Tuesday, February 26, 2019
I grillini dopo il crollo in Sardegna dal 42 al 10%
Sunday, February 24, 2019
Cause del sottosviluppo al Sud
Quindi i suoi prodotti avrebbero un prezzo troppo alto per essere esportati oltr'Alpe.
Masullo però sottovaluta il basso costo dei trasporti, che quindi poco incide sul prezzo finale dei prodotti.
Questo valeva in passato per l'import dall'Asia attraverso Venezia o Genova, per le auto dal Giappone, e oggi per quello dalla Cina.
Né l'ortofrutta meridionale soffre la distanza.
Quanto all'industrializzazione mancata del sud per cause orografiche, consiglio a Masullo un giro nelle valli bergamasche, friulane e marchigiane, o in Val Sesia e a Valdagno.
Più interessante invece la notazione sulla borghesia meridionale incipiente decapitata dai Borboni nel 1799 (Luisa Sanfelice).
Anche oggi mi sembra che il vero dramma del Sud siano le sue élites.
Nell'800, come dice Masullo, danzavano alla corte borbonica.
Oggi si rifugiano nel clientelismo e assistenzialismo grillino, dopo quello dc
Friday, February 08, 2019
Parla la sovranista che ha sfidato Emma Bonino
E DUE SONO ADDIRITTURA STATI NOMINATI DIRIGENTI DALLA CORRENTE DI TABACCI
di Mauro Suttora
La Verità, 6 febbraio 2019
Pirata o piranha? L’hanno accusata di avere assaltato +Europa, il partitino di Emma Bonino, con centinaia di iscritti all’ultimo minuto per ribaltare i risultati del suo primo congresso.
Una 'scalata ostile sovranista’: così è stata definita la sua candidatura a segretaria con tanto di lista di candidati, tutti sconosciuti ai boniniani, a dirigenti e militanti della formazione europeista.
“Volevamo soltanto portare avanti le nostre idee dentro al partito, che si dichiarava aperto a tutti”, dice ora a La Verità Paola Renata Radaelli, che parla per la prima volta della sua iniziativa.
Una provocazione?
“No. Io e altre persone abbiamo preso sul serio lo statuto di +Europa, che permetteva di iscriversi e candidarsi fino a dieci giorni prima del congresso del 27 gennaio a Milano. E lo abbiamo fatto, pagando online 50 euro a testa”.
Ma signora, come pensavate di essere accettati in un partito dove nessuno vi aveva mai visto? Era uno scherzo?
“No, le ripeto che eravamo in buona fede”.
Però vi siete iscritti in massa, cosa vietata dallo statuto.
“Altre adesioni collettive sono state accettate nelle scorse settimane. Perché loro sì e noi no?”
Perché gli ex democristiani di Bruno Tabacci hanno fondato +Europa un anno fa assieme ai radicali della Bonino. Anzi, se non le avessero offerto il loro simbolo, lei non sarebbe neanche riuscita a raccogliere le firme per le elezioni del 4 marzo, in cui ha preso il 2,6% ed eletto quattro parlamentari in coalizione col Pd. Mentre voi gravitate nel centrodestra.
“Chi l’ha detto?”
Lei si candidò alle amministrative in Liguria. E il suo capolista era nel partito di Gianpiero Samorì, alleato di Berlusconi.
“Anche Della Vedova, segretario di +Europa, è stato nel centrodestra in passato. Io ora sono solo la segretaria dell’Unavi, l’Associazione nazionale vittime di reati che si batte per la loro tutela. Volevo portare le nostre lotte anche in Europa. Per esempio, una petizione con 25mila firme”.
La vostra lista si chiamava ‘In Europa sì, ma non così’. E in una foto lei abbraccia Salvini.
“Unavi è apartitica, e ci sono mie foto con politici di tutti i partiti. Per esempio Orlando, l’ex ministro pd della Giustizia”.
Quindi lei non è sovranista?
“Se sovranismo vuol dire stare dalla parte delle vittime, sì. Ma nel nostro programma c’era scritto chiaro che siamo europeisti. In Europa, per cambiarla”.
Dicono così anche leghisti e grillini, i principali avversari di +Europa.
