Wednesday, August 04, 2010
Gemelli Mussolini
I due trisnipoti del duce, Marzio e Carlo, sono nati con le tecniche del professor Antinori. E la bisnonna era Edda Ciano, figlia di Benito. Che sulla procreazione assistita, già allora diceva...
di Mauro Suttora
Oggi, 4 agosto 2010
Siamo ormai arrivati alla quinta generazione di Mussolini. Ma avere fra le mani il Dna di Benito fa sempre un po' impressione. È quel che è capitato al professor Severino Antinori, il medico italiano famoso per le tecniche di fecondazione artificiale, che ha favorito la nascita di Marzio e Carlo Ciano, trisnipoti del duce. Eccoli qui felici e pasciuti, a otto mesi dalla nascita (il 21 novembre 2009 nella clinica romana Quisisana), in braccio al papà Pier Francesco Ciano.
Ciano ha deciso di chiamare uno dei due gemelli con il nome di suo padre Marzio, morto a soli 37 anni, e terzogenito della coppia composta da Edda e Galeazzo, ex ministro degli Esteri, una delle figure più controverse del regime fascista.
«I bambini sono nati all' ottavo mese», dice Ciano, «e alla nascita pesavano 2,7 chili e 2,3. Mia moglie Alessandra e io ringraziamo il ginecologo Severino Antinori. Edda e Galeazzo Ciano ebbero tre figli, ma solo mio padre ebbe degli eredi: me e mio fratello Lorenzo. Lorenzo non ha figli, mentre io e mia moglie ora abbiamo dato alla luce questi bei gemelli, che porteranno avanti la dinastia».
FIGURA CONTROVERSA
La dinastia Ciano, nel bene e nel male, ha fatto l'Italia del Novecento. A cominciare dall'ammiraglio Costanzo Ciano, nato a Livorno nel 1876 e autore della «beffa di Buccari»: con i suoi Mas (Motoscafi antisommergibile) assieme a Gabriele D'Annunzio riuscì a penetrare nel porto della flotta austriaca. Il che, dopo Caporetto, risollevò il morale delle truppe italiane. Sotto il fascismo fu ministro e presidente (di quel che restava) della Camera dei deputati.
Suo figlio Galeazzo, spavaldo e brillante, sposò nel 1930 Edda Mussolini, primogenita del dittatore, il quale nel '36 lo volle ministro degli Esteri. Filoinglese come i gerarchi più intelligenti del regime (Italo Balbo, Dino Grandi), Ciano cercò di tenere l'Italia fuori dalla guerra di Hitler. E per nove mesi ci riuscì. Ma nel giugno '40 Mussolini, visto il crollo della Francia, la attaccò.
Ciano divenne ambasciatore in Vaticano, dove ebbe stretti rapporti con il futuro papa Paolo VI, allora numero due della Segreteria di Stato. Il 25 luglio '43, durante l'ultimo drammatico Gran Consiglio, Galeazzo Ciano tradì Mussolini, votandone la richiesta di dimissioni che fece cadere il regime. Per questo pagò con la vita nel gennaio successivo: venne fucilato a Verona, nonostante la moglie Edda implorasse la grazia presso il padre.
Una vicenda da tragedia greca, che vide spendersi e spegnersi Edda, figlia prediletta del Duce, donna anticonformista, spregiudicata e moderna. «Ho sottomesso l'Italia, non riuscirò mai a sottomettere mia figlia», disse di lei Mussolini.
Dopo la guerra Edda girò il mondo, sempre irrequieta, pur badando ai tre figli: Fabrizio, Raimonda (detta Dindina) e Marzio. Marzio, nonno dei gemellini, si sposò con Gloria Lucchesi, ma tre anni dopo la nascita di Pier Francesco si separò. Morì nel '74, ventun anni prima di sua madre Edda.
A causa della distanza fra la nascita di Edda Mussolini e quella di suo fratello Romano, venuto alla luce 17 anni dopo, negli stessi mesi del '62 in cui Romano ha avuto da Anna Maria Scicolone (sorella di Sophia Loren) la figlia Alessandra (oggi deputata Pdl), è nato anche Pier Francesco Ciano, che appartiene però alla generazione seguente.
Ma cos'avrebbe detto Benito della procreazione assistita con la quale sono venuti alla luce questi suoi trisnipotini? Può sembrare una curiosità balzana. Eppure la risposta, incredibilmente, c'è.
