me acuesto con mi esposa”, concluyó él. En otra oportunidad le juró que nunca había amado a Romilda Ruspi, con quien habría tenido otro hijo: “Sólo fue algo físico, pura atracción sexual. Tenía relaciones con otras en frente de ella”. También le afirmó que durante un fin de semana en la playa la princesa María José de Bélgica, quien llegaría a ser reina de Italia y opositora del fascismo, se le insinuó, pero no pudo seducirlo. “Yo era como de palo. Ni un pelo de mi cuerpo estaba erecto... la encontré repulsiva”.

Sin embargo, el documento no sólo está causando polémica por su contenido sexual, sino porque acaba con la percepción popular de que Mussolini era un títere de Hitler que aprobó leyes contra los judíos por complacerlo. “He sido racista desde 1921. No sé por qué creen que soy un simple imitador de Hitler. Los italianos tendrían que tener más sentido de la raza, para no crear mestizos, que van a estropear nuestra belleza”, son palabras que Claretta pone en su boca, por los días en que salió el Manifiesto della razza, sobre la superioridad de la etnia itálica. Sin embargo, Mussolini reconocía que el líder nazi le agradaba: “Es una persona muy emocional. Cuando me vio hubo lágrimas en sus ojos”. Con el que no le iba muy bien era con Pío XI: “Si siguen así los del Vaticano, voy a romper relaciones con ellos. Prohibí los matrimonios mixtos y ahora el Papa me pide casar a un italiano con una negra”.

A los judíos se refería como “cerdos”, “reptiles”, “carroña”, y dijo que “habría que exterminarlos a todos. Voy a organizar una masacre”. También habló de “confinarlos en una pequeña isla”.

La que no está nada contenta con estas revelaciones es la nieta del fascista, la parlamentaria Alessandra Mussolini, quien ha dicho que “ni una sola palabra del diario es verdad” y que hoy Clara sería acusada de acoso. Pero, según Suttora, de lo que no se puede dudar es de “la autenticidad de los diarios, que fue certificada por el archivo estatal”. Por eso parece difícil controvertir que Il Duce le haya dicho a su amante “nací para ti y terminaré a tu lado”, como ella escribió. Más cuando juntos fueron ejecutados y colgados por los partisanos en abril de 1945.

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Monday, December 14, 2009

Nuova Sardegna: Italia alcova, come oggi

IL DUCE, CLARETTA E CORRADO ALVARO: L'ITALIA TUTTA UN'ALCOVA, COME OGGI

di Massimo Onofri

La Nuova Sardegna, 14 dicembre 2009

I diari sono quelli di Claretta Petacci. Una scelta, "Mussolini segreto", è stata appena pubblicata da Rizzoli. Leggo alla data 26 aprile 1938 (solo per questo anno, secondo quanto scritto nella prefazione, abbiamo 1810 pagine). Il duce la informa che sul "Tevere" di Telesio Interlandi è uscita una di lei poesia. Poi riporta la voce, riferitagli da tale "signora Brambilla", che Claretta abbia domandato notizie di "un certo Corrado Alvaro" a una chiromante per sapere se costui la tradiva.

Claretta s'indigna: soprattutto per il fatto che le si addebiti la frequentazione di chiromanti. Mussolini la rassicura: "No amore, non inquietarti, non ci credo. E' una buffona, una donna senza neanche un filo di buonsenso. Questo Alvaro è un mostro, è orrendo, un muso da cane bulldog. Orribile. Anche se lo conoscessi, non sarebbe possibile. E' una stupida cattiva. Le ho fatto dire ancora che se ne andasse, partirà subito".

Meraviglioso: Claretta amante dello scrittore antifascista Corrado Alvaro. Un'ipotesi che ci accarezza. Vent'anni di antifascismo clandestino cancellato o segregato nelle prigioni finalmente vendicato, dal meno attendibile di tutti, l'"orrendo" Alvaro. Nel segreto di un'alcova. Ieri come oggi.

Wednesday, December 09, 2009

Oggi: le polemiche su Mussolini razzista

Oggi, 9 dicembre 2009

di Mauro Suttora

QUANTO ERA RAZZISTA IL DUCE?

Il dittatore italiano parlò di "trucidare completamente" gli ebrei ben quattro anni prima che i gerarchi nazisti ne decidessero lo sterminio finale

«Porci ebrei, popolo destinato a essere trucidato completamente». Previsione o minaccia? Benito Mussolini pronunciò questa tremenda frase il Lunedì dell’Angelo 1938, nel suo studio a palazzo Venezia di fronte all’amante Claretta Petacci. La quale la annotò fedelmente nei suoi diari, appena desecretati dopo ben settant’anni sotto chiave nell’Archivio centrale dello Stato, e pubblicati nel libro Mussolini segreto (ed. Rizzoli).
Com’era prevedibile, queste parole hanno subito fatto il giro del mondo. Tutti i giornali più prestigiosi, dall’inglese Times al francese Le Monde, dallo spagnolo El Pais al tedesco Spiegel, hanno scritto lunghi articoli. Perché?

ATTENTI ALLE DATE

Attenzione alle date. La frase di Mussolini è del 18 aprile ’38. Cioè tre mesi prima del vergognoso Manifesto della razza del professor Nicola Pende e altri «scienziati» che diede il via alle persecuzioni contro gli ebrei, dapprima licenziati da ogni impiego pubblico, e infine avviati ai campi di sterminio.
Ma, soprattutto, l’auspicio del dittatore italiano è di quattro anni antecedente alla famigerata conferenza di Wannsee (Berlino) del gennaio ’42. Solo allora, infatti, i gerarchi nazisti decisero di «trucidare completamente» (per usare le parole del duce) gli ebrei.

FRASI AGGHIACCIANTI

Anche un appassionato di storia per diletto come me, quindi, è saltato sulla sedia quando si è imbattuto in questa frase trascrivendo i diari della Petacci per il libro che ho curato. Oltre ad altre successive, come: «Io ero razzista dal ‘21. Non so come possano pensare che imito Hitler, non era ancora nato [politicamente, ndr]. Mi fanno ridere. La razza dev’essere difesa» (4 agosto ’38). «Lo scopo è purificare la razza e far lavorare gli ariani ai posti sfruttati da loro» (2 settembre). «Porci ebrei, li ucciderò tutti» (9 ottobre). «Questi schifosi di ebrei, bisogna che li distrugga tutti. Farò una strage come hanno fatto i turchi [con gli armeni, ndr]. Del resto ho confinato settantamila arabi [in Libia], potrò confinare cinquantamila ebrei. Farò un isolotto, li chiuderò tutti là dentro. Sono carogne, nemici e vigliacchi. Vedranno cosa saprà fare il pugno d’acciaio di Mussolini. Li distruggo. È l’ora che gli italiani sentano che non devono più essere sfruttati da questi rettili» (11 ottobre).

COSA DICONO GLI STORICI

Secondo il prestigioso settimanale Economist, «i diari di Claretta sfidano la confortevole opinione che molti italiani hanno di un duce trascinato dall’alleato Hitler. E la reputazione di Mussolini conta ancora in un Paese che, per la maggior parte degli ultimi otto anni, è stato guidato da governi con dentro i suoi eredi “post-fascisti”».
«Questo tema sembra diventato tabù», ha scritto sul Corriere della Sera Giorgio Fabre, autore del libro Mussolini razzista (Garzanti, 2005). «Forse il dittatore viene considerato un padre della patria, un italiano rappresentativo».
«Si riteneva che le leggi razziali fossero solo uno strumento, non una politica in cui [Mussolini] credeva sinceramente. Questi diari suggeriscono il contrario», ha detto all’Economist Paul Corner, professore di Storia europea all’università di Siena. E Sergio Luzzatto, storico dell’università di Torino: «Pur con tutte le cautele, perché scritti da un’amante, i diari sono una sveglia. Svelano la vera malvagità di Mussolini».

Thursday, December 03, 2009

Der Spiegel: In Bett mit Ben

articolo del settimanale tedesco:

26.11.09

Im Bett mit Ben

Alexander Von Smoltczyk

Mussolinis Geliebte Clara Petacci kannte die Geheimnisse des "Duce". Ihr Tagebuch beschreibt einen sexsüchtigen Judenhasser, der Hitler "sehr sympathisch" fand.

Einmal ließ den "Duce" sein kleiner Führer doch im Stich: "Ich war wie aus Holz. Nicht ein Haar hat sich mir aufgestellt", so staunt Benito Mussolini über sich selbst. Dabei tat Maria José di Savoia, Gattin des späteren Königs Umberto II., wirklich alles, um den Chef der italienischen Faschisten am Strand zu verführen. Benito konnte nicht: "Ich war kein Mann, sondern ein Politiker." Armer Potentat.

So soll Mussolini, der 21 Jahre lang Ministerpräsident und "il Duce" war, die Szene jedenfalls hinterher seiner Lebensgeliebten Clara "Claretta" Petacci geschildert haben. Und die schrieb es dann in ihre Tagebücher.

Vergangene Woche sind die erstmals veröffentlicht worden - zum nicht geringen Entsetzen manches Nachgeborenen*. "Diese Frau würde heute wegen Stalkings verurteilt werden", so die Duce-Enkelin Alessandra Mussolini. "Kein Wort" glaube sie von dem, was da über ihren Opa geschrieben stehe.

Die Mussolinis waren noch nie gut zu sprechen auf Claretta Petacci, die einzige Frau, die Mussolini buchstäblich bis zum Tod die Treue gehalten hat.

Ihr Vater war Arzt im Vatikan, sie selbst schwärmte schon als Teenie für den "Duce, mio grandissimo Duce" und wurde mit 19 Jahren seine Geliebte. Nach einer zweijährigen Trennung avancierte sie 1936 zur Haupt- und Dauerkonkubine. Der einzigen mit Anrecht auf Personenschutz, Chauffeur und Zimmer im Palazzo Venezia.

