"Claretta Petacci pensava fossi l'amante del duce. Invece sono sua figlia"
Elena Curti, 88 anni, risponde alle accuse dei diari di Claretta Petacci
dal nostro inviato Mauro Suttora
Acquapendente (Viterbo), 11 maggio 2011
«Questa precoce prostituta che hai elevato a tua consigliera, amante e confidente, mentre si dava a te per calcolo, per orgoglio, per vizio, ti ridicoleggia con giovani amanti... Tolleri che questa indefinibile ragazza, mocciosa e impudente, ti spubblichi e ti invilisca sfruttando il tuo nome e vendendo il tuo prestigio?».
Estate 1944. La guerra infuria, e a Salò (Brescia) Benito Mussolini guida la Repubblica sociale sotto il controllo dei nazisti. Ogni giovedì riceve a rapporto nel proprio studio una bellissima ragazza 21enne, che lavora per il segretario del partito Alessandro Pavolini. È la sua figlia naturale Elena Curti, avuta a Milano da una relazione con Angela Cucciati, moglie del capo fascista Bruno Curti. La madre, poi separata, aveva rivelato il segreto alla figlia quando compì 18 anni.
Ma la gelosissima Claretta Petacci, principale amante del duce, non conosce questo legame di sangue. E sospetta che la giovane Elena sia l’ennesima conquista del suo Benito, traditore seriale.
Attraverso i propri informatori Claretta scopre che Elena lavora con i giovani del battaglione Bir El Gobi. E che in quel clima da caserma le vengono attribuite molte relazioni. Intima a Mussolini di interrompere gli appuntamenti settimanali.
Il dittatore acconsente, ma Elena vuole vederlo ancora. E lui la riceve. Sapendo però che la tremenda Claretta sarebbe venuta a saperlo quasi subito, si affretta a scriverle: «Ha tanto insistito che si trattava di cose politiche che l’ho ricevuta oggi alle 12, con a immediata portata il vicesegretario del partito. Aveva qualcosa da dirmi sull’ambiente della Mas, che pare dominato da una donna, e sul Barbarigo, battaglione totalmente fascista. Non la vedevo dal 6 giugno. Questi mesi di attività hanno lasciato tracce sul suo volto. Il colloquio è durato una decina di minuti, dopodiché l’ho pregata di non venire più a Gargnano, per nessun motivo. L’ha capito e si è allontanata. Questa è la assoluta verità. Chiedo, perché lo merito, il tuo abbraccio».
LETTERE DESECRETATE
Questo messaggio, e quello di risposta di Claretta, sono stati appena pubblicati nel libro L’ultima lettera di Benito (Mondadori) di Barbara Raggi e Pasquale Chessa. Ai quali l’Archivio Centrale dello Stato ha permesso di visionare tutti i diari e le lettere della Petacci, resi pubblici dopo 70 anni.
La replica di Claretta a Mussolini è furibonda: «Giurasti sulla memoria di tuo figlio che mai più la Curti avrebbe varcato la soglia del tuo ufficio... [E invece] la Curti sgonnellava nelle prime ore del pomeriggio in bici in pieno sole, e in pieno giorno veniva da te... Prendi come vessillifera questa pettegola immorale, e non senti tutto il ridicolo e la miseria morale di questo gesto? I segni che tu trovi sul suo volto e che attribuisci alla sua attività lavorativa - sono infatti lavorativi: anche per una costituzione così robusta un battaglione è estenuante invero!».
Insomma, Claretta accusa la povera Elena («Donna screditata, chiacchierata, in continua vita dissoluta») addirittura di relazioni contemporanee e promiscue. E fa qualche nome: Gai, Ciolfi...
Elena Curti, oggi lucidissima ed elegante signora 88enne, ci riceve a casa sua e leggendo la lettera scoppia a ridere: «E certo, il povero Ciolfi era il mio fidanzato. Più per volontà di sua madre che mia, per la verità... Invece Giulio Gai era figlio dell’ex ministro dell’Economia Silvio. In quell’ambiente di intrighi le voci correvano. Io ero la madrina del battaglione Bir El Gobi. Frequentavo tanti uomini, perfino Mussolini una volta si preoccupò per la mia verginità. Che invece persi anni dopo con un altro fidanzato, se proprio si vuole saperlo...».
La Curti ha affidato le proprie memorie al libro Il chiodo a tre punte (ed. Iuculano, 2003): «La guerra non ci impediva di andare a spettacoli di varietà come quelli di Dario Fo e della bellissima Franca Rame, che facevano furore con la loro ironia piccante. Spirava aria di fronda, ma nessuno censurava gli spettacoli».
Il 25 aprile ‘45 anche Elena Curti fa parte del convoglio di gerarchi che con Mussolini cerca di raggiungere la Valtellina. Quando dicono a Claretta che c’è anche lei, la Petacci dà in escandescenze. A quel punto qualcuno la informa della parentela segreta.
«E allora quando ci siamo incontrate per la prima e ultima volta, il 27 aprile», racconta la signora Curti, «lei mi ha rivolto uno sguardo indagatore, incuriosito. Notai i suoi occhi azzurri, quasi viola. Io ero nell’autoblindo accanto a Mussolini, lei invece viaggiava su un’auto con il fratello Marcello, la cognata Zita Ritossa e i loro due piccoli figli. Poi Mussolini salì sul camion tedesco in cui lo arrestarono i partigiani. La fine è nota».
Mauro Suttora
Showing posts with label clara petacci. Show all posts
Showing posts with label clara petacci. Show all posts
Friday, May 13, 2011
"Ero figlia del duce, non amante"
Wednesday, December 15, 2010
L'ultima lettera di Benito
MA CHE COSA SI SCRIVEVANO CLARA E IL DITTATORE?
Un libro di Pasquale Chessa e Barbara Raggi
di Mauro Suttora
Oggi, 8 dicembre 2010
È un grande colpo storiografico quello messo a segno da Pasquale Chessa e Barbara Raggi con il libro L’ultima lettera di Benito (ed. Mondadori, € 19,50). A distanza di 65 anni, infatti, vengono pubblicate le 318 lettere che Mussolini scrisse a Clara Petacci fra l’autunno 1943 e l’aprile ‘45, quando entrambi vivevano sul lago di Garda a pochi chilometri l’uno dall’altra: il dittatore a Gargnano (Brescia) nella villa Feltrinelli (oggi hotel posseduto da russi), l’amante a Gardone nella villa Fiordaliso (anch’essa ora albergo di lusso).
Sono i 600 lugubri giorni della repubblica di Salò. Mussolini è in pratica prigioniero dei nazisti e Clara, dopo essere finita in prigione nel ‘43, assurge al rango di sua consigliera anche politica: capeggia una delle fazioni che si fronteggiano fra i collaborazionisti dei tedeschi, e spinge il duce a negare la grazia al genero Galeazzo Ciano: «Per rifare l’Italia ci vuole il sangue dei traditori», gli scrive. Quanto a Edda Mussolini, la definisce «degna compagna delle azioni del marito». I due nutrono ancora la speranza di vincere la guerra grazie alle «armi segrete» di Hitler: lo scrive Benito a Clara nel giugno ‘44, dopo la liberazione di Roma da parte degli alleati.
Quando la fine si avvicina, ecco i progetti (finora sconosciuti) di fuggire all’estero: in Ungheria con l’aiuto del fratello Marcello Petacci, in Svizzera, in Giappone. Nella sua ultima lettera del 18 aprile ‘45 Mussolini scrive a Clara che l’ingrato Francisco Franco rifiuta di ospitarlo in Spagna, dove avrebbe voluto costituire un governo in esilio.
In quello stesso giorno il duce scappa a Milano, e Clara invece di prendere l’ultimo aereo per Barcellona con la famiglia lo segue. Prima, però, fa seppellire i propri diari (pubblicati nel libro Mussolini segreto, ed. Bur Rizzoli, 2010) con il carteggio nel giardino di un’amica. Disobbedisce così a Benito, che voleva distruggere le lettere. Tutto è stato poi trovato nel ‘50 e conservato dall’Archivio centrale dello Stato, garante dell’autenticità.
Mauro Suttora
Un libro di Pasquale Chessa e Barbara Raggi
di Mauro Suttora
Oggi, 8 dicembre 2010
È un grande colpo storiografico quello messo a segno da Pasquale Chessa e Barbara Raggi con il libro L’ultima lettera di Benito (ed. Mondadori, € 19,50). A distanza di 65 anni, infatti, vengono pubblicate le 318 lettere che Mussolini scrisse a Clara Petacci fra l’autunno 1943 e l’aprile ‘45, quando entrambi vivevano sul lago di Garda a pochi chilometri l’uno dall’altra: il dittatore a Gargnano (Brescia) nella villa Feltrinelli (oggi hotel posseduto da russi), l’amante a Gardone nella villa Fiordaliso (anch’essa ora albergo di lusso).
Sono i 600 lugubri giorni della repubblica di Salò. Mussolini è in pratica prigioniero dei nazisti e Clara, dopo essere finita in prigione nel ‘43, assurge al rango di sua consigliera anche politica: capeggia una delle fazioni che si fronteggiano fra i collaborazionisti dei tedeschi, e spinge il duce a negare la grazia al genero Galeazzo Ciano: «Per rifare l’Italia ci vuole il sangue dei traditori», gli scrive. Quanto a Edda Mussolini, la definisce «degna compagna delle azioni del marito». I due nutrono ancora la speranza di vincere la guerra grazie alle «armi segrete» di Hitler: lo scrive Benito a Clara nel giugno ‘44, dopo la liberazione di Roma da parte degli alleati.
Quando la fine si avvicina, ecco i progetti (finora sconosciuti) di fuggire all’estero: in Ungheria con l’aiuto del fratello Marcello Petacci, in Svizzera, in Giappone. Nella sua ultima lettera del 18 aprile ‘45 Mussolini scrive a Clara che l’ingrato Francisco Franco rifiuta di ospitarlo in Spagna, dove avrebbe voluto costituire un governo in esilio.
In quello stesso giorno il duce scappa a Milano, e Clara invece di prendere l’ultimo aereo per Barcellona con la famiglia lo segue. Prima, però, fa seppellire i propri diari (pubblicati nel libro Mussolini segreto, ed. Bur Rizzoli, 2010) con il carteggio nel giardino di un’amica. Disobbedisce così a Benito, che voleva distruggere le lettere. Tutto è stato poi trovato nel ‘50 e conservato dall’Archivio centrale dello Stato, garante dell’autenticità.
Mauro Suttora
Monday, October 18, 2010
intervista a La Razon
Mientras en España aparece el libro escrito por su amante
¿Ha recuperado Mussolini la memoria?
Italia publica sus polémicos diarios, aunque algunos afirman que son falsos
intervista al quotidiano spagnolo La Razon
16 Octubre 10
Darío Menor - Roma
Los diarios de cualquier persona provocan un impulso inmediato en el prójimo: leerlos. Si el autor es un conocido o un personaje famoso, el estímulo se torna fascinación. Cuando ya se trata de un líder mundial, un dictador o una estrella del espectáculo, el paroxismo es encauzado por las editoriales, que, atentas al negocio, los ofrecen al gran público en forma de libros. La mayor parte de los diarios son auténticos. Otras parece no importar demasiado su autoría.
Es lo que ahora ocurre en Italia con Mussolini. Tras más de 60 años de continuos rumores sobre la aparición de sus supuestos diarios, finalmente una editorial los publicará el mes que viene, poniendo a la venta el primero de cinco volúmenes, correspondiente a los escritos del «Duce» de 1939. El resto, que cubre sus memorias desde 1935 hasta el año en que comenzó la Segunda Guerra Mundial, irá viendo la luz cada seis meses sin seguir un orden cronológico.
Los herederos, de acuerdo
«Sé que hay muchas discusiones sobre su autenticidad: algunos historiadores la niegan, pero sus herederos sostienen que en esas páginas hay temas particulares tan personales que un falsificador nunca podría habérselos imaginado. Como editores, no queremos entrar en este campo», explica al «Corriere della Sera» Elisabetta Sgarbi, responsable de Bompiani, la casa que va a publicar los supuestos diarios de Mussolini. Aunque en el terreno de la autenticidad se lave las manos, Sgarbi ha conseguido ya un éxito poniendo de acuerdo a los propietarios de los manuscritos y a los herederos del «Duce».
La historia de esos textos es tan rocambolesca como típicamente italiana. Al parecer, los diarios fueron arrebatados de las manos del creador del fascismo por uno de los miembros de la brigada partisana que le detuvo y tiroteó en abril de 1945 cuando intentaba huir a Suiza.
El nuevo dueño de los manuscritos y sus herederos llevaban décadas intentado venderlos al mejor postor: al diario londinense «The Times», a la casa de subastas Shotheby’s, a varias editoriales italianas y al semanario «L’Espresso», que desveló en su portada «La verdadera historia de los falsos diarios de Mussolini». Todos los rechazaron por no ser auténticos. Finalmente, fueron comprados de forma conjunta por el senador Marcello Dell’Utri, mano derecha de Silvio Berlusconi y condenado a siete años de cárcel por colaboración con la mafia, y por un empresario afín.
Dell’Utri se vanaglorió hace tres años públicamente de su adquisición, provocando que los historiadores y grafólogos que los habían examinado tacharan de falsos los textos. El senador mafioso ya ni siquiera se preocupa por la autenticidad de los manuscritos. «Ese tema ya no me interesa tanto», dijo este verano al informar de las negociaciones con la editorial Bompiani para la publicación de los mismos. A la editora tampoco parece quitarle el sueño este aspecto, al parecer banal: «Cuando los vi por primera vez me quedé impresionada. Son las reflexiones de un protagonista del siglo XX antes de la entrada en la guerra: son documentos que es justo ofrecer a los lectores», dice.
Chaplin y la Petacci
La llegada a las librerías italianas de las memorias cotidianas del «Duce» distará pocas semanas de la publicación en España de «Mussolini secreto: los diarios de Claretta Petacci 1932-1938» (Crítica), en los que la amante del dictador cuenta con dedicación de amanuense las intimidades y confesiones políticas del hombre que hizo temblar a Italia y Europa.
«Estos sí que son los auténticos diarios de Mussolini. Claretta no habla de sí misma, sólo escribe de lo que le decía Benito», afirma Mauro Suttora, editor del volumen. «Lo que aquí se ve es lo mismo que si instaláramos una videocámara en la habitación de un dictador. Es como si hubiéramos pinchado continuamente el teléfono del “Duce”».
Suttora cuenta lo bien que se lo pasó conociendo a Mussolini a través de las palabras de su amante. «Fue muy divertido. Parecía el dictador de la película de Charles Chaplin. Es un personaje ridículo, obsesionado por el sexo y por el miedo a envejecer». La evocación cinematográfica puede ser real dentro de poco, ya que el editor reconoce que se está preparando una película sobre el «Duce» y Petacci basada en los diarios. «Nunca hemos tenido un retrato tan íntimo de uno de los grandes dictadores. Es como si al lado de Mussolini hubiésemos contado con una espía. Se trata de un documento único, de un gran drama que va más allá de la política. La historia acaba de forma trágica cuando a ambos les matan los partisanos. Claretta estaba tan enamorada de Benito que quiso hacerse fusilar con él, no imaginaba la vida sin su amor. La mataron cuando se tiró con su cuerpo para proteger a Mussolini».
«En este país adoran y luego destruyen»
¿Corre Berlusconi (en la imagen) el riesgo de acabar como Mussolini? El líder radical italiano Marco Pannella cree que sí. Por eso advirtió hace unos días al primer ministro que intente rebajar la tensión política para evitar acabar «fusilado, vejado por la multitud y colgado cabeza abajo junto a una de sus amantes». Suttora también piensa que es posible. «Los italianos están locos: primero adoran y luego destruyen. Cuanto más adoran primero, de forma más violenta destruyen después». Entre ambos líderes, además, hay un hilo conductor: Dell’Utri. Los mecanismos que utilizan estos dos poderosos son también similares. «Es la Italia de siempre, la del hombre solo circundado de aduladores o de gente que trama en la sombra pero que luego tiene miedo», cuenta.
«Mussolini secreto»
Clara Petacci
Suma de letras
480 páginas 28,90 euros
© Copyright 2010, La Razón
Madrid (España)
¿Ha recuperado Mussolini la memoria?
Italia publica sus polémicos diarios, aunque algunos afirman que son falsos
intervista al quotidiano spagnolo La Razon
16 Octubre 10
Darío Menor - Roma
Los diarios de cualquier persona provocan un impulso inmediato en el prójimo: leerlos. Si el autor es un conocido o un personaje famoso, el estímulo se torna fascinación. Cuando ya se trata de un líder mundial, un dictador o una estrella del espectáculo, el paroxismo es encauzado por las editoriales, que, atentas al negocio, los ofrecen al gran público en forma de libros. La mayor parte de los diarios son auténticos. Otras parece no importar demasiado su autoría.
Es lo que ahora ocurre en Italia con Mussolini. Tras más de 60 años de continuos rumores sobre la aparición de sus supuestos diarios, finalmente una editorial los publicará el mes que viene, poniendo a la venta el primero de cinco volúmenes, correspondiente a los escritos del «Duce» de 1939. El resto, que cubre sus memorias desde 1935 hasta el año en que comenzó la Segunda Guerra Mundial, irá viendo la luz cada seis meses sin seguir un orden cronológico.
Los herederos, de acuerdo
«Sé que hay muchas discusiones sobre su autenticidad: algunos historiadores la niegan, pero sus herederos sostienen que en esas páginas hay temas particulares tan personales que un falsificador nunca podría habérselos imaginado. Como editores, no queremos entrar en este campo», explica al «Corriere della Sera» Elisabetta Sgarbi, responsable de Bompiani, la casa que va a publicar los supuestos diarios de Mussolini. Aunque en el terreno de la autenticidad se lave las manos, Sgarbi ha conseguido ya un éxito poniendo de acuerdo a los propietarios de los manuscritos y a los herederos del «Duce».
La historia de esos textos es tan rocambolesca como típicamente italiana. Al parecer, los diarios fueron arrebatados de las manos del creador del fascismo por uno de los miembros de la brigada partisana que le detuvo y tiroteó en abril de 1945 cuando intentaba huir a Suiza.
El nuevo dueño de los manuscritos y sus herederos llevaban décadas intentado venderlos al mejor postor: al diario londinense «The Times», a la casa de subastas Shotheby’s, a varias editoriales italianas y al semanario «L’Espresso», que desveló en su portada «La verdadera historia de los falsos diarios de Mussolini». Todos los rechazaron por no ser auténticos. Finalmente, fueron comprados de forma conjunta por el senador Marcello Dell’Utri, mano derecha de Silvio Berlusconi y condenado a siete años de cárcel por colaboración con la mafia, y por un empresario afín.
Dell’Utri se vanaglorió hace tres años públicamente de su adquisición, provocando que los historiadores y grafólogos que los habían examinado tacharan de falsos los textos. El senador mafioso ya ni siquiera se preocupa por la autenticidad de los manuscritos. «Ese tema ya no me interesa tanto», dijo este verano al informar de las negociaciones con la editorial Bompiani para la publicación de los mismos. A la editora tampoco parece quitarle el sueño este aspecto, al parecer banal: «Cuando los vi por primera vez me quedé impresionada. Son las reflexiones de un protagonista del siglo XX antes de la entrada en la guerra: son documentos que es justo ofrecer a los lectores», dice.