Il 28 novembre 1939, Mussolini disse queste parole alla sua amante Claretta Petacci, che le trascrisse nel proprio diario (desecretato da poco dall'Archivio di Stato, e pubblicato da Rizzoli nel 2009 in Mussolini segreto): «Cara, hai veduto l'incubazione meccanica? Cioè il toro monta una bestia finta, raccolgono il liquido, e con quello rendono incinte altre bestie. Il toro è un bel po' stupido, non si accorge. [...] Guarda le foto. A me fa un certo effetto, anche a te vedo. Sì, è brutto, la natura va rispettata anche per le bestie. pensa che hanno fatto lo stesso anche con delle donne. Per esempio, una non poteva avere figli col marito. Si faceva iniettare lo sperma di uno qualunque e rimaneva incinta. Uno in America fece la prova di dieci o quindici sperma prima di iniettarli alla moglie. Nauseante».
Ma Mussolini si riferiva alla fecondazione assistita «eterologa». Questi gemellini Ciano, invece, sono nati regolarmente fra marito e moglie.
Mauro Suttora
Wednesday, January 15, 2003
Bambini fotocopia? No, grazie. Ma salviamo la clonazione buona
Una setta annuncia la nascita di Eva, la prima bimba clonata, e nel mondo esplodono le polemiche sul tentativo di riprodurre esseri umani
"Eventi choc come questo rischiano di bloccare la ricerca utile per vincere tante malattie", sostiene lo scienziato Boncinelli. È urgente una legge contro l'illusione dell'immortalità
dal nostro corrispondente dagli Stati Uniti Mauro Suttora
Oggi, 15 gennaio 2003
New York. Una setta di 50 mila fanatici rischia di arrecare più danni alla scienza seria e responsabile che non il peggior fondamentalista antiscientifico. I cosiddetti "raeliani"(seguaci di Rael, soprannome di un ex pilota da corsa francese convinto che i primi esseri umani sarebbero stati "clonati" - cioè prodotti in copia - da alcuni extraterrestri 25 mila anni fa) hanno annunciato giovedì 26 dicembre di avere clonato la prima bimba della storia: "Eva pesa 3,2 chili, sta bene e presto ve la mostreremo".
La madre sarebbe una 31enne statunitense dalla quale è stato prelevato un ovulo e una cellula della pelle per effettuare l'esperimento della bimba fotocopia. I raeliani hanno fondato addirittura una società, la Clonaid con sede alle Bahamas, per sfruttare commercialmente la clonazione (su Internet hanno messo in vendita, a 9.199 dollari, una "macchina per clonare", la RMX 2010). Avrebbero già, dicono, più di duemila prenotazioni. Una rivelazione sconvolgente, con ancora misteri e promesse non mantenute, che ha provocato nel mondo orrore, sconcerto e incredulità: solo un inattendibile bluff per farsi pubblicità?
Il nuovo presidente dei senatori repubblicani statunitensi, il medico Bill Frist, ha subito annunciato che farà approvare una legge per mettere al bando qualsiasi tipo di clonazione. Così, però, si rischia di buttare il bambino (è il caso di dirlo) assieme all'acqua sporca. Da anni infatti la parola "clonazione" indica due cose diversissime fra loro.
"Quella terapeutica", spiega da Trieste il professor Edoardo Boncinelli, uno dei massimi scienziati italiani, "consiste nel tentativo di produrre tessuti e parti di organi da usare nei trapianti. La clonazione riproduttiva, invece, mira a produrre organismi viventi completi "su misura". La prima è una ragionevole speranza, la seconda una folle illusione, almeno per gli esseri umani".
Una pecora, Dolly, è già stata clonata in Scozia nel 1997. Lo zoo dei cloni si è poi arricchito: vitelli, topi, tori, scimmie, maiali, capre, gatti e conigli. Da allora si è aperto il dibattito "bioetico" su quali confini imporre alla ricerca. Si ripete il dilemma dell'energia atomica: fonte pulita (in mancanza di incidenti) e a buon mercato se usata per scopi civili, arma tremenda se utilizzata dai militari. Lo stesso per la clonazione. Le migliori menti scientifiche del mondo stanno lavorando da anni per ricreare i tessuti umani. Ci sono già riusciti con la pelle e la cornea, ma non tutti i tessuti sono di facile ricostruzione.
Le malattie curabili con la clonazione terapeutica sono l'Alzheimer, il Parkinson, la talassemia, l'anemia, i tumori ereditari e la fibrosi cistica. Le cellule utili a rimpiazzare quelle morte si chiamano "staminali". Si trovano soprattutto negli embrioni umani, ritenuti però già esseri viventi dalla religione cattolica. Per i cattolici sono quindi intangibili, non si possono distruggere per prelevarne le cellule staminali: ridurli a "fabbrica" o serbatoio di queste ultime equivarrebbe a un assassinio.
