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Wednesday, May 07, 2014

Eurodeputati: bilancio 2009-2014

Strasburgo (Francia), 15 aprile 2014

dall'inviato Mauro Suttora

Ultima seduta dell’Europarlamento nato nel 2009. È la settimana santa,  e i 766 deputati si affannano nelle   votazioni in extremis. Possono parlare al massimo un minuto ciascuno. È una catena di montaggio.

Tempo di bilanci. Lo facciamo anche noi, con i cinque parlamentari che avevamo «adottato» cinque anni fa. Chiedevamo loro innanzitutto una presenza costante a Bruxelles. I risultati sono nella pagina seguente.

Ottimo il leghista Lorenzo Fontana (95%), buoni gli altri. Ultima Francesca Balzani (Pd), al 71%, perché nell’ultimo anno è stata anche assessore comunale al Bilancio a Milano (in pratica la numero due del sindaco Giuliano Pisapia). Non si ripresenta alle elezioni del 25 maggio.

La produttività dei deputati, però, si misura anche con il numero di interrogazioni, mozioni, rapporti e interventi. Non solo in aula, ma anche nelle commissioni. E nelle riunioni dei partiti di appartenenza.
 
«È lì che si svolge il vero lavoro, spesso oscuro», spiega Licia Ronzulli (Forza Italia). 
«Senza un’assidua presenza in commissione, non avrei potuto raggiungere buoni risultati», conferma Niccolò Rinaldi. Che, eletto con l’Idv di Antonio Di Pietro, è stato anche vicepresidente dell’Alde (Alleanza liberal-democratici per l’Europa), terzo partito dopo i popolari/conservatori e i socialisti.

Fontana, per il sito mep ranking, è primo nel totale delle attività. Seconda Ronzulli, terzo Rinaldi. In coda Balzani e Magdi Allam. Quest’ultimo, eletto con l’Udc, ha poi fondato un suo partito personale (Amo l’Italia), e ora si presenta con Fratelli d’Italia nella circoscrizione Nordest.
 
Gli eurodeputati devono mantenere il contatto con i propri elettori. «Ogni anno ho visitato almeno due volte ognuna delle 22 province dell’Italia centrale», dice Rinaldi, «e ho organizzato 28 corsi gratuiti di formazione per l’accesso ai fondi europei. Ogni mese pubblico una newsletter con tutti i bandi in scadenza per i fondi europei diretti, da richiedere alla Ue, o indiretti, attraverso le quattro regioni del mio collegio: Umbria Lazio, Toscana e Marche. A Bruxelles ho organizzato sei corsi di formazione per amministratori e rappresentanti della società civile (disabili, insegnanti, volontari) per scambi di buone pratiche europee».

«Anch’io ho fatto conferenze per spiegare l’Europa e le sue grandi opportunità ai cittadini, avvicinandoli a una realtà troppo spesso vista come lontana ed astratta», aggiunge la Ronzulli.

Quanto a Fontana, proprio nel giorno in cui siamo a Strasburgo riceve un gruppo di elettori leghisti. Ogni deputato infatti ha diritto a invitare 110 persone l’anno, con viaggio rimborsato (260 euro un Roma-Bruxelles).
    
Passiamo a un argomento delicato: le lingue. È risaputo che gli eurodeputati italiani non brillano per conoscenza dell’inglese, lingua ormai indispensabile all’Europarlamento. Ha superato il francese dopo l’entrata nella Ue dei Paesi dell’Est, tutti anglofoni tranne la Romania.

Tutto da tradurre in 23 lingue

Rinaldi vola alto: «Parlo correntemente inglese, francese, spagnolo, portoghese. E sto imparando l’arabo». Ronzulli: «Sapevo già il francese, e in questi cinque anni ho frequentato corsi per migliorare l’inglese».

È vero che ogni documento dev’essere tradotto nelle ben 23 lingue dell’Europa-Babele, e che ogni intervento pronunciato in aula viene interpretato simultaneamente. Ma i veri contatti sono personali, e diversi deputati italiani hanno addirittura gettato la spugna dimettendosi, perché si sentivano tagliati fuori.

Una fonte di scandalo sono i portaborse. Ogni eletto ha diritto a ben 25mila euro lordi mensili per assumere quanti assistenti vuole. Tre al massimo a Bruxelles, gli altri nel proprio collegio. È vietato imbarcare parenti, ma i furbi lo fanno fare ai colleghi delle stesso gruppo.

«Pubblico tre volte l’anno bandi pubblici per tirocini nel mio ufficio, e poi l’esito della selezione», dice Rinaldi. «Idem per gli assistenti: ho fatto sessanta interviste».
Ronzulli: «Ho scelto collaboratori non per amicizia, ma perché competenti sul  funzionamento delle istituzioni europee».

