Tuesday, March 01, 2016
parla Nicoletta Spagnoli
Thursday, February 18, 2016
Cosa succede nel Movimento di Grillo e Casaleggio?
di Mauro Suttora
Formiche.net, 18 febbraio 2016
Da Serenetta a Serenella. La parabola del Grillo politico è riassumibile fra Serenetta Monti, candidata sindaca a Roma nel 2008, e Serenella Fucksia, espulsa dal Movimento 5 stelle (M5s) all’alba del 2016.
Due donne «con le palle», per usare il bellicoso linguaggio grillino. La prima scappata un anno dopo il debutto romano (3%, quattro consiglieri municipali eletti, tre che cambiano partito dopo pochi mesi, un disastro che nessuno ama ricordare), la seconda fatta fuori con l’agghiacciante ordalia che finora ha epurato online un quarto dei 162 parlamentari eletti nel 2013. Neanche Stalin purgava i compagni a questo ritmo. In mezzo, l’incredibile storia di un partito che raggiunge il 25% al suo primo voto nazionale. Caso unico al mondo: Berlusconi nel 1994 si fermò al 21, ed ereditava gli apparati Dc e Psi.
Ma, soprattutto, un fenomeno sociologico mai capitato: 162 persone digiune di politica catapultate in Parlamento da un giorno all’altro, a formare il secondo partito nazionale. È anche la prima vera forza politica popolare nella storia d’Italia. Il Pci, infatti, nonostante volesse rappresentare la classe operaia, aveva dirigenti borghesi. I grillini invece, come reddito e cultura, sono l’odierno lumpen-proletariato dei disoccupati e precari. Nozioni da Facebook, ignoranza pari all’arroganza, prevalenza del perito informatico (il diploma del loro capo, Gianroberto Casaleggio). Non hanno letto Fruttero & Lucentini, quindi a dirglielo non si offendono.
Faccio vita da grillino da nove anni. Mi sono iscritto nel settembre 2007 dopo il Vaffa-day, un giorno prima di Paola Taverna. Partecipavo ai primi meetup di Roma: riunioni al quartiere africano in una sala affittata dal dentista Dario Tamburrano (oggi eurodeputato), poi al cinodromo, o sull’Ostiense. Serenetta sconfisse Roberta Lombardi alle primarie.
Il 25 aprile 2008 raccogliemmo un’enorme quantità di firme davanti alla basilica di San Paolo per i referendum contro l’Ordine dei giornalisti. Poi buttate, perché il figlio di Casaleggio sbagliò le date della raccolta. C’era grande entusiasmo, sull’onda del libro La casta di Stella e Rizzo. Ma alle regionali del 2010, disastro: solo quattro eletti in Piemonte ed Emilia. Tutti poi espulsi tranne uno. Trasferito a Milano, frequento anche qui il meetup. Lo stesso clima da caserma-convento-asilo-circo. «Suttora, non seminare zizzagna», mi intimano sul gruppo Facebook se esprimo una critica. Nel 2013 Paola Bernetti, la più votata alle primarie per il Senato, viene fatta fuori con un trucco. I monzesi con una cordata eleggono tre senatori, Milano neanche uno.
Stessi grovigli due mesi fa, alle primarie per il sindaco: solo 300 votanti, 74 voti alla vincitrice. I risultati vengono secretati, gli altri sette candidati non sanno le loro preferenze. Dal movimento della trasparenza al partito dell’omertà. Addio streaming, forum pubblici, dibattiti online. Dopo la valanga delle espulsioni regna la paura, si comunica solo su chat Whatsapp segrete. Sette attivisti milanesi osano pubblicare un giornalino a loro spese: cacciati con lettera dell’avvocato di Casaleggio.
Il clima di paranoia avvolge anche i parlamentari. Appena uno azzarda qualche pensiero non conformista, è bollato come dissidente. Intanto, il fervore altruista scema. I parlamentari, che prendono 15mila euro mensili, due anni fa ne restituivano in media 5-6mila. Oggi la cifra si è dimezzata: tremila. Se va bene. Molti si limitano a 1.400-1.800: Morra, Lombardi, Giarrusso, Nuti, Fico, Sibilia. I rendiconti sono una farsa: solo autodichiarazioni, niente ricevute, nessun controllo.
