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Wednesday, January 27, 2010

Mentana torna a Mediaset?

IMPERO MEDIASET, IL FONDATORE DEL TG5 E IL PARTITO DELL'AMORE

Un anno fa Mentana se ne andava da Matrix tra dure polemiche. Ora, le clamorose voci di un ritorno. E Feltri, a sorpesa, lo benedice

di Mauro Suttora

Oggi, 27 gennaio 2010

Vittorio Feltri, ha sentito che Enrico Mentana torna a Mediaset?
«Davvero? A me non risulta».
A noi sì: ci sarebbe già stato un incontro diretto Mentana-Silvio Berlusconi, poi uno con Fedele Confalonieri, e adesso la pace attende solo di essere ratificata da Berlusconi junior, Pier Silvio.
«Mah, se succederà, sarà un bene per tutti: con Mentana in Tv ci guadagna la Tv, e soprattutto lui. È un conduttore capacissimo, un fuoriclasse. Un po' meno bravo come ospite: l'ho visto a disagio ultimamente».

Fra i giornalisti berlusconiani lui è considerato il moderato, lei l'estremista.
«Ma facciamo due mestieri diversi. Io dirigo un giornale d'opinione, lui a Matrix metteva lì cinque ospiti e li faceva parlare. Io mi devo esporre, altrimenti senza opinioni che razza di giornale d' opinione farei? E devono essere opinioni forti, che non facciano addormentare i lettori, se no loro smettono di comprare il Giornale. Mentana invece prima faceva un telegiornale che doveva accontentare tutti senza sbilanciarsi troppo. Perché in prima serata sei obbligato a essere ecumenico, non puoi fare il fazioso. E poi Matrix, in cui non doveva prendere posizione. Questo non vuol dire disistima da parte mia verso Mentana, anzi: ripeto che è bravissimo».

Il ritorno di Mentana all'ovile è il primo risultato del «partito dell'amore»? Berlusconi dopo l' assalto subìto il 13 dicembre ha annunciato che «l'amore trionferà contro l'odio e l'invidia». Ha cominciato lui, perdonando il figliol prodigo?
«Berlusconi fa le cose che reputa convenienti, e ha una speciale abilità nel farlo. Come Mentana, d'altronde».

Però dopo la cacciata di un anno fa da Matrix Mentana era molto arrabbiato. Non sono neppure riusciti a mettersi d'accordo su che cosa fosse successo, se dimissioni o licenziamento. Poi si è sfogato scrivendo contro Berlusconi un intero libro, in cui ha accusato le Tv Mediaset di essere militarizzate, al servizio dei suoi interessi politici.
«Erano anni che Mentana non si trovava bene a Mediaset. E quando sei irritato, lasci anche solo per un'impuntatura. Era un rapporto che si poteva benissimo rappattumare, ma sotto incazzatura detesti tutto e tutti. Mentana aveva bisogno di sfogarsi, e lo ha fatto scrivendo un libro fondamentale di cui non è fregato nulla a nessuno».

E allora cosa sarà successo, per farli riavvicinare?
«Ma niente, il tempo medica tutto. È come quando si litiga con la moglie: lì per lì la vuoi lasciare, poi ci ripensi e si fa la pace. Mentana ha capito di avere pestato una m... Pardon, poi dicono che sono volgare... Ha capito di essere scivolato su una buccia di banana, e siccome oltre che a essere bravo è anche intelligente, è tornato sui suoi passi. Inutile stare lì a rodersi e a far niente. Sempre che questo ritorno si avveri».

"USATO SICURO COME RONALDINHO"?

Ma per Mediaset il recupero di Mentana non rischia di essere una minestra riscaldata?
«Mentana rappresenta sempre una garanzia. Come quei grandi campioni un po' usati ma sicuri, tipo Ronaldinho...».

Tornerà a Matrix, al posto del povero Alessio Vinci che non ha fatto grandi ascolti e viene regolarmente battuto da Bruno Vespa?
«Alessio Vinci è tutt'altro che un fesso, è bravo a fare Tv di qualità e sicuramente avrà successo con un programma diverso».

A proposito, Feltri, lei come si trova con un giornale diverso?
«Quand'ero a Libero dicevano che ero il grillo parlante di Berlusconi. Ora invece mi accusano di prendere ordini da lui. Però gli stessi dicono anche che lo danneggio perché ho criticato Fini. Insomma, che si mettano d' accordo con loro stessi. Ultimamente, poi, quando ho criticato anche Berlusconi perché non abbassa le tasse, a Repubblica si sono stupiti per la mia indipendenza, ed eccoli tutti lì a chiedersi cosa c'è sotto. Non capiscono, forse perché non sanno bene cos'è l'indipendenza...».

IL FIGLIOL PRODIGO: PERSONAGGI E INTERPRETI
Fedele Confalonieri, 72 anni, presidente di Mediaset, con Enrico Mentana, 55, e Pier Silvio Berlusconi, 40, vicepresidente Mediaset. Il premier Silvio Berlusconi, 73, padrone delle tv Mediaset, e Vittorio Feltri, 66, direttore del quotidiano Il Giornale, di proprietà della famiglia Berlusconi.
Nel febbraio 2009 Mentana aveva lasciato burrascosamente Mediaset dopo il rifiuto di trasmettere uno speciale di Matrix su Eluana Englaro in prima serata su Canale 5. Nel suo libro Passionaccia (Rizzoli), uscito a maggio, Mentana scrive che Mediaset è un «comitato elettorale».

Mauro Suttora

Wednesday, January 13, 2010

Presentazione libro a Napoli

Giovedì 4 febbraio 2010, ore 16

Istituto Italiano per gli Studi Filosofici

palazzo Serra di Cassano, via Monte di Dio 14, Napoli

presentazione-dibattito del libro "Mussolini segreto" (Rizzoli), i diari di Claretta Petacci

modera: Nico Pirozzi, giornalista

partecipano:

Prof. Clementina Gily, docente di Estetica al Dipartimento di Filosofia dell'Università Federico II di Napoli

Prof. Antonio Sarubbi, docente di Storia delle dottrine politiche

Prof. Antonio Alosco, docente di Storia contemporanea

Mauro Suttora, giornalista Rcs. curatore del libro

Monday, December 21, 2009

Il Mattino: Le ossessioni private di Mussolini

Nelle memorie della Petacci, amante del duce, le conferme dei ricordi di Bottai e Ciano. Il dittatore si sfogava contro ebrei e francesi e si vantava del suo petto che piaceva alle donne

di Aurelio Lepre

Il Mattino (Napoli), domenica 20 dicembre 2009

La biografia di un uomo politico, la ricerca delle motivazioni personali che ne determinano l'azione, è tanto più importante quanto più potere ha concentrato nelle sue mani. Per questo motivo, anche i particolari della vita di Mussolini che potrebbero sembrare insignificanti devono essere attentamente studiati. Senza i diari di Bottai e di Ciano la sua personalità non potrebbe essere illuminata a sufficienza: dal loro ravvicinato punto di vista, i due gerarchi del fascismo osservavano Mussolini con notevole perspicuità.

Claretta Petacci, l'amante del duce, non aveva certo le capacità intellettuali di Bottai e di Ciano e il suo diario, di cui viene ora pubblicata una edizione ridotta, è perciò meno interessante dei diari dei due gerarchi. Ma non privo di utilità. Anzitutto per diverse conferme. Alcuni giudizi di Mussolini - per esempio sugli ebrei, sui rapporti con la Chiesa, su Pio XI, su Hitler, sulla Spagna di Franco - che in Ciano e Bottai appaiono più sfumati, perché passati attraverso il filtro di chi sa che un giorno le sue pagine potranno essere lette come un documento storico, nel diario della Petacci risultano molto più forti.

Mussolini s'infuriava leggendo le rassegne della stampa estera e di quella antifascista; si abbandonava a lunghe e minacciose tirate contro gli ebrei, così da sembrarne quasi ossessionato quanto ne era Hitler; esprimeva sul re e su casa Savoia giudizi aspri e sprezzanti.

Quando si metteva in pantofole, Mussolini diventava ancora più battagliero di quando calzava gli stivali. Voleva sterminare tutti gli ebrei, si scagliava con violenza contro gli italiani che nell'Africa orientale convivevano con donne nere: "Questi schifosi di italiani distruggeranno in meno di sette anni un impero. Non hanno coscienza della razza, non hanno dignità".
Tuonava contro i francesi: "Porci schifosi questi francesi, lurida gente, ora si mangiano il fegato dalla bile che io li ho mollati del tutto. Del resto pagano il fio della sterilità voluta dalle loro donne".

In queste pagine c'è, naturalmente, anche un Mussolini diverso, intimo. Si diverte ai film di Stanlio e Ollio, ma non capisce i cartoni animati. Fa l'amante appassionato e qualche volta un po' lamentoso per gelosia (anche se, nello stesso tempo, tradisce la Petacci).

Si preoccupa di come appare al pubblico: "La mia voce era metallica, dura, decisa?"; "È vero che ho una bella bocca? Sai, lo ha detto il dentista a mia moglie, pensa". Un uomo sulla spiaggia gli dice: "Mussolini, tu hai il torso più perfetto di tutta la spiaggia". E lui corregge: "D'Italia". Ma poi ammette: "Le gambe storte mi rovinano".
Per questo, forse. riempie l'Italia dei suoi busti di marmo e si fa filmare a torso nudo mentre trebbia il grano.

La parte del diario che viene ora pubblicata termina il 20 dicembre del 1938. Manca meno di un anno allo scoppio della seconda guerra mondiale, ma non se ne avverte nessun presentimento.

Wednesday, December 16, 2009

El Mundo (Spagna): La gran amante de Mussolini

LA OTRA BIOGRAFÍA

El Mundo quotidiano

Madrid
22 noviembre 2009

IRENE HDEZ. VELASCO

«Soy esclavo de tu carne. Tiemblo mientras lo digo, siento fiebre al pensar en tu cuerpecito delicioso que me quiero comer entero a besos. Y tú tienes que adorar mi cuerpo, el de tu gigante. Te deseo como un loco».

El 1 de febrero de 1938 la más famosa querida de la Historia de Italia anotó en su diario esa frase. Se la había dicho su adorado Ben, como llamaba en la intimidad a Benito Mussolini, su amante. Y ella, Clara Petacci, tenía en la vida dos pasiones: su ardiente amor por el dictador fascista y la obsesión desenfrenada de poner sobre el papel todo lo que salía de la boca de su ilustre amante.

Sólo en 1938 escribió 1.810 páginas con todos los detalles de su relación con el Duce, 29 años mayor que ella y al que fue fiel hasta la muerte. No en vano la Petacci fue asesinada junto a Benito Mussolini en abril de 1945, y su cuerpo colgado bocabajo junto al de él en una plaza de Milán para público escarnio.

BAJO TIERRA

Pero, antes de seguir a su amado en ese último viaje, Clara Petacci tuvo una intuición y dejó su voluminoso diario al cuidado de la condesa Rina Cervis, quien lo enterró en el jardín de su villa en Brescia. Allí estuvo hasta que en 1950 fue descubierto por una patrulla de carabinieri y confiscado. Desde entonces, durante 70 larguísimos años, todos los Gobiernos italianos han impuesto el secreto de Estado sobre esas páginas. Pero ahora, por primera vez, parte del diario de la favorita del Duce ha sido desclasificado. Concretamente, el segmento que abarca desde 1932 hasta 1938.

Un periodista, Mauro Suttora, ha buceado en esa montaña de folios. Y con lo más jugoso de los mismos ha escrito Mussolini secreto, un libro de 521 páginas que el pasado miércoles salió a la venta en Italia de la mano de la editorial Rizzoli y que ofrece un retrato íntimo (y en muchos aspectos desconocido) del dictador fascista en el que los sentimientos, los celos y las fantasías eróticas se entremezclan con la historia y la tragedia del fascismo.

Un solo ejemplo: en 1938, el año en que Hitler invadió Austria y en el que se firmó el acuerdo de Munich que entregaba a la Alemania nazi parte de Checoslovaquia, Mussolini se dedicaba a telefonear al menos una docena de veces al día (a razón de una llamada cada hora, desde las 9.00 a las 21.00 horas, fines de semana incluidos) a la celosísima Clara, quien le acusaba -y con razón- de tener otras amantes.

