INCHIESTA DI COPERTINA
Europeo, 24 febbraio 1989
Grande sete: i danni della stagione piu asciutta del secolo
Acqua razionata , colture distrutte , boschi bruciati , concentrazione dell' inquinamento . Ecco , regione per regione , la mappa di un' emergenza provocata da un eccesso di bel tempo invernale . E che si potra' risolvere soltanto con una bruttissima primavera
di Salvatore Gajas
e Mauro Suttora
Ci mancava soltanto il Worldwatch Institute . Il prestigioso centro di futurologia statunitense venerdi' 10 febbraio ha diffuso ai giornali di tutto il mondo il suo rapporto annuale . E in questo rapporto c' e' scritto , nero su bianco , che se non riduciamo l' inquinamento di ogni tipo (da quello delle industrie e quello delle auto , dal taglio delle foreste al sovrappopolamento) la Terra subira' danni irreversibili entro il 2000 . Cioe' entro dieci anni .
In Italia , intanto , molti cominciano a maledire il sole . Non piu' soltanto gli sciatori e gli albergatori di montagna che , dopo il Capodanno senza neve , vedono svanire anche la possibilita' di rifarsi con le settimane bianche di febbraio e marzo . O gli agricoltori del Sud e del Nord che hanno le colture distrutte dalla siccita' , e i vigili del fuoco costretti ai salti mortali dai mille incendi che continuano a scoppiare nei boschi secchi . Adesso anche i cittadini comuni scrutano il cielo con apprensione . Per ora soltanto quelli di Genova , Vigevano e Chioggia , che hanno gia' subito il razionamento di " sorella acqua " . Ma fin dai prossimi giorni l' emergenza siccita' si allarghera' e tocchera' concretamente la vita quotidiana di molti di noi .
Colpa nostra , maledetti inquinatori che abbiamo rovinato perfino l' elemento primario di ogni forma di vita sul nostro pianeta ? O tremenda fatalita' del destino , calamita' biblica contro cui non si puo' far nulla se non pregare ? Gli appelli apocalittici del Worldwatch Institute lasciano perplessi e scettici anche ecologisti di provata esperienza come Laura Conti , deputato del Pci . Ma certo l' inusuale siccita' che sta colpendo l' Italia in queste settimane e' aggravata dall' imprevidenza ambientale dei nostri governanti . Cosi' , nel momento in cui per cause naturali diventa poca , l' acqua potabile e' resa ancora piu' inquinata dall' atrazina , i cui livelli minimi tollerabili vengono aumentati per decreto governativo . E diversi acquedotti sono chiusi non per mancanza d' acqua , ma perche' i veleni si concentrano troppo nel poco liquido rimasto .
Ecco , regione per regione , la mappa del disastro . Provocato dal destino , ma anche dall' incuria .
PIEMONTE
Qui il bicchiere e' ancora pieno . Ma avvelenato . Per lo meno nelle province di Vercelli , Novara , Asti e Alessandria , dove atrazina , bentazone e molinate la fanno da padroni . Casale Monferrato e' all' asciutto , ma lo era gia' tre anni fa . E non perche' le falde sotterranee e i pozzi si siano inariditi (anzi , non per nulla queste sono le regioni del riso) , ma perche' diserbanti e fertilizzanti chimici sono penetrati nella terra e hanno inquinato l' acqua potabile . Eppure , in teoria , il Piemonte e' , assieme al Trentino Alto Adige , la regione italiana con la maggiore disponibilita' di acqua , sia di sorgente sia di falda . Ma la rete idrica e' antiquata . Anche in periodi normali , un quarto della popolazione piemontese riceve una quantita' di acqua potabile ritenuta insufficiente dalle stesse autorita' pubbliche .
Da ottobre il cielo e' uno specchio limpido su tutta la regione . Il raccolto di grano e' gia' dato per compromesso al 15 per cento . In provincia di Cuneo soffrono soprattutto gli alberi da frutta . Per la prima volta nella storia del Piemonte si discute sull' opportunita' di costruire serbatoi artificiali per riserve idriche . Emilio Lombardi , assessore regionale all' agricoltura , chiedera' lo stato di calamita' .
LOMBARDIA
I devoti cattolici lombardi pregano . E ormai le invovazioni sono diventate ufficiali . Domenica 12 febbraio hanno chiesto nubi all' orizzonte da tutte le chiese . Che sarebbe finita cosi' , l' aveva capito per primo un parrocco brianzolo , don Gino Molon , malgrado la delusione finale . Aveva esposto nella chiesa di Canzo (Como) le reliquie di San Miro Paredi (uno dei pochissimi santi forniti anche di cognome) , noto e apprezzato durante i secoli per le pioggie provocate in suo nome . Questa volta , pero' , nonostante le preci dei fedeli di fronte alle sue ossa , nulla di nulla . Cosi' , dopo due giorni , don Gino ha riposto San Miro nell' urna per evitargli ingiusti sarcasmi . E i brianzoli si consolano con pellegrinaggi alla fonte Gajum , dove pero' le taniche si riempiono piu' faticosamente del solito .
Le acque lombarde sono oggetto di grandi traffici . Dopo aver avvelenato le preziosissime acque sotterranee di falda (che in queste zone scorrono anche a soli 50 centimetri dalla superficie , rendendo cosi' i campi i piu' fertili d' Europa) , adesso i politici accarezzano un sogno costosissimo : dissetare Milano con l' acqua di Ticino e Adda , potabilizzata e trasportata in acquedotto dai laghi Maggiore e di Como . E il cosiddetto " piano Lambro " , che invece di far disinquinare ai colpevoli , prevede molto cemento in opere pubbliche . Costo : 5 mila miliardi , tutti soldi pubblici . Significato concreto dell' operazione : piu' appalti , piu' tangenti , piu' finanziamenti per i partiti .
A Roma , in Parlamento , circola la facile battuta : " I nordisti hanno inventato Lambro e Po per istituire la Cassa del Mezzogiorno di Milano " . Sempre in quest' ottica , assistenzialista , ammaestrati dalle centinaia di miliardi spillati grazie all' alluvione in Valtellina , i politici lombardi gia' chiedono 1 . 500 miliardi per gli agricoltori . Un' enormita' , se si pensa che la nebbia umida ha limitato i danni in Padania , e che la Sardegna ha chiesto solo 800 miliardi , ma con danni ben maggiori . Intanto , l' " acqua all' atrazina " viene bevuta da 273 mila lombardi sparsi in sei province (escluse solo Sondrio , Varese e Como , troppo montane per avere le falde gia' inquinate) e in 73 comuni . Le piu' colpite sono le province di Milano (30 comuni) e Bergamo (22) .
LIGURIA
E' la regione settentrionale piu' colpita . I " mareometri " di Genova e Savona segnalano che il mare in Liguria si e' abbassato di 36 centimetri . Ma questo e' solo l' aspetto piu' spettacolare della siccita' . A Genova c' e' il razionamento dell' acqua gia' da dieci giorni . Per ora e' vietato lavare le automobili e innaffiare i giardini . Cosi' si risparmia l' equivalente di dieci milioni di bottiglie di acqua potabile ogni giorno . Ma , in mancanza di pioggia , da lunedi' 20 febbraio scatterranno misure ben piu' restrittive . Il comune ha gia' preparato il piano di razionamento , con mappe e calendario quartiere per quartiere .
Intanto Liguria ed Emilia litigano per la " briglia " sul Cassinghero : Genova accusa Piacenza di rubarle la poca , preziosa acqua del fiume Trebbia . Altra acqua , poi , ci pensa lo stesso acquedotto di Genova a sciuparla : nonostante che le tubazioni piu' recenti risalgono agli anni ' 60 , infatti , le perdite raggiungono spesso punte del 30% , contro una percentuale del 12 fisiologica in ogni acquedotto . Cosi' , mentre il fabbisogno canonico pro capite sarebbe di 400 litri al giorno , ogni genovese anche in periodi normali puo' contare solo su 320 litri .
Infuriano gli incendi nei boschi : i danni ormai si calcolano in migliaia di ettari . Vicino a Savona e' precipitato un Canadair " innaffiatore " , e i due piloti sono morti . Una delle cause " umane " degli incendi , oltre ai piromani che stanno agendo anche in questi giorni , e' la preferenza data alle conifere nei rimboschimenti degli ultimi anni . Querce e lecci , invece , sono molto piu' resistenti al fuoco . Il sughero , poco infiammabile al contrario della resina dei pini , fa da scudo per le parti vitali dei tronchi , e permette alle querce attaccate dal fuoco di riprendersi nel giro di poche stagioni .
VENETO
Gli epicentri della siccita' qui per ora sono due : l' altopiano di Asiago (Vicenza) e Chioggia (Venezia) . I sindaci dei piccoli comuni dell' altopiano stanno emanando ordinanze per evitare l' uso dell' acqua potabile nell' innaffiamento dei giardini . L' acquedotto che rifornisce Chioggia invece e' gia' rimasto chiuso per tre giorni , fino a sabato 11 , per un inquinamento del fiume Adige . E scattato un vero e proprio piano di emergenza , come se ne vedranno molti in altre parti d' Italia se non piovera' molto e presto . Il sindaco ha fatto chiudere le scuole , la gente ha dovuto comprare il pane in comuni limitrofi . Sono arrivate in citta' autobotti sia di privati , sia del IV Corpo d' armata , di Udine , sia dei vigili del fuoco di Mestre e Vicenza . Il problema piu' grosso e' stato quello dei servizi igienici : " Va bene , non useremo l' acqua per berla o per cuocerci la pasta , ma almeno datecela per far funzionare lo sciacquone " , imploravano soprattutto i negozianti . Sabato l' acquedotto e' stato riaperto , ma l' acqua puzza di solvente al nitro . Puo' davvero servire solo per il bagno .
TRENTINO ALTO ADIGE
È la regione meno colpita dalla siccita' . Eppure in Val d' Isarco , vicino a Vipiteno , domenica scorsa e' scoppiato un incendio che e' stato difficilissimo domare per mancanza d' acqua . Ci sono voluti gli elicotteri per circoscrivere le fiamme , che minacciavano il villaggio di Campo Trens .
FRIULI VENEZIA GIULIA
Il " Tilimint " (Tagliamento) e' ridotto a un rigagnolo . Per ora non si parla di razionamenti , ma soia e mais stanno gia' soffrendo . Qui il vescovo aveva invitato a pregare gia' una settimana prima che a Milano , ma per ora egualmente senza esito . Assieme alla siccita' e' arrivata perfino la nebbia , fenomeno rarissimo da queste parti . Il Friuli e' rinomato per essere la regione piu' piovosa d' Italia , e le riserve sotterranee non sono ancora prosciugate . Ma i vigili del fuoco hanno fatto molti straordinari , dai primi di gennaio ad oggi , per affrontare incendi che sul Carso vengono aggravati dalla bora .
EMILIA ROMAGNA
A Ferrara l' acqua potabile e' un bene prezioso gia' da vari anni . Infatti , poiche' questa citta' ricava le sue scorte idriche direttamente dal Po , almeno una volta all' anno gli inquinamenti del grande fiume malato bloccano l' erogazione : vengono raggiunti livelli spaventosi di atrazina . " In Emilia Romagna c' e' stato il 64% in meno della media delle precipitazioni avvenute negli ultimi sessant' anni " , ha calcolato Mauro Bencivenga , ingegnere del Servizio idrografico del ministero dei Lavori pubblici . La Lipu (Lega italiana protezione uccelli) ha chiesto ai ministri dell' Agricoltura e dell' Ambiente l' immediata chiusura anticipata della caccia su tutto il territorio nazionale : " Milioni di uccelli migratori sostano nel nostro paese trovando rifugio in zone umide che adesso invece sono completamente secche , e non trovano tregua perche' quando non piove vanno tutti a caccia " , avvertono gli ecologisti .
Intanto , e' scoppiata la psicosi dell' acqua minerale : a Rimini diverse famiglie hanno ordinato scorte per 30 40 casse , e anche i bolognesi sono terrorizzati dalla sete . La Cerelia , una delle ditte distributrici piu' importanti , ha 600 mila bottiglie in circolazione , ma sempre meno vuoti tornano indietro . Cosi' l' Emilia Romagna si avvia a battere il proprio record di 70 litri annui di minerale a testa , secondo solo alla Lombardia.
TOSCANA
La riserva e' di nove milioni di metri cubi , si puo' andare avanti ancora per 40 giorni . Poi , per Firenze sara ' l' emergenza . I pozzi della citta' sono quasi tutti contaminati dalla trielina , l' Arno e' ridotto al 10% della sua portata , ma il bacino dell' Anconella allontana il pericolo delle autobotti militari . Sara' un' annata preziosissima quella dell' 89 per il Chianti : gia' oggi si stima una produzione d' uva decimata dal secco . Ancor peggio andando a sud , in provincia di Grosseto . L' Ombrone e' arrivato al 7% della portata . Il ricordo della grande siccita' dell' 85 e' ancora forte in Toscana , ma la soglia dell' Arno nel bacino dell' Anconella , che allora aveva raggiunto i 17 centimetri , adesso e' ancora a 38 . Ma gia' si parla di bloccare gli autolavaggi , di chiudere le piscine , di limitare il lavoro delle lavanderie e di vietare l' innaffiamento dei giardini .
UMBRIA
" Danza della pioggia " a Gubbio organizzata dal clero cittadino sotto la piu' rassicurante forma della " veglia di preghiera " . L' iniziativa ha pero' provocato reazioni rabbiose da parte della gente . Costretti a un razionamento " da Terzo mondo " , gli eugubini se la sono presa con l' amministrazione comunale , colpevole di avere annunciato tante volte , e di non aver mai realizzato , un grande serbatoio di riserva per le emergenze . A Terni la situazione e' appena migliore : l' acqua non manca , ma la pressione e' ormai tanto bassa che chi abita nei piani piu' alti delle palazzine della parte nuova della citta' deve aspettare la notte per lavarsi .
Nel capoluogo invece le cose vanno decisamente meglio . A palazzo dei Priori , sede del municipio di Perugia , i funzionari snoccialano le cifre con l' orgoglio di chi ha vinto una battaglia : " Attualmente giungono a Perugia cinquecento litri d' acqua al secondo , di cui quattrocento da pozzi e cento da sorgenti appenniniche " . Invece che diminuire , l' erogazione e' addirittura aumentata , passando dai 37 . 800 metri cubi dell' ultimo trimestre dell' 87 ai 38 . 890 metri cubi del periodo corrispondente dell' 88 . Anche per il futuro non c' e' da temere : le riserve non mancano e nel prossimo marzo la disponibilita' d' acqua sara' di 38 . 890 metri cubi , mentre in aprile si scendera' di poco , toccando i 35 . 800 metri cubi . Ma se , a parte qualche caso , le citta' e le campagne umbre non soffrono troppo per la siccita' , i piu' pessimisti pensano gia' al futuro : ad Assisi il sindaco e l' assessore ai servizi tecnici hanno messo in allarme le squadre antincendio , per la prima volta nella loro storia . E hanno preteso che si lanciassero in una estenuante serie di esercitazioni dal vivo , sotto gli occhi un po' stupefatti della gente .
MARCHE
Nessun caso di razionamento nelle citta' e che vede gli agricoltori preoccupati ma non in difficolta' . Unica eccezione : Ancona , servita da un acquedotto tanto vecchio e inefficiente da essere continuamente soggetto a guasti .
LAZIO
Roma , che consuma con i suoi oltre quattro milioni di abitanti piu' acqua di tutto il resto della regione , non soffre di problemi gravi e finisce anche , con allacciamenti volanti sul suo acquedotto , per fare da pompa di rifornimento per chi ne ha bisogno . Nell' alto Lazio la situazione e' del tutto diversa , e i problemi peggiori li hanno proprio le zone che finora venivano additate a modello di buona gestione del patrimonio idrico . E il caso del Consorzio Maremma Etrusca , che grazie a impianti modernissimi permette di norma la messa a coltura di oltre 5 . 500 ettari dalle capacita' produttive record . " Quest ' anno certo non sta andando cosi " , si lamentano a Tarquinia , centro del Consorzio . " Nel 1987 passammo grossi guai perche' l' acqua era tanta , al punto che registrammo una serie di inondazioni disastrose . Ora siamo arrivati al punto di irrigare perfino il grano , che d' inverno di solito non ne ha certo bisogno . Ma nonostante questo , una gran parte del seminato e' gia' andato in malora . Per non parlare degli altri prodotti pregiati , come il carciofo , le barbabietole e i finocchi che stanno venendo su tanto duri e immangiabili da valere la meta " .
ABRUZZO
Unica o quasi fra le regioni del Centro Sud , l' Abruzzo non sembra aver risentito della siccita' generale . All' Aquila , dove la celebre fontana delle 99 cannelle continua a gettare , giorno e notte , freschi zampilli d' acqua , nessuno sembra troppo preoccupato . Si pensa , piuttosto , al futuro . E molti discutono del progetto del primo , modernissimo depuratore , che e' stato approvato proprio in questi giorni . Il Marsica 1 , finanziato con i fondi del minstero del Tesoro per oltre 20 miliardi , sara' un gioiello nel suo genere . " Ce lo invidieranno tutti " , dicono da queste parti , " questo nuovo impianto , che sara' facilissimo da gestire , produrra' anche acque depurate per irrigare i campi " .
CAMPANIA
Le citta' da sempre servite da acquedotti vecchi e poco efficienti sono ormai alle prese con il razionamento , soprattutto nell' area che corre intorno al Vesuvio . A Napoli , che in passato ha avuto per anni l' acqua a singhiozzo , i timori sono molti , ma la situazione non sembra drammatica . " I veri guai vengono soprattutto dagli incendi nei boschi " , ha dichiarato qualche giorno fa l' assessore regionale all' agricoltura Nicola Mottola . " Ne stiamo registrando un numero impressionante , peggio che d' estate " .
PUGLIA
" Anche la siccita' e' di due tipi " , si lamenta il presidente del Consorzio bonifica apulo lucana , Angelo Schittulli . " Di serie A quella del resto d' Italia , di serie B la nostra " . Vittimismo meridionalistico ? A giudicare dalla situazione , si direbbe proprio di no . A pezzi l' agricoltura , che vede compromesso quasi l' ottanta per cento del seminato di grano e di altri cereali e che e' ormai di fronte alla terribile prospettiva di un crollo della produzione di vino e olio , due colture che proprio in questo periodo immagazzinano le proprie riserve d' acqua . Guai grossi anche per l' acqua potabile , le cui riserve sono ridotte a un decimo di quelle considerate normali . Complessivamente , in Puglia sono rimasti appena 1 , 2 miliardi di metri cubi (per tutti gli impieghi) di fronte ai circa 150 miliardi che costituiscono la norma .
BASILICATA
In questa regione , da cui sotto molti aspetti dipende proprio la Puglia per l' approvvigionamento idrico , la situazione non e' migliore . Colture pregiate , come la vite , sono in pericolo .
CALABRIA
In panne l' agricoltura , anche perche' tutto e' affidato di norma a una piovosita' eccezionale per il Mezzogiorno (in media 1176 millimetri , contro i 970 di media nazionale) , che compensa in gran parte la mancanza di grandi bacini e corsi d' acqua . " Dato che il sessanta per cento delle piogge si concentra di norma nei mesi di novembre , dicembre e gennaio " , spiega Nunzio Laquaniti , direttore regionale della Coldiretti , " si puo' ben capire quanti guai possono scaturire dalla totale assenza di piogge che abbiamo registrato quest' anno . Ormai il rischio si e' esteso anche alle colture tradizionalmente piu' resistenti , come gli agrumi e gli alberi da frutta " .
