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Wednesday, February 10, 2010

Mussolini: che ci faceva alle donne?

LE RIVELAZIONI DEL DIARIO DI CLARETTA

Insaziabile vitellone, il duce fu un boia solo per Ida Dalser, fatta morire in manicomio. Le sue amanti invece non le lasciò mai. Anzi, voleva mantenerle tutte

Oggi, 3 febbraio 2010

di Mauro Suttora

Povero Benito. Altro che boia, come appare in Vincere, il film di Marco Bellocchio con Vittoria Mezzogiorno. Lì Mussolini fa rinchiudere in manicomio la (presunta) prima moglie Ida Dalser, causandone la morte. Stesso destino per il figlio avuto dalla Dalser, Benitino.
Ma questo è l’unico caso in cui il dittatore si comportò male (anzi, da assassino) con una delle sue numerose amanti. Di quasi tutte le altre rimase amico anche dopo la fine della relazione. Lo dimostra il libro Mussolini segreto (Rizzoli), ovvero i diari della favorita Claretta Petacci, resi pubblici dopo settant’anni dall’Archivio di Stato.

Il tappeto “galeotto”

Bastava che le ex si presentassero imploranti a Palazzo Venezia, e per quasi tutte c’era una sinecura, una somma mensile, una consolazione. Magari in cambio di un rapporto consumato sui due piedi (anzi, sui due stivali, che il duce non si levava), o in ginocchio, o addirittura sul tappeto. Alla faccia della moglie Rachele e di Claretta, che era gelosissima.

Se poi c’erano in ballo figli illegittimi, Benito si trasformava addirittura in papà amorevole: alla madre arrivavano come alimenti ben più delle famose «mille lire al mese», cioè quelle che nell’omonima canzone del 1939 erano lo stipendio sognato dagli italiani. Insomma, più che playboy crudele, o inesausto vitellone romagnolo, il «duce che seduce» era una vittima delle donne che possedeva.

E loro non si facevano scrupolo nello «spolparlo». «Quella donna è una spugna, credo che spenda tutto dalla sarta. Esagera: le ho dato ventimila per tre mesi, e lei ne voleva mille in più. Che miseria. Quella scena mi ha disgustato».
Così Mussolini si lamenta con Claretta il 30 ottobre 1938. Ce l’ha con Romilda Ruspi, ex favorita che gli ha dato un figlio, con la quale tradisce Claretta.

Il 55enne Benito in quel periodo è completamente succube della Petacci, che allora ha meno della metà dei suoi anni: 26. L’amante più famosa nella storia d’Italia abita in famiglia a Roma proprio accanto a Villa Torlonia, sulla via Nomentana, dove il dittatore vive con la possessiva moglie e i figli più giovani.
Così Renzo De Felice, massimo storico del fascismo, descrive Mussolini: «Dopo la proclamazione dell’impero nel 1936 si rinchiuse in se stesso. Non aveva amici, non frequentava nessuno fuori dai rapporti d’ufficio, diffidava di tutto e si sentiva circondato da collaboratori fragili e insicuri».

Il problema è che il duce in quegli anni è costretto a telefonare almeno una dozzina di volte al giorno a Claretta. La quale lo sospetta - e a ragione - di incontrare altre amanti a Palazzo Venezia e perfino a Villa Torlonia.
Lì infatti, in una dépendance nel grande parco, alloggia assieme alla sorella (impiegata del principe Torlonia) la bellissima Romilda. Che è amante del duce fin dalla fine degli anni Venti, quando Benito si trasferisce nella villa da via Rasella. E nel 1929 ha avuto un figlio da lui, Massimo. Cosicché anche di sera, tornato a casa, gli tocca chiamare ogni mezz’ora Claretta per tranquillizzarla. Paradossalmente, la Petacci è più serena se Benito è nel suo ufficio di Palazzo Venezia, lontano dalla Ruspi.

Com’è noto, l’elenco delle conquiste femminile del dittatore è sterminato. «Quando abitavo in via Rasella ero un chiavatore», si vanta lui stesso il 12 maggio 1938 con Claretta, la quale annota diligentemente le sue parole sul diario.

