Wednesday, August 26, 2015

Tradimenti estivi: le donne sono più brave

di Mauro Suttora

Oggi, 19 agosto 2015

Le mogli che tradiscono i mariti sono aumentate del 40% negli ultimi vent’anni. E sono più furbe degli uomini: quasi tutte (il 95%) riescono a non farsi scoprire, contro l’83% dei maschi.

Sono questi i sorprendenti risultati dell’ultimo studio scientifico sull’infedeltà, condotto dall’università americana di Auburn Montgomery.
Attenzione: i maschi continuano a essere più infedeli delle donne. Tradiscono infatti in 21 su cento. Però il loro dato è stazionario, mentre le mogli infedeli sono passate dal 10% dell’inizio anni 90 all’odierno 14: un aumento quindi del 40%.

Come mai questa esplosione di avventure extraconiugali femminili? «È aumentata la loro indipendenza economica, hanno una sessualità più consapevole e quindi esigente», spiegano gli esperti dell’Opinion Research Center, «ma soprattutto passano più tempo in luoghi di lavoro a stretto contatto con uomini».

Insomma, è l’occasione che fa la donna traditrice. Non c’è neanche bisogno che faccia troppa fatica: ci pensano i colleghi di lavoro attorno a lei a tentarla. E non si tratta più solo del vecchio luogo comune del principale che si porta a letto la segretaria.

Anche in Italia, infatti, sono le mogli più istruite e indipendenti a concedersi le maggiori libertà: «Le italiane in media hanno 38 anni e lavorano nel marketing, in banca o nelle vendite. I due terzi sono laureate, il resto diplomate», rivela Noel Biderman, amministratore delegato del portale di incontri extraconiugali AshleyMadison.com.

La capitale delle scappatelle è Roma: 53mila iscritti al sito, contro i 37 mila di Milano. Poi Torino e Napoli, ma seguono da vicino Brescia, Treviso, Padova e Bologna. Più fedeltà al Sud: solo 15mila iscritti a Palermo.

Ma il dato più incredibile è quello sulle donne che riescono a farla franca, anche dopo anni di tradimento. Soltanto cinque su cento, fra i loro mariti cornuti, scoprono la verità. Come mai? 

«Le mogli si comportano in modo molto diverso dagli uomini», dice il dottor David Holmes, psicologo della Manchester Metropolitan University, «sanno mentire meglio perché sono più sofisticate psicologicamente. Preparano piani e hanno strategie, mentre i maschi sono troppo impulsivi. Lo dicono anche le statistiche sulle paternità: l’8-15 per cento dei figli non sono stati concepiti dai mariti delle loro madri».

A far scoprire i maschi spesso è il testosterone: gli studi dicono che gli uomini con alti livelli dell’ormone sono più attraenti, competitivi e sicuri di sé. Quindi prendono più rischi, sono più egoisti e cercano gratificazioni a breve termine, senza calcolare i costi/benefici sul lungo periodo. E questo li porta anche a essere presuntuosi e superficiali. Così le mogli li scoprono.

Un altro sito di incontri segreti ha rivelato un dato curioso: a 29, 39, 49 e 59 anni sia gli uomini sia le donne hanno più probabilità di lanciarsi in avventure. Questo perché i compleanni che finiscono con la cifra zero rappresentano pietre miliari della loro vita: ci si sente vecchi, e avere una distrazione permette invece di apparire più giovani e sexy.

Un’altra spiegazione sul perché dei tradimenti sfida un luogo comune. Si dice: mariti e mogli cercano alternative a una vita sessuale spenta. Ebbene, Esther Perel, terapista belga, sostiene invece che il 56% dei traditori e un terzo delle traditrici hanno un matrimonio felice. Questo perché le relazioni extraconiugali, invece di distruggere il rapporto di coppia, lo fortificano.

«A cosa ci riferiamo esattamente quando diciamo “infedeltà?», chiede la dottoressa Perel in una conversazione Ted che ha avuto due milioni di visitatori: «A un’avventura fugace, una love story, sesso pagato, chat erotica, video porno, massaggio a lieto fine?
«L’ideale romantico ci dice che il nostro coniuge deve soddisfare una lista infinita di bisogni: amante, amico, genitore, confidente, partner intellettuale. Ebbene, l’infedeltà distrugge questa illusione di onnipotenza, e ci riporta con i piedi per terra. Non si può essere tutto per l’altro: irresistibili, indispensabili, irrimpiazzabili».
Vabbè, consoliamoci così.
Mauro Suttora

Grillo si ritira?


