di Mauro Suttora
Oggi, 19 agosto 2015
Le mogli che tradiscono i mariti sono aumentate del 40% negli ultimi vent’anni. E sono più furbe degli uomini: quasi tutte (il 95%) riescono a non farsi scoprire, contro l’83% dei maschi.
Sono questi i sorprendenti risultati dell’ultimo studio scientifico sull’infedeltà, condotto dall’università americana di Auburn Montgomery.
Attenzione: i maschi continuano a essere più infedeli delle donne. Tradiscono infatti in 21 su cento. Però il loro dato è stazionario, mentre le mogli infedeli sono passate dal 10% dell’inizio anni 90 all’odierno 14: un aumento quindi del 40%.
Come mai questa esplosione di avventure extraconiugali femminili? «È aumentata la loro indipendenza economica, hanno una sessualità più consapevole e quindi esigente», spiegano gli esperti dell’Opinion Research Center, «ma soprattutto passano più tempo in luoghi di lavoro a stretto contatto con uomini».
Insomma, è l’occasione che fa la donna traditrice. Non c’è neanche bisogno che faccia troppa fatica: ci pensano i colleghi di lavoro attorno a lei a tentarla. E non si tratta più solo del vecchio luogo comune del principale che si porta a letto la segretaria.
Anche in Italia, infatti, sono le mogli più istruite e indipendenti a concedersi le maggiori libertà: «Le italiane in media hanno 38 anni e lavorano nel marketing, in banca o nelle vendite. I due terzi sono laureate, il resto diplomate», rivela Noel Biderman, amministratore delegato del portale di incontri extraconiugali AshleyMadison.com.
La capitale delle scappatelle è Roma: 53mila iscritti al sito, contro i 37 mila di Milano. Poi Torino e Napoli, ma seguono da vicino Brescia, Treviso, Padova e Bologna. Più fedeltà al Sud: solo 15mila iscritti a Palermo.
Ma il dato più incredibile è quello sulle donne che riescono a farla franca, anche dopo anni di tradimento. Soltanto cinque su cento, fra i loro mariti cornuti, scoprono la verità. Come mai?
«Le mogli si comportano in modo molto diverso dagli uomini», dice il dottor David Holmes, psicologo della Manchester Metropolitan University, «sanno mentire meglio perché sono più sofisticate psicologicamente. Preparano piani e hanno strategie, mentre i maschi sono troppo impulsivi. Lo dicono anche le statistiche sulle paternità: l’8-15 per cento dei figli non sono stati concepiti dai mariti delle loro madri».
A far scoprire i maschi spesso è il testosterone: gli studi dicono che gli uomini con alti livelli dell’ormone sono più attraenti, competitivi e sicuri di sé. Quindi prendono più rischi, sono più egoisti e cercano gratificazioni a breve termine, senza calcolare i costi/benefici sul lungo periodo. E questo li porta anche a essere presuntuosi e superficiali. Così le mogli li scoprono.
Un altro sito di incontri segreti ha rivelato un dato curioso: a 29, 39, 49 e 59 anni sia gli uomini sia le donne hanno più probabilità di lanciarsi in avventure. Questo perché i compleanni che finiscono con la cifra zero rappresentano pietre miliari della loro vita: ci si sente vecchi, e avere una distrazione permette invece di apparire più giovani e sexy.
Un’altra spiegazione sul perché dei tradimenti sfida un luogo comune. Si dice: mariti e mogli cercano alternative a una vita sessuale spenta. Ebbene, Esther Perel, terapista belga, sostiene invece che il 56% dei traditori e un terzo delle traditrici hanno un matrimonio felice. Questo perché le relazioni extraconiugali, invece di distruggere il rapporto di coppia, lo fortificano.
«A cosa ci riferiamo esattamente quando diciamo “infedeltà?», chiede la dottoressa Perel in una conversazione Ted che ha avuto due milioni di visitatori: «A un’avventura fugace, una love story, sesso pagato, chat erotica, video porno, massaggio a lieto fine?
«L’ideale romantico ci dice che il nostro coniuge deve soddisfare una lista infinita di bisogni: amante, amico, genitore, confidente, partner intellettuale. Ebbene, l’infedeltà distrugge questa illusione di onnipotenza, e ci riporta con i piedi per terra. Non si può essere tutto per l’altro: irresistibili, indispensabili, irrimpiazzabili».
Vabbè, consoliamoci così.
Mauro Suttora