SICILIA
La situazione e' disperata soprattutto nelle province di Gela e Caltanissetta , dove e' stato introdotto ormai da settimane il razionamento sia dell' acqua potabile sia di quella destinata all' agricoltura . Nel resto dell' isola i problemi non mancano , ma sembrano quasi attenuati dalla tradizionale mancanza d' acqua che da sempre costringe cittadini e agricoltori a sopravvivere con poco o nulla . Nella marea di segnalazioni e di problemi , non c' e' che da pescare a caso : a Modica , per esempio , la mancata istallazione di una pompa di sollevamento delle acque indispensabile quando i livelli delle scorte si abbassano ha messo improvvisamente a secco i rubinetti cittadini , mentre nel quartiere siracusano di Cassibile (dove fu firmata la resa dell' Italia agli Alleati nel ' 43) e' l' inquinamento a fare la parte del leone . Un inquinamento del quale il sindaco di Siracusa sembra sia stato informato solo ora con mesi di ritardo . Ma non basta : oltre alla altissima concentrazione di colibatteri e di streptococchi che rendono l' acqua del tutto imbevibile , i tecnici hanno indicato nelle condutture dell' acquedotto , realizzate trent' anni fa con l' eternit , un materiale oggi fuorilegge per questo genere di impieghi , una potenziale fonte di casi di cancro .
SARDEGNA
Non e' piu' soltanto siccita' , ma una vera e propria carestia , paragonabile soltanto ai grandi flagelli medievali . " Si tratta di un dramma di proporzioni immense " , spiega Salvatore Demuro , commissario straordinario per il Flumendosa , il bacino idrografico che , insieme con il Tirso garantisce la maggior parte delle gia' magre scorte idriche sarde . " Un dramma che non coinvolge piu' soltanto l' agricoltura , ma che coinvolge e coinvolgera' sempre piu' la popolazione " .
Bastano pochi dati a chiarire la proporzione della catastrofe : nella zona tradizionalmente piu' ricca della Sardegna , in Campidano , sono disponibili oggi appena 8 , 5 milioni di metri cubi d' acqua : un quantitativo sufficiente ad assicurare per appena un mese l' erogazione ridotta di sola acqua potabile e destinata alle industrie primarie . Un dato che ha indotto le autorita' a ridurre ancora la distribuzione , che fino ad oggi era pari all' 80 per cento del fabbisogno .
" Oggi " , spiega il presidente del Consorzio bonifica integrale del Campidano , Giovanni Crobe , " siamo gia' al 60 per cento ed e' prevedibile che si debba scendere ancora . Del resto in Sardegna ormai non abbiamo che cento milioni di metri cubi di riserve , contro una norma di oltre un miliardo " . Ma come verra' distribuita la poca , preziosissima acqua che rimane ? I piani ci sono , ma vengono tenuti gelosamente nel cassetto : " Quattro anni fa , in condizioni molto migliori di questa " , spiegano i responsabili , " facemmo l' errore di rendere pubblico il programma . E ci trovammo di fronte a una specie di guerra civile , che vedeva opposti cittadini e agricoltori , coltivatori di grano e di ulivo , industriali e proprietari di aziende zootecniche . Ognuno contestava il piano di razionamento e voleva piu' acqua per se " .
In attesa di un autentico miracolo che salvi la situazione (ma e' gia' stato calcolato che dovrebbe diluviare ininterrottamente per oltre due mesi per ristabilire le riserve necessarie) , i sardi guardano impotenti e disperati le prime , autentiche scene della carestia : nei campi , gli uccelli che non trovano piu' cibo nelle erbe selvatiche hanno cominciato a smuovere le zolle fino a venti centimetri di profondita' per cercare i semi impiantati dall' uomo . E l' acqua , a centinaia di metri cubi alla volta , viene estratta dalle vecchie miniere abbandonate o risucchiata , con pazienza e fatica , perfino dalle pozzanghere e dai fossi piu' minuscoli .
Salvatore Gajas
Mauro Suttora
Friday, February 24, 1989
Friday, February 17, 1989
Udine si prepara ai Mondiali '90
CALCIO DI GRIGIORE
Effetto mundial: come cambiera' il volto della città
E la sede piu' piccola . Sogna il Brasile che non verra'. Vedra' tre partite, le meno importanti. E allora si consola con parcheggi, svincoli, gallerie. Senza comprare i biglietti
di Mauro Suttora
Europeo, 17 febbraio 1989
Udine e' la piu' piccola fra le dodici citta' italiane che ospiteranno i mondiali di calcio del '90. E quindi la piu' emozionata: con i suoi appena 100 mila abitanti, essere messa a livello di Roma, Milano e Napoli al posto di altre ben piu' blasonate citta' del Triveneto come Venezia, Padova o Trieste è stato un insperato successo. Si capisce percio' l' entusiasmo tutto provinciale per la grande kermesse dell' anno prossimo . E anche le piccole liti che stanno nascendo fra i vip locali per mettere in mostra davanti al mondo, oltre alla regione Friuli, anche se stessi.
Il mensile Il punto titola addirittura "L' amaro di Udine", e fa come i militari di leva: calcolando i giorni che mancano al fischio d'inizio nel giugno dell'anno prossimo, annuncia che siamo a 500. "Amaro" perche'? "Perche' a Udine sono programmate tre partite", spiega il giornalista Paolo Cautero, "ma sappiamo gia' che da noi non giochera' mai la 'testa di serie', cioe' la squadra piu' importante del girone, che restera' a Verona".
I sorteggi avverranno solo fra undici mesi, però calcolando che l'Italia privilegera' Roma e l'Argentina la Napoli di Maradona, i friulani prevedono che nel loro girone finisca il Brasile. Cosi' si sono messi subito al lavoro: la scorsa estate hanno invitato a Udine il brasiliano Joao Havelange, presidente della Fifa (la Federazione calcistica internazionale), stordendolo di buon vinello e, come si dice, "lavorandoselo". Niente da fare. La testa di serie non verra', anche se Havelange, educato, ha promesso che lui invece ritornera' (evidentemente i vini del Collio non gli sono dispiaciuti).
Allora, sotto con Zico . L'ex campione brasiliano dell'Udinese, tornato a casa , e' ancora famoso in Friuli. Cosi' proprio in questi giorni Manlio Cescutti, amministratore delegato della societa' "Udine '90", e' volato a Rio dove, oltre a partecipare al carnevale, sta "trattando" con l'asso carioca. Trattando cosa ? Nientedimeno che il ritorno a Udine di Zico , "re del Friuli" nella prima meta' degli anni '80. Il 27 marzo '89, lunedi' di Pasqua, si vorrebbe organizzare una partita Brasile-Resto del mondo. Nei carioca giochera' l'ormai attempato goleador, mentre nel Resto del mondo, sotto la guida del friulano Enzo Bearzot, dovrebbero finire Gullit, Maradona, Butragueno, Vialli, Baresi e quant'altri.
Ci sono due ostacoli, pero', all'avverarsi di questa favola. Primo, che Zico non ha affatto intenzione di smettere di giocare, e che quindi la partita non potra' essere, come ipotizzato, quella del suo addio al calcio . Secondo , che l'esimio brasiliano per la polizia italiana e' solo un latitante, ricercato per esportazione illegale di valuta.
In tribunale, oltre che in serie B, e' finita anche l' Udinese. La squadra che esattamente dieci anni fa passò dalla C alla A dopo un lungo purgatorio ha smesso già da qualche anno di eccitare i suoi tifosi. L'ex presidente Lamberto Mazza (anche ex amministratore delegato della Zanussi di Pordenone e, dicono, uomo durissimo e furbissimo) è stato travolto dallo scandalo scommesse (partite truccate, arbitri comprati). Cosi' ha dovuto vendere la squadra a un industrialotto locale, Giampaolo Pozzo, titolare di un'impresa dal nome simpatico: Freud (Fresatrici udinesi).
Da allora, pero', e' cominciata una guerra infinita: Pozzo, oberato dai debiti, sostiene che Mazza gli deve ancora dieci miliardi. Mazza invece non intende scucire neanche una lira. I tifosi dell'Udinese assistono attoniti all'ormai incomprensibile duello a base di fideiussioni, obbligazioni e manleve. Ma non fanno molto per aiutare la propria squadra : nonostante il terzo posto nella classifica della serie B , riempiono lo stadio soltanto a meta'.
In questo periodo di vacche magre per il calcio una media di 20 mila spettatori a partita (di cui 13 mila abbonati) non e' disprezzabile. Ma lo stadio Friuli di posti ne ha 40 mila, e durante gli incontri appare desolatamente semivuoto.
Come in tutte le altre undici citta' dei Mondiali, anche su Udine si sta riversando una pioggia di miliardi. E come in molti altri posti, anche a Udine diverse delle opere edilizie finanziate sono abbastanza inutili. Ma il Friuli, come l'Irpinia, la Valtellina e ogni altra regione italiana colpita da una calamita' naturale, alle piogge benefiche di migliaia di miliardi da Roma e' ormai abituata.
A 13 anni dal terremoto la ricostruzione e' completata da molto. Grazie agli aiuti sovrabbondanti (fra finanziamenti ed esenzioni fiscali circa 5 mila miliardi) si e' innescato un boom economico che non ha eguali in Italia. Da qualche anno Udine e' in testa alla classifica delle province piu' ricche della penisola. Le imprese friulane esportano all' estero il doppio di quanto importano . Nell' 88 l' industria regionale ha aumentato i propri occupati di un incredibile 12% , compensando largamente la crisi dell' edilizia . I disoccupati sono appena 16 mila.
Peccato, non c'e' piu' un Pierpaolo Pasolini a misurare la sconvolgente mutazione antropologica del suo Friuli. Per dare l' idea della rapidita' dell' industrializzazione friulana, bastano due cifre. Trent' anni fa qui i contadini erano il 70%. Oggi sono appena il 7%: la quota piu' bassa d' Italia. Nelle campagne la monocultura del mais e' stata soppiantata da quella emergente della soia, e altri "emergenti" mietono successi in ogni campo.
Sono gli ex artigiani diventati piccoli imprenditori, gli ex piccoli imprenditori diventati industriali internazionali. Come la celebrata Danieli, che durante la sola scorsa settimana ha firmato due contratti per fornire acciaierie chiavi in mano a Bulgaria e Iraq. Come la Cogolo, la conceria piu' grande d'Europa che sta costruendo calzaturifici in Urss, Yemen, Costa d'Avorio e Indonesia. E come gli industriali del legno di Manzano, che fabbricano meta' delle sedie europee.
Udine e' diventata un piccolo gioiello, le case del centro vengono lussuosamente ristrutturate, vecchi cortili si trasformano in scintillanti "corti" piene di vetrine. La premiata pasticceria Caucigh di via Gemona non sfigurerebbe a Vienna; con le sue boiseries e i suoi tavolini che offrono i quotidiani del giorno, rimane aperta fino alle due di notte, piccola isola di vita in una citta' che smette di vivere alle sette, assieme ai negozi.
"Ma l'aumento fastoso e demenziale dei prezzi", si lamenta Gabriella Franceschinis, direttrice del giornale Mese regione, "fa del Friuli la regione piu' cara d'Italia. Abbiamo il primato dei redditi piu' alti, ma anche quello dei fallimenti piu' clamorosi e del perbenismo ipocrita. La cultura, frutto di antiche tradizioni, stagna in una gora paludosa. Le osterie muoiono, chiuse dalla nostra fretta. E alla plebe si offrono 'panem et circenses'".
Costeranno cari, i circenses del ' 90. Lo stadio Friuli, il piu' moderno d' Italia, costruito nel 1976 , non ha bisogno di riammodernamenti o ampliamenti. Ma solo i nuovi parcheggi, per 4 mila posti auto, porteranno via otto miliardi. Rimarranno vuoti per 350 giorni all'anno.
La sala stampa c'era gia', ma il Col (il Comitato organizzatore locale) ha imposto la costruzione di un'altra struttura che costera' tre miliardi, servira' a poco (gli immaginifici organizzatori cercheranno di farla apparire meno inutile adibendola ad "accogliemento vip e autorità"), e dopo le tre partite dei mondiali potra' essere allegramente buttata.
Un miliardo verra' speso solo per sostituire la attuali poltroncine (seminuove) di plastica. E altri nove miliardi verranno scialacquati in improbabili opere, come una torre ascensori per non far ansimare i poco sportivi spettatori della tribuna d'onore. In tutto, per le opere di maquillage strettamente sportivo, venti miliardi. Ma non ci sara' un posto coperto in piu' rispetto ai 12 mila attuali. Il costo di costruzione dell' intero stadio era stato di 12 miliardi: il prezzo delle "migliorie" di oggi , anche considerando l'inflazione, riesce a superarlo.
Poi ci sono le opere "connesse" con i Mondiali. E qui il Comune di Udine e' stato il piu' serio d' Italia: 70 miliardi aveva chiesto, 70 gliene sono stati accordati, anche con l'ultimo decreto bis di gennaio. Insomma , nessun assessore megalomane aveva inondato Roma di progetti clientelari.
Cosi', 30 miliardi andranno per costruire tre parcheggi sotterranei in centro. "Il nuovo decreto ha abbassato il tasso di interesse dal 9 al 2 per cento", spiega meticoloso il sindaco di Udine Piergiorgio Bressani, dc, parlamentare per 22 anni e sottosegretario alla Presidenza del Consiglio fino all' 81, "cosicche' per noi i mutui saranno poco onerosi".
Su questi 15 mila posti auto che costeranno venti milioni l'uno negli anni scorsi a Udine si e' accesa una piccola battaglia. Da una parte 10 mila cittadini hanno firmato una petizione contraria, sostenendo che i parcheggi in centro non solo non risolveranno i problemi del traffico, ma anzi attireranno ancora piu' auto. Dall' altra la potentissima lobby dei commercianti (guidata da Mino Querini , che pare il sosia del cantante George Michael) si oppone all'isola pedonale fino a quando i parcheggi non verranno scavati.
Anche la nuova superstrada che dovrebbe collegare lo stadio al centro (costo :otto miliardi) sta sollevando le proteste degli abitanti delle case prospiciente. Ma un certo faraonismo sembra il vizio tipico dei progettisti di strade in Friuli: un esempio allucinante ne e' lo svincolo alle porte di Cividale, degno di Manhattan.
Una buona idea, invece, sembra quella di collegare direttamente l'autostrada all'aeroporto di Ronchi (paese a meta' strada fra Udine e Trieste da dove 70 anni fa partirono per conquistare Fiume i legionari di Gabriele D'Annunzio). Ma, con tutto il rispetto per il ministro friulano dei Trasporti Giorgio Santuz, non si capisce perche' si debbano spendere venti miliardi per ampliare un aereoporto che vede arrivare e partire esattamente sei aerei al giorno: tre per Roma, due per Milano, uno per Monaco di Baviera.
Sara' un mistero anche scoprire come faccia a costare ben quattro miliardi un cunicolo di tre metri per due che dovrebbe collegare sottoterra la stazione Fs di Udine con quella delle corriere, distante non piu' di trenta metri. Non meglio precisati "impianti telematici" per la stazione inghiottiranno un miliardo e 800 milioni, altri quattro miliardi e passa serviranno a sistemare la stazione.
Intanto, pochi giorni fa e' stata costituita dalla regione, che ne detiene il 75% del capitale, una societa' a responsabilita' limitata che si chiama "Udine '90" e che promuovera' l' immagine della citta' in occasione dei Mondiali. Presidente è Gianni Cogolo, che e' anche alla guida degli industriali della provincia. Amministratore delegato è Manlio Cescutti, presidente provinciale del Coni e proprietario di un grande negozio di articoli sportivi a Udine (tutte queste sue attivita' si sostengono a vicenda , mormorano i maligni).
Il consiglio d' amministrazione di Udine '90 e' al di sotto di ogni sospetto: completamente lottizzato fra i partiti della maggioranza di pentapartito della Regione. Spicca il caso di Diego Meroi, che tiene i piedi in due scarpe. Come presidente della Federcalcio nel Friuli Venezia Giulia, infatti, fa parte di "Italia '90", il Col periferico di Udine guidato da Dino Bruneschi, presidente dell'Udinese negli anni '50. Contemporaneamente, pero', e' entrato anche in "Udine '90" su nomina politica e con compiti promozionali e commerciali. Sia Cescutti sia Meroi miravano in realta' al posto di Bruneschi.
Ma anche per altri consiglieri d'amministrazione il posto in "Udine '90" e' un contentino. È il caso di Giacomo Cortiula, sindaco psi del paesetto carnico di Socchieve e candidato pluritrombato ad elezioni regionali e nazionali. O dell'avvocato Lino Comand, democristiano in discesa di Udine. O di Renato Bertoli, ex assessore regionale psdi. Il pordenonese Giancarlo Predieri occupa un' altra poltrona targata psi , Claudio Toldo quella pri. Quanto al consigliere Aldo Ariis, pli, assessore comunale dell' Ecologia a Udine, e' noto soprattutto per non avere ancora installato le cabine per la misurazione dell'inquinamento in città. Questi sono gli uomini che "promuoveranno" l'immagine del Friuli per i Mondiali.
Il presidente socialista della camera di Commercio Gianni Bravo (che il prossimo anno tentera' di diventare sindaco di Udine spezzando il monopolio dc durato 45 anni) calcola che i Mondiali porteranno in regione un giro di 200 miliardi in tre settimane. Solo Pci, Dp, verdi e Msi sono rimasti fuori dalla grande torta.
La fetta piu' grossa, come sempre, finira' alla Democrazia Cristiana. Che proprio sabato 11 febbraio celebrera' il suo congresso regionale a Gemona. Qui la corrente demitiana ha l'80%. Perfino l'Udinese teme il segretario presidente: domenica scorsa è andata a prendere ad Avellino senza troppe storie.
Oggi tutti con De Mita, domani tutti col prossimo vincitore: è questa la regola del potere in Friuli Venezia Giulia, regione che eroga finanziamenti al ritmo di una slot machine e dove i politici volano basso, preferendo un posto di assessore regionale a quello di deputato a Roma.
Anche i Mondiali quindi, come tutto, verranno gestiti per "promuovere" consenso e clientele. "Un evento gonfiato a dismisura", giudica seccamente i Mondiali don Duilio Corgnali, direttore di Vita cattolica, il giornale più letto del Friuli. I fatti finora gli hanno dato ragione : contrariamente al resto d'Italia qui il 1 febbraio non c'e' stata alcuna corsa ai biglietti. La Bnl è riuscita a venderne solo 300 su 12 mila.