“Tre donne per sera”

«Avevo quattordici donne, il pensiero di essere di una sola mi era inconcepibile. C’è stato un periodo che ne prendevo tre-quattro per sera, una dopo l’altra. Una volta alle otto la Rismondo, alle nove la Sarfatti, alle dieci la Magda [Magda Brard Borgo (1903-’98), pianista bretone], e poi all’una una brasilera terribile. Questo ti dà l’idea della mia sessualità».

Quand’era ancora socialista, a Milano, l’anarchica Leda Rafanelli (1880-1971) prima di cedere lo fece penare parecchio. Mussolini era già sposato con Rachele, e probabilmente anche con Ida Dalser (1880-1937).
La più bella fu Angela Cucciati, e il fatto che fosse sposata con il capetto fascista milanese Bruno Curti non rappresentò un ostacolo: da lei Benito ebbe una figlia, Elena, che nacque nel 1922.

“Cornelia Tanzi, frigida”

Mussolini mantenne la Cucciati e la figlia Elena dopo il naufragio del matrimonio della donna. La quale ogni tanto andava personalmente da Milano a Roma a ritirare l’«assegno di mantenimento». Gli incontri intimi col duce si esaurirono solo con l’apparire della stella di Claretta, verso il 1936. Ma la figlia Elena Curti era con Mussolini a Dongo nel 1945, quando venne arrestato. E Claretta era gelosa anche di lei.

Una delle amanti più singolari del duce fu Cornelia Tanzi. Scrittrice, gli inviava una lettera al giorno. Anche lei fu eclissata da Claretta, e si mise (fra gli altri) con il poeta romano Trilussa. Benito il 19 febbraio 1938 la descrive così alla Petacci: «Ha gambe lunghe, è esile, sottile, alta, bruna. Ma frigida, fredda fino all’inverosimile. Figurati che non ha mai sentito nulla neanche con me. Veniva lì, si spogliava, faceva cadere la camicia, si vedevano queste due gambe lunghe, si metteva lì e via, senza scomporsi. Sempre indifferente, si rivestiva e andava via. Tutto in meno di mezz’ora. Ti dico la verità: l’ultima volta per me è stata una cosa laboriosa e faticosa, perché non mi andava. Poi, non so, aveva un profumo quel giorno, un odorino disgustoso... Scusa, ma sai come sono sensibile a queste cose.

“L’avrei bastonata”

«No, non l’ho mai amata e sentivo di essere un miserabile, non dovevo farlo. Non so nemmeno io perché, sono un animale. Ho pensato: “Chissà se adesso che ha l’amico sarà meno frigida e mi riuscirà di farla scuotere“. Niente, è stata più fredda di sempre, più indifferente, ed io più di lei. Dopo ho provato disgusto. Avrei voluto bastonarla, l’avrei buttata per terra».

Ma questo duce volgare e animalesco si trasforma a volte in padre amorevole verso i propri figli segreti. Come con Duilio e Adua, che Mussolini dice di avere avuto da Alice De Fonseca Pallottelli. Lei il 16 luglio 1938 gli scrive che i bimbi sono ammalati, e lui le telefona. La Pallottelli gli dice: «Duilio ha avuto una forte dissenteria, credevo di perderlo. Ha vomitato tutta la notte. Vorrei portarlo al mare a Pesaro». Mussolini le chiede se ha bisogno di soldi. E lei: «No, per ora ce la faccio».
Mauro Suttora

Tuesday, December 15, 2009

La Semana (Colombia): El diario de la amante

Bogotà, 5 dicembre 2009

Las memorias de Clara Petacci, la concubina favorita de Mussolini, revelan que este era tan antijudío como Hitler y que tenía una voracidad sexual mayor que la de Berlusconi.

En días pasados Patrizia D’Addario, la prostituta de lujo que escandalizó a Italia al revelar sus noches de pasión con Silvio Berlusconi, publicó su libro Disfrute, Primer Ministro. Allí asegura haber quedado estupefacta ante el insaciable apetito sexual de Il Cavaliere, capaz de pasar una noche con 20 mujeres dedicadas a satisfacerlo.

