GRANDE SUCCESSO PER L'ULTIMO LIBRO DEL GIORNALISTA. CHE INDAGA SULLA MADONNA SFIDANDO I TABU'
di Mauro Suttora
Oggi, 4 settembre 2013
Si può sottoporre la Madonna a un’inchiesta giornalistica,
come se fosse un personaggio qualunque e non, per un miliardo di cattolici, la
Madre di Gesù, quindi di Dio? Corrado Augias lo ha già fatto per Gesù stesso,
quindi non ci meravigliamo che ora sotto la sua indagine – meticolosa ma di
scrittura brillante – finisca Maria di Nazareth.
Se fossimo in un Paese musulmano Augias rischierebbe la
pelle, nel sottoporre a scrutinio scientifico le divinità. Ma qualunque
cattolico che abbia letto qualche decina di righe di un vangelo apocrifo, o
ascoltato le canzoni di Fabrizio De Andrè a lei dedicate, non si scandalizzerà
più di tanto.
Augias e il professor Marco Vannini, coautore intervistato di
Inchiesta su Maria, la storia vera della
fanciulla che divenne mito (ed. Rizzoli), partono da Medjugorie (Bosnia) e
Sant’Anastasia (Napoli), due delle centinaia di luoghi di culto della Madonna
che attraggono ogni anno milioni di pellegrini, per studiare il fenomeno.
FIGLIA, MOGLIE, MADRE DI DIO
«Essendo creatura terrena Maria può essere considerata, come
ogni altra, figlia di Dio; appena adolescente diventa però anche sposa di Dio e
madre di Dio pur conservando la sua condizione verginale». Ma, aggiungono
Augias e Vannini, questa condizione già straordinaria è resa ancor più
complessa dal fatto che il Dio di cui Maria è madre, moglie e figlia, è a sua
volta una divinità triplice. Quindi lei è anche madre del Padre, e dello
Spirito Santo dal quale è stata fecondata.
QUATTRO DOGMI
Verginità. Fu Sant’Ambrogio il costruttore della figura di
Maria come moralmente perfetta, dotata di ogni virtù, soprattutto vergine.
Maria vergine e madre è una contraddizione ginecologica, ma si comprende in
rapporto alla spiritualità. Per sant’Agostino rimanevano vergini anche le
ragazze e le monache violentate dai barbari.
Maternità divina. Decisa dal concilio di Efeso nel 431.
Vinse Nestorio, patriarca di Costantinopoli, contro quello di Alessandria
(d’Egitto) Cirillo, che si limitava a definirla madre di Cristo, e non di Dio.
Immacolata Concezione. La teorizza il francescano Duns Scoto
alla fine del Duecento, contestato dai domenicani di Tommaso d’Aquino. Anche
Agostino, Bernardo, Bellarmino e Torquemada negavano che Maria fosse nata senza
peccato originale. Il dogma fu proclamato l’8 dicembre 1854 da Pio IX.
Assunzione in cielo. Nei vangeli non c’è nulla sulla morte
di Maria, né sulla sua sepoltura. Ma la credenza esplode dopo il concilio di
Efeso. Per gli ortodossi la festa dell’Assunzione (15 agosto) era importante
quanto Natale e Pasqua. Papa Pio XII proclama il dogma nel 1950: Maria è salita
in cielo anche con il corpo.
GIOVANNI EVANGELISTA
Il Vangelo di Giovanni è l’unico a farci sapere che Maria
aveva una sorella (e quindi Gesù una zia) presente accanto a lei ai piedi della
croce. Ma, soprattutto, il primo miracolo di Cristo è narrato solo da Giovanni.
La trasmutazione dell’acqua in vino alle nozze di Cana gli viene chiesta
esplicitamente da Maria, preoccupata perché il vino stava finendo. Gesù però,
prima di obbedirle, le risponde sgarbato: «Che c’è tra me e te, donna?» Prende
le distanze dalla madre, inizia la sua missione.
Un’altra particolarità di Giovanni evangelista è che non la
chiama mai «Maria», ma sempre «madre di Gesù».
MARIA FEMMINISTA
È lei a dare il nome a Gesù bambino, come pure era accaduto
alla madre di Giovanni Battista, sottraendo al padre Giuseppe quello che era un
suo preciso e fondamentale diritto. È vergine in quanto sottratta al «possesso»
maschile. La Madonna di Guadalupe è presa a simbolo della lotta di liberazione
delle plebi oppresse in Messico e in tutta l’America Latina. L’Immacolata tiene
sotto i piedi il serpente, ha la luna accanto, attorno al capo una corona di
stelle.
IL SUO VOLTO NELL’ARTE
Nell’arte cristiana neppure Gesù ha il ruolo eminente dato a
Maria. La quale viene ritratta nei momenti dell’esistenza che ogni donna
conosce: maternità, allattamento, preoccupazioni per il figlio, patimenti per
la sua sorte, dolore di dover seppellire la sua creatura. Le sue prime
raffigurazioni sono nelle catacombe romane di Priscilla, sulla via Salaria: col
bimbo in braccio, e nell’adorazione dei magi. Maria è Regina Coeli a Roma,
Notre-Dame a Parigi, Basilissa nell’Europa ortodossa.
SCANDALO AL CINEMA
Il 4 maggio 1985 Giovanni Paolo II presiedette un rosario di
espiazione per il film blasfemo Je vous
salue, Marie di Jean-Luc Godard. Ma il tribunale di Parigi ne permise la
libera circolazione. Rispettosa e suggestiva, invece, la Maria nel capolavoro
del regista anarchico e anticlericale Luis Bunuel, La via lattea (1968).
Mauro Suttora