Mientras preparaba junto a Hitler la mayor tragedia de la Historia de la humanidad, el dictador fascista tenía también que emplearse a fondo en negar aventuras sexuales y en inventarse excusas con las que tranquilizar a su amante.

FAENAS SEXUALES

Por no hablar de que las ocasiones en las que en plan vodevil, escondido en un rincón de su casa y aterrado ante la posibilidad de que su mujer pudiera descubrirlo, Il Duce susurraba palabras de amor a su Claretta a través del teléfono. O de los berridos en plan cordero degollado con que solía rematar sus faenas sexuales:

-Su rostro está rígido, sus ojos centellean. Yo estoy sentada en el suelo. Él se desliza del sillón y se echa sobre mí, curvo. Siento que todos sus nervios están tensos. Lo aprieto contra mí. Lo beso y hacemos el amor con tanta furia que sus gritos parecen los de un animal herido. Después, agotado, se deja caer sobre la cama. Incluso cuando descansa es fuerte -dejó escrito la Petacci el 27 de febrero de 1938.

Gracias precisamente a los diarios de esa mujer, hija del que fuera médico personal del Papa Pío XI, emerge a la luz un Mussolini privado terriblemente antisemita («Los judíos son una raza despreciable», le confesó el 4 de noviembre de 1938 a su concubina), que no soporta al rey Víctor Manuel III, absolutamente fascinado por la Alemania nazi, que se jacta de que la princesa María José (la esposa del príncipe heredero) le tira los tejos en el terreno sexual, que considera a Franco «un idiota» y que sostiene con evidente desprecio que los españoles «son como los árabes».

Fue el 24 de abril de 1932 cuando, por pura casualidad, en la vida de Clara Petacci se cruzó Mussolini. La joven, una niña bien que entonces tenía 20 años, iba en el coche de su familia junto a su madre y su hermana cuando, de repente, un Alfa Romeo conducido por el Duce en persona les adelantó. Clara, que había crecido con el mito de Mussolini, reconoció a su ídolo y pidió a su chófer que le siguiera.

El dictador, que entonces tenía 49 años, llevaba 17 casado con donna Rachele y era padre de cinco hijos, se sintió halagado por el inmenso entusiasmo de la joven, paró su coche y bajó a saludar a la muchacha. Cuatro años más tarde, en 1936 y después de que la Petacci se casara con el teniente Riccardo Federico, Claretta y el Duce se convirtieron en amantes.

«Mussolini secreto». Ofrece un retrato íntimo del dictador fascista (Ed. Rizzoli). A la venta en Italia desde el miércoles.

Monday, December 14, 2009

Nuova Sardegna: Italia alcova, come oggi

IL DUCE, CLARETTA E CORRADO ALVARO: L'ITALIA TUTTA UN'ALCOVA, COME OGGI

di Massimo Onofri

La Nuova Sardegna, 14 dicembre 2009

I diari sono quelli di Claretta Petacci. Una scelta, "Mussolini segreto", è stata appena pubblicata da Rizzoli. Leggo alla data 26 aprile 1938 (solo per questo anno, secondo quanto scritto nella prefazione, abbiamo 1810 pagine). Il duce la informa che sul "Tevere" di Telesio Interlandi è uscita una di lei poesia. Poi riporta la voce, riferitagli da tale "signora Brambilla", che Claretta abbia domandato notizie di "un certo Corrado Alvaro" a una chiromante per sapere se costui la tradiva.

Claretta s'indigna: soprattutto per il fatto che le si addebiti la frequentazione di chiromanti. Mussolini la rassicura: "No amore, non inquietarti, non ci credo. E' una buffona, una donna senza neanche un filo di buonsenso. Questo Alvaro è un mostro, è orrendo, un muso da cane bulldog. Orribile. Anche se lo conoscessi, non sarebbe possibile. E' una stupida cattiva. Le ho fatto dire ancora che se ne andasse, partirà subito".

Meraviglioso: Claretta amante dello scrittore antifascista Corrado Alvaro. Un'ipotesi che ci accarezza. Vent'anni di antifascismo clandestino cancellato o segregato nelle prigioni finalmente vendicato, dal meno attendibile di tutti, l'"orrendo" Alvaro. Nel segreto di un'alcova. Ieri come oggi.

Wednesday, December 09, 2009

Oggi: le polemiche su Mussolini razzista

Oggi, 9 dicembre 2009

di Mauro Suttora

QUANTO ERA RAZZISTA IL DUCE?

Il dittatore italiano parlò di "trucidare completamente" gli ebrei ben quattro anni prima che i gerarchi nazisti ne decidessero lo sterminio finale

«Porci ebrei, popolo destinato a essere trucidato completamente». Previsione o minaccia? Benito Mussolini pronunciò questa tremenda frase il Lunedì dell’Angelo 1938, nel suo studio a palazzo Venezia di fronte all’amante Claretta Petacci. La quale la annotò fedelmente nei suoi diari, appena desecretati dopo ben settant’anni sotto chiave nell’Archivio centrale dello Stato, e pubblicati nel libro Mussolini segreto (ed. Rizzoli).
Com’era prevedibile, queste parole hanno subito fatto il giro del mondo. Tutti i giornali più prestigiosi, dall’inglese Times al francese Le Monde, dallo spagnolo El Pais al tedesco Spiegel, hanno scritto lunghi articoli. Perché?

ATTENTI ALLE DATE

Attenzione alle date. La frase di Mussolini è del 18 aprile ’38. Cioè tre mesi prima del vergognoso Manifesto della razza del professor Nicola Pende e altri «scienziati» che diede il via alle persecuzioni contro gli ebrei, dapprima licenziati da ogni impiego pubblico, e infine avviati ai campi di sterminio.
Ma, soprattutto, l’auspicio del dittatore italiano è di quattro anni antecedente alla famigerata conferenza di Wannsee (Berlino) del gennaio ’42. Solo allora, infatti, i gerarchi nazisti decisero di «trucidare completamente» (per usare le parole del duce) gli ebrei.

FRASI AGGHIACCIANTI

Anche un appassionato di storia per diletto come me, quindi, è saltato sulla sedia quando si è imbattuto in questa frase trascrivendo i diari della Petacci per il libro che ho curato. Oltre ad altre successive, come: «Io ero razzista dal ‘21. Non so come possano pensare che imito Hitler, non era ancora nato [politicamente, ndr]. Mi fanno ridere. La razza dev’essere difesa» (4 agosto ’38). «Lo scopo è purificare la razza e far lavorare gli ariani ai posti sfruttati da loro» (2 settembre). «Porci ebrei, li ucciderò tutti» (9 ottobre). «Questi schifosi di ebrei, bisogna che li distrugga tutti. Farò una strage come hanno fatto i turchi [con gli armeni, ndr]. Del resto ho confinato settantamila arabi [in Libia], potrò confinare cinquantamila ebrei. Farò un isolotto, li chiuderò tutti là dentro. Sono carogne, nemici e vigliacchi. Vedranno cosa saprà fare il pugno d’acciaio di Mussolini. Li distruggo. È l’ora che gli italiani sentano che non devono più essere sfruttati da questi rettili» (11 ottobre).

COSA DICONO GLI STORICI

Secondo il prestigioso settimanale Economist, «i diari di Claretta sfidano la confortevole opinione che molti italiani hanno di un duce trascinato dall’alleato Hitler. E la reputazione di Mussolini conta ancora in un Paese che, per la maggior parte degli ultimi otto anni, è stato guidato da governi con dentro i suoi eredi “post-fascisti”».
«Questo tema sembra diventato tabù», ha scritto sul Corriere della Sera Giorgio Fabre, autore del libro Mussolini razzista (Garzanti, 2005). «Forse il dittatore viene considerato un padre della patria, un italiano rappresentativo».
«Si riteneva che le leggi razziali fossero solo uno strumento, non una politica in cui [Mussolini] credeva sinceramente. Questi diari suggeriscono il contrario», ha detto all’Economist Paul Corner, professore di Storia europea all’università di Siena. E Sergio Luzzatto, storico dell’università di Torino: «Pur con tutte le cautele, perché scritti da un’amante, i diari sono una sveglia. Svelano la vera malvagità di Mussolini».

Thursday, December 03, 2009

Der Spiegel: In Bett mit Ben

articolo del settimanale tedesco:

26.11.09

Im Bett mit Ben

Alexander Von Smoltczyk

Mussolinis Geliebte Clara Petacci kannte die Geheimnisse des "Duce". Ihr Tagebuch beschreibt einen sexsüchtigen Judenhasser, der Hitler "sehr sympathisch" fand.

Einmal ließ den "Duce" sein kleiner Führer doch im Stich: "Ich war wie aus Holz. Nicht ein Haar hat sich mir aufgestellt", so staunt Benito Mussolini über sich selbst. Dabei tat Maria José di Savoia, Gattin des späteren Königs Umberto II., wirklich alles, um den Chef der italienischen Faschisten am Strand zu verführen. Benito konnte nicht: "Ich war kein Mann, sondern ein Politiker." Armer Potentat.

So soll Mussolini, der 21 Jahre lang Ministerpräsident und "il Duce" war, die Szene jedenfalls hinterher seiner Lebensgeliebten Clara "Claretta" Petacci geschildert haben. Und die schrieb es dann in ihre Tagebücher.

Vergangene Woche sind die erstmals veröffentlicht worden - zum nicht geringen Entsetzen manches Nachgeborenen*. "Diese Frau würde heute wegen Stalkings verurteilt werden", so die Duce-Enkelin Alessandra Mussolini. "Kein Wort" glaube sie von dem, was da über ihren Opa geschrieben stehe.

Die Mussolinis waren noch nie gut zu sprechen auf Claretta Petacci, die einzige Frau, die Mussolini buchstäblich bis zum Tod die Treue gehalten hat.

Ihr Vater war Arzt im Vatikan, sie selbst schwärmte schon als Teenie für den "Duce, mio grandissimo Duce" und wurde mit 19 Jahren seine Geliebte. Nach einer zweijährigen Trennung avancierte sie 1936 zur Haupt- und Dauerkonkubine. Der einzigen mit Anrecht auf Personenschutz, Chauffeur und Zimmer im Palazzo Venezia.

Sie nennt ihn "Ben", er spricht von sich bescheiden als "dein Gigant". Bei Claretta beklagt er sich über die engen Stiefel, die er immer tragen muss. Sie ist seine Vertraute und Beichtmätresse. Ihre Geschichte wurde 1984 verkitscht verfilmt, mit Claudia Cardinale in der Hauptrolle.

Mussolini war vom Sex so besessen wie von der eigenen Macht. Bis zum Tag seiner Absetzung, am 25. Juli 1943, ließ er sich "täglich eine Frau, jeden Nachmittag" liefern, so erinnerte sich sein Kammerdiener Quinto Navarra. Im Gästebuch wurden sie als "faschistische Besucherinnen" geführt.

"Es gab eine Zeit, da hatte ich 14 Frauen und nahm mir 3, 4 jeden Abend, eine nach der anderen." Aber jetzt, mit Claretta, gebe es nur noch sie für ihn: "Amore, warum willst du mir nicht glauben?"

Die Nacht, bevor Österreich am 13. März 1938 ans Deutsche Reich "angeschlossen" wurde, verbringt Mussolini im Wesentlichen damit, Claretta ihre Eifersucht auszureden, mit Erfolg: "Wir machen Liebe wie noch nie, bis er Herzschmerzen hat und danach noch einmal. Dann schläft er erschöpft und selig ein."

Mussolini selbst ist maßlos eifersüchtig und lässt jeden Schritt seiner 29 Jahre jüngeren "bambina" observieren: "Dein köstliches Körperchen soll nur für mich zittern." Die Wartezeit auf ihn vertreibt sich Petacci mit Schreiben. In schneller Schrift füllt sie die Seiten, fast 2000 allein im Jahr 1938. Das Schreiben sei für sie "Therapie" gewesen, so Herausgeber Mauro Suttora, "weil sie ihre Tage nur damit verbringt, für Mussolini zu leben".

Zum großen Teil ist das Bettkantengeplauder, gespickt mit Ausfällen gegen die Mussolini-Gattin Ráchele, ansonsten ein Zeugnis von Sexsucht, Verblendung und Heuchelei. So etwa, als Mussolini unter Tränen die Schrecken des Krieges in Spanien beklagt, wo gerade 150 Kinder unter Luftbomben starben: "Denk nur, ganze Gebäude zerstört, als wären sie aus Pappe." Dabei hatte Italien gerade die Verstärkung der Bombardierungen befohlen.