La cuccagna è all’Europarlamento. Ben 12 eurodeputati M5s su 17 neanche rendicontano. Possono incassare fino a 40mila euro mensili (21mila solo per i portaborse), ma tutti tranne una restituiscono appena mille euro al mese. Il siciliano Ignazio Corrao (ex portaborse in regione Sicilia) aveva assunto undici portaborse. L’ho pizzicato con un articolo sul settimanale Oggi, lui mi ha insultato, ora li ha ridotti a sette. Come un’eurodeputata abruzzese: due li tiene a Bruxelles, gli altri cinque stanno nel suo collegio elettorale.
Che differenza c’è con i vecchi politici del passato? Nessuna, tranne che i grillini si vantano di non avere funzionari di partito. Invece ne hanno centinaia, stipendiati dai 1.600 eletti.
Insomma, il movimento ora è Collocamento 5 stelle, scherzano i tanti ex. I nomi dei portaborse parlamentari sono convenientemente segreti, per non scoprire altri parenti e conviventi dopo quelli già scoperti (Lezzi, Moronese). Casaleggio e suo figlio comandano a bacchetta. I parlamentari sono sorvegliati da un simpatico reduce del Grande Fratello, Rocco Casalino: decide lui chi mandare in tv. Fra gli altri addetti stampa spicca un ex camionista di Bologna. Dove sono state abolite le primarie: alle comunali di giugno lista bloccata, tutti nominati dall’alto come nel listino berlusconiano di Nicole Minetti. A Trieste un eurodeputato ha candidato sindaca la moglie: metà dei grillini locali in rivolta.
La sceneggiata napoletana di Quarto aumenterà la disciplina interna. Per paura di altri “infiltrati” della camorra, i candidati saranno nominati d’autorità. Così, quello che era nato come un movimento liberatorio si è trasformato nel suo esatto contrario. Hare Krishna, Scientology? Ma no, meglio Testimoni di Genova. Lì Grillo ha una delle sue tre ville. E il suo commercialista personale (nonché segretario del M5s) è stato nominato in una società della regione Liguria. Quelle che i grillini volevano abolire.
L'orrenda fine di Giulio Regeni
Thursday, February 04, 2016
Sequestrata la barca del Duce
qui l'articolo su Dagospia
Monday, January 25, 2016
Sean Penn e El Chapo
Mauro Suttora
Wednesday, January 20, 2016
Espulsa la senatrice grillina Fucksia
«Fico e Di Maio? Ripeto loro quel che dissi già nel 2014 ai dirigenti della banca Marche in fallimento: dovete dimettervi, perché o sapevate – e allora siete complici – o non vi siete resi conto di nulla – e allora siete inadeguati e incapaci».
Thursday, January 14, 2016
Grillo: «Renzi ne ha ammazzati 68mila»
Il comico, per corroborare l’incredibile accusa, cita Gian Carlo Blangiardo, 67 anni, professore di demografia all’università di Milano. Il quale ha evidenziato i dati Istat sui morti in Italia, aumentati appunto dai 598mila del 2014 ai 666mila di quest’anno.
C’è stato poi il tremendo caldo della scorsa estate. Per tre mesi interi l’Italia è rimasta nella morsa dell’afa, e anche qui purtroppo le vittime sono stati gli anziani: tremila morti in più in giugno, diecimila in luglio e seimila in agosto, secondo l’Istat: in tutto 19mila. Totale: 54mila decessi in più rispetto al 2014.
Mauro Suttora
Tuesday, December 22, 2015
Grillini spendaccioni
Mauro Suttora
Wednesday, December 16, 2015
I babbi imbarazzano Boschi, Renzi e Lotti
Wednesday, December 09, 2015
Intervista a Forattini
Thursday, November 26, 2015
reportage dall'Oman
Tuesday, November 24, 2015
Viaggiare sicuri
di Mauro Suttora
Oggi, 18 novembre 2015
Dicembre, andiamo, è tempo di viaggiare. Ora i turisti lascian l’Italia e vanno verso il mare. Ma dove prenotare per le vacanze di Natale e Capodanno? Con l’aiuto del sito www.viaggiaresicuri.it del ministero degli Esteri e del Global Peace Index, ecco una guida ragionata alle zone «calde» del mondo. Per evitare quelle ad alta temperatura politica, e godere invece del sole tropicale o equatoriale.