Sie nennt ihn "Ben", er spricht von sich bescheiden als "dein Gigant". Bei Claretta beklagt er sich über die engen Stiefel, die er immer tragen muss. Sie ist seine Vertraute und Beichtmätresse. Ihre Geschichte wurde 1984 verkitscht verfilmt, mit Claudia Cardinale in der Hauptrolle.

Mussolini war vom Sex so besessen wie von der eigenen Macht. Bis zum Tag seiner Absetzung, am 25. Juli 1943, ließ er sich "täglich eine Frau, jeden Nachmittag" liefern, so erinnerte sich sein Kammerdiener Quinto Navarra. Im Gästebuch wurden sie als "faschistische Besucherinnen" geführt.

"Es gab eine Zeit, da hatte ich 14 Frauen und nahm mir 3, 4 jeden Abend, eine nach der anderen." Aber jetzt, mit Claretta, gebe es nur noch sie für ihn: "Amore, warum willst du mir nicht glauben?"

Die Nacht, bevor Österreich am 13. März 1938 ans Deutsche Reich "angeschlossen" wurde, verbringt Mussolini im Wesentlichen damit, Claretta ihre Eifersucht auszureden, mit Erfolg: "Wir machen Liebe wie noch nie, bis er Herzschmerzen hat und danach noch einmal. Dann schläft er erschöpft und selig ein."

Mussolini selbst ist maßlos eifersüchtig und lässt jeden Schritt seiner 29 Jahre jüngeren "bambina" observieren: "Dein köstliches Körperchen soll nur für mich zittern." Die Wartezeit auf ihn vertreibt sich Petacci mit Schreiben. In schneller Schrift füllt sie die Seiten, fast 2000 allein im Jahr 1938. Das Schreiben sei für sie "Therapie" gewesen, so Herausgeber Mauro Suttora, "weil sie ihre Tage nur damit verbringt, für Mussolini zu leben".

Zum großen Teil ist das Bettkantengeplauder, gespickt mit Ausfällen gegen die Mussolini-Gattin Ráchele, ansonsten ein Zeugnis von Sexsucht, Verblendung und Heuchelei. So etwa, als Mussolini unter Tränen die Schrecken des Krieges in Spanien beklagt, wo gerade 150 Kinder unter Luftbomben starben: "Denk nur, ganze Gebäude zerstört, als wären sie aus Pappe." Dabei hatte Italien gerade die Verstärkung der Bombardierungen befohlen.

Es hat in den letzten Jahren einige fragwürdige Veröffentlichungen gegeben, die Mussolini als Getriebenen zeigen, als tragische Gestalt, die von Hitler zur Judenverfolgung genötigt wurde. Auch Petaccis Notizen aus dem Lotterbett räumen mit solchen Legenden auf: "Ich war Rassist seit 1921", so habe ihr Mussolini im August 1938 anvertraut. "Ich weiß nicht, wie sie glauben können, ich würde Hitler nur nachahmen, der war damals noch gar nicht geboren. Man muss den Italienern ein Gefühl für die Rasse geben, damit sie keine Mischlinge hervorbringen, damit sie nicht ruinieren, was schön ist in uns."

Zurückgekehrt von der Münchner Konferenz 1938, ruft er Claretta zu sich: "Der Führer ist sehr sympathisch", so zitiert sie den Duce: "Hitler ist im Grunde ein Gefühlsmensch. Als er mich sah, hatte er Tränen in den Augen. Er hat mich wirklich sehr gern."

Nur dessen Wutanfälle irritierten Mussolini etwas: "Funken sprühten aus seinen Augen, er zitterte, riss sich nur mühsam zusammen. Ich dagegen blieb völlig ruhig." Im Grunde, so Mussolini, habe er die Konferenz gerettet: "Immer war ich es, der sie auf den Punkt zurückgeführt hat, sie verloren sich in der Diskussion. Hitler verehrt mich aufrichtig."

Nach der Konferenz machen beide Urlaub am Strand. Mussolini blättert in französischen Zeitungen und bekommt schlechte Laune: "Diese ekelhaften Juden, man muss sie alle vernichten. Ich werde ein Blutbad anrichten wie einst die Türken. Ich werde sie isolieren und einsperren. Sie werden die stählerne Faust von Mussolini kennenlernen. Es ist an der Zeit, dass die Italiener merken, dass sie nicht mehr von diesen Schlangen ausgebeutet werden dürfen."

Fünf Wochen später lässt er ein weiteres Rassengesetz beschließen, das "Mischehen" für ungültig erklärt. Die Proteste von Papst Pius XI. regen ihn maßlos auf: "Noch nie hat ein Papst der Religion so geschadet wie dieser. Fast die ganze Welt hat er schon verloren." Und: "Er macht unwürdige Sachen. Wie kann er sagen, wir seien den Semiten gleich. Wir haben sie jahrhundertelang bekämpft, wir hassen sie."

Nicht nur der von Petacci kolportierte Satz "Ich bin wie Napoleon" könnte auch von einem seiner Nachfolger stammen. Der eine nennt sich Duce, der andere Cavaliere oder "Papi".

Es ist eine altbekannte und nicht nur italienische Geschichte: kleine große Männer, die ihr Herz zwischen den Beinen tragen, sich mit Showgirls umgeben und letztlich doch nur angezogen sind von allem, was noch mächtiger ist und noch skrupelloser als sie.

Nach seinem Sturz 1943 errichtet Mussolini mit Hitlers Hilfe die Marionettenrepublik von Salò am Gardasee. Carletta bleibt in Rom zurück, nach Flucht und Haft trifft sie ihren Duce im April 1945 wieder, diesmal für immer.

Ihre Tagebücher hat Petacci der Gräfin Rina Cervis anvertraut, aus deren Garten sie 1950 von Carabinieri ausgegraben wurden. Seither wurden sie in einer Schachtel im Staatsarchiv aufbewahrt, freizugeben erst 70 Jahre nach Niederschrift.

Wirklich nur "Mätressengeplapper", wie einige Duce-Experten meinen? Nach dem altrömischen Motto: Sage der Geliebten alles, nur nicht die Wahrheit?

"Über das Liebesgeflüster braucht man natürlich nicht zu reden. Interessant aber sind die angeblichen Aussagen zur Politik", sagt dagegen Lutz Klinkhammer vom Deutschen Historischen Institut in Rom. "Denn weshalb hätte Mussolini hier etwas vortäuschen sollen? Politik interessierte die Petacci nicht. Ihre Notizen etwa zum Antisemitismus des Duce bestätigen im Grunde unsere jüngsten Forschungen."

Als im April 1945 auch die Miniaturrepublik von Salò am Ende war, bot Mussolini seiner Geliebten die Flucht nach Spanien an. Petacci lehnte ab. Wenig später hing sie neben dem Duce kopfüber über dem Piazzale Loreto in Mailand, erschossen von Partisanen. Überliefert ist die Bemerkung einer Passantin: "Das muss man ihr lassen: Schöne Beine hatte sie."

ALEXANDER SMOLTCZYK

* Mauro Suttora (Hg.): "Clara Petacci: 'Mussolini segreto'". Verlag Rizzoli, Mailand; 523 Seiten; 21 Euro.


traduzione inglese:

IN BED WITH BENITO

Sex Diaries Reveal Mussolini's Soft Side

settimanale De Spiegel (Germania), 26.11.2009

By Alexander Smoltczyk

Mussolini's mistress, Clara Petacci, recorded intimate details of her affair with Il Duce in her journal. Her newly published diary reveals Mussolini as a sex-addicted anti-Semite who found Hitler "very likeable" -- and who occasionally suffered from impotence.

On one occasion, Il Duce's little Führer apparently let him down. "It was as if I were made of wood. Not even a hair on my body was erect," Benito Mussolini said in amazement. Maria José di Savoia, the wife of the later King Umberto II, had done absolutely everything in her power to seduce the leader of the Italian fascists on the beach. But Benito simply couldn't rise to the occasion. "I wasn't a man, but a politician," he said.

This, at least, was the way Mussolini, who was prime minister of Italy for 21 years and was known as "Il Duce," later described the scene to his mistress Clara "Claretta" Petacci, who then recorded his words in her diaries.

Those diaries were published for the first time last week, to the considerable consternation of one of Mussolini's descendents. "This woman would be convicted of stalking today," says Alessandra Mussolini, Il Duce's granddaughter. She insists that "not a word" of what Petacci wrote about her grandfather is true.

'Your Giant'

The Mussolinis never had a very high opinion of Petacci, the only woman who was faithful to Mussolini literally to the bitter end.

Her father was a doctor at the Vatican, and as a teenager she rhapsodized about the "Duce, mio grandissimo Duce." She became his mistress at 19. In 1936, after a two-year separation, she became Mussolini's principal and permanent concubine, the only one who was entitled to bodyguards, a chauffeur and quarters at the Palazzo Venezia.

She called him "Ben," and he referred to himself, none too modestly, as "your giant." He would complain to Claretta, his confidante, about the tight boots he always had to wear. A sentimentalized version of her story was made into a film in 1984, with Claudia Cardinale as the lead.

Mussolini was as obsessed with sex as he was with his own power. Until the day of his removal from power, July 25, 1943, he had "a woman brought to him every day, every afternoon," as his valet Quinto Navarra recalls. The women were recorded in the guest book as "fascist visitors."

"There was a time when I had 14 women and took three or four them every evening, one after the other," Mussolini said. But now, he insisted, Claretta was the only one. "Amore," he said, "why do you refuse to believe me?"

Mussolini spent much of the night before March 13, 1938, when Austria was annexed into the German Reich in the Anschluss, trying to persuade Claretta not to be jealous, and his efforts were successful. As she wrote: "We make love as we have never made love before, until he has heart pain, and then we do it again. Then he falls asleep, exhausted and blissful."

'Your Precious Little Body Shall Only Tremble for Me'

Mussolini himself was intensely jealous and had his "bambina's" every movement observed. "Your precious little body shall only tremble for me," he told Claretta, who was 29 years his junior. Petacci wrote to pass the time she spent waiting for him. She wrote quickly and copiously, writing almost 2,000 pages in 1938 alone. Writing was "therapy" for Petacci, according to publisher Mauro Suttora, "because she spent her days doing nothing but living for Mussolini."

