INCHIESTA DI COPERTINA
Europeo, 24 febbraio 1989
Grande sete: i danni della stagione piu asciutta del secolo
Acqua razionata , colture distrutte , boschi bruciati , concentrazione dell' inquinamento . Ecco , regione per regione , la mappa di un' emergenza provocata da un eccesso di bel tempo invernale . E che si potra' risolvere soltanto con una bruttissima primavera
di Salvatore Gajas
e Mauro Suttora
Ci mancava soltanto il Worldwatch Institute . Il prestigioso centro di futurologia statunitense venerdi' 10 febbraio ha diffuso ai giornali di tutto il mondo il suo rapporto annuale . E in questo rapporto c' e' scritto , nero su bianco , che se non riduciamo l' inquinamento di ogni tipo (da quello delle industrie e quello delle auto , dal taglio delle foreste al sovrappopolamento) la Terra subira' danni irreversibili entro il 2000 . Cioe' entro dieci anni .
In Italia , intanto , molti cominciano a maledire il sole . Non piu' soltanto gli sciatori e gli albergatori di montagna che , dopo il Capodanno senza neve , vedono svanire anche la possibilita' di rifarsi con le settimane bianche di febbraio e marzo . O gli agricoltori del Sud e del Nord che hanno le colture distrutte dalla siccita' , e i vigili del fuoco costretti ai salti mortali dai mille incendi che continuano a scoppiare nei boschi secchi . Adesso anche i cittadini comuni scrutano il cielo con apprensione . Per ora soltanto quelli di Genova , Vigevano e Chioggia , che hanno gia' subito il razionamento di " sorella acqua " . Ma fin dai prossimi giorni l' emergenza siccita' si allarghera' e tocchera' concretamente la vita quotidiana di molti di noi .
Colpa nostra , maledetti inquinatori che abbiamo rovinato perfino l' elemento primario di ogni forma di vita sul nostro pianeta ? O tremenda fatalita' del destino , calamita' biblica contro cui non si puo' far nulla se non pregare ? Gli appelli apocalittici del Worldwatch Institute lasciano perplessi e scettici anche ecologisti di provata esperienza come Laura Conti , deputato del Pci . Ma certo l' inusuale siccita' che sta colpendo l' Italia in queste settimane e' aggravata dall' imprevidenza ambientale dei nostri governanti . Cosi' , nel momento in cui per cause naturali diventa poca , l' acqua potabile e' resa ancora piu' inquinata dall' atrazina , i cui livelli minimi tollerabili vengono aumentati per decreto governativo . E diversi acquedotti sono chiusi non per mancanza d' acqua , ma perche' i veleni si concentrano troppo nel poco liquido rimasto .
Ecco , regione per regione , la mappa del disastro . Provocato dal destino , ma anche dall' incuria .
PIEMONTE
Qui il bicchiere e' ancora pieno . Ma avvelenato . Per lo meno nelle province di Vercelli , Novara , Asti e Alessandria , dove atrazina , bentazone e molinate la fanno da padroni . Casale Monferrato e' all' asciutto , ma lo era gia' tre anni fa . E non perche' le falde sotterranee e i pozzi si siano inariditi (anzi , non per nulla queste sono le regioni del riso) , ma perche' diserbanti e fertilizzanti chimici sono penetrati nella terra e hanno inquinato l' acqua potabile . Eppure , in teoria , il Piemonte e' , assieme al Trentino Alto Adige , la regione italiana con la maggiore disponibilita' di acqua , sia di sorgente sia di falda . Ma la rete idrica e' antiquata . Anche in periodi normali , un quarto della popolazione piemontese riceve una quantita' di acqua potabile ritenuta insufficiente dalle stesse autorita' pubbliche .
Da ottobre il cielo e' uno specchio limpido su tutta la regione . Il raccolto di grano e' gia' dato per compromesso al 15 per cento . In provincia di Cuneo soffrono soprattutto gli alberi da frutta . Per la prima volta nella storia del Piemonte si discute sull' opportunita' di costruire serbatoi artificiali per riserve idriche . Emilio Lombardi , assessore regionale all' agricoltura , chiedera' lo stato di calamita' .