Pero Berlusconi no es el primer gobernante italiano tan obsesionado por el género femenino como por el poder. Lo ha recordado el diario íntimo de Clara Petacci, la inseparable compañera de Benito Mussolini, que acaba de salir a la luz. Algunos biógrafos calculan que sin tener la presencia de un don Juan, calvo, bajo de estatura y con una higiene personal dudosa, por la cama de Il Duce habrían pasado 5.000 mujeres: al menos una distinta cada noche, durante la mayor parte de su vida. Y es la preferida de sus amantes quien confirma tal poder de seducción a casi 65 años de su muerte.

Mauro Suttora, periodista del conglomerado italiano de medios Rizzoli Corriere della Sera editó los documentos que la mujer escribió entre 1932 y 1938 bajo el título ‘Mussolini secreto’, en 521 páginas que incluyen detalles explícitos de sus faenas de alcoba, sus fantasías eróticas y hasta reflexiones políticas de Mussolini sobre Hitler y la raza, que lo develan como un enemigo despiadado de los judíos.

El camino del diario ha sido largo: quizá presintiendo su final, Petacci le encomendó sus apuntes a su amiga la condesa Rina Cervis, quien los enterró en el jardín de su casa hasta cuando en 1950 fueron descubiertos por las autoridades. Suttora explicó a SEMANA que “su único heredero, Ferdinando Petacci, había estado pidiendo que se los entregaran, pero fueron secreto de Estado durante 70 años”. Ese es el plazo que, según las reglas italianas, se debe cumplir para hacer públicos documentos de importancia para la seguridad nacional. Por eso sólo recientemente se desclasificó la información.

“Clara quiso guardar copias de las cartas que le enviaba a Mussolini desde cuando lo conoció en 1932”, agrega Suttora. Cuando ese primer encuentro tuvo lugar, ella, hija del médico personal del Papa Pío XI, tenía 20 años, y Mussolini 49 y un matrimonio con cinco hijos. La joven siempre había sentido un gran respeto hacia el hombre que desde 1922 gobernaba Italia, y una tarde, durante un paseo con sus padres, su carro se cruzó con el Alfa Romeo del dictador. Ella lo reconoció y sacó la cabeza por la ventana mientras gritaba “Il Duce, Il Duce”. Ante tal prueba de devoción, Mussolini detuvo su auto para conversar con su admiradora. Al parecer, durante algunos años mantuvieron una relación platónica, tiempo en el cual ella se casó y se separó, hasta cuando se hicieron amantes en 1936. Desde entonces Claretta, como le decían cariñosamente, tuvo derecho a escoltas y a una habitación en el Palazzo Venezia, su sede oficial.

La Petacci transcribía en forma maniática cada conversación con su Ben, como lo llamaba en la intimidad, al punto de que en un solo año llenó más de 1.800 páginas de su diario. “Soy esclavo de tu carne. Siento un deseo febril por tu cuerpecito delicioso que me quiero comer entero a besos. Y tú tienes que adorar mi cuerpo, tu gigante”, registró ella una de las frases del mandatario.

Aunque Clara respetaba a Rachele, la esposa de Mussolini, no soportaba la idea de que él tuviera más mujeres. Lo celaba tanto, que en 1938, un año muy agitado para la política europea porque Hitler anexó Austria, y en el que se firmó el acuerdo de Munich que entregaba a la Alemania nazi parte de Checoslovaquia, a Il Duce le tocaba en promedio reportarse cada hora a su amante para comprobar que no estaba con otra. Sobraban motivos para dudar de la fidelidad del hombre.

El mismo Mussolini le confesó a ella que la idea de tener una sola conquista le parecía “inconcebible... Hubo una época en la que tuve 14 mujeres, y me acostaba con tres o cuatro cada noche, una tras otra...eso te dará una idea de mi sexualidad”. Además, en una especie de clase le explicó que “el orgasmo es muy bueno. Agudiza tus pensamientos, y ayuda al cerebro, lo hace fértil y brillante”. Ese apetito se habría desatado desde cuando perdió su virginidad, a los 17 años, con una prostituta, y aumentó en la cúspide del poder cuando le llovían cartas de damas ofreciéndosele. Como explicó al diario británico The Independent Nicholas Farrell, autor de Mussolini: A new life, hacía sus jugadas “a espaldas de Claretta”. El personal de seguridad clasificaba las misivas en mujeres conocidas o desconocidas. Luego el gobernante elegía entre las ‘nuevas’ las que le llamaran la atención para que se las llevaran al Palazzo como “visitantes fascistas”.

