Wednesday, October 18, 2006

I vizi onorevoli

Dopo le «Iene». Nel Palazzo il peccato non è solo lo spinello

Tossicomani (tracce di hashish e cocaina per 16 su 50), ignoranti (non sanno cosa sono Consob e Darfur), strapagati, scansafatiche. E molti hanno conti aperti con la giustizia

Oggi, 16 ottobre 2006

Sono 952. Sono ignoranti: alcuni di loro non sanno cos’è la Consob, dov’è il Darfur, chi è Nelson Mandela. Si drogano: un test a sorpresa del programma tv Le Iene ha trovato tracce di hashish e cocaina addirittura in tre su dieci di loro. Sono i più pagati d’Europa: novemila euro netti al mese, più varie migliaia in benefit. E decidono da soli i propri stipendi, senza controlli esterni. Però lavorano in media solo tre giorni alla settimana. E sono fra i più numerosi al mondo: gli Stati Uniti hanno cinque volte i nostri abitanti, ma meno di un terzo dei nostri senatori.

Uno su dodici ha guai con la giustizia: 80, infatti, risultano i pregiudicati, imputati e indagati. «Diversamente onesti», li definisce sarcastico Marco Travaglio. E occupano sempre più spazio: vent’anni fa Senato e Camera avevano sei palazzi nel centro di Roma, ora ne hanno una trentina. Ma li abbiamo eletti noi, si potrebbe obiettare. Non è più così: alle ultime politiche di aprile una nuova legge ci ha permesso di votare i partiti, non i singoli candidati. Le liste infatti erano «bloccate», prendere o lasciare.

Sono i nostri parlamentari: quasi un migliaio, fra 630 deputati e 322 senatori. La scorsa settimana hanno subìto un duplice attacco da parte delle Iene. Hanno dovuto rispondere a bruciapelo a domande di attualità, e alcuni hanno esibito strafalcioni notevoli.
Elisabetta Gardini, portavoce di Forza Italia, non sapeva cos’è la Consob (Commissione nazionale per le società e la Borsa), l’organo che controlla le aziende quotate. Il Darfur, secondo il suo collega di partito Giuseppe Fini, «sono cose fatte in fretta»: si è confuso col fast food, «è una moda non italiana, noi siamo il popolo del buon mangiare...». Ma anche a sinistra emergono lacune. Pietro Squeglia dell’Ulivo è in difficoltà a spiegare che il Darfur è una regione del Sudan devastata da un genocidio.

Francesco Paolo Lucchese (Udc) crede che Mandela, premio Nobel della Pace, liberatore e presidente del Sudafrica, sia brasiliano. Neanche Francesco De Luca (Dc) e Maria Ida Germontani (An) sanno bene chi sia. Aleandro Longhi (Ulivo) confonde il presidente del Venezuela Chavez con un non meglio precisato «Gomez». E Giampaolo Fogliardi (Margherita) sostiene che con l’effetto serra la Terra si raffredda.

«Embè? Che c’è di strano? I parlamentari sono lo specchio del Paese, i rappresentanti degli italiani», commenta Clemente Mastella. «Quindi li rappresentiamo, con tutti i loro vizi, virtù e piccole ignoranze. Non siamo né meglio né peggio».

«Rivendico il mio diritto a non ricordare che cosa sia la Consob», si spiega la Gardini con Oggi, «figurarsi se fra le migliaia di sigle in circolazione si possono memorizzare tutte. E poi le Iene mi hanno fatto una quindicina di domande, ma hanno mandato in onda solo l’unica cui non ho saputo rispondere. Così sono stati trattati tutti i miei colleghi, le risposte esatte le hanno cancellate. L’unico scopo era prenderci in giro. Io le pagine di economia dei quotidiani le leggo, devo dire che se magari la Consob fosse un po’ piu’ attiva a tutelare i risparmiatori, forse ci si ricorderebbe meglio il suo nome...».

Un terzo di 50 onorevoli testati risulta aver consumato hashish (in 12 casi) o cocaina (in quattro) nelle 36 ore precedenti. Anche in questo caso la colpa è delle Iene. Grazie a uno stratagemma, gli inviati del programma si sono procurati campioni del sudore dei parlamentari: facendo finta di intervistarli, li hanno prelevati con un tampone con la scusa di detergere loro la fronte prima delle riprese. Ne è nato un caso politico così imbarazzante che il garante della privacy ha vietato la messa in onda della trasmissione. «No, abbiamo solo vietato la raccolta illegittima di dati sanitari privati», si arrampica un po’ sui vetri Mauro Paissan dell’Authority, anch’egli un ex politico.