LOMBARDIA
I devoti cattolici lombardi pregano . E ormai le invovazioni sono diventate ufficiali . Domenica 12 febbraio hanno chiesto nubi all' orizzonte da tutte le chiese . Che sarebbe finita cosi' , l' aveva capito per primo un parrocco brianzolo , don Gino Molon , malgrado la delusione finale . Aveva esposto nella chiesa di Canzo (Como) le reliquie di San Miro Paredi (uno dei pochissimi santi forniti anche di cognome) , noto e apprezzato durante i secoli per le pioggie provocate in suo nome . Questa volta , pero' , nonostante le preci dei fedeli di fronte alle sue ossa , nulla di nulla . Cosi' , dopo due giorni , don Gino ha riposto San Miro nell' urna per evitargli ingiusti sarcasmi . E i brianzoli si consolano con pellegrinaggi alla fonte Gajum , dove pero' le taniche si riempiono piu' faticosamente del solito .
Le acque lombarde sono oggetto di grandi traffici . Dopo aver avvelenato le preziosissime acque sotterranee di falda (che in queste zone scorrono anche a soli 50 centimetri dalla superficie , rendendo cosi' i campi i piu' fertili d' Europa) , adesso i politici accarezzano un sogno costosissimo : dissetare Milano con l' acqua di Ticino e Adda , potabilizzata e trasportata in acquedotto dai laghi Maggiore e di Como . E il cosiddetto " piano Lambro " , che invece di far disinquinare ai colpevoli , prevede molto cemento in opere pubbliche . Costo : 5 mila miliardi , tutti soldi pubblici . Significato concreto dell' operazione : piu' appalti , piu' tangenti , piu' finanziamenti per i partiti .
A Roma , in Parlamento , circola la facile battuta : " I nordisti hanno inventato Lambro e Po per istituire la Cassa del Mezzogiorno di Milano " . Sempre in quest' ottica , assistenzialista , ammaestrati dalle centinaia di miliardi spillati grazie all' alluvione in Valtellina , i politici lombardi gia' chiedono 1 . 500 miliardi per gli agricoltori . Un' enormita' , se si pensa che la nebbia umida ha limitato i danni in Padania , e che la Sardegna ha chiesto solo 800 miliardi , ma con danni ben maggiori . Intanto , l' " acqua all' atrazina " viene bevuta da 273 mila lombardi sparsi in sei province (escluse solo Sondrio , Varese e Como , troppo montane per avere le falde gia' inquinate) e in 73 comuni . Le piu' colpite sono le province di Milano (30 comuni) e Bergamo (22) .
LIGURIA
E' la regione settentrionale piu' colpita . I " mareometri " di Genova e Savona segnalano che il mare in Liguria si e' abbassato di 36 centimetri . Ma questo e' solo l' aspetto piu' spettacolare della siccita' . A Genova c' e' il razionamento dell' acqua gia' da dieci giorni . Per ora e' vietato lavare le automobili e innaffiare i giardini . Cosi' si risparmia l' equivalente di dieci milioni di bottiglie di acqua potabile ogni giorno . Ma , in mancanza di pioggia , da lunedi' 20 febbraio scatterranno misure ben piu' restrittive . Il comune ha gia' preparato il piano di razionamento , con mappe e calendario quartiere per quartiere .
Intanto Liguria ed Emilia litigano per la " briglia " sul Cassinghero : Genova accusa Piacenza di rubarle la poca , preziosa acqua del fiume Trebbia . Altra acqua , poi , ci pensa lo stesso acquedotto di Genova a sciuparla : nonostante che le tubazioni piu' recenti risalgono agli anni ' 60 , infatti , le perdite raggiungono spesso punte del 30% , contro una percentuale del 12 fisiologica in ogni acquedotto . Cosi' , mentre il fabbisogno canonico pro capite sarebbe di 400 litri al giorno , ogni genovese anche in periodi normali puo' contare solo su 320 litri .
