ERO IO L'IMPERATORE DELL'HOLLYWOOD
Oggi, 4 agosto 2010
Lele Mora, l’imperatore dell’Hollywood era lei.
«Per dieci anni, alla domenica sera, stavo seduto nel privé su una poltrona a forma di trono».
Perché?
«Un po’ per scherzo, un po’ perché venendo dalla campagna la cosa mi piaceva. Ma la vera ragione era un’altra».
Quale?
«Ricevo 500 mail al giorno di giovani che vogliono entrare nel mondo dello spettacolo. Impossibile trovare il tempo di incontrarli tutti».
E allora?
«Venivano loro lì. Così non c’era bisogno del richiamo di nomi famosi per riempire il locale. Bastavo io».
Le serate con coca di cui parlano Belen e la Ribas.
«Mai vista, la cocaina. Io sono assolutamente contro la droga. Neanche fumo e bevo».
Ha fatto tre mesi di carcere per cocaina nel 1989.
«Completamente prosciolto. Fu terribile».
Mai vista, allora, la coca?
«Vedo chi la vende e chi la prende, come tutti. Ti fermano addirittura per dartela, qui sotto in viale Monza come in corso Como».
Dilaga.
«È la piaga di questi anni. Ormai la prendono tutti, anche gli operai al sabato».
E quindi?
«Se chiudono l’Hollywood, dovrebbero chiudere tutti i locali del mondo».
Battaglia persa?
«Mai darsi per vinti. Io aiuto don Mazzi».
Erano complici anche vigili e poliziotti.
«Ci sono sempre gli insospettabili».
Tanto vale legalizzare.
«Non saprei prendere posizione, non sono un politico».
Almeno non ci guadagnano i mafiosi.
«È come per l’alcol».
Cioé?
«Vogliono chiudere le discoteche alle due. Ma i ragazzi bevono lo stesso, nei baracchini».
E attorno a lei?
«Ho allontanato dalla mia agenzia personaggi come la Ribas, la Lodo, la Fabiani».
Perché?
«Non c’era più feeling».
Diplomatico.
«Io ai miei ragazzi ho fatto solo del bene. Ma non tutti sono riconoscenti».
Corona?
«Ai figli si perdona sempre. Anche a quelli più ribelli».
Lo hanno beccato per la terza volta senza patente.
«Non è quello che vuol far credere di essere».
E cos’è, allora?
«Buono, furbo. E malato di denaro».
Siete accusati di Iva evasa su 17 milioni.
«Lui non so. Io per fatture di poche centinaia di migliaia».
Come vanno gli affari?
«Non tanto bene».
Dopo Vallettopoli del 2007?
«Ero crollato da 50 a uno. Trent’anni di lavoro distrutti».
L’hanno abbandonata in tanti?
«No. Molti li ho lasciati io. Ora curo 80 artisti».
Gli addii più dolorosi?
«Simona Ventura e Valter Nudo. Lei dopo 14 anni. Lui mi ha tradito tre volte».
In che senso?
«Se n’è andato, non ha combinato niente, è tornato, l’ho ripreso in agenzia, l’ho rilanciato, mi ha mollato di nuovo».
Chi le è stato fedele?
«Tanti: la Ferilli, Ornella Muti, De Sica, D’Eusanio, Yespica. E poi Casalegno, Caldonazzo, Platinette, Remo Girone...»
Ora come va l’agenzia?
«Ci stiamo riprendendo, ma che fatica».
Questo suo ufficio brilla sempre.
«Lavoro come un matto. L’altra sera ho inaugurato un casinò ad Abbazia, in Croazia. Dodici ore d’auto. Ieri a Verona e poi a Bari».
Stanno finendo gli anni Zero. Lei, con Briatore, è stato il simbolo del decennio.
«Ho creato e lanciato tanti sconosciuti. A Belen ho dato il permesso di soggiorno, era clandestina. E poi la Falchi...»
Metà dei personaggi tv erano suoi.
«Anche tre quarti».
Si pente di qualcosa?
«Ho gonfiato anche “fenomeni” che non sanno fare niente. Senza talento e cultura».
Lei invece colleziona lauree ad honorem, le vedo appese lì dietro.
«Due in Scienza della comunicazione. Un'altra me la stanno per dare a Perugia. E poi la mia».
In?
«Economia e commercio, a Bologna».
Era uno degli uomini più potenti d’Italia.
«I veri potenti sono altri: politici, industriali, banchieri».
Lei no?
«Ho solo lavorato tanto, cominciando da Patty Pravo e Loredana Berté negli anni ‘70».
Un drogato di lavoro.
«Ecco. Questa è la mia unica droga. Vivo per lavorare, invece di lavorare per vivere».
Si vede che le piace.
«Sì, ma ho trascurato la famiglia».
Se l’è portata dietro: sua figlia lavora con lei.
«Anche mio figlio e mio genero».
Quindi non si è mai sentito importante? Neppure sul trono?
«Una volta la mia faccia non la conosceva nessuno. Ora che è nota, non posso fare più nulla».
Cioé?
«Appena faccio pipì fuori dal vasino mi segnalano».
L’hanno segnalata con Berlusconi fra le guglie del Duomo, due settimane fa.
«Sono andato per il concerto di Aznavour. Mi ha invitato un mio amico imprenditore di Roma, anche perché costava duemila euro a biglietto».
Che fa, prende le distanze?
«Assolutamente no. Amo Berlusconi come imprenditore, politico e uomo di parola».
Vota Pdl?
«Politicamente sono mussoliniano, perché lo erano i miei genitori».
Quindi ha votato Storace.
«No. Mussoliniano, non fascista».
L’hanno vista a un comizio Pdl.
«Ho aiutato la campagna di due amici: Podestà per la provincia di Milano, e Giorgio Pozzi a Como».
Insomma, è di destra.
«Ma solo personalmente. Sul lavoro niente politica».
Bipartisan.
«Sì. Infatti la Ferilli è di sinistra».
Oggi è il 2 agosto. Vacanze?
«Detesto il sole. Per questo sono bianco come un latticino»
Mauro Suttora