«Ma i cittadini hanno il diritto di sapere se i parlamentari che hanno eletto sono tossicodipendenti», obietta l’ex presidente della Camera Pierferdinando Casini. E propone che l’antidoping sia obbligatorio. Detto fatto: il suo collega di partito Carlo Giovanardi è corso subito a farsi analizzare, per dimostrare di essere «pulito: «I controlli devono essere effettuati a sorpresa, altrimenti sono inutili», precisa Casini. A onor del vero, molti dei 50 parlamentari «tamponati» hanno poi firmato una liberatoria per far andare in onda Le Iene. Ma il garante è stato più realista del re, anche se la trasmissione avrebbe evitato di divulgare i nomi dei singoli trovati con tracce di stupefacenti.

«Altro che privacy: io, Lapo Elkann e tanti sportivi siamo stati sbattuti in prima pagina per la droga. Vengono tutelati solo i politici», commenta Fiorello. «Capisco che per noi parlamentari, in quanto persone pubbliche, ci sia un maggiore obbligo di pubblicità», ragiona con Oggi Marina Sereni, vicepresidente dei 218 deputati dell’Ulivo, «però chi viene sottoposto a controlli medici dev’essere consenziente. Altrimenti la vita di tutti potrebbe essere attraversata da scorrerie di programmi tv. Io non discuto gli stili di vita di certi miei colleghi...»

Però i suoi colleghi, a maggioranza, hanno approvato una legge che spedisce in galera chi si droga: predicano bene ma razzolano male. «Mi auguro che costoro abbiano votato contro la legge sulla droga, che noi non abbiamo approvato», risponde l’onorevole Sereni, «ma quanto al predicare in un modo e al razzolare in un altro l’ipocrisia abbonda: quanti divorziati e conviventi fra certi difensori della famiglia, per esempio... Mi preme dire, tuttavia, che non mi pare giusto che a fare notizia siano pochi parlamentari ignoranti o con problemi di droga, e non le decine di colleghi che svolgono con competenza il proprio lavoro quotidiano. Certo, non c’è niente di clamoroso nelle attività delle commissioni, per esempio, ma se si dà rilievo solo a episodi marginali per stupire o far ridere il pubblico non si coglie la sostanza di quel che succede ogni giorno in Parlamento».

Ma è normale che i deputati ignorino certe cose? «No, e ammetto che sono rimasta sconcertata», dice la vicepresidente Sereni, «perché basta leggere i giornali e guardare i Tg per essere informati sugli argomenti chiesti. Quanto al dilemma se i rappresentanti debbano o no essere migliori dei propri rappresentati, spero solo che essi mantengano il contatto con la realtà della vita di ogni giorno. Solo così si possono conoscere i problemi veri che i nostri elettori ci chiedono di risolvere».

Non si fa qualunquismo, però, se si nota, come ha fatto Travaglio nel suo libro Onorevoli Wanted (Editori Riuniti, 2006), che ben altre nuvole, oltre all’ignoranza, offuscano la credibilità dei nostri parlamentari. Fra di loro, infatti, i pregiudicati (cioè condannati penalmente con sentenza definitiva) sono ben 25. E aggiungendo indagati (19), imputati (18), prescritti (10) e condannati in primo grado (8), si arriva a 80. Tutti i partiti sono rappresentati in questo elenco, tranne Verdi e Comunisti italiani.
I condannati definitivi hanno commesso reati che vanno dalla banda armata alla corruzione, dal concorso in omicidio alla bancarotta, dall’incendio aggravato alla fabbricazione e detenzione di ordigni esplosivi... Oltre che spinellare, sniffare e leggere poco i giornali, anche questo hanno fatto i nostri «onorevoli».

Mauro Suttora

2 comments:

Auntie Sam said...

dai, su maurone, non fare il bacchettone :-))

baci

BLOG NEWS said...

Complimenti per il blog ed il post è veramente interessante. Troppi crimini sotto la falce ed il martello infine ti invito a visitare il mio blog http://newsfuturama.blogspot.com/ ciao