Es hat in den letzten Jahren einige fragwürdige Veröffentlichungen gegeben, die Mussolini als Getriebenen zeigen, als tragische Gestalt, die von Hitler zur Judenverfolgung genötigt wurde. Auch Petaccis Notizen aus dem Lotterbett räumen mit solchen Legenden auf: "Ich war Rassist seit 1921", so habe ihr Mussolini im August 1938 anvertraut. "Ich weiß nicht, wie sie glauben können, ich würde Hitler nur nachahmen, der war damals noch gar nicht geboren. Man muss den Italienern ein Gefühl für die Rasse geben, damit sie keine Mischlinge hervorbringen, damit sie nicht ruinieren, was schön ist in uns."

Zurückgekehrt von der Münchner Konferenz 1938, ruft er Claretta zu sich: "Der Führer ist sehr sympathisch", so zitiert sie den Duce: "Hitler ist im Grunde ein Gefühlsmensch. Als er mich sah, hatte er Tränen in den Augen. Er hat mich wirklich sehr gern."

Nur dessen Wutanfälle irritierten Mussolini etwas: "Funken sprühten aus seinen Augen, er zitterte, riss sich nur mühsam zusammen. Ich dagegen blieb völlig ruhig." Im Grunde, so Mussolini, habe er die Konferenz gerettet: "Immer war ich es, der sie auf den Punkt zurückgeführt hat, sie verloren sich in der Diskussion. Hitler verehrt mich aufrichtig."

Nach der Konferenz machen beide Urlaub am Strand. Mussolini blättert in französischen Zeitungen und bekommt schlechte Laune: "Diese ekelhaften Juden, man muss sie alle vernichten. Ich werde ein Blutbad anrichten wie einst die Türken. Ich werde sie isolieren und einsperren. Sie werden die stählerne Faust von Mussolini kennenlernen. Es ist an der Zeit, dass die Italiener merken, dass sie nicht mehr von diesen Schlangen ausgebeutet werden dürfen."

Fünf Wochen später lässt er ein weiteres Rassengesetz beschließen, das "Mischehen" für ungültig erklärt. Die Proteste von Papst Pius XI. regen ihn maßlos auf: "Noch nie hat ein Papst der Religion so geschadet wie dieser. Fast die ganze Welt hat er schon verloren." Und: "Er macht unwürdige Sachen. Wie kann er sagen, wir seien den Semiten gleich. Wir haben sie jahrhundertelang bekämpft, wir hassen sie."

Nicht nur der von Petacci kolportierte Satz "Ich bin wie Napoleon" könnte auch von einem seiner Nachfolger stammen. Der eine nennt sich Duce, der andere Cavaliere oder "Papi".

Es ist eine altbekannte und nicht nur italienische Geschichte: kleine große Männer, die ihr Herz zwischen den Beinen tragen, sich mit Showgirls umgeben und letztlich doch nur angezogen sind von allem, was noch mächtiger ist und noch skrupelloser als sie.

Nach seinem Sturz 1943 errichtet Mussolini mit Hitlers Hilfe die Marionettenrepublik von Salò am Gardasee. Carletta bleibt in Rom zurück, nach Flucht und Haft trifft sie ihren Duce im April 1945 wieder, diesmal für immer.

Ihre Tagebücher hat Petacci der Gräfin Rina Cervis anvertraut, aus deren Garten sie 1950 von Carabinieri ausgegraben wurden. Seither wurden sie in einer Schachtel im Staatsarchiv aufbewahrt, freizugeben erst 70 Jahre nach Niederschrift.

Wirklich nur "Mätressengeplapper", wie einige Duce-Experten meinen? Nach dem altrömischen Motto: Sage der Geliebten alles, nur nicht die Wahrheit?

"Über das Liebesgeflüster braucht man natürlich nicht zu reden. Interessant aber sind die angeblichen Aussagen zur Politik", sagt dagegen Lutz Klinkhammer vom Deutschen Historischen Institut in Rom. "Denn weshalb hätte Mussolini hier etwas vortäuschen sollen? Politik interessierte die Petacci nicht. Ihre Notizen etwa zum Antisemitismus des Duce bestätigen im Grunde unsere jüngsten Forschungen."

Als im April 1945 auch die Miniaturrepublik von Salò am Ende war, bot Mussolini seiner Geliebten die Flucht nach Spanien an. Petacci lehnte ab. Wenig später hing sie neben dem Duce kopfüber über dem Piazzale Loreto in Mailand, erschossen von Partisanen. Überliefert ist die Bemerkung einer Passantin: "Das muss man ihr lassen: Schöne Beine hatte sie."

ALEXANDER SMOLTCZYK

* Mauro Suttora (Hg.): "Clara Petacci: 'Mussolini segreto'". Verlag Rizzoli, Mailand; 523 Seiten; 21 Euro.


traduzione inglese:

IN BED WITH BENITO

Sex Diaries Reveal Mussolini's Soft Side

settimanale De Spiegel (Germania), 26.11.2009

By Alexander Smoltczyk

Mussolini's mistress, Clara Petacci, recorded intimate details of her affair with Il Duce in her journal. Her newly published diary reveals Mussolini as a sex-addicted anti-Semite who found Hitler "very likeable" -- and who occasionally suffered from impotence.

On one occasion, Il Duce's little Führer apparently let him down. "It was as if I were made of wood. Not even a hair on my body was erect," Benito Mussolini said in amazement. Maria José di Savoia, the wife of the later King Umberto II, had done absolutely everything in her power to seduce the leader of the Italian fascists on the beach. But Benito simply couldn't rise to the occasion. "I wasn't a man, but a politician," he said.

This, at least, was the way Mussolini, who was prime minister of Italy for 21 years and was known as "Il Duce," later described the scene to his mistress Clara "Claretta" Petacci, who then recorded his words in her diaries.

Those diaries were published for the first time last week, to the considerable consternation of one of Mussolini's descendents. "This woman would be convicted of stalking today," says Alessandra Mussolini, Il Duce's granddaughter. She insists that "not a word" of what Petacci wrote about her grandfather is true.

'Your Giant'

The Mussolinis never had a very high opinion of Petacci, the only woman who was faithful to Mussolini literally to the bitter end.

Her father was a doctor at the Vatican, and as a teenager she rhapsodized about the "Duce, mio grandissimo Duce." She became his mistress at 19. In 1936, after a two-year separation, she became Mussolini's principal and permanent concubine, the only one who was entitled to bodyguards, a chauffeur and quarters at the Palazzo Venezia.

She called him "Ben," and he referred to himself, none too modestly, as "your giant." He would complain to Claretta, his confidante, about the tight boots he always had to wear. A sentimentalized version of her story was made into a film in 1984, with Claudia Cardinale as the lead.

Mussolini was as obsessed with sex as he was with his own power. Until the day of his removal from power, July 25, 1943, he had "a woman brought to him every day, every afternoon," as his valet Quinto Navarra recalls. The women were recorded in the guest book as "fascist visitors."

"There was a time when I had 14 women and took three or four them every evening, one after the other," Mussolini said. But now, he insisted, Claretta was the only one. "Amore," he said, "why do you refuse to believe me?"

Mussolini spent much of the night before March 13, 1938, when Austria was annexed into the German Reich in the Anschluss, trying to persuade Claretta not to be jealous, and his efforts were successful. As she wrote: "We make love as we have never made love before, until he has heart pain, and then we do it again. Then he falls asleep, exhausted and blissful."

'Your Precious Little Body Shall Only Tremble for Me'

Mussolini himself was intensely jealous and had his "bambina's" every movement observed. "Your precious little body shall only tremble for me," he told Claretta, who was 29 years his junior. Petacci wrote to pass the time she spent waiting for him. She wrote quickly and copiously, writing almost 2,000 pages in 1938 alone. Writing was "therapy" for Petacci, according to publisher Mauro Suttora, "because she spent her days doing nothing but living for Mussolini."

For the most part, however, the pillow talk Petacci describes, interspersed with diatribes against Mussolini's wife Ráchele, is a record of sex addiction, infatuation and hypocrisy. In one instance, for example, Mussolini weeps as he describes the horrors of the war in Spain, where 150 children had just been killed during an air raid. "Just think, entire buildings destroyed, as if they were made of cardboard." But Italy had just ordered the intensification of the bombing.

There have been several questionable publications in recent years that portray Mussolini as a driven man, a tragic figure coerced into persecuting the Jews by Hitler. But Petacci's notes from their love nest leave little doubt that Mussolini was anti-Semitic through and through. "I have been a racist since 1921," Mussolini confided to Petacci in August 1938. "I don't know how they can believe that I am merely imitating Hitler, who wasn't even born at the time. One must give the Italians a sense of race, so that they don't produce any mongrels, so that they don't ruin what is beautiful in us."

'Hitler Really Likes Me a Lot'

After returning from the Munich Conference in 1938, he summoned Claretta. "The Führer is very likeable," Il Duce told his mistress. "Hitler is an emotional person at heart. When he saw me, there were tears in his eyes. He really likes me a lot."

Mussolini was, however, somewhat irritated by Hitler's fits of rage. "Sparks flew from his eyes, his body was shaking and he could only pull himself together with difficulty. I, on the other hand, remained completely calm." In Mussolini's opinion, it was he who had saved the conference. "I was always the one who brought them back to the matter at hand, they got lost in discussion. Hitler sincerely adores me."

After the conference, Mussolini and Petacci went on a vacation to the beach. Mussolini, while flipping through French newspapers, suddenly got into a bad mood. "These disgusting Jews, they should all be destroyed," he said. "I will create a bloodbath the way the Turks once did. I will isolate them and imprison them. They will come to know the steel fist of Mussolini. It is time that the Italians realize that can no longer exploited by these snakes."

Five weeks later, he had pushed through a new race law that declared "mixed marriages" invalid. When Pope Pius XI objected, he became enraged. "Never before has a pope done so much harm to religion as this one. He has already lost almost the entire world." And, he continued, "he does dishonorable things. How can he say that we are the same as the Semites? We have fought with them for hundreds of years, and we hate them."

It is an age-old story and not one that is exclusive to Italy: The story of short, powerful men who wear their hearts between their legs, surround themselves with showgirls and, in the end, are only attracted by anything that is even more powerful and unscrupulous than they are. One sentence that Petacci attributed to Mussolini, "I am like Napoleon," could just as easily have been uttered by one of his modern-day successors, someone who likes to be called, not il Duce, but il Cavaliere or "Papi."

Sweet Nothings

After he was deposed in 1943, Mussolini, with Hitler's help, established the puppet state of the Republic of Salò on Lake Garda. Carletta remained behind in Rome, but the couple eventually reunited and, after fleeing and being arrested by Italian partisans, she and Il Duce were executed together in April 1945.

Petacci entrusted her diaries to the countess Rina Cervis. In 1950 the police unearthed them from where they had been hidden in the countess's garden. After that, they were kept in a box in the national archive, not to be released until 70 years after they had been written.

But was it truly just "pillow talk," as some Il Duce experts contend? And, in Petacci's case, did the old Roman saying hold true: Tell your lover everything, just not the truth?

"Of course, the sweet nothings aren't worth discussing. But the supposed remarks on politics are interesting," says Lutz Klinkhammer of the German Historical Institute in Rome. "When it came to politics, why would Mussolini want to hide anything from her?" he asks. "Petacci wasn't interested in politics. For instance, her notes on Il Duce's anti-Semitism essentially confirm the conclusions of our most recent research."

When the miniature Salò Republic came to an end in April 1945, Mussolini offered his mistress the option of fleeing to Spain, but Petacci declined. A short time later, she was hanging upside-down next to Il Duce above the Piazzale Loreto in Milan, shot by partisans. A passerby is believed to have said: "One thing you can say for her: She did have nice legs."

Translated from the German by Christopher Sultan

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traduzione portoghese:

Diários sexuais revelam o lado suave de Mussolini

Alexander Smoltczyk

"Il Duce" Os diários da amante Carla Petacci, recém-publicados, revelam um Mussolini viciado
em sexo e antissemita, que achava Hitler "muito agradável" - e ocasionalmente sofria de impotência
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A amante de Mussolini, Clara Petacci, registrou detalhes íntimos do seu relacionamento com "Il Duce" no seu diário. Os diários dela, recém-publicados, revelam Mussolini como sendo um viciado em sexo e antissemita que achava Hitler "muito agradável" - e que ocasionalmente sofria de impotência.

