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Friday, December 30, 1988

Ora speriamo

A Gerusalemme credevano che l'intifada fosse un sogno. Cosa la Palestina pensa di Israele

dall'inviato Mauro Suttora

Europeo, 30 dicembre 1988 

Gerusalemme Est
Al Qods (Palestina), anno 1409 dell'era musulmana

Per il signor Nasser Hamammreh, 24 anni, la strada che da Gerusalemme porta a Bait Lahm e poi giu' fino a Khalil è quella che percorre in cellulare ogni volta che gli israeliani lo arrestano. 
E gia' successo sei volte : la prima quando aveva 15 anni , l' ultima lo scorso settembre , quando e' rimasto in carcere per tre settimane.
Giovedi' 15 dicembre questo " figlio della rivoluzione", vanto del presidente Arafat, questo " generale ragazzo " che in un solo anno di intifada ha fatto fare piu' strada alla Palestina che non in vent'anni di guida da parte dei vecchi colonnelli dell' Olp , ha esultato in silenzio . Esattamente come aveva fatto un mese fa , alla proclamazione dello Stato di Palestina : il coprifuoco imposto dai militari israeliani soffoca infatti ogni manifestazione di gioia . "Siamo tutti sotto shock , anche se ce l' aspettavamo " , commenta adesso Nasser , all' inizio delle trattative fra Olp e Usa a Tunisi . 

È sabato mattina , a Gerusalemme tutto tace : gli ebrei osservano scrupolosamente il riposo del " shabbat" . Nel bollettino quasi quotidiano delle case palestinesi rase al suolo per rappresaglia dagli israeliani , pubblicato sul Jerusalem Post, leggiamo che nel villaggio di Kissan , vicino a Betlemme , ieri sono state distrutte dalle ruspe ben 23 case su 28 . Ci colpisce non solo la quasi totale distruzione di un villaggio , ma anche la mancanza di motivazioni addotte dalle autorita' israeliane : " Erano costruzioni abusive " , ha dichiarato il portavoce dell' esercito , senza accennare al lancio di pietre contro auto israeliane , che e' il motivo di rappresaglia piu' comune .
Se pero' si applicasse il criterio di buttar giu' tutte le case palestinesi abusive della Cisgiordania , ne rimarrebbero in piedi ben poche.

Saliamo su un taxi guidato da un palestinese (che fortuna per Israele gli arabi che lavorano al sabato!) e ci facciamo condurre a Kissan. Ma dopo Betlemme il tassista si confonde e ci porta a Husan . Incrociamo una camionetta dell' esercito israeliano che sta pattugliando il paese e i soldati ci consigliano di non entrare , perche' il taxi ha targa israeliana (gialla , mentre quelle dei territori occupati sono blu) . Cosi' scendo e mi incammino da solo verso il centro di Husan . Dopo pochi minuti sono circondato da ragazzini , poi si ferma una scassatissima Volkswagen e due giovani mi chiedono chi sono . Stabilito che non sono un agente del Mossad travestito da giornalista per identificare i capirivolta di ogni villaggio (e' capitato) , vengo invitato a casa di Nasser Hamammreh . 