Chaplin y la Petacci
La llegada a las librerías italianas de las memorias cotidianas del «Duce» distará pocas semanas de la publicación en España de «Mussolini secreto: los diarios de Claretta Petacci 1932-1938» (Crítica), en los que la amante del dictador cuenta con dedicación de amanuense las intimidades y confesiones políticas del hombre que hizo temblar a Italia y Europa.
«Estos sí que son los auténticos diarios de Mussolini. Claretta no habla de sí misma, sólo escribe de lo que le decía Benito», afirma Mauro Suttora, editor del volumen. «Lo que aquí se ve es lo mismo que si instaláramos una videocámara en la habitación de un dictador. Es como si hubiéramos pinchado continuamente el teléfono del “Duce”».
Suttora cuenta lo bien que se lo pasó conociendo a Mussolini a través de las palabras de su amante. «Fue muy divertido. Parecía el dictador de la película de Charles Chaplin. Es un personaje ridículo, obsesionado por el sexo y por el miedo a envejecer». La evocación cinematográfica puede ser real dentro de poco, ya que el editor reconoce que se está preparando una película sobre el «Duce» y Petacci basada en los diarios. «Nunca hemos tenido un retrato tan íntimo de uno de los grandes dictadores. Es como si al lado de Mussolini hubiésemos contado con una espía. Se trata de un documento único, de un gran drama que va más allá de la política. La historia acaba de forma trágica cuando a ambos les matan los partisanos. Claretta estaba tan enamorada de Benito que quiso hacerse fusilar con él, no imaginaba la vida sin su amor. La mataron cuando se tiró con su cuerpo para proteger a Mussolini».
«En este país adoran y luego destruyen»
¿Corre Berlusconi (en la imagen) el riesgo de acabar como Mussolini? El líder radical italiano Marco Pannella cree que sí. Por eso advirtió hace unos días al primer ministro que intente rebajar la tensión política para evitar acabar «fusilado, vejado por la multitud y colgado cabeza abajo junto a una de sus amantes». Suttora también piensa que es posible. «Los italianos están locos: primero adoran y luego destruyen. Cuanto más adoran primero, de forma más violenta destruyen después». Entre ambos líderes, además, hay un hilo conductor: Dell’Utri. Los mecanismos que utilizan estos dos poderosos son también similares. «Es la Italia de siempre, la del hombre solo circundado de aduladores o de gente que trama en la sombra pero que luego tiene miedo», cuenta.
«Mussolini secreto»
Clara Petacci
Suma de letras
480 páginas 28,90 euros
© Copyright 2010, La Razón
Madrid (España)
Wednesday, December 16, 2009
El Mundo (Spagna): La gran amante de Mussolini
LA OTRA BIOGRAFÍA
El Mundo quotidiano
Madrid
22 noviembre 2009
IRENE HDEZ. VELASCO
«Soy esclavo de tu carne. Tiemblo mientras lo digo, siento fiebre al pensar en tu cuerpecito delicioso que me quiero comer entero a besos. Y tú tienes que adorar mi cuerpo, el de tu gigante. Te deseo como un loco».
El 1 de febrero de 1938 la más famosa querida de la Historia de Italia anotó en su diario esa frase. Se la había dicho su adorado Ben, como llamaba en la intimidad a Benito Mussolini, su amante. Y ella, Clara Petacci, tenía en la vida dos pasiones: su ardiente amor por el dictador fascista y la obsesión desenfrenada de poner sobre el papel todo lo que salía de la boca de su ilustre amante.
Sólo en 1938 escribió 1.810 páginas con todos los detalles de su relación con el Duce, 29 años mayor que ella y al que fue fiel hasta la muerte. No en vano la Petacci fue asesinada junto a Benito Mussolini en abril de 1945, y su cuerpo colgado bocabajo junto al de él en una plaza de Milán para público escarnio.
BAJO TIERRA
Pero, antes de seguir a su amado en ese último viaje, Clara Petacci tuvo una intuición y dejó su voluminoso diario al cuidado de la condesa Rina Cervis, quien lo enterró en el jardín de su villa en Brescia. Allí estuvo hasta que en 1950 fue descubierto por una patrulla de carabinieri y confiscado. Desde entonces, durante 70 larguísimos años, todos los Gobiernos italianos han impuesto el secreto de Estado sobre esas páginas. Pero ahora, por primera vez, parte del diario de la favorita del Duce ha sido desclasificado. Concretamente, el segmento que abarca desde 1932 hasta 1938.
Un periodista, Mauro Suttora, ha buceado en esa montaña de folios. Y con lo más jugoso de los mismos ha escrito Mussolini secreto, un libro de 521 páginas que el pasado miércoles salió a la venta en Italia de la mano de la editorial Rizzoli y que ofrece un retrato íntimo (y en muchos aspectos desconocido) del dictador fascista en el que los sentimientos, los celos y las fantasías eróticas se entremezclan con la historia y la tragedia del fascismo.
Un solo ejemplo: en 1938, el año en que Hitler invadió Austria y en el que se firmó el acuerdo de Munich que entregaba a la Alemania nazi parte de Checoslovaquia, Mussolini se dedicaba a telefonear al menos una docena de veces al día (a razón de una llamada cada hora, desde las 9.00 a las 21.00 horas, fines de semana incluidos) a la celosísima Clara, quien le acusaba -y con razón- de tener otras amantes.
Mientras preparaba junto a Hitler la mayor tragedia de la Historia de la humanidad, el dictador fascista tenía también que emplearse a fondo en negar aventuras sexuales y en inventarse excusas con las que tranquilizar a su amante.
FAENAS SEXUALES
Por no hablar de que las ocasiones en las que en plan vodevil, escondido en un rincón de su casa y aterrado ante la posibilidad de que su mujer pudiera descubrirlo, Il Duce susurraba palabras de amor a su Claretta a través del teléfono. O de los berridos en plan cordero degollado con que solía rematar sus faenas sexuales:
-Su rostro está rígido, sus ojos centellean. Yo estoy sentada en el suelo. Él se desliza del sillón y se echa sobre mí, curvo. Siento que todos sus nervios están tensos. Lo aprieto contra mí. Lo beso y hacemos el amor con tanta furia que sus gritos parecen los de un animal herido. Después, agotado, se deja caer sobre la cama. Incluso cuando descansa es fuerte -dejó escrito la Petacci el 27 de febrero de 1938.
Gracias precisamente a los diarios de esa mujer, hija del que fuera médico personal del Papa Pío XI, emerge a la luz un Mussolini privado terriblemente antisemita («Los judíos son una raza despreciable», le confesó el 4 de noviembre de 1938 a su concubina), que no soporta al rey Víctor Manuel III, absolutamente fascinado por la Alemania nazi, que se jacta de que la princesa María José (la esposa del príncipe heredero) le tira los tejos en el terreno sexual, que considera a Franco «un idiota» y que sostiene con evidente desprecio que los españoles «son como los árabes».
Fue el 24 de abril de 1932 cuando, por pura casualidad, en la vida de Clara Petacci se cruzó Mussolini. La joven, una niña bien que entonces tenía 20 años, iba en el coche de su familia junto a su madre y su hermana cuando, de repente, un Alfa Romeo conducido por el Duce en persona les adelantó. Clara, que había crecido con el mito de Mussolini, reconoció a su ídolo y pidió a su chófer que le siguiera.
El dictador, que entonces tenía 49 años, llevaba 17 casado con donna Rachele y era padre de cinco hijos, se sintió halagado por el inmenso entusiasmo de la joven, paró su coche y bajó a saludar a la muchacha. Cuatro años más tarde, en 1936 y después de que la Petacci se casara con el teniente Riccardo Federico, Claretta y el Duce se convirtieron en amantes.
«Mussolini secreto». Ofrece un retrato íntimo del dictador fascista (Ed. Rizzoli). A la venta en Italia desde el miércoles.
El Mundo quotidiano
Madrid
22 noviembre 2009
IRENE HDEZ. VELASCO
«Soy esclavo de tu carne. Tiemblo mientras lo digo, siento fiebre al pensar en tu cuerpecito delicioso que me quiero comer entero a besos. Y tú tienes que adorar mi cuerpo, el de tu gigante. Te deseo como un loco».
El 1 de febrero de 1938 la más famosa querida de la Historia de Italia anotó en su diario esa frase. Se la había dicho su adorado Ben, como llamaba en la intimidad a Benito Mussolini, su amante. Y ella, Clara Petacci, tenía en la vida dos pasiones: su ardiente amor por el dictador fascista y la obsesión desenfrenada de poner sobre el papel todo lo que salía de la boca de su ilustre amante.
Sólo en 1938 escribió 1.810 páginas con todos los detalles de su relación con el Duce, 29 años mayor que ella y al que fue fiel hasta la muerte. No en vano la Petacci fue asesinada junto a Benito Mussolini en abril de 1945, y su cuerpo colgado bocabajo junto al de él en una plaza de Milán para público escarnio.
BAJO TIERRA
Pero, antes de seguir a su amado en ese último viaje, Clara Petacci tuvo una intuición y dejó su voluminoso diario al cuidado de la condesa Rina Cervis, quien lo enterró en el jardín de su villa en Brescia. Allí estuvo hasta que en 1950 fue descubierto por una patrulla de carabinieri y confiscado. Desde entonces, durante 70 larguísimos años, todos los Gobiernos italianos han impuesto el secreto de Estado sobre esas páginas. Pero ahora, por primera vez, parte del diario de la favorita del Duce ha sido desclasificado. Concretamente, el segmento que abarca desde 1932 hasta 1938.
Un periodista, Mauro Suttora, ha buceado en esa montaña de folios. Y con lo más jugoso de los mismos ha escrito Mussolini secreto, un libro de 521 páginas que el pasado miércoles salió a la venta en Italia de la mano de la editorial Rizzoli y que ofrece un retrato íntimo (y en muchos aspectos desconocido) del dictador fascista en el que los sentimientos, los celos y las fantasías eróticas se entremezclan con la historia y la tragedia del fascismo.
Un solo ejemplo: en 1938, el año en que Hitler invadió Austria y en el que se firmó el acuerdo de Munich que entregaba a la Alemania nazi parte de Checoslovaquia, Mussolini se dedicaba a telefonear al menos una docena de veces al día (a razón de una llamada cada hora, desde las 9.00 a las 21.00 horas, fines de semana incluidos) a la celosísima Clara, quien le acusaba -y con razón- de tener otras amantes.
Mientras preparaba junto a Hitler la mayor tragedia de la Historia de la humanidad, el dictador fascista tenía también que emplearse a fondo en negar aventuras sexuales y en inventarse excusas con las que tranquilizar a su amante.
FAENAS SEXUALES
Por no hablar de que las ocasiones en las que en plan vodevil, escondido en un rincón de su casa y aterrado ante la posibilidad de que su mujer pudiera descubrirlo, Il Duce susurraba palabras de amor a su Claretta a través del teléfono. O de los berridos en plan cordero degollado con que solía rematar sus faenas sexuales:
-Su rostro está rígido, sus ojos centellean. Yo estoy sentada en el suelo. Él se desliza del sillón y se echa sobre mí, curvo. Siento que todos sus nervios están tensos. Lo aprieto contra mí. Lo beso y hacemos el amor con tanta furia que sus gritos parecen los de un animal herido. Después, agotado, se deja caer sobre la cama. Incluso cuando descansa es fuerte -dejó escrito la Petacci el 27 de febrero de 1938.
Gracias precisamente a los diarios de esa mujer, hija del que fuera médico personal del Papa Pío XI, emerge a la luz un Mussolini privado terriblemente antisemita («Los judíos son una raza despreciable», le confesó el 4 de noviembre de 1938 a su concubina), que no soporta al rey Víctor Manuel III, absolutamente fascinado por la Alemania nazi, que se jacta de que la princesa María José (la esposa del príncipe heredero) le tira los tejos en el terreno sexual, que considera a Franco «un idiota» y que sostiene con evidente desprecio que los españoles «son como los árabes».
Fue el 24 de abril de 1932 cuando, por pura casualidad, en la vida de Clara Petacci se cruzó Mussolini. La joven, una niña bien que entonces tenía 20 años, iba en el coche de su familia junto a su madre y su hermana cuando, de repente, un Alfa Romeo conducido por el Duce en persona les adelantó. Clara, que había crecido con el mito de Mussolini, reconoció a su ídolo y pidió a su chófer que le siguiera.
El dictador, que entonces tenía 49 años, llevaba 17 casado con donna Rachele y era padre de cinco hijos, se sintió halagado por el inmenso entusiasmo de la joven, paró su coche y bajó a saludar a la muchacha. Cuatro años más tarde, en 1936 y después de que la Petacci se casara con el teniente Riccardo Federico, Claretta y el Duce se convirtieron en amantes.
«Mussolini secreto». Ofrece un retrato íntimo del dictador fascista (Ed. Rizzoli). A la venta en Italia desde el miércoles.
Tuesday, December 15, 2009
La Semana (Colombia): El diario de la amante
Bogotà, 5 dicembre 2009
Las memorias de Clara Petacci, la concubina favorita de Mussolini, revelan que este era tan antijudío como Hitler y que tenía una voracidad sexual mayor que la de Berlusconi.
En días pasados Patrizia D’Addario, la prostituta de lujo que escandalizó a Italia al revelar sus noches de pasión con Silvio Berlusconi, publicó su libro Disfrute, Primer Ministro. Allí asegura haber quedado estupefacta ante el insaciable apetito sexual de Il Cavaliere, capaz de pasar una noche con 20 mujeres dedicadas a satisfacerlo.
Pero Berlusconi no es el primer gobernante italiano tan obsesionado por el género femenino como por el poder. Lo ha recordado el diario íntimo de Clara Petacci, la inseparable compañera de Benito Mussolini, que acaba de salir a la luz. Algunos biógrafos calculan que sin tener la presencia de un don Juan, calvo, bajo de estatura y con una higiene personal dudosa, por la cama de Il Duce habrían pasado 5.000 mujeres: al menos una distinta cada noche, durante la mayor parte de su vida. Y es la preferida de sus amantes quien confirma tal poder de seducción a casi 65 años de su muerte.
Mauro Suttora, periodista del conglomerado italiano de medios Rizzoli Corriere della Sera editó los documentos que la mujer escribió entre 1932 y 1938 bajo el título ‘Mussolini secreto’, en 521 páginas que incluyen detalles explícitos de sus faenas de alcoba, sus fantasías eróticas y hasta reflexiones políticas de Mussolini sobre Hitler y la raza, que lo develan como un enemigo despiadado de los judíos.
El camino del diario ha sido largo: quizá presintiendo su final, Petacci le encomendó sus apuntes a su amiga la condesa Rina Cervis, quien los enterró en el jardín de su casa hasta cuando en 1950 fueron descubiertos por las autoridades. Suttora explicó a SEMANA que “su único heredero, Ferdinando Petacci, había estado pidiendo que se los entregaran, pero fueron secreto de Estado durante 70 años”. Ese es el plazo que, según las reglas italianas, se debe cumplir para hacer públicos documentos de importancia para la seguridad nacional. Por eso sólo recientemente se desclasificó la información.
“Clara quiso guardar copias de las cartas que le enviaba a Mussolini desde cuando lo conoció en 1932”, agrega Suttora. Cuando ese primer encuentro tuvo lugar, ella, hija del médico personal del Papa Pío XI, tenía 20 años, y Mussolini 49 y un matrimonio con cinco hijos. La joven siempre había sentido un gran respeto hacia el hombre que desde 1922 gobernaba Italia, y una tarde, durante un paseo con sus padres, su carro se cruzó con el Alfa Romeo del dictador. Ella lo reconoció y sacó la cabeza por la ventana mientras gritaba “Il Duce, Il Duce”. Ante tal prueba de devoción, Mussolini detuvo su auto para conversar con su admiradora. Al parecer, durante algunos años mantuvieron una relación platónica, tiempo en el cual ella se casó y se separó, hasta cuando se hicieron amantes en 1936. Desde entonces Claretta, como le decían cariñosamente, tuvo derecho a escoltas y a una habitación en el Palazzo Venezia, su sede oficial.
La Petacci transcribía en forma maniática cada conversación con su Ben, como lo llamaba en la intimidad, al punto de que en un solo año llenó más de 1.800 páginas de su diario. “Soy esclavo de tu carne. Siento un deseo febril por tu cuerpecito delicioso que me quiero comer entero a besos. Y tú tienes que adorar mi cuerpo, tu gigante”, registró ella una de las frases del mandatario.
Aunque Clara respetaba a Rachele, la esposa de Mussolini, no soportaba la idea de que él tuviera más mujeres. Lo celaba tanto, que en 1938, un año muy agitado para la política europea porque Hitler anexó Austria, y en el que se firmó el acuerdo de Munich que entregaba a la Alemania nazi parte de Checoslovaquia, a Il Duce le tocaba en promedio reportarse cada hora a su amante para comprobar que no estaba con otra. Sobraban motivos para dudar de la fidelidad del hombre.
El mismo Mussolini le confesó a ella que la idea de tener una sola conquista le parecía “inconcebible... Hubo una época en la que tuve 14 mujeres, y me acostaba con tres o cuatro cada noche, una tras otra...eso te dará una idea de mi sexualidad”. Además, en una especie de clase le explicó que “el orgasmo es muy bueno. Agudiza tus pensamientos, y ayuda al cerebro, lo hace fértil y brillante”. Ese apetito se habría desatado desde cuando perdió su virginidad, a los 17 años, con una prostituta, y aumentó en la cúspide del poder cuando le llovían cartas de damas ofreciéndosele. Como explicó al diario británico The Independent Nicholas Farrell, autor de Mussolini: A new life, hacía sus jugadas “a espaldas de Claretta”. El personal de seguridad clasificaba las misivas en mujeres conocidas o desconocidas. Luego el gobernante elegía entre las ‘nuevas’ las que le llamaran la atención para que se las llevaran al Palazzo como “visitantes fascistas”.
En su diario Claretta relata una de sus escenas de celos cuando lo pilló durmiendo con una ex novia llamada Alice de Fonseca Pallottelli, con quien habría tenido dos de sus hijos ilegítimos: “Está bien. Lo hice. No la había visto desde antes de Navidad. No creo que haya cometido un crimen. Sólo estuve 12 minutos con ella”, fue la manera de disculparse de Mussolini. “24 minutos”, lo corrigió ella. “Bien, 24, fue algo rápido. ¿A quién le importa? después de 17 años no hay nada de entusiasmo, es como cuando me acuesto con mi esposa”, concluyó él. En otra oportunidad le juró que nunca había amado a Romilda Ruspi, con quien habría tenido otro hijo: “Sólo fue algo físico, pura atracción sexual. Tenía relaciones con otras en frente de ella”. También le afirmó que durante un fin de semana en la playa la princesa María José de Bélgica, quien llegaría a ser reina de Italia y opositora del fascismo, se le insinuó, pero no pudo seducirlo. “Yo era como de palo. Ni un pelo de mi cuerpo estaba erecto... la encontré repulsiva”.