Em determinada ocasião, o "pequeno Führer" de Il Duce aparentemente o deixou na mão. "Era como se eu fosse feito de madeira. Nem um só pelo do meu corpo ficou ereto", disse Benito Mussolini, surpreso. Maria José di Savoia, a mulher do rei Umberto 2º, fez tudo o que pode para seduzir o líder dos fascistas italianos na praia. Mas Benito simplesmente não foi capaz de corresponder às iniciativas de Maria José. "Eu não era um homem, mas sim um político", disse ele.

Pelo menos foi dessa forma que Mussolini, que foi o primeiro-ministro da Itália durante 21 anos e que era conhecido como "Il Duce", descreveu mais tarde a cena para a sua amante Clara "Claretta" Petacci, que a seguir registrou as palavras dele no seu diário.

Esses diários foram publicados pela primeira vez na semana passada, provocando uma consternação considerável em um dos descendentes de Mussolini. "Hoje em dia essa mulher seria condenada por espreitar os outros", afirma Alessandra Mussolini, neta de Il Duce. Ela insiste que "nem uma só palavra" escrita por Petacci sobre o seu avô é verdadeira.

"O seu gigante"

Os Mussolini nunca tiveram muita simpatia por Petacci, a única mulher que foi fiel a Mussolini literalmente até o final amargo.

O pai dela era um médico do Vaticano, e, quando adolescente, ela escrevia poemas sobre o "Duce, mio grandissimo Duce". Ela tornou-se amante dele aos 19 anos. Em 1936, após uma separação de dois anos, ela tornou-se a principal e permanente concubina de Mussolini, a única que tinha direito a guarda-costas, um motorista e aposentos no Palazzo Venezia.

Ela o chamava de "Ben", e ele referia-se a si próprio, de forma nada modesta, como "o seu gigante". Diante de Claretta, sua confidente, ele reclamava das botas apertadas que tinha que usar sempre. Uma versão sentimentalizada da história dela foi transformada em filme em 1984, tendo Claudia Cardinale no papel principal.

Mussolini tinha tanta obsessão por sexo quanto pelo seu próprio poder. Até o dia da sua remoção do poder, 25 de julho de 1943, "todas as tardes uma mulher era trazida para ele", recorda-se o seu criado, Quinto Navarra. As mulheres eram registradas no livro de hóspedes como "visitantes fascistas".

"Houve ocasiões em que eu tive 14 mulheres, e pegava três ou quatro delas todas as noites, uma após a outra", disse Mussolini. Mas agora, insistiu ele, Claretta era a única. "Amore", disse ele. "Por que você se recusa a acreditar em mim?".

Mussolini passou grande parte da noite anterior a 13 de março de 1938, quando a Áustria foi anexada ao Reich alemão no Anschluss, tentando persuadir Claretta a não ser ciumenta, e os seus esforços tiveram sucesso. Ela escreveu: "Nós fizemos amor como nunca antes, até ele sentir dor no coração, e depois fizemos de novo. Depois disso ele adormeceu, exausto e feliz".

"O seu precioso corpinho só tremerá para mim"

O próprio Mussolini era altamente ciumento e certificava-se de que cada movimento da sua "bambina" fosse observado. "O seu precioso corpinho só tremerá para mim", disse ele a Claretta, que era 29 anos mais nova do que ele. Petacci escreveu para passar o tempo que ficava esperando por ele. Ela escrevia rápida e abundantemente, tendo redigido quase 2.000 páginas só em 1938. Escrever era uma "terapia" para Petacci, segundo o editor Mauro Suttora, "porque ela passava os dias sem fazer nada, a não ser viver para Mussolini".

Entretanto, em sua maioria as conversas de alcova registradas por Petacci, intercaladas de críticas à mulher de Mussolini, Ráchele, são um registro de vício em sexo, paixão inconsequente e hipocrisia. Em uma ocasião, por exemplo, Mussolini chora ao descrever os horrores da guerra na Espanha, onde 150 crianças tinham acabado de ser mortas em um bombardeio aéreo. "Imagine só, prédios inteiros destruídos, como se fossem feitos de papelão". Mas a Itália havia ordenado a intensificação do bombardeio.

Houve várias publicações questionáveis nos últimos anos descrevendo Mussolini como um homem induzido, uma figura trágica que foi obrigada por Hitler a perseguir os judeus. Mas as notas de alcova de Petacci deixam pouca dúvida de que Mussolini era um completo antissemita. "Eu sou racista desde 1921", confidenciou Mussolini a Petacci em agosto de 1938. "Eu não sei como eles podem acreditar que estou simplesmente imitando Hitler, que naquela época não tinha sequer nascido. É preciso dar aos italianos um senso de raça, de forma que eles não produzam mestiços, e não arruínem aquilo que há de belo em nós".

"Hitler realmente gosta muito de mim"

Após retornar da Conferência de Munique em 1938, ele declarou a Claretta. "O Führer é muito agradável", disse Il Duce à sua amante. "Hitler é no fundo uma pessoa emotiva. Quando ele me viu, brotaram lágrimas dos seus olhos. Ele realmente gosta muito de mim".

No entanto, Mussolini ficava meio irritado com as explosões de fúria de Hitler. "Centelhas saíram dos olhos dele, o seu corpo tremia, e ele só conseguiu se controlar com dificuldade. Eu, por outro lado, permaneci completamente calmo". Na opinião de Mussolini, foi ele que salvou a conferência. "Fui eu que os trouxe de volta à questão pertinente. Eles se perderam na discussão. Hitler sinceramente me adora".

Depois da conferência, Mussolini e Petacci tiraram férias em uma praia. Mussolini, enquanto folheava jornais franceses, ficou de repente de mau humor. "Esses judeus repulsivos... Eles deveriam ser todos destruídos", disse Mussolini. "Eu criarei um banho de sangue da mesma forma que os turcos fizeram. Eu os isolarei e os aprisionarei. Eles conhecerão o punho de ferro de Mussolini. É hora de os italianos perceberem que não podem mais ser explorados por essas serpentes".

Cinco semanas depois, ele colocou em vigor uma nova lei racial que declarava os "casamentos mistos" inválidos. Quando o papa Pio 11 fez objeções, Mussolini ficou furioso. "Nunca antes um papa prejudicou tanto a religião. Ele já perdeu quase o mundo inteiro". E Mussolini continuou: "Ele faz coisas desonrosas. Como ele pode dizer que nós e os semitas somos iguais? Nós lutamos contra eles durante centenas de anos, e os odiamos".

Essa é uma história antiga, e que não é exclusiva da Itália: a história de homens baixos e poderosos que têm o coração entre as pernas, cercam-se de garotas de cabaré e, no final, só sentem atração por coisas que são ainda mais poderosas e inescrupulosas do que eles. Uma sentença que Petacci atribuiu a Mussolini, "Eu sou como Napoleão", poderia muito bem ter sido proferida por um dos seus sucessores modernos, alguém que gosta de ser chamado, não de Il Duce, mas de Il Cavaliere ou "Papi".

Doces nulidades

Após ter sido deposto em 1943, Mussolini, com o auxílio de Hitler, criou o Estado fantoche da República de Salò, no Lago Garda. Carletta ficou para trás, em Roma, mas o casal acabou se reunindo e, após fugirem e serem presos por militantes italianos, ela e Il Duce foram executados juntos em abril de 1945.

Petacci entregou os seus diários à condessa Rina Cervis. Em 1950, a polícia os desenterrou no lugar onde tinham sido escondidos, no jardim da condessa. Depois disso, eles foram mantidos em uma caixa no arquivo nacional, e só foram divulgados 70 anos após terem sido redigidos.

Mas será que os registros não passam de "conversas de alcova", como alegam alguns especialistas em Il Duce? E, no caso de Petacci, será que o velho ditado romano se aplica? "Diga à sua amante tudo, e não apenas a verdade".

"É claro que não vale a pena discutir as doces nulidades. Mas as supostas observações sobre politica são interessantes", afirma Lutz Klinkhammer, do Instituto Histórico Alemão em Roma. "Quando se trata de política, por que Mussolini desejaria esconder tudo dela?" questiona Klinkhammer. "Pettaci não estava interessada em política. Por exemplo, as anotações dela sobre o antissemitismo de Il Duce basicamente confirmam as conclusões das nossas mais recentes pesquisas".

Quando a minúscula República Salò chegou ao fim, em abril de 1945, Mussolini ofereceu à sua amante a opção de fugir para a Espanha, mas Petacci recusou. Pouco tempo depois, ela estava pendurada de cabeça para baixo, ao lado de Il Duce, sobre a Piazzale Loreto, em Milão, tendo sido fuzilada por militantes. Um homem que estava no local teria dito: "Uma coisa pode ser afirmada a respeito dela: ela tinha belas pernas".

Tradução: UOL

Tuesday, December 01, 2009

Le Monde: recensione di Philippe Ridet

Mussolini, les juifs et les femmes

LE MONDE

Rome, 1 décembre 2009

La question de l'antisémitisme de Benito Mussolini refait régulièrement surface en Italie. Concession in extremis à Hitler pour les nostalgiques du Duce ; conviction consubstantielle du fascisme pour les autres. Les premiers mettent aussi en avant les passions amoureuses de Mussolini pour des femmes juives qui ont développé son ambition : Margherita Sarfatti, qui mit une partie de sa fortune au service de son héros, et Angelica Balabanoff, son premier mentor politique.

Paru cette semaine en Italie, le livre Mussolini secret (Editions Rizzoli) met un terme définitif à la controverse. Le recueil des carnets de Clara Petacci, la dernière maîtresse du Duce, qui fut fusillée à ses côtés le 28 avril 1945, fait apparaître Mussolini obsédé par les juifs. Exemple, le 4 août 1938, Mussolini dit à sa maîtresse : "Moi j'étais raciste dès 1921. Je ne sais comment ils peuvent penser que j'imite Hitler, il n'était pas encore né. (...) Il faut donner un sens de la race aux Italiens pour qu'ils ne créent pas de métisses, qu'ils ne gâchent pas ce qu'il y a de beau en nous". Le 11 octobre de la même année, il se déchaîne contre "ces saloperies de juifs".

Mussolini réservait en général ses propos les plus violemment antisémites à ses proches, qui les ont ensuite révélés lorsque leurs journaux furent publiés. Dans les années 1920, il accusa des banquiers juifs, dont certains avaient pourtant en partie soutenu financièrement la "marche sur Rome" en 1922, "d'utiliser l'argent italien à des fins sionistes". Pourtant, dix ans plus tard, il soutenait encore qu'il "n'existe pas d'antisémitisme en Italie".

Passion réfléchie

Sa liaison avec Margherita Sarfatti, issue d'une famille juive très bourgeoise et intégrée de Venise, illustre cette ambiguïté. Comme le fit Ida Dalser, à qui le réalisateur Marco Bellochio consacre le film Vincere (sorti en France le 25 novembre), elle mettra sa fougue amoureuse et sa fortune au service du Duce. A cette différence près que sa passion fut réfléchie et servit aussi sa propre ambition, jusqu'à ce qu'elle se décide à l'exil après la publication des lois raciales en juillet 1938.

Pour Françoise Liffran, qui lui a consacré une riche et volumineuse biographie (Margherita Sarfatti, l'égérie du Duce, Seuil), "l'antisémitisme de Mussolini n'allait pas jusqu'au dégoût des personnes. Son attitude était ambivalente. Selon lui, on ne peut appartenir à deux nations à la fois. Ou bien on est sioniste, ou bien on est italien". Margherita Sarfatti obéira à cette injonction en se revendiquant catholique en 1929. "Nous ne devons pas nous distinguer", expliquait-elle.