En su diario Claretta relata una de sus escenas de celos cuando lo pilló durmiendo con una ex novia llamada Alice de Fonseca Pallottelli, con quien habría tenido dos de sus hijos ilegítimos: “Está bien. Lo hice. No la había visto desde antes de Navidad. No creo que haya cometido un crimen. Sólo estuve 12 minutos con ella”, fue la manera de disculparse de Mussolini. “24 minutos”, lo corrigió ella. “Bien, 24, fue algo rápido. ¿A quién le importa? después de 17 años no hay nada de entusiasmo, es como cuando me acuesto con mi esposa”, concluyó él. En otra oportunidad le juró que nunca había amado a Romilda Ruspi, con quien habría tenido otro hijo: “Sólo fue algo físico, pura atracción sexual. Tenía relaciones con otras en frente de ella”. También le afirmó que durante un fin de semana en la playa la princesa María José de Bélgica, quien llegaría a ser reina de Italia y opositora del fascismo, se le insinuó, pero no pudo seducirlo. “Yo era como de palo. Ni un pelo de mi cuerpo estaba erecto... la encontré repulsiva”.

Sin embargo, el documento no sólo está causando polémica por su contenido sexual, sino porque acaba con la percepción popular de que Mussolini era un títere de Hitler que aprobó leyes contra los judíos por complacerlo. “He sido racista desde 1921. No sé por qué creen que soy un simple imitador de Hitler. Los italianos tendrían que tener más sentido de la raza, para no crear mestizos, que van a estropear nuestra belleza”, son palabras que Claretta pone en su boca, por los días en que salió el Manifiesto della razza, sobre la superioridad de la etnia itálica. Sin embargo, Mussolini reconocía que el líder nazi le agradaba: “Es una persona muy emocional. Cuando me vio hubo lágrimas en sus ojos”. Con el que no le iba muy bien era con Pío XI: “Si siguen así los del Vaticano, voy a romper relaciones con ellos. Prohibí los matrimonios mixtos y ahora el Papa me pide casar a un italiano con una negra”.

A los judíos se refería como “cerdos”, “reptiles”, “carroña”, y dijo que “habría que exterminarlos a todos. Voy a organizar una masacre”. También habló de “confinarlos en una pequeña isla”.

La que no está nada contenta con estas revelaciones es la nieta del fascista, la parlamentaria Alessandra Mussolini, quien ha dicho que “ni una sola palabra del diario es verdad” y que hoy Clara sería acusada de acoso. Pero, según Suttora, de lo que no se puede dudar es de “la autenticidad de los diarios, que fue certificada por el archivo estatal”. Por eso parece difícil controvertir que Il Duce le haya dicho a su amante “nací para ti y terminaré a tu lado”, como ella escribió. Más cuando juntos fueron ejecutados y colgados por los partisanos en abril de 1945.

Semana.com ©2009.
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http://www.semana.com/noticias-gente/diario-amante/132331.aspx

Wednesday, December 02, 2009

The Sunday Times: Italy blushes at Duce diaries

November 22, 2009

Benito Mussolini sex diaries reveal he 'had 14 lovers at a time'

Mussolini's wild sex life was documented by his mistress

John Follain in Rome

The fascist dictator Benito Mussolini boasted of keeping 14 lovers at one time, according to an eye-popping account of his sex life which has emerged from the diaries of his long-term mistress.

The journals of Claretta Petacci, a Vatican doctor’s daughter who met Mussolini in 1932 at the age of 20 and became his lover four years later, were published last week. Held in the Italian state archives, they cover the period from 1932 to 1938 and were released under Italy’s 70-year rule.

Petacci was so jealous of the other women in Mussolini’s life that she made him call her at least a dozen times a day, and every half hour after he got home in the evening, because she — correctly — suspected him of betraying her. She wrote down the times of the calls and their content.

“The diaries are an intimate chronicle, minute by minute, of the daily life of the founder of fascism,” said Mauro Suttora, who edited the diaries for his book Secret Mussolini.

