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Wednesday, November 30, 2011

Indiscreto: i nuovi ministri

RITRATTI PRIVATI DEL GOVERNO DI MARIO MONTI

Oggi, 23 novembre 2011

di Mauro Suttora

«Bambini non urlate, arriva il marchese». Giulio Terzi di Sant’Agata, nuovo ministro degli Esteri, veniva a casa mia 40 anni fa a Bergamo per prendere lezioni private di francese da mia madre. Lo parlava già bene, ma voleva perfezionarlo con un po’ di conversazione in vista del concorso per entrare in diplomazia. Poi una gran carriera: Parigi, Canada, Bruxelles, Onu, ambasciatore in Israele e, da due anni, a Washington.

Qui, una piccola seccatura: l’ex moglie Gianna Gori manda una lettera a tutti (presidente della Repubblica, del Consiglio, ministro degli Esteri) per protestare contro la nuova compagna di Terzi, Antonella Cinque, che a volte si presentava come «moglie» nelle occasioni ufficiali. E il povero marchese costretto a denunciarla per diffamazione, calunnia e ingiuria, precisando che non stanno più insieme dal 2004 e che la nuova compagna «è la mamma dei miei figli nati nel 2008».

È al secondo matrimonio anche Corrado Passera, ministro di Sviluppo, Infrastrutture e Trasporti. Ha conosciuto la deliziosa Giovanna Salza, 37 anni, dieci anni fa quando guidava le Poste e lei era all’ufficio stampa. Si sono incontrati di nuovo nel 2008: lui capo di Banca Intesa che si occupava di Alitalia ed Air One, lei addetta stampa di quest’ultima. È scoccata la scintilla, l’anno scorso è nata la figlia Luce (lui ne ha già due), e lo scorso maggio il matrimonio. Non in uno dei begli alberghi della famiglia Passera a Como, ma nel vicino Villa d’Este di Cernobbio.
Alle nozze c’erano Mario Monti ed Elsa Fornero, vicepresidente di Banca Intesa, oggi pure lei ministro. E la bella Giovanna, di nuovo incinta, svolazzava felice al giuramento del governo nel salone del Quirinale.

L’unica altra donna vestita di bianco durante la cerimonia (che differenza rispetto al debutto del governo Berlusconi nel 2008, con le ministre Carfagna, Prestigiacomo e Gelmini) era la professoressa Fornero, ministro del Lavoro. Allieva di Onorato Castellino, preside della facoltà di Economia dell’università di Torino (dove per ben 15 anni, fino all’85, ha insegnato Mario Monti) scomparso quattro anni fa. Ma anche moglie di un altro illustre economista: Mario Deaglio, direttore del Sole 24 Ore nel 1980-83 e fratello del giornalista Enrico fondatore di Lotta Continua. E qui il cerchio si chiude, perché uno dei migliori libri di introduzione all’economia, su cui hanno studiato generazioni di universitari, nel 1978 lo scrisse la Fornero con Castellino, Deaglio e Monti (più il liberista Sergio Ricossa). Né la Fornero è digiuna di politica: è stata consigliere comunale a Torino nel 1993-98 in una lista civica d’appoggio al sindaco di sinistra Valentino Castellani.

La lista dei prof torinesi non si esaurisce qui. Nuovo ministro dell’Istruzione è Francesco Profumo, rettore del Politecnico di Torino fino a pochi mesi fa, quando la Gelmini lo ha nominato presidente del Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche). Ha mandato i suoi studenti a fare stages in Cina, ed è stato sia lodato che criticato per lo stretto rapporto con le aziende private. La sinistra voleva candidarlo sindaco di Torino lo scorso giugno, prima del sì di Piero Fassino.

Piemontese e docente universitario (diritto costituzionale) è anche Renato Balduzzi, che torna al ministero della Salute da ministro dopo averne diretto l’ufficio legislativo fino al 2000 fa sotto Rosy Bindi. Lì aveva preparato un disegno di legge per riconoscere le coppie di fatto (Dico, diritti di convivenza anche per i gay), poi affossato dai cattolici di destra.