Philippe Ridet (Rome. correspondent)

L'Unità: Tranfaglia su 'Mussolini segreto'

Mussolini era razzista dal 1921

di Nicola Tranfaglia

L'Unità, 1 dicembre 2009

L’Italia, dopo la sua tardiva unificazione nazionale, ha avuto (possiamo dirlo con sicurezza, almeno fino a questo momento) un solo dittatore ed è stato il romagnolo Benito Mussolini. Certo uomini politici dell’età liberale, come Crispi e Giolitti, hanno dominato per alcuni anni l’orizzonte politico nazionale ma non si può parlare di dittatori, nell’uno come nell’altro caso. L’unico che ha fissato la sua egemonia personale in maniera stabile, per più di vent’anni, abrogando di fatto lo Statuto Albertino e chiudendo parlamento, sindacati e giornali di opposizione, è stato Mussolini. Di qui il grande mito nato nell’immaginario collettivo degli italiani, le numerose biografie che sono state scritte, nonché l’esaltazione smisurata che anche uomini che venivano dalla sinistra hanno coltivato del caposupremo del regime e del partito unico, fondato per sostenerlo.

Ora, a distanza di70 anni dalla catastrofe del regime fascista nell’aprile 1945, vengono pubblicati presso Rizzoli i Diari 1932-38 (a cura di Mauro Suttora, Mussolini segreto, pp. 522.euro 21) di Claretta Petacci che di Mussolini fu la giovanissima (20 anni nel 1932) e poco segreta amante per tutti gli anni trenta e quaranta fino alla morte per fucilazione con il suo uomo presso Dongo. Sono diari conservati prima nel giardino della villa della contessa Rina Cervis, poi nel 1950 confiscati dai carabinieri e conservati nell’Archivio Centrale dello Stato, con il vincolo del segreto di Stato. Soltanto quest’anno sono stati resi accessibili ai ricercatori fino al fatidico anno 1938.

Ma quale è l’aspetto più interessante dei Diari emersi dopo tanto tempo dai nostri archivi? Ce ne sono almeno due che guidano il lettore interessato al passato del nostro paese, ai suoi costumi, alla sua cultura, a personaggi (parlo di Mussolini anzitutto) che hanno contato per molto tempo nella mentalità media degli italiani. Il primo aspetto evidente è la disparità tra l’uomo e la donna che emerge con grande evidenza nelle pagine di Claretta Petacci. I due amanti sono molto gelosi l’uno dell’altra ma c’è una differenza fondamentale: Mussolini fa di continuo “scappatelle” con altre donne (la ex favorita del Duce Romilda Ruspi Mingardi che alloggia addirittura a villa Torlonia dove il suo amante vive con la moglie Rachele e i figli ma anche altre amanti del passato che ogni tanto tornano da lui e lo sollecitano a riprendere il rapporto); Claretta, invece, non ha altre avventure ma viene di continuo sospettata da Benito e minacciata di essere lasciata per sempre.

Emerge con chiarezza il diverso significato dei tradimenti di lui e di quelli, peraltro inesistenti, di lei: Claretta lo rimprovera e si arrabbia per le “scappatelle” ma non pensa mai di lasciarlo. E lo stesso Mussolini si scusa, chiede perdono ma in più occasioni dice che non ha potuto far diversamente. Come se alle donne fosse possibile e richiesto di non lasciarsi andare ad altri amori e lo stesso non dovesse valere per gli uomini. Miviene inmente di fronte a queste pagine dei Diari una delle prime sentenze della Corte Costituzionale, appena dopo il suo tardivo insediamento a metà degli anni cinquanta, quando i giudici, dovendo stabilire, su richiesta di un tribunale, se la norma del codice penale che fissava un diverso trattamento per l’adulterio se compiuto dall’uomo rispetto a quello compiuto dalla donna, si arrampicavano sugli specchi per differenziare i due adulteri invocando l’allarme sociale. L’intento era quello di salvare la norma del codice Rocco e non dichiararla incostituzionale, malgrado il contrasto evidente con l’articolo 3 della Carta sull’eguaglianza dei cittadini di fronte ad ogni differenza. Dovettero passare alcuni anni prima che la Corte riconoscesse quella incostituzionalità.

L’altro elemento che emerge con chiarezza dai Diari riguarda le posizioni politiche e culturali che assume Mussolini nel dialogo quasi quotidiano con la giovane amante.
L’aspetto più interessante riguarda l’atteggiamento del dittatore rispetto al razzismo che appare, moderato, nei primi anni nel regime e frutto piuttosto del fanatismo di alcuni personaggi come Preziosi e Interlandi ma diventa nella seconda metà degli anni trenta la dottrina ufficiale sancita da leggi apposite e persino più precoci di quelle naziste nell’autunno 1938. «Ero razzista dal 1921. Non so come possano pensare che imito Hitler, non era ancora nato. Mi fanno ridere. La razza deve essere difesa». (4 agosto 1938).

Simili affermazioni contrastano, evidentemente, con quella visione storica di cui Renzo De Felice è stato iniziatore e caposcuola, che dipinge il razzismo fascistacomesubalterno e di qualità diversa, culturale piuttosto che biologica, rispetto a quello nazionalsocialista costitutivo dell’ideologia tedesca.

Monday, November 30, 2009

Die Welt (Germania): Mussolini segreto

Die Tagebücher von Mussolinis Geliebter

VON HENDRIK WERNER

19. November 2009

Clara Petaccis Aufzeichnungen erscheinen. Sie werfen ein neues Licht auf den Antisemitismus des Duce

In diesem Herbst ist es 25 Jahre her, dass ein Film die Italiener so sehr erregte wie zuvor wohl nur Sexszenen im Kinoschaffen des freizügigen Pier Paolo Pasolini. Es ist daher nicht ohne Ironie, dass "Claretta" (1984), ein Film des Regisseurs Pasquale Squitieri, beide Aspekte gleichberechtigt behandelte: Faschismus und erogene Zonen, mithin die Macht und ihre Verführungsgewalt.

Innig verknüpft in einer intensiven Intimstudie über die Beziehung von Benito Mussolini zu der ihm hörigen Langzeit-Geliebten Clara Petacci (1912 - 1945), gespielt von der für ihre Naivchenrolle in Venedig ausgezeichneten Claudia Cardinale. Das der historischen und emotionalen Klitterung in gleich mehreren Fällen verdächtige Werk bewegte seinerzeit so sehr, weil es an ein Tabu rührte: Wie menschlich, ja, wie liebesbedürftig darf der Duce und mit ihm seine dezidiert inhumane Politik auftreten?

Squitieris Film löste diese Frage damals auf anfechtbare Weise: Er zeigt in Gestalt eines schwülstigen und unironischen Melodrams, wie sich die 24-jährige Arzttochter Clara Petacci anno 1936 nach gut vier Jahren platonischer Verehrung mit Haar und Haut gehorsam in einen informellen Harem fügte - und den um knapp 30 Jahre älteren Chef-Faschisten auch körperlich folgsam lieben lernen wollte. Das offenkundige Risiko der Gleichschaltung mit einer ganzen Reihe anderer Duce-Frauen - von der ihm angetrauten und offiziell nie verlassenen Rachele über die Marxistin Angelica Balabanoff bis zur gleichfalls linken Margherita Sarfatti, einer Jüdin - ging die nur zu gern verblendete Petacci in dem Köhlerglauben ein, dass "mein schöner süßer Ben seine kleine Anbeterin immer stärker lieben wird", wie es im Skandalfilm-Skript heißt.

Dass sie mit Unterwerfungsgeste den ausgeprägten Großmannsambitionen eines mit seiner Manneskraft protzenden Schwerenöters von kleinem Wuchs erliegt, stört auch die historische Clara Petacci nicht weiter. So wenig wie der Umstand, dass sie sich fortan als eine Luxushure verstehen muss, die - behängt mit Pelz und Schmuck - allzeit verfügbar zu sein hat, aber zugleich auf ein endloses Warten verpflichtet wird, das nicht einmal Odysseus' treudoofe Penelope mitgemacht hätte. Bei vielen ihrer kurzen Schäferstündchen soll Mussolini die Stiefel angelassen haben. Doch selbst als der Duce im Juli 1943 schließlich gestürzt wird und ihre Familie Hals über Kopf aus Rom flieht, mag sich die ihrem Führer vollends verfallene Petacci noch immer nicht lossagen von jenem Mann, der sie psychologisch und sexuell ganzheitlich wunderbar erniedrigt, pardon: befriedigt haben muss.

Sie steht ihm bis zuletzt devot zur Seite: Als das Paar im April 1945 beim Versuch einer Flucht in die Schweiz gefangen genommen wird, eröffnet sich ihr zwar die Möglichkeit zur Flucht. Die dienstbare Mätresse aber zieht es vor, sich noch vor Mussolini erschießen zu lassen. Liebeslohn der Italo-Eva-Braun: Ihre Leiche wird von den Partisanen nahezu gleichberechtigt neben der des Geliebten kopfüber aufgehängt und geschändet.

Diese Vorrede ist nötig, will man annähernd begreifen, was 64 Jahre nach der Exekution und 25 Jahre nach dem inkriminierten Film in Italienern vorgeht, wenn Signora Petacci, diese für kollektive Schuldvermutungen stehende Allegorie des Versagens und der Unterordnung, erneut die Bühne betritt. Diesmal tut sie das beredt, eventuell sogar authentisch in Form von Tagebuchaufzeichnungen aus den Jahren 1932 bis 1938. Bislang lagerte das explosive Material im römischen Staatsarchiv. Jetzt erscheint es in dem von Mauro Suttora herausgegebenen Band "Mussolini segreto" (Der geheime Mussolini). Nicht etwa in einer des subalternen Devotionalienhandels verdächtigen Postfaschisten-Edition, wie es sie in Italien reichlich gibt, sondern im angesehenen Mailänder Verlagshaus Rizzoli.

Über die Publikation des brisanten Konvoluts war man sich jahrelang uneins; erbittert und mit unterschiedlichen Argumentationsstrategien rangen italienischer Staat und Petacci-Erben um die Frage, ob der Wille zur historischen Exaktheit den Primat über Persönlichkeitsschutzrechte beziehungsweise über die potenzielle Selbstentblößung einer Hetäre beanspruchen dürfe. Letztlich triumphierte die Aufklärungsfraktion in einem Land, in dem die Postfaschisten nach wie vor gewichtige Worte mitzureden haben.

Einen Vorgeschmack auf die pikante Selbstentäußerung von Petacci hat noch vor der offiziellen Veröffentlichung ein Diarien-Vorabdruck im "Corriere della Sera" geliefert: Darin gibt es neben servilem Säuseln und religiös grundierten Sex-Fantasien auch aufschlussreiche Achsenmacht-Anekdoten: Führer-Kollege Adolf Hitler sei ihrem Gespielen bei der Münchner Konferenz im September 1938 als "sehr sympathisch" erschienen. Dies nicht zuletzt, weil er laut Mussolini (laut Petacci) Tränen der Rührung in den Augen gehabt haben soll, als er des Bundesbruders ansichtig wurde. Zudem erhärten die Tagebucheinträge Petaccis die von den Postfaschisten jüngst gern abgemilderten Vorwürfe, der Duce sei Hardcore-Antisemit gewesen. Vielmehr zeigen die überlieferten Zitate, dass der italienische Geschichtsrevisionismus womöglich seinerseits gründlich revidiert werden muss.

Die Italiener müssten endlich lernen, sprach der Duce, folgt man Petacci, zur auch in Italien notorisch anhängigen Judenfrage, "sich nicht länger von diesen Reptilien ausbeuten zu lassen". Und weiter: "Ich war schon 1921 Rassist. Ich verstehe nicht, wie man behaupten kann, ich würde Hitler imitieren; der war damals noch gar nicht geboren. Das ist lachhaft. Man muss den Italienern das Bewusstsein für die Rasse geben, damit sie keine Mischlinge schaffen - und damit sie nicht das Schöne zerstören, das in uns ist."

Selbst diese krude Passage ist steigerungsfähig, will man der Überlieferung Petaccis Glauben schenken: "Diese ekligen Juden", heißt es anderenorts, "ich muss sie alle vernichten. Ich werde ein Massaker anrichten, wie es die Türken taten. 70 000 Araber habe ich verbannt; dann werde ich doch auch 50 000 Juden verbannen können. Ich interniere sie auf einer kleinen Insel. Sie alle sind Aas, Feind, Feigling. Und werden noch sehen, wozu die Stahlfaust Mussolinis fähig ist."