CAPI LOGORATI: IL COMICO NON NE PUO' PIU' DELLA POLITICA?

«Sono stanco, magari mollo»

«I 5 stelle possono andare avanti senza di me, io ho un’età pazzesca, una famiglia», ripete Beppe Grillo. Ma il suo movimento può sopravvivere senza di lui? «No, non si ritira. E comunque è già entrato nei libri di storia», dicono le sue senatrici. Ecco i veri motivi del distacco

di Mauro Suttora

Oggi, 19 agosto 2015



«No, secondo me non si ritira. Al massimo si prenderà più spazio per altre cose. Ma lo faremo tutti noi parlamentari: dopo due legislature torneremo al nostro lavoro. Tranne chi il lavoro non ce l'aveva, e allora magari farà il politico a vita».

La senatrice Serenella Fucksia è una dei pochi grillini che possono permettersi di parlar chiaro: né fedelissima né dissidente, non ha ambizioni di carriera. E commenta così l'annuncio di Beppe Grillo, che ha dichiarato: «Il Movimento 5 stelle può andare avanti anche senza di me. Io ho un'età pazzesca, una famiglia. Rimarrò solo per far rispettare le regole».

Ma come? Proprio adesso che alcuni sondaggi lo danno al 26%, a soli tre punti dal Pd in drastico calo di Matteo Renzi? Non è un mistero che, in Sicilia come a Roma, se le attuali giunte Pd cadessero, primo partito diventerebbe il M5s. E nel 2016 si voterà a Milano, Torino, Bologna e Napoli.

Mai le prospettive dei grillini sono apparse così rosee. Il seminario Ambrosetti di Cernobbio ha invitato al suo summit settembrino sul lago di Como il più esagitato dei deputati 5 stelle, Alessandro Di Battista. Che è l’opposto del collega Luigi Di Maio, come stile e contenuti. E se il convegno dei poteri forti italiani prende sul serio Di Battista, nominato per le sue sparate «politico cialtrone dell'anno» dal New York Times, vuol dire che un approdo al governo dei grillini non è più escluso.

«Grillo non si ritira, e nessuno di noi lascerà campo libero a questi delinquenti», taglia corto la senatrice Paola Taverna. Ma, al di là dei proclami, i grillini si sono ammansiti. Sulla Rai, per esempio, hanno compiuto un'inversione a U. Volevano vendere, smembrare, privatizzare il simbolo dell'odiata partitocrazia (tranne un canale per il servizio pubblico). Tutto dimenticato. 
Ora partecipano tranquillamente alla spartizione dei consiglieri d'amministrazione: hanno nominato Claudio Freccero (ex berlusconiano oggi estremista di sinistra) nel posto a loro riservato. Freccero ha ipotizzato un ritorno di Grillo in Rai, come comico. E Grillo non lo ha escluso, anche se lui stesso capisce che è impossibile, finché guida il secondo partito italiano.

«Beppe prenderà piano piano le distanze dal suo movimento, pur rimanendone il guru», prevede Massimo Fini, uno dei rari intellettuali simpatizzanti dei 5 stelle. «Ha speso moltissime energie negli ultimi anni, sua moglie vorrebbe che rallentasse».

Ma i grillini possono andare avanti senza il loro capo assoluto? «No, non riusciranno a scalzare i politici professionisti. Quelli sono troppo abili. Non vedo in giro la capacità di opporsi alla cultura mafiosa e familista prevalente, che vent'anni fa riuscì a neutralizzare la ben più strutturata Lega Nord».

Meno pessimista Fucksia: «Anche se perderemo i connotati iniziali, lasceremo comunque la nostra impronta nel mondo reale. Magari ci trasformeremo, ci riadatteremo, o verremo sostituiti da altri. Ma nei libri di storia Grillo c'è già entrato. E abbiamo indotto al cambiamento gli altri partiti».