Petacci unsparingly recorded her rows with Mussolini, 29 years her senior, who was married with five children, over his philandering. In April 1938, Petacci described their exchange after she caught him having sex with his former girlfriend Alice De Fonseca Pallottelli.

“All right, I did it. I hadn’t seen her since before Christmas. I felt like seeing her; I don’t think I committed a crime. I spent 12 minutes with her,” he admitted.

Petacci interrupted to exclaim: “Twenty-four!”

“All right, 24 then, so it was a quick thing. Who cares? she’s past it. After 17 years there’s no enthusiasm; it’s like when I take my wife,” he said. He told her that the idea of sleeping with only one woman was “inconceivable” to him. He said: “There was a period in which I had 14 women, and I’d take three or four every evening, one after the other ... That gives you an idea of my sexuality.”

Again and again he talked about her rivals. One mistress, Cornelia Tanzi, was “frigid, so cold it’s incredible ... Imagine, she never felt anything, not even with me”. Of Giulia Brambilla Carminati, he said: “I met her in 1922 and then I didn’t see her again for more than 10 years ... I never loved her; it was purely physical.”

He swore “on my five children” that he had never loved Romilda Ruspi: “It was a purely physical, sexual attraction ... Every so often, when I felt like it, I’d have her. I took other women in front of her.”

Later, a contrite Mussolini told a tearful Petacci that he had slept with Ruspi again: “My love, don’t cry. I adore you. I’m bad — hit me, hurt me, punish me, but don’t suffer. I love you. I think about you all day, even when I’m working,” he said.

The dictator frequently declared his passion for Petacci. “Your flesh has got me — from now on I’m a slave to your flesh.

“I tremble in telling you, but I have a feverish desire for your delicious little body which I want to kiss all over. And you must adore my body, your giant.”

In February 1938, he told her: “Be afraid of my love. It’s like a cyclone. It’s tremendous; it overwhelms everything. You must tremble.” He added that if he could have done, he would have had sex with her on horseback that day.

The diaries include her descriptions of their embraces: “I can feel that all his nerves are taut and ready to spring,” she wrote. “I hold him tightly. I kiss him and we make love with such fury that his screams seem like those of a wounded beast. Then, exhausted, he falls onto the bed.”

After another encounter, she wrote that he had hurt her: “We made love with such force that he bit my shoulder so hard his teeth left a mark. He’s mortified; he sits on the bed looking a bit pale and panting: ‘My love, what have I done to you, look at that mark. One of these days I’ll tear a shoulder off’.”

He boasted of the “sexual education” he had given her and lectured her on the benefits of orgasm: “Orgasm is good for you: it sharpens your thoughts, it widens your horizons, it helps your brain, makes it vivid and brilliant.”

In a prescient exchange in March 1938, Mussolini told Petacci: “You know why I’m sorry to die? Because I’m sorry to leave you. But after at least two years you’ll get another lover. You’ll belong to another ... And I’ll be dead. It’s terrible. I won’t survive you; I’ll follow you. I was born for you; I will end with you.”

Seven years later, after he had been deposed, Mussolini and Petacci were caught by partisans as they tried to flee Italy, shot dead and strung up by their heels at a petrol station in a Milan square.

http://www.timesonline.co.uk/tol/news/world/europe/article6926970.ece

Tuesday, December 01, 2009

L'Unità: Tranfaglia su 'Mussolini segreto'

Mussolini era razzista dal 1921

di Nicola Tranfaglia

L'Unità, 1 dicembre 2009

L’Italia, dopo la sua tardiva unificazione nazionale, ha avuto (possiamo dirlo con sicurezza, almeno fino a questo momento) un solo dittatore ed è stato il romagnolo Benito Mussolini. Certo uomini politici dell’età liberale, come Crispi e Giolitti, hanno dominato per alcuni anni l’orizzonte politico nazionale ma non si può parlare di dittatori, nell’uno come nell’altro caso. L’unico che ha fissato la sua egemonia personale in maniera stabile, per più di vent’anni, abrogando di fatto lo Statuto Albertino e chiudendo parlamento, sindacati e giornali di opposizione, è stato Mussolini. Di qui il grande mito nato nell’immaginario collettivo degli italiani, le numerose biografie che sono state scritte, nonché l’esaltazione smisurata che anche uomini che venivano dalla sinistra hanno coltivato del caposupremo del regime e del partito unico, fondato per sostenerlo.