For the most part, however, the pillow talk Petacci describes, interspersed with diatribes against Mussolini's wife Ráchele, is a record of sex addiction, infatuation and hypocrisy. In one instance, for example, Mussolini weeps as he describes the horrors of the war in Spain, where 150 children had just been killed during an air raid. "Just think, entire buildings destroyed, as if they were made of cardboard." But Italy had just ordered the intensification of the bombing.

There have been several questionable publications in recent years that portray Mussolini as a driven man, a tragic figure coerced into persecuting the Jews by Hitler. But Petacci's notes from their love nest leave little doubt that Mussolini was anti-Semitic through and through. "I have been a racist since 1921," Mussolini confided to Petacci in August 1938. "I don't know how they can believe that I am merely imitating Hitler, who wasn't even born at the time. One must give the Italians a sense of race, so that they don't produce any mongrels, so that they don't ruin what is beautiful in us."

'Hitler Really Likes Me a Lot'

After returning from the Munich Conference in 1938, he summoned Claretta. "The Führer is very likeable," Il Duce told his mistress. "Hitler is an emotional person at heart. When he saw me, there were tears in his eyes. He really likes me a lot."

Mussolini was, however, somewhat irritated by Hitler's fits of rage. "Sparks flew from his eyes, his body was shaking and he could only pull himself together with difficulty. I, on the other hand, remained completely calm." In Mussolini's opinion, it was he who had saved the conference. "I was always the one who brought them back to the matter at hand, they got lost in discussion. Hitler sincerely adores me."

After the conference, Mussolini and Petacci went on a vacation to the beach. Mussolini, while flipping through French newspapers, suddenly got into a bad mood. "These disgusting Jews, they should all be destroyed," he said. "I will create a bloodbath the way the Turks once did. I will isolate them and imprison them. They will come to know the steel fist of Mussolini. It is time that the Italians realize that can no longer exploited by these snakes."

Five weeks later, he had pushed through a new race law that declared "mixed marriages" invalid. When Pope Pius XI objected, he became enraged. "Never before has a pope done so much harm to religion as this one. He has already lost almost the entire world." And, he continued, "he does dishonorable things. How can he say that we are the same as the Semites? We have fought with them for hundreds of years, and we hate them."

It is an age-old story and not one that is exclusive to Italy: The story of short, powerful men who wear their hearts between their legs, surround themselves with showgirls and, in the end, are only attracted by anything that is even more powerful and unscrupulous than they are. One sentence that Petacci attributed to Mussolini, "I am like Napoleon," could just as easily have been uttered by one of his modern-day successors, someone who likes to be called, not il Duce, but il Cavaliere or "Papi."

Sweet Nothings

After he was deposed in 1943, Mussolini, with Hitler's help, established the puppet state of the Republic of Salò on Lake Garda. Carletta remained behind in Rome, but the couple eventually reunited and, after fleeing and being arrested by Italian partisans, she and Il Duce were executed together in April 1945.

Petacci entrusted her diaries to the countess Rina Cervis. In 1950 the police unearthed them from where they had been hidden in the countess's garden. After that, they were kept in a box in the national archive, not to be released until 70 years after they had been written.

But was it truly just "pillow talk," as some Il Duce experts contend? And, in Petacci's case, did the old Roman saying hold true: Tell your lover everything, just not the truth?

"Of course, the sweet nothings aren't worth discussing. But the supposed remarks on politics are interesting," says Lutz Klinkhammer of the German Historical Institute in Rome. "When it came to politics, why would Mussolini want to hide anything from her?" he asks. "Petacci wasn't interested in politics. For instance, her notes on Il Duce's anti-Semitism essentially confirm the conclusions of our most recent research."

When the miniature Salò Republic came to an end in April 1945, Mussolini offered his mistress the option of fleeing to Spain, but Petacci declined. A short time later, she was hanging upside-down next to Il Duce above the Piazzale Loreto in Milan, shot by partisans. A passerby is believed to have said: "One thing you can say for her: She did have nice legs."

Translated from the German by Christopher Sultan

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traduzione portoghese:

Diários sexuais revelam o lado suave de Mussolini

Alexander Smoltczyk

"Il Duce" Os diários da amante Carla Petacci, recém-publicados, revelam um Mussolini viciado
em sexo e antissemita, que achava Hitler "muito agradável" - e ocasionalmente sofria de impotência
Leia outras reportagens do UOL Internacional
A amante de Mussolini, Clara Petacci, registrou detalhes íntimos do seu relacionamento com "Il Duce" no seu diário. Os diários dela, recém-publicados, revelam Mussolini como sendo um viciado em sexo e antissemita que achava Hitler "muito agradável" - e que ocasionalmente sofria de impotência.

Em determinada ocasião, o "pequeno Führer" de Il Duce aparentemente o deixou na mão. "Era como se eu fosse feito de madeira. Nem um só pelo do meu corpo ficou ereto", disse Benito Mussolini, surpreso. Maria José di Savoia, a mulher do rei Umberto 2º, fez tudo o que pode para seduzir o líder dos fascistas italianos na praia. Mas Benito simplesmente não foi capaz de corresponder às iniciativas de Maria José. "Eu não era um homem, mas sim um político", disse ele.

Pelo menos foi dessa forma que Mussolini, que foi o primeiro-ministro da Itália durante 21 anos e que era conhecido como "Il Duce", descreveu mais tarde a cena para a sua amante Clara "Claretta" Petacci, que a seguir registrou as palavras dele no seu diário.

Esses diários foram publicados pela primeira vez na semana passada, provocando uma consternação considerável em um dos descendentes de Mussolini. "Hoje em dia essa mulher seria condenada por espreitar os outros", afirma Alessandra Mussolini, neta de Il Duce. Ela insiste que "nem uma só palavra" escrita por Petacci sobre o seu avô é verdadeira.

"O seu gigante"

Os Mussolini nunca tiveram muita simpatia por Petacci, a única mulher que foi fiel a Mussolini literalmente até o final amargo.

O pai dela era um médico do Vaticano, e, quando adolescente, ela escrevia poemas sobre o "Duce, mio grandissimo Duce". Ela tornou-se amante dele aos 19 anos. Em 1936, após uma separação de dois anos, ela tornou-se a principal e permanente concubina de Mussolini, a única que tinha direito a guarda-costas, um motorista e aposentos no Palazzo Venezia.

Ela o chamava de "Ben", e ele referia-se a si próprio, de forma nada modesta, como "o seu gigante". Diante de Claretta, sua confidente, ele reclamava das botas apertadas que tinha que usar sempre. Uma versão sentimentalizada da história dela foi transformada em filme em 1984, tendo Claudia Cardinale no papel principal.

Mussolini tinha tanta obsessão por sexo quanto pelo seu próprio poder. Até o dia da sua remoção do poder, 25 de julho de 1943, "todas as tardes uma mulher era trazida para ele", recorda-se o seu criado, Quinto Navarra. As mulheres eram registradas no livro de hóspedes como "visitantes fascistas".

"Houve ocasiões em que eu tive 14 mulheres, e pegava três ou quatro delas todas as noites, uma após a outra", disse Mussolini. Mas agora, insistiu ele, Claretta era a única. "Amore", disse ele. "Por que você se recusa a acreditar em mim?".

Mussolini passou grande parte da noite anterior a 13 de março de 1938, quando a Áustria foi anexada ao Reich alemão no Anschluss, tentando persuadir Claretta a não ser ciumenta, e os seus esforços tiveram sucesso. Ela escreveu: "Nós fizemos amor como nunca antes, até ele sentir dor no coração, e depois fizemos de novo. Depois disso ele adormeceu, exausto e feliz".

"O seu precioso corpinho só tremerá para mim"

O próprio Mussolini era altamente ciumento e certificava-se de que cada movimento da sua "bambina" fosse observado. "O seu precioso corpinho só tremerá para mim", disse ele a Claretta, que era 29 anos mais nova do que ele. Petacci escreveu para passar o tempo que ficava esperando por ele. Ela escrevia rápida e abundantemente, tendo redigido quase 2.000 páginas só em 1938. Escrever era uma "terapia" para Petacci, segundo o editor Mauro Suttora, "porque ela passava os dias sem fazer nada, a não ser viver para Mussolini".

Entretanto, em sua maioria as conversas de alcova registradas por Petacci, intercaladas de críticas à mulher de Mussolini, Ráchele, são um registro de vício em sexo, paixão inconsequente e hipocrisia. Em uma ocasião, por exemplo, Mussolini chora ao descrever os horrores da guerra na Espanha, onde 150 crianças tinham acabado de ser mortas em um bombardeio aéreo. "Imagine só, prédios inteiros destruídos, como se fossem feitos de papelão". Mas a Itália havia ordenado a intensificação do bombardeio.

Houve várias publicações questionáveis nos últimos anos descrevendo Mussolini como um homem induzido, uma figura trágica que foi obrigada por Hitler a perseguir os judeus. Mas as notas de alcova de Petacci deixam pouca dúvida de que Mussolini era um completo antissemita. "Eu sou racista desde 1921", confidenciou Mussolini a Petacci em agosto de 1938. "Eu não sei como eles podem acreditar que estou simplesmente imitando Hitler, que naquela época não tinha sequer nascido. É preciso dar aos italianos um senso de raça, de forma que eles não produzam mestiços, e não arruínem aquilo que há de belo em nós".

"Hitler realmente gosta muito de mim"

Após retornar da Conferência de Munique em 1938, ele declarou a Claretta. "O Führer é muito agradável", disse Il Duce à sua amante. "Hitler é no fundo uma pessoa emotiva. Quando ele me viu, brotaram lágrimas dos seus olhos. Ele realmente gosta muito de mim".