Al di là dei proclami e dei sogni, però, ci sono realtà prosaiche. Il reddito di Grillo nel 2014 è calato a 180mila euro rispetto ai 220 mila dell'anno precedente. E per un uomo di spettacolo abituato a guadagnare quattro milioni l'anno riempiendo i palasport, rinunciare al lavoro è difficile.

Stesso discorso per il braccio destro Gianroberto Casaleggio: la sua società è finita in deficit di 150mila euro (su due milioni di fatturato), rispetto all'attivo di 250mila del 2013. Il blog non tira più, e le migliaia di post condivisi su Facebook dagli attivisti non fruttano un centesimo.

Vero è che i 17 eurodeputati incassano 34mila euro mensili ciascuno (promettevano di tenerne solo 2.500), e che le «restituzioni» dei parlamentari nazionali sono sempre più misere, perché spendono i loro 15mila mensili anche per far funzionare il movimento. 
Ma l'addio di un quarto dei senatori e di una ventina di deputati si è fatto sentire, riducendo il finanziamento pubblico ai gruppi parlamentari. Le firme racimolate in sei mesi contro l'euro sono state appena 200mila: meno di quelle raccolte in un solo giorno di Vaffaday nel 2008.
             
Insomma, la struttura è di cartone. Quanto alle idee, appena arriva un problema concreto si sfaldano. Sull'immigrazione, per esempio, il rigore proposto ufficialmente sul blog di Grillo dal consigliere comunale torinese Vittorio Bertola è stato rifiutato dal senatore «aperturista» Maurizio Buccarella. Sul quale però è subito piombata la scomunica di Beppe.

«Ma tutti sappiamo che non è Grillo a gestire il movimento, anche se sette su dieci dei nostri elettori hanno votato lui personalmente, e non il movimento», commenta Ernesto "Tinazzi" Leone, decano degli attivisti romani in urto con la società Casaleggio. «Abbiamo tanti leaderini che ormai si esprimono da democristiani, attenti a non rompere delicati equilibri interni».

Insomma, la grande forza dei grillini è la debolezza di tutti gli altri partiti. «Ma se dovessimo veramente andare al governo, rischiamo di fare la fine dei Fratelli musulmani in Egitto o di Syriza in Grecia: cacciati a calci nel sedere per incompetenza dopo sei mesi», commenta sconsolato un parlamentare. Ovviamente anonimo.
Mauro Suttora



INVECE QUESTI SONO ETERNI

«Ci vuole un fisico bestiale», cantava Luca Carboni. E per fare il politico necessita anche la tigna di sentirsi indispensabili. Non sono pochi, nel Palazzo, gli ottuagenari che, invece di dedicarsi al golf, resistono ad ogni rottamazione.
 
L’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, per esempio, ultimamente sta inondando di lettere i principali giornali italiani. Difende la controversa riforma del Senato di Maria Elena Boschi, manco l’avesse scritta lui.

Silvio Berlusconi, che il 29 settembre compie 79 anni, ha fatto fuori tutti i suoi delfini. Per ultimo l’attempato Denis Verdini, che in pratica aveva governato l’Italia con Matteo Renzi dopo il patto del Nazareno del gennaio 2014.

Marco Pannella ha passato come sempre il Ferragosto visitando i carcerati, questa volta nella sua Teramo. Attività nobile, ma allarmante per il presidente Sergio Mattarella che lo implora: «Interrompi il digiuno». In realtà Marco si nutre di melone
M.S.

Wednesday, August 19, 2015

Trump: un cafone alla Casa Bianca

FA BATTUTE ORRENDE CONRO DONNE E IMMIGRATI. E VUOLE LA NOMINATION DEI REPUBBLICANI ALLA PRESIDENZA USA. RITRATTO DI DONALD IL MALEDUCATO

di Mauro Suttora

Oggi, 12 agosto 2015 

Con lui non ci si annoia mai. Insulta le donne che non gli piacciono: «Troia grassa, cagna, animale disgustoso». Una giornalista gliel’ha rinfacciato, la scorsa settimana in un dibattito tv. Lui ha risposto: «Il grande problema degli Stati Uniti è la correttezza politica».
Poi ha rincarato, e di quella stessa giornalista ha detto: «Aveva il sangue agli occhi contro di me. Le usciva sangue dappertutto…», alludendo al mestruo. Risultato: espulso dal prossimo dibattito per le primarie.

