Gasolina. Blogosfere il network di blog professionali d'informazione (19.10.06):
"Quando nelle librerie arrivano libri come No sex in the city c'è da stare allegri. Nel vero senso della parola: se leggete questo estratto, non potrete fare a meno di sorridere (io mi sono fatto grasse risate).
Diversamente che in altri Paesi, dove la letteratura d'intrattenimento ha un suo status di tutto rispetto, in Italia si tende a considerare la stessa un prodotto di serie B. In altre parole: se scrivi il malloppone a sfondo interior-filosofico, puoi ambire all'ingresso nel club degli scrittori; se scrivi un libro semplice, ben congegnato, che si legge in fretta e godendone, sei solo uno che punta a far soldi. Un Ken Follett qualsiasi, insomma.
La situazione pare cambiare, e il successo non solo di pubblico ma anche di critica riscosso da Gianrico Carofiglio e Andrea Cammilleri, padri di due personaggi seriali e molto «televisivi» quali l'avvocato Guerrieri e il commissario Montalbano , ne è un segno. Ora, Sex and the city non appartiene al genere: non è un romanzo, ma la storia molto ironica di un giornalista, Mauro Suttora, e della sua vita a New York.
Niente di alto, dunque. Ma è scritto bene e strappa sorrisi. Dite che è poco?"
quotidiano Libero, 30 dicembre 2006:
Il nostro McInerney nella città dell'eros
di FRANCESCO SPECCHIA
La classe non è acqua. E se lo fosse, potrebbe essere solo l'acqua grigia e vanitosa del fiume Hudson. Che a est taglia il New Jersey; mentre a ovest accarezza Manhattan come un sorso di champagne sprizzato in una flute. Il suo scrosciare echeggia, lieve, tra i jazz club di Bleeker Street, i negozi di Armani e Calvin Klein, il profumo delle librerie antiquarie e quello dei dollari; fino a insinuarsi negli appartamentini del Village. Dove branchi d'intellettuali radical chic ticchettano al computer la loro storia. Uno di quegl'intellettuali è Jay McInerney, l'uomo che nel best seller "Le mille luci di New York" spogliò la Grande Mela, la rintronò d'alcol e cocaina e ne fece un mito degli anni 80. Un altro (meno intellettuale e -vivaddio - più giornalista) è Mauro Suttora, classe '59, moderatamente single, corrispondente del settimanale Oggi e columnist del New York Observer dal "centro esatto del mondo", ossia lo sterno e le viscere e l'inguine di Manhattan (...)
Marella Giovannelli (Sassarisera):
"No sex in the city: Mauro Suttora e le diavolesse di New York
Quando il dilettevole diventa utile è ancora meglio...e può nascere un libro come “No sex in the city. Amori e avventure di un italiano a New York”.
L’autore è il giornalista-saggista Mauro Suttora e questo suo ultimo lavoro, edito da Cairo Publishing, è un ritratto dissacrante e godibile, in chiave autobiografica, della sua lunga e produttiva esperienza nella Grande Mela.
Il giornalista italiano, durante il suo soggiorno a New York, oltre ad essere inviato della Rizzoli per il settimanale “Oggi”, collaborava con Newsweek e teneva una seguitissima rubrica sul New York Observer. Qui raccontava le abitudini, le manie e le stravaganze delle donne americane viste con l'occhio e vissute sulla pelle del maschio italiano.
Con una notevole dose di auto-ironia, Mauro descrive i suoi incontri ravvicinati con le donne di New York. Esseri leggendari e misteriosi, celebrati in tv dal serial Sex and the City, tornati ora alla ribalta nel film Il Diavolo veste Prada. Di queste “diavolesse” che si muovono tra Manhattan e Park Avenue, Mauro Suttora svela i segreti più intimi: amore, sesso, lavoro, soldi, cucina. E le manie per shopping, manicure, pedicure, ginnastica (anzi: pilates), lotta contro le carte di credito sempre in rosso, gala di beneficenza, telefonate alle amiche, weekend obbligatori agli Hamptons.
Mauro Suttora ha raccolto e tradotto quelle storie ambientate tra ristoranti alla moda e quartieri ultrachic, limousine e cene di finta charity.