Mauro Suttora
Effetto mundial: come cambiera' il volto della città
E la sede piu' piccola . Sogna il Brasile che non verra'. Vedra' tre partite, le meno importanti. E allora si consola con parcheggi, svincoli, gallerie. Senza comprare i biglietti
di Mauro Suttora
Europeo, 17 febbraio 1989
Udine e' la piu' piccola fra le dodici citta' italiane che ospiteranno i mondiali di calcio del '90. E quindi la piu' emozionata: con i suoi appena 100 mila abitanti, essere messa a livello di Roma, Milano e Napoli al posto di altre ben piu' blasonate citta' del Triveneto come Venezia, Padova o Trieste è stato un insperato successo. Si capisce percio' l' entusiasmo tutto provinciale per la grande kermesse dell' anno prossimo . E anche le piccole liti che stanno nascendo fra i vip locali per mettere in mostra davanti al mondo, oltre alla regione Friuli, anche se stessi.
Il mensile Il punto titola addirittura "L' amaro di Udine", e fa come i militari di leva: calcolando i giorni che mancano al fischio d'inizio nel giugno dell'anno prossimo, annuncia che siamo a 500. "Amaro" perche'? "Perche' a Udine sono programmate tre partite", spiega il giornalista Paolo Cautero, "ma sappiamo gia' che da noi non giochera' mai la 'testa di serie', cioe' la squadra piu' importante del girone, che restera' a Verona".
I sorteggi avverranno solo fra undici mesi, però calcolando che l'Italia privilegera' Roma e l'Argentina la Napoli di Maradona, i friulani prevedono che nel loro girone finisca il Brasile. Cosi' si sono messi subito al lavoro: la scorsa estate hanno invitato a Udine il brasiliano Joao Havelange, presidente della Fifa (la Federazione calcistica internazionale), stordendolo di buon vinello e, come si dice, "lavorandoselo". Niente da fare. La testa di serie non verra', anche se Havelange, educato, ha promesso che lui invece ritornera' (evidentemente i vini del Collio non gli sono dispiaciuti).
Allora, sotto con Zico . L'ex campione brasiliano dell'Udinese, tornato a casa , e' ancora famoso in Friuli. Cosi' proprio in questi giorni Manlio Cescutti, amministratore delegato della societa' "Udine '90", e' volato a Rio dove, oltre a partecipare al carnevale, sta "trattando" con l'asso carioca. Trattando cosa ? Nientedimeno che il ritorno a Udine di Zico , "re del Friuli" nella prima meta' degli anni '80. Il 27 marzo '89, lunedi' di Pasqua, si vorrebbe organizzare una partita Brasile-Resto del mondo. Nei carioca giochera' l'ormai attempato goleador, mentre nel Resto del mondo, sotto la guida del friulano Enzo Bearzot, dovrebbero finire Gullit, Maradona, Butragueno, Vialli, Baresi e quant'altri.
Ci sono due ostacoli, pero', all'avverarsi di questa favola. Primo, che Zico non ha affatto intenzione di smettere di giocare, e che quindi la partita non potra' essere, come ipotizzato, quella del suo addio al calcio . Secondo , che l'esimio brasiliano per la polizia italiana e' solo un latitante, ricercato per esportazione illegale di valuta.
In tribunale, oltre che in serie B, e' finita anche l' Udinese. La squadra che esattamente dieci anni fa passò dalla C alla A dopo un lungo purgatorio ha smesso già da qualche anno di eccitare i suoi tifosi. L'ex presidente Lamberto Mazza (anche ex amministratore delegato della Zanussi di Pordenone e, dicono, uomo durissimo e furbissimo) è stato travolto dallo scandalo scommesse (partite truccate, arbitri comprati). Cosi' ha dovuto vendere la squadra a un industrialotto locale, Giampaolo Pozzo, titolare di un'impresa dal nome simpatico: Freud (Fresatrici udinesi).
Da allora, pero', e' cominciata una guerra infinita: Pozzo, oberato dai debiti, sostiene che Mazza gli deve ancora dieci miliardi. Mazza invece non intende scucire neanche una lira. I tifosi dell'Udinese assistono attoniti all'ormai incomprensibile duello a base di fideiussioni, obbligazioni e manleve. Ma non fanno molto per aiutare la propria squadra : nonostante il terzo posto nella classifica della serie B , riempiono lo stadio soltanto a meta'.
In questo periodo di vacche magre per il calcio una media di 20 mila spettatori a partita (di cui 13 mila abbonati) non e' disprezzabile. Ma lo stadio Friuli di posti ne ha 40 mila, e durante gli incontri appare desolatamente semivuoto.
Come in tutte le altre undici citta' dei Mondiali, anche su Udine si sta riversando una pioggia di miliardi. E come in molti altri posti, anche a Udine diverse delle opere edilizie finanziate sono abbastanza inutili. Ma il Friuli, come l'Irpinia, la Valtellina e ogni altra regione italiana colpita da una calamita' naturale, alle piogge benefiche di migliaia di miliardi da Roma e' ormai abituata.
A 13 anni dal terremoto la ricostruzione e' completata da molto. Grazie agli aiuti sovrabbondanti (fra finanziamenti ed esenzioni fiscali circa 5 mila miliardi) si e' innescato un boom economico che non ha eguali in Italia. Da qualche anno Udine e' in testa alla classifica delle province piu' ricche della penisola. Le imprese friulane esportano all' estero il doppio di quanto importano . Nell' 88 l' industria regionale ha aumentato i propri occupati di un incredibile 12% , compensando largamente la crisi dell' edilizia . I disoccupati sono appena 16 mila.
Peccato, non c'e' piu' un Pierpaolo Pasolini a misurare la sconvolgente mutazione antropologica del suo Friuli. Per dare l' idea della rapidita' dell' industrializzazione friulana, bastano due cifre. Trent' anni fa qui i contadini erano il 70%. Oggi sono appena il 7%: la quota piu' bassa d' Italia. Nelle campagne la monocultura del mais e' stata soppiantata da quella emergente della soia, e altri "emergenti" mietono successi in ogni campo.
Sono gli ex artigiani diventati piccoli imprenditori, gli ex piccoli imprenditori diventati industriali internazionali. Come la celebrata Danieli, che durante la sola scorsa settimana ha firmato due contratti per fornire acciaierie chiavi in mano a Bulgaria e Iraq. Come la Cogolo, la conceria piu' grande d'Europa che sta costruendo calzaturifici in Urss, Yemen, Costa d'Avorio e Indonesia. E come gli industriali del legno di Manzano, che fabbricano meta' delle sedie europee.
Udine e' diventata un piccolo gioiello, le case del centro vengono lussuosamente ristrutturate, vecchi cortili si trasformano in scintillanti "corti" piene di vetrine. La premiata pasticceria Caucigh di via Gemona non sfigurerebbe a Vienna; con le sue boiseries e i suoi tavolini che offrono i quotidiani del giorno, rimane aperta fino alle due di notte, piccola isola di vita in una citta' che smette di vivere alle sette, assieme ai negozi.
"Ma l'aumento fastoso e demenziale dei prezzi", si lamenta Gabriella Franceschinis, direttrice del giornale Mese regione, "fa del Friuli la regione piu' cara d'Italia. Abbiamo il primato dei redditi piu' alti, ma anche quello dei fallimenti piu' clamorosi e del perbenismo ipocrita. La cultura, frutto di antiche tradizioni, stagna in una gora paludosa. Le osterie muoiono, chiuse dalla nostra fretta. E alla plebe si offrono 'panem et circenses'".
Costeranno cari, i circenses del ' 90. Lo stadio Friuli, il piu' moderno d' Italia, costruito nel 1976 , non ha bisogno di riammodernamenti o ampliamenti. Ma solo i nuovi parcheggi, per 4 mila posti auto, porteranno via otto miliardi. Rimarranno vuoti per 350 giorni all'anno.
La sala stampa c'era gia', ma il Col (il Comitato organizzatore locale) ha imposto la costruzione di un'altra struttura che costera' tre miliardi, servira' a poco (gli immaginifici organizzatori cercheranno di farla apparire meno inutile adibendola ad "accogliemento vip e autorità"), e dopo le tre partite dei mondiali potra' essere allegramente buttata.
Un miliardo verra' speso solo per sostituire la attuali poltroncine (seminuove) di plastica. E altri nove miliardi verranno scialacquati in improbabili opere, come una torre ascensori per non far ansimare i poco sportivi spettatori della tribuna d'onore. In tutto, per le opere di maquillage strettamente sportivo, venti miliardi. Ma non ci sara' un posto coperto in piu' rispetto ai 12 mila attuali. Il costo di costruzione dell' intero stadio era stato di 12 miliardi: il prezzo delle "migliorie" di oggi , anche considerando l'inflazione, riesce a superarlo.
Poi ci sono le opere "connesse" con i Mondiali. E qui il Comune di Udine e' stato il piu' serio d' Italia: 70 miliardi aveva chiesto, 70 gliene sono stati accordati, anche con l'ultimo decreto bis di gennaio. Insomma , nessun assessore megalomane aveva inondato Roma di progetti clientelari.
Cosi', 30 miliardi andranno per costruire tre parcheggi sotterranei in centro. "Il nuovo decreto ha abbassato il tasso di interesse dal 9 al 2 per cento", spiega meticoloso il sindaco di Udine Piergiorgio Bressani, dc, parlamentare per 22 anni e sottosegretario alla Presidenza del Consiglio fino all' 81, "cosicche' per noi i mutui saranno poco onerosi".
Su questi 15 mila posti auto che costeranno venti milioni l'uno negli anni scorsi a Udine si e' accesa una piccola battaglia. Da una parte 10 mila cittadini hanno firmato una petizione contraria, sostenendo che i parcheggi in centro non solo non risolveranno i problemi del traffico, ma anzi attireranno ancora piu' auto. Dall' altra la potentissima lobby dei commercianti (guidata da Mino Querini , che pare il sosia del cantante George Michael) si oppone all'isola pedonale fino a quando i parcheggi non verranno scavati.
Anche la nuova superstrada che dovrebbe collegare lo stadio al centro (costo :otto miliardi) sta sollevando le proteste degli abitanti delle case prospiciente. Ma un certo faraonismo sembra il vizio tipico dei progettisti di strade in Friuli: un esempio allucinante ne e' lo svincolo alle porte di Cividale, degno di Manhattan.
Una buona idea, invece, sembra quella di collegare direttamente l'autostrada all'aeroporto di Ronchi (paese a meta' strada fra Udine e Trieste da dove 70 anni fa partirono per conquistare Fiume i legionari di Gabriele D'Annunzio). Ma, con tutto il rispetto per il ministro friulano dei Trasporti Giorgio Santuz, non si capisce perche' si debbano spendere venti miliardi per ampliare un aereoporto che vede arrivare e partire esattamente sei aerei al giorno: tre per Roma, due per Milano, uno per Monaco di Baviera.
Sara' un mistero anche scoprire come faccia a costare ben quattro miliardi un cunicolo di tre metri per due che dovrebbe collegare sottoterra la stazione Fs di Udine con quella delle corriere, distante non piu' di trenta metri. Non meglio precisati "impianti telematici" per la stazione inghiottiranno un miliardo e 800 milioni, altri quattro miliardi e passa serviranno a sistemare la stazione.
Intanto, pochi giorni fa e' stata costituita dalla regione, che ne detiene il 75% del capitale, una societa' a responsabilita' limitata che si chiama "Udine '90" e che promuovera' l' immagine della citta' in occasione dei Mondiali. Presidente è Gianni Cogolo, che e' anche alla guida degli industriali della provincia. Amministratore delegato è Manlio Cescutti, presidente provinciale del Coni e proprietario di un grande negozio di articoli sportivi a Udine (tutte queste sue attivita' si sostengono a vicenda , mormorano i maligni).
Il consiglio d' amministrazione di Udine '90 e' al di sotto di ogni sospetto: completamente lottizzato fra i partiti della maggioranza di pentapartito della Regione. Spicca il caso di Diego Meroi, che tiene i piedi in due scarpe. Come presidente della Federcalcio nel Friuli Venezia Giulia, infatti, fa parte di "Italia '90", il Col periferico di Udine guidato da Dino Bruneschi, presidente dell'Udinese negli anni '50. Contemporaneamente, pero', e' entrato anche in "Udine '90" su nomina politica e con compiti promozionali e commerciali. Sia Cescutti sia Meroi miravano in realta' al posto di Bruneschi.
Ma anche per altri consiglieri d'amministrazione il posto in "Udine '90" e' un contentino. È il caso di Giacomo Cortiula, sindaco psi del paesetto carnico di Socchieve e candidato pluritrombato ad elezioni regionali e nazionali. O dell'avvocato Lino Comand, democristiano in discesa di Udine. O di Renato Bertoli, ex assessore regionale psdi. Il pordenonese Giancarlo Predieri occupa un' altra poltrona targata psi , Claudio Toldo quella pri. Quanto al consigliere Aldo Ariis, pli, assessore comunale dell' Ecologia a Udine, e' noto soprattutto per non avere ancora installato le cabine per la misurazione dell'inquinamento in città. Questi sono gli uomini che "promuoveranno" l'immagine del Friuli per i Mondiali.
Il presidente socialista della camera di Commercio Gianni Bravo (che il prossimo anno tentera' di diventare sindaco di Udine spezzando il monopolio dc durato 45 anni) calcola che i Mondiali porteranno in regione un giro di 200 miliardi in tre settimane. Solo Pci, Dp, verdi e Msi sono rimasti fuori dalla grande torta.
La fetta piu' grossa, come sempre, finira' alla Democrazia Cristiana. Che proprio sabato 11 febbraio celebrera' il suo congresso regionale a Gemona. Qui la corrente demitiana ha l'80%. Perfino l'Udinese teme il segretario presidente: domenica scorsa è andata a prendere ad Avellino senza troppe storie.
Oggi tutti con De Mita, domani tutti col prossimo vincitore: è questa la regola del potere in Friuli Venezia Giulia, regione che eroga finanziamenti al ritmo di una slot machine e dove i politici volano basso, preferendo un posto di assessore regionale a quello di deputato a Roma.
Anche i Mondiali quindi, come tutto, verranno gestiti per "promuovere" consenso e clientele. "Un evento gonfiato a dismisura", giudica seccamente i Mondiali don Duilio Corgnali, direttore di Vita cattolica, il giornale più letto del Friuli. I fatti finora gli hanno dato ragione : contrariamente al resto d'Italia qui il 1 febbraio non c'e' stata alcuna corsa ai biglietti. La Bnl è riuscita a venderne solo 300 su 12 mila.
Mauro Suttora
Friday, February 10, 1989
Il treno della leva
In divisa sul treno della domenica da Verona al Friuli
L'ULTIMA TRADOTTA
Si chiamano Gianfranco, Mauro, Diego. Vengono da Torino, Tropea, Bergamo. E ogni settimana si incontrano sui vagoni che li riportano in caserma. Fra noia e spinelli
di Mauro Suttora
Europeo, 10 febbraio 1989
Il treno numero 2596 parte ogni sera alle 19.58 da Verona. Va verso est: Vicenza, Treviso, Pordenone. Ma solo la domenica viene prolungato fino a Pontebba, in Friuli. Serve a riportare nella loro caserma i soldati di leva che per il fine settimana hanno ottenuto una licenza a casa. È un treno sempre pieno zeppo, con centinaia di giovani che ogni volta rimangono pigiati in piedi per ore.
Ma almeno questo sovraffollamento non avviene per colpa delle ferrovie dello Stato. È fatale, infatti, che l'ultimo treno utile per rientrare prima del fatidico limite di mezzanotte sia l'unico preferito dai ragazzi. Per loro ogni mezz'ora in piu' rubata dalla casa alla caserma e' d'oro . Cosi', preferiscono due ore in piedi a un viaggio comodo due ore prima.
Da qualche settimana, però, la "tradotta dei deportati di leva", com'e' stato soprannominato il Verona-Pontebba della domenica, e' diventato il treno della discordia. Per due motivi. Il primo e' la campagna scatenata dal Psi contro la droga. Sostanza di cui, non e' un mistero, si fa largo uso durante la naia. Semplicemente per sfuggire la noia , o per astrarsi da un ambiente poco piacevole.
"La leva produce drogati", e' la dura accusa di don Antonio Mazzi, uno dei piu' attivi preti antidroga di Milano. Cosi' ultimamente e' successo diverse volte che, al loro arrivo a Udine a mezzanotte, i soldati siano stati accolti non dagli autobus e dai camion militari per riportarli in caserma, ma dalle perquisizioni dei finanzieri con tanto di segugi antidroga.
"Ci bloccano nel tragitto obbligato del sottopassaggio", racconta Mirko di Bergamo, "e uno alla volta ci fanno annusare dai cani. Cosi' per terra compaiono improvvisamente decine di pezzi di hashish e ciuffi di marijuana di cui la gente si disfa prima di essere beccata ".
Il secondo motivo di discussione e' la proposta lanciata dal Pci di abolire o almeno dimezzare la leva. Nel qual caso, il treno Verona Pontebba potrebbe anche essere soppresso. Un esercito di volontari professionisti , infatti, non avrebbe bisogno di 100mila soldati (un terzo del totale) acquartierati perennemente in Friuli aspettando un invasore che, grazie a Gorbaciov, si spera sempre piu' improbabile. Facciamo allora un viaggio in questo treno della "droga di leva", su cui hanno gia' viaggiato centinaia di migliaia di italiani maschi passati attraverso l'esperienza della naia in Friuli.
Quali sono le parole dei marmittoni dell'89? Da Verona a Vicenza il 2596 e' un treno svizzero. Carrozze nuove e pulite , colorate di arancione e viola , poltrone semivuote. Il convoglio si ferma a ogni stazione , fa servizio locale per rastrellare tutti i fortunati che dai paesini di Lonigo, San Bonifacio o Altavilla possono cosi' approdare direttamente in caserma.
A Vicenza, invece, il diluvio. Assaltano ogni spazio disponibile i soldati scesi dal treno intercity in partenza da Torino alle 17 , che ha raccolto tutti i piemontesi e i lombardi.
Gianfranco , 22 anni , viene da San Mauro , un paesone appena fuori Torino . Suo padre , immigrato siciliano , ha un' officina di carpenteria metallica , lui si e' diplomato odontotecnico , ma aspettando il militare ha lasciato perdere i denti e si e' messo a lavorare con il padre . " Mi mancano sei mesi , sono partito ad agosto. Ma ho gia' capito che questo e' un anno perso , non serve assolutamente a niente . Serve solo a tenerci lontani dalle famiglie e dal lavoro. Comunque la vita militare fa capire bene quello che e' l' Italia : una grandissima schifezza , dove contano solo il potere e i soldi . Gli ufficiali se la prendono con i sottufficiali , e i sottufficiali si rifanno con noi".
Gianfranco sta in una delle basi militari piu' importanti del mondo: quella di Aviano, sopra Pordenone . Li' ci sono gli americani , con le loro bombe atomiche e gli aerei F 16 sempre in volo pronti a caricarle e a sganciarle. Ma lui , nella sua camerata della caserma Zappala', di tutto cio' non si rende conto. " Si' , siamo dentro alla base , ma non nella parte riservata agli americani . Li' non puo' assolutamente entrare nessuno di noi . Vediamo gli americani soltanto qualche volta nelle pizzerie del paese , dove arrivano con le loro macchinone targate Afi (American Forces Italy , ndr) . In settembre , appena sono arrivato ad Aviano dopo il Car , c' era una specie di esercitazione della Nato , Display Determination , ma non ho capito bene cosa fosse . Tanto , per quello che fanno fare a noi , interessarsi e' completamente inutile " .
