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Wednesday, April 04, 2001

Satyagraha radicale

LA CENSURA DEL 'CASO ITALIA' FINISCE A GINEVRA

di Mauro Suttora
Il Foglio, 4 aprile 2001

«Come in piazza Rossa sotto Stalin e in piazza Tien an men, anche davanti al Quirinale è proibito manifestare». Marco Pannella attacca ancora il presidente Carlo Azeglio Ciampi dopo che il capolista radicale Luca Coscioni (malato di sclerosi laterale in carrozzella) è stato sfrattato dalla piazza romana. Motivazione della questura: mancava il permesso di occupazione del suolo pubblico.

«Ormai l’Italia è come il Tibet, Cuba, la Cecenia, la Cina. Può sembrare incredibile, ma nel nostro Paese, che il mondo conosce come una democrazia matura e sviluppata, si vanno deteriorando i principi stessi della libertà e della democrazia». Con queste parole lunedì l’eurodeputato Olivier Dupuis, segretario del partito radicale, ha sollevato il “caso Italia” davanti alla Commissione diritti umani dell’Onu a Ginevra. 

Esagerazioni? «Roma nell’ultimo anno è stata condannata 367 volte dalla Corte europea dei diritti umani», spiega Dupuis, «cioè una condanna al giorno. L'Italia è uno Stato in cui la Corte Costituzionale ha una giurisprudenza così arbitraria da attentare ai diritti che dovrebbe tutelare. Non lo diciamo noi, ma vari ex presidenti della Corte stessa. L'Autorità giudiziaria copre la violazione delle regole fondamentali del processo elettorale, 'autorizzando' la presentazione di liste e candidature con firme false e irregolari. Luca Coscioni ha lanciato un appello internazionale contro i veti clericali alla ricerca medica, raccolto da 33 premi Nobel e centinaia d'illustri scienziati. Ma questo evento non è stato nemmeno 'registrato' dall’informazione scritta e televisiva pubblica e privata».

Nei rari casi in cui Emma Bonino appare in tv («Telecamere», domenica sera), un ritardo la fa slittare a notte fonda: il programma è finito alle due meno venti. Così i radicali, esulcerati, adottano i metodi estremi della nonviolenza. Il 5 aprile 1930 Mohandas Gandhi fu arrestato vicino a Bombay perché, con la Marcia del sale, violò il monopolio inglese sull’estrazione. Riuscirà oggi Pannella a infrangere il duopolio Rai-Mediaset sull’informazione? 

La Bonino annuncia un «satyagraha» (sciopero della fame, con minaccia di passare a quello della sete): «Non chiediamo spazi per il nostro movimento, ma dibattito sui temi politici d’attualità: libertà della scienza, libertà economiche, libertà sessuali». 

Anche Radio radicale ha sospeso le trasmissioni per tre giorni. Ora i pannelliani dalla fantasia inesauribile immaginano una marcia a piedi, «dagli studi Rai di Saxa Rubra a Roma fino a quelli Mediaset a Milano: un po’ Gandhi e un po’ Marcos», propone Dario Russo sul forum del sito www.radicali.it.

Intanto, sui muri d’Italia sono affissi gli unici due poster della lista Bonino. Uno liberista: «Decidi tu o il sindacato? Libera il lavoro, l’impresa, la vita». L’altro anticlericale: «Decidi tu o il Vaticano? Libera il sesso, la scienza, la vita». 

Scienziati da tutto il mondo inondano Coscioni (33 anni, docente universitario umbro) di solidarietà. «Appoggio completamente la sua causa», gli scrive sir Godfrey Hounsfield, Nobel per la medicina del ‘79, «perché gli argomenti contro l’uso degli embrioni si basano sulla superstizione. Naturalmente lei ha un antico sostenitore: Galileo».

E Kenneth Arrow, Nobel ‘72 dell’Economia: «Anche negli Usa l’uso delle cellule staminali per la ricerca contro la sclerosi laterale amiotrofica viene attaccato dalla nuova amministrazione Bush. Sono totalmente con lei». Così altri 16 Nobel per la Chimica, otto della Medicina, sette della Fisica. 

Noam Chomsky del Mit di Boston: «Le barriere contro la ricerca sugli embrioni umani devono essere distrutte». In Italia le liste radicali sono zeppe di candidati scienziati e ricercatori. Prestigiosa l’adesione del professor Edoardo Boncinelli (il più noto genetista italiano dopo Renato Dulbecco, collaboratore del Corriere della Sera), che pure lavora nel cattolico centro San Raffaele di Milano. 

Avverte Giulio Cossu, presidente dell’Associazione italiana biologia cellulare: «Sta tornando l’inquisizione. È raccapricciante pensare agli embrioni distrutti senza motivo, ma negati alla scienza». Da Roma, aderiscono l’ex rettore Giorgio Tecce e il matematico Alessandro Figà Talamanca.

Ma, alla fine, tutta questa mobilitazione farà superare alla lista Bonino la soglia del 4 per cento? Gli ultimi sondaggi sorridono ai radicali: La Stampa li dà al tre, Datamedia al quattro. Loro, comunque, sono riusciti a presentare liste in tutte le regioni: compreso il Veneto, dove avevano subìto una grossa emorragia di iscritti, critici per certi metodi centralisti dei gandhiani romani.
Mauro Suttora

Friday, March 23, 2001

Rutelli rifiuta i radicali

CAMPAGNA ELETTORALE DEI RADICALI

di Mauro Suttora
Il Foglio, 23 marzo 2001

Centinaia di volontari radicali sono scesi sui marciapiedi di tutta Italia con i loro banchetti: stanno raccogliendo le firme per partecipare elle elezioni. E’ uno sforzo notevole per un partito totalmente d’opinione, privo di funzionari e clienti locali, nonché di consiglieri comunali che autentichino le sottoscrizioni.