No entanto, Mussolini ficava meio irritado com as explosões de fúria de Hitler. "Centelhas saíram dos olhos dele, o seu corpo tremia, e ele só conseguiu se controlar com dificuldade. Eu, por outro lado, permaneci completamente calmo". Na opinião de Mussolini, foi ele que salvou a conferência. "Fui eu que os trouxe de volta à questão pertinente. Eles se perderam na discussão. Hitler sinceramente me adora".

Depois da conferência, Mussolini e Petacci tiraram férias em uma praia. Mussolini, enquanto folheava jornais franceses, ficou de repente de mau humor. "Esses judeus repulsivos... Eles deveriam ser todos destruídos", disse Mussolini. "Eu criarei um banho de sangue da mesma forma que os turcos fizeram. Eu os isolarei e os aprisionarei. Eles conhecerão o punho de ferro de Mussolini. É hora de os italianos perceberem que não podem mais ser explorados por essas serpentes".

Cinco semanas depois, ele colocou em vigor uma nova lei racial que declarava os "casamentos mistos" inválidos. Quando o papa Pio 11 fez objeções, Mussolini ficou furioso. "Nunca antes um papa prejudicou tanto a religião. Ele já perdeu quase o mundo inteiro". E Mussolini continuou: "Ele faz coisas desonrosas. Como ele pode dizer que nós e os semitas somos iguais? Nós lutamos contra eles durante centenas de anos, e os odiamos".

Essa é uma história antiga, e que não é exclusiva da Itália: a história de homens baixos e poderosos que têm o coração entre as pernas, cercam-se de garotas de cabaré e, no final, só sentem atração por coisas que são ainda mais poderosas e inescrupulosas do que eles. Uma sentença que Petacci atribuiu a Mussolini, "Eu sou como Napoleão", poderia muito bem ter sido proferida por um dos seus sucessores modernos, alguém que gosta de ser chamado, não de Il Duce, mas de Il Cavaliere ou "Papi".

Doces nulidades

Após ter sido deposto em 1943, Mussolini, com o auxílio de Hitler, criou o Estado fantoche da República de Salò, no Lago Garda. Carletta ficou para trás, em Roma, mas o casal acabou se reunindo e, após fugirem e serem presos por militantes italianos, ela e Il Duce foram executados juntos em abril de 1945.

Petacci entregou os seus diários à condessa Rina Cervis. Em 1950, a polícia os desenterrou no lugar onde tinham sido escondidos, no jardim da condessa. Depois disso, eles foram mantidos em uma caixa no arquivo nacional, e só foram divulgados 70 anos após terem sido redigidos.

Mas será que os registros não passam de "conversas de alcova", como alegam alguns especialistas em Il Duce? E, no caso de Petacci, será que o velho ditado romano se aplica? "Diga à sua amante tudo, e não apenas a verdade".

"É claro que não vale a pena discutir as doces nulidades. Mas as supostas observações sobre politica são interessantes", afirma Lutz Klinkhammer, do Instituto Histórico Alemão em Roma. "Quando se trata de política, por que Mussolini desejaria esconder tudo dela?" questiona Klinkhammer. "Pettaci não estava interessada em política. Por exemplo, as anotações dela sobre o antissemitismo de Il Duce basicamente confirmam as conclusões das nossas mais recentes pesquisas".

Quando a minúscula República Salò chegou ao fim, em abril de 1945, Mussolini ofereceu à sua amante a opção de fugir para a Espanha, mas Petacci recusou. Pouco tempo depois, ela estava pendurada de cabeça para baixo, ao lado de Il Duce, sobre a Piazzale Loreto, em Milão, tendo sido fuzilada por militantes. Um homem que estava no local teria dito: "Uma coisa pode ser afirmada a respeito dela: ela tinha belas pernas".

Tradução: UOL

Wednesday, December 02, 2009

Economist: Not just Hitler's fool

A mistress’s diary shows Benito Mussolini was a rabid anti-Semite

Nov 19th 2009 | ROME
From The Economist print edition

articolo originale sul sito dell'Economist

“THESE disgusting Jews, I must destroy them all.” Adolf Hitler’s dinnertime conversation? No. This is one of several anti-Semitic rants ascribed to Italy’s fascist leader, Benito Mussolini, by his mistress, Clara Petacci. Both were executed by partisans at the end of the second world war. The diaries of “Claretta”, published as a book (“Mussolini segreto”) on November 18th, after more than 50 years in the state archives, challenge the comforting view that many Italians have of the Duce as a leader misled by Hitler, his ally. Mussolini’s reputation still matters in a country which, for most of the past eight years, has been led by governments incorporating his “post-fascist” heirs.

In 2004 his son, Romano, published a memoir, “My Father, Il Duce”, which presented Mussolini as a caring family man, largely ignoring the dark side of the leader who had occupied Ethiopia in 1935-36 and, during his final years as Hitler’s puppet, sent thousands of Jews to Nazi death camps. In 2007 Marcello Dell’Utri, a close aide to Silvio Berlusconi, the prime minister, claimed to have found Mussolini’s diaries. Most historians said they were fakes, but not before Italians were told of contents which, in the words of Romano’s daughter, Alessandra Mussolini, showed “all the efforts made by grandfather to avoid the war”.

Italian television documentaries generally go easy on the Duce too, often reflecting the view that his government’s anti-Jewish “racial laws”, passed in 1938, were an aberration. Mr Berlusconi’s own opinion, given in a 2003 interview, is that Mussolini “never killed anyone”.

So for many Italians, it comes as a jolt to read of Il Duce boasting that “I’ve been a racist since ’21.” His mistress even recorded a remark by Mussolini in 1938 that foreshadowed the Final Solution: “I shall carry out a massacre, like the Turks did”—an apparent allusion to the mass killing of Armenians in 1915.

“People have always assumed the racial laws were a political instrument; not part of a policy in which he sincerely believed. This would suggest quite the opposite,” says Paul Corner, professor of European history at the University of Siena. As a lover’s account, the diaries should be treated with due caution, says Sergio Luzzatto, an historian from the University of Turin. “But they are a kind of wake-up call. They reveal Mussolini’s true gravity and wickedness.”

El Pais: Mussolini íntimo y despiadado

Los diarios rescatados de la amante, Claretta Petacci, descubren a un Duce racista, cínico y violento - El dictador italiano consideraba a Franco "un idiota"

El Pais

Lucia Magi - Roma - 17/11/2009

"¿Sabes, amor? Anoche en el teatro te desnudé por lo menos tres veces. Te miraba, te quitaba la ropa mentalmente y te deseaba como un loco".
Podría parecer un fragmento de las conversaciones telefónicas interceptadas recientemente entre un ostentoso galán de nombre Silvio Berlusconi y sus jóvenes y bien pagadas acompañantes. El fogoso amante en cuestión es otro político italiano, Benito Mussolini. Estas palabras, que reproducen una apasionada y sensual declaración del dictador fascista, fueron apuntadas en su diario por Claretta Petacci, con la que el Duce engañó a su mujer toda la vida. Era el 5 de enero de 1938. La relación entre la esbelta mujer de pelo azabache y sonrisa ancha y el dictador nació en 1932 y llegó hasta final: los partisanos los ahorcaron codo con codo el 25 de abril de 1945, tras 20 años de régimen.

Durante toda la unión, Claretta plasmó diligentemente sus intimidades de joven mujer y, lo que es más importante, las reveladoras confesiones que pintan a un Mussolini racista, desdeñoso, violento y despiadado, en unos cuadernos, guardados hasta principios de este año en los archivos históricos y protegidos por el secreto de Estado. Este insustituible testimonio de primera mano sobre la vida privada de Mussolini llega mañana a las librerías italianas de mano del periodista Mauro Suttora y bajo el título Mussolini segreto.

"Estudié durante muchos meses más de 2.000 páginas escritas por Claretta, con una grafía estrecha y difícil", cuenta el autor en una conversación telefónica desde Milán. A finales de la guerra de Liberación, cuando la pareja tenía el agua al cuello y tuvo que escapar de Salò, donde se había refugiado tras la caída del Gobierno de Mussolini con la ilusión de resucitar al fascismo, la amante del Duce entregó los diarios a una amiga de confianza. Ésta los escondió y fueron encontrados en 1950.

El libro promete levantar ampollas. No sólo por las audaces fantasías eróticas, bien detalladas. Eso, hoy, en Italia pasaría inadvertido. Lo que "es explosivo" -según el autor- es que las palabras de Claretta destruyen de una vez por todas la imagen de un dictador humano, un afable fascista a escala reducida, una especie de hermano menor y menos despiadado de Hitler, alguien que se vio uncido al carro nazi a su pesar, que aprobó leyes contra los judíos sólo para complacer al aliado alemán, y muy devoto y complaciente con la Iglesia.

Claretta describe en sus diarios un perfil muy distinto del Duce. Muestra a un hombre violento en su pensamiento político y en sus sentimientos, ferozmente antisemita, que reivindica un racismo avant la lettre, furioso con Pío XI, megalómano, que no ahorra su cínica agresividad a nadie y nada. Tampoco a Franco.
Escribe Claretta el 22 de diciembre de 1937: "Ese Franco es un idiota. Cree haber ganado la guerra con una victoria diplomática, porque algunos países le han reconocido, pero tiene al enemigo en casa. Si sólo tuvieran la mitad de la fuerza de los japoneses hubiera acabado todo hace cuatro meses. Son apáticos, indolentes, tienen mucho de los árabes. Hasta 1480 en España dominaron los árabes, ocho siglos de dominación musulmana. Ahí está la razón de por qué comen y duermen tanto".

El 4 de agosto de 1938 Claretta pone en boca del dictador: "Yo era racista ya en 1921, no sé cómo pueden pensar que imito a Hitler si él ni siquiera había nacido. Los italianos tendrían que tener más sentido de la raza, para no crear mestizos, que van a estropear lo bonito que tenemos".
Hacía 20 días había salido el Manifesto della razza, que teorizaba sobre la superioridad de la etnia itálica. Y en contra del papa Pío XI: "Si siguen así los del Vaticano voy a romper todo tipo de relación con ellos. Son unos miserables hipócritas. Prohibí los matrimonios mixtos y ahora el Papa me pide casar a un italiano y una negra. ¡No! ¡Voy a romperles la cara a todos!".

