dall'inviato Mauro Suttora
Europeo, 30 dicembre 1988
Gerusalemme Est
Al Qods (Palestina), anno 1409 dell'era musulmana
Per il signor Nasser Hamammreh, 24 anni, la strada che da Gerusalemme porta a Bait Lahm e poi giu' fino a Khalil è quella che percorre in cellulare ogni volta che gli israeliani lo arrestano.
E gia' successo sei volte : la prima quando aveva 15 anni , l' ultima lo scorso settembre , quando e' rimasto in carcere per tre settimane.
Giovedi' 15 dicembre questo " figlio della rivoluzione", vanto del presidente Arafat, questo " generale ragazzo " che in un solo anno di intifada ha fatto fare piu' strada alla Palestina che non in vent'anni di guida da parte dei vecchi colonnelli dell' Olp , ha esultato in silenzio . Esattamente come aveva fatto un mese fa , alla proclamazione dello Stato di Palestina : il coprifuoco imposto dai militari israeliani soffoca infatti ogni manifestazione di gioia .
"Siamo tutti sotto shock , anche se ce l' aspettavamo " , commenta adesso Nasser , all' inizio delle trattative fra Olp e Usa a Tunisi .
È sabato mattina , a Gerusalemme tutto tace : gli ebrei osservano scrupolosamente il riposo del " shabbat" .
Nel bollettino quasi quotidiano delle case palestinesi rase al suolo per rappresaglia dagli israeliani , pubblicato sul Jerusalem Post, leggiamo che nel villaggio di Kissan , vicino a Betlemme , ieri sono state distrutte dalle ruspe ben 23 case su 28 . Ci colpisce non solo la quasi totale distruzione di un villaggio , ma anche la mancanza di motivazioni addotte dalle autorita' israeliane : " Erano costruzioni abusive " , ha dichiarato il portavoce dell' esercito , senza accennare al lancio di pietre contro auto israeliane , che e' il motivo di rappresaglia piu' comune .
Se pero' si applicasse il criterio di buttar giu' tutte le case palestinesi abusive della Cisgiordania , ne rimarrebbero in piedi ben poche.
Saliamo su un taxi guidato da un palestinese (che fortuna per Israele gli arabi che lavorano al sabato!) e ci facciamo condurre a Kissan. Ma dopo Betlemme il tassista si confonde e ci porta a Husan . Incrociamo una camionetta dell' esercito israeliano che sta pattugliando il paese e i soldati ci consigliano di non entrare , perche' il taxi ha targa israeliana (gialla , mentre quelle dei territori occupati sono blu) . Cosi' scendo e mi incammino da solo verso il centro di Husan .
Dopo pochi minuti sono circondato da ragazzini , poi si ferma una scassatissima Volkswagen e due giovani mi chiedono chi sono . Stabilito che non sono un agente del Mossad travestito da giornalista per identificare i capirivolta di ogni villaggio (e' capitato) , vengo invitato a casa di Nasser Hamammreh .
E una bella villetta circondata dalle viti, con stanze pulite e disadorne . In quella dove vengo fatto accomodare c' e' una pila di cuscini in un angolo . Di notte , per dormire , li stendono per terra .
È mezzogiorno. Il padre di Nasser va nell' altra stanza a inginocchiarsi in direzione della Mecca. È l'unico in casa a lavorare (Nasser ha cinque fratelli e due sorelle), guadagna 50 shekel (poco piu' di 50 mila lire) al giorno come muratore in un' impresa di costruzioni. "Io ne guadagno 40, quando riesco a lavorare " , dice Nasser .
Dove ? " Ho fatto un corso di hotel management e ho lavorato in diversi alberghi a Gerusalemme : Shalom , Intel , Sinai . . . Ma quando , dopo due tre mesi , scoprono che sono stato in prigione per motivi politici mi licenziano ".
E lo Stato palestinese nascera' , Nasser ? " E gia' nato , un mese fa . Prima o poi gli israeliani si renderanno conto che non possono opprimerci anche a casa nostra ".
Secondo te , perche' Israele non vuole dare l' indipendenza alla Palestina? "Innanzitutto perche' la Cisgiordania per loro rappresenta un buon mercato , con manodopera a basso costo . E , poi , per ragioni di sicurezza " .
Voi che sicurezza potete garantire a Israele ?