Non gliene importa nulla , insomma , a Gianfranco , di " mostrare determinazione " nelle esercitazioni . Finora ne ha fatta una sola , vicino a un paese dal nome stupendo che pero' evoca ricordi tremendi nei marmittoni : Casarsa della Delizia . Per dieci giorni lui , che in caso di guerra sara' telefonista , ha dovuto assicurare i collegamenti via cavo fra il campo e la base . Poi e' ricominciato il tran tran in caserma . Comunque li' dentro e' una vita di merda . Un sottufficiale basta che incroci un sottotenentino e deve scattare sull' attenti per salutarlo . No , no . . . Se dovessi metter firma , farei il corso ufficiali . Sicuro come l' oro " .
Di fronte a Gianfranco, un giovanotto dai capelli bruni scuote la testa . " Perche' , non sei d' accordo ? " , gli domanda Gianfranco . " No " , risponde quello , " non e' affatto vero che gli ufficiali trattino male i sottufficiali . Io sono ufficiale di complemento , mai mi sognerei di mancare di rispetto a un sottufficiale . Quanto alla carriera , e' evidente che ci siano delle differenze : per diventare sottufficiali basta la terza media , per il corso ufficiali ci vuole il diploma " .
Scopriamo che stiamo parlando con l' ufficiale medico di una caserma di Sequals , il paese del pugile Primo Carnera . L' ufficiale medico e' un figura mitica nelle nostre forze armate . Su di lui convergono insistenti tutte le speranze di ogni soldato : permessi , ricoveri , " imboscamenti " . Il nostro viene da Tropea , in Calabria , ha 30 anni , e' laureato in medicina e ha fatto il corso per ufficiali medici di tre mesi a Firenze (ne escono cento al mese) . Sta ritornando da Torino , dove ha visitato parenti . " Sono soddisfatto dei miei 15 mesi di leva , ho potuto aiutare molti giovani " . In che senso " aiutare " ? Mandandoli a casa per malattie immaginarie ? " A vent' anni e' difficile avere malattie gravi " , ammette , " la meta' viene da noi solo perche' stressata psicologicamente . Il mio comandante e' un amico , ma io ho la testa dura . Cosi' ho potuto aiutare molti ragazzi " , ripete , sorridendo enigmatico .
La sua esperienza piu' divertente e' stata curare per mezzo mese gli americani della Guardia nazionale (cittadini normali che danno alle forze armate un mese all' anno e un week end al mese ) venuti in Italia per un' esercitazione Nato . Rambo con pancetta ? " Loro giocavano . Pero' ci credono : sono convinti di essere venuti in Europa per difenderci . Noi , un po' meno . Abolire la leva ? Mi sembra una buona idea " .
" No , e' meglio dimezzarla , la leva . Ma farla fare veramente a tutti, allo stesso modo , senza discriminazioni . Oggi rimangono a casa in troppi. Invece, un po' di militare e' utile". È l'opinione di Mauro, 21 anni, bergamasco. Gli mancano 140 giorni. Sta a Udine in un ufficio, nella caserma Spaccamela. Studia economia e commercio, sotto militare e' riuscito a dare un esame. "Ma concentrarsi e studiare e' difficile". Sostiene che per imparare a fare il soldato bastano tre mesi . Ma soprattutto non riesce a capire perche', avendo il sabato libero, lo lasciano uscire di caserma solo alle 12. "Cosi' ieri sera sono arrivato a casa alle sette e mezzo. E oggi alle cinque sono dovuto ripartire".
Peggio e' andata a tre milanesi "in fuga" da Trento per un giorno solo : hanno fatto sette ore di treno per il piacere di stare a casa tre ore. "Pero' adesso, con la primavera , andremo sul Garda", medita uno, " che e' un bel puttanaio dove si puo' incampanare".
Di donne, invece, in Friuli meglio non parlarne. "Quelle sono tutte vaccinate", ride Gianfranco di Torino, "devono sopportare militari da cinque generazioni!". Diego, 19 anni, da Saronno, e' triste. Quattro giorni fa lo hanno trasferito d'improvviso a Vittorio Veneto dalla base delle Frecce tricolori. Perche'? "Non lo so, mi hanno detto che avevano bisogno di un autista. Ma non e' vero. La verita' e' che li' dentro e' tutto sbagliato". E la droga? "Spinelli a non finire. Ma di nascosto naturalmente".
Ecco la stazione di Udine. La torma di scontenti corre verso gli ultimi pullman. Molti devono prendere il taxi. Per questa volta i cani antidroga non c' erano.
Mauro Suttora
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Friday, January 20, 1989
Cemento di favore
I piani urbanistici della giunta rosso verde
Europeo, 20 gennaio 1989
Costruzioni per 19 milioni di metri cubi in tre anni. La presenza dei due assessori ecologisti non ha cambiato le abitudini del municipio lombardo. Se non in peggio
di Mauro Suttora
Una colata di cemento. Diciannove milioni di metri cubi di nuovi palazzi verranno costruiti nei prossimi anni a Milano: l'equivalente di 25 duomi o di una nuova città di 200 mila abitanti. E questo il bilancio del primo anno di vita della giunta "rosso verde" capeggiata dal sindaco socialista Paolo Pillitteri. Sono passati dodici mesi da quando il sindaco cognato (di Bettino Craxi), dopo aver conquistato nell'86 la poltrona di Carlo Tognoli (pur avendo solo 8 mila voti di preferenza contro i 70 mila dell' attuale ministro delle Aree urbane), effettuò un clamoroso "ribaltone": nello spazio di un pomeriggio mollò gli alleati Dc, Pri e Pli per tornare in giunta con il Pci, assieme al quale i socialisti avevano governato Milano dal '75 all'85.
"Giunta calce e martello" fu subito battezzata , a causa dello scandalo Ligresti che vedeva (e vede tuttora) sul banco degli imputati ex assessori psi e pci compiacenti con il costruttore finanziere siciliano. "Una ligrestata", commentò laconico il conte Carlo Radice Fossati , assessore dc all' urbanistica che aveva rivelato nell'86 i favori della giunta rossa a Ligresti, e che per questo e' stato eliminato assieme all' altro assessore" moralizzatore", il repubblicano Franco De Angelis .
Al loro posto , novita' assoluta non solo in Italia ma in tutta Europa e nel mondo intero, Pillitteri ha pensato bene di installare due verdi : un po' per necessità (Psi e Pci a Milano da soli non hanno la maggioranza), un po' per potersi fregiare dell'aureola di "rosso verde".
Ebbene, a un anno di distanza il bilancio della giunta in teoria più ambientalista del mondo è desolante . La città non ha un albero in più di quelli , pochi e malati , che gia' possedeva (anzi, ne sono stati sradicati un centinaio per far posto a un megapalasport con uffici a San Siro). L' assessore verde all' ecologia informa garrula i cittadini che un giorno si' e uno no vengono sorpassati i limiti massimi di inquinamento (l'Organizzazione mondiale della sanita' ha definito l' atmosfera di Milano come la piu' avvelenata del mondo , fra l' incredulita' patriottica degli assessori meneghini). Non e' stato varato alcun piano di raccolta differenziata dei rifiuti , unico modo per ridurre la spazzatura urbana che minaccia di debordare dalle discariche.
Lo scarico di ogni water e fogna milanese continua a finire direttamente in Adriatico, via Lambro e Po , senza alcuna depurazione. L'acqua potabile e' piena di trielina e atrazina , ma , invece di bonificare falde e pozzi, i politici sognano faraonici e costosi impianti di potabilizzazione dell' acqua di Ticino e Adda. Unico provvedimento preso contro il caos del traffico : la chiusura del centro alle auto anche nel pomeriggio. Non è che l'esecuzione della volonta' del 70% dei cittadini che l'aveva chiesta con un referendum fin dall'85.
Ma soprattutto la giunta Pillitteri bis e' riuscita , con la benedizione dei due assessori verdi Cinzia Barone e Piervito Antoniazzi , a battere ogni record : in un solo anno ha approvato piu' progetti edilizi a grande impatto ambientale che in tutti gli ultimi dodici anni . Un nuovo " sacco di Milano " dopo le caotiche speculazioni degli anni ' 50 e ' 60 , come accusano i verdi che ormai sconfessano i loro assessori ?
Vediamo le cifre . Il nuovo Piano pluriennale di attuazione , approvato in aprile , prevede la costruzione di ben 19 milioni di metri cubi nei prossimi tre anni . Dodici milioni rappresentano l' eredita' del passato , ma gli altri sette sono nuovi : 3 , 8 a residenza (con il famigerato piano casa ligrestiano : 250 ettari di verde agricolo sacrificati a case , in gran parte di lusso) , 1 , 3 di capannoni industriali e 1 , 8 a terziario . Poi c' e' un megapalasport a San Siro (area vincolata a verde) circondato da 12 grattacieli di dieci piani per uffici : un milione di metri cubi , con annessa una contestatissima metropolitana sopraelevata di sette chilometri inventata con la scusa dei mondiali di calcio .
Mezzo milione di metri cubi di nuove case sono stati approvati in giugno e infine , in ottobre , oltre un milione di cubatura in nuovi alberghi . Il piu' grande e' anch' esso piena area vincolata a verde pubblico , alla Cascina Monlue' . Ben tre hotel sono stati affidati all' architetto Laura Lazzari , moglie dell' ex assessore pci ai Lavori pubblici Epifanio Li Calzi , travolto in maggio dallo scandalo De Mico . Un albergone da 600 posti se l' e' aggiudicato anche Claudio Dini , presidente psi della Metropolitana milanese lottizzata . Totale : dieci milioni di metri cubi .
Ma il grosso business edilizio della Milano fino ad oltre il Duemila , con un valore di 15 mila miliardi , sara' quello delle aree industriali dismesse . Dopo decenni di chiacchiere , infatti , sta finalmente partendo la piu' importante operazione urbanistica degli ultimi quarant' anni : riguarda ben 400 ettari di terreni , anche in zone centrali , dove un tempo sorgevano fabbriche ormai disattivate . Un' occasione storica e irripetibile , quindi : nasce oggi la metropoli del prossimo secolo , un po' come il barone Haussmann fece nascere un secolo fa l' odierna Parigi . Meglio : non ci sara' bisogno , questa volta , di dolorosi sventramenti di case civili . E magari si riuscira' anche a risarcire Milano per la sua cronica mancanza di verde (cinque metri quadri per abitante , in fondo alle classifiche d' Europa) .
Queste perlomeno erano le intenzioni : Pillitteri ha sempre sbandierato orgoglioso la promessa di destinare a verde la meta' delle aree dismesse . Una promessa scritta nero su bianco nel programma della giunta . Promessa non mantenuta : come mostriamo nelle tabelle , infatti , i progetti delle quattro aree principali (Pirelli , Montedison , Centro direzionale e Fiera : ben 220 ettari su 400) , completati in estate , prevedono verde per una percentuale complessiva del 21% . E qui si scopre il trucco : " La quota del 50 % promessa comprende anche i servizi " , spiega il successore di Radice Fossati all' urbanistica , l' assessore psi Attilio Schemmari .
Ma " servizi " possono essere tutto : parcheggi , strade , piazze , scuole , stadi e financo , volendo , stazioni o aeroporti . " I parcheggi e tutto il resto , pero' , sono di asfalto o di cemento " , constata lapalissiano l' architetto Alberto Ferruzzi , presidente milanese di Italia nostra , " i parcheggi a prato non li hanno ancora inventati " . Anche includendo parcheggi e " servizi " , pero' , i conti non tornano : la percentuale complessiva nei quattro progetti e' del 39% . Ecco allora apparire una seconda giustificazione : " Il 50% si riferisce al totale delle aree dismesse , non a ogni singolo progetto " , taglia corto Schemmari . E qui si accettano scommesse . Infatti , una volta cementificate le prime quattro grandi aree , nelle restanti la quota a verde dovrebbe , per compensazione , salire al 70% . E quale privato sara' mai disponibile a trasformare in parco una percentuale simile dei suoi preziosissimi terreni ?
Non sara' certo questo il destino , per esempio , della vasta area ex Redaelli a Rogoredo (45 ettari) , attigua a quella Montedison ma assai piu' ambita , perche' servita direttamente da metro' , ferrovia e autostrada : l' ha appena comprata per 40 miliardi un consorzio di 12 grandi imprese di costruzione (che notoriamente non piantano alberi) , fra le quali spicca un connubio di tipo siciliano fra cooperative rosse e societa' assai chiacchierate (la Cogei dei Rendo di Catania) . "
Il trucco di farci ingoiare il cemento un pezzo alla volta lo sta tentando anche l' Italstat del dc Ettore Bernabei , con il suo maxiprogetto Portello Fiera da un milione di metri cubi " , sostiene l' architetto Giovanni Simonis , battagliero rappresentante dei cittadini nel quartiere Fiera : " Vogliono partire subito sull' ex fabbrica Alfa Romeo del Portello Sud , costruendo uffici per 60 mila persone lontano dal metro' , con appena 7 mila posti auto e infilando fra i palazzi un parcheggio alberato che gabellano per verde pubblico . Poi , per il futuro , ci promettono piu' verde sull' area Portello Nord , fino a piazzale Accursio " .
Non sono pero' solo gli abitanti della zona a contestare l' espansione della Fiera in loco . Anche nel mondo imprenditoriale aumentano le perplessita' . La Camera di commercio , per esempio , propone di decentrare la Fiera . E a Milanofiori e Lacchiarella Carlo Cabassi e Silvio Berlusconi hanno gia' pronti nuovi padiglioni . " Tutte le citta' del mondo hanno il quartiere fieristico in periferia , non si capisce perche' Milano debba soffocare ulteriormente una zona centrale gia' congestionata per 200 giorni all' anno " , rileva Adriano Ciccioni , un manager dal passato di radicale che guida i verdi " del sole che piange " , in contrasto con gli assessori pro Pillitteri del " sole che ride " , anzi che " se la ride " .
Se molti verdi e l' intero quartiere Fiera lacrimano , neanche attorno alla Bicocca si sta allegri . Il progetto che l' architetto Vittorio Gregotti ha preparato per la Pirelli , chiamato pomposamente Tecnocity , e' quello che batte ogni record negativo in fatto di verde : appena il 12% . E questo in un' area assai carente di alberi , che potrebbe costituire un polmone di collegamento fra i parchi Nord , Martesana e Lambro . Poche domeniche fa numerosi aderenti al Wwf sono stati bloccati dalla polizia mentre cercavano di piantare alberi sull' area desolata del parco Nord (istituito ben dieci anni fa con relativo consiglio di amministrazione lottizzato) e con personale e uffici , ma mai realizzato .
La situazione migliore e' a Sud , a Montecity , dove la Montedison ha destinato a verde quasi un terzo della superficie . Tanta munificita' e' stata facilitata , per la verita' , dal gran regalo ricevuto dal Comune : 35 ettari di proprieta' pubblica (la meta' dell' area) in cambio di appena sei ettari Montedison alla Bovisa (dove sorgera' il nuovo Politecnico) e di un altro alla Martesana . A sua volta Raul Gardini si e' impegnato a decentrare a sud est gli uffici Montedison di Foro Buonaparte . " Ma soprattutto " , insinuano i verdi " piangenti " , " c' e' l' impegno di affidare grossi appalti edilizi alle coop vicine a Pci , Psi e Dc (Acli) , come ha confermato Tognoli in consiglio comunale : e' una forma di tangente ai partiti , visto il ruolo di finanziamento e clientela delle coop . Il resto andra' a Ligresti , che e' azionista Montedison " .
Anche sul progetto del centro direzionale Garibaldi Repubblica , dopo un decennio di rinvii , si stende l' ombra del malaffare . Fa gia' bella mostra di se' , monumento alla corruzione degli anni ' 80 , il grattacielo delle Fs progettato da Laura Lazzari . Secondo i computer della Codemi , De Mico per quel grattacielo ha versato una tangente di piu' di un miliardo anche all' ex assessore psi Gianstefano Milani (ora deputato) e a Rocco Trane , esponenti della cosiddetta " sinistra socialista ferroviaria " . Ma non e' finita qui . Tuttora De Mico possiede tre ettari su 33 del centro direzionale la cui stragrande maggioranza (il 75% ) e' invece in mano pubblica : sei ettari delle Fs , 18 del Comune . Ebbene , il nuovo palazzo della Regione verra' costruito non sull' area pubblica ma , combinazione , proprio sul fazzoletto di De Mico .
In totale , sulle quattro aree dismesse principali sorgeranno quasi cinque milioni di metri cubi di palazzi e centri commerciali . Di questi un milione e mezzo solo per uffici . C' e' davvero bisogno di questo ulteriore diluvio di terziario a Milano citta' mentre tutto il mondo , grazie anche alle nuove tecnologie telematiche , si decentra il piu' possibile per decongestionare i centri urbani ? Sara' la legge del mercato a stabilirlo , punendo chi ha fatto i conti sbagliati .
Pillitteri adesso ce l' ha a morte con la Regione (dove la Dc prevale) che non vuole modificare gli " standard " urbanistici (il rapporto fra superficie edificabile e non) . " E qui il piu' grosso scandalo di Milano " , sostiene Basilio Rizzo , consigliere comunale di Dp . " Secondo la legge urbanistica , infatti , in citta' non solo non si potrebbe costruire piu' , ma esiste addirittura un deficit di ben sei milioni di metri quadri per verde e servizi " . Insomma , gia' oggi c' e' troppo cemento e troppo pochi alberi : lo " standard " dovrebbe essere di 26 metri quadri di verde e servizi per abitante , a Milano invece ce ne sono molti di meno . Ma forse alla fine la Regione cedera' a Pillitteri , e cambiera' la legge , oppure verranno conteggiati come " servizi " anche caserme e ferrovie .
Rischia di ripetersi , insomma , la storia dell' atrazina nell' acqua potabile : superati i limiti d' allarme , invece di ridurre l ' inquinamento i politici hanno decuplicato i limiti . Cosi' tutto ritorna formalmente in regola . Ma a Milano , da quando l' amministrazione si regge sui voti determinanti dei due verdi , le proteste ecologiche spontanee invece di diminuire sono aumentate . Proprio come l' acqua che , tappata da una parte , fuoriesce da tutte le altre .
Mauro Suttora
(ha collaborato Roberto Schena)
Europeo 17/02/1989
lettere
L' articolo " Cemento di favore " apparso sul n . 3 di Europeo conteneva disinformazioni di cui ho cercato di dare un esempio con la mia lettera pubblicata sul n . 4 del giornale . La risposta di Europeo alla lettera pubblicata sempre sul n . 4 contiene altre disinformazioni . Vorrei informare che il Comune di Milano , per quanto riguarda la variante di Garibaldi Repubblica , non ha regalato a chicchessia terreno o volumetrie ne' direttamente ne' attraverso le Fs . In cambio , percio' , il Comune di Milano non ha dato ne' avuto alloggi per ferrovieri .
Attilio Schemmari assessore all' urbanistica del Comune di Milano
A proposito dell' articolo di Mauro Suttora intitolato " Cemento di favore " pubblicato su Europeo n . 3 , intendo precisare che , contrariamente a quanto riferito per interposta persona dall' autore , e' pura invenzione dire che avrei sostenuto in Consiglio comunale l' esistenza " dell' impegno di affidare grossi appalti edilizi alle cooperative vicine a Pci , Psi , Dc " nell' ambito dei piani urbanistici della giunta municipale di Milano , peraltro ancora oggi lontani dalla fase degli interventi esecutivi .