Sin embargo, el documento no sólo está causando polémica por su contenido sexual, sino porque acaba con la percepción popular de que Mussolini era un títere de Hitler que aprobó leyes contra los judíos por complacerlo. “He sido racista desde 1921. No sé por qué creen que soy un simple imitador de Hitler. Los italianos tendrían que tener más sentido de la raza, para no crear mestizos, que van a estropear nuestra belleza”, son palabras que Claretta pone en su boca, por los días en que salió el Manifiesto della razza, sobre la superioridad de la etnia itálica. Sin embargo, Mussolini reconocía que el líder nazi le agradaba: “Es una persona muy emocional. Cuando me vio hubo lágrimas en sus ojos”. Con el que no le iba muy bien era con Pío XI: “Si siguen así los del Vaticano, voy a romper relaciones con ellos. Prohibí los matrimonios mixtos y ahora el Papa me pide casar a un italiano con una negra”.
A los judíos se refería como “cerdos”, “reptiles”, “carroña”, y dijo que “habría que exterminarlos a todos. Voy a organizar una masacre”. También habló de “confinarlos en una pequeña isla”.
La que no está nada contenta con estas revelaciones es la nieta del fascista, la parlamentaria Alessandra Mussolini, quien ha dicho que “ni una sola palabra del diario es verdad” y que hoy Clara sería acusada de acoso. Pero, según Suttora, de lo que no se puede dudar es de “la autenticidad de los diarios, que fue certificada por el archivo estatal”. Por eso parece difícil controvertir que Il Duce le haya dicho a su amante “nací para ti y terminaré a tu lado”, como ella escribió. Más cuando juntos fueron ejecutados y colgados por los partisanos en abril de 1945.
Semana.com ©2009.
Todos los derechos reservados.
http://www.semana.com/noticias-gente/diario-amante/132331.aspx
Las memorias de Clara Petacci, la concubina favorita de Mussolini, revelan que este era tan antijudío como Hitler y que tenía una voracidad sexual mayor que la de Berlusconi.
En días pasados Patrizia D’Addario, la prostituta de lujo que escandalizó a Italia al revelar sus noches de pasión con Silvio Berlusconi, publicó su libro Disfrute, Primer Ministro. Allí asegura haber quedado estupefacta ante el insaciable apetito sexual de Il Cavaliere, capaz de pasar una noche con 20 mujeres dedicadas a satisfacerlo.
Pero Berlusconi no es el primer gobernante italiano tan obsesionado por el género femenino como por el poder. Lo ha recordado el diario íntimo de Clara Petacci, la inseparable compañera de Benito Mussolini, que acaba de salir a la luz. Algunos biógrafos calculan que sin tener la presencia de un don Juan, calvo, bajo de estatura y con una higiene personal dudosa, por la cama de Il Duce habrían pasado 5.000 mujeres: al menos una distinta cada noche, durante la mayor parte de su vida. Y es la preferida de sus amantes quien confirma tal poder de seducción a casi 65 años de su muerte.
Mauro Suttora, periodista del conglomerado italiano de medios Rizzoli Corriere della Sera editó los documentos que la mujer escribió entre 1932 y 1938 bajo el título ‘Mussolini secreto’, en 521 páginas que incluyen detalles explícitos de sus faenas de alcoba, sus fantasías eróticas y hasta reflexiones políticas de Mussolini sobre Hitler y la raza, que lo develan como un enemigo despiadado de los judíos.
El camino del diario ha sido largo: quizá presintiendo su final, Petacci le encomendó sus apuntes a su amiga la condesa Rina Cervis, quien los enterró en el jardín de su casa hasta cuando en 1950 fueron descubiertos por las autoridades. Suttora explicó a SEMANA que “su único heredero, Ferdinando Petacci, había estado pidiendo que se los entregaran, pero fueron secreto de Estado durante 70 años”. Ese es el plazo que, según las reglas italianas, se debe cumplir para hacer públicos documentos de importancia para la seguridad nacional. Por eso sólo recientemente se desclasificó la información.
“Clara quiso guardar copias de las cartas que le enviaba a Mussolini desde cuando lo conoció en 1932”, agrega Suttora. Cuando ese primer encuentro tuvo lugar, ella, hija del médico personal del Papa Pío XI, tenía 20 años, y Mussolini 49 y un matrimonio con cinco hijos. La joven siempre había sentido un gran respeto hacia el hombre que desde 1922 gobernaba Italia, y una tarde, durante un paseo con sus padres, su carro se cruzó con el Alfa Romeo del dictador. Ella lo reconoció y sacó la cabeza por la ventana mientras gritaba “Il Duce, Il Duce”. Ante tal prueba de devoción, Mussolini detuvo su auto para conversar con su admiradora. Al parecer, durante algunos años mantuvieron una relación platónica, tiempo en el cual ella se casó y se separó, hasta cuando se hicieron amantes en 1936. Desde entonces Claretta, como le decían cariñosamente, tuvo derecho a escoltas y a una habitación en el Palazzo Venezia, su sede oficial.
La Petacci transcribía en forma maniática cada conversación con su Ben, como lo llamaba en la intimidad, al punto de que en un solo año llenó más de 1.800 páginas de su diario. “Soy esclavo de tu carne. Siento un deseo febril por tu cuerpecito delicioso que me quiero comer entero a besos. Y tú tienes que adorar mi cuerpo, tu gigante”, registró ella una de las frases del mandatario.
Aunque Clara respetaba a Rachele, la esposa de Mussolini, no soportaba la idea de que él tuviera más mujeres. Lo celaba tanto, que en 1938, un año muy agitado para la política europea porque Hitler anexó Austria, y en el que se firmó el acuerdo de Munich que entregaba a la Alemania nazi parte de Checoslovaquia, a Il Duce le tocaba en promedio reportarse cada hora a su amante para comprobar que no estaba con otra. Sobraban motivos para dudar de la fidelidad del hombre.
El mismo Mussolini le confesó a ella que la idea de tener una sola conquista le parecía “inconcebible... Hubo una época en la que tuve 14 mujeres, y me acostaba con tres o cuatro cada noche, una tras otra...eso te dará una idea de mi sexualidad”. Además, en una especie de clase le explicó que “el orgasmo es muy bueno. Agudiza tus pensamientos, y ayuda al cerebro, lo hace fértil y brillante”. Ese apetito se habría desatado desde cuando perdió su virginidad, a los 17 años, con una prostituta, y aumentó en la cúspide del poder cuando le llovían cartas de damas ofreciéndosele. Como explicó al diario británico The Independent Nicholas Farrell, autor de Mussolini: A new life, hacía sus jugadas “a espaldas de Claretta”. El personal de seguridad clasificaba las misivas en mujeres conocidas o desconocidas. Luego el gobernante elegía entre las ‘nuevas’ las que le llamaran la atención para que se las llevaran al Palazzo como “visitantes fascistas”.
En su diario Claretta relata una de sus escenas de celos cuando lo pilló durmiendo con una ex novia llamada Alice de Fonseca Pallottelli, con quien habría tenido dos de sus hijos ilegítimos: “Está bien. Lo hice. No la había visto desde antes de Navidad. No creo que haya cometido un crimen. Sólo estuve 12 minutos con ella”, fue la manera de disculparse de Mussolini. “24 minutos”, lo corrigió ella. “Bien, 24, fue algo rápido. ¿A quién le importa? después de 17 años no hay nada de entusiasmo, es como cuando me acuesto con mi esposa”, concluyó él. En otra oportunidad le juró que nunca había amado a Romilda Ruspi, con quien habría tenido otro hijo: “Sólo fue algo físico, pura atracción sexual. Tenía relaciones con otras en frente de ella”. También le afirmó que durante un fin de semana en la playa la princesa María José de Bélgica, quien llegaría a ser reina de Italia y opositora del fascismo, se le insinuó, pero no pudo seducirlo. “Yo era como de palo. Ni un pelo de mi cuerpo estaba erecto... la encontré repulsiva”.
Sin embargo, el documento no sólo está causando polémica por su contenido sexual, sino porque acaba con la percepción popular de que Mussolini era un títere de Hitler que aprobó leyes contra los judíos por complacerlo. “He sido racista desde 1921. No sé por qué creen que soy un simple imitador de Hitler. Los italianos tendrían que tener más sentido de la raza, para no crear mestizos, que van a estropear nuestra belleza”, son palabras que Claretta pone en su boca, por los días en que salió el Manifiesto della razza, sobre la superioridad de la etnia itálica. Sin embargo, Mussolini reconocía que el líder nazi le agradaba: “Es una persona muy emocional. Cuando me vio hubo lágrimas en sus ojos”. Con el que no le iba muy bien era con Pío XI: “Si siguen así los del Vaticano, voy a romper relaciones con ellos. Prohibí los matrimonios mixtos y ahora el Papa me pide casar a un italiano con una negra”.
A los judíos se refería como “cerdos”, “reptiles”, “carroña”, y dijo que “habría que exterminarlos a todos. Voy a organizar una masacre”. También habló de “confinarlos en una pequeña isla”.
La que no está nada contenta con estas revelaciones es la nieta del fascista, la parlamentaria Alessandra Mussolini, quien ha dicho que “ni una sola palabra del diario es verdad” y que hoy Clara sería acusada de acoso. Pero, según Suttora, de lo que no se puede dudar es de “la autenticidad de los diarios, que fue certificada por el archivo estatal”. Por eso parece difícil controvertir que Il Duce le haya dicho a su amante “nací para ti y terminaré a tu lado”, como ella escribió. Más cuando juntos fueron ejecutados y colgados por los partisanos en abril de 1945.
Semana.com ©2009.
Todos los derechos reservados.
http://www.semana.com/noticias-gente/diario-amante/132331.aspx
Thursday, December 03, 2009
Der Spiegel: In Bett mit Ben
articolo del settimanale tedesco:
26.11.09
Im Bett mit Ben
Alexander Von Smoltczyk
Mussolinis Geliebte Clara Petacci kannte die Geheimnisse des "Duce". Ihr Tagebuch beschreibt einen sexsüchtigen Judenhasser, der Hitler "sehr sympathisch" fand.
Einmal ließ den "Duce" sein kleiner Führer doch im Stich: "Ich war wie aus Holz. Nicht ein Haar hat sich mir aufgestellt", so staunt Benito Mussolini über sich selbst. Dabei tat Maria José di Savoia, Gattin des späteren Königs Umberto II., wirklich alles, um den Chef der italienischen Faschisten am Strand zu verführen. Benito konnte nicht: "Ich war kein Mann, sondern ein Politiker." Armer Potentat.
So soll Mussolini, der 21 Jahre lang Ministerpräsident und "il Duce" war, die Szene jedenfalls hinterher seiner Lebensgeliebten Clara "Claretta" Petacci geschildert haben. Und die schrieb es dann in ihre Tagebücher.
Vergangene Woche sind die erstmals veröffentlicht worden - zum nicht geringen Entsetzen manches Nachgeborenen*. "Diese Frau würde heute wegen Stalkings verurteilt werden", so die Duce-Enkelin Alessandra Mussolini. "Kein Wort" glaube sie von dem, was da über ihren Opa geschrieben stehe.
Die Mussolinis waren noch nie gut zu sprechen auf Claretta Petacci, die einzige Frau, die Mussolini buchstäblich bis zum Tod die Treue gehalten hat.
Ihr Vater war Arzt im Vatikan, sie selbst schwärmte schon als Teenie für den "Duce, mio grandissimo Duce" und wurde mit 19 Jahren seine Geliebte. Nach einer zweijährigen Trennung avancierte sie 1936 zur Haupt- und Dauerkonkubine. Der einzigen mit Anrecht auf Personenschutz, Chauffeur und Zimmer im Palazzo Venezia.
Sie nennt ihn "Ben", er spricht von sich bescheiden als "dein Gigant". Bei Claretta beklagt er sich über die engen Stiefel, die er immer tragen muss. Sie ist seine Vertraute und Beichtmätresse. Ihre Geschichte wurde 1984 verkitscht verfilmt, mit Claudia Cardinale in der Hauptrolle.
Mussolini war vom Sex so besessen wie von der eigenen Macht. Bis zum Tag seiner Absetzung, am 25. Juli 1943, ließ er sich "täglich eine Frau, jeden Nachmittag" liefern, so erinnerte sich sein Kammerdiener Quinto Navarra. Im Gästebuch wurden sie als "faschistische Besucherinnen" geführt.
"Es gab eine Zeit, da hatte ich 14 Frauen und nahm mir 3, 4 jeden Abend, eine nach der anderen." Aber jetzt, mit Claretta, gebe es nur noch sie für ihn: "Amore, warum willst du mir nicht glauben?"
Die Nacht, bevor Österreich am 13. März 1938 ans Deutsche Reich "angeschlossen" wurde, verbringt Mussolini im Wesentlichen damit, Claretta ihre Eifersucht auszureden, mit Erfolg: "Wir machen Liebe wie noch nie, bis er Herzschmerzen hat und danach noch einmal. Dann schläft er erschöpft und selig ein."
Mussolini selbst ist maßlos eifersüchtig und lässt jeden Schritt seiner 29 Jahre jüngeren "bambina" observieren: "Dein köstliches Körperchen soll nur für mich zittern." Die Wartezeit auf ihn vertreibt sich Petacci mit Schreiben. In schneller Schrift füllt sie die Seiten, fast 2000 allein im Jahr 1938. Das Schreiben sei für sie "Therapie" gewesen, so Herausgeber Mauro Suttora, "weil sie ihre Tage nur damit verbringt, für Mussolini zu leben".
Zum großen Teil ist das Bettkantengeplauder, gespickt mit Ausfällen gegen die Mussolini-Gattin Ráchele, ansonsten ein Zeugnis von Sexsucht, Verblendung und Heuchelei. So etwa, als Mussolini unter Tränen die Schrecken des Krieges in Spanien beklagt, wo gerade 150 Kinder unter Luftbomben starben: "Denk nur, ganze Gebäude zerstört, als wären sie aus Pappe." Dabei hatte Italien gerade die Verstärkung der Bombardierungen befohlen.
Es hat in den letzten Jahren einige fragwürdige Veröffentlichungen gegeben, die Mussolini als Getriebenen zeigen, als tragische Gestalt, die von Hitler zur Judenverfolgung genötigt wurde. Auch Petaccis Notizen aus dem Lotterbett räumen mit solchen Legenden auf: "Ich war Rassist seit 1921", so habe ihr Mussolini im August 1938 anvertraut. "Ich weiß nicht, wie sie glauben können, ich würde Hitler nur nachahmen, der war damals noch gar nicht geboren. Man muss den Italienern ein Gefühl für die Rasse geben, damit sie keine Mischlinge hervorbringen, damit sie nicht ruinieren, was schön ist in uns."
Zurückgekehrt von der Münchner Konferenz 1938, ruft er Claretta zu sich: "Der Führer ist sehr sympathisch", so zitiert sie den Duce: "Hitler ist im Grunde ein Gefühlsmensch. Als er mich sah, hatte er Tränen in den Augen. Er hat mich wirklich sehr gern."
Nur dessen Wutanfälle irritierten Mussolini etwas: "Funken sprühten aus seinen Augen, er zitterte, riss sich nur mühsam zusammen. Ich dagegen blieb völlig ruhig." Im Grunde, so Mussolini, habe er die Konferenz gerettet: "Immer war ich es, der sie auf den Punkt zurückgeführt hat, sie verloren sich in der Diskussion. Hitler verehrt mich aufrichtig."
Nach der Konferenz machen beide Urlaub am Strand. Mussolini blättert in französischen Zeitungen und bekommt schlechte Laune: "Diese ekelhaften Juden, man muss sie alle vernichten. Ich werde ein Blutbad anrichten wie einst die Türken. Ich werde sie isolieren und einsperren. Sie werden die stählerne Faust von Mussolini kennenlernen. Es ist an der Zeit, dass die Italiener merken, dass sie nicht mehr von diesen Schlangen ausgebeutet werden dürfen."
Fünf Wochen später lässt er ein weiteres Rassengesetz beschließen, das "Mischehen" für ungültig erklärt. Die Proteste von Papst Pius XI. regen ihn maßlos auf: "Noch nie hat ein Papst der Religion so geschadet wie dieser. Fast die ganze Welt hat er schon verloren." Und: "Er macht unwürdige Sachen. Wie kann er sagen, wir seien den Semiten gleich. Wir haben sie jahrhundertelang bekämpft, wir hassen sie."
Nicht nur der von Petacci kolportierte Satz "Ich bin wie Napoleon" könnte auch von einem seiner Nachfolger stammen. Der eine nennt sich Duce, der andere Cavaliere oder "Papi".
Es ist eine altbekannte und nicht nur italienische Geschichte: kleine große Männer, die ihr Herz zwischen den Beinen tragen, sich mit Showgirls umgeben und letztlich doch nur angezogen sind von allem, was noch mächtiger ist und noch skrupelloser als sie.
Nach seinem Sturz 1943 errichtet Mussolini mit Hitlers Hilfe die Marionettenrepublik von Salò am Gardasee. Carletta bleibt in Rom zurück, nach Flucht und Haft trifft sie ihren Duce im April 1945 wieder, diesmal für immer.
Ihre Tagebücher hat Petacci der Gräfin Rina Cervis anvertraut, aus deren Garten sie 1950 von Carabinieri ausgegraben wurden. Seither wurden sie in einer Schachtel im Staatsarchiv aufbewahrt, freizugeben erst 70 Jahre nach Niederschrift.
Wirklich nur "Mätressengeplapper", wie einige Duce-Experten meinen? Nach dem altrömischen Motto: Sage der Geliebten alles, nur nicht die Wahrheit?
"Über das Liebesgeflüster braucht man natürlich nicht zu reden. Interessant aber sind die angeblichen Aussagen zur Politik", sagt dagegen Lutz Klinkhammer vom Deutschen Historischen Institut in Rom. "Denn weshalb hätte Mussolini hier etwas vortäuschen sollen? Politik interessierte die Petacci nicht. Ihre Notizen etwa zum Antisemitismus des Duce bestätigen im Grunde unsere jüngsten Forschungen."
Als im April 1945 auch die Miniaturrepublik von Salò am Ende war, bot Mussolini seiner Geliebten die Flucht nach Spanien an. Petacci lehnte ab. Wenig später hing sie neben dem Duce kopfüber über dem Piazzale Loreto in Mailand, erschossen von Partisanen. Überliefert ist die Bemerkung einer Passantin: "Das muss man ihr lassen: Schöne Beine hatte sie."
ALEXANDER SMOLTCZYK
* Mauro Suttora (Hg.): "Clara Petacci: 'Mussolini segreto'". Verlag Rizzoli, Mailand; 523 Seiten; 21 Euro.
traduzione inglese:
IN BED WITH BENITO
Sex Diaries Reveal Mussolini's Soft Side
settimanale De Spiegel (Germania), 26.11.2009
By Alexander Smoltczyk
Mussolini's mistress, Clara Petacci, recorded intimate details of her affair with Il Duce in her journal. Her newly published diary reveals Mussolini as a sex-addicted anti-Semite who found Hitler "very likeable" -- and who occasionally suffered from impotence.