Infuriano gli incendi nei boschi : i danni ormai si calcolano in migliaia di ettari . Vicino a Savona e' precipitato un Canadair " innaffiatore " , e i due piloti sono morti . Una delle cause " umane " degli incendi , oltre ai piromani che stanno agendo anche in questi giorni , e' la preferenza data alle conifere nei rimboschimenti degli ultimi anni . Querce e lecci , invece , sono molto piu' resistenti al fuoco . Il sughero , poco infiammabile al contrario della resina dei pini , fa da scudo per le parti vitali dei tronchi , e permette alle querce attaccate dal fuoco di riprendersi nel giro di poche stagioni .
VENETO
Gli epicentri della siccita' qui per ora sono due : l' altopiano di Asiago (Vicenza) e Chioggia (Venezia) . I sindaci dei piccoli comuni dell' altopiano stanno emanando ordinanze per evitare l' uso dell' acqua potabile nell' innaffiamento dei giardini . L' acquedotto che rifornisce Chioggia invece e' gia' rimasto chiuso per tre giorni , fino a sabato 11 , per un inquinamento del fiume Adige . E scattato un vero e proprio piano di emergenza , come se ne vedranno molti in altre parti d' Italia se non piovera' molto e presto . Il sindaco ha fatto chiudere le scuole , la gente ha dovuto comprare il pane in comuni limitrofi . Sono arrivate in citta' autobotti sia di privati , sia del IV Corpo d' armata , di Udine , sia dei vigili del fuoco di Mestre e Vicenza . Il problema piu' grosso e' stato quello dei servizi igienici : " Va bene , non useremo l' acqua per berla o per cuocerci la pasta , ma almeno datecela per far funzionare lo sciacquone " , imploravano soprattutto i negozianti . Sabato l' acquedotto e' stato riaperto , ma l' acqua puzza di solvente al nitro . Puo' davvero servire solo per il bagno .
TRENTINO ALTO ADIGE
È la regione meno colpita dalla siccita' . Eppure in Val d' Isarco , vicino a Vipiteno , domenica scorsa e' scoppiato un incendio che e' stato difficilissimo domare per mancanza d' acqua . Ci sono voluti gli elicotteri per circoscrivere le fiamme , che minacciavano il villaggio di Campo Trens .
FRIULI VENEZIA GIULIA
Il " Tilimint " (Tagliamento) e' ridotto a un rigagnolo . Per ora non si parla di razionamenti , ma soia e mais stanno gia' soffrendo . Qui il vescovo aveva invitato a pregare gia' una settimana prima che a Milano , ma per ora egualmente senza esito . Assieme alla siccita' e' arrivata perfino la nebbia , fenomeno rarissimo da queste parti . Il Friuli e' rinomato per essere la regione piu' piovosa d' Italia , e le riserve sotterranee non sono ancora prosciugate . Ma i vigili del fuoco hanno fatto molti straordinari , dai primi di gennaio ad oggi , per affrontare incendi che sul Carso vengono aggravati dalla bora .
EMILIA ROMAGNA
A Ferrara l' acqua potabile e' un bene prezioso gia' da vari anni . Infatti , poiche' questa citta' ricava le sue scorte idriche direttamente dal Po , almeno una volta all' anno gli inquinamenti del grande fiume malato bloccano l' erogazione : vengono raggiunti livelli spaventosi di atrazina . " In Emilia Romagna c' e' stato il 64% in meno della media delle precipitazioni avvenute negli ultimi sessant' anni " , ha calcolato Mauro Bencivenga , ingegnere del Servizio idrografico del ministero dei Lavori pubblici . La Lipu (Lega italiana protezione uccelli) ha chiesto ai ministri dell' Agricoltura e dell' Ambiente l' immediata chiusura anticipata della caccia su tutto il territorio nazionale : " Milioni di uccelli migratori sostano nel nostro paese trovando rifugio in zone umide che adesso invece sono completamente secche , e non trovano tregua perche' quando non piove vanno tutti a caccia " , avvertono gli ecologisti .