Carlo Tognoli , ministro per le aree urbane
Risponde Mauro Suttora .
Confermo parola per parola quanto ho scritto . 1) Favori del Comune a De Mico . Il terreno delle Varesine (dove c' e' il luna park) vale 3 , 7 miliardi quando , nel marzo ' 85 , il Comune lo permuta con le Fs . In novembre , a loro volta , le Fs lo cedono a De Mico in cambio della sua promessa di costruire 400 alloggi per i ferrovieri . Intanto il valore del terreno si decuplica perche' il Comune ne cambia la destinazione : da verde pubblico a edificabile .
Nel maggio ' 86 , infine , altro favore del Comune a De Mico : l' assessore Milani (attualmente sotto inchiesta per le tangenti di De Mico) gli fa avere un finanziamento per gli alloggi dei ferrovieri . Oggi il terreno di De Mico e' valutabile attorno ai cento miliardi . E evidente il ruolo di " sponda compiacente " del Comune di Milano nei traffici Fs De Mico .
2) Il ministro Tognoli ha la memoria corta . Ecco le sue parole testuali (verbale del Consiglio comunale di Milano del 29 . 6 . 87) : " C' e ' la disponibilita' della Montedison a cedere meta' dei volumi per la residenza (di Montecity , ndr) a cooperative o imprese che realizzino edilizia agevolata . . . E un vantaggio considerevole . . . " . Chi " disinforma " e " inventa " ? Il giudizio al lettore .
Europeo, 20 gennaio 1989
Costruzioni per 19 milioni di metri cubi in tre anni. La presenza dei due assessori ecologisti non ha cambiato le abitudini del municipio lombardo. Se non in peggio
di Mauro Suttora
Una colata di cemento. Diciannove milioni di metri cubi di nuovi palazzi verranno costruiti nei prossimi anni a Milano: l'equivalente di 25 duomi o di una nuova città di 200 mila abitanti. E questo il bilancio del primo anno di vita della giunta "rosso verde" capeggiata dal sindaco socialista Paolo Pillitteri. Sono passati dodici mesi da quando il sindaco cognato (di Bettino Craxi), dopo aver conquistato nell'86 la poltrona di Carlo Tognoli (pur avendo solo 8 mila voti di preferenza contro i 70 mila dell' attuale ministro delle Aree urbane), effettuò un clamoroso "ribaltone": nello spazio di un pomeriggio mollò gli alleati Dc, Pri e Pli per tornare in giunta con il Pci, assieme al quale i socialisti avevano governato Milano dal '75 all'85.
"Giunta calce e martello" fu subito battezzata , a causa dello scandalo Ligresti che vedeva (e vede tuttora) sul banco degli imputati ex assessori psi e pci compiacenti con il costruttore finanziere siciliano. "Una ligrestata", commentò laconico il conte Carlo Radice Fossati , assessore dc all' urbanistica che aveva rivelato nell'86 i favori della giunta rossa a Ligresti, e che per questo e' stato eliminato assieme all' altro assessore" moralizzatore", il repubblicano Franco De Angelis .
Al loro posto , novita' assoluta non solo in Italia ma in tutta Europa e nel mondo intero, Pillitteri ha pensato bene di installare due verdi : un po' per necessità (Psi e Pci a Milano da soli non hanno la maggioranza), un po' per potersi fregiare dell'aureola di "rosso verde".
Ebbene, a un anno di distanza il bilancio della giunta in teoria più ambientalista del mondo è desolante . La città non ha un albero in più di quelli , pochi e malati , che gia' possedeva (anzi, ne sono stati sradicati un centinaio per far posto a un megapalasport con uffici a San Siro). L' assessore verde all' ecologia informa garrula i cittadini che un giorno si' e uno no vengono sorpassati i limiti massimi di inquinamento (l'Organizzazione mondiale della sanita' ha definito l' atmosfera di Milano come la piu' avvelenata del mondo , fra l' incredulita' patriottica degli assessori meneghini). Non e' stato varato alcun piano di raccolta differenziata dei rifiuti , unico modo per ridurre la spazzatura urbana che minaccia di debordare dalle discariche.
Lo scarico di ogni water e fogna milanese continua a finire direttamente in Adriatico, via Lambro e Po , senza alcuna depurazione. L'acqua potabile e' piena di trielina e atrazina , ma , invece di bonificare falde e pozzi, i politici sognano faraonici e costosi impianti di potabilizzazione dell' acqua di Ticino e Adda. Unico provvedimento preso contro il caos del traffico : la chiusura del centro alle auto anche nel pomeriggio. Non è che l'esecuzione della volonta' del 70% dei cittadini che l'aveva chiesta con un referendum fin dall'85.
Ma soprattutto la giunta Pillitteri bis e' riuscita , con la benedizione dei due assessori verdi Cinzia Barone e Piervito Antoniazzi , a battere ogni record : in un solo anno ha approvato piu' progetti edilizi a grande impatto ambientale che in tutti gli ultimi dodici anni . Un nuovo " sacco di Milano " dopo le caotiche speculazioni degli anni ' 50 e ' 60 , come accusano i verdi che ormai sconfessano i loro assessori ?
Vediamo le cifre . Il nuovo Piano pluriennale di attuazione , approvato in aprile , prevede la costruzione di ben 19 milioni di metri cubi nei prossimi tre anni . Dodici milioni rappresentano l' eredita' del passato , ma gli altri sette sono nuovi : 3 , 8 a residenza (con il famigerato piano casa ligrestiano : 250 ettari di verde agricolo sacrificati a case , in gran parte di lusso) , 1 , 3 di capannoni industriali e 1 , 8 a terziario . Poi c' e' un megapalasport a San Siro (area vincolata a verde) circondato da 12 grattacieli di dieci piani per uffici : un milione di metri cubi , con annessa una contestatissima metropolitana sopraelevata di sette chilometri inventata con la scusa dei mondiali di calcio .
Mezzo milione di metri cubi di nuove case sono stati approvati in giugno e infine , in ottobre , oltre un milione di cubatura in nuovi alberghi . Il piu' grande e' anch' esso piena area vincolata a verde pubblico , alla Cascina Monlue' . Ben tre hotel sono stati affidati all' architetto Laura Lazzari , moglie dell' ex assessore pci ai Lavori pubblici Epifanio Li Calzi , travolto in maggio dallo scandalo De Mico . Un albergone da 600 posti se l' e' aggiudicato anche Claudio Dini , presidente psi della Metropolitana milanese lottizzata . Totale : dieci milioni di metri cubi .
Ma il grosso business edilizio della Milano fino ad oltre il Duemila , con un valore di 15 mila miliardi , sara' quello delle aree industriali dismesse . Dopo decenni di chiacchiere , infatti , sta finalmente partendo la piu' importante operazione urbanistica degli ultimi quarant' anni : riguarda ben 400 ettari di terreni , anche in zone centrali , dove un tempo sorgevano fabbriche ormai disattivate . Un' occasione storica e irripetibile , quindi : nasce oggi la metropoli del prossimo secolo , un po' come il barone Haussmann fece nascere un secolo fa l' odierna Parigi . Meglio : non ci sara' bisogno , questa volta , di dolorosi sventramenti di case civili . E magari si riuscira' anche a risarcire Milano per la sua cronica mancanza di verde (cinque metri quadri per abitante , in fondo alle classifiche d' Europa) .
Queste perlomeno erano le intenzioni : Pillitteri ha sempre sbandierato orgoglioso la promessa di destinare a verde la meta' delle aree dismesse . Una promessa scritta nero su bianco nel programma della giunta . Promessa non mantenuta : come mostriamo nelle tabelle , infatti , i progetti delle quattro aree principali (Pirelli , Montedison , Centro direzionale e Fiera : ben 220 ettari su 400) , completati in estate , prevedono verde per una percentuale complessiva del 21% . E qui si scopre il trucco : " La quota del 50 % promessa comprende anche i servizi " , spiega il successore di Radice Fossati all' urbanistica , l' assessore psi Attilio Schemmari .
Ma " servizi " possono essere tutto : parcheggi , strade , piazze , scuole , stadi e financo , volendo , stazioni o aeroporti . " I parcheggi e tutto il resto , pero' , sono di asfalto o di cemento " , constata lapalissiano l' architetto Alberto Ferruzzi , presidente milanese di Italia nostra , " i parcheggi a prato non li hanno ancora inventati " . Anche includendo parcheggi e " servizi " , pero' , i conti non tornano : la percentuale complessiva nei quattro progetti e' del 39% . Ecco allora apparire una seconda giustificazione : " Il 50% si riferisce al totale delle aree dismesse , non a ogni singolo progetto " , taglia corto Schemmari . E qui si accettano scommesse . Infatti , una volta cementificate le prime quattro grandi aree , nelle restanti la quota a verde dovrebbe , per compensazione , salire al 70% . E quale privato sara' mai disponibile a trasformare in parco una percentuale simile dei suoi preziosissimi terreni ?
Non sara' certo questo il destino , per esempio , della vasta area ex Redaelli a Rogoredo (45 ettari) , attigua a quella Montedison ma assai piu' ambita , perche' servita direttamente da metro' , ferrovia e autostrada : l' ha appena comprata per 40 miliardi un consorzio di 12 grandi imprese di costruzione (che notoriamente non piantano alberi) , fra le quali spicca un connubio di tipo siciliano fra cooperative rosse e societa' assai chiacchierate (la Cogei dei Rendo di Catania) . "
Il trucco di farci ingoiare il cemento un pezzo alla volta lo sta tentando anche l' Italstat del dc Ettore Bernabei , con il suo maxiprogetto Portello Fiera da un milione di metri cubi " , sostiene l' architetto Giovanni Simonis , battagliero rappresentante dei cittadini nel quartiere Fiera : " Vogliono partire subito sull' ex fabbrica Alfa Romeo del Portello Sud , costruendo uffici per 60 mila persone lontano dal metro' , con appena 7 mila posti auto e infilando fra i palazzi un parcheggio alberato che gabellano per verde pubblico . Poi , per il futuro , ci promettono piu' verde sull' area Portello Nord , fino a piazzale Accursio " .
Non sono pero' solo gli abitanti della zona a contestare l' espansione della Fiera in loco . Anche nel mondo imprenditoriale aumentano le perplessita' . La Camera di commercio , per esempio , propone di decentrare la Fiera . E a Milanofiori e Lacchiarella Carlo Cabassi e Silvio Berlusconi hanno gia' pronti nuovi padiglioni . " Tutte le citta' del mondo hanno il quartiere fieristico in periferia , non si capisce perche' Milano debba soffocare ulteriormente una zona centrale gia' congestionata per 200 giorni all' anno " , rileva Adriano Ciccioni , un manager dal passato di radicale che guida i verdi " del sole che piange " , in contrasto con gli assessori pro Pillitteri del " sole che ride " , anzi che " se la ride " .
Se molti verdi e l' intero quartiere Fiera lacrimano , neanche attorno alla Bicocca si sta allegri . Il progetto che l' architetto Vittorio Gregotti ha preparato per la Pirelli , chiamato pomposamente Tecnocity , e' quello che batte ogni record negativo in fatto di verde : appena il 12% . E questo in un' area assai carente di alberi , che potrebbe costituire un polmone di collegamento fra i parchi Nord , Martesana e Lambro . Poche domeniche fa numerosi aderenti al Wwf sono stati bloccati dalla polizia mentre cercavano di piantare alberi sull' area desolata del parco Nord (istituito ben dieci anni fa con relativo consiglio di amministrazione lottizzato) e con personale e uffici , ma mai realizzato .
La situazione migliore e' a Sud , a Montecity , dove la Montedison ha destinato a verde quasi un terzo della superficie . Tanta munificita' e' stata facilitata , per la verita' , dal gran regalo ricevuto dal Comune : 35 ettari di proprieta' pubblica (la meta' dell' area) in cambio di appena sei ettari Montedison alla Bovisa (dove sorgera' il nuovo Politecnico) e di un altro alla Martesana . A sua volta Raul Gardini si e' impegnato a decentrare a sud est gli uffici Montedison di Foro Buonaparte . " Ma soprattutto " , insinuano i verdi " piangenti " , " c' e' l' impegno di affidare grossi appalti edilizi alle coop vicine a Pci , Psi e Dc (Acli) , come ha confermato Tognoli in consiglio comunale : e' una forma di tangente ai partiti , visto il ruolo di finanziamento e clientela delle coop . Il resto andra' a Ligresti , che e' azionista Montedison " .
Anche sul progetto del centro direzionale Garibaldi Repubblica , dopo un decennio di rinvii , si stende l' ombra del malaffare . Fa gia' bella mostra di se' , monumento alla corruzione degli anni ' 80 , il grattacielo delle Fs progettato da Laura Lazzari . Secondo i computer della Codemi , De Mico per quel grattacielo ha versato una tangente di piu' di un miliardo anche all' ex assessore psi Gianstefano Milani (ora deputato) e a Rocco Trane , esponenti della cosiddetta " sinistra socialista ferroviaria " . Ma non e' finita qui . Tuttora De Mico possiede tre ettari su 33 del centro direzionale la cui stragrande maggioranza (il 75% ) e' invece in mano pubblica : sei ettari delle Fs , 18 del Comune . Ebbene , il nuovo palazzo della Regione verra' costruito non sull' area pubblica ma , combinazione , proprio sul fazzoletto di De Mico .
In totale , sulle quattro aree dismesse principali sorgeranno quasi cinque milioni di metri cubi di palazzi e centri commerciali . Di questi un milione e mezzo solo per uffici . C' e' davvero bisogno di questo ulteriore diluvio di terziario a Milano citta' mentre tutto il mondo , grazie anche alle nuove tecnologie telematiche , si decentra il piu' possibile per decongestionare i centri urbani ? Sara' la legge del mercato a stabilirlo , punendo chi ha fatto i conti sbagliati .
Pillitteri adesso ce l' ha a morte con la Regione (dove la Dc prevale) che non vuole modificare gli " standard " urbanistici (il rapporto fra superficie edificabile e non) . " E qui il piu' grosso scandalo di Milano " , sostiene Basilio Rizzo , consigliere comunale di Dp . " Secondo la legge urbanistica , infatti , in citta' non solo non si potrebbe costruire piu' , ma esiste addirittura un deficit di ben sei milioni di metri quadri per verde e servizi " . Insomma , gia' oggi c' e' troppo cemento e troppo pochi alberi : lo " standard " dovrebbe essere di 26 metri quadri di verde e servizi per abitante , a Milano invece ce ne sono molti di meno . Ma forse alla fine la Regione cedera' a Pillitteri , e cambiera' la legge , oppure verranno conteggiati come " servizi " anche caserme e ferrovie .
Rischia di ripetersi , insomma , la storia dell' atrazina nell' acqua potabile : superati i limiti d' allarme , invece di ridurre l ' inquinamento i politici hanno decuplicato i limiti . Cosi' tutto ritorna formalmente in regola . Ma a Milano , da quando l' amministrazione si regge sui voti determinanti dei due verdi , le proteste ecologiche spontanee invece di diminuire sono aumentate . Proprio come l' acqua che , tappata da una parte , fuoriesce da tutte le altre .
Mauro Suttora
(ha collaborato Roberto Schena)
Europeo 17/02/1989
lettere
L' articolo " Cemento di favore " apparso sul n . 3 di Europeo conteneva disinformazioni di cui ho cercato di dare un esempio con la mia lettera pubblicata sul n . 4 del giornale . La risposta di Europeo alla lettera pubblicata sempre sul n . 4 contiene altre disinformazioni . Vorrei informare che il Comune di Milano , per quanto riguarda la variante di Garibaldi Repubblica , non ha regalato a chicchessia terreno o volumetrie ne' direttamente ne' attraverso le Fs . In cambio , percio' , il Comune di Milano non ha dato ne' avuto alloggi per ferrovieri .
Attilio Schemmari assessore all' urbanistica del Comune di Milano
A proposito dell' articolo di Mauro Suttora intitolato " Cemento di favore " pubblicato su Europeo n . 3 , intendo precisare che , contrariamente a quanto riferito per interposta persona dall' autore , e' pura invenzione dire che avrei sostenuto in Consiglio comunale l' esistenza " dell' impegno di affidare grossi appalti edilizi alle cooperative vicine a Pci , Psi , Dc " nell' ambito dei piani urbanistici della giunta municipale di Milano , peraltro ancora oggi lontani dalla fase degli interventi esecutivi .
Carlo Tognoli , ministro per le aree urbane
Risponde Mauro Suttora .
Confermo parola per parola quanto ho scritto . 1) Favori del Comune a De Mico . Il terreno delle Varesine (dove c' e' il luna park) vale 3 , 7 miliardi quando , nel marzo ' 85 , il Comune lo permuta con le Fs . In novembre , a loro volta , le Fs lo cedono a De Mico in cambio della sua promessa di costruire 400 alloggi per i ferrovieri . Intanto il valore del terreno si decuplica perche' il Comune ne cambia la destinazione : da verde pubblico a edificabile .
Nel maggio ' 86 , infine , altro favore del Comune a De Mico : l' assessore Milani (attualmente sotto inchiesta per le tangenti di De Mico) gli fa avere un finanziamento per gli alloggi dei ferrovieri . Oggi il terreno di De Mico e' valutabile attorno ai cento miliardi . E evidente il ruolo di " sponda compiacente " del Comune di Milano nei traffici Fs De Mico .
2) Il ministro Tognoli ha la memoria corta . Ecco le sue parole testuali (verbale del Consiglio comunale di Milano del 29 . 6 . 87) : " C' e ' la disponibilita' della Montedison a cedere meta' dei volumi per la residenza (di Montecity , ndr) a cooperative o imprese che realizzino edilizia agevolata . . . E un vantaggio considerevole . . . " . Chi " disinforma " e " inventa " ? Il giudizio al lettore .
Friday, January 13, 1989
Esercito sprecone
Un rappresentante dei soldati denuncia
Le forze armate? "Si autogiustificano". I militari? "Fanno i giardinieri, gli sguatteri, i facchini". E pagano anche
di Mauro Suttora
Europeo, 13 gennaio 1989
La nuova legge sulla disciplina militare del 1978 non ha cambiato nulla?
"No , ha cambiato molto", risponde un rappresentante del Cocer. "Prima i militari di leva erano degli esseri in completa balia dei loro superiori , c' erano abusi clamorosi nei confronti delle persone . Oggi la vita nelle forze armate e' molto diversa , il '78 e' stato per i militari una specie di ' 68. Ma i militari di carriera , compresi gli ex del movimento sottufficiali democratici vicini al Pci, continuano a considerarci come manodopera gratuita".
Eppure quelle italiane sono le forze armate con la più alta percentuale di soldati di leva d'Europa : un vero esercito di popolo.
"Si' , ma il 'popolo' ci sta solo dodici mesi: soffre , si tura il naso , si annoia , si droga , conta i giorni e scappa via. Gli sprechi delle nostre forze armate sono leggendari , non c' e' bisogno che li racconti io . L' esercito ha lo scopo di rendere difficile il facile attraverso l' inutile , dice una battuta : il triste e' scoprire che e' vera . Se mi si rompe la tomaia di un anfibio , possono passare anche tre mesi prima che il magazzino la ripari . Il guaio è che gli sprechi si giustificano proprio con l' abbondanza dei soldati di leva gratis .
