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Tuesday, June 14, 2022

Comunali, crollo M5s/ “Letta nei guai, ora Conte userà di Battista contro Di Maio”

www.ilsussidiario.net, 14 giugno 2022

intervista a Mauro Suttora

M5s è scomparso, dice Mauro Suttora, ma Letta si terrà i 5 Stelle, preferendoli a Renzi e Calenda. Ora Conte deve proteggere la propria leadership 

Conte non si è potuto nascondere. “I dati che emergono dalle amministrative – ha detto ieri l’ex premier – non ci soddisfano. Non possiamo cercare giustificazioni di comodo”. E infatti il leader M5s ha già annunciato per oggi “una conferenza stampa per definire il percorso di completamento dell’azione politica del M5s e dell’organizzazione interna comprese le articolazioni territoriali”. Punto dolente, anzi la vera chiave della sconfitta.  

Nelle stesse ore in casa Pd si lavora ad un’altra narrazione, quella di un Partito democratico che sprizza consenso. Ma i due partiti avevano un progetto in comune, ed è anche di questo che occorre parlare. La scommessa del “campo largo” lettiano puntava le sue fiches sulla tenuta e la malleabilità del M5s. La tenuta, per fare in due quello che non si può fare da soli; la malleabilità, per permettere al Pd di guidare la coalizione. 

I conti però non tornano, ci dice Mauro Suttora, giornalista, scrittore, opinionista sull’HuffPost.

Cosa cambia dopo questo voto per il patto Pd-M5s?

Difficile allearsi con un fantasma. E anche inutile, visto che i grillini valgono l’1% al Nord, nei pochi comuni dove hanno osato presentarsi, come Padova. Perfino a Cuneo, dove hanno rifiutato l’alleanza col Pd e si sono presentati da soli, o a Piacenza e Pistoia, dove hanno preferito mettersi con l’estrema sinistra contro il Pd. Unica eccezione il 4% a Genova. 

Dove M5s delude di più le aspettative? A Genova, rappresentazione plastica del “campo largo”, dome M5s ha però il 4,44%? A Palermo, dove ottiene il 6,2%? A Taranto, dove passa dal 12,4% del 2017 al 3,9% di oggi? O Catanzaro?

Sì, il vero disastro grillino è al Sud, dove speravano di tenere. E invece vedo vari 1% anche qui, come a Frosinone. Teniamo presente che a Taranto, la città dell’ex ministra Barbara Lezzi, fra le comunali del 2017 e quelle di domenica c’è stato l’exploit del 2018, con il picco del 48%. Nessun partito aveva mai toccato queste vette, neanche la Dc di Moro.

Il M5s alle amministrative non è mai andato bene. Chiusa la parentesi, possiamo dire che ci rivediamo alle politiche.

No. I grillini avevano conquistato sindaci in città importanti come Roma, Torino, Parma, Carrara, Livorno. Ora sono scomparsi. L’unica chance, forse, sarà cavalcare il no all’aumento delle spese militari, e la rabbia per l’inflazione al 7%.

Parma si conferma un animale strano. Di chi sono i voti che stanno facendo vincere Guerra? Forse di Pizzarotti?

Anche. Ma Pizzarotti, primo sindaco grillino di un grande capoluogo nel 2012, subì un processo stalinista da parte di Grillo perché non si opponeva al termovalorizzatore, e fu espulso.

Che cosa farà Letta in questa situazione? Il progetto salta?

Non farà nulla. Ma non si butta via niente. Anche perché Renzi e Calenda, che si propongono a Letta in alternativa ai grillini, hanno pure loro pochissimi voti.

Se le candidature comuni alle amministrative sono state un problema, e il Pd ha avuto buon gioco a far passare le sue, in vista delle politiche il gioco è più facile o si complica?

Il Pd si terrà la zavorra grillina offrendo loro pochissimi collegi uninominali, in proporzione ai voti ottenuti domenica. Quindi il M5s dovrà accontentarsi di una trentina di parlamentari, un decimo di quelli di quattro anni fa.

Letta vuole il proporzionale, ma era un’opzione. Adesso per il Pd è l’unica strada?

Per il proporzionale non c’è più tempo, a meno che anche il centrodestra esploda e i suoi partiti preferiscano andare al voto in ordine sparso. 

E Conte?

Conte ha la tentazione di recuperare il populismo di Di Battista, in contrapposizione al poltronismo di Di Maio.

C’è qualcuno in M5s che gongola per questo risultato?

I dimaiani come Spadafora, altro ministro fatto fuori da Conte, oltre alla Lezzi e Toninelli. Ma finché a Grillo sta bene Conte, Di Maio non ha speranza di far fuori l’ex premier.

Federico Ferraù

Sunday, May 29, 2022

L'unica cosa che unisce Emma Bonino e Beppe Grillo

Accomunati dalla sospensione delle delibere e dalla battaglia con pignolissimi avvocati, entrambi subiscono l'odio degli ex

di Mauro Suttora

HuffPost, 29 maggio 2022


Emma Bonino e Benedetto Della Vedova come Beppe Grillo e Giuseppe Conte? I partiti Più Europa e M5s sono agli antipodi, ma ora condividono una caratteristica: la sospensione delle loro delibere. Il Tribunale di Roma ha infatti congelato due assemblee nazionali di +Europa, in attesa di una sentenza sul merito della causa intentata da un dirigente locale, l'avvocato Alexander Schuster di Trento. Proprio come un anno fa i grillini erano stati bloccati per le irregolarità statutarie denunciate da un altro pignolissimo avvocato, il romano Lorenzo Borrè.

