Il critico fa il punto sul rapporto eros-porno nell'arte contemporanea
di Mauro Suttora
Oggi, 3 aprile 2013
La storia dell’arte è ricca di dipinti ad alto tasso erotico: dalla Venere di Urbino di Tiziano (1538) alle Tre grazie di Rubens di un secolo dopo, fino alla Venere allo specchio di Velazquez (1648). Ma è con L’origine du monde di Gustave Courbet del 1866 che avviene la svolta epocale: sesso femminile in primo piano, e viso della donna fuori dal quadro. È pornografia?
«L’EROS È COLTO E RAFFINATO»
Se lo sono domandati in tanti, nell’ultimo secolo e mezzo. Per ultimo il critico Luca Beatrice, che schiaffa lo scandaloso quadro sulla copertina del suo ultimo libro: Sex (Rizzoli). «Dipende da dove poniamo il confine fra erotismo e pornografia», risponde Beatrice. «Il primo è non solo tollerato, ma anche intrigante, perché colto, raffinato e privo di volgarità. La seconda, invece, è pratica illecita, appannaggio di un pubblico che si nasconde o quanto meno non si dichiara».
Dal 1995 il quadro di Courbet è tranquillamente in bella vista al museo d’Orsay a Parigi, e nessuno lo bolla più con l’etichetta del porno. Me se lo mettessimo in un sito web a luci rosse, verrebbe considerato il progenitore degli attuali video di YouPorn.
«Quel che oggi differenzia il porno dall’eros sta soprattutto nella rappresentazione del membro maschile», spiega Beatrice. «Un pene in evidenza, infatti, difficilmente passa la scure della censura, mentre c’è più tolleranza per seni, glutei e vagine. Un tempo accadeva il contrario: dalle antiche statue greche fino al XIX secolo ai nudi maschili veniva concessa l’esposizione senza veli del membro».
E oggi? A che punto siamo? Una delle opere erotiche più celebri degli ultimi anni è Siren dello scultore Marc Quinn (2008). Ritrae la modella Kate Moss in posa da contorsionista: «Non esattamente un archetipo di sensualità ed erotismo», commenta Beatrice.
«Cercavo l’incarnazione attuale dell’archetipo di Venere Afrodite», spiega Quinn, «uno specchio di noi stessi, delle nostre ossessioni, dei nostri desideri e sogni». Ma perché proprio questa posa? «Kate è scolpita dal desiderio collettivo, quindi immortalarla mentre si contorce ha a che fare con il modo in cui la società rivolta e manipola la sua immagine».
La scultura originale è in oro e pesa quanto la stessa Kate Moss: circa 50 chili. Valore: un milione di sterline. La Moss è stata anche ritratta distesa sul letto con le gambe aperte da Lucian Freud: una replica de L’origine du monde. Il dipinto è stato acquistato nel 2005 per 3,9 milioni di dollari da un misterioso collezionista privato. Qualcuno pensa sia la stessa Moss.
FREUD NONNO E NIPOTE
Il nonno di Lucian Freud, Sigmund, affermò: «Dove c’è un tabù c’è un desiderio». «L’arte figurativa ha raccontato per prima storie di corpi e desideri che altri linguaggi hanno affrontato senza una rappresentazione esplicita», scrive Beatrice, «ed è quindi grazie ad essa che oggi il porno ha definitivamente concluso il processo di accettazione nell’ufficialità».