Intanto , e' scoppiata la psicosi dell' acqua minerale : a Rimini diverse famiglie hanno ordinato scorte per 30 40 casse , e anche i bolognesi sono terrorizzati dalla sete . La Cerelia , una delle ditte distributrici piu' importanti , ha 600 mila bottiglie in circolazione , ma sempre meno vuoti tornano indietro . Cosi' l' Emilia Romagna si avvia a battere il proprio record di 70 litri annui di minerale a testa , secondo solo alla Lombardia.
TOSCANA
La riserva e' di nove milioni di metri cubi , si puo' andare avanti ancora per 40 giorni . Poi , per Firenze sara ' l' emergenza . I pozzi della citta' sono quasi tutti contaminati dalla trielina , l' Arno e' ridotto al 10% della sua portata , ma il bacino dell' Anconella allontana il pericolo delle autobotti militari . Sara' un' annata preziosissima quella dell' 89 per il Chianti : gia' oggi si stima una produzione d' uva decimata dal secco . Ancor peggio andando a sud , in provincia di Grosseto . L' Ombrone e' arrivato al 7% della portata . Il ricordo della grande siccita' dell' 85 e' ancora forte in Toscana , ma la soglia dell' Arno nel bacino dell' Anconella , che allora aveva raggiunto i 17 centimetri , adesso e' ancora a 38 . Ma gia' si parla di bloccare gli autolavaggi , di chiudere le piscine , di limitare il lavoro delle lavanderie e di vietare l' innaffiamento dei giardini .
UMBRIA
" Danza della pioggia " a Gubbio organizzata dal clero cittadino sotto la piu' rassicurante forma della " veglia di preghiera " . L' iniziativa ha pero' provocato reazioni rabbiose da parte della gente . Costretti a un razionamento " da Terzo mondo " , gli eugubini se la sono presa con l' amministrazione comunale , colpevole di avere annunciato tante volte , e di non aver mai realizzato , un grande serbatoio di riserva per le emergenze . A Terni la situazione e' appena migliore : l' acqua non manca , ma la pressione e' ormai tanto bassa che chi abita nei piani piu' alti delle palazzine della parte nuova della citta' deve aspettare la notte per lavarsi .
Nel capoluogo invece le cose vanno decisamente meglio . A palazzo dei Priori , sede del municipio di Perugia , i funzionari snoccialano le cifre con l' orgoglio di chi ha vinto una battaglia : " Attualmente giungono a Perugia cinquecento litri d' acqua al secondo , di cui quattrocento da pozzi e cento da sorgenti appenniniche " . Invece che diminuire , l' erogazione e' addirittura aumentata , passando dai 37 . 800 metri cubi dell' ultimo trimestre dell' 87 ai 38 . 890 metri cubi del periodo corrispondente dell' 88 . Anche per il futuro non c' e' da temere : le riserve non mancano e nel prossimo marzo la disponibilita' d' acqua sara' di 38 . 890 metri cubi , mentre in aprile si scendera' di poco , toccando i 35 . 800 metri cubi . Ma se , a parte qualche caso , le citta' e le campagne umbre non soffrono troppo per la siccita' , i piu' pessimisti pensano gia' al futuro : ad Assisi il sindaco e l' assessore ai servizi tecnici hanno messo in allarme le squadre antincendio , per la prima volta nella loro storia . E hanno preteso che si lanciassero in una estenuante serie di esercitazioni dal vivo , sotto gli occhi un po' stupefatti della gente .
MARCHE
Nessun caso di razionamento nelle citta' e che vede gli agricoltori preoccupati ma non in difficolta' . Unica eccezione : Ancona , servita da un acquedotto tanto vecchio e inefficiente da essere continuamente soggetto a guasti .