On one occasion, Il Duce's little Führer apparently let him down. "It was as if I were made of wood. Not even a hair on my body was erect," Benito Mussolini said in amazement. Maria José di Savoia, the wife of the later King Umberto II, had done absolutely everything in her power to seduce the leader of the Italian fascists on the beach. But Benito simply couldn't rise to the occasion. "I wasn't a man, but a politician," he said.
This, at least, was the way Mussolini, who was prime minister of Italy for 21 years and was known as "Il Duce," later described the scene to his mistress Clara "Claretta" Petacci, who then recorded his words in her diaries.
Those diaries were published for the first time last week, to the considerable consternation of one of Mussolini's descendents. "This woman would be convicted of stalking today," says Alessandra Mussolini, Il Duce's granddaughter. She insists that "not a word" of what Petacci wrote about her grandfather is true.
'Your Giant'
The Mussolinis never had a very high opinion of Petacci, the only woman who was faithful to Mussolini literally to the bitter end.
Her father was a doctor at the Vatican, and as a teenager she rhapsodized about the "Duce, mio grandissimo Duce." She became his mistress at 19. In 1936, after a two-year separation, she became Mussolini's principal and permanent concubine, the only one who was entitled to bodyguards, a chauffeur and quarters at the Palazzo Venezia.
She called him "Ben," and he referred to himself, none too modestly, as "your giant." He would complain to Claretta, his confidante, about the tight boots he always had to wear. A sentimentalized version of her story was made into a film in 1984, with Claudia Cardinale as the lead.
Mussolini was as obsessed with sex as he was with his own power. Until the day of his removal from power, July 25, 1943, he had "a woman brought to him every day, every afternoon," as his valet Quinto Navarra recalls. The women were recorded in the guest book as "fascist visitors."
"There was a time when I had 14 women and took three or four them every evening, one after the other," Mussolini said. But now, he insisted, Claretta was the only one. "Amore," he said, "why do you refuse to believe me?"
Mussolini spent much of the night before March 13, 1938, when Austria was annexed into the German Reich in the Anschluss, trying to persuade Claretta not to be jealous, and his efforts were successful. As she wrote: "We make love as we have never made love before, until he has heart pain, and then we do it again. Then he falls asleep, exhausted and blissful."
'Your Precious Little Body Shall Only Tremble for Me'
Mussolini himself was intensely jealous and had his "bambina's" every movement observed. "Your precious little body shall only tremble for me," he told Claretta, who was 29 years his junior. Petacci wrote to pass the time she spent waiting for him. She wrote quickly and copiously, writing almost 2,000 pages in 1938 alone. Writing was "therapy" for Petacci, according to publisher Mauro Suttora, "because she spent her days doing nothing but living for Mussolini."
For the most part, however, the pillow talk Petacci describes, interspersed with diatribes against Mussolini's wife Ráchele, is a record of sex addiction, infatuation and hypocrisy. In one instance, for example, Mussolini weeps as he describes the horrors of the war in Spain, where 150 children had just been killed during an air raid. "Just think, entire buildings destroyed, as if they were made of cardboard." But Italy had just ordered the intensification of the bombing.
There have been several questionable publications in recent years that portray Mussolini as a driven man, a tragic figure coerced into persecuting the Jews by Hitler. But Petacci's notes from their love nest leave little doubt that Mussolini was anti-Semitic through and through. "I have been a racist since 1921," Mussolini confided to Petacci in August 1938. "I don't know how they can believe that I am merely imitating Hitler, who wasn't even born at the time. One must give the Italians a sense of race, so that they don't produce any mongrels, so that they don't ruin what is beautiful in us."
'Hitler Really Likes Me a Lot'
After returning from the Munich Conference in 1938, he summoned Claretta. "The Führer is very likeable," Il Duce told his mistress. "Hitler is an emotional person at heart. When he saw me, there were tears in his eyes. He really likes me a lot."
Mussolini was, however, somewhat irritated by Hitler's fits of rage. "Sparks flew from his eyes, his body was shaking and he could only pull himself together with difficulty. I, on the other hand, remained completely calm." In Mussolini's opinion, it was he who had saved the conference. "I was always the one who brought them back to the matter at hand, they got lost in discussion. Hitler sincerely adores me."
After the conference, Mussolini and Petacci went on a vacation to the beach. Mussolini, while flipping through French newspapers, suddenly got into a bad mood. "These disgusting Jews, they should all be destroyed," he said. "I will create a bloodbath the way the Turks once did. I will isolate them and imprison them. They will come to know the steel fist of Mussolini. It is time that the Italians realize that can no longer exploited by these snakes."
Five weeks later, he had pushed through a new race law that declared "mixed marriages" invalid. When Pope Pius XI objected, he became enraged. "Never before has a pope done so much harm to religion as this one. He has already lost almost the entire world." And, he continued, "he does dishonorable things. How can he say that we are the same as the Semites? We have fought with them for hundreds of years, and we hate them."
It is an age-old story and not one that is exclusive to Italy: The story of short, powerful men who wear their hearts between their legs, surround themselves with showgirls and, in the end, are only attracted by anything that is even more powerful and unscrupulous than they are. One sentence that Petacci attributed to Mussolini, "I am like Napoleon," could just as easily have been uttered by one of his modern-day successors, someone who likes to be called, not il Duce, but il Cavaliere or "Papi."
Sweet Nothings
After he was deposed in 1943, Mussolini, with Hitler's help, established the puppet state of the Republic of Salò on Lake Garda. Carletta remained behind in Rome, but the couple eventually reunited and, after fleeing and being arrested by Italian partisans, she and Il Duce were executed together in April 1945.
Petacci entrusted her diaries to the countess Rina Cervis. In 1950 the police unearthed them from where they had been hidden in the countess's garden. After that, they were kept in a box in the national archive, not to be released until 70 years after they had been written.
But was it truly just "pillow talk," as some Il Duce experts contend? And, in Petacci's case, did the old Roman saying hold true: Tell your lover everything, just not the truth?
"Of course, the sweet nothings aren't worth discussing. But the supposed remarks on politics are interesting," says Lutz Klinkhammer of the German Historical Institute in Rome. "When it came to politics, why would Mussolini want to hide anything from her?" he asks. "Petacci wasn't interested in politics. For instance, her notes on Il Duce's anti-Semitism essentially confirm the conclusions of our most recent research."
When the miniature Salò Republic came to an end in April 1945, Mussolini offered his mistress the option of fleeing to Spain, but Petacci declined. A short time later, she was hanging upside-down next to Il Duce above the Piazzale Loreto in Milan, shot by partisans. A passerby is believed to have said: "One thing you can say for her: She did have nice legs."
Translated from the German by Christopher Sultan
© SPIEGEL 2009
All Rights Reserved
Reproduction only allowed with the permission of SPIEGELnet GmbH
traduzione portoghese:
Diários sexuais revelam o lado suave de Mussolini
Alexander Smoltczyk
"Il Duce" Os diários da amante Carla Petacci, recém-publicados, revelam um Mussolini viciado
em sexo e antissemita, que achava Hitler "muito agradável" - e ocasionalmente sofria de impotência
Leia outras reportagens do UOL Internacional
A amante de Mussolini, Clara Petacci, registrou detalhes íntimos do seu relacionamento com "Il Duce" no seu diário. Os diários dela, recém-publicados, revelam Mussolini como sendo um viciado em sexo e antissemita que achava Hitler "muito agradável" - e que ocasionalmente sofria de impotência.
Em determinada ocasião, o "pequeno Führer" de Il Duce aparentemente o deixou na mão. "Era como se eu fosse feito de madeira. Nem um só pelo do meu corpo ficou ereto", disse Benito Mussolini, surpreso. Maria José di Savoia, a mulher do rei Umberto 2º, fez tudo o que pode para seduzir o líder dos fascistas italianos na praia. Mas Benito simplesmente não foi capaz de corresponder às iniciativas de Maria José. "Eu não era um homem, mas sim um político", disse ele.
Pelo menos foi dessa forma que Mussolini, que foi o primeiro-ministro da Itália durante 21 anos e que era conhecido como "Il Duce", descreveu mais tarde a cena para a sua amante Clara "Claretta" Petacci, que a seguir registrou as palavras dele no seu diário.
Esses diários foram publicados pela primeira vez na semana passada, provocando uma consternação considerável em um dos descendentes de Mussolini. "Hoje em dia essa mulher seria condenada por espreitar os outros", afirma Alessandra Mussolini, neta de Il Duce. Ela insiste que "nem uma só palavra" escrita por Petacci sobre o seu avô é verdadeira.
"O seu gigante"
Os Mussolini nunca tiveram muita simpatia por Petacci, a única mulher que foi fiel a Mussolini literalmente até o final amargo.
O pai dela era um médico do Vaticano, e, quando adolescente, ela escrevia poemas sobre o "Duce, mio grandissimo Duce". Ela tornou-se amante dele aos 19 anos. Em 1936, após uma separação de dois anos, ela tornou-se a principal e permanente concubina de Mussolini, a única que tinha direito a guarda-costas, um motorista e aposentos no Palazzo Venezia.
Ela o chamava de "Ben", e ele referia-se a si próprio, de forma nada modesta, como "o seu gigante". Diante de Claretta, sua confidente, ele reclamava das botas apertadas que tinha que usar sempre. Uma versão sentimentalizada da história dela foi transformada em filme em 1984, tendo Claudia Cardinale no papel principal.
Mussolini tinha tanta obsessão por sexo quanto pelo seu próprio poder. Até o dia da sua remoção do poder, 25 de julho de 1943, "todas as tardes uma mulher era trazida para ele", recorda-se o seu criado, Quinto Navarra. As mulheres eram registradas no livro de hóspedes como "visitantes fascistas".
"Houve ocasiões em que eu tive 14 mulheres, e pegava três ou quatro delas todas as noites, uma após a outra", disse Mussolini. Mas agora, insistiu ele, Claretta era a única. "Amore", disse ele. "Por que você se recusa a acreditar em mim?".
Mussolini passou grande parte da noite anterior a 13 de março de 1938, quando a Áustria foi anexada ao Reich alemão no Anschluss, tentando persuadir Claretta a não ser ciumenta, e os seus esforços tiveram sucesso. Ela escreveu: "Nós fizemos amor como nunca antes, até ele sentir dor no coração, e depois fizemos de novo. Depois disso ele adormeceu, exausto e feliz".
"O seu precioso corpinho só tremerá para mim"
O próprio Mussolini era altamente ciumento e certificava-se de que cada movimento da sua "bambina" fosse observado. "O seu precioso corpinho só tremerá para mim", disse ele a Claretta, que era 29 anos mais nova do que ele. Petacci escreveu para passar o tempo que ficava esperando por ele. Ela escrevia rápida e abundantemente, tendo redigido quase 2.000 páginas só em 1938. Escrever era uma "terapia" para Petacci, segundo o editor Mauro Suttora, "porque ela passava os dias sem fazer nada, a não ser viver para Mussolini".
Entretanto, em sua maioria as conversas de alcova registradas por Petacci, intercaladas de críticas à mulher de Mussolini, Ráchele, são um registro de vício em sexo, paixão inconsequente e hipocrisia. Em uma ocasião, por exemplo, Mussolini chora ao descrever os horrores da guerra na Espanha, onde 150 crianças tinham acabado de ser mortas em um bombardeio aéreo. "Imagine só, prédios inteiros destruídos, como se fossem feitos de papelão". Mas a Itália havia ordenado a intensificação do bombardeio.
Houve várias publicações questionáveis nos últimos anos descrevendo Mussolini como um homem induzido, uma figura trágica que foi obrigada por Hitler a perseguir os judeus. Mas as notas de alcova de Petacci deixam pouca dúvida de que Mussolini era um completo antissemita. "Eu sou racista desde 1921", confidenciou Mussolini a Petacci em agosto de 1938. "Eu não sei como eles podem acreditar que estou simplesmente imitando Hitler, que naquela época não tinha sequer nascido. É preciso dar aos italianos um senso de raça, de forma que eles não produzam mestiços, e não arruínem aquilo que há de belo em nós".
"Hitler realmente gosta muito de mim"
Após retornar da Conferência de Munique em 1938, ele declarou a Claretta. "O Führer é muito agradável", disse Il Duce à sua amante. "Hitler é no fundo uma pessoa emotiva. Quando ele me viu, brotaram lágrimas dos seus olhos. Ele realmente gosta muito de mim".
No entanto, Mussolini ficava meio irritado com as explosões de fúria de Hitler. "Centelhas saíram dos olhos dele, o seu corpo tremia, e ele só conseguiu se controlar com dificuldade. Eu, por outro lado, permaneci completamente calmo". Na opinião de Mussolini, foi ele que salvou a conferência. "Fui eu que os trouxe de volta à questão pertinente. Eles se perderam na discussão. Hitler sinceramente me adora".
Depois da conferência, Mussolini e Petacci tiraram férias em uma praia. Mussolini, enquanto folheava jornais franceses, ficou de repente de mau humor. "Esses judeus repulsivos... Eles deveriam ser todos destruídos", disse Mussolini. "Eu criarei um banho de sangue da mesma forma que os turcos fizeram. Eu os isolarei e os aprisionarei. Eles conhecerão o punho de ferro de Mussolini. É hora de os italianos perceberem que não podem mais ser explorados por essas serpentes".
Cinco semanas depois, ele colocou em vigor uma nova lei racial que declarava os "casamentos mistos" inválidos. Quando o papa Pio 11 fez objeções, Mussolini ficou furioso. "Nunca antes um papa prejudicou tanto a religião. Ele já perdeu quase o mundo inteiro". E Mussolini continuou: "Ele faz coisas desonrosas. Como ele pode dizer que nós e os semitas somos iguais? Nós lutamos contra eles durante centenas de anos, e os odiamos".
Essa é uma história antiga, e que não é exclusiva da Itália: a história de homens baixos e poderosos que têm o coração entre as pernas, cercam-se de garotas de cabaré e, no final, só sentem atração por coisas que são ainda mais poderosas e inescrupulosas do que eles. Uma sentença que Petacci atribuiu a Mussolini, "Eu sou como Napoleão", poderia muito bem ter sido proferida por um dos seus sucessores modernos, alguém que gosta de ser chamado, não de Il Duce, mas de Il Cavaliere ou "Papi".
Doces nulidades
Após ter sido deposto em 1943, Mussolini, com o auxílio de Hitler, criou o Estado fantoche da República de Salò, no Lago Garda. Carletta ficou para trás, em Roma, mas o casal acabou se reunindo e, após fugirem e serem presos por militantes italianos, ela e Il Duce foram executados juntos em abril de 1945.
Petacci entregou os seus diários à condessa Rina Cervis. Em 1950, a polícia os desenterrou no lugar onde tinham sido escondidos, no jardim da condessa. Depois disso, eles foram mantidos em uma caixa no arquivo nacional, e só foram divulgados 70 anos após terem sido redigidos.
Mas será que os registros não passam de "conversas de alcova", como alegam alguns especialistas em Il Duce? E, no caso de Petacci, será que o velho ditado romano se aplica? "Diga à sua amante tudo, e não apenas a verdade".
"É claro que não vale a pena discutir as doces nulidades. Mas as supostas observações sobre politica são interessantes", afirma Lutz Klinkhammer, do Instituto Histórico Alemão em Roma. "Quando se trata de política, por que Mussolini desejaria esconder tudo dela?" questiona Klinkhammer. "Pettaci não estava interessada em política. Por exemplo, as anotações dela sobre o antissemitismo de Il Duce basicamente confirmam as conclusões das nossas mais recentes pesquisas".
Quando a minúscula República Salò chegou ao fim, em abril de 1945, Mussolini ofereceu à sua amante a opção de fugir para a Espanha, mas Petacci recusou. Pouco tempo depois, ela estava pendurada de cabeça para baixo, ao lado de Il Duce, sobre a Piazzale Loreto, em Milão, tendo sido fuzilada por militantes. Um homem que estava no local teria dito: "Uma coisa pode ser afirmada a respeito dela: ela tinha belas pernas".
Tradução: UOL
26.11.09
Im Bett mit Ben
Alexander Von Smoltczyk
Mussolinis Geliebte Clara Petacci kannte die Geheimnisse des "Duce". Ihr Tagebuch beschreibt einen sexsüchtigen Judenhasser, der Hitler "sehr sympathisch" fand.
Einmal ließ den "Duce" sein kleiner Führer doch im Stich: "Ich war wie aus Holz. Nicht ein Haar hat sich mir aufgestellt", so staunt Benito Mussolini über sich selbst. Dabei tat Maria José di Savoia, Gattin des späteren Königs Umberto II., wirklich alles, um den Chef der italienischen Faschisten am Strand zu verführen. Benito konnte nicht: "Ich war kein Mann, sondern ein Politiker." Armer Potentat.
So soll Mussolini, der 21 Jahre lang Ministerpräsident und "il Duce" war, die Szene jedenfalls hinterher seiner Lebensgeliebten Clara "Claretta" Petacci geschildert haben. Und die schrieb es dann in ihre Tagebücher.
Vergangene Woche sind die erstmals veröffentlicht worden - zum nicht geringen Entsetzen manches Nachgeborenen*. "Diese Frau würde heute wegen Stalkings verurteilt werden", so die Duce-Enkelin Alessandra Mussolini. "Kein Wort" glaube sie von dem, was da über ihren Opa geschrieben stehe.
Die Mussolinis waren noch nie gut zu sprechen auf Claretta Petacci, die einzige Frau, die Mussolini buchstäblich bis zum Tod die Treue gehalten hat.
Ihr Vater war Arzt im Vatikan, sie selbst schwärmte schon als Teenie für den "Duce, mio grandissimo Duce" und wurde mit 19 Jahren seine Geliebte. Nach einer zweijährigen Trennung avancierte sie 1936 zur Haupt- und Dauerkonkubine. Der einzigen mit Anrecht auf Personenschutz, Chauffeur und Zimmer im Palazzo Venezia.
Sie nennt ihn "Ben", er spricht von sich bescheiden als "dein Gigant". Bei Claretta beklagt er sich über die engen Stiefel, die er immer tragen muss. Sie ist seine Vertraute und Beichtmätresse. Ihre Geschichte wurde 1984 verkitscht verfilmt, mit Claudia Cardinale in der Hauptrolle.
Mussolini war vom Sex so besessen wie von der eigenen Macht. Bis zum Tag seiner Absetzung, am 25. Juli 1943, ließ er sich "täglich eine Frau, jeden Nachmittag" liefern, so erinnerte sich sein Kammerdiener Quinto Navarra. Im Gästebuch wurden sie als "faschistische Besucherinnen" geführt.
"Es gab eine Zeit, da hatte ich 14 Frauen und nahm mir 3, 4 jeden Abend, eine nach der anderen." Aber jetzt, mit Claretta, gebe es nur noch sie für ihn: "Amore, warum willst du mir nicht glauben?"
Die Nacht, bevor Österreich am 13. März 1938 ans Deutsche Reich "angeschlossen" wurde, verbringt Mussolini im Wesentlichen damit, Claretta ihre Eifersucht auszureden, mit Erfolg: "Wir machen Liebe wie noch nie, bis er Herzschmerzen hat und danach noch einmal. Dann schläft er erschöpft und selig ein."
