Ricordo dell'uomo che per quarant’anni ha gestito il futuro (i risparmi) di milioni di italiani
di Mauro Suttora
HuffPost, 24 novembre 2021
Lui vedeva i tramonti, Berlusconi le albe. La villa di Ennio Doris a Porto Rotondo, appartenuta a Shirley Bassey, sta a punta Volpe e dà a ovest. La Certosa dell’ex premier, a punta Lada, guarda invece a est. E quando Silvio andava a trovare Ennio all’ora dell’aperitivo gli diceva sempre che per questo lo invidiava.
Doris è stato l’unico ad abbattere due grandi idiosincrasie di Berlusconi: quella contro le persone alte (era 1,90), e quella per il controllo totale delle sue società. Mediolanum, infatti, è l’unica joint venture in cui il Cavaliere ha accettato di stare in minoranza. È stato un bene per entrambi. A Doris, amicissimo ma a distanza di sicurezza, ha evitato i guai di Mani Pulite. E Berlusconi ha guadagnato miliardi senza impegno: un investimento d’oro. Oggi sia l’uno che l’altro sono fra i cinque uomini più ricchi d’Italia.
Si sono fatti da soli, ma Doris di più: mentre l’ex premier ha prosperato nel campo delle concessioni (edilizia, tv), e quindi ha sempre avuto bisogno di entrature politiche prima di mettersi in proprio con Forza Italia, il fondatore di Mediolanum negli anni ’60 vendeva polizze porta a porta girando in auto per il suo Veneto. Non è stato mai aiutato da nessuno, tranne una volta.
Narra la leggenda che nel 1981 lesse le seguenti parole di Berlusconi in un’intervista: “Se qualcuno ha un’idea e vuole diventare imprenditore, mi venga a trovare. Non vada da Agnelli o De Benedetti, non lo riceveranno. Io sì, e se l’idea è buona la realizzeremo insieme”.
Doris va a trovarlo a Portofino, ed è fatta. Mediolanum ha un enorme successo, nel ’96 si quota in Borsa, e Doris ricambia il favore: fa entrare Berlusconi nel salotto buono di Mediobanca che lo snobbava.
Doris diventa famoso con lo spot in cui traccia per terra un cerchio con il bastone, pronunciando lo slogan “Una banca intorno a te”. Ma è l’unica eccezione fatta alla sua totale riservatezza, agli antipodi dall’esuberanza berlusconiana.
Una delle sue rare interviste me la diede nel luglio 2020, per i suoi 80 anni. Era appena arrivato in Sardegna dopo il lockdown assieme ai nipotini nella montagna veneta. Aveva fatto installare una postazione per le riunioni con Zoom al primo piano della villa.
Nel salone solo la moglie Lina con un’amica. Nessuna corte glamour, come nell’altra villa. Una ventata di energia ottimista: “Grazie al virus abbiamo accelerato cambiamenti come lo smart working, che altrimenti avremmo messo anni per attuare”.
Cattolicissimo, per mezza intervista mi raccontò le gesta di Chiara Amirante e della sua comunità Nuovi Orizzonti, che beneficiava generosamente. Quest’estate gli ho proposto un replay dell’intervista, ma era già malato. Il figlio 53enne Massimo, che guida Mediolanum da una decina d’anni, ha appena fatto realizzare dal regista Fernan Ozpetek un filmato aziendale: ‘L’uomo che inventò il futuro’. Per quarant’anni Ennio Doris ha gestito il futuro (i risparmi) di milioni di italiani.
Mauro Suttora