Friday, February 17, 1989

Udine si prepara ai Mondiali '90

CALCIO DI GRIGIORE

Effetto mundial: come cambiera' il volto della città

E la sede piu' piccola . Sogna il Brasile che non verra'. Vedra' tre partite, le meno importanti. E allora si consola con parcheggi, svincoli, gallerie. Senza comprare i biglietti

di Mauro Suttora

Europeo, 17 febbraio 1989

Udine e' la piu' piccola fra le dodici citta' italiane che ospiteranno i mondiali di calcio del '90. E quindi la piu' emozionata: con i suoi appena 100 mila abitanti, essere messa a livello di Roma, Milano e Napoli al posto di altre ben piu' blasonate citta' del Triveneto come Venezia, Padova o Trieste è stato un insperato successo. Si capisce percio' l' entusiasmo tutto provinciale per la grande kermesse dell' anno prossimo . E anche le piccole liti che stanno nascendo fra i vip locali per mettere in mostra davanti al mondo, oltre alla regione Friuli, anche se stessi.

Il mensile Il punto titola addirittura "L' amaro di Udine", e fa come i militari di leva: calcolando i giorni che mancano al fischio d'inizio nel giugno dell'anno prossimo, annuncia che siamo a 500. "Amaro" perche'? "Perche' a Udine sono programmate tre partite", spiega il giornalista Paolo Cautero, "ma sappiamo gia' che da noi non giochera' mai la 'testa di serie', cioe' la squadra piu' importante del girone, che restera' a Verona".

I sorteggi avverranno solo fra undici mesi, però calcolando che l'Italia privilegera' Roma e l'Argentina la Napoli di Maradona, i friulani prevedono che nel loro girone finisca il Brasile. Cosi' si sono messi subito al lavoro: la scorsa estate hanno invitato a Udine il brasiliano Joao Havelange, presidente della Fifa (la Federazione calcistica internazionale), stordendolo di buon vinello e, come si dice, "lavorandoselo". Niente da fare. La testa di serie non verra', anche se Havelange, educato, ha promesso che lui invece ritornera' (evidentemente i vini del Collio non gli sono dispiaciuti).

Allora, sotto con Zico . L'ex campione brasiliano dell'Udinese, tornato a casa , e' ancora famoso in Friuli. Cosi' proprio in questi giorni Manlio Cescutti, amministratore delegato della societa' "Udine '90", e' volato a Rio dove, oltre a partecipare al carnevale, sta "trattando" con l'asso carioca. Trattando cosa ? Nientedimeno che il ritorno a Udine di Zico , "re del Friuli" nella prima meta' degli anni '80. Il 27 marzo '89, lunedi' di Pasqua, si vorrebbe organizzare una partita Brasile-Resto del mondo. Nei carioca giochera' l'ormai attempato goleador, mentre nel Resto del mondo, sotto la guida del friulano Enzo Bearzot, dovrebbero finire Gullit, Maradona, Butragueno, Vialli, Baresi e quant'altri.

Ci sono due ostacoli, pero', all'avverarsi di questa favola. Primo, che Zico non ha affatto intenzione di smettere di giocare, e che quindi la partita non potra' essere, come ipotizzato, quella del suo addio al calcio . Secondo , che l'esimio brasiliano per la polizia italiana e' solo un latitante, ricercato per esportazione illegale di valuta.

In tribunale, oltre che in serie B, e' finita anche l' Udinese. La squadra che esattamente dieci anni fa passò dalla C alla A dopo un lungo purgatorio ha smesso già da qualche anno di eccitare i suoi tifosi. L'ex presidente Lamberto Mazza (anche ex amministratore delegato della Zanussi di Pordenone e, dicono, uomo durissimo e furbissimo) è stato travolto dallo scandalo scommesse (partite truccate, arbitri comprati). Cosi' ha dovuto vendere la squadra a un industrialotto locale, Giampaolo Pozzo, titolare di un'impresa dal nome simpatico: Freud (Fresatrici udinesi).