Naturale la scelta di ricavarne un libro che racconta una lunga serie di incontri-scontri, equivoci irresistibili ed avventure esilaranti con un gran numero di donne. C'è Liza, bellissima fashion-victim, che scarica Mauro via e-mail per mancanza di tempo; Maria, pantera a parole, ma agnellino quando si passa ai fatti; Paula disposta a tutto ma non a baciare.
Graffiante, a tratti impietoso, quasi sempre agro-dolce, “No sex in the city” è anche la fotografia di un certo tipo di società che vive e lavora nella città più cosmopolita e internazionale del mondo. E, dietro i fasti e le feste di New York, è tangibile la solitudine.
“Questa è la città con la più alta concentrazione mondiale di single - spiega Mauro Suttora nel suo blog http://www.maurosuttora.blogspot.com/ - quasi la metà degli abitanti vive da sola. Il consumo dell’antidepressivo Prozac è decuplicato negli ultimi dieci anni. E la sera e nei weekend tutti sono alla ricerca di compagnia, anche occasionale, nei ristoranti come nei parchi".
Poco spazio per l’amore e anche per il sesso a New York. Eppure è sempre la città dove, più di ogni altro posto al mondo, quando ci si alza al mattino non si sa mai bene in quale letto si finirà alla sera. Ma tutta questa promiscuità, alla fine, sembra di scarsa soddisfazione: le statistiche registrano calo del desiderio, aumento di frigidità, Viagra, autoerotismo. I più annoiati si dichiarano bisessuali."
(Mara Malda per www.marellagiovannelli.com)
"Finora non avevo ancora incontrato, sentito parlare o conosciuto una persona che ha capito lo spirito Americano (anzi, Statunitense!) meglio di Mauro Suttora in questo libro. La cosa che mi ha colpito e che ho ammirato di piu’ e’ la sua abilita’ di descrizione di certe realta’ sociali, e come abbia abilmente saputo relazionarle al piu’ ampio panorama culturale di questo paese.
E’ tutto verissimo, a tratti squallido e grottesco, ma tutto sommato divertente. Io ci esco fuori di testa ad uscire con le donne Newyorkesi, e penso che non ci sia modo migliore di individuare lo mentalita’ della gente se non frequentandola il piu’ possibile. In troppe storie di questo libro mi sono riscontrato come se fosse stata la mia, di esperienza.
Ho particolarmente, poi, apprezzato la descrizione dei locali e ristoranti alla fine".
Andrea Manuali, New York
Sergio Sammartino:
"Il libro è molto godibile. Vi sono battute a sorpresa che spiazzano divertendo, alla maniera di Wodehouse. Il linguaggio è scoppiettante, spiritoso, creativo, perfettamente confezionato sui tempi presenti" (Avanti!)
Paolo Farina (forum di www.radicali.it):
"Spassoso e interessante. L'ho letto come si vede un film. Alla fine sei contento di averlo comprato (il libro), come sei contento di averlo visto (quel film). Complimenti per il soggetto. Bisogna leggerlo, perchè le recensioni non gli rendono merito".
da www.internetbookshop.it:
Filippo (26-10-2006):
"Un libro divertentissimo! Complimenti al nostro giornalista di Orgy: sia per le sue doti di seduttore sia per la sua scrittura scoppiettante."
Voto: 4 su 5
E (24-10-2006):
"Mi sono divertita molto a leggere questo lbro perchè smonta uno per uno tutti i miti sulle donne di Manhattan e mette a nudo le loro manie e incongruenze. E poi quella Marsha...probabilmente fossi stato un uomo l'avrei abbandonata io dopo il primo appuntamento...altro che andarci a vivere insieme..."
Voto: 4 su 5
http://Ilfederalista.blogspot.com:
"Incredibilmente divertente"
http://samaroundtheworld.blogspot.com:
"For Carrie Bradshaw everything started with a weekly sex column on a paper. For Mauro Suttora it wasn't actually so different.
While living in New York the 40-something-yo Mauro Suttora also wrote an autobiografical column on the New York Observer. He told his adventures with American women and how really is sex life in the best city for singles of the world for a single Italian guy.
From his "researches" on New York women lifestyle, their nails and Pilates mania and their attitude toward the opposite sex, several funny and spicy articles came out. And now his collection from the Observer turned into a novel.
Since I heard about this project for a couple of years now and I haven't read it yet, obviously I really look forward to".