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Friday, July 22, 2022

Un milione di alberi e pensioni a mille euro. Il ritorno di Cavalier Promessa

Berlusconi riparte con le solite millanterie da campagna elettorale. Piccolo campionario degli impegni strombazzati dal Cav, ricordando lo strabiliante "più dentiere per tutti" del 2014

di Mauro Suttora

Huffingtonpost.it, 22 Luglio 2022

"I nostri parlamentari andranno a casa dopo due legislature. Dimezzeranno i loro emolumenti. Sarà ridotto della metà anche il loro numero. Non cambieranno partito. Totale trasparenza sui loro redditi e attività. Abolizione finanziamento pubblico ai partiti". 

Chi lo promise, alle elezioni 2013? Grillo? Anche. Ma in realtà questo era il Patto del parlamentare che Berlusconi fece firmare a ogni suo candidato. Silvio faceva il grillino perché aveva fiutato l'andazzo che premiò il Movimento 5 Stelle col 25%, e cinque anni dopo col 32%. Cosicché anche questo sorprendente programma antipolitico rimarrà scolpito nel mirabolante e sterminato elenco delle sue promesse elettorali.

Ora ci risiamo. Al suo quattordicesimo voto nazionale (otto politiche, sei europee) Berlusconi non ha perso l'entusiasmo del 1994, quando al debutto con Forza Italia lanciò un programma di ben 45 punti per la "rivoluzione liberale". I due più memorabili: "Un milione di posti di lavoro, tasse ridotte da 200 a dieci e non oltre il 33%"

Reindossati i panni di Babbo Natale, eccolo annunciare per l'ennesima volta "otto punti fondamentali per far ripartire l'Italia e per alleviare le difficoltà e le sofferenze degli italiani".

Tutti noi stramazzeremmo di noia non solo ad ascoltare, ma anche a pronunciare litanie simili. Lui no, e ci infligge: un milione di alberi all'anno da piantare e le pensioni alzate a 1000 euro al mese. "Meno tasse, meno burocrazia, meno processi, più sicurezza, provvedimenti per i giovani, per gli anziani, per l'ambiente". "È un programma", aggiunge imperterrito, "che si basa sulla nostra tradizionale lotta alle tre oppressioni: quella fiscale, la burocratica e la giudiziaria".

"Il mio cuore gronda sangue", disse nel 2011 quando dovette aumentare le tasse. Ma due anni dopo, cacciato dal governo Monti, tornò alla carica: "Rimborseremo l'Imu 2012". Non sapremo mai se lo avrebbe fatto, perché premier divenne Enrico Letta.

Nel 1999 si impegnò: "Due sole aliquote Irpef". L'apice lo raggiunse nel 2001, quando da Vespa firmò solennemente in tv il famoso Contratto con gli italiani. Scusate se lo riproponiamo, ma dopo 21 anni suona ancora leggendario:

"Tra Silvio Berlusconi nato a Milano il 29 settembre 1936 e i cittadini italiani si conviene e si stipula quanto segue:

Silvio Berlusconi, nel caso di vittoria elettorale della Casa delle Libertà, si impegna, in qualità di presidente del Consiglio, a realizzare nei cinque anni i seguenti obiettivi:

1. Abbattimento della pressione fiscale:

con l'esenzione totale dei redditi fino a 22 milioni di lire annui;

con la riduzione al 23% per i redditi fino a 200 milioni di lire annui;

con la riduzione al 33% per i redditi sopra i 200 milioni di lire annui;

con l'abolizione della tassa di successione e della tassa sulle donazioni.

2. Attuazione del "Piano per la difesa dei cittadini e la prevenzione dei crimini" che prevede tra l'altro l'introduzione dell'istituto del "poliziotto o carabiniere o vigile di quartiere" nelle città, con un risultato di una forte riduzione del numero dei reati rispetto agli attuali 3 milioni.

3. Innalzamento delle pensioni minime ad almeno 1 milione di lire al mese.

4. Dimezzamento dell'attuale tasso di disoccupazione con la creazione di almeno 1 milione e mezzo di posti di lavoro.

5. Apertura dei cantieri per almeno il 40% degli investimenti previsti dal "Piano decennale per le Grandi Opere" considerate di emergenza e comprendente strade, autostrade, metropolitane, ferrovie, reti idriche, e opere idro-geologiche per la difesa dalle alluvioni.

Nel caso che al termine di questi 5 anni di governo almeno 4 su 5 di questi traguardi non fossero stati raggiunti, Silvio Berlusconi si impegna formalmente a non ripresentare la propria candidatura alle successive elezioni politiche. In fede"

Non entreremo certo nel dibattito sulle promesse realizzate o non mantenute. Ci sarà sempre un'università di Siena che sosterrà un 80% di obiettivi centrati, e contemporaneamente un 80% di elettori che non ci crederà, e quindi non rivoterà Berlusconi. Il quale, per la cronaca, nel 2006 fu sconfitto da Prodi.