LAZIO
Roma , che consuma con i suoi oltre quattro milioni di abitanti piu' acqua di tutto il resto della regione , non soffre di problemi gravi e finisce anche , con allacciamenti volanti sul suo acquedotto , per fare da pompa di rifornimento per chi ne ha bisogno . Nell' alto Lazio la situazione e' del tutto diversa , e i problemi peggiori li hanno proprio le zone che finora venivano additate a modello di buona gestione del patrimonio idrico . E il caso del Consorzio Maremma Etrusca , che grazie a impianti modernissimi permette di norma la messa a coltura di oltre 5 . 500 ettari dalle capacita' produttive record . " Quest ' anno certo non sta andando cosi " , si lamentano a Tarquinia , centro del Consorzio . " Nel 1987 passammo grossi guai perche' l' acqua era tanta , al punto che registrammo una serie di inondazioni disastrose . Ora siamo arrivati al punto di irrigare perfino il grano , che d' inverno di solito non ne ha certo bisogno . Ma nonostante questo , una gran parte del seminato e' gia' andato in malora . Per non parlare degli altri prodotti pregiati , come il carciofo , le barbabietole e i finocchi che stanno venendo su tanto duri e immangiabili da valere la meta " .
ABRUZZO
Unica o quasi fra le regioni del Centro Sud , l' Abruzzo non sembra aver risentito della siccita' generale . All' Aquila , dove la celebre fontana delle 99 cannelle continua a gettare , giorno e notte , freschi zampilli d' acqua , nessuno sembra troppo preoccupato . Si pensa , piuttosto , al futuro . E molti discutono del progetto del primo , modernissimo depuratore , che e' stato approvato proprio in questi giorni . Il Marsica 1 , finanziato con i fondi del minstero del Tesoro per oltre 20 miliardi , sara' un gioiello nel suo genere . " Ce lo invidieranno tutti " , dicono da queste parti , " questo nuovo impianto , che sara' facilissimo da gestire , produrra' anche acque depurate per irrigare i campi " .
CAMPANIA
Le citta' da sempre servite da acquedotti vecchi e poco efficienti sono ormai alle prese con il razionamento , soprattutto nell' area che corre intorno al Vesuvio . A Napoli , che in passato ha avuto per anni l' acqua a singhiozzo , i timori sono molti , ma la situazione non sembra drammatica . " I veri guai vengono soprattutto dagli incendi nei boschi " , ha dichiarato qualche giorno fa l' assessore regionale all' agricoltura Nicola Mottola . " Ne stiamo registrando un numero impressionante , peggio che d' estate " .
PUGLIA
" Anche la siccita' e' di due tipi " , si lamenta il presidente del Consorzio bonifica apulo lucana , Angelo Schittulli . " Di serie A quella del resto d' Italia , di serie B la nostra " . Vittimismo meridionalistico ? A giudicare dalla situazione , si direbbe proprio di no . A pezzi l' agricoltura , che vede compromesso quasi l' ottanta per cento del seminato di grano e di altri cereali e che e' ormai di fronte alla terribile prospettiva di un crollo della produzione di vino e olio , due colture che proprio in questo periodo immagazzinano le proprie riserve d' acqua . Guai grossi anche per l' acqua potabile , le cui riserve sono ridotte a un decimo di quelle considerate normali . Complessivamente , in Puglia sono rimasti appena 1 , 2 miliardi di metri cubi (per tutti gli impieghi) di fronte ai circa 150 miliardi che costituiscono la norma .
BASILICATA
In questa regione , da cui sotto molti aspetti dipende proprio la Puglia per l' approvvigionamento idrico , la situazione non e' migliore . Colture pregiate , come la vite , sono in pericolo .
CALABRIA
In panne l' agricoltura , anche perche' tutto e' affidato di norma a una piovosita' eccezionale per il Mezzogiorno (in media 1176 millimetri , contro i 970 di media nazionale) , che compensa in gran parte la mancanza di grandi bacini e corsi d' acqua . " Dato che il sessanta per cento delle piogge si concentra di norma nei mesi di novembre , dicembre e gennaio " , spiega Nunzio Laquaniti , direttore regionale della Coldiretti , " si puo' ben capire quanti guai possono scaturire dalla totale assenza di piogge che abbiamo registrato quest' anno . Ormai il rischio si e' esteso anche alle colture tradizionalmente piu' resistenti , come gli agrumi e gli alberi da frutta " .