“Non sono vicina a loro. La foto con Salvini è di prima che diventasse segretario”.
Cos’ha votato alle ultime politiche?
“È un fatto privato”.
Ma come, non voleva buttarsi in politica?
“Io non mi butto da nessuna parte”.
Cosa pensa della Bonino?
“La stimavo per le battaglie su divorzio e aborto”.
E ora?
“Mi ha cacciato senza neanche sentirmi”. Perché non le ha telefonato lei?
“Al congresso avremmo potuto parlarci”.
E di Tabacci che pensa?
“Non lo conosco”.
Fatto sta che vi hanno espulsi in 190, ridandovi i soldi.
“I nostri erano molti meno”.
Ma lei ha parlato con qualche dirigente di +Europa?
“Mi ha telefonato l’amministratrice Silvia Manzi chiedendomi i motivi delle nostre adesioni. Poi ci ha radiato, con la scusa che alcune provenivano dallo stesso indirizzo di posta elettronica”.
Però molti sono riusciti a rimanere. Due sono stati addirittura eletti dirigenti: Roberto Baldi e la lucana Isabella Gentile. Prima erano in lista con lei, ora sono passati nella lista di Tabacci.
Quanti eravate in tutto?
“Non glielo dico”.
E perché?
“…”
Quindi dentro +Europa è rimasta una vostra quinta colonna di ‘dormienti’?
“Se usa questi termini la saluto”.
Chi erano i suoi candidati?
“Amici di tutta Italia”.
Di che tipo?
“Persone incontrate negli anni”.
Ma li conosceva tutti personalmente? “Certo che no, non potevo convincere centinaia di persone a iscriversi. Alcuni amici hanno portato altri amici”.
Come Matteo Riva, il quarto nella sua lista che poi ha avuto un abboccamento anche con la corrente di Della Vedova? Sapeva che era un dirigente tabacciano?
“No”.
Ora i radicali accusano i democristiani di Tabacci di avere ‘cammellato’ iscritti al congresso per vincerlo: decine di persone cui avrebbero pagato tessera e viaggio in pullman, soprattutto dal sud.
“Quindi vede che il vero problema non ero io”.
Mauro Suttora
Tuesday, December 25, 2018
Grillini, soavemente totalitari
Ovvero del cosiddetto 'popolo'.
Paradossalmente, è la negazione delle classi ("non siamo né di destra né di sinistra") a renderli pericolosi.
I grillini causano invece disastri negando lo stesso conflitto.
Loro incarnano la volontà generale (Rousseau). Non c'è posto, non è concepibile un'altra volontà. Un'altra verità.
Sono religiosi, ma la loro è la crociata dei bambini che finiscono annegati in mare, in fila dietro lo zufolo del grillo parlante che li guida.
Non sospettano che dentro al loro adorato 'popolo' esistano differenze: ricchi/poveri, garantiti/precari, lavoratori dipendenti/autonomi. O nel campo delle idee statalisti/liberisti, ecologisti/sviluppisti, garantisti/forcaioli, tradizionalisti/libertari.
No, per loro c'è una massa indistinta.
Quindi disprezzano la funzione del politico: diventa inutile cercare una mediazione, trovare un compromesso.
A dirimere ogni questione ci pensa la democrazia diretta. Referendum, sì/no. Eliminata la "intermediazione parassitaria" di politici e giornalisti.
I grillini dicono di voler essere "compatti come una testuggine". Il che, da Sparta alle falangi macedoni alle SS, promette disgrazie.
Mai un dibattito, un confronto, un votazione, una maggioranza e una minoranza fra loro.
La compattezza proibisce deviazioni e correnti (Stalin), emargina il diverso, espelle il dissidente, terrorizza l'indisciplinato.
Finalmente trovano amici e amanti, basta solitudine, si sentono importanti, ecco un senso, uno scopo.