Tenendo presente che la situazione può evolvere di giorno in giorno, e che anche nei Paesi più pacifici ci sono alcune zone off-limits.
Egitto giù, Tunisia su
Purtroppo, dopo l’attacco dell’Isis al jet russo sul Sinai, Sharm-el-Sheikh ma anche le crociere sul Nilo e le piramidi del Cairo non sono consigliabili. Diciamo purtroppo, perché l’Egitto invece ha bisogno degli introiti turistici proprio per evitare che i giovani, impoveriti, siano attratti dal fondamentalismo islamista.
Stesso discorso per la Tunisia: il governo è riuscito a ripristinare un clima di fiducia dopo gli attacchi della scorsa estate, e i turisti occidentali stanno tornando.
Ma gli unici Paesi arabi dove il rischio politico è inesistente sono Oman ed Emirati (Dubai, Abu Dhabi) ad est, e Marocco all’estremo opposto, sull’oceano Atlantico.
Ovviamente da escludere le zone di guerra: Iraq, Siria, Libia, Yemen. Per Israele e Giordania (Petra) c’è il solito discorso: da un giorno all’altro potrebbero rinfocolarsi guerriglie decennali, con attacchi improvvisi per strada. C’è comunque da dire che mai turisti sono stati coinvolti nelle varie intifade o rivolte palestinesi.
In Turchia si sperava che dopo le recenti elezioni il presidente Recep Erdogan riportasse un po’ di stabilità. Invece il governo continua a usare il pugno duro contro i curdi, i quali a loro volta rispondono con attentati anche a Istanbul e Ankara.
Tutto sommato, l’Iran offre una situazione più rassicurante. La recente apertura politica è accompagnata da un boom turistico: a Teheran, Isfahan e Persepoli gli hotel registrano da un anno il tutto esaurito, con centinaia di bus colmi di turisti occidentali.
Certo, gli ayatollah continuano a imporre la censura (nessun collegamento internet è possibile con i siti dei giornali esteri), e i guardiani della rivoluzione sono fastidiosi nell’imporre il velo alle turiste donna col capo scoperto. Ma la maggioranza della popolazione è amichevole, lontana da certi fanatismi.
Pace in tutte le isole
Nessun problema per le classiche (e costose, ora che l’euro è debole) mete di mare invernali: Mauritius, Seychelles, Zanzibar, Maldive. Queste ultime hanno impensierito nelle ultime settimane per alcuni disordini politici nella capitale Male, che però è lontana dall’unico aeroporto internazionale e dagli itinerari turistici.
Anche l’arcipelago di Capo Verde, sull’Atlantico, è una meta sicura (e più economica), così come i Caraibi e tutta l’America Latina. Uniche eccezioni: il Messico per la criminalità comune, il Venezuela per possibili dimostrazioni politiche, e il Brasile in alcuni quartieri di alcune grandi città in alcune ore.
In Asia da escludere il Pakistan per il persistente rischio islamista, mentre la recente uccisione di un italiano nel Bangla Desh sembra sia stato un episodio isolato.
Asia ok tranne Pakistan
Negli anni scorsi non sono mancati attentati terroristici in India (Bombay) e Indonesia (Bali), ma statisticamente adesso il rischio è quasi zero.
Non abbiamo colorato di verde la Birmania soltanto perché, dopo la stupenda vittoria della premio Nobel della Pace Aung San Suu Kyi, non sappiamo ancora se e come reagiranno i generali dell’esercito. Ma si spera che la situazione rimanga tranquilla, come nella vicina Thailandia dopo l’attacco all’albergo di Bangkok. Le località turistiche (Phuket), comunque, sono sorvegliatissime.
Dalla nostra mappa mondiale abbiamo ovviamente tralasciato Paesi bellissimi ma non mete abituali di vacanze invernali: dal Canada all’Australia, dalla Russia alla Cina, dal Giappone al Sudafrica.
Mauro Suttora