"Il dibattito sulla clonazione riguarda lo status dell'embrione", spiega Francesco D'Agostino, presidente del Comitato nazionale per la bioetica, "perché chi ritiene che esso meriti rispetto è contrario anche alla clonazione terapeutica, visto che questa dà vita a un embrione clonato per poi distruggerlo, prelevando le sue cellule seppur a fini di ricerca". L'annuncio dei raeliani ha fornito una potente ragione ai "proibizionisti", cioè a coloro che pensano che in questo campo non ci si possa permettere di sottilizzare troppo, e quindi vada proibita la clonazione umana d'ogni tipo: "Una volta clonato un embrione", chiede per esempio il senatore americano Sam Brownback, "chi può garantire che sarà sempre usato per scopi terapeutici, e non da qualche pazzo per impiantarlo in un ovulo e tentare la procreazione?".
Ovviamente, per regolare questa spinosa materia, occorre una legge uguale e valida in tutto il mondo. Altrimenti i "clonatori" emigrerebbero nei Paesi più permissivi, vanificando gli sforzi di controllo negli altri. Ma le opinioni pubbliche sono divise all'interno di ogni Stato.
Cosicché, quando due mesi fa l'Onu ha affrontato l'argomento, dopo negoziati durati ben due anni, la proposta di divieto mondiale della clonazione è stata respinta. A farla naufragare sono stati gli Stati Uniti. Bush ha ignorato gli appelli della comunità scientifica statunitense, lanciatissima negli studi per la clonazione terapeutica, e ha chiesto che il bando dell'Onu comprendesse anche quest'ultima.
Agli Stati Uniti nella nuova versione "dura" si sono accodati 36 Paesi, fra i quali l'Italia e l'altrettanto cattolica Irlanda. Ma molte altre nazioni avanzate hanno già emanato leggi che permettono la clonazione a scopo di ricerca.
La Francia mesi fa ha fatto marcia indietro rispetto alla legge del 1994 che la proibiva, esprimendosi favorevolmente sia per la terapeutica che per l'uso degli embrioni "sovrannumerari", cioè gli embrioni congelati non utilizzati nella fecondazione assistita (mezzo milione nel mondo, 25 mila in Italia).
Anche la legge tedesca del 1990 proibiva la creazione di cloni per qualsiasi scopo, ma nel gennaio 2002 Berlino ha permesso l'importazione delle cellule staminali embrionali. Più permissivi Gran Bretagna, Giappone, Canada e Belgio, che consentono la clonazione terapeutica seppur con rigidi controlli pubblici. La Cina vuole introdurre una differenziazione fra gli embrioni con più o meno di 14 giorni.
In Italia l'argomento clonazione non sembrava scaldare né i politici né l'opinione pubblica, almeno fino alla provocazione della setta raeliana. Eppure proprio uno dei più strenui assertori della clonazione riproduttiva è il nostro Severino Antinori, che aveva promesso la prima nascita di un clone entro il gennaio 2003. Due anni fa una commissione di esperti, nominata dall'ex ministro della Sanità Umberto Veronesi e presieduta dal Nobel Renato Dulbecco, aveva proposto una soluzione di compromesso: l'uso di un metodo innovativo per produrre cellule staminali, ma senza creare embrioni.
Nessuna legge, tuttavia, proibisce la clonazione, né riproduttiva né terapeutica: contro la prima c'è solo un'ordinanza ministeriale emessa per la prima volta dal ministro Rosy Bindi nel 1997, rinnovata ogni sei mesi. Ma proibizionisti e possibilisti sono presenti a destra e a sinistra, tagliando trasversalmente gli schieramenti.
L'attuale ministro della Sanità Girolamo Sirchia è per il bando totale; su posizioni opposte il presidente dei radicali Luca Coscioni: immobilizzato dalla sclerosi laterale amiotrofica, si è sottoposto egli stesso a un trapianto di cellule staminali.
Se l'Italia è indifferente, in America infuria la polemica. Il 2003 promette di essere l'anno decisivo per risolvere la questione. E, una volta che gli Stati Uniti avranno deciso, per il resto del mondo ci sarà poco da discutere: è nel Paese guida dell'Occidente, infatti, che abitano i padroni dei geni (come la Celera Genomics, sito www.celera.com, e la Geron, www.geron.com).
Nel 2001 la Camera, su impulso di George Bush jr e dei suoi elettori (cristiani conservatori, Stati del Sud), aveva a sorpresa proibito pure la clonazione terapeutica. Ma l'altro ramo del Parlamento, il Senato, ha bocciato quel testo.
Molto attive, a favore della clonazione per la ricerca, sono le associazioni dei malati. La moglie di Ronald Reagan, devastato dall'Alzheimer, è contraria alla severità dell'attuale presidente. Recentemente la Stanford University di Palo Alto e lo Stato della California hanno sfidato il divieto imposto da Bush, e contestato soprattutto dal senatore Ted Kennedy, che non a caso viene da Boston, con Mit e Harvard capitale scientifica americana.