Da allora, pero', e' cominciata una guerra infinita: Pozzo, oberato dai debiti, sostiene che Mazza gli deve ancora dieci miliardi. Mazza invece non intende scucire neanche una lira. I tifosi dell'Udinese assistono attoniti all'ormai incomprensibile duello a base di fideiussioni, obbligazioni e manleve. Ma non fanno molto per aiutare la propria squadra : nonostante il terzo posto nella classifica della serie B , riempiono lo stadio soltanto a meta'.

In questo periodo di vacche magre per il calcio una media di 20 mila spettatori a partita (di cui 13 mila abbonati) non e' disprezzabile. Ma lo stadio Friuli di posti ne ha 40 mila, e durante gli incontri appare desolatamente semivuoto.

Come in tutte le altre undici citta' dei Mondiali, anche su Udine si sta riversando una pioggia di miliardi. E come in molti altri posti, anche a Udine diverse delle opere edilizie finanziate sono abbastanza inutili. Ma il Friuli, come l'Irpinia, la Valtellina e ogni altra regione italiana colpita da una calamita' naturale, alle piogge benefiche di migliaia di miliardi da Roma e' ormai abituata.

A 13 anni dal terremoto la ricostruzione e' completata da molto. Grazie agli aiuti sovrabbondanti (fra finanziamenti ed esenzioni fiscali circa 5 mila miliardi) si e' innescato un boom economico che non ha eguali in Italia. Da qualche anno Udine e' in testa alla classifica delle province piu' ricche della penisola. Le imprese friulane esportano all' estero il doppio di quanto importano . Nell' 88 l' industria regionale ha aumentato i propri occupati di un incredibile 12% , compensando largamente la crisi dell' edilizia . I disoccupati sono appena 16 mila.

Peccato, non c'e' piu' un Pierpaolo Pasolini a misurare la sconvolgente mutazione antropologica del suo Friuli. Per dare l' idea della rapidita' dell' industrializzazione friulana, bastano due cifre. Trent' anni fa qui i contadini erano il 70%. Oggi sono appena il 7%: la quota piu' bassa d' Italia. Nelle campagne la monocultura del mais e' stata soppiantata da quella emergente della soia, e altri "emergenti" mietono successi in ogni campo.

Sono gli ex artigiani diventati piccoli imprenditori, gli ex piccoli imprenditori diventati industriali internazionali. Come la celebrata Danieli, che durante la sola scorsa settimana ha firmato due contratti per fornire acciaierie chiavi in mano a Bulgaria e Iraq. Come la Cogolo, la conceria piu' grande d'Europa che sta costruendo calzaturifici in Urss, Yemen, Costa d'Avorio e Indonesia. E come gli industriali del legno di Manzano, che fabbricano meta' delle sedie europee.

Udine e' diventata un piccolo gioiello, le case del centro vengono lussuosamente ristrutturate, vecchi cortili si trasformano in scintillanti "corti" piene di vetrine. La premiata pasticceria Caucigh di via Gemona non sfigurerebbe a Vienna; con le sue boiseries e i suoi tavolini che offrono i quotidiani del giorno, rimane aperta fino alle due di notte, piccola isola di vita in una citta' che smette di vivere alle sette, assieme ai negozi.

"Ma l'aumento fastoso e demenziale dei prezzi", si lamenta Gabriella Franceschinis, direttrice del giornale Mese regione, "fa del Friuli la regione piu' cara d'Italia. Abbiamo il primato dei redditi piu' alti, ma anche quello dei fallimenti piu' clamorosi e del perbenismo ipocrita. La cultura, frutto di antiche tradizioni, stagna in una gora paludosa. Le osterie muoiono, chiuse dalla nostra fretta. E alla plebe si offrono 'panem et circenses'".

Costeranno cari, i circenses del ' 90. Lo stadio Friuli, il piu' moderno d' Italia, costruito nel 1976 , non ha bisogno di riammodernamenti o ampliamenti. Ma solo i nuovi parcheggi, per 4 mila posti auto, porteranno via otto miliardi. Rimarranno vuoti per 350 giorni all'anno.