Fabrizio Barca, ministro della «Coesione territoriale» (ex Affari regionali), discende da quell’aristocrazia del vecchio Pci che ha mandato i figli a studiare economia in Inghilterra e Stati Uniti con eccellenti risultati (per esempio Lucrezia Reichlin, figlia di Alfredo e Luciana Castellina). Suo padre Luciano, oggi 91enne, fu direttore dell’Unità e alto dirigente del partito a fianco di Enrico Berlinguer e Napolitano. Lui ha un curriculum accademico impressionante (Cambridge, Mit, Stanford), più vent’anni all’ufficio studi della Banca d’Italia e gli ultimi 13 al ministero del tesoro. Ha tre figli dalla moglie americana Clarissa.

L’altro «giovane» del governo, Enzo Moavero, è sposato con tre figli. Si è fatto apprezzare da Monti come suo capo di gabinetto a Bruxelles dal ’95 al 2005, dopo esserlo stato del dc Filippo Maria Pandolfi.

È curioso che l’unico allievo di Gianfranco Miglio, primo ideologo della Lega Nord, sia entrato proprio in un governo che ha la Lega come unica opposizione. Lorenzo Ornaghi, rettore dell’università Cattolica, ministro dei Beni Culturali, non ha simpatie leghiste. Però si è laureato con Miglio nel '72, e poi ne è stato l’«erede» sulla cattedra di Scienza della politica. Monti gli aveva offerto l’Istruzione, ma il Pd si è opposto per la sua vicinanza ritenuta eccessiva al Vaticano: Ornaghi infatti ha partecipato un mese fa al convegno di Todi che ha segnato la «riscossa» dei cattolici in politica.

A Todi c’erano anche Passera e Andrea Riccardi, fondatore della comunità di Sant’Egidio. Per quest’ultimo è stato cucito su misura un nuovo ministero, Cooperazione (tolta agli Esteri) e Integrazione (tolta agli Interni), che gli pemetterà di agire sia all’estero (Sant’Egidio media nei conflitti africani e centroamericani) sia per gli immigrati in Italia.

Corrado Clini, ministro dell’Ambiente, e Mario Catania (Agricoltura) non hanno bisogno di trasferirsi: da molti decenni sono dirigenti dei loro ministeri.
Anche il ministro della Difesa, ammiraglio Giampaolo Di Paola, è un «interno»: capo di stato maggiore, capo di gabinetto di ministri sia di centrodestra (Carlo Scognamiglio), sia di centrosinistra (Sergio Mattarella). Quando Monti gli ha annunciato la nomina era in missione segreta in Afghanistan. Appassionato di storia dell’arte, non si offende se lo definiscono «un intellettuale prestato alle forze armate».

Anna Maria Cancellieri, ministro dell’Interno, è stata per ben 23 anni addetta stampa della prefettura a Milano. Poi prefetto a Catania, Brescia, Bergamo, Vicenza, Genova, quindi commissario a Bologna e Parma (da un mese): quando i sindaci cadono lei li rimpiazza. E lei è così brava che a Bologna la volevano eleggere sindaco. Nata in Libia, ha un marito ex farmacista, due figli e quattro nipoti.

Una nota dolorosa, infine. Tutta Italia ha notato il braccio destro mancante di Paola Severino, 63 anni, ministro della Giustizia, napoletana (unica meridionale oltre a Di Paola): era malato, sempre più inabile, e recentemente si è resa necessaria l’amputazione. Questo non ha impedito alla ricchissima avvocatessa (sei milioni nel 2007) di regalare alla cerimonia del giuramento una delle poche note di colore: la presenza dei suoi due biondi nipotini. Suo marito Paolo Di Benedetto fu nominato da Passera gestore dei fondi delle Poste, poi è stato commissario Consob fino all’anno scorso.
Mauro Suttora