Ironie der Aufarbeitungsgeschichte: Wozu ausgerechnet der dokumentarische Ehrgeiz einer handzahmen Sklavin fähig ist, dürften italienische Postfaschisten spätestens dieser Tage begreifen, da die lange Zeit unter Verschluss befindlichen Tagebücher der Clara Petacci veröffentlicht werden. Die Notizen der bis in den Tod gehorsamen und daher als Quelle mutmaßlich glaubwürdigen Gefolgsfrau Mussolinis könnten die extreme Rechte in extreme Bredouille bringen, was ihre ideologiegeschichtliche Glaubwürdigkeit anbelangt. Es mag zynisch klingen, aber für die Geschichtsschreibung muss es so scheinen, als habe sich "Claretta" nicht umsonst hingegeben.

Mauro Suttora (Hg.): Clara Petacci: Mussolini segreto. (Rizzoli, Mailand. 521 S., 21 Euro).

http://www.welt.de/die-welt/kultur/article5261255/Die-Tagebuecher-von-Mussolinis-Geliebter.html

'Mussolini segreto' 12° in classifica

I LIBRI DEL CORRIERE DELLA SERA

domenica 29 novembre 2009

Brown, Baricco, Ammaniti: calma in vetta Ma intanto spuntano De Luca e Wu Ming

Brown, Baricco, Ammaniti: nella Top Ten podio identico a sette giorni fa. Le novità vengono subito con De Luca, che guadagna tre posizioni, e i Wu Ming con un romanzo in cui si muovono (in maniera indipendente) i personaggi di Q. Subito tra i più venduti anche le eccentriche zitelle di Tracy Chevalier e Valerio M. Manfredi che «scava» intorno ai misteri della tomba di Alessandro.

Negli Italiani si viaggia nella Bellano magica e by night di Vitali, nell' antica Roma di Comastri Montanari e nella Venezia ottocentesca di Maurensig. Tra gli Stranieri Meyer «vampirizza» la classifica con quattro titoli. Le new entry oscillano tra brividi (Deaver), sentimenti (Sparks) e pillole di letteratura (Fénéon).

Nei Saggi, Vespa è davanti a tutti; inseguono Brosio, folgorato sulla via di Medjugorje, e Gad Lerner, che scala undici posti; le novità sono Mancuso e Mussolini, nei diari della Petacci.

Le classifiche

Dati relativi alla settimana dal 16/11/2009 al 22/11/2009.
Elaborazione a cura di Demoskopea

Saggistica

1 Bruno Vespa Donne di cuori Mondadori - Rai Eri, 20 euro
2 Federico Rampini Slow economy Mondadori, 17
3 Gianfranco Fini Il futuro della libertà Rizzoli, 16
4 Paolo Brosio A un passo dal baratro Piemme, 18
5 Umberto Galimberti I miti del nostro tempo Feltrinelli, 17
6 Gad Lerner Scintille Feltrinelli, 15
7 Vito Mancuso La vita autentica Cortina, 13,50
8 Benedetta Tobagi Come mi batte forte il tuo cuore Einaudi, 19
9 Simone Perotti Adesso basta Chiarelettere, 14
10 Roberto Saviano La bellezza e l'inferno Mondadori, 17,50
11 Carlo M. Martini Qualcosa di così personale Mondadori, 17
12 Claretta Petacci Mussolini segreto Rizzoli, 21
13 Raffaele Morelli Puoi fidarti di te Mondadori, 17
14 Azar Nafisi Le cose che non ho detto Adelphi, 19,50
15 Andrea Camilleri Un onorevole siciliano Bompiani, 12
16 Paolo Crepet Sfamiglia Einaudi, 15
17 Curzio Maltese La bolla Feltrinelli, 13
18 Guido Crainz Autobiografia di una repubblica Donzelli, 16,50
19 Mark Thompson La guerra bianca Il Saggiatore, 22
20 Oriana Fallaci Intervista con il potere Rizzoli, 24,50

Thursday, November 26, 2009

Bbc: Mussolini hits the shelves

Corriere della Sera: elzeviro di Giorgio Fabre

LA LETTURA DEI DIARI DI CLARETTA PETACCI

IL DUCE ANTISEMITA DI ANTICA DATA

Il suo razzismo nasce molto prima delle leggi del ' 38

24 novembre 2009

È stato intelligente, ma anche coraggioso, da parte del «Corriere» e di Antonio Carioti, scegliere, come anticipazione dei diari di Claretta Petacci curati da Mauro Suttora (Mussolini segreto, Rizzoli), i brani sull' antisemitismo e sul razzismo mussoliniano. Coraggioso perché questo tema sembra diventato un tabù, malgrado le decine di documenti in proposito che sono stati pubblicati negli ultimi anni. È una strana reazione. Non basta a giustificarla il fatto che Renzo De Felice, di cui molti degli storici che coltivano questo tabù sono stati allievi, abbia negato che il Duce sia stato appunto razzista e antisemita molto prima delle leggi razziali. C' è qualcosa d' altro, in queste reazioni. Forse, malgrado tutto, Mussolini viene considerato un autentico e profondo padre della patria e un autentico e rappresentativo italiano molto più di quanto comunemente venga detto.

È stato così che, anche di fronte ai diari di Claretta, si è visto qualcuno che dubitava, cioè negava verità al «contenuto» di quanto scritto dalla Petacci. Intanto, bisogna ribadire che non c' è il minimo dubbio che quei diari siano autenticissimi: arrivarono dal Nord subito dopo la guerra insieme a vari pacchi di documenti fascisti; e da allora sono rimasti chiusi sotto chiave all'Archivio centrale dello Stato. Dopo di che, basta analizzare quei testi e confrontarli con la documentazione che conosciamo. E si vede così come anche il «contenuto» sia perfettamente in linea con la realtà dei fatti.

Due esempi. Il primo è una frase che è già stata contestata, e che Claretta scrisse il 4 agosto 1938. Quel giorno Mussolini le disse: «Io ero razzista dal ' 21». Bene, il giorno dopo Mussolini di persona redasse l' «Informazione diplomatica» n. 18, pubblicata il 6 sui giornali, dove venne affermato pubblicamente, per esteso, che il regime era razzista. In quell' «Informazione diplomatica» il «razzismo italiano» venne fatto risalire al 1919 e poi vi si dice (Mussolini scrisse) che lui stesso aveva fatto la prima affermazione razzista «nel novembre 1921 - ripetiamo 1921». Mussolini aveva dunque detto a Claretta ciò che avrebbe ribadito il giorno dopo per iscritto.

Seconda questione oggetto di contestazione: la faccenda dell' Accademia d' Italia trattata in una pagina del 2 settembre 1938, i giorni dell' elaborazione delle prime leggi contro gli ebrei. «Nel 1929, all' inaugurazione dell' Accademia dichiarai che mai e poi mai si sarebbe fatto un accademico ebreo».
Che nel discorso a stampa e forse anche in quello davvero pronunciato il 28 ottobre 1929 non risulti che Mussolini abbia detto qualcosa contro gli ebrei, è ovvio: il Duce fino al 1938 non espose agli italiani il proprio antisemitismo. Riteneva che non gli convenisse e sicuramente non voleva scatenare l' antisemitismo. Peraltro la testimonianza della Petacci non dice che il Duce fece quell' osservazione nel corso del discorso. Mussolini potrebbe aver detto qualcosa sugli ebrei in qualsiasi momento della cerimonia e anche in privato.

Quel che è certo, ed è provato da molto tempo dagli studi di Annalisa Capristo, è che un prestigioso ebreo ormai praticamente eletto nell' Accademia, Federigo Enriques, era stato eliminato dalla lista degli eletti (e non era antifascista) e quasi di certo da Mussolini, tra il 15 e il 18 marzo 1929, sette mesi prima dell' inaugurazione; in secondo luogo, di «nota pregiudiziale» contro gli ebrei nelle elezioni all'Accademia parla con sicurezza una lettera del 23 novembre 1929 di un intellettuale ebreo, Guido Fubini, a un altro prestigioso intellettuale ebreo non eletto, Tullio Levi Civita.

Il 1929 inoltre è costellato di episodi, provati, di antisemitismo di Mussolini: come la minacciosa richiesta ai prefetti di sapere se un certo direttore di filiale della Banca d' Italia era ebreo. Infine, del 1931 è la cancellazione da parte del Duce di un prestigioso premio dell' Accademia, ormai assegnato, a Giuseppe Levi, proprio e senza dubbio perché «israelita» (testuale) e antifascista.

Giorgio Fabre

Wednesday, November 25, 2009

Stalloni italiani

Libero, 25 novembre 2009

Facilissimo, l’accostamento. Lo ha fatto ieri il quotidiano londinese Independent, non particolarmente di sinistra (e comunque meno del Guardian, e comunque meno antiberlusconiano dell’Economist liberale e del Times murdochiano). Ha titolato a tutta pagina, e in prima sull’homepage del sito: «Italian stallions», con foto troneggianti e impettite di Mussolini e Berlusconi.

Il premier italiano ridotto a «stallone» affamato di sesso, come il dittatore. Tutta colpa di due libri pubblicati quasi in contemporanea: «Mussolini segreto, i diari di Claretta Petacci» (Rizzoli), già in libreria, e l’imminente «Gradisca, presidente» (Aliberti), ovvero i diari di Patrizia D’Addario. La prima amante del duce per dieci anni, la seconda escort del Cavaliere per una sola notte.

«I diari della Petacci, desecretati dopo settant’anni, rivelano la libidine di Mussolini per le donne», scrivono Michael Day e Peter Popham, «e un memoriale fa lo stesso per Berlusconi. Le analogie finiscono qui? I due leader italiani più carismatici dell’ultimo secolo hanno in comune qualcosa in più di ciò che pensavamo. Entrambi sono emersi come leader dinamici quando la democrazia si stava incartando. Entrambi hanno goduto di vasta popolarità, confinante con l’adorazione, durata per anni e immune agli scandali. Entrambi bassi e tozzi, di fisico contadinesco. Ed entrambi, ora emerge, dotati di appetito sessuale gargantuesco».

L’Independent compie una gaffe, pubblicando la foto della regina Maria Josè di Savoia accanto a quella della Petacci, mentre per Mussolini vengono effigiate la D’Addario e la sua compagna d’avventure Barbara Montereale. Lasciando così intendere che fra le sue conquiste il duce annoveri l’allora principessa.
Ma nel diario della Petacci, Mussolini racconta il contrario: «Nell’estate ’37 Maria Josè venne a trovarmi al mare nella tenuta reale di Castelporziano. Era seminuda. Facemmo il bagno insieme, mi toccava la gamba col piede. Poi ci sdraiammo vicini, lei mandò via il maggiordomo e la dama di compagnia. Cosa voleva? Ma io niente, rimasi di legno. Qualunque uomo al posto mio l’avrebbe presa, io no. Lei era la principessa, io il presidente del Consiglio. Avrà pensato: “Mussolini è fesso, oppure impotente…”»

Queste asserite avances di Maria Josè sono una novità assoluta, una delle tante contenute nei diari della Petacci. Forse si tratta solo di vanterie maschili romagnole, visto che la principessa belga era finora considerata avversa al fascismo. In ogni caso, metterla nel mazzo assieme a una prostituta non pare degno di gentiluomini britannici.

L’Independent indugia nel riportare tutti i resoconti più spinti della D’Addario: «Cominciò a baciarmi appassionatamente sulle labbra, sul collo, sul seno… Volle farmi sapere subito che lui era l’uomo e io la donna… Entrò dentro di me e mi soffocò di baci…»

Accanto, le descrizioni erotiche della Petacci: «Lo abbraccio [Mussolini] stretto. Lo bacio e facciamo l’amore con tanta furia che le sue urla sembrano quelle di una bestia ferita… Facciamo l’amore con tanta forza che lui mi morde la spalla e mi lascia il segno dei denti».

Una grande differenza in favore di Berlusconi, secondo l’Independent, è che dopo la copula il premier si è confermato perfetto Cavaliere, chiedendo alla sua partner: «The o caffè?». Mussolini, invece, era brusco: possedeva le sue amanti sul tappeto e contro il muro. Per la verità nel diario Claretta racconta che il più delle volte dopo si addormentava, e che quando si risvegliava (nell’appartamento privato Cybo di palazzo Venezia, che guarda caso dava su via del Plebiscito, proprio dal lato di palazzo Grazioli…) le suonava il violino, o ascoltavano musica alla radio.