Ma dopo quella volta di memorabile è  rimasta solo la promessa di "dentiere per tutti gli over 60", lanciata nel 2014. Ormai la stagione dell'assistente dentale Minetti era tramontata, eppure molti anziani ne rimasero attratti. Altri obiettarono: "Ormai ci sono gli impianti fissi, perché aspettare il disastro finale senza denti, interveniamo prima".

Cosa ci riserverà questa volta la generosa cornucopia berlusconiana? Perché, ammettiamolo, anche se non crediamo più in Babbo Natale e neanche alla Befana, è bello poter sognare. I film di Albanese/Cetto La Qualunque ci hanno resi cinici e impermeabili a qualsiasi promessa di politico. Ma non fino al punto di continuare a incuriosirci: "Cosa s'inventerà questa volta il Berlusca?" Lo ha detto anche il suo migliore amico, Confalonieri: "Silvio dice un sacco di balle, ma poi s'impegna per realizzarle".

E comunque Berlusconi potrà sempre scusarsi: "Tremonti non ha voluto. Gli alleati me lo hanno impedito". Almeno ci ha provato. Non come quel tetro Padoa Schioppa che godeva a (farci) pagare le tasse.

Mauro Suttora 

Saturday, May 21, 2022

Che cosa farà Berlusconi nel prossimo decennio? (lamento di un liberale)



Quasi trent'anni dopo la Rivoluzione liberale rimane la fascinazione per quel ceffo di Putin. Pannella saggiamente scappò, non tutti gli elettori possono farlo

di Mauro Suttora

HuffPost, 21 Maggio 2022

Mahathir Mohamad è stato premier malese fino a 94 anni, De Valera presidente d'Irlanda fino a 91, Adenauer lasciò a 90 la guida dei dc tedeschi. Cosa farà quindi il giovanotto 85enne Berlusconi nel prossimo decennio, visto che sua madre era lucidissima a 95 anni? 

In barba a Crozza, vediamo Silvio pimpante. Sul palco di Treviglio (Bergamo) è apparso a sorpresa, affiancato da due corazziere: la quasimoglie Fascina e la quasibadante Ronzulli. E lì ha detto che sente "di nuovo il dovere di esserci, come nel 1994. Sono preoccupato per la guerra in Ucraina e per il comunismo in Cina. Scendo in campo per la terza volta".

Benissimo. Ritorno al futuro. Putin lo ha "deluso". Non lo definisce più "profondamente liberale" come nel 2015, dopo che il tiranno russo invase Crimea e Donbas. Ma più che condannare lui critica tutti gli altri, da Biden a Stoltenberg, che lo insultano invece di trattare. E l'Ucraina invasa? "Deve accettare le proposte di Mosca". "Putin liberale? Forse Berlusconi lo avrà letto nei copioni di Mediaset", insinua Giuliano Urbani, fondatore di Forza Italia. 

Cento anni fa, nel febbraio 1922, Piero Gobetti fondò 'La Rivoluzione liberale'. Oggi a Napoli i liberali berlusconiani hanno Ron Moss, il Ridge di Beautiful, ospite d'onore alla loro kermesse di Napoli. Ha promesso Forza Italia: "Per facilitare la presenza di tutti, famiglie comprese, il partito metterà a disposizione babysitter e dogsitter per gli amanti degli animali". Gobetti lottava contro Mussolini. Oggi lottano fra loro Mariastella Gelmini e Licia Ronzulli per il dominio in Lombardia. 

La rivoluzione liberale. Alla sua prima discesa in campo, nel 1994, Berlusconi riuscì a convincere il 34% degli italiani che l'avrebbe fatta. Il primo a crederci fu Pannella, ma fu anche il primo a scappare pochi mesi dopo, incassata la nomina di Emma Bonino a commissaria Ue. 

Noi liberali, che ci accontentiamo di poco anche perché il Pli non andò mai oltre il 4%, non speravamo in una rivoluzione. Ci sarebbe bastato un po' di stato di diritto e di pareggio di bilancio. Ci allarmammo quando Berlusconi mise Tremonti ministro dell'Economia invece dell'economista liberista Antonio Martino. Ma restammo fiduciosi.  Invece sono passati trent'anni. E l'unico che ha fatto qualcosa di liberale è stato Bersani con le sue 'lenzuolate' del 2007. 

Ora Silvio c'è, ancora, anche se boccheggia sotto il 10%. Chi nel centrodestra vuole evitare populismi e sovranismi sarà costretto a votare di nuovo per lui. Sperando che in Forza Italia prevalga, se non il liberalismo, almeno il buon senso pragmatico di una Mara Carfagna. Noi liberali abbiamo a disposizione anche Calenda e Bonino. Poca roba, inutile illudersi. Ma la più grande, anzi immensa delusione di questo terzo di secolo, è stata il berlusconismo. Ieri catodico, oggi neanche più quello: nei talk Mediaset imperversano putiniani e saltimbanchi. Forse catatonico, e senza offesa per Silvio: ci sembra più vispo lui dei suoi luogotenenti.

Mauro Suttora