Mussolini selbst ist maßlos eifersüchtig und lässt jeden Schritt seiner 29 Jahre jüngeren "bambina" observieren: "Dein köstliches Körperchen soll nur für mich zittern." Die Wartezeit auf ihn vertreibt sich Petacci mit Schreiben. In schneller Schrift füllt sie die Seiten, fast 2000 allein im Jahr 1938. Das Schreiben sei für sie "Therapie" gewesen, so Herausgeber Mauro Suttora, "weil sie ihre Tage nur damit verbringt, für Mussolini zu leben".
Zum großen Teil ist das Bettkantengeplauder, gespickt mit Ausfällen gegen die Mussolini-Gattin Ráchele, ansonsten ein Zeugnis von Sexsucht, Verblendung und Heuchelei. So etwa, als Mussolini unter Tränen die Schrecken des Krieges in Spanien beklagt, wo gerade 150 Kinder unter Luftbomben starben: "Denk nur, ganze Gebäude zerstört, als wären sie aus Pappe." Dabei hatte Italien gerade die Verstärkung der Bombardierungen befohlen.
Es hat in den letzten Jahren einige fragwürdige Veröffentlichungen gegeben, die Mussolini als Getriebenen zeigen, als tragische Gestalt, die von Hitler zur Judenverfolgung genötigt wurde. Auch Petaccis Notizen aus dem Lotterbett räumen mit solchen Legenden auf: "Ich war Rassist seit 1921", so habe ihr Mussolini im August 1938 anvertraut. "Ich weiß nicht, wie sie glauben können, ich würde Hitler nur nachahmen, der war damals noch gar nicht geboren. Man muss den Italienern ein Gefühl für die Rasse geben, damit sie keine Mischlinge hervorbringen, damit sie nicht ruinieren, was schön ist in uns."
Zurückgekehrt von der Münchner Konferenz 1938, ruft er Claretta zu sich: "Der Führer ist sehr sympathisch", so zitiert sie den Duce: "Hitler ist im Grunde ein Gefühlsmensch. Als er mich sah, hatte er Tränen in den Augen. Er hat mich wirklich sehr gern."
Nur dessen Wutanfälle irritierten Mussolini etwas: "Funken sprühten aus seinen Augen, er zitterte, riss sich nur mühsam zusammen. Ich dagegen blieb völlig ruhig." Im Grunde, so Mussolini, habe er die Konferenz gerettet: "Immer war ich es, der sie auf den Punkt zurückgeführt hat, sie verloren sich in der Diskussion. Hitler verehrt mich aufrichtig."
Nach der Konferenz machen beide Urlaub am Strand. Mussolini blättert in französischen Zeitungen und bekommt schlechte Laune: "Diese ekelhaften Juden, man muss sie alle vernichten. Ich werde ein Blutbad anrichten wie einst die Türken. Ich werde sie isolieren und einsperren. Sie werden die stählerne Faust von Mussolini kennenlernen. Es ist an der Zeit, dass die Italiener merken, dass sie nicht mehr von diesen Schlangen ausgebeutet werden dürfen."
Fünf Wochen später lässt er ein weiteres Rassengesetz beschließen, das "Mischehen" für ungültig erklärt. Die Proteste von Papst Pius XI. regen ihn maßlos auf: "Noch nie hat ein Papst der Religion so geschadet wie dieser. Fast die ganze Welt hat er schon verloren." Und: "Er macht unwürdige Sachen. Wie kann er sagen, wir seien den Semiten gleich. Wir haben sie jahrhundertelang bekämpft, wir hassen sie."
Nicht nur der von Petacci kolportierte Satz "Ich bin wie Napoleon" könnte auch von einem seiner Nachfolger stammen. Der eine nennt sich Duce, der andere Cavaliere oder "Papi".
Es ist eine altbekannte und nicht nur italienische Geschichte: kleine große Männer, die ihr Herz zwischen den Beinen tragen, sich mit Showgirls umgeben und letztlich doch nur angezogen sind von allem, was noch mächtiger ist und noch skrupelloser als sie.
Nach seinem Sturz 1943 errichtet Mussolini mit Hitlers Hilfe die Marionettenrepublik von Salò am Gardasee. Carletta bleibt in Rom zurück, nach Flucht und Haft trifft sie ihren Duce im April 1945 wieder, diesmal für immer.
Ihre Tagebücher hat Petacci der Gräfin Rina Cervis anvertraut, aus deren Garten sie 1950 von Carabinieri ausgegraben wurden. Seither wurden sie in einer Schachtel im Staatsarchiv aufbewahrt, freizugeben erst 70 Jahre nach Niederschrift.
Wirklich nur "Mätressengeplapper", wie einige Duce-Experten meinen? Nach dem altrömischen Motto: Sage der Geliebten alles, nur nicht die Wahrheit?
"Über das Liebesgeflüster braucht man natürlich nicht zu reden. Interessant aber sind die angeblichen Aussagen zur Politik", sagt dagegen Lutz Klinkhammer vom Deutschen Historischen Institut in Rom. "Denn weshalb hätte Mussolini hier etwas vortäuschen sollen? Politik interessierte die Petacci nicht. Ihre Notizen etwa zum Antisemitismus des Duce bestätigen im Grunde unsere jüngsten Forschungen."
Als im April 1945 auch die Miniaturrepublik von Salò am Ende war, bot Mussolini seiner Geliebten die Flucht nach Spanien an. Petacci lehnte ab. Wenig später hing sie neben dem Duce kopfüber über dem Piazzale Loreto in Mailand, erschossen von Partisanen. Überliefert ist die Bemerkung einer Passantin: "Das muss man ihr lassen: Schöne Beine hatte sie."
ALEXANDER SMOLTCZYK
* Mauro Suttora (Hg.): "Clara Petacci: 'Mussolini segreto'". Verlag Rizzoli, Mailand; 523 Seiten; 21 Euro.
traduzione inglese:
IN BED WITH BENITO
Sex Diaries Reveal Mussolini's Soft Side
settimanale De Spiegel (Germania), 26.11.2009
By Alexander Smoltczyk
Mussolini's mistress, Clara Petacci, recorded intimate details of her affair with Il Duce in her journal. Her newly published diary reveals Mussolini as a sex-addicted anti-Semite who found Hitler "very likeable" -- and who occasionally suffered from impotence.
On one occasion, Il Duce's little Führer apparently let him down. "It was as if I were made of wood. Not even a hair on my body was erect," Benito Mussolini said in amazement. Maria José di Savoia, the wife of the later King Umberto II, had done absolutely everything in her power to seduce the leader of the Italian fascists on the beach. But Benito simply couldn't rise to the occasion. "I wasn't a man, but a politician," he said.
This, at least, was the way Mussolini, who was prime minister of Italy for 21 years and was known as "Il Duce," later described the scene to his mistress Clara "Claretta" Petacci, who then recorded his words in her diaries.
Those diaries were published for the first time last week, to the considerable consternation of one of Mussolini's descendents. "This woman would be convicted of stalking today," says Alessandra Mussolini, Il Duce's granddaughter. She insists that "not a word" of what Petacci wrote about her grandfather is true.
'Your Giant'
The Mussolinis never had a very high opinion of Petacci, the only woman who was faithful to Mussolini literally to the bitter end.
Her father was a doctor at the Vatican, and as a teenager she rhapsodized about the "Duce, mio grandissimo Duce." She became his mistress at 19. In 1936, after a two-year separation, she became Mussolini's principal and permanent concubine, the only one who was entitled to bodyguards, a chauffeur and quarters at the Palazzo Venezia.
She called him "Ben," and he referred to himself, none too modestly, as "your giant." He would complain to Claretta, his confidante, about the tight boots he always had to wear. A sentimentalized version of her story was made into a film in 1984, with Claudia Cardinale as the lead.
Mussolini was as obsessed with sex as he was with his own power. Until the day of his removal from power, July 25, 1943, he had "a woman brought to him every day, every afternoon," as his valet Quinto Navarra recalls. The women were recorded in the guest book as "fascist visitors."
"There was a time when I had 14 women and took three or four them every evening, one after the other," Mussolini said. But now, he insisted, Claretta was the only one. "Amore," he said, "why do you refuse to believe me?"
Mussolini spent much of the night before March 13, 1938, when Austria was annexed into the German Reich in the Anschluss, trying to persuade Claretta not to be jealous, and his efforts were successful. As she wrote: "We make love as we have never made love before, until he has heart pain, and then we do it again. Then he falls asleep, exhausted and blissful."
'Your Precious Little Body Shall Only Tremble for Me'
Mussolini himself was intensely jealous and had his "bambina's" every movement observed. "Your precious little body shall only tremble for me," he told Claretta, who was 29 years his junior. Petacci wrote to pass the time she spent waiting for him. She wrote quickly and copiously, writing almost 2,000 pages in 1938 alone. Writing was "therapy" for Petacci, according to publisher Mauro Suttora, "because she spent her days doing nothing but living for Mussolini."
For the most part, however, the pillow talk Petacci describes, interspersed with diatribes against Mussolini's wife Ráchele, is a record of sex addiction, infatuation and hypocrisy. In one instance, for example, Mussolini weeps as he describes the horrors of the war in Spain, where 150 children had just been killed during an air raid. "Just think, entire buildings destroyed, as if they were made of cardboard." But Italy had just ordered the intensification of the bombing.
There have been several questionable publications in recent years that portray Mussolini as a driven man, a tragic figure coerced into persecuting the Jews by Hitler. But Petacci's notes from their love nest leave little doubt that Mussolini was anti-Semitic through and through. "I have been a racist since 1921," Mussolini confided to Petacci in August 1938. "I don't know how they can believe that I am merely imitating Hitler, who wasn't even born at the time. One must give the Italians a sense of race, so that they don't produce any mongrels, so that they don't ruin what is beautiful in us."
'Hitler Really Likes Me a Lot'
After returning from the Munich Conference in 1938, he summoned Claretta. "The Führer is very likeable," Il Duce told his mistress. "Hitler is an emotional person at heart. When he saw me, there were tears in his eyes. He really likes me a lot."
Mussolini was, however, somewhat irritated by Hitler's fits of rage. "Sparks flew from his eyes, his body was shaking and he could only pull himself together with difficulty. I, on the other hand, remained completely calm." In Mussolini's opinion, it was he who had saved the conference. "I was always the one who brought them back to the matter at hand, they got lost in discussion. Hitler sincerely adores me."
After the conference, Mussolini and Petacci went on a vacation to the beach. Mussolini, while flipping through French newspapers, suddenly got into a bad mood. "These disgusting Jews, they should all be destroyed," he said. "I will create a bloodbath the way the Turks once did. I will isolate them and imprison them. They will come to know the steel fist of Mussolini. It is time that the Italians realize that can no longer exploited by these snakes."
Five weeks later, he had pushed through a new race law that declared "mixed marriages" invalid. When Pope Pius XI objected, he became enraged. "Never before has a pope done so much harm to religion as this one. He has already lost almost the entire world." And, he continued, "he does dishonorable things. How can he say that we are the same as the Semites? We have fought with them for hundreds of years, and we hate them."
It is an age-old story and not one that is exclusive to Italy: The story of short, powerful men who wear their hearts between their legs, surround themselves with showgirls and, in the end, are only attracted by anything that is even more powerful and unscrupulous than they are. One sentence that Petacci attributed to Mussolini, "I am like Napoleon," could just as easily have been uttered by one of his modern-day successors, someone who likes to be called, not il Duce, but il Cavaliere or "Papi."
Sweet Nothings
After he was deposed in 1943, Mussolini, with Hitler's help, established the puppet state of the Republic of Salò on Lake Garda. Carletta remained behind in Rome, but the couple eventually reunited and, after fleeing and being arrested by Italian partisans, she and Il Duce were executed together in April 1945.
Petacci entrusted her diaries to the countess Rina Cervis. In 1950 the police unearthed them from where they had been hidden in the countess's garden. After that, they were kept in a box in the national archive, not to be released until 70 years after they had been written.
But was it truly just "pillow talk," as some Il Duce experts contend? And, in Petacci's case, did the old Roman saying hold true: Tell your lover everything, just not the truth?
"Of course, the sweet nothings aren't worth discussing. But the supposed remarks on politics are interesting," says Lutz Klinkhammer of the German Historical Institute in Rome. "When it came to politics, why would Mussolini want to hide anything from her?" he asks. "Petacci wasn't interested in politics. For instance, her notes on Il Duce's anti-Semitism essentially confirm the conclusions of our most recent research."
When the miniature Salò Republic came to an end in April 1945, Mussolini offered his mistress the option of fleeing to Spain, but Petacci declined. A short time later, she was hanging upside-down next to Il Duce above the Piazzale Loreto in Milan, shot by partisans. A passerby is believed to have said: "One thing you can say for her: She did have nice legs."
Translated from the German by Christopher Sultan
© SPIEGEL 2009
All Rights Reserved
Reproduction only allowed with the permission of SPIEGELnet GmbH
traduzione portoghese:
Diários sexuais revelam o lado suave de Mussolini
Alexander Smoltczyk
"Il Duce" Os diários da amante Carla Petacci, recém-publicados, revelam um Mussolini viciado
em sexo e antissemita, que achava Hitler "muito agradável" - e ocasionalmente sofria de impotência
Leia outras reportagens do UOL Internacional
A amante de Mussolini, Clara Petacci, registrou detalhes íntimos do seu relacionamento com "Il Duce" no seu diário. Os diários dela, recém-publicados, revelam Mussolini como sendo um viciado em sexo e antissemita que achava Hitler "muito agradável" - e que ocasionalmente sofria de impotência.
Em determinada ocasião, o "pequeno Führer" de Il Duce aparentemente o deixou na mão. "Era como se eu fosse feito de madeira. Nem um só pelo do meu corpo ficou ereto", disse Benito Mussolini, surpreso. Maria José di Savoia, a mulher do rei Umberto 2º, fez tudo o que pode para seduzir o líder dos fascistas italianos na praia. Mas Benito simplesmente não foi capaz de corresponder às iniciativas de Maria José. "Eu não era um homem, mas sim um político", disse ele.
Pelo menos foi dessa forma que Mussolini, que foi o primeiro-ministro da Itália durante 21 anos e que era conhecido como "Il Duce", descreveu mais tarde a cena para a sua amante Clara "Claretta" Petacci, que a seguir registrou as palavras dele no seu diário.
Esses diários foram publicados pela primeira vez na semana passada, provocando uma consternação considerável em um dos descendentes de Mussolini. "Hoje em dia essa mulher seria condenada por espreitar os outros", afirma Alessandra Mussolini, neta de Il Duce. Ela insiste que "nem uma só palavra" escrita por Petacci sobre o seu avô é verdadeira.
"O seu gigante"
Os Mussolini nunca tiveram muita simpatia por Petacci, a única mulher que foi fiel a Mussolini literalmente até o final amargo.
O pai dela era um médico do Vaticano, e, quando adolescente, ela escrevia poemas sobre o "Duce, mio grandissimo Duce". Ela tornou-se amante dele aos 19 anos. Em 1936, após uma separação de dois anos, ela tornou-se a principal e permanente concubina de Mussolini, a única que tinha direito a guarda-costas, um motorista e aposentos no Palazzo Venezia.
Ela o chamava de "Ben", e ele referia-se a si próprio, de forma nada modesta, como "o seu gigante". Diante de Claretta, sua confidente, ele reclamava das botas apertadas que tinha que usar sempre. Uma versão sentimentalizada da história dela foi transformada em filme em 1984, tendo Claudia Cardinale no papel principal.
Mussolini tinha tanta obsessão por sexo quanto pelo seu próprio poder. Até o dia da sua remoção do poder, 25 de julho de 1943, "todas as tardes uma mulher era trazida para ele", recorda-se o seu criado, Quinto Navarra. As mulheres eram registradas no livro de hóspedes como "visitantes fascistas".
"Houve ocasiões em que eu tive 14 mulheres, e pegava três ou quatro delas todas as noites, uma após a outra", disse Mussolini. Mas agora, insistiu ele, Claretta era a única. "Amore", disse ele. "Por que você se recusa a acreditar em mim?".
Mussolini passou grande parte da noite anterior a 13 de março de 1938, quando a Áustria foi anexada ao Reich alemão no Anschluss, tentando persuadir Claretta a não ser ciumenta, e os seus esforços tiveram sucesso. Ela escreveu: "Nós fizemos amor como nunca antes, até ele sentir dor no coração, e depois fizemos de novo. Depois disso ele adormeceu, exausto e feliz".
"O seu precioso corpinho só tremerá para mim"
O próprio Mussolini era altamente ciumento e certificava-se de que cada movimento da sua "bambina" fosse observado. "O seu precioso corpinho só tremerá para mim", disse ele a Claretta, que era 29 anos mais nova do que ele. Petacci escreveu para passar o tempo que ficava esperando por ele. Ela escrevia rápida e abundantemente, tendo redigido quase 2.000 páginas só em 1938. Escrever era uma "terapia" para Petacci, segundo o editor Mauro Suttora, "porque ela passava os dias sem fazer nada, a não ser viver para Mussolini".
Entretanto, em sua maioria as conversas de alcova registradas por Petacci, intercaladas de críticas à mulher de Mussolini, Ráchele, são um registro de vício em sexo, paixão inconsequente e hipocrisia. Em uma ocasião, por exemplo, Mussolini chora ao descrever os horrores da guerra na Espanha, onde 150 crianças tinham acabado de ser mortas em um bombardeio aéreo. "Imagine só, prédios inteiros destruídos, como se fossem feitos de papelão". Mas a Itália havia ordenado a intensificação do bombardeio.
Houve várias publicações questionáveis nos últimos anos descrevendo Mussolini como um homem induzido, uma figura trágica que foi obrigada por Hitler a perseguir os judeus. Mas as notas de alcova de Petacci deixam pouca dúvida de que Mussolini era um completo antissemita. "Eu sou racista desde 1921", confidenciou Mussolini a Petacci em agosto de 1938. "Eu não sei como eles podem acreditar que estou simplesmente imitando Hitler, que naquela época não tinha sequer nascido. É preciso dar aos italianos um senso de raça, de forma que eles não produzam mestiços, e não arruínem aquilo que há de belo em nós".
"Hitler realmente gosta muito de mim"
Após retornar da Conferência de Munique em 1938, ele declarou a Claretta. "O Führer é muito agradável", disse Il Duce à sua amante. "Hitler é no fundo uma pessoa emotiva. Quando ele me viu, brotaram lágrimas dos seus olhos. Ele realmente gosta muito de mim".
No entanto, Mussolini ficava meio irritado com as explosões de fúria de Hitler. "Centelhas saíram dos olhos dele, o seu corpo tremia, e ele só conseguiu se controlar com dificuldade. Eu, por outro lado, permaneci completamente calmo". Na opinião de Mussolini, foi ele que salvou a conferência. "Fui eu que os trouxe de volta à questão pertinente. Eles se perderam na discussão. Hitler sinceramente me adora".