The Independent: Italian stallions


ITALIAN STALLIONS: The sex lives of Mussolini and Berlusconi

His mistress's newly published diary reveals Benito Mussolini's lust for women – and a kiss-and-tell memoir does the same for Silvio Berlusconi. Do the similarities end there?

Michael Day and Peter Popham

The Independent, London

Tuesday, 24 November 2009

Benito Mussolini and Silvio Berlusconi, Italy's two most charismatic leaders of the past century, have more in common than we thought.

Both emerged as dynamic leaders when Italian democracy was tying itself in knots. Both enjoyed vast popularity almost amounting to fan-worship, which endured for years and appeared immune to scandal. Both were short and sturdy, of classic peasant physique.

And both, it emerges, had gargantuan sexual appetites.

Exactly how gargantuan became clear this week with the publication of a memoir by Patrizia D'Addario, the prostitute who claims to have spent two nights with Berlusconi last year, and of the intimate diaries of Clara Petacci, Mussolini's most enduring mistress. The diaries of Petacci, shot dead with the ex-dictator as they were fleeing to Switzerland at the end of the war, have been published following the expiry of a 70-year secrecy rule on state documents.

Both Mussolini and Berlusconi, it emerges, demanded sex in industrial quantities. Even for Patrizia D'Addario, with years of experience as an escort behind her, the number of women Il Cavaliere (Berlusconi's Italian nickname) liked to have on tap was a shock. "The prime minister needs cuddles," she writes in Gradisca, Presidente (Take your pleasure, prime minister). "Having been an escort, I thought I'd seen a fair few things, but I'd never seen 20 women for one man ... Normally in an orgy you have roughly the same number of men and women, otherwise people get upset. But here the other men had no say. There was just one man with the right to copulate, and that was the prime minister."

Mussolini was in the same league. He told his jealous lover Clara – complaining bitterly about him returning to an old flame – that the idea of sleeping with only one woman was "inconceivable". "There was a period in which I had 14 women and I'd take three or four every evening, one after the other ... that gives you an idea of my sexuality." Nicholas Farrell, author of a biography of Il Duce, has calculated that Mussolini enjoyed at least 5,000 women during his life. "Mussolini's butler revealed that he was screwing women all the time," Farrell said yesterday, "even behind Clara Petacci's back."

Like Mussolini, Berlusconi clearly has incredible stamina. Despite his age (74) and a brush with prostate cancer, he was inexhaustible, D'Addario reports – though he failed to satisfy her.

Describing the night they spent together in his villa in Rome she recalls: "After the first assault, in which he achieved complete satisfaction, we started all over again ... He never even appeared slightly tired ... I'd never seen such passion for sex with a woman ... I was honest when he asked me if I'd enjoyed myself. It didn't seem right to lie. He obviously took this as challenge and began again ... Then more sex ... He goes down on my intimate parts and stays there for a long time, such that I thought that he might be sleeping. But no, of course not. He starts up again with more energy than before." He didn't let up until eight in the morning.

The only striking difference between the two men's sexual behaviour is aftercare. Despite her grudges – Berlusconi's alleged failure to do what he promised and help her sort out a property problem, which is why, D'Addario claims, she made their fling public – she admits that the prime minister was the perfect gent in the morning. "Coffee or tea?" he enquired. He raised the possibility of another meeting – "Next time we'll need other women," he decided. And as a parting gift he gave her "a tortoise, covered in precious stones. I had to admit it was lovely."

Mussolini by contrast was far more brusque. According to Petacci's diaries, his trysts occurred anywhere the fancy took him, on the carpet or against a wall, and ended abruptly, without "coffee, liqueur, or even a piece of cake."

What is it about Italy that causes it to produce potentates like this – when elsewhere sexual athleticism is more likely (think of John Profumo or Alan Clarke) to leave a politician on the sidelines or, as nearly happened to Bill Clinton over Monica Lewinsky, to bring a meteoric career crashing to earth?

"Sex is used as an expression of power," James Walston, professor of Italian politics at the American University in Rome said. "It's been a constant since the beginning of humanity, as well as in the animal kingdom." The only reason it is "more explicit and more acceptable" in Italy, he argues, is that it has taken the Italian media a long time to catch up with their colleagues in northern Europe and the US.

"Lloyd George and Kennedy both had many lovers but people in London and the US didn't know what they were getting up to at the time ... Until April 2009 as far as the public was concerned, Italian politicians didn't have lovers: it wasn't an issue until Veronica Lario made an issue of it when she sued for divorce. Until then there was a general agreement in the media that this was out of bounds. Some politicians had lovers, some were gay but nobody heard about it."

And when Lario hurled her thunderbolts, she aimed them carefully, he said. "If she had complained about Patrizia D'Addario, probably no-one would have paid much attention. The reason it became an issue was because she complained about Berlusconi 'frequenting minors' and putting up bimbos as election candidates." And once the dam was broached, media inhibitions vanished pretty fast. Two-and-a-half years ago there was little fuss when an adviser to the then Prime Minister Romano Prodi was caught cruising prostitutes in Rome, and he hung on to his job. But last month when a leading centre-left politician was found to have had affairs with trans-gender prostitutes, he was forced to resign amid a media firestorm.

But Nicholas Farrell, Mussolini's biographer believes there is nothing universal about the wild promiscuity of Mussolini and Berlusconi. Rather it is a reflection of the sexually rapacious culture from which they both emerged.

"Italian men are like this," he said. " If you look at Italian TV it illustrates clearly what men like, and Italian women are prepared to play ball with it – the half-naked girls dancing on the desk in the equivalent of Have I Got News For You, for example. Imagine what Ian Hislop and Paul Merton would say about that. You can't blame Berlusconi for this – it's what the audience wants."

"Both Mussolini and Berlusconi are charismatic leaders," he went on, "both are very popular. You have to talk about the Italian people – what is it about them that they throw up such individuals – why do they get such popular support? The fact is that they like a strong, charismatic leader."

And there is a parallel, he maintained, between sexual charisma and political performance. "Mussolini and Berlusconi achieved far more than, say, Giulio Andreotti or Romano Prodi. And there is a connection between the lacklustre sex lives of those men and their lack of effectiveness in office."

Mussolini... and the mistress

"I hold him tightly. I kiss him and we make love with such fury that his screams seem like those of a wounded beast ... We made love with such force that he bit my shoulder so hard his teeth left a mark."
Clara Petacci on Mussolini

"Your flesh has got me – from now on I'm a slave to your flesh ... I have a feverish desire for your delicious little body which I want to kiss all over. And you must adore my body, your giant..."
Mussolini to Petacci

Berlusconi... and the escort

"He invited me to dance, a passionate dance. He pulled me towards himself and kissed me on the lips and caressed me. He held me tighter and said, don't go."

"He started to kiss me passionately, on the lips, my neck, my breasts...he covered me with the duvet... He wanted me to know straightaway that he was the man and I was the woman. He entered me and suffocated me with kisses..."
Patrizia D'Addario on Berlusconi

http://www.independent.co.uk/news/world/europe/italian-stallions-the-sex-lives-of-mussolini-and-berlusconi-1826454.html

The Sunday Times: Italy blushes at Duce diaries

November 22, 2009

Benito Mussolini sex diaries reveal he 'had 14 lovers at a time'

Mussolini's wild sex life was documented by his mistress

John Follain in Rome

The fascist dictator Benito Mussolini boasted of keeping 14 lovers at one time, according to an eye-popping account of his sex life which has emerged from the diaries of his long-term mistress.

The journals of Claretta Petacci, a Vatican doctor’s daughter who met Mussolini in 1932 at the age of 20 and became his lover four years later, were published last week. Held in the Italian state archives, they cover the period from 1932 to 1938 and were released under Italy’s 70-year rule.

Petacci was so jealous of the other women in Mussolini’s life that she made him call her at least a dozen times a day, and every half hour after he got home in the evening, because she — correctly — suspected him of betraying her. She wrote down the times of the calls and their content.

“The diaries are an intimate chronicle, minute by minute, of the daily life of the founder of fascism,” said Mauro Suttora, who edited the diaries for his book Secret Mussolini.

Petacci unsparingly recorded her rows with Mussolini, 29 years her senior, who was married with five children, over his philandering. In April 1938, Petacci described their exchange after she caught him having sex with his former girlfriend Alice De Fonseca Pallottelli.

“All right, I did it. I hadn’t seen her since before Christmas. I felt like seeing her; I don’t think I committed a crime. I spent 12 minutes with her,” he admitted.

Petacci interrupted to exclaim: “Twenty-four!”

“All right, 24 then, so it was a quick thing. Who cares? she’s past it. After 17 years there’s no enthusiasm; it’s like when I take my wife,” he said. He told her that the idea of sleeping with only one woman was “inconceivable” to him. He said: “There was a period in which I had 14 women, and I’d take three or four every evening, one after the other ... That gives you an idea of my sexuality.”

Again and again he talked about her rivals. One mistress, Cornelia Tanzi, was “frigid, so cold it’s incredible ... Imagine, she never felt anything, not even with me”. Of Giulia Brambilla Carminati, he said: “I met her in 1922 and then I didn’t see her again for more than 10 years ... I never loved her; it was purely physical.”

He swore “on my five children” that he had never loved Romilda Ruspi: “It was a purely physical, sexual attraction ... Every so often, when I felt like it, I’d have her. I took other women in front of her.”

Later, a contrite Mussolini told a tearful Petacci that he had slept with Ruspi again: “My love, don’t cry. I adore you. I’m bad — hit me, hurt me, punish me, but don’t suffer. I love you. I think about you all day, even when I’m working,” he said.

The dictator frequently declared his passion for Petacci. “Your flesh has got me — from now on I’m a slave to your flesh.

“I tremble in telling you, but I have a feverish desire for your delicious little body which I want to kiss all over. And you must adore my body, your giant.”