Donald Trump, 69 anni, vuole diventare presidente degli Stati Uniti. Si è candidato per il partito repubblicano. E più le spara grosse, più avanza nei sondaggi. L’ultimo lo dà al 23%, contro il 10-15 dei migliori fra gli altri sedici candidati alle primarie (Jeb Bush, figlio e fratello degli ex presidenti, il senatore Marco Rubio, il governatore Scott Walker).

«Il Messico ci manda spacciatori e violentatori. Brutta gente, gli immigrati». «Abolirò l’assistenza sanitaria per i poveri introdotta da Obama». «La Cina è nostra nemica, dobbiamo batterla». «Per sterminare gli estremisti islamici, rafforziamo l’esercito». «Se Hillary Clinton non ha soddisfatto suo marito, come può soddisfare l’America?».

Queste sono alcune delle sue “perle”, che attraggono gli spettatori tv. Le elezioni sono ancora lontane: primarie a gennaio, presidenziali a novembre 2016. Ma i capi repubblicani sono preoccupati. Se Trump vince le primarie, perderà il confronto col candidato democratico (probabilmente la Clinton) perché è troppo a destra. Ma se verrà sconfitto fra i repubblicani si presenterà come indipendente, e li farà egualmente perdere togliendo loro voti. Come accadde nel 1992 con Ross Perot, che consegnò la vittoria a Bill Clinton contro il presidente Bush padre.

Trump è alla ribalta da 40 anni. Costruttore edile figlio di costruttore edile, ricco sfondato (patrimonio di nove miliardi), sposa la modella cecoslovacca Ivana nel 1977. Dopo il divorzio del 1990 altre nozze glamour con l’attrice Marla Maples. Ivana invece si dà agli italiani. Ne sposa due: Riccardo Mazzucchelli, poi Rossano Rubicondi. Ora sta con Marcantonio Rota.

Donald si acquieta con un’altra modella slava, Melania Knauss. Da tredici anni vivono nel superattico della Trump Tower sulla Quinta Avenue di Manhattan. Dove ci sono altri tre grattacieli col nome Trump: quello nero e altissimo di fronte all’Onu (262 metri, 72 piani, appartamenti di Sophia Loren, Valentino Rossi, Bill Gates, Harrison Ford, Madonna), l’hotel a Columbus Circle e l’ex hotel Delmonico sulla Park Avenue. L’impero Trump si estende poi su innumerevoli palazzi a Chicago, Las Vegas, Atlantic City e in Florida.

Ma nella cultura pop Trump è famoso anche come patron dei concorsi Miss Usa e Miss Universo, attore in film e serial tv (Sex and The City) e infine, come seviziatore di giovani ambiziosi nel reality The Apprentice.
In effetti, Donald è un misto fra Flavio Briatore (il boss dell’Apprentice italiano), Silvio Berlusconi e Ronald Reagan. Anche quest’ultimo era un outsider, attore disprezzato come politico, quando arrivò alla Casa Bianca nel 1980. Difficilmente Donald eguaglierà Ronald. Ma almeno per qualche mese ci divertiremo.
Mauro Suttora


Wednesday, August 12, 2015

Coppie in crisi: Pannella e Bonino

EMMA E MARCO, CHE BOTTE

«Non sei più radicale», accusa lui. «Ma se do al partito 2.500 euro al mese», risponde lei. Ecco i veri motivi della lite che divide i massimi libertari italiani

di Mauro Suttora

Oggi, 5 agosto 2015

Lui fa politica da 70 anni: prima tessera da quindicenne (liberale) nel 1945. Lei esordì 40 anni fa, con un aborto e un arresto. Lui si porta appresso 120 chili (se non digiuna) per 190 cm. di altezza. Lei ne pesa 50 per un metro e 60. Agli antipodi anche la parlantina: barocco e fluviale lui, concreta e concisa lei.

