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Thursday, September 02, 2010

Viaggio nell'Europarlamento

Cosa fanno i cinque eurodeputati 'adottati' da Oggi

ORA PER ORA, COSÌ FUNZIONA IL PARLAMENTO UE

Nel 2009 ne avevamo scelto uno per partito, ripromettendoci di «controllare» la loro attività. Siamo andati a trovarli e abbiamo scoperto che due sono incinte, il leghista è infaticabile, e il dipietrista...

dall'inviato Mauro Suttora

Bruxelles, luglio 2010

Arrivo all'una nell'aeroporto della capitale belga (ed europea) durante l'ultima settimana di lavoro dell'Europarlamento prima delle ferie estive. Chiamo dal bus l'ufficio di Licia Ronzulli, deputata Pdl: «Peccato che arrivi solo adesso, è appena finito un bellissimo ricevimento per Roma con concerto di Bocelli!», mi risponde lei. La grande novità, però, è che Licia è incinta. All'ottavo mese. In agosto nasce Vittoria. E, incredibilmente, è in dolce attesa (quinto mese) anche l'altra eurodeputata «adottata» l'anno scorso da Oggi: Francesca Balzani, Pd.

Scendo dal bus e m'incammino verso il nuovo edificio che ospita gli uffici dell'Europarlamento. È intitolato ad Altiero Spinelli, che con il suo Manifesto di Ventotene del 1941, scritto al confino nell'isola con Ernesto Rossi, è uno dei padri dell'Europa unita. Da italiano, sono orgoglioso di vedere il suo nome all'ingresso del palazzo. Quello di fronte è dedicato a Paul-Henri Spaak, premier belga e zio di Catherine.

MINACCIA ISLAMICA
In portineria mi viene a prendere in consegna l'assistente della Balzani. A causa delle minacce dei terroristi islamici, entrare nell'Europarlamento è diventato difficile. Non solo bisogna fare un'apposita tessera con foto, ma ogni ospite dev'essere fisicamente accolto al piano terra da chi lo ha invitato e garantisce per lui. L'onorevole Balzani è in riunione, cosicché mi dirigo verso l'ufficio della Ronzulli: 09E246. Significa che è al nono piano nell'ala E. Complicatissimo: se si sbaglia ala bisogna tornare giù e risalire.

Nell'ascensore vedo il manifestino che annuncia la «festa per Roma». Oltre al concerto di Bocelli c'è stato un ricevimento e la proiezione di un documentario di Zeffirelli. Il sindaco Alemanno non è venuto, sostituito dal vice Mauro Cutrufo. Motivo della manifestazione: propagandare il Gran Premio di Formula Uno che Roma vuole organizzare all'Eur, e la candidatura alle Olimpiadi del 2020.

Arriva la Ronzulli nel corridoio moquettato, seguita dai suoi due assistenti. Le chiedo se «feste» come questa non rischiano di far parte dei leggendari sprechi dell'Europarlamento. Mi spiega che ogni eurodeputato ha a disposizione 15 mila euro l'anno per convegni e iniziative simili, o anche per invitare propri elettori dall'Italia a visitare il Parlamento.

Nella classifica delle presenze la Ronzulli non brilla: ha partecipato all'83% delle sedute plenarie, e risulta 46ª su 72. Ma è ampiamente giustificata dalla gravidanza, arrivata dopo due anni di matrimonio. «Per la verità sono stata assente anche la settimana dopo l'incidente a Berlusconi, lo scorso dicembre. Gli sono stata vicino». Licia, infatti, lavora in ospedale, è manager sanitaria ed è una delle giovani che il premier ha valorizzato. Le ha fatto saltare il cursus honorum abituale (prima consigliere circoscrizionale, comunale, provinciale, regionale, poi deputato nazionale, infine europeo), proiettandola subito in Europa.