In February 1938, he told her: “Be afraid of my love. It’s like a cyclone. It’s tremendous; it overwhelms everything. You must tremble.” He added that if he could have done, he would have had sex with her on horseback that day.

The diaries include her descriptions of their embraces: “I can feel that all his nerves are taut and ready to spring,” she wrote. “I hold him tightly. I kiss him and we make love with such fury that his screams seem like those of a wounded beast. Then, exhausted, he falls onto the bed.”

After another encounter, she wrote that he had hurt her: “We made love with such force that he bit my shoulder so hard his teeth left a mark. He’s mortified; he sits on the bed looking a bit pale and panting: ‘My love, what have I done to you, look at that mark. One of these days I’ll tear a shoulder off’.”

He boasted of the “sexual education” he had given her and lectured her on the benefits of orgasm: “Orgasm is good for you: it sharpens your thoughts, it widens your horizons, it helps your brain, makes it vivid and brilliant.”

In a prescient exchange in March 1938, Mussolini told Petacci: “You know why I’m sorry to die? Because I’m sorry to leave you. But after at least two years you’ll get another lover. You’ll belong to another ... And I’ll be dead. It’s terrible. I won’t survive you; I’ll follow you. I was born for you; I will end with you.”

Seven years later, after he had been deposed, Mussolini and Petacci were caught by partisans as they tried to flee Italy, shot dead and strung up by their heels at a petrol station in a Milan square.

http://www.timesonline.co.uk/tol/news/world/europe/article6926970.ece

Tuesday, December 01, 2009

Le Monde: recensione di Philippe Ridet

Mussolini, les juifs et les femmes

LE MONDE

Rome, 1 décembre 2009

La question de l'antisémitisme de Benito Mussolini refait régulièrement surface en Italie. Concession in extremis à Hitler pour les nostalgiques du Duce ; conviction consubstantielle du fascisme pour les autres. Les premiers mettent aussi en avant les passions amoureuses de Mussolini pour des femmes juives qui ont développé son ambition : Margherita Sarfatti, qui mit une partie de sa fortune au service de son héros, et Angelica Balabanoff, son premier mentor politique.

Paru cette semaine en Italie, le livre Mussolini secret (Editions Rizzoli) met un terme définitif à la controverse. Le recueil des carnets de Clara Petacci, la dernière maîtresse du Duce, qui fut fusillée à ses côtés le 28 avril 1945, fait apparaître Mussolini obsédé par les juifs. Exemple, le 4 août 1938, Mussolini dit à sa maîtresse : "Moi j'étais raciste dès 1921. Je ne sais comment ils peuvent penser que j'imite Hitler, il n'était pas encore né. (...) Il faut donner un sens de la race aux Italiens pour qu'ils ne créent pas de métisses, qu'ils ne gâchent pas ce qu'il y a de beau en nous". Le 11 octobre de la même année, il se déchaîne contre "ces saloperies de juifs".

Mussolini réservait en général ses propos les plus violemment antisémites à ses proches, qui les ont ensuite révélés lorsque leurs journaux furent publiés. Dans les années 1920, il accusa des banquiers juifs, dont certains avaient pourtant en partie soutenu financièrement la "marche sur Rome" en 1922, "d'utiliser l'argent italien à des fins sionistes". Pourtant, dix ans plus tard, il soutenait encore qu'il "n'existe pas d'antisémitisme en Italie".

Passion réfléchie

Sa liaison avec Margherita Sarfatti, issue d'une famille juive très bourgeoise et intégrée de Venise, illustre cette ambiguïté. Comme le fit Ida Dalser, à qui le réalisateur Marco Bellochio consacre le film Vincere (sorti en France le 25 novembre), elle mettra sa fougue amoureuse et sa fortune au service du Duce. A cette différence près que sa passion fut réfléchie et servit aussi sa propre ambition, jusqu'à ce qu'elle se décide à l'exil après la publication des lois raciales en juillet 1938.

Pour Françoise Liffran, qui lui a consacré une riche et volumineuse biographie (Margherita Sarfatti, l'égérie du Duce, Seuil), "l'antisémitisme de Mussolini n'allait pas jusqu'au dégoût des personnes. Son attitude était ambivalente. Selon lui, on ne peut appartenir à deux nations à la fois. Ou bien on est sioniste, ou bien on est italien". Margherita Sarfatti obéira à cette injonction en se revendiquant catholique en 1929. "Nous ne devons pas nous distinguer", expliquait-elle.

Philippe Ridet (Rome. correspondent)

L'Unità: Tranfaglia su 'Mussolini segreto'

Mussolini era razzista dal 1921

di Nicola Tranfaglia

L'Unità, 1 dicembre 2009

L’Italia, dopo la sua tardiva unificazione nazionale, ha avuto (possiamo dirlo con sicurezza, almeno fino a questo momento) un solo dittatore ed è stato il romagnolo Benito Mussolini. Certo uomini politici dell’età liberale, come Crispi e Giolitti, hanno dominato per alcuni anni l’orizzonte politico nazionale ma non si può parlare di dittatori, nell’uno come nell’altro caso. L’unico che ha fissato la sua egemonia personale in maniera stabile, per più di vent’anni, abrogando di fatto lo Statuto Albertino e chiudendo parlamento, sindacati e giornali di opposizione, è stato Mussolini. Di qui il grande mito nato nell’immaginario collettivo degli italiani, le numerose biografie che sono state scritte, nonché l’esaltazione smisurata che anche uomini che venivano dalla sinistra hanno coltivato del caposupremo del regime e del partito unico, fondato per sostenerlo.

Ora, a distanza di70 anni dalla catastrofe del regime fascista nell’aprile 1945, vengono pubblicati presso Rizzoli i Diari 1932-38 (a cura di Mauro Suttora, Mussolini segreto, pp. 522.euro 21) di Claretta Petacci che di Mussolini fu la giovanissima (20 anni nel 1932) e poco segreta amante per tutti gli anni trenta e quaranta fino alla morte per fucilazione con il suo uomo presso Dongo. Sono diari conservati prima nel giardino della villa della contessa Rina Cervis, poi nel 1950 confiscati dai carabinieri e conservati nell’Archivio Centrale dello Stato, con il vincolo del segreto di Stato. Soltanto quest’anno sono stati resi accessibili ai ricercatori fino al fatidico anno 1938.

Ma quale è l’aspetto più interessante dei Diari emersi dopo tanto tempo dai nostri archivi? Ce ne sono almeno due che guidano il lettore interessato al passato del nostro paese, ai suoi costumi, alla sua cultura, a personaggi (parlo di Mussolini anzitutto) che hanno contato per molto tempo nella mentalità media degli italiani. Il primo aspetto evidente è la disparità tra l’uomo e la donna che emerge con grande evidenza nelle pagine di Claretta Petacci. I due amanti sono molto gelosi l’uno dell’altra ma c’è una differenza fondamentale: Mussolini fa di continuo “scappatelle” con altre donne (la ex favorita del Duce Romilda Ruspi Mingardi che alloggia addirittura a villa Torlonia dove il suo amante vive con la moglie Rachele e i figli ma anche altre amanti del passato che ogni tanto tornano da lui e lo sollecitano a riprendere il rapporto); Claretta, invece, non ha altre avventure ma viene di continuo sospettata da Benito e minacciata di essere lasciata per sempre.

Emerge con chiarezza il diverso significato dei tradimenti di lui e di quelli, peraltro inesistenti, di lei: Claretta lo rimprovera e si arrabbia per le “scappatelle” ma non pensa mai di lasciarlo. E lo stesso Mussolini si scusa, chiede perdono ma in più occasioni dice che non ha potuto far diversamente. Come se alle donne fosse possibile e richiesto di non lasciarsi andare ad altri amori e lo stesso non dovesse valere per gli uomini. Miviene inmente di fronte a queste pagine dei Diari una delle prime sentenze della Corte Costituzionale, appena dopo il suo tardivo insediamento a metà degli anni cinquanta, quando i giudici, dovendo stabilire, su richiesta di un tribunale, se la norma del codice penale che fissava un diverso trattamento per l’adulterio se compiuto dall’uomo rispetto a quello compiuto dalla donna, si arrampicavano sugli specchi per differenziare i due adulteri invocando l’allarme sociale. L’intento era quello di salvare la norma del codice Rocco e non dichiararla incostituzionale, malgrado il contrasto evidente con l’articolo 3 della Carta sull’eguaglianza dei cittadini di fronte ad ogni differenza. Dovettero passare alcuni anni prima che la Corte riconoscesse quella incostituzionalità.

L’altro elemento che emerge con chiarezza dai Diari riguarda le posizioni politiche e culturali che assume Mussolini nel dialogo quasi quotidiano con la giovane amante.
L’aspetto più interessante riguarda l’atteggiamento del dittatore rispetto al razzismo che appare, moderato, nei primi anni nel regime e frutto piuttosto del fanatismo di alcuni personaggi come Preziosi e Interlandi ma diventa nella seconda metà degli anni trenta la dottrina ufficiale sancita da leggi apposite e persino più precoci di quelle naziste nell’autunno 1938. «Ero razzista dal 1921. Non so come possano pensare che imito Hitler, non era ancora nato. Mi fanno ridere. La razza deve essere difesa». (4 agosto 1938).

Simili affermazioni contrastano, evidentemente, con quella visione storica di cui Renzo De Felice è stato iniziatore e caposcuola, che dipinge il razzismo fascistacomesubalterno e di qualità diversa, culturale piuttosto che biologica, rispetto a quello nazionalsocialista costitutivo dell’ideologia tedesca.

Večernji List (Croazia): "Nepoznati Mussolini"

Večernji List (principale quotidiano croato)

Novi detalji o seksualnom životu Benita Mussolinija

Duce je 15 godina svaku noć mijenjao ljubavnice

Na vrhuncu moći žene su ga doslovce opsjedale, a jedna ga je učiteljica molila da je u noći udaje razdjeviči.

autor: Majda Matković

Zagabria, 23.11.2009.

