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Thursday, January 02, 2020

Il solito niente, giallo di Alessandra Zenarola



Consiglio a tutti il giallo psicologico 'Il solito niente' di Alessandra Zenarola (ed. Solfanelli, 2019). Una giovane serba viene assassinata a Udine, lascia il suo bambino di 4 anni, e la commissaria Camilla Valdimares risolve brillantemente il caso.

Ma la scrittura è ancor più brillante della trama. Zenarola riesce a rendere affascinante l'addormentata vita di provincia. I poliziotti esibiscono un'accidia parastatale (tranne Camilla), le case di investigatori e investigati appaiono mediamente squallide, le loro esistenze sono immerse in solitudine, noia e mancanza di prospettive. Però il ritmo del racconto trasforma tutto, e tutto diventa seducente.

Certe similitudini sono folgoranti: "cincischiava come un pipistrello appeso al soffitto", "si era truccata per nascondere il pallore da luna islandese", "un caffè macchiato che sapeva di armadio per le scarpe", "svolgere una qualsiasi attività con Marinella Corbatto equivaleva, sul piano bio energetico, a nuotare in una vasca piena di sonnifero".

Come Maigret, la commissaria ha complicazioni private: un tumore, un amore ineffabile, un carattere pestifero. Straccia un biglietto aereo per Dublino prepagato dal suo quasi fidanzato; cosicché lui per vederla solo poche deve volare dall'Irlanda a Venezia, e poi portarla in gita fino all'isola croata di Krk (Veglia in italiano, unica scivolata del libro).

L'amante arricchito della vittima è il sospettato numero uno. Ma, come con Simenon, ci fidiamo dell'autrice e ci affidiamo completamente ai suoi ironici colpi di scena. Siamo soddisfatti già dal viaggio prima che dell'arrivo alla meta.

Altre perle: il collega commissario che "conduce gli interrogatori senza alcun nesso causale fra le domande, anche se prese singolarmente possono sembrare azzeccate", "la signora Alice, a giudicare dall'addome e da un prolasso imminente del collo e del mento, si scolava minimo due whisky tra la colazione e il pranzo", "l'odio può essere un collante indistruttibile, il disprezzo no", "il suo cervello produceva pensieri corti, destrutturati", "Vladi in versione antipatia galoppante", un cagnolino "topastro miserrimo".

Così il grigio Friuli diventa magico, e le puntate a Grado o Trieste sembrano viaggi esotici. Ci innamoriamo dell'antipatica commissaria Valdimares, e della sua autrice.
Film subito. O almeno fiction tv.
Mauro Suttora