E la doppia sede dell’Europarlamento? Mantenere i palazzi di Bruxelles (sede principale) e Strasburgo (una settimana al mese) costa 1,7 miliardi l’anno. Si risparmierebbero 200 milioni unificando.

«La decisione purtroppo dipende dai governi e non dal Parlamento, che anzi deve subirla», spiega Rinaldi. Aggiunge Ronzulli: «Quante risoluzioni abbiamo approvato per ottenere un’unica sede! È uno spreco intollerabile». Ma finché la Francia resisterà, Strasburgo rimarrà.

Si prevede una ventata antieuropeista al voto del 25 maggio. Il leghista Fontana è contro l’euro. Allam vuole un’Europa che difenda l’identità cristiana nei confronti degli immigrati, soprattutto quelli islamici. «Stati Uniti d’Europa», propongono invece Rinaldi e Ronzulli, «con un’unica politica estera e di difesa».
Mauro Suttora

Thursday, September 02, 2010

Viaggio nell'Europarlamento

Cosa fanno i cinque eurodeputati 'adottati' da Oggi

ORA PER ORA, COSÌ FUNZIONA IL PARLAMENTO UE

Nel 2009 ne avevamo scelto uno per partito, ripromettendoci di «controllare» la loro attività. Siamo andati a trovarli e abbiamo scoperto che due sono incinte, il leghista è infaticabile, e il dipietrista...

dall'inviato Mauro Suttora

Bruxelles, luglio 2010

Arrivo all'una nell'aeroporto della capitale belga (ed europea) durante l'ultima settimana di lavoro dell'Europarlamento prima delle ferie estive. Chiamo dal bus l'ufficio di Licia Ronzulli, deputata Pdl: «Peccato che arrivi solo adesso, è appena finito un bellissimo ricevimento per Roma con concerto di Bocelli!», mi risponde lei. La grande novità, però, è che Licia è incinta. All'ottavo mese. In agosto nasce Vittoria. E, incredibilmente, è in dolce attesa (quinto mese) anche l'altra eurodeputata «adottata» l'anno scorso da Oggi: Francesca Balzani, Pd.

Scendo dal bus e m'incammino verso il nuovo edificio che ospita gli uffici dell'Europarlamento. È intitolato ad Altiero Spinelli, che con il suo Manifesto di Ventotene del 1941, scritto al confino nell'isola con Ernesto Rossi, è uno dei padri dell'Europa unita. Da italiano, sono orgoglioso di vedere il suo nome all'ingresso del palazzo. Quello di fronte è dedicato a Paul-Henri Spaak, premier belga e zio di Catherine.

MINACCIA ISLAMICA
In portineria mi viene a prendere in consegna l'assistente della Balzani. A causa delle minacce dei terroristi islamici, entrare nell'Europarlamento è diventato difficile. Non solo bisogna fare un'apposita tessera con foto, ma ogni ospite dev'essere fisicamente accolto al piano terra da chi lo ha invitato e garantisce per lui. L'onorevole Balzani è in riunione, cosicché mi dirigo verso l'ufficio della Ronzulli: 09E246. Significa che è al nono piano nell'ala E. Complicatissimo: se si sbaglia ala bisogna tornare giù e risalire.

Nell'ascensore vedo il manifestino che annuncia la «festa per Roma». Oltre al concerto di Bocelli c'è stato un ricevimento e la proiezione di un documentario di Zeffirelli. Il sindaco Alemanno non è venuto, sostituito dal vice Mauro Cutrufo. Motivo della manifestazione: propagandare il Gran Premio di Formula Uno che Roma vuole organizzare all'Eur, e la candidatura alle Olimpiadi del 2020.

Arriva la Ronzulli nel corridoio moquettato, seguita dai suoi due assistenti. Le chiedo se «feste» come questa non rischiano di far parte dei leggendari sprechi dell'Europarlamento. Mi spiega che ogni eurodeputato ha a disposizione 15 mila euro l'anno per convegni e iniziative simili, o anche per invitare propri elettori dall'Italia a visitare il Parlamento.

Nella classifica delle presenze la Ronzulli non brilla: ha partecipato all'83% delle sedute plenarie, e risulta 46ª su 72. Ma è ampiamente giustificata dalla gravidanza, arrivata dopo due anni di matrimonio. «Per la verità sono stata assente anche la settimana dopo l'incidente a Berlusconi, lo scorso dicembre. Gli sono stata vicino». Licia, infatti, lavora in ospedale, è manager sanitaria ed è una delle giovani che il premier ha valorizzato. Le ha fatto saltare il cursus honorum abituale (prima consigliere circoscrizionale, comunale, provinciale, regionale, poi deputato nazionale, infine europeo), proiettandola subito in Europa.