Depois da conferência, Mussolini e Petacci tiraram férias em uma praia. Mussolini, enquanto folheava jornais franceses, ficou de repente de mau humor. "Esses judeus repulsivos... Eles deveriam ser todos destruídos", disse Mussolini. "Eu criarei um banho de sangue da mesma forma que os turcos fizeram. Eu os isolarei e os aprisionarei. Eles conhecerão o punho de ferro de Mussolini. É hora de os italianos perceberem que não podem mais ser explorados por essas serpentes".
Cinco semanas depois, ele colocou em vigor uma nova lei racial que declarava os "casamentos mistos" inválidos. Quando o papa Pio 11 fez objeções, Mussolini ficou furioso. "Nunca antes um papa prejudicou tanto a religião. Ele já perdeu quase o mundo inteiro". E Mussolini continuou: "Ele faz coisas desonrosas. Como ele pode dizer que nós e os semitas somos iguais? Nós lutamos contra eles durante centenas de anos, e os odiamos".
Essa é uma história antiga, e que não é exclusiva da Itália: a história de homens baixos e poderosos que têm o coração entre as pernas, cercam-se de garotas de cabaré e, no final, só sentem atração por coisas que são ainda mais poderosas e inescrupulosas do que eles. Uma sentença que Petacci atribuiu a Mussolini, "Eu sou como Napoleão", poderia muito bem ter sido proferida por um dos seus sucessores modernos, alguém que gosta de ser chamado, não de Il Duce, mas de Il Cavaliere ou "Papi".
Doces nulidades
Após ter sido deposto em 1943, Mussolini, com o auxílio de Hitler, criou o Estado fantoche da República de Salò, no Lago Garda. Carletta ficou para trás, em Roma, mas o casal acabou se reunindo e, após fugirem e serem presos por militantes italianos, ela e Il Duce foram executados juntos em abril de 1945.
Petacci entregou os seus diários à condessa Rina Cervis. Em 1950, a polícia os desenterrou no lugar onde tinham sido escondidos, no jardim da condessa. Depois disso, eles foram mantidos em uma caixa no arquivo nacional, e só foram divulgados 70 anos após terem sido redigidos.
Mas será que os registros não passam de "conversas de alcova", como alegam alguns especialistas em Il Duce? E, no caso de Petacci, será que o velho ditado romano se aplica? "Diga à sua amante tudo, e não apenas a verdade".
"É claro que não vale a pena discutir as doces nulidades. Mas as supostas observações sobre politica são interessantes", afirma Lutz Klinkhammer, do Instituto Histórico Alemão em Roma. "Quando se trata de política, por que Mussolini desejaria esconder tudo dela?" questiona Klinkhammer. "Pettaci não estava interessada em política. Por exemplo, as anotações dela sobre o antissemitismo de Il Duce basicamente confirmam as conclusões das nossas mais recentes pesquisas".
Quando a minúscula República Salò chegou ao fim, em abril de 1945, Mussolini ofereceu à sua amante a opção de fugir para a Espanha, mas Petacci recusou. Pouco tempo depois, ela estava pendurada de cabeça para baixo, ao lado de Il Duce, sobre a Piazzale Loreto, em Milão, tendo sido fuzilada por militantes. Um homem que estava no local teria dito: "Uma coisa pode ser afirmada a respeito dela: ela tinha belas pernas".
Tradução: UOL
Tuesday, December 01, 2009
Le Monde: recensione di Philippe Ridet
Mussolini, les juifs et les femmes
LE MONDE
Rome, 1 décembre 2009
La question de l'antisémitisme de Benito Mussolini refait régulièrement surface en Italie. Concession in extremis à Hitler pour les nostalgiques du Duce ; conviction consubstantielle du fascisme pour les autres. Les premiers mettent aussi en avant les passions amoureuses de Mussolini pour des femmes juives qui ont développé son ambition : Margherita Sarfatti, qui mit une partie de sa fortune au service de son héros, et Angelica Balabanoff, son premier mentor politique.
Paru cette semaine en Italie, le livre Mussolini secret (Editions Rizzoli) met un terme définitif à la controverse. Le recueil des carnets de Clara Petacci, la dernière maîtresse du Duce, qui fut fusillée à ses côtés le 28 avril 1945, fait apparaître Mussolini obsédé par les juifs. Exemple, le 4 août 1938, Mussolini dit à sa maîtresse : "Moi j'étais raciste dès 1921. Je ne sais comment ils peuvent penser que j'imite Hitler, il n'était pas encore né. (...) Il faut donner un sens de la race aux Italiens pour qu'ils ne créent pas de métisses, qu'ils ne gâchent pas ce qu'il y a de beau en nous". Le 11 octobre de la même année, il se déchaîne contre "ces saloperies de juifs".
Mussolini réservait en général ses propos les plus violemment antisémites à ses proches, qui les ont ensuite révélés lorsque leurs journaux furent publiés. Dans les années 1920, il accusa des banquiers juifs, dont certains avaient pourtant en partie soutenu financièrement la "marche sur Rome" en 1922, "d'utiliser l'argent italien à des fins sionistes". Pourtant, dix ans plus tard, il soutenait encore qu'il "n'existe pas d'antisémitisme en Italie".
Passion réfléchie
Sa liaison avec Margherita Sarfatti, issue d'une famille juive très bourgeoise et intégrée de Venise, illustre cette ambiguïté. Comme le fit Ida Dalser, à qui le réalisateur Marco Bellochio consacre le film Vincere (sorti en France le 25 novembre), elle mettra sa fougue amoureuse et sa fortune au service du Duce. A cette différence près que sa passion fut réfléchie et servit aussi sa propre ambition, jusqu'à ce qu'elle se décide à l'exil après la publication des lois raciales en juillet 1938.
Pour Françoise Liffran, qui lui a consacré une riche et volumineuse biographie (Margherita Sarfatti, l'égérie du Duce, Seuil), "l'antisémitisme de Mussolini n'allait pas jusqu'au dégoût des personnes. Son attitude était ambivalente. Selon lui, on ne peut appartenir à deux nations à la fois. Ou bien on est sioniste, ou bien on est italien". Margherita Sarfatti obéira à cette injonction en se revendiquant catholique en 1929. "Nous ne devons pas nous distinguer", expliquait-elle.
Philippe Ridet (Rome. correspondent)
LE MONDE
Rome, 1 décembre 2009
La question de l'antisémitisme de Benito Mussolini refait régulièrement surface en Italie. Concession in extremis à Hitler pour les nostalgiques du Duce ; conviction consubstantielle du fascisme pour les autres. Les premiers mettent aussi en avant les passions amoureuses de Mussolini pour des femmes juives qui ont développé son ambition : Margherita Sarfatti, qui mit une partie de sa fortune au service de son héros, et Angelica Balabanoff, son premier mentor politique.
Paru cette semaine en Italie, le livre Mussolini secret (Editions Rizzoli) met un terme définitif à la controverse. Le recueil des carnets de Clara Petacci, la dernière maîtresse du Duce, qui fut fusillée à ses côtés le 28 avril 1945, fait apparaître Mussolini obsédé par les juifs. Exemple, le 4 août 1938, Mussolini dit à sa maîtresse : "Moi j'étais raciste dès 1921. Je ne sais comment ils peuvent penser que j'imite Hitler, il n'était pas encore né. (...) Il faut donner un sens de la race aux Italiens pour qu'ils ne créent pas de métisses, qu'ils ne gâchent pas ce qu'il y a de beau en nous". Le 11 octobre de la même année, il se déchaîne contre "ces saloperies de juifs".
Mussolini réservait en général ses propos les plus violemment antisémites à ses proches, qui les ont ensuite révélés lorsque leurs journaux furent publiés. Dans les années 1920, il accusa des banquiers juifs, dont certains avaient pourtant en partie soutenu financièrement la "marche sur Rome" en 1922, "d'utiliser l'argent italien à des fins sionistes". Pourtant, dix ans plus tard, il soutenait encore qu'il "n'existe pas d'antisémitisme en Italie".
Passion réfléchie
Sa liaison avec Margherita Sarfatti, issue d'une famille juive très bourgeoise et intégrée de Venise, illustre cette ambiguïté. Comme le fit Ida Dalser, à qui le réalisateur Marco Bellochio consacre le film Vincere (sorti en France le 25 novembre), elle mettra sa fougue amoureuse et sa fortune au service du Duce. A cette différence près que sa passion fut réfléchie et servit aussi sa propre ambition, jusqu'à ce qu'elle se décide à l'exil après la publication des lois raciales en juillet 1938.
Pour Françoise Liffran, qui lui a consacré une riche et volumineuse biographie (Margherita Sarfatti, l'égérie du Duce, Seuil), "l'antisémitisme de Mussolini n'allait pas jusqu'au dégoût des personnes. Son attitude était ambivalente. Selon lui, on ne peut appartenir à deux nations à la fois. Ou bien on est sioniste, ou bien on est italien". Margherita Sarfatti obéira à cette injonction en se revendiquant catholique en 1929. "Nous ne devons pas nous distinguer", expliquait-elle.
Philippe Ridet (Rome. correspondent)
Jutarnji List (Croazia): Tajni Mussolini
DUCEOVA LJUBAVNICA
Clara: Šaptao mi je na jastuku da mrzi Židove više od Hitlera
24.11.2009
Inoslav Bešker
Optužbama protiv talijanskog diktatora Benita Mussolinija nesvjesno se pridružila i njegova ljubavnica Clara Petacci
RIM - Najteže optužbe protiv Benita Mussolinija zapisala je, dakako, povijest, ali joj se u tom poslu sasvim neočekivano pridružila i Clara Petacci, “Claretta”, žena koja je sa svojim “Benom” podijelila ne samo posljednje godine života, nego i smrt i posmrtnu kalvariju njihovih tjelesa. U svojim dnevnicima 1932-1938, koje je Mauro Suttora iskoristio za svoju netom objavljenu knjigu “Tajni Mussolini” (Mussolini segreto), Claretta je opisala Mussolinija kao rasista gorega i zagriženijega i od Hitlera.
Dugo već traju pokušaji da se Mussolinija prikaže žrtvom okolnosti. Umanjivanje njegovih zločina ponekad poprima groteskne razmjere. Može biti ljudski jasno što je Romano Mussolini, jazzist, napisao prilično toplo intoniranu knjigu “Moj otac Duce”, s nježnim detaljima iz obiteljskog života, preskačući bojne otrove po Etiopiji, strijeljanja deset za jednoga u Dalmaciji, te finalno slanje Židovâ u njemačke logore istrebljenja.
Može biti jasno, politički, što je Silvio Berlusconi objašnjavao da talijanski fašizam nije bio strašan, da “Mussolini nije nikoga ubio” i da je, u najgoru ruku, slao ljude na ljetovanje u konfinaciju. Manje je jasno što je Berlusconijev dugogodišnji najbliži suradnik senator Marcello Dell’Utri pokušao podvaliti lažne Mussolinijeve dnevnike koji su Ducea rehabilitirali (manje jasno, jer je mafija dugo bila ogorčena neprijateljica fašizma, jedine politike kojoj nije trebala jer je sve to znala i sama).
Prezir prema Hitleru
Ali može biti jasno, i politički i ljudski, što je Romanova kći i Berlusconijeva saveznica Alessandra Mussolini to dočekala kao pokazatelj što je sve njezin djed učinio da bi izbjegao rat (preskačući činjenicu da je u rat u Grčkoj ušao iako ga je Hitler molio da to ne učini, pa je onda Njemačka morala intervenirati, otvarajući frontu i u Jugoslaviji, a sve to je zajedno pridonijelo da kobno zakasni njemački napad na dotadašnje sovjetske saveznike).
Dok su svi takvi, pa i Mussolinijev zet i žrtva Galeazzo Ciano, citirali riječi Duceova prezira spram Hitlera, ili citat da je “rasizam stvar plavokosih”, sugerirajući da je Mussolini rasne zakone napisao (i Kralju dao na potpis) pod Hitlerovim pritiskom - njegova ljubavnica, glavna svećenica kulta Mussolinijeva tijela, pokupila je u ložnici sasvim drukčije iskaze, na primjer: “Što taj Hitler?! Pa ja sam bio rasist od 1921!”, Ili: “Ti odvratni Židovi! Sve ih moram uništiti!”
Nije to bio samo usamljen krik ljutnje. Drugom prilikom je 1938. rekao, tvrdi Claretta: “Provest ću masakr kakav su Turci proveli!”, posve jasno aludirajući na genocid nad Armencima 1915.
Uostalom, nije bio bitno blaži ni u svome znamenitom govoru u Trstu, kada je obećao maknuti slavenske barbare s talijanskoga Jadranskog mora. Pa su fašisti natjerali u egzodus 50-60 tisuća Slovenaca i Hrvata iz Istre, otvorivši sezonu fojbi u Pazinu i drugdje, protiv onih koji su imali “morbin” govoriti slavenski.
Njegovao kult tijela
Poslije su fojbe dobile i talijanske žrtve: Mussolinijev virus bio je priljepčiv gore i od svinjske gripe.
Petacci je pokazala neistinitost teze da su rasni zakoni bili politički instrument a ne suštinski dio politike u koju je Mussolini vjerovao.
Naravno, ne može se sve što je vjerna ljubavnica napisala smatrati žeženim zlatom istine.
Možda joj je Mussolini zaista rekao da ga njegova žena Rachele ne voli, da je prva imala ljubavnika itd. Mussolini je i javno govorio da je “u ratu i u ljubavi sve dopušteno”. Vjerojatno je i tvrdio da ga je buduća kraljica Maria José faćkala. To je Duce sve mogao lagati Claretti - ali teško bi bilo vjerovati da joj je njezin “Ben” lagao i mazao kad je iznosio političke sudove.
S druge strane, sam Mussolini je gradio kult sebe kao ljubavnika, koji može zadovoljiti i 12 žena na dan, sve u pauzama državničkih poslova, na brzaka, ni ne skinuvši čizme.
To je bila jedna strana kulta tijela koje se, s druge strane, vidjelo golo do pojasa u žetvi, ili kako jaše konja, muževnost nada sve.
Na kraju je kult tijela dobio svoju apoteozu u suprotnom smjeru: strijeljanog Mussolinija i strijeljanu Clarettu su prvo bacili na asfalt milanskoga Loretskog trga, gdje su ih Talijani gledali u nevjerici, a onda su se odvažili nogama tući Mussolinijevu glavu, kad su bili sigurni da neće skočiti i razbiti im njušku. Hrabrost je navrla tako žestoko da su tijela partizani objesili za noge na benzinsku crpku, da ih gledaju a da se pritom ne izgaze.
Sljedeći nastavak 2015.
Po nekima, Mussolinija je trebalo strijeljati da ne progovori pred sudom, sada, kad su svi naprasno postali antifašisti. Stigao je, eto, glas iz groba, od Clarette koju su također objesili za noge, iako se ne zna još da je osobno počinila neki zločin. Njezini dnevnici sada polako izlaze na vidjelo, kako prolazi 70 godina zabrane objavljivanja.
Njezin nećak Ferdinando Petacci, jedini nasljednik, najavljuje da će biti još senzacionalnijih otkrića, u nastavcima do 1945, tj. 2015.
Mussoliniju je Pio XI. bio antifašist
Mussolini je brzo zaboravio da ga je papa Pio XI. nazvao “čovjekom Providnosti”, da je podržavao Franca u Španjolskoj, da je osudio enciklikama i naciste, i komuniste, i meksičke nacionaliste, ali nikada fašiste. Sve to Duceu nije bilo dovoljno.
Piše Claretta Petacci u dnevniku 8. listopada 1938. da joj je Mussolini rekao: “Nisi svjesna koliko zla ovaj Papa nanosi Crkvi. Nikada neki papa nije bio tako poguban za religiju kao ovaj. Iskreni katolici ga se odriču. Izgubio je gotovo sav svijet. Njemačku potpuno. Nije ju znao zadržati, sve je pogriješio. Mi smo sada jedini, ja sam jedini koji podržavam tu religiju koja teži gašenju. A on čini nedostojne stvari. Kad kaže, na primjer, da sličimo semitima. Kako? Tukli smo ih stoljećima. Mrzimo ih. A sada smo isti kao oni, imamo istu krv?!”
Prijetnja raskidom
Pio XI. je rekao da smo svi duhovno semiti, što je kršćanima notorna činjenica: Biblija je židovska, Židovi su bili Odabrani narod, u njemu se rodio Isus Krist.
To Mussolini nije mogao podnijeti.
Uzrujavala ga je i Papina oporba automatskom razvrgavanju katoličko-židovskih brakova.
“Sada vodi kampanju protiv toga”, veli Mussolini ljubavnici i dodaje, nimalo proročki: “Htio bih vidjeti Talijana u braku s crnom!” Da ga nisu strijeljali, da je imao proces od 15 do 20 godina, stigao bi vidjeti i to, ali i vladu sa Sjevernom ligom, s ministrom Bossijem koji crnce zove “bingo bongo”. Imao bi utjehu da nije baš sve izgubljeno, papama i antifašistima uprkos.
Mussolini je 16. studenoga 1938. urlao: “Ne! Pa Vatikan hoće raskid! I raskinut ću, ako nastave tako. Raskinut ću svaki odnos.
‘Razbit ću im njuške’
Vratit ću se nazad, razvrgnut ću ugovore… Zabranio sam mješovite brakove, a sada mi Papa traži da dam vjenčati Talijana sa crnkinjom, samo zato jer je ona katolkinja! A ne! Makar im svima razbio njušku!”
Copyright © Jutarnji list.
http://jlpub.optimit.hr/clara--saptao-mi-je-na-jastuku-da-mrzi-zidove-vise-od-hitlera/367182/
Clara: Šaptao mi je na jastuku da mrzi Židove više od Hitlera
24.11.2009
Inoslav Bešker
Optužbama protiv talijanskog diktatora Benita Mussolinija nesvjesno se pridružila i njegova ljubavnica Clara Petacci
RIM - Najteže optužbe protiv Benita Mussolinija zapisala je, dakako, povijest, ali joj se u tom poslu sasvim neočekivano pridružila i Clara Petacci, “Claretta”, žena koja je sa svojim “Benom” podijelila ne samo posljednje godine života, nego i smrt i posmrtnu kalvariju njihovih tjelesa. U svojim dnevnicima 1932-1938, koje je Mauro Suttora iskoristio za svoju netom objavljenu knjigu “Tajni Mussolini” (Mussolini segreto), Claretta je opisala Mussolinija kao rasista gorega i zagriženijega i od Hitlera.
Dugo već traju pokušaji da se Mussolinija prikaže žrtvom okolnosti. Umanjivanje njegovih zločina ponekad poprima groteskne razmjere. Može biti ljudski jasno što je Romano Mussolini, jazzist, napisao prilično toplo intoniranu knjigu “Moj otac Duce”, s nježnim detaljima iz obiteljskog života, preskačući bojne otrove po Etiopiji, strijeljanja deset za jednoga u Dalmaciji, te finalno slanje Židovâ u njemačke logore istrebljenja.
