Monday, December 01, 2025

Classifica delle città. Cambiamo parametri e mettiamoci la pizza

Nell’annuale graduatoria del Sole 24Ore (l’ultima uscita stamane) vincono sempre Trento o Bolzano o città del genere, con molti sportelli bancari e pochi schiamazzi. Ma poi tutti andiamo a divertirci a Roma e a Napoli, che languono nelle retrovie mentre si godono la vita

di Mauro Suttora

Huffingtonpost.it, 1 dicembre 2025

“Se vuoi patire le pene dell’inferno, vai a Trento d’estate e a Feltre d’inverno”. È un detto locale, quindi insospettabile: nel capoluogo trentino fa troppo caldo a luglio, e nel bellunese troppo freddo a gennaio.

Incurante di questa semplice verità, il Sole 24 Ore anche quest’anno incorona la provincia tridentina per la “qualità della vita più alta” nella classifica dei 107 capoluoghi di provincia. Un elenco accettato religiosamente da tutti i media, ma che in realtà è un monumento al razzismo. Le prime provincie del sud, infatti (Sardegna esclusa), sono Bari al 67° posto e Benevento al 76°.

Ditelo ai turisti di tutto il mondo che affollano le masserie pugliesi: gli italiani schifano il loro adorato Salento (Lecce, 81esima) e Brindisi, 88esima. E anche Reggio Calabria, ultima nonostante il lungomare più bello d’Italia e i bronzi di Riace, Siracusa penultima nonostante i gioielli di Ortigia, dell’orecchio di Dioniso e del teatro greco, o Napoli quartultima. Insomma, disprezziamo i posti dove la gente va, e innalziamo località carine ma abbastanza insignificanti come Bolzano, Udine, Bergamo o Treviso (le prime sei, assieme a Trento e Bologna). 

Gli stranieri hanno scoperto Bergamo solo perché quando un volo Ryanair dell'aeroporto di Orio è in ritardo ammazzano il tempo con una capatina alle (belle) mura della sua città alta. A Udine ho abitato negli anni del liceo, e non vedevo l’ora di andarmene. Ci vivrei solo adesso che sono anziano, apprezzo la tranquillità e passo le serate a guardare la tv invece di andare in osteria a ubriacarmi, attività prediletta dai friulani. Quanto all’apertura sociale di Treviso, non è granché cambiata dai tempi del film Signore e signori di Pietro Germi.

Ma evidentemente il bigottismo non è uno dei 90 indicatori “scientifici” usati dal Sole per compilare la classifica. A loro piacciono il pil, la ricchezza, i consumi, gli affari, il lavoro. Quindi tutte le città venete, lombarde ed emiliane la fanno da padrone. Infatti se prendete un bus (puntualissimo) a Como la parola che più sentite pronunciare dai passeggeri è “laurà”.

Certo, fra i criteri ci sono anche la cultura e il tempo libero. A Trento e Firenze fanno sport dieci volte più che in Sardegna e a Vibo Valentia. A Trieste e Bolzano leggono i giornali dieci volte più che a Caltanissetta e Agrigento. Però Napoli vanta il doppio dei musei di Roma, Milano e Firenze.

Poi c’è l’ecologia: Treviso e Mantova prime per la raccolta differenziata della spazzatura, Crotone e Palermo ultime. Tuttavia il pittoresco mercato palermitano di Ballarò è un’attrazione planetaria per la sua vivacità, e pazienza se poi non differenziano molto. L’aria, guarda un po’, risulta più pulita dove c'è vento: Ancona, Barletta, Enna, Brindisi. E qui Trento crolla, assieme a Torino, Frosinone, Sondrio e Bolzano.

Sulla sicurezza ovviamente vincono i piccoli centri (Oristano, Sondrio, Pordenone) sulle metropoli: ultime Firenze, Milano, Venezia e Roma. La litigiosità (cause civili) è massima a Gorizia, Trieste e Isernia, minima a Lecco, Vicenza e Como. Insomma, le statistiche sono infinite, curiose e tutte presumibilmente attendibili. Ma piano a sentenziare sulla “qualità della vita”. Perché mancano fatalmente i dati sui valori più importanti della vita stessa. Che non sono il valore aggiunto o il numero degli sportelli bancari, ma come tutti sanno la felicità, l’amore, la simpatia, la disponibilità, l’apertura mentale, l’assenza di stress. Qual è la provincia con la maggiore solitudine? E quella dove i vecchi vengono tenuti in casa invece che buttati negli ospizi?

Caratteristiche impalpabili e non misurabili. Neanche a Trento e Bolzano, che comunque dovrebbero essere espulse anche dalle classifiche economiche, visto che risultano ricchissime semplicemente perché non pagano le tasse a Roma: il 90% dell’Irpef e l'80% dell’Iva resta in Trentino-Alto Adige.