Le casalinghe britanniche troveranno sicuramente soddisfazione in questi racconti, anche perché i vip inglesi sorpresi recentemente nell’alcova sembrano invece avere un’inquietante penchant per il frustino. Comunque l’Independent, essendo un giornale diverso dai tabloid, alza il livello e la butta in sociologia. Giungendo a una conclusione: tutti i maschi in Italia sono dei maiali. Rivela infatti Nicholas Farrell, autore di una biografia di Mussolini: «Conosco moltissimi italiani che hanno sempre avventure». E però aggiunge: «Mussolini e Berlusconi hanno concluso molto di più di Andreotti o Prodi. Forse c’è un collegamento fra la vita sessuale poco brillante di questi ultimi, e la loro mancanza di efficacia al governo».

Mauro Suttora

Monday, November 23, 2009

"Mussolini segreto": introduzione


QUESTO DIARIO

Claretta Petacci è l’amante più famosa nella storia d’Italia. Figlia del medico del Vaticano Francesco Saverio, ha vent’anni quando conosce Benito Mussolini nel 1932. Abita in famiglia a Roma proprio accanto a villa Torlonia, sulla via Nomentana, dove il dittatore vive con la possessiva moglie Rachele e i figli.

Dei primi cinque anni di relazione rimangono solo biglietti, lettere, e le trascrizioni di qualche telefonata o colloquio. Il diario comincia nell’ottobre 1937, un anno dopo l’inizio dei loro rapporti intimi. Ed è sterminato. La Petacci, infatti, è una grafomane: le pagine del solo 1938 sono 1810.

Abbiamo quindi operato una selezione, eliminando molti fogli ripetitivi con fantasie amorose o episodi insignificanti. Quel che rimane, tuttavia, è di estremo interesse.
Se Renzo De Felice, massimo storico del fascismo, avesse potuto leggere questi diari accanto a quelli di Ciano, Bottai e De Bono, il resoconto seppur ebbro d’amore della Petacci gli avrebbe permesso di precisare meglio quello che lui stesso definisce ‘cambio d’umore’ del duce dopo la proclamazione dell’impero nel ‘36: “Mussolini si rinchiuse in se stesso. Non aveva amici, non frequentava nessuno fuori dai rapporti d’ufficio, diffidava di tutto e si sentiva circondato da collaboratori fragili e insicuri”, scrive De Felice [Mussolini il duce, 1936-1940, Einaudi 1981, pagg. 274-75]. E questo, paradossalmente, all’apogeo del fascismo.

Il problema è che, dal ‘37 in poi, il dittatore deve telefonare almeno una dozzina di volte al giorno alla gelosissima Claretta. La quale lo sospetta - e a ragione - di incontrare altre amanti a palazzo Venezia, e perfino a villa Torlonia. Lì infatti, in una dépendance, alloggia una favorita del duce: Romilda Ruspi Mingardi. Cosicché anche di sera, tornato a casa, a Mussolini tocca chiamare ogni mezz’ora la Petacci per tranquillizzarla.
Lei annota maniacalmente l’orario e il contenuto di ogni telefonata, e fornisce un resoconto quasi stenografico, parola per parola, dei pomeriggi d’amore a palazzo Venezia o sulla spiaggia reale di Castelporziano.

Insomma, abbiamo per la prima volta una cronaca intima, minuto per minuto, della vita quotidiana del fondatore del fascismo. Con momenti esilaranti, che ricordano il film Il grande dittatore di Charlie Chaplin. Come quando il duce, rientrando dal balcone di palazzo Venezia dopo uno dei suoi roboanti discorsi, si lamenta di quanto gli facciano male “gli stivaloni”. Oppure quando l’uomo più potente d’Italia - e fra i più importanti del mondo - s’inginocchia di fronte a Claretta, (sper)giurandole fedeltà eterna fino al successivo tradimento. O quando le sussurra parole d’amore di nascosto da casa, terrorizzato che la moglie Rachele possa sorprenderlo. Come in un vaudeville.

Proprio in quelle settimane maturano gravissimi eventi: l’Asse con i nazisti, le leggi razziali, l’annessione dell’Austria alla Germania. Hitler e Mussolini preparano la tragedia più grande della storia umana. Il dittatore comanda, controlla e opprime 44 milioni di italiani. Ma una volta all’ora, dalle nove del mattino alle dieci di sera, fine settimana inclusi, il suo cervello è da un’altra parte: deve telefonare all'amante. E negare o scusarsi per le scappatelle da traditore seriale.

Poiché all’epoca non esistevano registratori, non si possono considerare fedeli al cento per cento i resoconti di questi diari. Ma non c’è neppure motivo di dubitare che quelle parole il Benito innamorato le abbia pronunciate.

Claretta è un’amante ossessiva, ossessionata e ossessionante. Usa la scrittura del diario anche come terapia, non avendo null’altro da fare nelle sue giornate se non vivere per Mussolini. Non ha mai lavorato, ha lasciato la scuola dopo il ginnasio. Ma non ha ragioni per mentire, o distorcere la realtà. Almeno quella percepita dal suo cuore, appassionato fino allo spasimo, tanto da farsi uccidere col suo Benito nel 1945.

Ecco quindi, dopo settant'anni, il duce privato. Furbo e ingenuo assieme, falso e sincero, brillante e vergognoso. Spesso puerile fino all’imbarazzo. Così tipicamente italiano, vanaglorioso, maschilista. Ma vero.

Questi diari hanno una storia complicata e affascinante. Il 18 aprile 1945, prima di seguire per l’ennesima volta il suo duce nell’ultima fuga, Claretta li affida alla contessa Rina Cervis, che li seppellisce nel giardino della propria villa a Gardone (Brescia). Nel ’50 i carabinieri li trovano e li confiscano. Da allora tutti i governi italiani hanno imposto il segreto di stato sul loro contenuto, anche se è probabile che siano passati al vaglio dei servizi segreti statunitense e inglese.

Essi fanno parte, infatti, delle tragiche e ancora in parte misteriose vicende dipanatesi negli ultimi giorni della guerra: la cattura di Claretta e Mussolini a Dongo (Como), la loro prima (e ultima) notte assieme, la fucilazione il giorno dopo, i corpi appesi in piazzale Loreto a Milano. E le domande, tuttora senza una risposta definitiva, sull’oro di Dongo (il tesoro della Repubblica sociale sequestrato ai gerarchi in fuga), sui documenti che Mussolini portava con sé illudendosi che gli salvassero la vita, su un possibile carteggio con Winston Churchill per una pace separata. E il premier inglese che, di tutti i posti al mondo, sceglie proprio il lago di Como per le sue vacanze nell’estate ’45, forse alla ricerca di qualcosa.

Il segreto imposto sui diari di Claretta in questi sette decenni ha provocato una marea di supposizioni, centinaia di articoli e decine di libri. La sorella Miriam si è battuta fino alla sua morte, nel ’91, per averli indietro dallo stato. La sua battaglia è stata continuata da Ferdinando Petacci, nipote di Claretta, ultimo e unico erede della famiglia e quindi titolare dei diritti di pubblicazione dei diari.

Nel 2003 ho conosciuto e intervistato Ferdinando a Phoenix in Arizona (Usa), dove vive. All'età di tre anni era nell’auto con la zia a Dongo quando fu arrestata dai partigiani, e suo padre Marcello venne fucilato. Egli è convinto, come alcuni storici, che Claretta e Marcello siano stati spie inglesi o almeno tramiti fra Mussolini e i servizi segreti britannici, e che proprio per questo siano stati eliminati. Ferdinando Petacci espone questa tesi nella prefazione. Forse i diari di Claretta scioglieranno qualche mistero, quando lo stato li desecreterà allo scadere dei settant’anni dalla loro compilazione.

Ma il contenuto di questi diari è già abbastanza esplosivo (per le frasi pronunciate da Mussolini su Hitler e contro gli ebrei, il papa, la moglie, la principessa Maria José di Savoia, i francesi, gli inglesi, gli spagnoli) anche senza sapere se Claretta fosse un’informatrice, oltre che una venticinquenne follemente innamorata del suo potente amante.

Scrive infatti il 15 ottobre 1950 Emilio Re, ispettore generale degli Archivi di Stato, nella sua relazione su questi diari per il ministero degli Interni: “Si cercano i diari di Mussolini. I più veri e importanti diari di Mussolini sono proprio questi della Petacci, dove il dittatore ridiventa uomo, si rivela senza trucchi e senza artefici. Nei diari e nelle lettere c’è non solo la vita sentimentale del dittatore, ma anche quella politica e quindi, nei momenti cruciali, la vita dell’intero Paese. La Petacci era tutt’altro che priva d’ingegno e qualche volta - quando non le faceva velo la gelosia - dotata anche di una notevole penetrazione. Non era soltanto l’amica del dittatore, ma ne era anche, per così dire, la ‘fiduciaria’, qualche volta l’incitatrice, se non la consigliera. Di qui l’interesse pubblico, l’importanza straordinaria e fuori dal comune che rivestono”.

Ringrazio l’Archivio Centrale dello Stato, la cui lunga custodia di questi documenti ne garantisce l’autenticità (a differenza di tanti altri presunti diari di Mussolini o Hitler), il sovrintendente Aldo G. Ricci e la dottoressa Luisa Montevecchi, curatrice del Fondo Petacci. Grazie anche all’impeccabile lavoro di Veronica Albonico, che mi ha aiutato a decifrare migliaia di fogli quasi illeggibili.

Mauro Suttora
Milano, novembre 2009

Sunday, November 22, 2009

Jerusalem Post: Fierce anti-Semite

Mistress' diary: Mussolini was a fierce anti-Semite

Nov. 17, 2009

THE JERUSALEM POST

Benito Mussolini was a fierce anti-Semite, who proudly said that his hatred for Jews preceded Adolf Hitler's and vowed to "destroy them all," according to previously unpublished diaries by the Fascist dictator's longtime mistress.

Excerpts were published Monday.

According to the diaries, Mussolini also talked about the warm reception he received from Hitler at the 1938 Munich conference - he called the German leader a "softy" - and attacked Pope Pius XI for his criticism of Nazism and Fascism.

On a more intimate note, Mussolini was explicit about his sexual appetites for his mistress and said he regretted having affairs with several other women.

The dairies kept by Claretta Petacci, Mussolini's mistress, between 1932 and 1938 are the subject of a book coming out this week entitled "Secret Mussolini." Excerpts were published Monday by Italy's leading daily Corriere della Sera and confirmed by publisher Rizzoli.

Historians said the diaries appeared to be convincing and reinforced the image that Mussolini was strongly anti-Semitic, even though early on there was some Jewish support for his Fascist movement. But they cautioned that these are the diaries of the dictator's lover - not Mussolini himself - and therefore must be taken with an extra grain of salt.

Corriere said the diaries shed new light on Mussolini, who had been seen as more obsequious toward the pope and "dubious" over Italy's racial laws, which led to widespread persecution of Italian Jews.

Many of the excerpts that were published date to 1938, a crucial year during which Mussolini's Fascist regime passed the racial laws and Europe sealed its appeasement toward Nazi Germany at the Munich conference.

"I have been a racist since 1921. I don't know how they can think I'm imitating Hitler," Mussolini is quoted as boasting in August 1938. "We must give Italians a sense of race."

Italy's racial laws restricted the rights of Jews and expelled them from government, university and other fields.

In 1943, German troops occupied northern and central Italy, and thousands of Jews were deported. According to some researchers, there were 32,000 Jews in 1943 in Italy, of whom over 8,000 were deported to Nazi concentration camps.

"These disgusting Jews, I must destroy them all," Mussolini was quoted as saying by his lover in October 1938. At another point he calls them "enemies" and "reptiles," according to the excerpts.

Mussolini also denounced Pius XI, who saw the rise of anti-Semitism in the last years of his 1922-39 papacy, as harming the Catholic Church. Pius commissioned an encyclical to denounce racism and the violent nationalism of Germany, but he died before releasing it and it was never published.

The Fascist dictator said that "there never was a pope as harmful to religion" as Pius XI and accused him of doing "undignified things, such as saying we are similar to the Semites," according to the excerpts.

For years, the Vatican has struggled to defend Pius' successor - the wartime Pope Pius XII - against claims he didn't do enough to save Jews from the Holocaust.

Mussolini had kind words for Hitler, whom he said was "very nice" and had tears in his eyes when he met the Italian dictator in Munich. "Hitler is a big softy, deep down," Mussolini is quoted as telling Petacci on October 1, 1938, shortly after the conference.