Altre due eurodeputate giovanissime sono state elette nel Pdl per volere di Berlusconi: la bocconiana Lara Comi, 27 anni, e l'attrice pugliese 29enne Barbara Matera. Sono risultate assidue e preparate. Ovviamente la Ronzulli non vuole essere associata alle soubrette: «Qui si lavora, e molto. Faccio parte della commissione Occupazione e Affari sociali e di quella per i Rapporti con i Paesi di Africa, Caraibi e Pacifico. Mi sono battuta per la risoluzione contro il precariato giovanile».

DA UKMAR A STRASBURGO

Saliamo al quindicesimo piano, dove stanno gli uffici degli eurodeputati democratici. Francesca Balzani, genovese, collaboratrice del tributarista Victor Ukmar, è stata assessore al Bilancio della sua città. E anche a Bruxelles è entrata nella commissione Bilancio. Un mese fa, poi, è stata nominata nella commissione Prospettive Finanziarie: sarà lei a decidere (assieme agli altri 49 membri, di cui solo due italiani) dove andranno i finanziamenti Ue nei prossimi anni. Un ruolo cruciale, per affrontare il quale ha preso casa a Bruxelles. «E adesso questa bella sorpresa: la terza figlia». Che si chiamerà Agata.

L'ASSURDA DOPPIA SEDE

Anche alla Balzani chiediamo degli sprechi europei: «Quelli più grandi avvengono non per il funzionamento delle istituzioni come il Parlamento, ma per certi finanziamenti con scarso rendiconto. Comunque è chiaro che la doppia sede del Parlamento, a Bruxelles e a Strasburgo, fa aumentare inutilmente i costi». Ma guai a parlarne ai francesi, di ogni colore: difendono la loro Strasburgo con i denti.

Lo conferma Niccolò Rinaldi, fiorentino e veterano di Bruxelles. Ci arrivò come assistente di Jas Gawronski, eurodeputato prima repubblicano per 15 anni, quindi di Forza Italia per altri quindici. «Poi sono diventato funzionario del gruppo liberaldemocratico, e lì ho conosciuto Di Pietro che mi ha apprezzato». Eletto per la prima volta europarlamentare l'anno scorso per l'Idv, Rinaldi si muove nei corridoi di Bruxelles con consumata abilità. E sopperisce all'inesperienza di altri eletti italiani i quali, parlando poco inglese e francese, spesso sono tagliati fuori dalle decisioni importanti.

«Parliamoci chiaro», spiega Rinaldi, «qui le battaglie non si fanno solo nelle sedute plenarie, ma anche nelle commissioni e nei gruppi. Perché oltre alle divisioni fra destra e sinistra ci sono quelle nazionali, che spesso pesano di più». Un esempio: il presidente francese del Ppe (i popolari) è stato il principale avversario dei deputati italiani del suo stesso gruppo, quando questi hanno chiesto un'unica sede per il Parlamento, eliminando Strasburgo, per risparmiare 250 milioni l'anno.

Intanto, si sono fatte le sei del pomeriggio. Accompagniamo Rinaldi, reduce da un viaggio ad Haiti dove ha controllato gli aiuti Ue, a un aperitivo in un caffè vicino al Parlamento. Tipico incontro cui devono partecipare i deputati. La Confindustria italiana, infatti, ha invitato a Bruxelles una delegazione di piccoli imprenditori per familiarizzarli ai meccanismi di finanziamento Ue.

LEGHISTA CONTRO TURCHIA

Il mattino dopo visitiamo un altro giovane: l'eurodeputato veronese Lorenzo Fontana (Lega Nord). È reduce da una battaglia con il commissario per l'Allargamento. Gli aveva indirizzato un'interrogazione contro l'entrata in Europa della Turchia, obiettando che Istanbul non ha mai chiesto scusa per il genocidio degli armeni. Quello gli ha risposto che bisogna guardare al futuro, non al passato. «Allora dimentichiamoci pure dello sterminio degli ebrei...», commenta Fontana. Il quale, per l'eccessiva lontananza, ha perso la fidanzata italiana. Capita anche questo, andando a Bruxelles.

Mauro Suttora

Wednesday, June 24, 2009

Francesca Balzani, eurodeputata

Oggi, 24 giugno 2009

Francesca Balzani, 43 anni, di Genova, avvocata dello studio Uckmar, sposata, due figli. È stata eletta eurodeputata Pd per il Nordovest. Non ha mai fatto politica fino a due anni fa, quando il sindaco di Genova Marta Vincenzi l'ha scelta come assessore al Bilancio.

Il nostro giornale (il settimanale Oggi) l'ha "adottata" al posto di Rosaria Capacchione, che non ce l'ha fatta ad arrivare a Bruxelles. Gli eurodeputati adottati, uno per partito, si sono impegnati a partecipare a tempo pieno ai lavori ell'Europarlamento, a diminuirne gli sprechi e a farlo funzionare meglio. Nei prossimi cinque anni li controlleremo, e loro sranno le nostre "spie" a Bruxelles, raccontandoci che cosa succede in Europa.

Mauro Suttora