Kad bi se odvojio od Hitlera, Mussolini je najradije bio u društvu ljubavnica

Benito Mussolini možda i nije izgledao kao Casanova. Bio je nizak i ćelav, imao je stalne probavne smetnje i nije se previše brinuo za osobnu higijenu. Pa ipak, sudeći prema dnevnicima Clare Pettaci, njegove ljubavnice i žene s kojom je obješen u Milanu nakon 2. svjetskog rata, Mussolini je bio veliki ljubavnik.Tvorac talijanskog fašizma bio je veliki šarmer i zavodnik, tvrdi Clara Pettaci, s čijim je dnevnicima (“Nepoznati Mussolini“) sada na svjetlo dana izišao i tajni Duceov seksualni život.

Bez sramaMussolini je, čini se, bio nezasitan u seksu, a prema objavljenim dnevnicima, imao je i do četrnaest ljubavnica u isto vrijeme. Večernje zabave u krevetu organizirao bi s tri do četiri djevojke, a svjedokinje tvrde da je bio vrlo strastven i bučan.

Mauro Suttora, urednik knjige dnevničkih zapisa Clare Pettaci, za Daily Mail je izjavio kako Mussolinijeva najpoznatija ljubavnica u intimnim zapisima nije pokazala nikakav sram, već je u detalje opisala život uz utemeljitelja fašizma.– Osjećala sam da je napet kao puška – opisuje Clara svoga ljubavnika. – Čvrsto sam ga zagrlila i ljubila, a potom smo divlje vodili ljubav i vrištali poput ranjenih zvijeri. Nakon svega, on bi se iscrpljen srušio na postelju poput ispuhanog balona – piše Clara.

Liječenje slatkišima

Nevolja je s Mussolinijem bila što nije mogao biti vjeran. Otkako je “izgubio nevinost” u sedamnaestoj godini s prostitutkom, cijelog je života proganjao žene. Nije bio vjeran ni svojoj supruzi Rachele Guidi s kojom se vjenčao u 31. godini, a još manje svojim kasnijim ljubavnicama. Clara se teško nosila s Duceovim ljubavnicama, a na vrhuncu njegove moći žene su ga doslovno opsjedale.

Jedna ga je učiteljica čak molila da je razdjeviči u noći njezine udaje! Mussolini je svakoga dana dobivao tisuće pisama žena koje su željele s njime provesti noć, a on je vrijedno razvrstavao pošiljateljice na “nove” i “stare”.
Odabrane bi pozivao na popodnevni seks, dok bi ga tužna Claretta, koja to opisuje, čekala u drugoj sobi slušajući Chopina i tješeći se slatkišima. Prema nekim svjedočenjima, od 1929. do 1943. Mussolini je svakoga dana vodio ljubav s drugom ženom.

http://www.vecernji.hr/vijesti/duce-je-15-godina-svaku-noc-mijenjao-ljubavnice-clanak-55341

Jutarnji List (Croazia): Tajni Mussolini

DUCEOVA LJUBAVNICA

Clara: Šaptao mi je na jastuku da mrzi Židove više od Hitlera

24.11.2009

Inoslav Bešker

Optužbama protiv talijanskog diktatora Benita Mussolinija nesvjesno se pridružila i njegova ljubavnica Clara Petacci

RIM - Najteže optužbe protiv Benita Mussolinija zapisala je, dakako, povijest, ali joj se u tom poslu sasvim neočekivano pridružila i Clara Petacci, “Claretta”, žena koja je sa svojim “Benom” podijelila ne samo posljednje godine života, nego i smrt i posmrtnu kalvariju njihovih tjelesa. U svojim dnevnicima 1932-1938, koje je Mauro Suttora iskoristio za svoju netom objavljenu knjigu “Tajni Mussolini” (Mussolini segreto), Claretta je opisala Mussolinija kao rasista gorega i zagriženijega i od Hitlera.

Dugo već traju pokušaji da se Mussolinija prikaže žrtvom okolnosti. Umanjivanje njegovih zločina ponekad poprima groteskne razmjere. Može biti ljudski jasno što je Romano Mussolini, jazzist, napisao prilično toplo intoniranu knjigu “Moj otac Duce”, s nježnim detaljima iz obiteljskog života, preskačući bojne otrove po Etiopiji, strijeljanja deset za jednoga u Dalmaciji, te finalno slanje Židovâ u njemačke logore istrebljenja.

Može biti jasno, politički, što je Silvio Berlusconi objašnjavao da talijanski fašizam nije bio strašan, da “Mussolini nije nikoga ubio” i da je, u najgoru ruku, slao ljude na ljetovanje u konfinaciju. Manje je jasno što je Berlusconijev dugogodišnji najbliži suradnik senator Marcello Dell’Utri pokušao podvaliti lažne Mussolinijeve dnevnike koji su Ducea rehabilitirali (manje jasno, jer je mafija dugo bila ogorčena neprijateljica fašizma, jedine politike kojoj nije trebala jer je sve to znala i sama).

Prezir prema Hitleru

Ali može biti jasno, i politički i ljudski, što je Romanova kći i Berlusconijeva saveznica Alessandra Mussolini to dočekala kao pokazatelj što je sve njezin djed učinio da bi izbjegao rat (preskačući činjenicu da je u rat u Grčkoj ušao iako ga je Hitler molio da to ne učini, pa je onda Njemačka morala intervenirati, otvarajući frontu i u Jugoslaviji, a sve to je zajedno pridonijelo da kobno zakasni njemački napad na dotadašnje sovjetske saveznike).

Dok su svi takvi, pa i Mussolinijev zet i žrtva Galeazzo Ciano, citirali riječi Duceova prezira spram Hitlera, ili citat da je “rasizam stvar plavokosih”, sugerirajući da je Mussolini rasne zakone napisao (i Kralju dao na potpis) pod Hitlerovim pritiskom - njegova ljubavnica, glavna svećenica kulta Mussolinijeva tijela, pokupila je u ložnici sasvim drukčije iskaze, na primjer: “Što taj Hitler?! Pa ja sam bio rasist od 1921!”, Ili: “Ti odvratni Židovi! Sve ih moram uništiti!”

Nije to bio samo usamljen krik ljutnje. Drugom prilikom je 1938. rekao, tvrdi Claretta: “Provest ću masakr kakav su Turci proveli!”, posve jasno aludirajući na genocid nad Armencima 1915.

Uostalom, nije bio bitno blaži ni u svome znamenitom govoru u Trstu, kada je obećao maknuti slavenske barbare s talijanskoga Jadranskog mora. Pa su fašisti natjerali u egzodus 50-60 tisuća Slovenaca i Hrvata iz Istre, otvorivši sezonu fojbi u Pazinu i drugdje, protiv onih koji su imali “morbin” govoriti slavenski.

Njegovao kult tijela

Poslije su fojbe dobile i talijanske žrtve: Mussolinijev virus bio je priljepčiv gore i od svinjske gripe.

Petacci je pokazala neistinitost teze da su rasni zakoni bili politički instrument a ne suštinski dio politike u koju je Mussolini vjerovao.

Naravno, ne može se sve što je vjerna ljubavnica napisala smatrati žeženim zlatom istine.

Možda joj je Mussolini zaista rekao da ga njegova žena Rachele ne voli, da je prva imala ljubavnika itd. Mussolini je i javno govorio da je “u ratu i u ljubavi sve dopušteno”. Vjerojatno je i tvrdio da ga je buduća kraljica Maria José faćkala. To je Duce sve mogao lagati Claretti - ali teško bi bilo vjerovati da joj je njezin “Ben” lagao i mazao kad je iznosio političke sudove.

S druge strane, sam Mussolini je gradio kult sebe kao ljubavnika, koji može zadovoljiti i 12 žena na dan, sve u pauzama državničkih poslova, na brzaka, ni ne skinuvši čizme.

To je bila jedna strana kulta tijela koje se, s druge strane, vidjelo golo do pojasa u žetvi, ili kako jaše konja, muževnost nada sve.

Na kraju je kult tijela dobio svoju apoteozu u suprotnom smjeru: strijeljanog Mussolinija i strijeljanu Clarettu su prvo bacili na asfalt milanskoga Loretskog trga, gdje su ih Talijani gledali u nevjerici, a onda su se odvažili nogama tući Mussolinijevu glavu, kad su bili sigurni da neće skočiti i razbiti im njušku. Hrabrost je navrla tako žestoko da su tijela partizani objesili za noge na benzinsku crpku, da ih gledaju a da se pritom ne izgaze.

Sljedeći nastavak 2015.

Po nekima, Mussolinija je trebalo strijeljati da ne progovori pred sudom, sada, kad su svi naprasno postali antifašisti. Stigao je, eto, glas iz groba, od Clarette koju su također objesili za noge, iako se ne zna još da je osobno počinila neki zločin. Njezini dnevnici sada polako izlaze na vidjelo, kako prolazi 70 godina zabrane objavljivanja.

Njezin nećak Ferdinando Petacci, jedini nasljednik, najavljuje da će biti još senzacionalnijih otkrića, u nastavcima do 1945, tj. 2015.

Mussoliniju je Pio XI. bio antifašist

Mussolini je brzo zaboravio da ga je papa Pio XI. nazvao “čovjekom Providnosti”, da je podržavao Franca u Španjolskoj, da je osudio enciklikama i naciste, i komuniste, i meksičke nacionaliste, ali nikada fašiste. Sve to Duceu nije bilo dovoljno.

Piše Claretta Petacci u dnevniku 8. listopada 1938. da joj je Mussolini rekao: “Nisi svjesna koliko zla ovaj Papa nanosi Crkvi. Nikada neki papa nije bio tako poguban za religiju kao ovaj. Iskreni katolici ga se odriču. Izgubio je gotovo sav svijet. Njemačku potpuno. Nije ju znao zadržati, sve je pogriješio. Mi smo sada jedini, ja sam jedini koji podržavam tu religiju koja teži gašenju. A on čini nedostojne stvari. Kad kaže, na primjer, da sličimo semitima. Kako? Tukli smo ih stoljećima. Mrzimo ih. A sada smo isti kao oni, imamo istu krv?!”