Per esempio , costa di piu' far gestire la mensa di una caserma da dieci civili professionisti , o da trenta avieri demotivati ? Finche' il nostro soldo giornaliero sara' di 4.130 lire , probabilmente converra' usare gli avieri . Ma dubito che, in un calcolo complessivo di gestione ottimale delle risorse, ficcare laureati in geologia dentro a una cucina rappresenti un guadagno per le forze armate , e piu' in generale per lo Stato , che non riesce a utilizzare le preziose competenze di cui dispone per un anno.
Io personalmente, nonostante fossi impegnato per due tre settimane al mese a Roma , dove il Cocer si riunisce a palazzo Salviati, ho fatto una cinquantina di 'guardie' alla mia base , vicino a Verona . Beh , qualunque ente , privato o pubblico , per la sorveglianza esterna utilizza le telecamere, no ? Invece quella struttura ad altissima intensita' di forza lavoro che sono le forze armate italiane , piu' vicine in questo alla Cina che all' Europa , non si modernizza perche' deve far passare in qualche modo il tempo ai marmittoni " .
Dalle sue parole sembra che le forze armate italiane siano un cock tail micidiale fra la tradizionale inefficienza dello Stato aggravata dalla rigida mentalita' militare.
"La colpa non e' dei singoli: io quest' anno ho conosciuto anche molti ufficiali in gamba, che mi hanno insegnato parecchio. Il dramma per i soldati di leva nasce appunto quando si è finito di imparare. Lo stesso capo di stato maggiore della Difesa Mario Porta ammette che per addestrare la stragrande maggioranza della leva bastano sei mesi , e che tutto il tempo in piu' serve solo a garantire la velocita' di mobilitazione in caso di emergenza. Ma la Svizzera e' in grado di mobilitare mezzo milione di civili trasformandoli in soldati nel giro di 48 ore : non vedo perche' noi non potremmo fare lo stesso , con una popolazione dieci volte superiore".
Il Cocer quindi sarebbe favorevole a una riduzione della leva ?
"E' un problema che non abbiamo affrontato . Figurarsi, non riusciamo neanche ad avere un incontro con il ministro della Difesa Valerio Zanone: è da sei mesi che lo sollecitiamo inutilmente".
Di che vi siete occupati , allora?
"La nostra battaglia principale e' stata per il rispetto dell' articolo 52 della Costituzione , che sancisce la gratuità del servizio militare. Lo scandalo e' che oggi , in realta' , le famiglie di 300 mila ragazzi sono costrette a pagare per far fare il servizio militare ai propri figli . Un giovane infatti non ce la fa con 4 mila lire al giorno : un giornale , una telefonata , un cinema , una pizza . . .
La dieta che fornisce la caserma dev' essere spesso integrata, i biglietti per tornare a casa in licenza li paghiamo noi al 50%. Insomma , oltre al danno di non essere stati esonerati e di aver perso un anno di lavoro o di studio, la beffa di dover finanziare la naia . Dare 10 mila lire al giorno ai soldati di leva costerebbe appena 600 miliardi di più, ma solo il Pci e' favorevole.
In compenso , i militari di carriera sono i meglio retribuiti di tutto il pubblico impiego , con buste paga gonfiate dalle varie indennita' . Chi va in missione in Usa prende cento dollari netti al giorno , pur mangiando e dormendo gratis nelle basi americane." Cosi' adesso sono tutti li' : con la scusa di imparare a usare i nuovi missili Patriot , che fra l'altro ci costano un occhio della testa. Invece di far venire dieci americani in Italia, hanno organizzato una trasferta di massa negli Stati Uniti".
Mauro Suttora
Le forze armate? "Si autogiustificano". I militari? "Fanno i giardinieri, gli sguatteri, i facchini". E pagano anche
di Mauro Suttora
Europeo, 13 gennaio 1989
La nuova legge sulla disciplina militare del 1978 non ha cambiato nulla?
"No , ha cambiato molto", risponde un rappresentante del Cocer. "Prima i militari di leva erano degli esseri in completa balia dei loro superiori , c' erano abusi clamorosi nei confronti delle persone . Oggi la vita nelle forze armate e' molto diversa , il '78 e' stato per i militari una specie di ' 68. Ma i militari di carriera , compresi gli ex del movimento sottufficiali democratici vicini al Pci, continuano a considerarci come manodopera gratuita".
Eppure quelle italiane sono le forze armate con la più alta percentuale di soldati di leva d'Europa : un vero esercito di popolo.
"Si' , ma il 'popolo' ci sta solo dodici mesi: soffre , si tura il naso , si annoia , si droga , conta i giorni e scappa via. Gli sprechi delle nostre forze armate sono leggendari , non c' e' bisogno che li racconti io . L' esercito ha lo scopo di rendere difficile il facile attraverso l' inutile , dice una battuta : il triste e' scoprire che e' vera . Se mi si rompe la tomaia di un anfibio , possono passare anche tre mesi prima che il magazzino la ripari . Il guaio è che gli sprechi si giustificano proprio con l' abbondanza dei soldati di leva gratis .
Per esempio , costa di piu' far gestire la mensa di una caserma da dieci civili professionisti , o da trenta avieri demotivati ? Finche' il nostro soldo giornaliero sara' di 4.130 lire , probabilmente converra' usare gli avieri . Ma dubito che, in un calcolo complessivo di gestione ottimale delle risorse, ficcare laureati in geologia dentro a una cucina rappresenti un guadagno per le forze armate , e piu' in generale per lo Stato , che non riesce a utilizzare le preziose competenze di cui dispone per un anno.
Io personalmente, nonostante fossi impegnato per due tre settimane al mese a Roma , dove il Cocer si riunisce a palazzo Salviati, ho fatto una cinquantina di 'guardie' alla mia base , vicino a Verona . Beh , qualunque ente , privato o pubblico , per la sorveglianza esterna utilizza le telecamere, no ? Invece quella struttura ad altissima intensita' di forza lavoro che sono le forze armate italiane , piu' vicine in questo alla Cina che all' Europa , non si modernizza perche' deve far passare in qualche modo il tempo ai marmittoni " .
Dalle sue parole sembra che le forze armate italiane siano un cock tail micidiale fra la tradizionale inefficienza dello Stato aggravata dalla rigida mentalita' militare.
"La colpa non e' dei singoli: io quest' anno ho conosciuto anche molti ufficiali in gamba, che mi hanno insegnato parecchio. Il dramma per i soldati di leva nasce appunto quando si è finito di imparare. Lo stesso capo di stato maggiore della Difesa Mario Porta ammette che per addestrare la stragrande maggioranza della leva bastano sei mesi , e che tutto il tempo in piu' serve solo a garantire la velocita' di mobilitazione in caso di emergenza. Ma la Svizzera e' in grado di mobilitare mezzo milione di civili trasformandoli in soldati nel giro di 48 ore : non vedo perche' noi non potremmo fare lo stesso , con una popolazione dieci volte superiore".
Il Cocer quindi sarebbe favorevole a una riduzione della leva ?
"E' un problema che non abbiamo affrontato . Figurarsi, non riusciamo neanche ad avere un incontro con il ministro della Difesa Valerio Zanone: è da sei mesi che lo sollecitiamo inutilmente".
Di che vi siete occupati , allora?
"La nostra battaglia principale e' stata per il rispetto dell' articolo 52 della Costituzione , che sancisce la gratuità del servizio militare. Lo scandalo e' che oggi , in realta' , le famiglie di 300 mila ragazzi sono costrette a pagare per far fare il servizio militare ai propri figli . Un giovane infatti non ce la fa con 4 mila lire al giorno : un giornale , una telefonata , un cinema , una pizza . . .
La dieta che fornisce la caserma dev' essere spesso integrata, i biglietti per tornare a casa in licenza li paghiamo noi al 50%. Insomma , oltre al danno di non essere stati esonerati e di aver perso un anno di lavoro o di studio, la beffa di dover finanziare la naia . Dare 10 mila lire al giorno ai soldati di leva costerebbe appena 600 miliardi di più, ma solo il Pci e' favorevole.
In compenso , i militari di carriera sono i meglio retribuiti di tutto il pubblico impiego , con buste paga gonfiate dalle varie indennita' . Chi va in missione in Usa prende cento dollari netti al giorno , pur mangiando e dormendo gratis nelle basi americane." Cosi' adesso sono tutti li' : con la scusa di imparare a usare i nuovi missili Patriot , che fra l'altro ci costano un occhio della testa. Invece di far venire dieci americani in Italia, hanno organizzato una trasferta di massa negli Stati Uniti".
Mauro Suttora
Friday, December 30, 1988
Israele e Palestina, intifada
ORA SPARIAMO
I territori occupati di Israele
dal nostro inviato Mauro Suttora
Europeo, 30 dicembre1988
Gerusalemme ovest (Israele)
Yerushalaim, anno 5749 dell' era ebraica.
Per il signor Edoardo Recanati, 54 anni, la strada che da Gerusalemme porta a Bet Lehem e poi giu' fino a Hebron e' la "strada dei patriarchi". La percorre due volte al giorno, per andare al lavoro al mattino e per ritornare a casa la sera: in tutto, cinquanta chilometri.
Ma giovedi' 15 dicembre questo metodico pendolare ha trovato la strada bloccata: i ragazzi palestinesi dell'intifada hanno ricominciato a tirar pietre, e allora il signor Recanati ha dovuto fare un lungo giro con la sua Lancia Delta bianca per evitare i posti di blocco .
Il 15 dicembre 1988 è una data che Recanati si ricorderà per un pezzo: "Siamo tutti sotto shock, anche se ce l'aspettavamo".
La svolta degli Stati Uniti, che accettano Arafat come interlocutore, avra' un impatto concreto molto maggiore sulla vita di Recanati che su quella degli altri tre milioni di israeliani .
Lui , infatti , e' uno dei 70 mila " coloni " ebrei che dal 1977 in poi (cioe' da quando e' salita al potere la destra del Likud) sono andati a stabilirsi in Cisgiordania .
Questi coloni rappresenteranno la piu' grossa spina nel fianco del futuro Stato palestinese , che si dovrebbe creare nei territori occupati per vent' anni da Israele .
"Arafat e' solo un terrorista criminale " , accusa Recanati . Difficile , quindi , che lo possa accettare come suo presidente . E allora ? Andarsene , profughi cacciati da altri profughi ? " Non ci pensiamo nemmeno " , sorride calmo , " siamo qui per restare " .
Recanati vive a Tkoa , un villaggio di 400 persone in cima a una montagna spelacchiata . Da lassu' , una vista impareggiabile : da una parte i campanili e i minareti di Betlemme e Gerusalemme , dall' altra la valle del Mar Morto . In fondo , quando l' aria e' tersa , le luci di Amman , la capitale della Giordania .
Recanati e' arrivato qui una decina d' anni fa da Roma , dove faceva il manager , e dove ha lasciato cinque figli . Si e' risposato con una sudafricana e adesso ha due piccoli nella bella casetta di Tkoa . Alle elezioni di novembre ha votato per il partito di estrema destra Moledet , guidato dal generale della riserva Abramo Zeevi (soprannominato ironicamente 'Gandhi' perche' assomiglia , solo fisicamente , al leader della nonviolenza ) . Parola d' ordine di Moledet , che ha avuto il 2% dei voti e due deputati : " Trasferimento " . Tutti i palestinesi di Cisgiordania e Gaza non disposti a riconoscere l' annessione a Israele dovrebbero essere mandati via . Con le buone o con le cattive ?
" Pagandoli , pagandoli " , propone Recanati . " Ma lo sa che una volta il rabbino Meir Kahane fece pubblicare su un giornale arabo una finta inserzione in cui offriva viaggio pagato e una certa cifra per i palestinesi che avessero voluto emigrare nel mondo ? La casella postale fu cosi' ingolfata di risposte che Kahane venne denunciato per disturbo di servizio pubblico " .
Insomma , comprare un milione e mezzo di palestinesi . Oppure deportarli .
Eppure Recanati non e' un fascista . Anzi : anche lui , come tanti ebrei italiani , piange molti parenti morti nei lager nazisti . E proprio per fuggire dai fascisti suo padre da Roma si stabili' per dieci anni a Tunisi .
"Nel 1967 ero nel Psiup , estrema sinistra, progressista , laico , terzomondista , Vietnam e tutto quanto... Pochi giorni prima della guerra dei Sei giorni un mio amico , giornalista dell'Unità , mi propose di scrivere un articolo , in quanto ebreo , spiegando perche' Israele non aveva diritto di esistere , e come i paesi arabi lo avrebbero spazzato via . . . " .
Non era neppure religioso , Recanati . Poi , d' improvviso , il colpo di fulmine . Il richiamo della Terra Promessa . Della terra dei patriarchi .
" Qui , su questa stessa strada , quattromila anni fa camminavano Giuseppe e Giacobbe . Proprio qui , sullo spartiacque fra la valle del Giordano e il mare " , dice entusiasta mentre mi porta sulla sua auto da Gerusalemme a Tkoa .
Posto di blocco dell' esercito israeliano : " Qui c' e' la linea verde , il vecchio confine del' 67 . Non mi piace , non capisco perche' Israele continui a fare questa differenza . Ormai non esiste piu' la Cisgiordania " . Quella che tutto il mondo chiama Cisgiordania o " territori occupati " , infatti , per lui sono solo Giudea e Samaria : " Le regioni bibliche che fanno parte di Israele , da sempre " .
A un certo punto Recanati accosta a destra e si ferma . Siamo all' altezza della tomba di Rachele , la seconda moglie di Giacobbe . Va dietro , apre il cofano , tira fuori un mitra , torna al volante e posa il mitra fra i due sedili : " E proibito sparare , ma farlo vedere serve . Una volta due coloni che erano rimasti bloccati fra due barricate di palestinesi hanno sparato in aria e loro sono scappati . Il bilancio di un anno di intifada pero' , Recanati , e' di 400 morti palestinesi contro otto ebrei : ammettera' che il vostro esercito vi difende spargendo troppo sangue ? " Per me la vita e' sacra , anche un solo morto e' sempre troppo . Ma le pietre sono proiettili . Magari non ammazzano ma feriscono , mutilano , accecano . Davide con una pietra conquisto' un regno , no ? " .
E qui si scopre il tremendo affronto che , piu' sul piano simbolico che su quello concreto , i palestinesi hanno fatto agli israeliani in quest' anno di intifada : si sono impossessati dei sassi, dell' arma dei poveri , di quella stessa arma con la quale il massimo eroe d' Israele elimino' il gigante Golia . Per i palestinesi passare dalle bombe alle pietre e ' stato un segnale di buona volonta' ; per molti israeliani , al contrario , un simbolo di perfidia estrema . " E di vigliaccheria , anche " , aggiunge Recanati , " visto che mandano avanti i bambini " .
Come tutti i pomeriggi , i negozi palestinesi della disordinata periferia di Gerusalemme sono chiusi per sciopero. Aperti solo i venditori di souvenir per i torpedoni di turisti cristiani in pellegrinaggio verso Betlemme.
D' improvviso Recanati riconosce un passante arabo , si ferma e gli da un passaggio per due chilometri: "E' Hassan , da quando l'Olp ha ordinato lo sciopero ha dovuto chiudere il suo negozio di fruttivendolo e adesso lavora come autista dei bus della societa' Egged . Peccato , da lui compravamo ottima frutta . Veramente una brava persona " .
Lei non odia i palestinesi , signor Recanati ? " Assolutamente no . E neanche loro odierebbero noi , se non ci fosse l' Olp a istigarli . Crede che Hassan adesso sia contento di fare l' autista ? Solo che non puo' dire nulla , altrimenti l' Olp lo ammazza per collaborazionismo " .
Oltrepassiamo Betlemme , arriviamo a Beit Sahur. Sulla strada, sassi. Qualche resto di copertone bruciato.
"Ahi, qui sta succedendo qualcosa", mormora Recanati preoccupato. D'improvviso, dietro una curva, dei ragazzini. Qui ragazzi arabi per le macchine con targa israeliana significano pietre, bombe molotov. Come minimo vetri rotti, se non peggio. Freniamo. Recanati alza il mitra. I ragazzi scappano dietro il ciglio. Ho le gambe dure per la paura : tirare pietre sarà forse "nonviolento" ma far da bersaglio non è piacevole. Anzi, è terrorizzante .
Recanati mi guarda soddisfatto: "Così anche lei ha avuto un assaggio di intifada".
Arriviamo a Tkoa, in cima alla collina. Recanati e sua moglie mi accolgono cordialmente nella loro casa, mostrano la terra che coltivano, i radar dei militari israeliani che li proteggono. Loro non ci credono proprio che su questa terra nascera' lo Stato di Palestina.
E allora , continuerete per l'eternità a demolire case palestinesi, come li' , sulla collina di fronte, a Kissan ?
"La punizione collettiva è l'unica che gli arabi capiscono . Fa parte della loro cultura".
E l'opinione pubblica mondiale?
"Cosa ha fatto l'opinione pubblica per Auschwitz ? Nulla, così abbiamo imparato a difenderci da soli".
Shalom, pace, signor Recanati.
Mauro Suttora
Ora speriamo
A Gerusalemme credevano che l'intifada fosse un sogno. Cosa la Palestina pensa di Israele
dall'inviato Mauro Suttora
Europeo, 30 dicembre 1988
Gerusalemme Est
Al Qods (Palestina), anno 1409 dell'era musulmana
Per il signor Nasser Hamammreh, 24 anni, la strada che da Gerusalemme porta a Bait Lahm e poi giu' fino a Khalil è quella che percorre in cellulare ogni volta che gli israeliani lo arrestano.
E gia' successo sei volte : la prima quando aveva 15 anni , l' ultima lo scorso settembre , quando e' rimasto in carcere per tre settimane.
Giovedi' 15 dicembre questo " figlio della rivoluzione", vanto del presidente Arafat, questo " generale ragazzo " che in un solo anno di intifada ha fatto fare piu' strada alla Palestina che non in vent'anni di guida da parte dei vecchi colonnelli dell' Olp , ha esultato in silenzio . Esattamente come aveva fatto un mese fa , alla proclamazione dello Stato di Palestina : il coprifuoco imposto dai militari israeliani soffoca infatti ogni manifestazione di gioia .
"Siamo tutti sotto shock , anche se ce l' aspettavamo " , commenta adesso Nasser , all' inizio delle trattative fra Olp e Usa a Tunisi .
È sabato mattina , a Gerusalemme tutto tace : gli ebrei osservano scrupolosamente il riposo del " shabbat" .
Nel bollettino quasi quotidiano delle case palestinesi rase al suolo per rappresaglia dagli israeliani , pubblicato sul Jerusalem Post, leggiamo che nel villaggio di Kissan , vicino a Betlemme , ieri sono state distrutte dalle ruspe ben 23 case su 28 . Ci colpisce non solo la quasi totale distruzione di un villaggio , ma anche la mancanza di motivazioni addotte dalle autorita' israeliane : " Erano costruzioni abusive " , ha dichiarato il portavoce dell' esercito , senza accennare al lancio di pietre contro auto israeliane , che e' il motivo di rappresaglia piu' comune .
Se pero' si applicasse il criterio di buttar giu' tutte le case palestinesi abusive della Cisgiordania , ne rimarrebbero in piedi ben poche.