" L' abbiamo detto mille volte : vogliamo vivere in pace con tutti , lo Stato palestinese vicino a quello israeliano " .
Un bel sogno, per ora.
"Avevano detto che era un sogno anche l' intifada , che ci avrebbero distrutto in pochi giorni , poi in poche settimane . Invece siamo sempre qui " .
Cosa faranno adesso quelli dell' Hamas , il movimento dei fondamentalisti islamici che , soprattutto a Gaza , contestano Arafat e continuano a predicare la distruzione completa di Israele ?
" Arafat e' il leader di tutti . Anche se io , personalmente , vorrei che quella palestinese fosse una repubblica islamica . . . " .
Sei anche tu di Hamas ?
" No , io sto piu' per George Habbash " .
E Habbash e' appoggiato dalla Siria . Cosa pensi del presidente siriano Assad?
"È un fratello".
Come , un fratello ? Ma se i siriani hanno attaccato i campi palestinesi di Al Fatah poche settimane fa in Libano ? "Si' , e' vero , e' un killer " .
Un fratello o un killer ?
" Sia fratello sia killer . Ma il problema non e' questo . Piuttosto , perche' l'Europa non ci aiuta ? " .
Aiutate voi me , adesso : portatemi a vedere il villaggio di Kissan, dove ieri gli israeliani hanno demolito 23 case palestinesi.
" Va bene " .
Montiamo sulla Volkswagen assieme ad Atef Al Mugrabi, un amico di Nasser che deve ritornare al campo profughi di Dehesha (10 mila abitanti , contro i 2 .700 di Husan) , dove la sua famiglia vive dal 1948.
Attorno a Husan ci sono oliveti , vigneti , campi di pomodori. Sopra una collina , una specie di fortilizio. "È l'insediamento ebraico di Hadar Betar : ci stanno 50 coloni , molti terreni li hanno sequestrati a noi senza indennizzo " , accusa Nasser .
Avete rapporti con loro ?
"No . Il loro autobus passa per Husan due volte al giorno . L' ultima volta che un ragazzino gli ha tirato qualche sasso contro , sono arrivati i soldati israeliani . Hanno lanciato gas lacrimogeni e ci hanno picchiato . Poi , senza dire nulla , hanno tolto acqua ed elettricita' a tutto Husan per 17 giorni " .
" In aprile hanno arrestato anche me " , aggiunge Atef , " quando mi hanno liberato dopo quattro mesi di prigione i miei bambini non mi riconoscevano " .
Il campo profughi di Dehesha e' sulla strada Gerusalemme-Hebron, quella che per gli ebrei e' "la via dei patriarchi". Le sue baracche sono separate dalla strada con una rete alta cinque metri , per impedire il lancio di sassi sulle auto .
Scarichiamo Atef e la sua famiglia e ci dirigiamo verso Kissan . Ci perdiamo nel dedalo di colline color ocra del deserto di Giudea . Poi un uomo su un mulo ci indica la direzione e arriviamo a Kissan al tramonto .
Fa freddo , il vento soffia , l' aria e' pulita . Lo spettacolo e' drammatico : sul ciglio di una collina , in mezzo al nulla , senza un albero attorno , ci sono due case tra i detriti . E tre tendoni bianchi della Croce rossa tedesca.
Dalle tende escono i palestinesi di Kissan che fino a ieri abitavano nelle case rase al suolo dalle ruspe israeliane.
Nasser fa da interprete , questi sono beduini che parlano solo arabo.
"Sono arrivati ieri mattina e hanno buttato giu' tutto in tre ore . Dicono che erano case abusive , e che il terreno non e' nostro . Ma non e' vero , abbiamo il contratto di proprietà".
Uno dei beduini si infila sotto una tenda e ne esce fuori con in mano un papiro ingiallito conservato nel cellophane : " Ecco il contratto , risale al 1905 ! " , esclama fiero . " Ma agli israeliani dei contratti dell' impero ottomano non importa nulla " , spiega Nasser , " probabilmente anche quassu' gli ebrei stanno meditando di costruire un insediamento di coloni ".
Ritorniamo a Gerusalemme. Al primo incrocio sulla strada da Hebron , dopo Kissan, un cartello giallo: indica la direzione verso Tkoa, l'insediamento israeliano dove abita Edoardo Recanati. Proprio lassù, sulla collina di fronte a Kissan. Salam, pace, Nasser.
Mauro Suttora