Može biti jasno, politički, što je Silvio Berlusconi objašnjavao da talijanski fašizam nije bio strašan, da “Mussolini nije nikoga ubio” i da je, u najgoru ruku, slao ljude na ljetovanje u konfinaciju. Manje je jasno što je Berlusconijev dugogodišnji najbliži suradnik senator Marcello Dell’Utri pokušao podvaliti lažne Mussolinijeve dnevnike koji su Ducea rehabilitirali (manje jasno, jer je mafija dugo bila ogorčena neprijateljica fašizma, jedine politike kojoj nije trebala jer je sve to znala i sama).
Prezir prema Hitleru
Ali može biti jasno, i politički i ljudski, što je Romanova kći i Berlusconijeva saveznica Alessandra Mussolini to dočekala kao pokazatelj što je sve njezin djed učinio da bi izbjegao rat (preskačući činjenicu da je u rat u Grčkoj ušao iako ga je Hitler molio da to ne učini, pa je onda Njemačka morala intervenirati, otvarajući frontu i u Jugoslaviji, a sve to je zajedno pridonijelo da kobno zakasni njemački napad na dotadašnje sovjetske saveznike).
Dok su svi takvi, pa i Mussolinijev zet i žrtva Galeazzo Ciano, citirali riječi Duceova prezira spram Hitlera, ili citat da je “rasizam stvar plavokosih”, sugerirajući da je Mussolini rasne zakone napisao (i Kralju dao na potpis) pod Hitlerovim pritiskom - njegova ljubavnica, glavna svećenica kulta Mussolinijeva tijela, pokupila je u ložnici sasvim drukčije iskaze, na primjer: “Što taj Hitler?! Pa ja sam bio rasist od 1921!”, Ili: “Ti odvratni Židovi! Sve ih moram uništiti!”
Nije to bio samo usamljen krik ljutnje. Drugom prilikom je 1938. rekao, tvrdi Claretta: “Provest ću masakr kakav su Turci proveli!”, posve jasno aludirajući na genocid nad Armencima 1915.
Uostalom, nije bio bitno blaži ni u svome znamenitom govoru u Trstu, kada je obećao maknuti slavenske barbare s talijanskoga Jadranskog mora. Pa su fašisti natjerali u egzodus 50-60 tisuća Slovenaca i Hrvata iz Istre, otvorivši sezonu fojbi u Pazinu i drugdje, protiv onih koji su imali “morbin” govoriti slavenski.
Njegovao kult tijela
Poslije su fojbe dobile i talijanske žrtve: Mussolinijev virus bio je priljepčiv gore i od svinjske gripe.
Petacci je pokazala neistinitost teze da su rasni zakoni bili politički instrument a ne suštinski dio politike u koju je Mussolini vjerovao.
Naravno, ne može se sve što je vjerna ljubavnica napisala smatrati žeženim zlatom istine.
Možda joj je Mussolini zaista rekao da ga njegova žena Rachele ne voli, da je prva imala ljubavnika itd. Mussolini je i javno govorio da je “u ratu i u ljubavi sve dopušteno”. Vjerojatno je i tvrdio da ga je buduća kraljica Maria José faćkala. To je Duce sve mogao lagati Claretti - ali teško bi bilo vjerovati da joj je njezin “Ben” lagao i mazao kad je iznosio političke sudove.
S druge strane, sam Mussolini je gradio kult sebe kao ljubavnika, koji može zadovoljiti i 12 žena na dan, sve u pauzama državničkih poslova, na brzaka, ni ne skinuvši čizme.
To je bila jedna strana kulta tijela koje se, s druge strane, vidjelo golo do pojasa u žetvi, ili kako jaše konja, muževnost nada sve.
Na kraju je kult tijela dobio svoju apoteozu u suprotnom smjeru: strijeljanog Mussolinija i strijeljanu Clarettu su prvo bacili na asfalt milanskoga Loretskog trga, gdje su ih Talijani gledali u nevjerici, a onda su se odvažili nogama tući Mussolinijevu glavu, kad su bili sigurni da neće skočiti i razbiti im njušku. Hrabrost je navrla tako žestoko da su tijela partizani objesili za noge na benzinsku crpku, da ih gledaju a da se pritom ne izgaze.
Sljedeći nastavak 2015.
Po nekima, Mussolinija je trebalo strijeljati da ne progovori pred sudom, sada, kad su svi naprasno postali antifašisti. Stigao je, eto, glas iz groba, od Clarette koju su također objesili za noge, iako se ne zna još da je osobno počinila neki zločin. Njezini dnevnici sada polako izlaze na vidjelo, kako prolazi 70 godina zabrane objavljivanja.
Njezin nećak Ferdinando Petacci, jedini nasljednik, najavljuje da će biti još senzacionalnijih otkrića, u nastavcima do 1945, tj. 2015.
Mussoliniju je Pio XI. bio antifašist
Mussolini je brzo zaboravio da ga je papa Pio XI. nazvao “čovjekom Providnosti”, da je podržavao Franca u Španjolskoj, da je osudio enciklikama i naciste, i komuniste, i meksičke nacionaliste, ali nikada fašiste. Sve to Duceu nije bilo dovoljno.
Piše Claretta Petacci u dnevniku 8. listopada 1938. da joj je Mussolini rekao: “Nisi svjesna koliko zla ovaj Papa nanosi Crkvi. Nikada neki papa nije bio tako poguban za religiju kao ovaj. Iskreni katolici ga se odriču. Izgubio je gotovo sav svijet. Njemačku potpuno. Nije ju znao zadržati, sve je pogriješio. Mi smo sada jedini, ja sam jedini koji podržavam tu religiju koja teži gašenju. A on čini nedostojne stvari. Kad kaže, na primjer, da sličimo semitima. Kako? Tukli smo ih stoljećima. Mrzimo ih. A sada smo isti kao oni, imamo istu krv?!”
Prijetnja raskidom
Pio XI. je rekao da smo svi duhovno semiti, što je kršćanima notorna činjenica: Biblija je židovska, Židovi su bili Odabrani narod, u njemu se rodio Isus Krist.
To Mussolini nije mogao podnijeti.
Uzrujavala ga je i Papina oporba automatskom razvrgavanju katoličko-židovskih brakova.
“Sada vodi kampanju protiv toga”, veli Mussolini ljubavnici i dodaje, nimalo proročki: “Htio bih vidjeti Talijana u braku s crnom!” Da ga nisu strijeljali, da je imao proces od 15 do 20 godina, stigao bi vidjeti i to, ali i vladu sa Sjevernom ligom, s ministrom Bossijem koji crnce zove “bingo bongo”. Imao bi utjehu da nije baš sve izgubljeno, papama i antifašistima uprkos.
Mussolini je 16. studenoga 1938. urlao: “Ne! Pa Vatikan hoće raskid! I raskinut ću, ako nastave tako. Raskinut ću svaki odnos.
‘Razbit ću im njuške’
Vratit ću se nazad, razvrgnut ću ugovore… Zabranio sam mješovite brakove, a sada mi Papa traži da dam vjenčati Talijana sa crnkinjom, samo zato jer je ona katolkinja! A ne! Makar im svima razbio njušku!”
Copyright © Jutarnji list.
http://jlpub.optimit.hr/clara--saptao-mi-je-na-jastuku-da-mrzi-zidove-vise-od-hitlera/367182/
Sunday, November 29, 2009
Diario de Noticias (Portogallo): Vida sexual de Mussolini
Vida sexual de Mussolini nas palavras da amante ciumenta
Lisbona, 2009-11-29
Hugo Coelho
"Sabes amor", começou o político italiano, "esta noite no teatro despi-te três vezes. Olhava para ti e na minha cabeça tirava-te a roupa e desejava-te como um louco...". As palavras impressas nos jornais italianos da semana passada podiam passar por mais uma transcrição das conversas de Silvio Berlusconi com uma das acompanhantes que revelaram ao mundo o que afirmam passar-se nas festas dadas pelo primeiro-ministro. Desta vez, porém, Il Cavaliere não tem culpa nem mérito no caso. A declaração apaixonada foi soprada ao ouvido de uma prostituta. Mas o homem que a disse chamava-se Benito Mussolini.
Estava-se então a 5 de Janeiro de 1938, o ditador fascista estava no auge do poder e na cama com a amante favorita. Clara Petacci escreveu a data e a frase no diário que esteve fechado durante 70 anos nos arquivos nacionais e agora foi libertado e tornado num livro.
Há décadas que Itália convive com suspeitas de corrupção na sua política. Mas em Abril deste ano, quando as festas de Berlusconi foram postas a nu nos jornais os italianos voltaram a ser confrontados com a vida pessoal de um líder.
Mussolini, já se sabia, apesar de baixo e calvo, tinha um certo apelo aos olhos das mulheres do seu tempo. E quando foi executado pelos comunistas, durante a sua tentativa de fuga para a Suíça em Abril de 1945, a amante Clara Petacci acompanhou-o na morte. No seu diário, escrito entre 1932 e 1938, esta dá voz ao insaciável ditador. A amante escreveu que para Mussolini era "inconcebível dormir com uma só mulher": "Houve um tempo em que tinha 14 e tomava três ou quatro por noite, uma atrás da outra... isso dá-te uma ideia da minha sexualidade".
Filha de um médico do Vaticano, Petacci tinha 20 anos quando conheceu Mussolini - na altura, com 49 anos, casado e pai de cinco filhos. Ela ia no carro quando o viu passar no Alfa Romeu vermelho e gritou à janela "Il Duce, Il Duce". Mussolini parou para falar com ela e convidou-a para ir ao Palazzo Venezia.
Conta-se que durante os primeiros anos viveram um amor platónico. Petacci casou e separou-se de um piloto antes de Mussolini fazer dela sua amante. Começava aí uma relação escaldante. "Eu agarro-o com força, ele beija-me, fazemos amor, furiosos, e os gritos dele parecem os de um animal ferido," escreveu Petacci. "Mordeu-me com tanta força no ombro que ficou a marca dos dentes".
Petacci era a mais ciumenta das centenas de mulheres que passaram pelos braços do ditador. Conta-se que o obrigava a telefonar, pelo menos, dez vezes por dia. Quando ele se atrasava, acusava-o de a estar trair. Em Abril de 1938, Petacci apanhou-o na cama com Alice de Fonseca Pallottelli e isso motivou uma discussão. "Está bem, eu fiz", admitiu. "Não a via desde o Natal. Apeteceu-me. Não é crime. Estive 12 minutos com ela". "24", corrigiu Petacci. "Está bem, 24 minutos, foi uma coisa rápida. Que importância tem? Foi como quando faço amor com a minha mulher. Ela é passado."
Noutras páginas o diário mostra mais que o lado íntimo do primeiro ditador fascista, o homem que marchou com os Camisas Negras sobre Roma. Mussolini reuniu-se com Adolf Hitler, líder da Alemanha nazi, depois da anexação dos sudetas, e contou a Petacci que o Fhürer era "simpático". "No coração, Hitler é um velho sentimentalista. Quando me viu tinha lágrimas nos olhos. Ele gosta mesmo de mim. Só que tem ataques de raiva".
Mais tarde Petacci escreve como Mussolini se sentia irritado por pensarem nele como seguidor de Hitler. "Eu sou racista desde 1921. Não percebo porque é que as pessoas pensam que o estou a imitar". As confissões provam como Petacci era a mulher mais importante da vida de Mussolini. Um dia, o ditador contou-lhe que tinha pena de morrer porque teria de deixá-la. "É terrível. Eu nasci para ti. E vou acabar ao teu lado."
Sete anos depois de estas palavras terem sido escritas, Mussolini e Petacci foram então executados. Juntos. Os seus cadáveres foram pendurados numa praça de Milão. A fotografia é uma das poucas deles os dois, lado a lado.
Lisbona, 2009-11-29
Hugo Coelho
"Sabes amor", começou o político italiano, "esta noite no teatro despi-te três vezes. Olhava para ti e na minha cabeça tirava-te a roupa e desejava-te como um louco...". As palavras impressas nos jornais italianos da semana passada podiam passar por mais uma transcrição das conversas de Silvio Berlusconi com uma das acompanhantes que revelaram ao mundo o que afirmam passar-se nas festas dadas pelo primeiro-ministro. Desta vez, porém, Il Cavaliere não tem culpa nem mérito no caso. A declaração apaixonada foi soprada ao ouvido de uma prostituta. Mas o homem que a disse chamava-se Benito Mussolini.
Estava-se então a 5 de Janeiro de 1938, o ditador fascista estava no auge do poder e na cama com a amante favorita. Clara Petacci escreveu a data e a frase no diário que esteve fechado durante 70 anos nos arquivos nacionais e agora foi libertado e tornado num livro.
Há décadas que Itália convive com suspeitas de corrupção na sua política. Mas em Abril deste ano, quando as festas de Berlusconi foram postas a nu nos jornais os italianos voltaram a ser confrontados com a vida pessoal de um líder.
Mussolini, já se sabia, apesar de baixo e calvo, tinha um certo apelo aos olhos das mulheres do seu tempo. E quando foi executado pelos comunistas, durante a sua tentativa de fuga para a Suíça em Abril de 1945, a amante Clara Petacci acompanhou-o na morte. No seu diário, escrito entre 1932 e 1938, esta dá voz ao insaciável ditador. A amante escreveu que para Mussolini era "inconcebível dormir com uma só mulher": "Houve um tempo em que tinha 14 e tomava três ou quatro por noite, uma atrás da outra... isso dá-te uma ideia da minha sexualidade".
Filha de um médico do Vaticano, Petacci tinha 20 anos quando conheceu Mussolini - na altura, com 49 anos, casado e pai de cinco filhos. Ela ia no carro quando o viu passar no Alfa Romeu vermelho e gritou à janela "Il Duce, Il Duce". Mussolini parou para falar com ela e convidou-a para ir ao Palazzo Venezia.
Conta-se que durante os primeiros anos viveram um amor platónico. Petacci casou e separou-se de um piloto antes de Mussolini fazer dela sua amante. Começava aí uma relação escaldante. "Eu agarro-o com força, ele beija-me, fazemos amor, furiosos, e os gritos dele parecem os de um animal ferido," escreveu Petacci. "Mordeu-me com tanta força no ombro que ficou a marca dos dentes".
Petacci era a mais ciumenta das centenas de mulheres que passaram pelos braços do ditador. Conta-se que o obrigava a telefonar, pelo menos, dez vezes por dia. Quando ele se atrasava, acusava-o de a estar trair. Em Abril de 1938, Petacci apanhou-o na cama com Alice de Fonseca Pallottelli e isso motivou uma discussão. "Está bem, eu fiz", admitiu. "Não a via desde o Natal. Apeteceu-me. Não é crime. Estive 12 minutos com ela". "24", corrigiu Petacci. "Está bem, 24 minutos, foi uma coisa rápida. Que importância tem? Foi como quando faço amor com a minha mulher. Ela é passado."
Noutras páginas o diário mostra mais que o lado íntimo do primeiro ditador fascista, o homem que marchou com os Camisas Negras sobre Roma. Mussolini reuniu-se com Adolf Hitler, líder da Alemanha nazi, depois da anexação dos sudetas, e contou a Petacci que o Fhürer era "simpático". "No coração, Hitler é um velho sentimentalista. Quando me viu tinha lágrimas nos olhos. Ele gosta mesmo de mim. Só que tem ataques de raiva".
Mais tarde Petacci escreve como Mussolini se sentia irritado por pensarem nele como seguidor de Hitler. "Eu sou racista desde 1921. Não percebo porque é que as pessoas pensam que o estou a imitar". As confissões provam como Petacci era a mulher mais importante da vida de Mussolini. Um dia, o ditador contou-lhe que tinha pena de morrer porque teria de deixá-la. "É terrível. Eu nasci para ti. E vou acabar ao teu lado."
Sete anos depois de estas palavras terem sido escritas, Mussolini e Petacci foram então executados. Juntos. Os seus cadáveres foram pendurados numa praça de Milão. A fotografia é uma das poucas deles os dois, lado a lado.
Thursday, November 19, 2009
The Express (Gb): "Hitler? Just a big softie"
The Express
November 19, 2009 Thursday
U.K. 1st Edition
By Paul Callan
Hitler? Just a big softie
At least that's how Mussolini saw his 'sentimental' friend, according to an astonishing new diary written by the Italian buffoon's mistress
HITLER was looking anxious and excited as he waited in the thickly-carpeted conference room in Munich late that October day in 1938.
Then, in through the wide open doors strolled the burly figure of Benito Mussolini, the Italian Fascist leader, dressed in an ornate uniform.
Hitler approached, hand outstretched in greeting, a delighted smile across his face. As the two dictators hailed one another, Mussolini could not help but notice that Hitler was actually crying.
This somewhat astonishing revelation is contained in the newly-published diaries of Clara Petacci, Mussolini's glamorous dark-haired mistress. The diaries, published as a book entitled Secret Mussolini, are held by her nephew, who lives in the US. They reveal that the Italian leader saw a sentimental side to Hitler's nature.
Miss Petacci recalled how Mussolini described to her the Munich conference where he, Hitler and Prime Minister Neville Chamberlain, discussed the carve-up of Czechoslovakia.
"The welcome at Munich was fantastic and the Führer was very pleasant. Hitler is an old sentimentalist at heart. When he saw me, he had tears in his eyes. He really does like me a lot. But he does have angry outbursts, which only I can control. There were sparks and he was quivering, as he struggled to control himself. I, on the other hand, was unperturbed."
It is historically astonishing - if these claims are to be believed - that Hitler had such an emotionally charged high regard for Mussolini, a puffed-up, posturing braggart.
But Hitler greatly admired Mussolini, who had come to power in Italy in 1922 - 11 years before Hitler himself would become Chancellor of Germany and subject his country to the horrors of Nazism. Hitler felt a deep kinship with Mussolini and, at that point, considered him a close political brother. Hitler considered Italy one of the natural friends of his new Germany. He admired the country's art and once stated: "My dearest wish would be to be able to wander about Italy as an unknown painter."
Both men shared an obsessive nature, similar ideologies and a determination to maintain total power.
But in the relationship it seems that Hitler was the greater enthusiast. "He seemed like someone in love asking news about the person they loved, " recalled one SS colonel who had been quizzed by Hitler about Mussolini.
The Führer made many requests to meet the Italian leader but was constantly rebuffed and became visibly emotional whenever he discussed the object of his admiration.
But Mussolini was less enthusiastic.
"He's mad, " he is said to have observed on meeting Hitler for the first time.
"Instead of speaking to me about current problems, he recited to me from memory parts of his book, Mein Kampf, that enormous brick which I have never been able to read."
It is, of course, not unusual for dictators and men of evil to display a seemingly uncharacteristic gentle side to their nature. Josef Stalin, the Russian dictator who murdered even more than Hitler over a long period, would often weep easily while drunk.
He became maudlin and was easily moved by sentimental music.
In a psychological profile prepared for the US government during the war, it was concluded that Hitler had a "Dr Jekyll and Mr Hyde personality structure comprising two wholly different people". On the one hand, Hitler proved to be this "iron man" who felt little or no feeling for the millions who died as a result of his terrible actions.
ON THE other hand there were many times when the other side of Hitler's personality was seen in public - one which contrasted sharply with the evil in his nature.
On one occasion there was a commemorative service for German sailors who had died when the battleship Deutschland was bombed.