Ora, a distanza di70 anni dalla catastrofe del regime fascista nell’aprile 1945, vengono pubblicati presso Rizzoli i Diari 1932-38 (a cura di Mauro Suttora, Mussolini segreto, pp. 522.euro 21) di Claretta Petacci che di Mussolini fu la giovanissima (20 anni nel 1932) e poco segreta amante per tutti gli anni trenta e quaranta fino alla morte per fucilazione con il suo uomo presso Dongo. Sono diari conservati prima nel giardino della villa della contessa Rina Cervis, poi nel 1950 confiscati dai carabinieri e conservati nell’Archivio Centrale dello Stato, con il vincolo del segreto di Stato. Soltanto quest’anno sono stati resi accessibili ai ricercatori fino al fatidico anno 1938.

Ma quale è l’aspetto più interessante dei Diari emersi dopo tanto tempo dai nostri archivi? Ce ne sono almeno due che guidano il lettore interessato al passato del nostro paese, ai suoi costumi, alla sua cultura, a personaggi (parlo di Mussolini anzitutto) che hanno contato per molto tempo nella mentalità media degli italiani. Il primo aspetto evidente è la disparità tra l’uomo e la donna che emerge con grande evidenza nelle pagine di Claretta Petacci. I due amanti sono molto gelosi l’uno dell’altra ma c’è una differenza fondamentale: Mussolini fa di continuo “scappatelle” con altre donne (la ex favorita del Duce Romilda Ruspi Mingardi che alloggia addirittura a villa Torlonia dove il suo amante vive con la moglie Rachele e i figli ma anche altre amanti del passato che ogni tanto tornano da lui e lo sollecitano a riprendere il rapporto); Claretta, invece, non ha altre avventure ma viene di continuo sospettata da Benito e minacciata di essere lasciata per sempre.

Emerge con chiarezza il diverso significato dei tradimenti di lui e di quelli, peraltro inesistenti, di lei: Claretta lo rimprovera e si arrabbia per le “scappatelle” ma non pensa mai di lasciarlo. E lo stesso Mussolini si scusa, chiede perdono ma in più occasioni dice che non ha potuto far diversamente. Come se alle donne fosse possibile e richiesto di non lasciarsi andare ad altri amori e lo stesso non dovesse valere per gli uomini. Miviene inmente di fronte a queste pagine dei Diari una delle prime sentenze della Corte Costituzionale, appena dopo il suo tardivo insediamento a metà degli anni cinquanta, quando i giudici, dovendo stabilire, su richiesta di un tribunale, se la norma del codice penale che fissava un diverso trattamento per l’adulterio se compiuto dall’uomo rispetto a quello compiuto dalla donna, si arrampicavano sugli specchi per differenziare i due adulteri invocando l’allarme sociale. L’intento era quello di salvare la norma del codice Rocco e non dichiararla incostituzionale, malgrado il contrasto evidente con l’articolo 3 della Carta sull’eguaglianza dei cittadini di fronte ad ogni differenza. Dovettero passare alcuni anni prima che la Corte riconoscesse quella incostituzionalità.

L’altro elemento che emerge con chiarezza dai Diari riguarda le posizioni politiche e culturali che assume Mussolini nel dialogo quasi quotidiano con la giovane amante.
L’aspetto più interessante riguarda l’atteggiamento del dittatore rispetto al razzismo che appare, moderato, nei primi anni nel regime e frutto piuttosto del fanatismo di alcuni personaggi come Preziosi e Interlandi ma diventa nella seconda metà degli anni trenta la dottrina ufficiale sancita da leggi apposite e persino più precoci di quelle naziste nell’autunno 1938. «Ero razzista dal 1921. Non so come possano pensare che imito Hitler, non era ancora nato. Mi fanno ridere. La razza deve essere difesa». (4 agosto 1938).

Simili affermazioni contrastano, evidentemente, con quella visione storica di cui Renzo De Felice è stato iniziatore e caposcuola, che dipinge il razzismo fascistacomesubalterno e di qualità diversa, culturale piuttosto che biologica, rispetto a quello nazionalsocialista costitutivo dell’ideologia tedesca.