Apostoli della democrazia diretta, dal 1974 hanno raccolto 67 milioni di firme per 122 referendum. Ne hanno vinti 35: divorzio, aborto, soldi ai partiti, obiezione di coscienza alla naja, voto ai 18enni, caccia, chiusura manicomi e centrali nucleari…

Marco Pannella ed Emma Bonino: dall’alto del proprio due per cento hanno cambiato la storia d’Italia dal 1970 a oggi. Sono il contrario di Beppe Grillo, loro imitatore: senza voti (e ora neanche deputati) contano moltissimo, mentre i grillini hanno tanti voti ma contano pochissimo.

Formavano una coppia inossidabile. In tanti avevano cercato di separarli. Nel 1999, dopo il successo della lista Bonino alle europee (secondo partito in molte zone del nord), Silvio Berlusconi definì Emma «protesi di Pannella».

Ma lei è rimasta fedele all’uomo che la fece entrare in Parlamento a 28 anni, con gli zoccoli da femminista. Uniti ora perfino dai tumori: entrambi ai polmoni, più una metastasi al fegato per Marco.

Fegatoso è sembrato l’attacco di lui a lei su Radio radicale: «Non viene più alle riunioni di partito, non sappiamo che faccia». In realtà la Bonino è di nuovo attiva, superato il cancro con la chemio. Solo che, andando per i 70, si è stufata delle mattane del suo mentore.

Rapporto platonico con un giovane

Pannella negli ultimi 15 anni ha «adottato» un giovane radicale, Matteo Angioli, con cui ha convissuto in un rapporto socratico-platonico. Lo promuove all’interno del partito, fra mugugni vari. E ha rivelato che Bonino si è opposta alla pubblicazione di un loro epistolario.

Gelosia? Pannella è bisessuale: «Ho amato molto quattro uomini, ho avuto figli da due donne», ha confessato. Fra Marco ed Emma non c’è mai stato nulla di sentimentale. Quindi non è l’amore ad allontanarli, ma la politica.

Ora Pannella si è fissato con «la transizione dei Paesi occidentali e arabi verso lo stato di diritto». Fa organizzare al suo Matteo convegni sull’astruso tema, invitando a Bruxelles e a Roma (la scorsa settimana) politici stranieri.

«Emma non si era mai sottratta alle iniziative più strampalate di Marco», commenta Roberto Cicciomessere, già suo compagno e segretario radicale. Adesso invece non collabora più. Per lei ormai Pannella è zavorra. Da vent’anni vola nei sondaggi, è stata due volte ministro, commissaria Ue. Prima del tumore era fra i favoriti per il Quirinale (apprezzata anche dai grillino).

Da piemontese leale e disciplinata, non polemizza e versa ancora al partito radicale 2.500 euro al mese. «Ma se ne sta coi suoi amici del jet set», brontola Pannella: dalle Fendi a Soros, che appoggiano la battaglia della Bonino contro le mutilazioni genitali femminili.

A rimanere mutilati questa volta sono i radicali: «Per noi Emma era la mamma e Marco il papà», geme l’ex deputato Marcello Crivellini. Anche i monumenti divorziano.
Mauro Suttora

Wednesday, August 05, 2015

intervista a Boncinelli

LE DUE GIOVANI FOGGIANE SCAMBIATE IN CULLA: PARLA IL MASSIMO GENETISTA ITALIANO

di Mauro Suttora

Oggi, 27 luglio 2015

La nostra personalità è determinata dal Dna o dalla vita? Il caso delle due ragazze foggiane scambiate in culla 26 anni fa può illuminare l’eterno dibattito fra innatisti e empiristi? 
Insomma, alla nascita quel che noi saremo è già deciso dai geni, o siamo una tabula rasa che verrà plasmata dall’educazione e dall’esperienza?

«Sicuramente agli studiosi piacerebbe indagare sulla loro vicenda», risponde a Oggi Edoardo Boncinelli, massimo genetista italiano, «anche se per approdare a risultati scientifici un caso solo non fa testo».

Una ragazza è piombata in un ambiente sfortunato, tanto che poi è stata adottata da un’altra famiglia, mentre la seconda ha avuto una vita agiata, ma non priva di difficoltà psicologiche.
«Naturalmente oggi è difficile ricostruire la vita delle due ragazze, quanto ora siano simili a quel che erano da piccole, e come l’ambiente abbia influito sul loro carattere. Il problema è che la somma fra geni e vita non arriva mai a cento».