Prijetnja raskidom

Pio XI. je rekao da smo svi duhovno semiti, što je kršćanima notorna činjenica: Biblija je židovska, Židovi su bili Odabrani narod, u njemu se rodio Isus Krist.

To Mussolini nije mogao podnijeti.

Uzrujavala ga je i Papina oporba automatskom razvrgavanju katoličko-židovskih brakova.

“Sada vodi kampanju protiv toga”, veli Mussolini ljubavnici i dodaje, nimalo proročki: “Htio bih vidjeti Talijana u braku s crnom!” Da ga nisu strijeljali, da je imao proces od 15 do 20 godina, stigao bi vidjeti i to, ali i vladu sa Sjevernom ligom, s ministrom Bossijem koji crnce zove “bingo bongo”. Imao bi utjehu da nije baš sve izgubljeno, papama i antifašistima uprkos.

Mussolini je 16. studenoga 1938. urlao: “Ne! Pa Vatikan hoće raskid! I raskinut ću, ako nastave tako. Raskinut ću svaki odnos.

‘Razbit ću im njuške’
Vratit ću se nazad, razvrgnut ću ugovore… Zabranio sam mješovite brakove, a sada mi Papa traži da dam vjenčati Talijana sa crnkinjom, samo zato jer je ona katolkinja! A ne! Makar im svima razbio njušku!”

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http://jlpub.optimit.hr/clara--saptao-mi-je-na-jastuku-da-mrzi-zidove-vise-od-hitlera/367182/

Monday, November 30, 2009

Die Welt (Germania): Mussolini segreto

Die Tagebücher von Mussolinis Geliebter

VON HENDRIK WERNER

19. November 2009

Clara Petaccis Aufzeichnungen erscheinen. Sie werfen ein neues Licht auf den Antisemitismus des Duce

In diesem Herbst ist es 25 Jahre her, dass ein Film die Italiener so sehr erregte wie zuvor wohl nur Sexszenen im Kinoschaffen des freizügigen Pier Paolo Pasolini. Es ist daher nicht ohne Ironie, dass "Claretta" (1984), ein Film des Regisseurs Pasquale Squitieri, beide Aspekte gleichberechtigt behandelte: Faschismus und erogene Zonen, mithin die Macht und ihre Verführungsgewalt.

Innig verknüpft in einer intensiven Intimstudie über die Beziehung von Benito Mussolini zu der ihm hörigen Langzeit-Geliebten Clara Petacci (1912 - 1945), gespielt von der für ihre Naivchenrolle in Venedig ausgezeichneten Claudia Cardinale. Das der historischen und emotionalen Klitterung in gleich mehreren Fällen verdächtige Werk bewegte seinerzeit so sehr, weil es an ein Tabu rührte: Wie menschlich, ja, wie liebesbedürftig darf der Duce und mit ihm seine dezidiert inhumane Politik auftreten?

Squitieris Film löste diese Frage damals auf anfechtbare Weise: Er zeigt in Gestalt eines schwülstigen und unironischen Melodrams, wie sich die 24-jährige Arzttochter Clara Petacci anno 1936 nach gut vier Jahren platonischer Verehrung mit Haar und Haut gehorsam in einen informellen Harem fügte - und den um knapp 30 Jahre älteren Chef-Faschisten auch körperlich folgsam lieben lernen wollte. Das offenkundige Risiko der Gleichschaltung mit einer ganzen Reihe anderer Duce-Frauen - von der ihm angetrauten und offiziell nie verlassenen Rachele über die Marxistin Angelica Balabanoff bis zur gleichfalls linken Margherita Sarfatti, einer Jüdin - ging die nur zu gern verblendete Petacci in dem Köhlerglauben ein, dass "mein schöner süßer Ben seine kleine Anbeterin immer stärker lieben wird", wie es im Skandalfilm-Skript heißt.

Dass sie mit Unterwerfungsgeste den ausgeprägten Großmannsambitionen eines mit seiner Manneskraft protzenden Schwerenöters von kleinem Wuchs erliegt, stört auch die historische Clara Petacci nicht weiter. So wenig wie der Umstand, dass sie sich fortan als eine Luxushure verstehen muss, die - behängt mit Pelz und Schmuck - allzeit verfügbar zu sein hat, aber zugleich auf ein endloses Warten verpflichtet wird, das nicht einmal Odysseus' treudoofe Penelope mitgemacht hätte. Bei vielen ihrer kurzen Schäferstündchen soll Mussolini die Stiefel angelassen haben. Doch selbst als der Duce im Juli 1943 schließlich gestürzt wird und ihre Familie Hals über Kopf aus Rom flieht, mag sich die ihrem Führer vollends verfallene Petacci noch immer nicht lossagen von jenem Mann, der sie psychologisch und sexuell ganzheitlich wunderbar erniedrigt, pardon: befriedigt haben muss.

Sie steht ihm bis zuletzt devot zur Seite: Als das Paar im April 1945 beim Versuch einer Flucht in die Schweiz gefangen genommen wird, eröffnet sich ihr zwar die Möglichkeit zur Flucht. Die dienstbare Mätresse aber zieht es vor, sich noch vor Mussolini erschießen zu lassen. Liebeslohn der Italo-Eva-Braun: Ihre Leiche wird von den Partisanen nahezu gleichberechtigt neben der des Geliebten kopfüber aufgehängt und geschändet.

Diese Vorrede ist nötig, will man annähernd begreifen, was 64 Jahre nach der Exekution und 25 Jahre nach dem inkriminierten Film in Italienern vorgeht, wenn Signora Petacci, diese für kollektive Schuldvermutungen stehende Allegorie des Versagens und der Unterordnung, erneut die Bühne betritt. Diesmal tut sie das beredt, eventuell sogar authentisch in Form von Tagebuchaufzeichnungen aus den Jahren 1932 bis 1938. Bislang lagerte das explosive Material im römischen Staatsarchiv. Jetzt erscheint es in dem von Mauro Suttora herausgegebenen Band "Mussolini segreto" (Der geheime Mussolini). Nicht etwa in einer des subalternen Devotionalienhandels verdächtigen Postfaschisten-Edition, wie es sie in Italien reichlich gibt, sondern im angesehenen Mailänder Verlagshaus Rizzoli.

Über die Publikation des brisanten Konvoluts war man sich jahrelang uneins; erbittert und mit unterschiedlichen Argumentationsstrategien rangen italienischer Staat und Petacci-Erben um die Frage, ob der Wille zur historischen Exaktheit den Primat über Persönlichkeitsschutzrechte beziehungsweise über die potenzielle Selbstentblößung einer Hetäre beanspruchen dürfe. Letztlich triumphierte die Aufklärungsfraktion in einem Land, in dem die Postfaschisten nach wie vor gewichtige Worte mitzureden haben.

Einen Vorgeschmack auf die pikante Selbstentäußerung von Petacci hat noch vor der offiziellen Veröffentlichung ein Diarien-Vorabdruck im "Corriere della Sera" geliefert: Darin gibt es neben servilem Säuseln und religiös grundierten Sex-Fantasien auch aufschlussreiche Achsenmacht-Anekdoten: Führer-Kollege Adolf Hitler sei ihrem Gespielen bei der Münchner Konferenz im September 1938 als "sehr sympathisch" erschienen. Dies nicht zuletzt, weil er laut Mussolini (laut Petacci) Tränen der Rührung in den Augen gehabt haben soll, als er des Bundesbruders ansichtig wurde. Zudem erhärten die Tagebucheinträge Petaccis die von den Postfaschisten jüngst gern abgemilderten Vorwürfe, der Duce sei Hardcore-Antisemit gewesen. Vielmehr zeigen die überlieferten Zitate, dass der italienische Geschichtsrevisionismus womöglich seinerseits gründlich revidiert werden muss.

Die Italiener müssten endlich lernen, sprach der Duce, folgt man Petacci, zur auch in Italien notorisch anhängigen Judenfrage, "sich nicht länger von diesen Reptilien ausbeuten zu lassen". Und weiter: "Ich war schon 1921 Rassist. Ich verstehe nicht, wie man behaupten kann, ich würde Hitler imitieren; der war damals noch gar nicht geboren. Das ist lachhaft. Man muss den Italienern das Bewusstsein für die Rasse geben, damit sie keine Mischlinge schaffen - und damit sie nicht das Schöne zerstören, das in uns ist."

Selbst diese krude Passage ist steigerungsfähig, will man der Überlieferung Petaccis Glauben schenken: "Diese ekligen Juden", heißt es anderenorts, "ich muss sie alle vernichten. Ich werde ein Massaker anrichten, wie es die Türken taten. 70 000 Araber habe ich verbannt; dann werde ich doch auch 50 000 Juden verbannen können. Ich interniere sie auf einer kleinen Insel. Sie alle sind Aas, Feind, Feigling. Und werden noch sehen, wozu die Stahlfaust Mussolinis fähig ist."

Ironie der Aufarbeitungsgeschichte: Wozu ausgerechnet der dokumentarische Ehrgeiz einer handzahmen Sklavin fähig ist, dürften italienische Postfaschisten spätestens dieser Tage begreifen, da die lange Zeit unter Verschluss befindlichen Tagebücher der Clara Petacci veröffentlicht werden. Die Notizen der bis in den Tod gehorsamen und daher als Quelle mutmaßlich glaubwürdigen Gefolgsfrau Mussolinis könnten die extreme Rechte in extreme Bredouille bringen, was ihre ideologiegeschichtliche Glaubwürdigkeit anbelangt. Es mag zynisch klingen, aber für die Geschichtsschreibung muss es so scheinen, als habe sich "Claretta" nicht umsonst hingegeben.

Mauro Suttora (Hg.): Clara Petacci: Mussolini segreto. (Rizzoli, Mailand. 521 S., 21 Euro).

http://www.welt.de/die-welt/kultur/article5261255/Die-Tagebuecher-von-Mussolinis-Geliebter.html