E una bella villetta circondata dalle viti, con stanze pulite e disadorne . In quella dove vengo fatto accomodare c' e' una pila di cuscini in un angolo . Di notte , per dormire , li stendono per terra . È mezzogiorno. Il padre di Nasser va nell' altra stanza a inginocchiarsi in direzione della Mecca. È l'unico in casa a lavorare (Nasser ha cinque fratelli e due sorelle), guadagna 50 shekel (poco piu' di 50 mila lire) al giorno come muratore in un' impresa di costruzioni. "Io ne guadagno 40, quando riesco a lavorare " , dice Nasser . 
Dove ? " Ho fatto un corso di hotel management e ho lavorato in diversi alberghi a Gerusalemme : Shalom , Intel , Sinai . . . Ma quando , dopo due tre mesi , scoprono che sono stato in prigione per motivi politici mi licenziano ".
E lo Stato palestinese nascera' , Nasser ? " E gia' nato , un mese fa . Prima o poi gli israeliani si renderanno conto che non possono opprimerci anche a casa nostra ".
Secondo te , perche' Israele non vuole dare l' indipendenza alla Palestina? "Innanzitutto perche' la Cisgiordania per loro rappresenta un buon mercato , con manodopera a basso costo . E , poi , per ragioni di sicurezza " .
Voi che sicurezza potete garantire a Israele ?
" L' abbiamo detto mille volte : vogliamo vivere in pace con tutti , lo Stato palestinese vicino a quello israeliano " .
Un bel sogno, per ora.
"Avevano detto che era un sogno anche l' intifada , che ci avrebbero distrutto in pochi giorni , poi in poche settimane . Invece siamo sempre qui " .
Cosa faranno adesso quelli dell' Hamas , il movimento dei fondamentalisti islamici che , soprattutto a Gaza , contestano Arafat e continuano a predicare la distruzione completa di Israele ? 
" Arafat e' il leader di tutti . Anche se io , personalmente , vorrei che quella palestinese fosse una repubblica islamica . . . " .
Sei anche tu di Hamas ?
" No , io sto piu' per George Habbash " . E Habbash e' appoggiato dalla Siria . Cosa pensi del presidente siriano Assad? 
"È un fratello".
Come , un fratello ? Ma se i siriani hanno attaccato i campi palestinesi di Al Fatah poche settimane fa in Libano ? "Si' , e' vero , e' un killer " .
Un fratello o un killer ?
" Sia fratello sia killer . Ma il problema non e' questo . Piuttosto , perche' l'Europa non ci aiuta ? " .
Aiutate voi me , adesso : portatemi a vedere il villaggio di Kissan, dove ieri gli israeliani hanno demolito 23 case palestinesi.
" Va bene " . 

 Montiamo sulla Volkswagen assieme ad Atef Al Mugrabi, un amico di Nasser che deve ritornare al campo profughi di Dehesha (10 mila abitanti , contro i 2 .700 di Husan) , dove la sua famiglia vive dal 1948. 
Attorno a Husan ci sono oliveti , vigneti , campi di pomodori. Sopra una collina , una specie di fortilizio. "È l'insediamento ebraico di Hadar Betar : ci stanno 50 coloni , molti terreni li hanno sequestrati a noi senza indennizzo " , accusa Nasser .
Avete rapporti con loro ?
"No . Il loro autobus passa per Husan due volte al giorno . L' ultima volta che un ragazzino gli ha tirato qualche sasso contro , sono arrivati i soldati israeliani . Hanno lanciato gas lacrimogeni e ci hanno picchiato . Poi , senza dire nulla , hanno tolto acqua ed elettricita' a tutto Husan per 17 giorni " .
" In aprile hanno arrestato anche me " , aggiunge Atef , " quando mi hanno liberato dopo quattro mesi di prigione i miei bambini non mi riconoscevano " .

Il campo profughi di Dehesha e' sulla strada Gerusalemme-Hebron, quella che per gli ebrei e' "la via dei patriarchi". Le sue baracche sono separate dalla strada con una rete alta cinque metri , per impedire il lancio di sassi sulle auto . 
Scarichiamo Atef e la sua famiglia e ci dirigiamo verso Kissan . Ci perdiamo nel dedalo di colline color ocra del deserto di Giudea . Poi un uomo su un mulo ci indica la direzione e arriviamo a Kissan al tramonto . Fa freddo , il vento soffia , l' aria e' pulita . Lo spettacolo e' drammatico : sul ciglio di una collina , in mezzo al nulla , senza un albero attorno , ci sono due case tra i detriti . E tre tendoni bianchi della Croce rossa tedesca.

Dalle tende escono i palestinesi di Kissan che fino a ieri abitavano nelle case rase al suolo dalle ruspe israeliane. Nasser fa da interprete , questi sono beduini che parlano solo arabo. 
"Sono arrivati ieri mattina e hanno buttato giu' tutto in tre ore . Dicono che erano case abusive , e che il terreno non e' nostro . Ma non e' vero , abbiamo il contratto di proprietà". 
Uno dei beduini si infila sotto una tenda e ne esce fuori con in mano un papiro ingiallito conservato nel cellophane : " Ecco il contratto , risale al 1905 ! " , esclama fiero . " Ma agli israeliani dei contratti dell' impero ottomano non importa nulla " , spiega Nasser , " probabilmente anche quassu' gli ebrei stanno meditando di costruire un insediamento di coloni ".

Ritorniamo a Gerusalemme. Al primo incrocio sulla strada da Hebron , dopo Kissan, un cartello giallo: indica la direzione verso Tkoa, l'insediamento israeliano dove abita Edoardo Recanati. Proprio lassù, sulla collina di fronte a Kissan. Salam, pace, Nasser.

Mauro Suttora