Entrambi coltivano l'odio degli ex e sono riusciti a far intervenire i magistrati nella vita dei loro partiti, una volta off limits rispetto a intromissioni esterne (probabilmente nessuna formazione politica rimarrebbe indenne se sottoposta a scrutini su signori delle tessere, anime morte iscritte a loro insaputa e manovre correntizie). 

Del caso +Europa abbiamo scritto un anno fa. Non c'erano differenze politiche, di sostanza, ma contestazioni di forma: tessere sospette e opposizione della privacy a chi chiedeva di consultare gli elenchi degli iscritti. Di qui la causa intentata da un gruppo di aderenti. Otto sono stati tacitati con 57mila euro versati a una loro nuova associazione politica, e l'hanno ritirata. Ma è bastata la persistenza di due dei ricorrenti, il pugnace Schuster ed Elvis Colla, per arrivare all'ordinanza appena pubblicata. 

Nel frattempo, politicamente le cose sono andate avanti. Il partito di Bonino e del sottosegretario agli Esteri Della Vedova si è alleato con Azione di Calenda: si presenteranno assieme alle prossime politiche. I sondaggi li danno, uniti, al 4-5%. Ma rimane la zeppa ficcata da Schuster alla base di alcune delibere di +Europa, fra cui quella che indiceva il congresso, accusate di nullità perché frutto di assemblee convocate con cinque giorni di anticipo invece di otto.

Un cavillo, che però potrebbe costringere, in caso di sentenza sfavorevole, addirittura a ripetere il congresso per rieleggere il segretario Della Vedova e il presidente Riccardo Magi, così come il M5s ha dovuto rifare il voto online che consacrò Giuseppe Conte alla sua guida.

Insomma, liberaldemocratici o populisti, i piccoli e grandi partiti italiani rimangono vittime della loro litigiosità interna. Al cui confronto perfino gli avversari esterni appaiono meno insidiosi e più inoffensivi. In fondo, anche Dante non fu esiliato e condannato a morte dai nemici ghibellini, ma dai suoi ex amici guelfi neri.

Mauro Suttora

 

Saturday, May 21, 2022

Che cosa farà Berlusconi nel prossimo decennio? (lamento di un liberale)



Quasi trent'anni dopo la Rivoluzione liberale rimane la fascinazione per quel ceffo di Putin. Pannella saggiamente scappò, non tutti gli elettori possono farlo

di Mauro Suttora

HuffPost, 21 Maggio 2022

Mahathir Mohamad è stato premier malese fino a 94 anni, De Valera presidente d'Irlanda fino a 91, Adenauer lasciò a 90 la guida dei dc tedeschi. Cosa farà quindi il giovanotto 85enne Berlusconi nel prossimo decennio, visto che sua madre era lucidissima a 95 anni? 

In barba a Crozza, vediamo Silvio pimpante. Sul palco di Treviglio (Bergamo) è apparso a sorpresa, affiancato da due corazziere: la quasimoglie Fascina e la quasibadante Ronzulli. E lì ha detto che sente "di nuovo il dovere di esserci, come nel 1994. Sono preoccupato per la guerra in Ucraina e per il comunismo in Cina. Scendo in campo per la terza volta".

Benissimo. Ritorno al futuro. Putin lo ha "deluso". Non lo definisce più "profondamente liberale" come nel 2015, dopo che il tiranno russo invase Crimea e Donbas. Ma più che condannare lui critica tutti gli altri, da Biden a Stoltenberg, che lo insultano invece di trattare. E l'Ucraina invasa? "Deve accettare le proposte di Mosca". "Putin liberale? Forse Berlusconi lo avrà letto nei copioni di Mediaset", insinua Giuliano Urbani, fondatore di Forza Italia. 

Cento anni fa, nel febbraio 1922, Piero Gobetti fondò 'La Rivoluzione liberale'. Oggi a Napoli i liberali berlusconiani hanno Ron Moss, il Ridge di Beautiful, ospite d'onore alla loro kermesse di Napoli. Ha promesso Forza Italia: "Per facilitare la presenza di tutti, famiglie comprese, il partito metterà a disposizione babysitter e dogsitter per gli amanti degli animali". Gobetti lottava contro Mussolini. Oggi lottano fra loro Mariastella Gelmini e Licia Ronzulli per il dominio in Lombardia. 

La rivoluzione liberale. Alla sua prima discesa in campo, nel 1994, Berlusconi riuscì a convincere il 34% degli italiani che l'avrebbe fatta. Il primo a crederci fu Pannella, ma fu anche il primo a scappare pochi mesi dopo, incassata la nomina di Emma Bonino a commissaria Ue. 

Noi liberali, che ci accontentiamo di poco anche perché il Pli non andò mai oltre il 4%, non speravamo in una rivoluzione. Ci sarebbe bastato un po' di stato di diritto e di pareggio di bilancio. Ci allarmammo quando Berlusconi mise Tremonti ministro dell'Economia invece dell'economista liberista Antonio Martino. Ma restammo fiduciosi.  Invece sono passati trent'anni. E l'unico che ha fatto qualcosa di liberale è stato Bersani con le sue 'lenzuolate' del 2007. 

Ora Silvio c'è, ancora, anche se boccheggia sotto il 10%. Chi nel centrodestra vuole evitare populismi e sovranismi sarà costretto a votare di nuovo per lui. Sperando che in Forza Italia prevalga, se non il liberalismo, almeno il buon senso pragmatico di una Mara Carfagna. Noi liberali abbiamo a disposizione anche Calenda e Bonino. Poca roba, inutile illudersi. Ma la più grande, anzi immensa delusione di questo terzo di secolo, è stata il berlusconismo. Ieri catodico, oggi neanche più quello: nei talk Mediaset imperversano putiniani e saltimbanchi. Forse catatonico, e senza offesa per Silvio: ci sembra più vispo lui dei suoi luogotenenti.

Mauro Suttora