Tuesday, December 04, 2018
L'agghiacciante video di Di Maio senior
Tuesday, November 20, 2018
Grillini nel caos per la Tav
Tuesday, October 30, 2018
Casalino d'azzardo
Mauro Suttora
Friday, October 19, 2018
Il pensionato d'oro vince la causa
di Mauro Suttora
Saturday, September 22, 2018
Grillini e preservativi
Wednesday, September 12, 2018
Travaglio: verità e sciocchezze
Wednesday, April 18, 2018
Macron: inversione a U grillina
di Mauro Suttora
Libero, 18 aprile 2018
«Macron non fa altro che regalare tempo prezioso allo schieramento di plastica dei manichini serventi dell’euro, moneta impossibile».
Così Beppe Grillo soltanto 11 mesi fa stroncava la vittoria di Emmanuel Macron. Ora invece il presidente francese ai grillini piace: «Vuole il coinvolgimento dei cittadini nelle politiche dell’Unione europea, la sovranità digitale, la carbon tax. Dice che l’Italia deve riprendersi il ruolo che la nostra storia e importanza ci impongono. Siamo pronti a collaborare con lui».
Un altro forno in Europa? Agli eurodeputati 5 stelle è bastato ascoltare il primo discorso di Macron al Parlamento di Strasburgo per farsi ammaliare. E pazienza se pochi giorni fa il presidente francese era in prima linea nei bombardamenti sulla Siria. Così si sono precipitati a stilare un documento grondante simpatia: «Siamo pronti a discutere le sue proposte di riforma della Ue, punto per punto». Dimenticando che Macron vuole gli Stati Uniti d’Europa, bestia nera degli antieuropeisti, nel cui gruppo i grillini tuttora siedono.
L’inversione a U ha provocato una prevedibile valanga di commenti negativi sulla Rete da parte della base grillina: «È credibile uno che il giorno prima ordina l'attacco al "nemico" in modo unilaterale, senza preoccuparsi minimamente di quello che pensa l’Europa, e il giorno dopo va in Europarlamento a fare la morale sulla necessità di un’Europa unita e riformata?», scrive Daniele ‘Danyda’. «Sta prendendo in giro tutti, M5s incluso. Attenti alle false sirene». E Giorgio Pagano: «Ha bombardato la Siria dietro autocertificazione. Per produrre più disperazione e miseria e poi accollarla a Italia, Spagna e Grecia».
Per rimediare alla scivolata, qualche ora dopo il gruppo 5 stelle precisa: «Abbiamo letto alcune ricostruzioni fantasiose sul nostro rapporto con En Marche di Macron. La nostra linea è sempre la stessa: dialogo con tutti quelli che vogliono rilanciare il progetto dell’Unione. Abbiamo sempre lavorato in modo costruttivo con tutti. Il resto sono speculazioni».
Abbiamo chiesto un’interpretazione autentica a vari eurodeputati 5 stelle. Niente da fare. Il movimento della trasparenza nei momenti d’imbarazzo diventa omertoso. Nessuno osa commentare ufficialmente: manca un anno al voto europeo, si rischia la ricandidatura (e lo stipendio da 40mila euro mensili).
L’unica a parlare è Daniela Aiuto, autosospesa da un anno (altri tre eurodeputati hanno abbandonato il gruppo, ora sceso a 13 eletti): «Non ho visto entusiasmo per Macron da parte degli eurodeputati 5 stelle. Solo un’apertura cordiale verso chi si presenta per la prima volta. Anche perché il presidente francese ha attaccato genericamente tutti i populismi, senza un cenno agli errori da cui sono scaturiti. E ha condannato gli egoismi nazionalisti, ma poi neanche la sua Francia ricolloca i migranti».
E allora, visto che gli europarlamentari grillini non si sono scaldati troppo, chi ha deciso la clamorosa auto-offerta a Macron? Probabilmente si è ripetuto l’infortunio del gennaio 2017 quando, all’insaputa o nella contrarietà di quasi tutti gli eletti, la società Casaleggio decise di farli uscire dal gruppo degli antieuropeisti, passando ai liberali filo-Ue. Per poi essere rifiutati da questi ultimi.
«Quindi questa è solo la seconda puntata del cammino del M5s verso l’europeismo: vogliono mettersi con Macron e i Ciudadanos spagnoli», commenta con Libero Lorenzo Fontana, vicesegretario della Lega appena dimessosi da eurodeputato.