Hitler spoke passionately to a huge crowd, after which he walked down the line of survivors.
"The first widow to whom Hitler spoke a few words cried violently, " according to a report of the event.
"Her child, who was 10 years old and who stood next to his bereaved mother, began to cry heart-rendingly.
Hitler patted him on the head and turned uncertainly to the next in line.
Before he could speak a word Hitler was suddenly overcome. He span completely around and left the carefully prepared programme flat. Followed by his utterly surprised companions, he walked as fast as he could to his car and had himself driven away."
The US psychological report observed that, of the two personalities that inhabited Hitler's body one was a very soft, sentimental and indecisive individual "who has little drive and wants nothing quite so much as to be amused, liked and looked after".
The other personality was the opposite - hard, cruel and decisive with "an abundant reservoir of energy".
It was the first Hitler who, on one memorable occasion, wept profusely at the death of his canary.
But it was the second Hitler, the flint-hearted one, who would often scream: "Heads will roll for this."
Similarly, it was the sentimental Hitler who could not bring himself to discharge an assistant. But it was the second Hitler who could easily order the murder of thousands, including some of his best friends, and say with bloodthirsty conviction: "There will be no peace in the land until a body hangs from every lamppost."
US President Roosevelt also ordered a psychological profile be built up of Hitler. Psychiatrist Dr Henry Murray considered he played not two, but many parts. These included "expressionless Hitler", who would stand "like an unthinking dummy with an upraised hand at the front of a six-wheeled motorcar that moved at a slow pace down the great avenue between serried ranks of worshipful adherents". There was the "embarrassed Hitler" - always ill at ease in the presence of a stranger, an aristocrat, a general or anyone who made him feel inferior.
Dr Murray also broke down the Führer's personality into a "gracious Hitler" - soft, good-natured, gentle and informal - and even a "sentimental Hitler", who was easily moved to tears.
These all contrasted with a "possessed Hitler" who shrieked with fanatical fury as he addressed the masses, a "hysterical Hitler" who will even roll on the carpet with fury and shake with terror when he woke from a nightmare, and there was even the "apathetic Hitler", a limp, indolent and indecisive creature.
Nazi aides also recall that Hitler would break down and weep like a child pleading for sympathy when he found himself in difficult situations.
One such aide recalled: "In 1934, he complained of the ingratitude of the German people in the sobbing tones of a down-at-heel musichall performer. A weakling who accused and sulked, appealed and implored and retired in wounded vanity."
Hitler continued to support and admire Mussolini as the war progressed.
But this admiration started to erode after July 1943, when Mussolini was stripped of power and arrested after a revolt within his inner circle.
Hitler was afraid of the propaganda value that would follow if Mussolini was turned over to the Allies, now fighting steadily through Italy. So he personally ordered one of his favourite commandos, Captain Otto Skorzeny, the head of Hunting Group 502, to rescue Mussolini.
After locating the Italian dictator, who had been placed under house arrest in a remote hotel on top of Gran Sasso, a 6,000-feet-high mountain 80 miles north-east of Rome, Skorzeny and his men swooped in on 12 gliders.
Not a shot was fired and Skorzeny informed Mussolini: "The Führer has sent me to set you free."
Mussolini replied: "I knew my friend Adolf Hitler would not abandon me."
But the end came for Mussolini in April 1945 when he and Clara Petacci were captured as they attempted to board a plane bound for Switzerland.
The next day, both were executed and their bodies hung unceremoniously upside-down from a lamppost outside a Milan petrol station.
This time Hitler, doubtless more concerned about what remained of his own future, did not weep.
November 19, 2009 Thursday
U.K. 1st Edition
By Paul Callan
Hitler? Just a big softie
At least that's how Mussolini saw his 'sentimental' friend, according to an astonishing new diary written by the Italian buffoon's mistress
HITLER was looking anxious and excited as he waited in the thickly-carpeted conference room in Munich late that October day in 1938.
Then, in through the wide open doors strolled the burly figure of Benito Mussolini, the Italian Fascist leader, dressed in an ornate uniform.
Hitler approached, hand outstretched in greeting, a delighted smile across his face. As the two dictators hailed one another, Mussolini could not help but notice that Hitler was actually crying.
This somewhat astonishing revelation is contained in the newly-published diaries of Clara Petacci, Mussolini's glamorous dark-haired mistress. The diaries, published as a book entitled Secret Mussolini, are held by her nephew, who lives in the US. They reveal that the Italian leader saw a sentimental side to Hitler's nature.
Miss Petacci recalled how Mussolini described to her the Munich conference where he, Hitler and Prime Minister Neville Chamberlain, discussed the carve-up of Czechoslovakia.
"The welcome at Munich was fantastic and the Führer was very pleasant. Hitler is an old sentimentalist at heart. When he saw me, he had tears in his eyes. He really does like me a lot. But he does have angry outbursts, which only I can control. There were sparks and he was quivering, as he struggled to control himself. I, on the other hand, was unperturbed."
It is historically astonishing - if these claims are to be believed - that Hitler had such an emotionally charged high regard for Mussolini, a puffed-up, posturing braggart.
But Hitler greatly admired Mussolini, who had come to power in Italy in 1922 - 11 years before Hitler himself would become Chancellor of Germany and subject his country to the horrors of Nazism. Hitler felt a deep kinship with Mussolini and, at that point, considered him a close political brother. Hitler considered Italy one of the natural friends of his new Germany. He admired the country's art and once stated: "My dearest wish would be to be able to wander about Italy as an unknown painter."
Both men shared an obsessive nature, similar ideologies and a determination to maintain total power.
But in the relationship it seems that Hitler was the greater enthusiast. "He seemed like someone in love asking news about the person they loved, " recalled one SS colonel who had been quizzed by Hitler about Mussolini.
The Führer made many requests to meet the Italian leader but was constantly rebuffed and became visibly emotional whenever he discussed the object of his admiration.
But Mussolini was less enthusiastic.
"He's mad, " he is said to have observed on meeting Hitler for the first time.
"Instead of speaking to me about current problems, he recited to me from memory parts of his book, Mein Kampf, that enormous brick which I have never been able to read."
It is, of course, not unusual for dictators and men of evil to display a seemingly uncharacteristic gentle side to their nature. Josef Stalin, the Russian dictator who murdered even more than Hitler over a long period, would often weep easily while drunk.
He became maudlin and was easily moved by sentimental music.
In a psychological profile prepared for the US government during the war, it was concluded that Hitler had a "Dr Jekyll and Mr Hyde personality structure comprising two wholly different people". On the one hand, Hitler proved to be this "iron man" who felt little or no feeling for the millions who died as a result of his terrible actions.
ON THE other hand there were many times when the other side of Hitler's personality was seen in public - one which contrasted sharply with the evil in his nature.
On one occasion there was a commemorative service for German sailors who had died when the battleship Deutschland was bombed.
Hitler spoke passionately to a huge crowd, after which he walked down the line of survivors.
"The first widow to whom Hitler spoke a few words cried violently, " according to a report of the event.
"Her child, who was 10 years old and who stood next to his bereaved mother, began to cry heart-rendingly.
Hitler patted him on the head and turned uncertainly to the next in line.
Before he could speak a word Hitler was suddenly overcome. He span completely around and left the carefully prepared programme flat. Followed by his utterly surprised companions, he walked as fast as he could to his car and had himself driven away."
The US psychological report observed that, of the two personalities that inhabited Hitler's body one was a very soft, sentimental and indecisive individual "who has little drive and wants nothing quite so much as to be amused, liked and looked after".
The other personality was the opposite - hard, cruel and decisive with "an abundant reservoir of energy".
It was the first Hitler who, on one memorable occasion, wept profusely at the death of his canary.
But it was the second Hitler, the flint-hearted one, who would often scream: "Heads will roll for this."
Similarly, it was the sentimental Hitler who could not bring himself to discharge an assistant. But it was the second Hitler who could easily order the murder of thousands, including some of his best friends, and say with bloodthirsty conviction: "There will be no peace in the land until a body hangs from every lamppost."
US President Roosevelt also ordered a psychological profile be built up of Hitler. Psychiatrist Dr Henry Murray considered he played not two, but many parts. These included "expressionless Hitler", who would stand "like an unthinking dummy with an upraised hand at the front of a six-wheeled motorcar that moved at a slow pace down the great avenue between serried ranks of worshipful adherents". There was the "embarrassed Hitler" - always ill at ease in the presence of a stranger, an aristocrat, a general or anyone who made him feel inferior.
Dr Murray also broke down the Führer's personality into a "gracious Hitler" - soft, good-natured, gentle and informal - and even a "sentimental Hitler", who was easily moved to tears.
These all contrasted with a "possessed Hitler" who shrieked with fanatical fury as he addressed the masses, a "hysterical Hitler" who will even roll on the carpet with fury and shake with terror when he woke from a nightmare, and there was even the "apathetic Hitler", a limp, indolent and indecisive creature.
Nazi aides also recall that Hitler would break down and weep like a child pleading for sympathy when he found himself in difficult situations.
One such aide recalled: "In 1934, he complained of the ingratitude of the German people in the sobbing tones of a down-at-heel musichall performer. A weakling who accused and sulked, appealed and implored and retired in wounded vanity."
Hitler continued to support and admire Mussolini as the war progressed.
But this admiration started to erode after July 1943, when Mussolini was stripped of power and arrested after a revolt within his inner circle.
Hitler was afraid of the propaganda value that would follow if Mussolini was turned over to the Allies, now fighting steadily through Italy. So he personally ordered one of his favourite commandos, Captain Otto Skorzeny, the head of Hunting Group 502, to rescue Mussolini.
After locating the Italian dictator, who had been placed under house arrest in a remote hotel on top of Gran Sasso, a 6,000-feet-high mountain 80 miles north-east of Rome, Skorzeny and his men swooped in on 12 gliders.
Not a shot was fired and Skorzeny informed Mussolini: "The Führer has sent me to set you free."
Mussolini replied: "I knew my friend Adolf Hitler would not abandon me."
But the end came for Mussolini in April 1945 when he and Clara Petacci were captured as they attempted to board a plane bound for Switzerland.
The next day, both were executed and their bodies hung unceremoniously upside-down from a lamppost outside a Milan petrol station.
This time Hitler, doubtless more concerned about what remained of his own future, did not weep.
Aventar (Brasil): Benito, para os amigos
A máquina do tempo: Mussolini
Colocado por Carlos Loures em 19 de Novembro de 2009
Foi posto ontem à venda nas livrarias italianas, editado pela Rizzoli, de Milão, o livro do jornalista Mauro Suttora com o título «Mussolini segreto» – «Mussolini Secreto». Revela, segundo se diz, uma nova imagem do ditador que, tem sido habitualmente descrito como um bonacheirão muito menos sanguinário do que o seu aliado Adolf Hitler. Afinal, Benito Mussolini disputava a Hitler a qualidade de campeão do anti-semitismo ( «Hitler è un sentimentalone»), acusava Franco de ser um idiota, ameaçava o Vaticano com o corte de relações («Questo papa è nefasto»)…
«Estudei durante muitos meses mais de 2000 páginas escritas por Claretta, com uma caligrafia apertada e difícil», diz Suttora. Já no fim da guerra da Libertação, quando o casal Benito e Clara tinha já a água pelo pescoço e teve de fugir de Salò, onde se refugiara após a queda do governo de Mussolini, ainda mantendo a esperança de ressuscitar o fascismo, a amante do Duce entregou os seus diários a uma amiga de confiança, que os escondeu. Foram encontrados em 1950.
Mauro Suttora (1959) é um escritor e jornalista milanês, colaborador do Corriere della Sera, com reportagens sobre a guerra Irão-Iraque, o massacre de Tiananmen, a primeira guerra do Golfo, Gorbatchov, a guerra da Jugoslávia, a Segunda Intifada, etc. Entre os seus romances, destaca-se o best seller «No sex in City», publicado em 2007. É ele que me ajuda hoje a pilotar a nossa máquina do tempo de regresso a esses anos escaldantes que antecederam a 2ª Guerra Mundial.
Segundo o autor, o que se torna reveladoramente explosivo é o facto de as palavras de Clara Petacci, a linda actriz com os cabelos cor de azeviche, destruírem a imagem de um ditador que cometeu excessos, mas humano, um pouco ridiculamente fanfarrão, mas simpático, um acólito moderado de Hitler, um homem que foi atrelado ao carro nazi contra sua vontade e que aprovou as leis contra os judeus apenas para não contrariar o seu louco aliado. Um católico devotado. Essa imagem é falsa, segundo o livro de Suttora. E depois há as revelações eróticas, que numa Itália vacinada pelos desmandos de Berlusconi, não causarão grande impacto.
«Sabes, meu amor? A noite passada, no teatro, despi-te mentalmente pelo menos três vezes. Olhava-te, tirava-te a roupa e desejava-te como um louco». Parece um fragmento de uma escuta telefónica ao inenarrável Silvio, mas são palavras de Benito que Clara anotou em 5 de Janeiro de 1938. A relação adúltera durava desde 1932, tinha Clara Petacci 20 anos e Mussolini 40. O Duce era casado com Rachel Mussolini (1890-1979) . Tinham seis filhos.
Mussolini ficava furioso quando apontavam Hitler como pioneiro do anti-semitismo: em 4 de Agosto de 1938, sempre de acordo com o diário de Petacci, o ditador fascista terá berrado: «Eu já era racista em 1921. Não sei como podem pensar que imito Hitler se ele nem sequer tinha nascido. Os italianos deveriam ter mais sentido da raça, para não criar mestiços que irão estragar o que temos de bonito». Vinte dias antes saíra o «Manifesto della razza», documento que tentava criar a tese da superioridade da etnia itálica.
Pio XI não terá escapado à fúria de Benito: «Se os do Vaticano continuam assim, vou romper todas as relações com eles. São uns miseráveis hipócritas. Proibi os casamentos mistos e agora o Papa pede-me para casar um italiano e uma preta. Não! Vou-lhes partir a cara a todos».
Franco não foi melhor tratado: «Esse tal Franco é um idiota. Julga que ganhou a guerra com uma vitória diplomática, só porque alguns países o reconheceram, mas tem o inimigo dentro de casa. Se tivesse só metade da força dos japoneses, já teria acabado com tudo há quatro meses. São apáticos [os espanhóis], indolentes, têm muita coisa dos árabes. Até 1480 os árabes dominaram a Espanha, foram oito séculos de domínio muçulmano. Aí está a razão porque comem e dormem tanto», anotou Claretta em 22 de Dezembro de 1937.
Enfim, um livro que promete levantar celeuma, principalmente em Itália onde ainda existe uma residual falange de apoio ao ditador que, com a sua amante Clara Petacci, foi numa praça executado de Milão, no dia 25 de Abril de 1945.
Colocado por Carlos Loures em 19 de Novembro de 2009
Foi posto ontem à venda nas livrarias italianas, editado pela Rizzoli, de Milão, o livro do jornalista Mauro Suttora com o título «Mussolini segreto» – «Mussolini Secreto». Revela, segundo se diz, uma nova imagem do ditador que, tem sido habitualmente descrito como um bonacheirão muito menos sanguinário do que o seu aliado Adolf Hitler. Afinal, Benito Mussolini disputava a Hitler a qualidade de campeão do anti-semitismo ( «Hitler è un sentimentalone»), acusava Franco de ser um idiota, ameaçava o Vaticano com o corte de relações («Questo papa è nefasto»)…
«Estudei durante muitos meses mais de 2000 páginas escritas por Claretta, com uma caligrafia apertada e difícil», diz Suttora. Já no fim da guerra da Libertação, quando o casal Benito e Clara tinha já a água pelo pescoço e teve de fugir de Salò, onde se refugiara após a queda do governo de Mussolini, ainda mantendo a esperança de ressuscitar o fascismo, a amante do Duce entregou os seus diários a uma amiga de confiança, que os escondeu. Foram encontrados em 1950.
Mauro Suttora (1959) é um escritor e jornalista milanês, colaborador do Corriere della Sera, com reportagens sobre a guerra Irão-Iraque, o massacre de Tiananmen, a primeira guerra do Golfo, Gorbatchov, a guerra da Jugoslávia, a Segunda Intifada, etc. Entre os seus romances, destaca-se o best seller «No sex in City», publicado em 2007. É ele que me ajuda hoje a pilotar a nossa máquina do tempo de regresso a esses anos escaldantes que antecederam a 2ª Guerra Mundial.
Segundo o autor, o que se torna reveladoramente explosivo é o facto de as palavras de Clara Petacci, a linda actriz com os cabelos cor de azeviche, destruírem a imagem de um ditador que cometeu excessos, mas humano, um pouco ridiculamente fanfarrão, mas simpático, um acólito moderado de Hitler, um homem que foi atrelado ao carro nazi contra sua vontade e que aprovou as leis contra os judeus apenas para não contrariar o seu louco aliado. Um católico devotado. Essa imagem é falsa, segundo o livro de Suttora. E depois há as revelações eróticas, que numa Itália vacinada pelos desmandos de Berlusconi, não causarão grande impacto.
«Sabes, meu amor? A noite passada, no teatro, despi-te mentalmente pelo menos três vezes. Olhava-te, tirava-te a roupa e desejava-te como um louco». Parece um fragmento de uma escuta telefónica ao inenarrável Silvio, mas são palavras de Benito que Clara anotou em 5 de Janeiro de 1938. A relação adúltera durava desde 1932, tinha Clara Petacci 20 anos e Mussolini 40. O Duce era casado com Rachel Mussolini (1890-1979) . Tinham seis filhos.
Mussolini ficava furioso quando apontavam Hitler como pioneiro do anti-semitismo: em 4 de Agosto de 1938, sempre de acordo com o diário de Petacci, o ditador fascista terá berrado: «Eu já era racista em 1921. Não sei como podem pensar que imito Hitler se ele nem sequer tinha nascido. Os italianos deveriam ter mais sentido da raça, para não criar mestiços que irão estragar o que temos de bonito». Vinte dias antes saíra o «Manifesto della razza», documento que tentava criar a tese da superioridade da etnia itálica.
Pio XI não terá escapado à fúria de Benito: «Se os do Vaticano continuam assim, vou romper todas as relações com eles. São uns miseráveis hipócritas. Proibi os casamentos mistos e agora o Papa pede-me para casar um italiano e uma preta. Não! Vou-lhes partir a cara a todos».
Franco não foi melhor tratado: «Esse tal Franco é um idiota. Julga que ganhou a guerra com uma vitória diplomática, só porque alguns países o reconheceram, mas tem o inimigo dentro de casa. Se tivesse só metade da força dos japoneses, já teria acabado com tudo há quatro meses. São apáticos [os espanhóis], indolentes, têm muita coisa dos árabes. Até 1480 os árabes dominaram a Espanha, foram oito séculos de domínio muçulmano. Aí está a razão porque comem e dormem tanto», anotou Claretta em 22 de Dezembro de 1937.
Enfim, um livro que promete levantar celeuma, principalmente em Itália onde ainda existe uma residual falange de apoio ao ditador que, com a sua amante Clara Petacci, foi numa praça executado de Milão, no dia 25 de Abril de 1945.
Subscribe to:
Posts (Atom)