Saliamo su un taxi guidato da un palestinese (che fortuna per Israele gli arabi che lavorano al sabato!) e ci facciamo condurre a Kissan. Ma dopo Betlemme il tassista si confonde e ci porta a Husan . Incrociamo una camionetta dell' esercito israeliano che sta pattugliando il paese e i soldati ci consigliano di non entrare , perche' il taxi ha targa israeliana (gialla , mentre quelle dei territori occupati sono blu) . Cosi' scendo e mi incammino da solo verso il centro di Husan .
Dopo pochi minuti sono circondato da ragazzini , poi si ferma una scassatissima Volkswagen e due giovani mi chiedono chi sono . Stabilito che non sono un agente del Mossad travestito da giornalista per identificare i capirivolta di ogni villaggio (e' capitato) , vengo invitato a casa di Nasser Hamammreh .
E una bella villetta circondata dalle viti, con stanze pulite e disadorne . In quella dove vengo fatto accomodare c' e' una pila di cuscini in un angolo . Di notte , per dormire , li stendono per terra .
È mezzogiorno. Il padre di Nasser va nell' altra stanza a inginocchiarsi in direzione della Mecca. È l'unico in casa a lavorare (Nasser ha cinque fratelli e due sorelle), guadagna 50 shekel (poco piu' di 50 mila lire) al giorno come muratore in un' impresa di costruzioni. "Io ne guadagno 40, quando riesco a lavorare " , dice Nasser .
Dove ? " Ho fatto un corso di hotel management e ho lavorato in diversi alberghi a Gerusalemme : Shalom , Intel , Sinai . . . Ma quando , dopo due tre mesi , scoprono che sono stato in prigione per motivi politici mi licenziano ".
E lo Stato palestinese nascera' , Nasser ? " E gia' nato , un mese fa . Prima o poi gli israeliani si renderanno conto che non possono opprimerci anche a casa nostra ".
Secondo te , perche' Israele non vuole dare l' indipendenza alla Palestina? "Innanzitutto perche' la Cisgiordania per loro rappresenta un buon mercato , con manodopera a basso costo . E , poi , per ragioni di sicurezza " .
Voi che sicurezza potete garantire a Israele ?
" L' abbiamo detto mille volte : vogliamo vivere in pace con tutti , lo Stato palestinese vicino a quello israeliano " .
Un bel sogno, per ora.
"Avevano detto che era un sogno anche l' intifada , che ci avrebbero distrutto in pochi giorni , poi in poche settimane . Invece siamo sempre qui " .
Cosa faranno adesso quelli dell' Hamas , il movimento dei fondamentalisti islamici che , soprattutto a Gaza , contestano Arafat e continuano a predicare la distruzione completa di Israele ?
" Arafat e' il leader di tutti . Anche se io , personalmente , vorrei che quella palestinese fosse una repubblica islamica . . . " .
Sei anche tu di Hamas ?
" No , io sto piu' per George Habbash " .
E Habbash e' appoggiato dalla Siria . Cosa pensi del presidente siriano Assad?
"È un fratello".
Come , un fratello ? Ma se i siriani hanno attaccato i campi palestinesi di Al Fatah poche settimane fa in Libano ? "Si' , e' vero , e' un killer " .
Un fratello o un killer ?
" Sia fratello sia killer . Ma il problema non e' questo . Piuttosto , perche' l'Europa non ci aiuta ? " .
Aiutate voi me , adesso : portatemi a vedere il villaggio di Kissan, dove ieri gli israeliani hanno demolito 23 case palestinesi.
" Va bene " .
Montiamo sulla Volkswagen assieme ad Atef Al Mugrabi, un amico di Nasser che deve ritornare al campo profughi di Dehesha (10 mila abitanti , contro i 2 .700 di Husan) , dove la sua famiglia vive dal 1948.
Attorno a Husan ci sono oliveti , vigneti , campi di pomodori. Sopra una collina , una specie di fortilizio. "È l'insediamento ebraico di Hadar Betar : ci stanno 50 coloni , molti terreni li hanno sequestrati a noi senza indennizzo " , accusa Nasser .
Avete rapporti con loro ?
"No . Il loro autobus passa per Husan due volte al giorno . L' ultima volta che un ragazzino gli ha tirato qualche sasso contro , sono arrivati i soldati israeliani . Hanno lanciato gas lacrimogeni e ci hanno picchiato . Poi , senza dire nulla , hanno tolto acqua ed elettricita' a tutto Husan per 17 giorni " .
" In aprile hanno arrestato anche me " , aggiunge Atef , " quando mi hanno liberato dopo quattro mesi di prigione i miei bambini non mi riconoscevano " .
Il campo profughi di Dehesha e' sulla strada Gerusalemme-Hebron, quella che per gli ebrei e' "la via dei patriarchi". Le sue baracche sono separate dalla strada con una rete alta cinque metri , per impedire il lancio di sassi sulle auto .
Scarichiamo Atef e la sua famiglia e ci dirigiamo verso Kissan . Ci perdiamo nel dedalo di colline color ocra del deserto di Giudea . Poi un uomo su un mulo ci indica la direzione e arriviamo a Kissan al tramonto .
Fa freddo , il vento soffia , l' aria e' pulita . Lo spettacolo e' drammatico : sul ciglio di una collina , in mezzo al nulla , senza un albero attorno , ci sono due case tra i detriti . E tre tendoni bianchi della Croce rossa tedesca.
Dalle tende escono i palestinesi di Kissan che fino a ieri abitavano nelle case rase al suolo dalle ruspe israeliane.
Nasser fa da interprete , questi sono beduini che parlano solo arabo.
"Sono arrivati ieri mattina e hanno buttato giu' tutto in tre ore . Dicono che erano case abusive , e che il terreno non e' nostro . Ma non e' vero , abbiamo il contratto di proprietà".
Uno dei beduini si infila sotto una tenda e ne esce fuori con in mano un papiro ingiallito conservato nel cellophane : " Ecco il contratto , risale al 1905 ! " , esclama fiero . " Ma agli israeliani dei contratti dell' impero ottomano non importa nulla " , spiega Nasser , " probabilmente anche quassu' gli ebrei stanno meditando di costruire un insediamento di coloni ".
Ritorniamo a Gerusalemme. Al primo incrocio sulla strada da Hebron , dopo Kissan, un cartello giallo: indica la direzione verso Tkoa, l'insediamento israeliano dove abita Edoardo Recanati. Proprio lassù, sulla collina di fronte a Kissan. Salam, pace, Nasser.
Mauro Suttora
Friday, December 23, 1988
L'Irpinia e De Mita
De Mita s.p.a.
Scandali ricostruiti nel feudo del presidente segretario
Le hanno provate tutte , persino un cantiere navale in cima alle montagne . Ma finora i miliardi destinati all' Irpinia e dintorni dopo il terremoto hanno prodotto solo 380 posti di lavoro . E una valanga di finanziamenti a fondo perduto
di Mauro Suttora
Europeo, 23 dicembre 1988
Mai nella storia d' Italia tanto potere politico si e' concentrato in cosi' pochi chilometri quadrati . La provincia di Avellino sta infatti regalando alla patria il capo del governo , il capo del maggiore partito , il numero due del maggiore partito , il capo della regione piu' importante , il capo della Rai tv , il capo dei senatori del partito di maggioranza , il vicepresidente della Camera , un potente senatore gia' ministro per il Mezzogiorno, un altro senatore autorevole membro della direzione del maggiore partito...
Irpini ad honorem per contiguita' geografica sono altresi' il portavoce unico del partito di maggioranza , nonche' il massimo responsabile dei servizi segreti . Anche il direttore dell' Osservatore romano , organo ufficiale del papa , e' avellinese.
Alcune di queste cariche si assommano nella stessa persona , altre nella stessa famiglia . Il quotidiano di Napoli Il Mattino ci ha rivelato inoltre , domenica 11 dicembre , che la Banca popolare d' Irpinia di cui quasi tutti gli eminenti sopra citati sono azionisti sta per conquistare la leadership sull' intera Italia meridionale.
Niente male , per una provincia che non arriva a 500 mila abitanti . Altro che Cavour, Crispi, Giolitti, Mussolini, De Gasperi ,Moro ,Craxi : nessun capo di governo , prima di Ciriaco De Mita da Nusco , aveva mai potuto contare su una squadra cosi' imponente di conterranei piazzati nei posti chiave della nazione . Cosicche' i detrattori di De Mita parlano adesso di " clan degli avellinesi " , mentre i suoi ammiratori si compiacciono per l' inusitata fertilita ' dell' Irpinia , fino a ieri oscura e povera provincia.
E' con timoroso rispetto, quindi, che ci rechiamo nel cuore del genio politico italico per controllare se per caso corrispondano al vero alcune maldicenze . Prima fra queste , che i 63 mila miliardi stanziati per la ricostruzione dopo il terremoto in Irpinia del 1980 siano troppi e malspesi . E poi , se De Mita si sia arricchito grazie al terremoto, come insinuano i comunisti. O, perlomeno, se abbia fatto arricchire parenti e amici.
Certo Nusco e' non meglio collegata oggi al resto dell' Italia di quanto lo fosse dieci anni fa . Di treno , neanche parlarne : non solo il paesello di De Mita ma anche il capoluogo Avellino sono pressoche' irraggiungibili da Napoli in ferrovia , a meno che non si vogliano spendere giornate intere per percorrere pochi chilometri . La caratteristica principale dell' unica ferrovia irpina , che attraversa i fondovalle dei fiumi Calore e Ofanto , fino alla Puglia , e' quella di avere le stazioni piazzate in mezzo al nulla , a vari chilometri di distanza dai paesi di cui pure esibiscono il nome.
I vagoni pero' non sono vuoti: una dozzina di controllori basta a riempire ogni treno. Ma questo e' uno spreco comune a molti altri rami secchi della penisola . In corriera la situazione non migliora di molto : le 2.500 lire del biglietto Avellino-Nusco garantiscono solo che i 40 chilometri del tragitto vengano compiuti in circa due ore (due ore e mezzo se si passa per Bagnoli Irpino). Insomma , in Irpinia chi non ha la macchina e' quasi perduto.
Per fortuna a Nusco il visitatore puo' riposare nell' accogliente e nuovo hotel Colucci , tre stelle , 44 camere . Ammirando dalla terrazza a 900 metri di altitudine il panorama sul massiccio del Vulture , i monti del Matese e l' appennino Dauno , ci consoliamo per il freddo glaciale (nevica gia' da meta' novembre) assaggiando il maiale al finocchietto , i " cicalucculi " , il fegato " cu lu ' nghippu " nonche' il leggendario torrone irpino . In tutto nell' hotel ci sono due ospiti : tecnici romagnoli per la zona industriale . C' e' piu' gente d' estate ? " No , e' sempre cosi ", risponde il proprietario , desolato .
La carenza di turisti non gli ha impedito pero' di chiedere un contributo di tredici miliardi al Fondo per la ricostruzione . Infatti , oltre al contributo a fondo perduto del 75% per le nuove iniziative industriali (l' aiuto piu' alto mai concesso dopo una disgrazia nel mondo occidentale) , la generosa legge pro terremotati prevede anche di regalare soldi a non meglio precisate " imprese di servizi per le infrastrutture " alle aree industriali .
Sui tavoli dell' Italtecna (il consorzio Iri Italstat , quindi dc , che dovrebbe garantire l' " Alta vigilanza sull' esecuzione degli interventi " ) e' cosi' piovuta una valanga di richieste di finanziamenti per alberghi , imprese di trasporti e perfino per un " centro commerciale per la vendita di prodotti in pelle " che la signora Teresa D' Argenio sarebbe lieta di aprire in Avellino citta' . Citta' dove , come denuncia Maurizio Galasso del Wwf , dopo il terremoto c' e' stata una rovinosa speculazione edilizia : " E adesso vogliono costruire un' autostrada in citta' che funzionera' da tangenziale per arrivare a un megacentro commerciale completato da tempo ma mai aperto . Rovineranno una delle ultime aree verdi , taglieranno un sacco di alberi " .
Naturalmente , tutto il fervore economico che si e' impossessato dell' Irpinia negli ultimi anni provoca anche benefici indiretti : e' il famoso " indotto " , parola magica che i politici locali spiattellano quando si fa loro presente che il costo per ogni posto di lavoro creato finora e' di due miliardi e mezzo e di circa un miliardo a persona . Cifra smentita dal responsabile (avellinese ) dell' Ufficio che eroga i fondi , Elveno Pastorelli (l' ex capo dei pompieri che raggiunse la notorieta' grazie alla tragedia di Vermicino) : secondo lui il costo per addetto sara' meno di 300 milioni . Ma solo quando (e se) le imprese cominceranno tutte a produrre .
Per ora , invece , la realta' e' assai piu' preoccupante : " Soldi spesi , un migliaio di miliardi . Industrie insediate a oggi : 57 . Posti di lavoro : 380 , invece dei 3 . 500 promessi . Per ottenere il costo pro capite basta fare una divisione " , spiega secco Angelo Giusto , responsabile enti locali del Pci irpino . Il quale , peraltro , desume i suoi dati dalla relazione presentata dallo stesso Pastorelli al Parlamento in settembre , e aggiornata a cinque mesi fa . E questa , esiste gia' , la " relazione " invocata dal segretario socialista Bettino Craxi lunedi' 12 dicembre al posto della commissione d' inchiesta voluta dalle opposizioni , dal Pli e accettata perfino dai democristiani .
E l' "indotto" ? Un piccolo esempio di indotto e' il depliant dell' hotel Colucci di Nusco , stampato dalla Poligrafica irpina . Questa e' una delle 14 industrie che si sono stabilite nella zona industriale di Nusco . " Per noi la ricostruzione e' stata una manna " , spiega Gerardo Calabrese , il proprietario , " perche' prima operavamo gia' qui , ma ci mancavano le infrastrutture : strade , telefoni , l' elettricita' andava via venti volte al giorno . Adesso invece si puo' lavorare " . La Poligrafica ha 28 dipendenti , un fatturato di circa due miliardi l ' anno , e ha ricevuto un contributo di cinque miliardi e mezzo . Accanto c' e' la Dielve , che produce vetro ultraresistente per l' Enel : " Abbiamo iniziato due mesi fa , abbiamo 70 dipendenti " , dice l' ingegner Carmine Tirri . Otto miliardi li ha avuti la Dietalat , il cui stabilimento scintilla sotto il sole di fronte a un prato dove pascolano le pecore .
Questo e' il piu' grosso regalo che Calisto Tanzi , il padrone della Parmalat e di Odeon tv , abbia fatto al suo amico Ciriaco : 58 nuschesi da due anni sfornano focaccine e pizze . Veramente l' impegno era per 101 dipendenti , ma la legge consente che il 70% del totale possa essere raggiunto nello spazio di quattro anni . " E adesso " , annuncia Sergio Piccini , portavoce della Parmalat , " con il lancio della torta frutta faremo 35 assunzioni a tempo determinato " . Un regalo ancora piu' grande , pero' , e' stato Ciriaco a farlo . A se stesso . Infatti la piu' grande delle otto nuove aree industriali in provincia di Avellino sara' proprio questa di Nusco : 200 miliardi di contributi alle 14 aziende (che promettono a pieno regime 980 addetti) , piu' imponenti investimenti in superstrade , elettrodotti , acquedotti . Inoltre sono vicinissime a Nusco anche altre due aree industriali : quelle di Sant' Angelo dei Lombardi (due imprese , 178 addetti , 29 miliardi di contributi) e Morra De Sanctis (cinque imprese , 594 addetti , 95 miliardi) .
Guarda caso , a Morra De Sanctis e' nato Giuseppe Gargani , 53 anni , da sempre fedelissimo di De Mita , deputato , presidente della commissione Giustizia alla Camera , e soprattutto da quando in aprile Ciriaco e' diventato presidente del Consiglio coordinatore della segreteria dc . Cioe' , numero due del partito , perlomeno fino al congresso . A Morra si e' verificato l' ormai celebre fiasco della Tormene , che inopinatamente avrebbe dovuto produrre barche in un " cantiere " piantato in mezzo ad aspre montagne . Costo per il contribuente : piu' di quattro miliardi . Ma neanche le altre tre iniziative (Fisa , Flexplan e Teletecnica) hanno trovato sorte migliore : nonostante abbiano ingoiato 16 miliardi di contributi , rimangono dei fantasmi . Allora l' anno scorso e' intervenuta , provvidenziale , l' Aeritalia di Napoli (che nella lottizzazione delle Partecipazioni statali spetta alla Dc) , la quale in cambio di 75 miliardi promette di creare 360 posti di lavoro .
A Sant' Angelo dei Lombardi (uno dei comuni piu' colpiti dal terremoto : 500 morti sul totale delle 3 mila vittime) si sono invece installate due aziende : la Ferrero , che da' lavoro a 127 persone (contributo : 24 miliardi) e la Ifs (Industria filtri sud) . I capannoni di quest' ultima sono terminati , perfetto e' il raccordo stradale : peccato che non sia presente nessuno dei 51 addetti promessi , e che non ci sia alcun segno di vita . La Ferrero , invece (che qui produce la sua famosa Nutella) , la scorsa settimana si e' assunta anche un altro incarico molto importante per la provincia di Avellino : sollecitata dal prefetto Raffaele Sbrescia e dalla Coldiretti , si e' impegnata a comprare ben 80 mila quintali di nocciole (materia prima della Nutella) dai diecimila contadini irpini che le producono , e che negli ultimi due anni sono stati messi in crisi dalla concorrenza turca . Cosi' , grazie alla piemontese Ferrero , gli alberi di nocciole irpini non verranno tagliati .
Un' altra grande industria del nord che e' calata in provincia di Avellino approfittando dei contributi post terremoto e ' l' altoatesina Zuegg . Si e' stabilita nell' area industriale di San Mango sul Calore , vicina , questa , al paese di Montefalcione , dove e' nato Nicola Mancino (presidente dei senatori dc da quattro anni e capogruppo al consiglio comunale di Avellino) . A San Mango , pero' , per ora tutto tace . La Zuegg infatti offre solo lavori stagionali ai suoi 40 addetti che producono marmellate . Ma anche le altre nove industrie non sono ancora in produzione , nonostante i 129 miliardi di finanziamenti a fondo perduto e i capannoni che sono quasi tutti gia' pronti .
" Inizieremo l' attivita' entro la fine dell' anno " , promette Helmut Kling , un imprenditore tedesco che ha ricevuto 22 miliardi per il suo calzaturificio , dove dovrebbero lavorare 200 persone . Il problema e' che il signor Kling ha gia' , da nove anni , un calzaturificio a Mercogliano , nella zona industriale di Avellino (area non terremotata) . Adesso vorrebbe che una cinquantina dei suoi 160 operai di Mercogliano si trasferissero a San Mango , che dista 30 chilometri , per avviare gli impianti . I sindacati e anche il sindaco di Mercogliano lo accusano di stare in realta' preparando la chiusura o la vendita del vecchio impianto , per trasferirsi nel nuovo . In pratica , un rinnovo degli impianti a spese dello Stato . Ma Kling nega , e assicura di volersi tenere entrambi gli stabilimenti . Quanto all' obbligare 50 operai a fare i pendolari fra Avellino e San Mango , non potra' essere certo lui , che ogni week end se ne torna in auto nella sua casa a Verona , a comprendere le virtu' della sedentarieta' .