Cioè?
«Non osa dirlo nessuno, ma da trent’anni sappiamo che Dna e ambiente contano ciascuno al massimo un 33 per cento».

E il resto?
«Il terzo fattore si chiama caso. Fortuna. Nulla spiega il genio di Michelangelo o Leonardo: né i genitori, né l’educazione ricevuta».

Quindi anche il destino delle due ragazze era imponderabile? Se così fosse, non avrebbero diritto a risarcimenti.
«Le variabili sono infinite. La forza di volontà, per esempio, è temprata dalla vita. Il successo stimola il carattere, fino al punto di cambiare la capacità di realizzazione del soggetto».

Pensavamo il contrario: che siano le difficoltà, e non la bambagia, a creare personalità forti.
«E invece certi apatici al primo successo partono in quarta. L’appetito vien mangiando».

Comunque, dicono gli scienziati, gli scambi in culla sono rari. E pochissimi vengono scoperti. Quindi, gli studi sul conflitto natura/società riguardano casi più frequenti: Dna uguali cresciuti in ambienti diversi (fratellini separati alla nascita), o Dna diversi cresciuti nello stesso ambiente (figli adottati o illegittimi). E, da qualche anno, quell’immensa miniera statistica che sono le fecondazioni artificiali. Sempre che i donatori di seme abbiano fornito informazioni, e che ai figli venga rivelato il genitore biologico.
Mauro Suttora

Zanzare

Dopo il gran caldo, prepariamoci: adesso saranno ancora più fastidiose. Finora la siccità ci aveva un po’ protetto dagli insetti succhiasangue. Ma basta qualche pioggia per farle moltiplicare. Ecco come difendersi

di Mauro Suttora

Oggi, 29 luglio 2015

Siete esausti, dopo un mese di gran caldo? Beh, ora preparatevi all’invasione delle zanzare. Perché almeno la siccità aveva ridotto le pozzanghere di acqua stagnante, e quindi la possibilità per gli insetti di moltiplicarsi. Ora, invece, via libera. 

Secondo i dati del bollettino di Vape Foundation e Anticimex, azienda specializzata nei servizi di Pest Control, a inizio agosto sono ben 70 le province con l’indice potenziale di infestazione di zanzara tigre più alto, in una scala di intensità da 0 a 4.

Fiumi e falde acquifere sono il luogo privilegiato per il deposito delle uova. Per questo tutta la pianura padana sarà come sempre martoriata dagli striati insetti famelici.

«Le amministrazioni locali svolgono un buon lavoro per arginare il problema», dice Dino Gramellini, direttore tecnico di Anticimex, «ma per debellare l’invasione delle zanzare bisogna pianificare interventi mirati e continuativi durante tutto l’anno. E senza limitarsi alle zone pubbliche: vanno estesi anche alle aree private».

L’umidità è la principale amica delle zanzare. Dobbiamo perciò evitare di accumulare contenitori che possono raccogliere anche piccole quantità di acqua stagnante.

«I ristagni creati dalle precipitazioni, anche brevi, si riscaldano più facilmente nelle giornate calde, creando così condizioni favorevoli allo sviluppo di larve e uova», spiega Claudio Venturelli, entomologo e membro del comitato scientifico di Vape Foundation. «Pozzetti, caditoie stradali, recipienti aperti nei giardini e nei terrazzi sono un’oasi ideale per il compimento del ciclo vitale delle larve. Per questo bisogna asciugare le riserve acquose, e intervenire su quelle non eliminabili».

Altro consiglio: ornare le abitazioni con piante dall’effetto repellente, come quelle aromatiche o la Catambra.

Ci sono poi i sistemi di disinfestazione automatica: permettono ai privati di programmare giorni e orari di intervento, nebulizzando piretro o repellenti come rosmarino e aglio.

In casa si possono usare piastrine e vaporizzatori elettrici. Che però contengono piretroidi, quindi devono essere utilizzati con cautela: evitate di stare nella stanza in cui sono in funzionamento, se non è bene arieggiata. Di notte, perciò, finestre aperte.

Mauro Suttora