A Fiumicino, nel collegio dove si candida Marco Pannella (presente nel proporzionale della Camera anche in tutta la provincia di Roma, in Emilia e in Toscana), i "tavolinari” della lista Bonino hanno sorpreso alcuni dipietristi che facevano firmare senza autenticatore.

Questo delle firme false è uno scandalo sollevato l’anno scorso dai radicali, e che sta dando i primi frutti: elezioni annullate in Molise, inchieste aperte a Napoli, il vicepresidente della Provincia di Milano Dario Vermi (An) rinviato a giudizio per falso in atto pubblico e violazione delle leggi elettorali. Per Pannella, è la conferma dello “stato di illegalità” in cui versa il Paese, da lui denunciato un mese fa nell’appello a Carlo Azeglio Ciampi (“Presidente, ti uccido”).

Le accuse pannelliane riguardano soprattutto l’informazione tv: “Gli accadimenti di questi giorni alla Rai confermano che è questo il problema centrale della politica italiana”, spiega il dirigente radicale Angiolo Bandinelli, il quale sta preparando per il Comune di Roma una lista “civica, laica e antiproibizionista” simile a quelle promosse a Torino (con il verde Silvio Viale candidato sindaco) e ad Ancona.

L’Autorità garante delle comunicazioni ha dato ragione ai radicali, invitando la Rai a dare più spazio alla lista Bonino, vittima di uno “squilibrio editoriale”. “Ma l’azzeramento nei nostri confronti è continuato pure nei primi 70 giorni del 2001“, avverte Daniele Capezzone, “anche se il presidente Rai Roberto Zaccaria tenta di nascondere i dati sui radicali accorpandoci a Di Pietro, D’Antoni e Bertinotti, la cui presenza viene invece fatta esplodere”.

Pannella è convinto che sull’onda di qualche bel dibattito tv i radicali supererebbero agevolmente la barriera del 4 per cento. Altrimenti, l’unica eletta rischia di essere Emma Bonino, candidata al Senato in Lombardia (dove basta il 3 per cento ottenuto dalla sua Lista alle regionali).

Intanto, i radicali raccolgono adesioni prestigiose alla candidatura di Luca Coscioni (capolista in Umbria, Lazio ed Emilia davanti a Pannella), malato di sclerosi e simbolo della lotta per “la libertà della scienza”: per lui hanno firmato dodici premi Nobel e cento personalità del mondo accademico e scientifico internazionale (fra cui Ilya Prigogine, Noam Chomsky, l’ex rettore dell’università di Roma Giorgio Tecce e il matematico Alessandro Figà-Talamanca).

Un altro appello è rivolto al candidato premier dell'Ulivo Francesco Rutelli da Massimo Cacciari, Gianni Vattimo, Michele Salvati e Gianfranco Spadaccia, affinché “apra” ai radicali. Domenica scorsa il vertice dell’Ulivo sembrava avere accolto questo tentativo di dialogo in extremis (concretizzabile in qualche desistenza), ma poi Rutelli ha per l’ennesima volta snobbato i suoi ex compagni.

“I radicali sono alternativi a entrambi i poli, ma l’andata a casa del centrosinistra dovrebbe comunque essere una priorità per loro”, avverte l’intellettuale d’area Iuri Maria Prado, editorialista di Libero. Continua, infatti, la polemica liberista e antisindacale dell’eurodeputato boniniano Benedetto Della Vedova: l’ultima sua denuncia riguarda sei miliardi di fondi per la formazione Ue usati invece per un congresso di 120 dirigenti Cisl in una hotel a 4 stelle a Nizza.

Intanto la Bonino gira come una trottola: prima è andata in Africa per sollecitare adesioni al Tribunale Onu sui crimini di guerra; poi ha organizzato a Roma un convegno contro le infibulazioni delle donne africane; ha presentato a Milano un libro di Sergio Romano; è corsa a Napoli al Global Forum e a Torino per presentare le liste; ha partecipato ad Amman a un summit dell’International Crisis Group; ha condannato gli attacchi albanesi in Macedonia (“con la stessa fermezza con cui ho difeso gli albanesi kosovari dai serbi”); si è complimentata con Mary Robinson, che lascerà l’Alto commissariato Onu sui diritti umani in settembre (la Bonino è candidata a quel posto).

Emma ha incassato infine i complimenti dell’(autorevole) editorialista de “La Stampa” Barbara Spinelli: “Bonino e Rutelli sono personaggi di grande statura, usciti dalla scuola di alta politica, antisettarismo, rigore, laicità, senso di responsabilità individuale e interesse vero per il mondo circostante e per i diritti umani violati, che è la scuola di Pannella”.

Eppure le manca ancora il 'tocco magico' che aveva mostrato alle elezioni europee del 1999. I piu' malevoli commentatori, che affollano le file degli ex radicali, dicono che il successo della Bonino avvenne malgrado Pannella. E ora il vecchio leader è tornato in campo finendo per soffocarla. Ma gli 'amori gelosi di Marco' sono una leggenda che si ripete, si ripete, si ripete...
Mauro Suttora