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Sunday, May 29, 2022

L'unica cosa che unisce Emma Bonino e Beppe Grillo

Accomunati dalla sospensione delle delibere e dalla battaglia con pignolissimi avvocati, entrambi subiscono l'odio degli ex

di Mauro Suttora

HuffPost, 29 maggio 2022


Emma Bonino e Benedetto Della Vedova come Beppe Grillo e Giuseppe Conte? I partiti Più Europa e M5s sono agli antipodi, ma ora condividono una caratteristica: la sospensione delle loro delibere. Il Tribunale di Roma ha infatti congelato due assemblee nazionali di +Europa, in attesa di una sentenza sul merito della causa intentata da un dirigente locale, l'avvocato Alexander Schuster di Trento. Proprio come un anno fa i grillini erano stati bloccati per le irregolarità statutarie denunciate da un altro pignolissimo avvocato, il romano Lorenzo Borrè.

Entrambi coltivano l'odio degli ex e sono riusciti a far intervenire i magistrati nella vita dei loro partiti, una volta off limits rispetto a intromissioni esterne (probabilmente nessuna formazione politica rimarrebbe indenne se sottoposta a scrutini su signori delle tessere, anime morte iscritte a loro insaputa e manovre correntizie). 

Del caso +Europa abbiamo scritto un anno fa. Non c'erano differenze politiche, di sostanza, ma contestazioni di forma: tessere sospette e opposizione della privacy a chi chiedeva di consultare gli elenchi degli iscritti. Di qui la causa intentata da un gruppo di aderenti. Otto sono stati tacitati con 57mila euro versati a una loro nuova associazione politica, e l'hanno ritirata. Ma è bastata la persistenza di due dei ricorrenti, il pugnace Schuster ed Elvis Colla, per arrivare all'ordinanza appena pubblicata. 

Nel frattempo, politicamente le cose sono andate avanti. Il partito di Bonino e del sottosegretario agli Esteri Della Vedova si è alleato con Azione di Calenda: si presenteranno assieme alle prossime politiche. I sondaggi li danno, uniti, al 4-5%. Ma rimane la zeppa ficcata da Schuster alla base di alcune delibere di +Europa, fra cui quella che indiceva il congresso, accusate di nullità perché frutto di assemblee convocate con cinque giorni di anticipo invece di otto.

Un cavillo, che però potrebbe costringere, in caso di sentenza sfavorevole, addirittura a ripetere il congresso per rieleggere il segretario Della Vedova e il presidente Riccardo Magi, così come il M5s ha dovuto rifare il voto online che consacrò Giuseppe Conte alla sua guida.

Insomma, liberaldemocratici o populisti, i piccoli e grandi partiti italiani rimangono vittime della loro litigiosità interna. Al cui confronto perfino gli avversari esterni appaiono meno insidiosi e più inoffensivi. In fondo, anche Dante non fu esiliato e condannato a morte dai nemici ghibellini, ma dai suoi ex amici guelfi neri.

Mauro Suttora