Mussolini also wrote to Petacci about his "mad desire" for her "little body" and his regret over having had relations with other women. "I adore you and I'm a fool. I mustn't make you suffer," he was quoted as saying.

Mussolini and Petacci were shot by partisans on April 28, 1945, and their bodies were displayed to a jeering crowd hanging upside-down from a gas station in a Milan square.

Piero Melograni, a historian who has written several books on Fascism and World War II, said the excerpts were "convincing in terms of the character that emerges and therefore the authenticity of the diaries."

He said the diaries appear to strengthen the notion of a strongly anti-Semitic Mussolini, as demonstrated by the 1938 laws and several speeches. But he said the personal quotes almost "humanize" him.

Another prominent historian, Giovanni Sabbatucci, said that while he has no reason to doubt the authenticity of the diaries, he is less sure of their historical significance because they might not reflect Mussolini's real thoughts.

"We must not forget that, even when authentic, we are reading what a mistress was writing about what her lover told her," he said in a phone interview.

Sabbatucci said that while there is no doubt that Mussolini had developed a strong anti-Semitism in the later years of his life, historians are split as to when these sentiments began. The diaries appear to show he developed them earlier rather than later, but Sabbatucci was doubtful.

"We must not take for granted that she correctly wrote what she was told. And we must not take for granted that what she was told was the truth and not some lover talk," said Sabbatucci, who teaches contemporary history at Rome's Sapienza University.

Saturday, November 21, 2009

Il Piccolo (Trieste): Perché Diari segreti?

Perché i diari di Claretta sono rimasti invisibili per oltre sessant'anni?

il Piccolo
pagina 23 sezione Cultura

Trieste, 21 novembre 2009

Per oltre sessant’anni nessuno ha potuto leggerli. Perchè sui diari di Claretta Petacci è stato imposto il segreto di Stato. E adesso? Finalmente il veto è caduto, ma solo per quanto riguarda il periodo che va dal 1932 al 1938. Le altre carte, che raccontano il periodo più difficile (quello delle leggi razziali, dell’entrata in guerra, dell’8 settembre, dell’arresto di Benito Mussolini, della Repubblica di Salò, fino alla morte, rimasta avvolta nel mistero) sono ancora inaccessibili. Su quei diari ha lavorato a lungo Mauro Suttora, giornalista del gruppo Rcs. Che pubblica adesso un’ampia selezione dei documenti nel libro Claretta Petacci ”Mussolini segreto” (Rizzoli, pagg. 533, euro 21).

A invogliare alla lettura, se ce ne fosse bisogno, è la prefazione scritta da Ferdinando Petacci, nipote dell’amante del Duce, che vive da tempo in Arizona. Da bambino, quando aveva tre anni e mezzo, si ritrovò a viaggiare nel piccolo corteo di macchine che il 27 aprile del 1945 portò il capo del fascismo e la sua amante dritti verso la morte. Da allora si è sempre chiesto: perché lo Stato italiano ha fatto scendere il silenzio sulle carte di sua zia? Claretta Petacci era solo un’amante o una spia degli inglesi? O, addirittura, insieme al fratello Marcello «collaborarono con Mussolini per arrivare a una pace separata con l’Inghilterra»? La merce di scambio sarebbe stato il carteggio tra il Duce e Winston Churchill, «molto compromettente per il premier britannico».

Insomma, dopo una prefazione del genere, inutile negare che viene voglia di lanciarsi alla disperata a leggere i diari di Claretta. Che, purtroppo, deluderanno il lettore fin dalle prime pagine. Che cosa emerge da questa carte? Una marea di promesse d’amore fatte da un uomo profondamente infedele, una sorta di ”serial lover”, alla sua giovanissima, gelosissima amante. E poi il ritratto di un uomo, Mussolini, che pensa soprattutto ad apparire forte, virile, che è terrorizzato dal fatto di invecchiare e parla spesso della morte. E che non evita gli scivolini nel ridicolo. Come quando lamenta i dolori dell’ulcera provocati dal polverone che si è alzato attorno all’omicidio di Matteotti. O come quando frigna che gli stivaloni, indossati per avere un aspetto più virile, lo fanno soffrire molto.

Nei diari di Claretta, i grandi eventi del ’900 passano in secondo piano rispetto alla girandola di amanti di Mussolini e alla gelosia ossessiva della Petacci. Il Duce le racconta di alcuni imbarazzanti incontri con la principessa Maria José, che si distendeva mezza nuda vicino a lui sulla spiaggia quasi a volersi offrire. Sparla spesso e volentieri di donna Rachele, la moglie: «Una contadina». Spara a zero sugli antifascisti, se la prende con Franco che tentenna in Spagna, manda insulti e maledizioni agli ebrei. Si mostra amico di Hitler, anche se lo teme profondamente. Ma, soprattutto, tempesta di telefonate la sua Claretta. A ogni ora del giorno, della notte. Per prometterle che non la tradirà più. Anche se sa benissimo che, quando gli arriverà la prima donna disponibile, la tradirà di nuovo. ( a.m.l.)

Thursday, November 19, 2009

Aventar (Brasil): Benito, para os amigos

A máquina do tempo: Mussolini

Colocado por Carlos Loures em 19 de Novembro de 2009

Foi posto ontem à venda nas livrarias italianas, editado pela Rizzoli, de Milão, o livro do jornalista Mauro Suttora com o título «Mussolini segreto» – «Mussolini Secreto». Revela, segundo se diz, uma nova imagem do ditador que, tem sido habitualmente descrito como um bonacheirão muito menos sanguinário do que o seu aliado Adolf Hitler. Afinal, Benito Mussolini disputava a Hitler a qualidade de campeão do anti-semitismo ( «Hitler è un sentimentalone»), acusava Franco de ser um idiota, ameaçava o Vaticano com o corte de relações («Questo papa è nefasto»)…

«Estudei durante muitos meses mais de 2000 páginas escritas por Claretta, com uma caligrafia apertada e difícil», diz Suttora. Já no fim da guerra da Libertação, quando o casal Benito e Clara tinha já a água pelo pescoço e teve de fugir de Salò, onde se refugiara após a queda do governo de Mussolini, ainda mantendo a esperança de ressuscitar o fascismo, a amante do Duce entregou os seus diários a uma amiga de confiança, que os escondeu. Foram encontrados em 1950.

Mauro Suttora (1959) é um escritor e jornalista milanês, colaborador do Corriere della Sera, com reportagens sobre a guerra Irão-Iraque, o massacre de Tiananmen, a primeira guerra do Golfo, Gorbatchov, a guerra da Jugoslávia, a Segunda Intifada, etc. Entre os seus romances, destaca-se o best seller «No sex in City», publicado em 2007. É ele que me ajuda hoje a pilotar a nossa máquina do tempo de regresso a esses anos escaldantes que antecederam a 2ª Guerra Mundial.

Segundo o autor, o que se torna reveladoramente explosivo é o facto de as palavras de Clara Petacci, a linda actriz com os cabelos cor de azeviche, destruírem a imagem de um ditador que cometeu excessos, mas humano, um pouco ridiculamente fanfarrão, mas simpático, um acólito moderado de Hitler, um homem que foi atrelado ao carro nazi contra sua vontade e que aprovou as leis contra os judeus apenas para não contrariar o seu louco aliado. Um católico devotado. Essa imagem é falsa, segundo o livro de Suttora. E depois há as revelações eróticas, que numa Itália vacinada pelos desmandos de Berlusconi, não causarão grande impacto.

«Sabes, meu amor? A noite passada, no teatro, despi-te mentalmente pelo menos três vezes. Olhava-te, tirava-te a roupa e desejava-te como um louco». Parece um fragmento de uma escuta telefónica ao inenarrável Silvio, mas são palavras de Benito que Clara anotou em 5 de Janeiro de 1938. A relação adúltera durava desde 1932, tinha Clara Petacci 20 anos e Mussolini 40. O Duce era casado com Rachel Mussolini (1890-1979) . Tinham seis filhos.

Mussolini ficava furioso quando apontavam Hitler como pioneiro do anti-semitismo: em 4 de Agosto de 1938, sempre de acordo com o diário de Petacci, o ditador fascista terá berrado: «Eu já era racista em 1921. Não sei como podem pensar que imito Hitler se ele nem sequer tinha nascido. Os italianos deveriam ter mais sentido da raça, para não criar mestiços que irão estragar o que temos de bonito». Vinte dias antes saíra o «Manifesto della razza», documento que tentava criar a tese da superioridade da etnia itálica.

Pio XI não terá escapado à fúria de Benito: «Se os do Vaticano continuam assim, vou romper todas as relações com eles. São uns miseráveis hipócritas. Proibi os casamentos mistos e agora o Papa pede-me para casar um italiano e uma preta. Não! Vou-lhes partir a cara a todos».

Franco não foi melhor tratado: «Esse tal Franco é um idiota. Julga que ganhou a guerra com uma vitória diplomática, só porque alguns países o reconheceram, mas tem o inimigo dentro de casa. Se tivesse só metade da força dos japoneses, já teria acabado com tudo há quatro meses. São apáticos [os espanhóis], indolentes, têm muita coisa dos árabes. Até 1480 os árabes dominaram a Espanha, foram oito séculos de domínio muçulmano. Aí está a razão porque comem e dormem tanto», anotou Claretta em 22 de Dezembro de 1937.

Enfim, um livro que promete levantar celeuma, principalmente em Itália onde ainda existe uma residual falange de apoio ao ditador que, com a sua amante Clara Petacci, foi numa praça executado de Milão, no dia 25 de Abril de 1945.

Wednesday, November 18, 2009

Le Monde: Mussolini antisémite

Un Mussolini foncièrement antisémite révélé par les journaux de sa maîtresse

Le Monde, 16.11.09

http://www.lemonde.fr/culture/article/2009/11/30/mussolini-les-juifs-et-les-femmes_1274049_3246.html

Un Mussolini foncièrement antisémite, fasciné par la puissance du Troisième Reich d'Adolf Hitler et furieux contre le pape Pie XI, émerge du livre "Mussolini Secret" qui regroupe des journaux intimes de sa maîtresse Claretta Petacci et sera publié mercredi en Italie par Rizzoli.

Dans cet ouvrage, dont le journal Corriere della Sera publie lundi des extraits, sont synthétisés des écrits consignés de 1932 à 1938 qui révèlent des aspects méconnus du dictateur fasciste.

Le 4 août 1938, les deux amants sont en bateau et à propos des lois anti-juives d'Hitler, Mussolini dit à sa maîtresse: "moi j'étais raciste dès 1921. Je ne sais comment ils peuvent penser que j'imite Hitler, il n'était pas encore né (...) Il faut donner un sens de la race aux Italiens pour qu'ils ne créent pas de métisses, qu'ils ne gâchent pas ce qu'il y a de beau en nous".

Le 11 octobre, à la mer avec Claretta, il se déchaîne: ""ces saloperies de Juifs, il faut tous les détruire, je ferai un massacre comme les Turcs ont fait (...) Je bâtirai une île et les y mettrai tous (...) Ils n'ont même pas un peu de gratitude, de reconnaissance, pas même une lettre de remerciement. (...) Ils disent que nous avons besoin d'eux, de leur argent, de leur aide".

Mussolini raconte aussi le 1er octobre 1938 à sa maîtresse les coulisses de la Conférence de Munich: "Le Führer est très sympathique. Hitler est un grand sentimental au fond. Quand il m'a vu il avait les larmes aux yeux. Il m'aime vraiment beaucoup".

Des passages des journaux intimes révèlent aussi sa colère contre le pape Pie XI qui s'est déclaré "proche spirituellement de tous les sémites" et demande que les mariages religieux entre juifs et catholiques soient valables.

"Tu ne peux pas savoir quel mal ce pape fait à l'Eglise. Jamais un pape n'a été aussi néfaste pour la religion", dit-il, en s'érigeant contre l'idée d'un Italien se mariant à un Noir.

Ailleurs, "la Petacci" raconte la passion entre les deux amants et les écarts de Mussolini avec d'autres maîtresses. "Oui mon amour, j'ai tort, surtout que je t'aime de plus en plus et que je sens que tu m'es nécessaire plus qu'aucune autre chose au monde", lui dit-il le 19 février 1938.