Altre due eurodeputate giovanissime sono state elette nel Pdl per volere di Berlusconi: la bocconiana Lara Comi, 27 anni, e l'attrice pugliese 29enne Barbara Matera. Sono risultate assidue e preparate. Ovviamente la Ronzulli non vuole essere associata alle soubrette: «Qui si lavora, e molto. Faccio parte della commissione Occupazione e Affari sociali e di quella per i Rapporti con i Paesi di Africa, Caraibi e Pacifico. Mi sono battuta per la risoluzione contro il precariato giovanile».

DA UKMAR A STRASBURGO

Saliamo al quindicesimo piano, dove stanno gli uffici degli eurodeputati democratici. Francesca Balzani, genovese, collaboratrice del tributarista Victor Ukmar, è stata assessore al Bilancio della sua città. E anche a Bruxelles è entrata nella commissione Bilancio. Un mese fa, poi, è stata nominata nella commissione Prospettive Finanziarie: sarà lei a decidere (assieme agli altri 49 membri, di cui solo due italiani) dove andranno i finanziamenti Ue nei prossimi anni. Un ruolo cruciale, per affrontare il quale ha preso casa a Bruxelles. «E adesso questa bella sorpresa: la terza figlia». Che si chiamerà Agata.

L'ASSURDA DOPPIA SEDE

Anche alla Balzani chiediamo degli sprechi europei: «Quelli più grandi avvengono non per il funzionamento delle istituzioni come il Parlamento, ma per certi finanziamenti con scarso rendiconto. Comunque è chiaro che la doppia sede del Parlamento, a Bruxelles e a Strasburgo, fa aumentare inutilmente i costi». Ma guai a parlarne ai francesi, di ogni colore: difendono la loro Strasburgo con i denti.

Lo conferma Niccolò Rinaldi, fiorentino e veterano di Bruxelles. Ci arrivò come assistente di Jas Gawronski, eurodeputato prima repubblicano per 15 anni, quindi di Forza Italia per altri quindici. «Poi sono diventato funzionario del gruppo liberaldemocratico, e lì ho conosciuto Di Pietro che mi ha apprezzato». Eletto per la prima volta europarlamentare l'anno scorso per l'Idv, Rinaldi si muove nei corridoi di Bruxelles con consumata abilità. E sopperisce all'inesperienza di altri eletti italiani i quali, parlando poco inglese e francese, spesso sono tagliati fuori dalle decisioni importanti.

«Parliamoci chiaro», spiega Rinaldi, «qui le battaglie non si fanno solo nelle sedute plenarie, ma anche nelle commissioni e nei gruppi. Perché oltre alle divisioni fra destra e sinistra ci sono quelle nazionali, che spesso pesano di più». Un esempio: il presidente francese del Ppe (i popolari) è stato il principale avversario dei deputati italiani del suo stesso gruppo, quando questi hanno chiesto un'unica sede per il Parlamento, eliminando Strasburgo, per risparmiare 250 milioni l'anno.

Intanto, si sono fatte le sei del pomeriggio. Accompagniamo Rinaldi, reduce da un viaggio ad Haiti dove ha controllato gli aiuti Ue, a un aperitivo in un caffè vicino al Parlamento. Tipico incontro cui devono partecipare i deputati. La Confindustria italiana, infatti, ha invitato a Bruxelles una delegazione di piccoli imprenditori per familiarizzarli ai meccanismi di finanziamento Ue.

LEGHISTA CONTRO TURCHIA

Il mattino dopo visitiamo un altro giovane: l'eurodeputato veronese Lorenzo Fontana (Lega Nord). È reduce da una battaglia con il commissario per l'Allargamento. Gli aveva indirizzato un'interrogazione contro l'entrata in Europa della Turchia, obiettando che Istanbul non ha mai chiesto scusa per il genocidio degli armeni. Quello gli ha risposto che bisogna guardare al futuro, non al passato. «Allora dimentichiamoci pure dello sterminio degli ebrei...», commenta Fontana. Il quale, per l'eccessiva lontananza, ha perso la fidanzata italiana. Capita anche questo, andando a Bruxelles.

Mauro Suttora