Nella zona industriale di Lacedonia , all' estremo oriente dell' Irpinia , si e' verificato il caso della Mulat . E un caso significativo . Siamo nel feudo del senatore dc Salverino De Vito , 62 anni , non rimpianto ministro per il Mezzogiorno fino all' anno scorso . De Vito e' anche sindaco di Bisaccia , comune dove nel 1987 c' erano ancora 450 famiglie rifugiate in container . Quattro anni fa la Mulat , un' azienda che impacchetta latte (proveniente dalla Germania : quello munto dalle vacche locali viene considerato troppo acido) , chiede e ottiene venti miliardi promettendo 98 posti di lavoro . Ebbene , oggi i 23 dipendenti sono in cassa integrazione , e il proprietario vuole chiudere .
Il proprietario e' il fratello del segretario regionale della Dc campana , l' avellinese Antonio Argenziano . Anzi , proprio segretario no : e' " coordinatore della segreteria " , in attesa che l' attuale segretario , il senatore Ortensio Zecchino di Ariano Irpino (membro della direzione nazionale dc , demitiano di ferro) si faccia piu' in la' . Ma Zecchino , imitando in questo De Mita , tituba , non vuole mollare la poltrona : meglio il partito o lo Stato ? E allora , per tener calmo lo scalpitante Argenziano , nonche' per premiare la sua professionalita' medica (di concessionario Renault) , ecco che gli regala una seconda poltrona : consigliere di amministrazione dell' Usl di Ariano Irpino . Ma non e' finita qui . Argenziano infatti in totale di poltrone ne ha quattro . E anche responsabile enti locali della Dc di Avellino , e soprattutto presidente della potente Asi (Associazione sviluppo industriale) , la quale vorrebbe prendere in gestione le aree industriali . Cosi' forse potra' fare altri favori alla Mulat di suo fratello .
Nel turbinio della intricata vita politica irpina pochi giorni fa si e' anche verificata la nomina del socialista Pasquale Ferrara a vicepresidente dell' Asi . Lo ha messo li' non il Psi , ma la Dc : Ferrara infatti era consigliere comunale di Avellino , ma la prima non eletta socialista , Enza Battista , aveva fatto ricorso per brogli elettorali . Allora il capogruppo dc Mancino , piuttosto che rischiare di perdere la maggioranza assoluta conquistata nell' 85 , si e' trasformato in paciere per le liti socialiste : ha fatto entrare la Battista in consiglio comunale tacitandola , e ha ricompensato Ferrara con la vicepresidenza dell' Asi .
Ecco, la Democrazia cristiana di Avellino e' una macchina cosi' oliata e perfetta da poter risolvere persino le liti altrui . Ai recalcitranti promette posti , gli irriducibili vengono irrimediabilmente emarginati . I figli , e i giovani , se fedeli , vengono lautamente ricompensati : cosi' Biagio Agnes da Serino ha assunto al suo Tg1 il figlio dell' ex sindaco dc di Avellino Giovanni Pionati , nonche' Luigi Marzullo , irpino noto piu' come accompagnatore della first baby Antonia De Mita che per la sua attivita' giornalistica . L' unico ribelle e' rimasto Giuseppe De Mita , nipote di Ciriaco . La sua tremenda colpa? Democristiano , ma andreottiano.
Mauro Suttora
Scandali ricostruiti nel feudo del presidente segretario
Le hanno provate tutte , persino un cantiere navale in cima alle montagne . Ma finora i miliardi destinati all' Irpinia e dintorni dopo il terremoto hanno prodotto solo 380 posti di lavoro . E una valanga di finanziamenti a fondo perduto
di Mauro Suttora
Europeo, 23 dicembre 1988
Mai nella storia d' Italia tanto potere politico si e' concentrato in cosi' pochi chilometri quadrati . La provincia di Avellino sta infatti regalando alla patria il capo del governo , il capo del maggiore partito , il numero due del maggiore partito , il capo della regione piu' importante , il capo della Rai tv , il capo dei senatori del partito di maggioranza , il vicepresidente della Camera , un potente senatore gia' ministro per il Mezzogiorno, un altro senatore autorevole membro della direzione del maggiore partito...
Irpini ad honorem per contiguita' geografica sono altresi' il portavoce unico del partito di maggioranza , nonche' il massimo responsabile dei servizi segreti . Anche il direttore dell' Osservatore romano , organo ufficiale del papa , e' avellinese.
Alcune di queste cariche si assommano nella stessa persona , altre nella stessa famiglia . Il quotidiano di Napoli Il Mattino ci ha rivelato inoltre , domenica 11 dicembre , che la Banca popolare d' Irpinia di cui quasi tutti gli eminenti sopra citati sono azionisti sta per conquistare la leadership sull' intera Italia meridionale.
Niente male , per una provincia che non arriva a 500 mila abitanti . Altro che Cavour, Crispi, Giolitti, Mussolini, De Gasperi ,Moro ,Craxi : nessun capo di governo , prima di Ciriaco De Mita da Nusco , aveva mai potuto contare su una squadra cosi' imponente di conterranei piazzati nei posti chiave della nazione . Cosicche' i detrattori di De Mita parlano adesso di " clan degli avellinesi " , mentre i suoi ammiratori si compiacciono per l' inusitata fertilita ' dell' Irpinia , fino a ieri oscura e povera provincia.
E' con timoroso rispetto, quindi, che ci rechiamo nel cuore del genio politico italico per controllare se per caso corrispondano al vero alcune maldicenze . Prima fra queste , che i 63 mila miliardi stanziati per la ricostruzione dopo il terremoto in Irpinia del 1980 siano troppi e malspesi . E poi , se De Mita si sia arricchito grazie al terremoto, come insinuano i comunisti. O, perlomeno, se abbia fatto arricchire parenti e amici.
Certo Nusco e' non meglio collegata oggi al resto dell' Italia di quanto lo fosse dieci anni fa . Di treno , neanche parlarne : non solo il paesello di De Mita ma anche il capoluogo Avellino sono pressoche' irraggiungibili da Napoli in ferrovia , a meno che non si vogliano spendere giornate intere per percorrere pochi chilometri . La caratteristica principale dell' unica ferrovia irpina , che attraversa i fondovalle dei fiumi Calore e Ofanto , fino alla Puglia , e' quella di avere le stazioni piazzate in mezzo al nulla , a vari chilometri di distanza dai paesi di cui pure esibiscono il nome.
I vagoni pero' non sono vuoti: una dozzina di controllori basta a riempire ogni treno. Ma questo e' uno spreco comune a molti altri rami secchi della penisola . In corriera la situazione non migliora di molto : le 2.500 lire del biglietto Avellino-Nusco garantiscono solo che i 40 chilometri del tragitto vengano compiuti in circa due ore (due ore e mezzo se si passa per Bagnoli Irpino). Insomma , in Irpinia chi non ha la macchina e' quasi perduto.
Per fortuna a Nusco il visitatore puo' riposare nell' accogliente e nuovo hotel Colucci , tre stelle , 44 camere . Ammirando dalla terrazza a 900 metri di altitudine il panorama sul massiccio del Vulture , i monti del Matese e l' appennino Dauno , ci consoliamo per il freddo glaciale (nevica gia' da meta' novembre) assaggiando il maiale al finocchietto , i " cicalucculi " , il fegato " cu lu ' nghippu " nonche' il leggendario torrone irpino . In tutto nell' hotel ci sono due ospiti : tecnici romagnoli per la zona industriale . C' e' piu' gente d' estate ? " No , e' sempre cosi ", risponde il proprietario , desolato .
La carenza di turisti non gli ha impedito pero' di chiedere un contributo di tredici miliardi al Fondo per la ricostruzione . Infatti , oltre al contributo a fondo perduto del 75% per le nuove iniziative industriali (l' aiuto piu' alto mai concesso dopo una disgrazia nel mondo occidentale) , la generosa legge pro terremotati prevede anche di regalare soldi a non meglio precisate " imprese di servizi per le infrastrutture " alle aree industriali .
Sui tavoli dell' Italtecna (il consorzio Iri Italstat , quindi dc , che dovrebbe garantire l' " Alta vigilanza sull' esecuzione degli interventi " ) e' cosi' piovuta una valanga di richieste di finanziamenti per alberghi , imprese di trasporti e perfino per un " centro commerciale per la vendita di prodotti in pelle " che la signora Teresa D' Argenio sarebbe lieta di aprire in Avellino citta' . Citta' dove , come denuncia Maurizio Galasso del Wwf , dopo il terremoto c' e' stata una rovinosa speculazione edilizia : " E adesso vogliono costruire un' autostrada in citta' che funzionera' da tangenziale per arrivare a un megacentro commerciale completato da tempo ma mai aperto . Rovineranno una delle ultime aree verdi , taglieranno un sacco di alberi " .
Naturalmente , tutto il fervore economico che si e' impossessato dell' Irpinia negli ultimi anni provoca anche benefici indiretti : e' il famoso " indotto " , parola magica che i politici locali spiattellano quando si fa loro presente che il costo per ogni posto di lavoro creato finora e' di due miliardi e mezzo e di circa un miliardo a persona . Cifra smentita dal responsabile (avellinese ) dell' Ufficio che eroga i fondi , Elveno Pastorelli (l' ex capo dei pompieri che raggiunse la notorieta' grazie alla tragedia di Vermicino) : secondo lui il costo per addetto sara' meno di 300 milioni . Ma solo quando (e se) le imprese cominceranno tutte a produrre .
Per ora , invece , la realta' e' assai piu' preoccupante : " Soldi spesi , un migliaio di miliardi . Industrie insediate a oggi : 57 . Posti di lavoro : 380 , invece dei 3 . 500 promessi . Per ottenere il costo pro capite basta fare una divisione " , spiega secco Angelo Giusto , responsabile enti locali del Pci irpino . Il quale , peraltro , desume i suoi dati dalla relazione presentata dallo stesso Pastorelli al Parlamento in settembre , e aggiornata a cinque mesi fa . E questa , esiste gia' , la " relazione " invocata dal segretario socialista Bettino Craxi lunedi' 12 dicembre al posto della commissione d' inchiesta voluta dalle opposizioni , dal Pli e accettata perfino dai democristiani .
E l' "indotto" ? Un piccolo esempio di indotto e' il depliant dell' hotel Colucci di Nusco , stampato dalla Poligrafica irpina . Questa e' una delle 14 industrie che si sono stabilite nella zona industriale di Nusco . " Per noi la ricostruzione e' stata una manna " , spiega Gerardo Calabrese , il proprietario , " perche' prima operavamo gia' qui , ma ci mancavano le infrastrutture : strade , telefoni , l' elettricita' andava via venti volte al giorno . Adesso invece si puo' lavorare " . La Poligrafica ha 28 dipendenti , un fatturato di circa due miliardi l ' anno , e ha ricevuto un contributo di cinque miliardi e mezzo . Accanto c' e' la Dielve , che produce vetro ultraresistente per l' Enel : " Abbiamo iniziato due mesi fa , abbiamo 70 dipendenti " , dice l' ingegner Carmine Tirri . Otto miliardi li ha avuti la Dietalat , il cui stabilimento scintilla sotto il sole di fronte a un prato dove pascolano le pecore .
Questo e' il piu' grosso regalo che Calisto Tanzi , il padrone della Parmalat e di Odeon tv , abbia fatto al suo amico Ciriaco : 58 nuschesi da due anni sfornano focaccine e pizze . Veramente l' impegno era per 101 dipendenti , ma la legge consente che il 70% del totale possa essere raggiunto nello spazio di quattro anni . " E adesso " , annuncia Sergio Piccini , portavoce della Parmalat , " con il lancio della torta frutta faremo 35 assunzioni a tempo determinato " . Un regalo ancora piu' grande , pero' , e' stato Ciriaco a farlo . A se stesso . Infatti la piu' grande delle otto nuove aree industriali in provincia di Avellino sara' proprio questa di Nusco : 200 miliardi di contributi alle 14 aziende (che promettono a pieno regime 980 addetti) , piu' imponenti investimenti in superstrade , elettrodotti , acquedotti . Inoltre sono vicinissime a Nusco anche altre due aree industriali : quelle di Sant' Angelo dei Lombardi (due imprese , 178 addetti , 29 miliardi di contributi) e Morra De Sanctis (cinque imprese , 594 addetti , 95 miliardi) .
Guarda caso , a Morra De Sanctis e' nato Giuseppe Gargani , 53 anni , da sempre fedelissimo di De Mita , deputato , presidente della commissione Giustizia alla Camera , e soprattutto da quando in aprile Ciriaco e' diventato presidente del Consiglio coordinatore della segreteria dc . Cioe' , numero due del partito , perlomeno fino al congresso . A Morra si e' verificato l' ormai celebre fiasco della Tormene , che inopinatamente avrebbe dovuto produrre barche in un " cantiere " piantato in mezzo ad aspre montagne . Costo per il contribuente : piu' di quattro miliardi . Ma neanche le altre tre iniziative (Fisa , Flexplan e Teletecnica) hanno trovato sorte migliore : nonostante abbiano ingoiato 16 miliardi di contributi , rimangono dei fantasmi . Allora l' anno scorso e' intervenuta , provvidenziale , l' Aeritalia di Napoli (che nella lottizzazione delle Partecipazioni statali spetta alla Dc) , la quale in cambio di 75 miliardi promette di creare 360 posti di lavoro .
A Sant' Angelo dei Lombardi (uno dei comuni piu' colpiti dal terremoto : 500 morti sul totale delle 3 mila vittime) si sono invece installate due aziende : la Ferrero , che da' lavoro a 127 persone (contributo : 24 miliardi) e la Ifs (Industria filtri sud) . I capannoni di quest' ultima sono terminati , perfetto e' il raccordo stradale : peccato che non sia presente nessuno dei 51 addetti promessi , e che non ci sia alcun segno di vita . La Ferrero , invece (che qui produce la sua famosa Nutella) , la scorsa settimana si e' assunta anche un altro incarico molto importante per la provincia di Avellino : sollecitata dal prefetto Raffaele Sbrescia e dalla Coldiretti , si e' impegnata a comprare ben 80 mila quintali di nocciole (materia prima della Nutella) dai diecimila contadini irpini che le producono , e che negli ultimi due anni sono stati messi in crisi dalla concorrenza turca . Cosi' , grazie alla piemontese Ferrero , gli alberi di nocciole irpini non verranno tagliati .
Un' altra grande industria del nord che e' calata in provincia di Avellino approfittando dei contributi post terremoto e ' l' altoatesina Zuegg . Si e' stabilita nell' area industriale di San Mango sul Calore , vicina , questa , al paese di Montefalcione , dove e' nato Nicola Mancino (presidente dei senatori dc da quattro anni e capogruppo al consiglio comunale di Avellino) . A San Mango , pero' , per ora tutto tace . La Zuegg infatti offre solo lavori stagionali ai suoi 40 addetti che producono marmellate . Ma anche le altre nove industrie non sono ancora in produzione , nonostante i 129 miliardi di finanziamenti a fondo perduto e i capannoni che sono quasi tutti gia' pronti .
" Inizieremo l' attivita' entro la fine dell' anno " , promette Helmut Kling , un imprenditore tedesco che ha ricevuto 22 miliardi per il suo calzaturificio , dove dovrebbero lavorare 200 persone . Il problema e' che il signor Kling ha gia' , da nove anni , un calzaturificio a Mercogliano , nella zona industriale di Avellino (area non terremotata) . Adesso vorrebbe che una cinquantina dei suoi 160 operai di Mercogliano si trasferissero a San Mango , che dista 30 chilometri , per avviare gli impianti . I sindacati e anche il sindaco di Mercogliano lo accusano di stare in realta' preparando la chiusura o la vendita del vecchio impianto , per trasferirsi nel nuovo . In pratica , un rinnovo degli impianti a spese dello Stato . Ma Kling nega , e assicura di volersi tenere entrambi gli stabilimenti . Quanto all' obbligare 50 operai a fare i pendolari fra Avellino e San Mango , non potra' essere certo lui , che ogni week end se ne torna in auto nella sua casa a Verona , a comprendere le virtu' della sedentarieta' .
Nella zona industriale di Lacedonia , all' estremo oriente dell' Irpinia , si e' verificato il caso della Mulat . E un caso significativo . Siamo nel feudo del senatore dc Salverino De Vito , 62 anni , non rimpianto ministro per il Mezzogiorno fino all' anno scorso . De Vito e' anche sindaco di Bisaccia , comune dove nel 1987 c' erano ancora 450 famiglie rifugiate in container . Quattro anni fa la Mulat , un' azienda che impacchetta latte (proveniente dalla Germania : quello munto dalle vacche locali viene considerato troppo acido) , chiede e ottiene venti miliardi promettendo 98 posti di lavoro . Ebbene , oggi i 23 dipendenti sono in cassa integrazione , e il proprietario vuole chiudere .
Il proprietario e' il fratello del segretario regionale della Dc campana , l' avellinese Antonio Argenziano . Anzi , proprio segretario no : e' " coordinatore della segreteria " , in attesa che l' attuale segretario , il senatore Ortensio Zecchino di Ariano Irpino (membro della direzione nazionale dc , demitiano di ferro) si faccia piu' in la' . Ma Zecchino , imitando in questo De Mita , tituba , non vuole mollare la poltrona : meglio il partito o lo Stato ? E allora , per tener calmo lo scalpitante Argenziano , nonche' per premiare la sua professionalita' medica (di concessionario Renault) , ecco che gli regala una seconda poltrona : consigliere di amministrazione dell' Usl di Ariano Irpino . Ma non e' finita qui . Argenziano infatti in totale di poltrone ne ha quattro . E anche responsabile enti locali della Dc di Avellino , e soprattutto presidente della potente Asi (Associazione sviluppo industriale) , la quale vorrebbe prendere in gestione le aree industriali . Cosi' forse potra' fare altri favori alla Mulat di suo fratello .
Nel turbinio della intricata vita politica irpina pochi giorni fa si e' anche verificata la nomina del socialista Pasquale Ferrara a vicepresidente dell' Asi . Lo ha messo li' non il Psi , ma la Dc : Ferrara infatti era consigliere comunale di Avellino , ma la prima non eletta socialista , Enza Battista , aveva fatto ricorso per brogli elettorali . Allora il capogruppo dc Mancino , piuttosto che rischiare di perdere la maggioranza assoluta conquistata nell' 85 , si e' trasformato in paciere per le liti socialiste : ha fatto entrare la Battista in consiglio comunale tacitandola , e ha ricompensato Ferrara con la vicepresidenza dell' Asi .
Ecco, la Democrazia cristiana di Avellino e' una macchina cosi' oliata e perfetta da poter risolvere persino le liti altrui . Ai recalcitranti promette posti , gli irriducibili vengono irrimediabilmente emarginati . I figli , e i giovani , se fedeli , vengono lautamente ricompensati : cosi' Biagio Agnes da Serino ha assunto al suo Tg1 il figlio dell' ex sindaco dc di Avellino Giovanni Pionati , nonche' Luigi Marzullo , irpino noto piu' come accompagnatore della first baby Antonia De Mita che per la sua attivita' giornalistica . L' unico ribelle e' rimasto Giuseppe De Mita , nipote di Ciriaco . La sua tremenda colpa? Democristiano , ma andreottiano.
Mauro Suttora
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