intervista di Mauro Suttora
Oggi, 24 luglio 2013
1) La sentenza del 30 luglio sarà veramente l'atto finale del confronto
ventennale fra magistrati e Berlusconi?
“Magari l’assoluzione, che io ritengo
logica, spegnesse i fuochi di guerra accesi da una certa parte della magistratura!
Ci sono però altri processi se possibile più assurdi che hanno appena superato
il primo grado. Di certo, se a fine luglio ci fosse una condanna, essa sarebbe
nelle intenzioni dell’ala eversiva delle toghe la parola fine su Berlusconi. Comunque
vada, costoro si illudono”.
2) Perche' il processo sui diritti tv e' cosi' importante?
“Se fosse confermata la sentenza
della Corte d’Appello di Milano Berlusconi verrebbe estromesso dalla vita
pubblica e forse anche dalla libertà. Si butterebbe nella pattumiera il voto di
otto milioni di italiani. Lo sfregio alla vita democratica e alla sovranità
popolare sarebbe difficilmente sanabile”.
3) Berlusconi e' un perseguitato politico?
Altri imprenditori non sono stati presi cosi' di mira.
“È un fatto
evidente. Finché Berlusconi è
stato semplicemente un imprenditore, nulla gli è mai stato imputato. Da quando
non si occupa più della sua azienda si sono accumulati contro di lui una
trentina di processi, per intimidirlo e screditarlo. Non è solo un record tra
gli imprenditori, ma un primato universale: Berlusconi è suo malgrado un
campione mondiale, a prescindere dalla professione d’origine”.
4) I parlamentari Pdl
esagerano nel contestare i magistrati?
“Noi non contestiamo la magistratura
o la totalità dei magistrati in astratto. La questione riguarda un’ala eversiva
di pm e di giudici. Alla loro battaglia politica rispondiamo con lotta politica.
Quei magistrati però dispongono di armi letali, che si chiamano libertà e
reputazione dell’avversario. Non dimentichiamo che Magistratura democratica ha
teorizzato esplicitamente l’uso dei processi per scopi politici. E Berlusconi è
il loro nemico giurato. Ma questo è limitato a un settore preciso, e dunque
sbaglia chi fa di ogni toga un fascio. La divisione dei magistrati in correnti
politicizzate non favorisce la percezione dell’imparzialità, per usare un
eufemismo.
Adesso l’obiettivo del Pdl è quello
di riformare la giustizia attraverso i sei referendum radicali: responsabilità
civile dei magistrati, separazione delle carriere, fine dell’obbligatorietà
dell’azione penale, basta con l’ergastolo, stop all’abuso della custodia
cautelare. Ci sarà una grande mobilitazione per raccogliere le firme e per
cambiare finalmente la giustizia grazie al voto popolare. Un grande segnale di
democrazia”.
5) Sarebbe grave se Berlusconi fosse interdetto dai pubblici uffici? Non
sarebbe il primo leader politico a essere condannato.
“Ripeto: l’interdizione dai pubblici
uffici non sarebbe soltanto la negazione dei diritti politici di un uomo, ma
l’eliminazione del leader che è la voce e l’anima del popolo di centrodestra,
il quale sarebbe così defraudato irreparabilmente nella competizione politica,
con un vantaggio clamoroso assegnato dai giudici alla sinistra”.
6) Da una condanna Berlusconi ci guadagnerebbe, elettoralmente?
“Non sono nella condizione di
rispondere a una domanda che suppone un grado di cinismo che non possiedo. So
che c’è chi si figura un Berlusconi il quale, estromesso dal Parlamento e da
cariche pubbliche, continua a far politica dall’ufficio. Non ci voglio nemmeno
pensare. Sono convinto lo assolveranno. E se non accadesse decideremo con lui
il da farsi. Di sicuro il popolo dovrà essere chiamato alle urne. La crisi
istituzionale impedirebbe a noi parlamentari e ai nostri ministri di continuare
a lavorare dopo che ci hanno tagliato il capo, la testa”.
7) Il governo Letta cadrebbe? Nuovo voto? Governo senza Pdl?
“Non faremo cadere il governo Letta,
non è questo il punto. La condanna innescherebbe una crisi istituzionale, il
cui rimedio sarebbe solo l’urna elettorale. Escludo che la sensibilità democratica del presidente
Napolitano gli detti un comportamento diverso dalla convocazione dei comizi
elettorali”.
8) Che fine farebbe il centrodestra senza Berlusconi?
“Non ho nessuna voglia adesso di
prefigurare scenari da day after. Berlusconi comunque non sarebbe mica morto.
Non smetterebbe di pensare e di essere un riferimento morale e dunque politico
per milioni di italiani. Il progetto di Forza Italia sarebbe più attuale che
mai, avrebbe le impronte di Berlusconi comunque”.
9) Chi glielo fa fare a Berlusconi di
rimanere in politica a 77 anni?
“L’amore per l’Italia. Lo disse
diciannove anni e mezzo fa: “l’Italia è il Paese che amo”. Spero non si stufi,
come pure sarebbe legittimo. Ma lui ha una tempra incredibile, unica. Lo dico
io, che non credo certo di essere uno che si piega. Ma il nostro Presidente non
ha paragoni”.
10) Dopo Silvio, Marina
Berlusconi?
“Se vuole, avrebbe un bellissimo nome e una grande esperienza
imprenditoriale di successo da giocare in politica. Ma, come tutti, dovrebbe
dimostrare di meritarsi la leadership. Non per diritto dinastico, questo è
certo. Senza essere calata con le corde dall’alto, magari da chi fa qualche
calcolo interessato sulla successione”.
Mauro Suttora
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