SICILIA
La situazione e' disperata soprattutto nelle province di Gela e Caltanissetta , dove e' stato introdotto ormai da settimane il razionamento sia dell' acqua potabile sia di quella destinata all' agricoltura . Nel resto dell' isola i problemi non mancano , ma sembrano quasi attenuati dalla tradizionale mancanza d' acqua che da sempre costringe cittadini e agricoltori a sopravvivere con poco o nulla . Nella marea di segnalazioni e di problemi , non c' e' che da pescare a caso : a Modica , per esempio , la mancata istallazione di una pompa di sollevamento delle acque indispensabile quando i livelli delle scorte si abbassano ha messo improvvisamente a secco i rubinetti cittadini , mentre nel quartiere siracusano di Cassibile (dove fu firmata la resa dell' Italia agli Alleati nel ' 43) e' l' inquinamento a fare la parte del leone . Un inquinamento del quale il sindaco di Siracusa sembra sia stato informato solo ora con mesi di ritardo . Ma non basta : oltre alla altissima concentrazione di colibatteri e di streptococchi che rendono l' acqua del tutto imbevibile , i tecnici hanno indicato nelle condutture dell' acquedotto , realizzate trent' anni fa con l' eternit , un materiale oggi fuorilegge per questo genere di impieghi , una potenziale fonte di casi di cancro .
SARDEGNA
Non e' piu' soltanto siccita' , ma una vera e propria carestia , paragonabile soltanto ai grandi flagelli medievali . " Si tratta di un dramma di proporzioni immense " , spiega Salvatore Demuro , commissario straordinario per il Flumendosa , il bacino idrografico che , insieme con il Tirso garantisce la maggior parte delle gia' magre scorte idriche sarde . " Un dramma che non coinvolge piu' soltanto l' agricoltura , ma che coinvolge e coinvolgera' sempre piu' la popolazione " .
Bastano pochi dati a chiarire la proporzione della catastrofe : nella zona tradizionalmente piu' ricca della Sardegna , in Campidano , sono disponibili oggi appena 8 , 5 milioni di metri cubi d' acqua : un quantitativo sufficiente ad assicurare per appena un mese l' erogazione ridotta di sola acqua potabile e destinata alle industrie primarie . Un dato che ha indotto le autorita' a ridurre ancora la distribuzione , che fino ad oggi era pari all' 80 per cento del fabbisogno .
" Oggi " , spiega il presidente del Consorzio bonifica integrale del Campidano , Giovanni Crobe , " siamo gia' al 60 per cento ed e' prevedibile che si debba scendere ancora . Del resto in Sardegna ormai non abbiamo che cento milioni di metri cubi di riserve , contro una norma di oltre un miliardo " . Ma come verra' distribuita la poca , preziosissima acqua che rimane ? I piani ci sono , ma vengono tenuti gelosamente nel cassetto : " Quattro anni fa , in condizioni molto migliori di questa " , spiegano i responsabili , " facemmo l' errore di rendere pubblico il programma . E ci trovammo di fronte a una specie di guerra civile , che vedeva opposti cittadini e agricoltori , coltivatori di grano e di ulivo , industriali e proprietari di aziende zootecniche . Ognuno contestava il piano di razionamento e voleva piu' acqua per se " .
In attesa di un autentico miracolo che salvi la situazione (ma e' gia' stato calcolato che dovrebbe diluviare ininterrottamente per oltre due mesi per ristabilire le riserve necessarie) , i sardi guardano impotenti e disperati le prime , autentiche scene della carestia : nei campi , gli uccelli che non trovano piu' cibo nelle erbe selvatiche hanno cominciato a smuovere le zolle fino a venti centimetri di profondita' per cercare i semi impiantati dall' uomo . E l' acqua , a centinaia di metri cubi alla volta , viene estratta dalle vecchie miniere abbandonate o risucchiata , con pazienza e fatica , perfino dalle pozzanghere e dai fossi piu' minuscoli .
Salvatore Gajas
Mauro Suttora