La sala stampa c'era gia', ma il Col (il Comitato organizzatore locale) ha imposto la costruzione di un'altra struttura che costera' tre miliardi, servira' a poco (gli immaginifici organizzatori cercheranno di farla apparire meno inutile adibendola ad "accogliemento vip e autorità"), e dopo le tre partite dei mondiali potra' essere allegramente buttata.

Un miliardo verra' speso solo per sostituire la attuali poltroncine (seminuove) di plastica. E altri nove miliardi verranno scialacquati in improbabili opere, come una torre ascensori per non far ansimare i poco sportivi spettatori della tribuna d'onore. In tutto, per le opere di maquillage strettamente sportivo, venti miliardi. Ma non ci sara' un posto coperto in piu' rispetto ai 12 mila attuali. Il costo di costruzione dell' intero stadio era stato di 12 miliardi: il prezzo delle "migliorie" di oggi , anche considerando l'inflazione, riesce a superarlo.

Poi ci sono le opere "connesse" con i Mondiali. E qui il Comune di Udine e' stato il piu' serio d' Italia: 70 miliardi aveva chiesto, 70 gliene sono stati accordati, anche con l'ultimo decreto bis di gennaio. Insomma , nessun assessore megalomane aveva inondato Roma di progetti clientelari.

Cosi', 30 miliardi andranno per costruire tre parcheggi sotterranei in centro. "Il nuovo decreto ha abbassato il tasso di interesse dal 9 al 2 per cento", spiega meticoloso il sindaco di Udine Piergiorgio Bressani, dc, parlamentare per 22 anni e sottosegretario alla Presidenza del Consiglio fino all' 81, "cosicche' per noi i mutui saranno poco onerosi".

Su questi 15 mila posti auto che costeranno venti milioni l'uno negli anni scorsi a Udine si e' accesa una piccola battaglia. Da una parte 10 mila cittadini hanno firmato una petizione contraria, sostenendo che i parcheggi in centro non solo non risolveranno i problemi del traffico, ma anzi attireranno ancora piu' auto. Dall' altra la potentissima lobby dei commercianti (guidata da Mino Querini , che pare il sosia del cantante George Michael) si oppone all'isola pedonale fino a quando i parcheggi non verranno scavati.

Anche la nuova superstrada che dovrebbe collegare lo stadio al centro (costo :otto miliardi) sta sollevando le proteste degli abitanti delle case prospiciente. Ma un certo faraonismo sembra il vizio tipico dei progettisti di strade in Friuli: un esempio allucinante ne e' lo svincolo alle porte di Cividale, degno di Manhattan.

Una buona idea, invece, sembra quella di collegare direttamente l'autostrada all'aeroporto di Ronchi (paese a meta' strada fra Udine e Trieste da dove 70 anni fa partirono per conquistare Fiume i legionari di Gabriele D'Annunzio). Ma, con tutto il rispetto per il ministro friulano dei Trasporti Giorgio Santuz, non si capisce perche' si debbano spendere venti miliardi per ampliare un aereoporto che vede arrivare e partire esattamente sei aerei al giorno: tre per Roma, due per Milano, uno per Monaco di Baviera.

Sara' un mistero anche scoprire come faccia a costare ben quattro miliardi un cunicolo di tre metri per due che dovrebbe collegare sottoterra la stazione Fs di Udine con quella delle corriere, distante non piu' di trenta metri. Non meglio precisati "impianti telematici" per la stazione inghiottiranno un miliardo e 800 milioni, altri quattro miliardi e passa serviranno a sistemare la stazione.

Intanto, pochi giorni fa e' stata costituita dalla regione, che ne detiene il 75% del capitale, una societa' a responsabilita' limitata che si chiama "Udine '90" e che promuovera' l' immagine della citta' in occasione dei Mondiali. Presidente è Gianni Cogolo, che e' anche alla guida degli industriali della provincia. Amministratore delegato è Manlio Cescutti, presidente provinciale del Coni e proprietario di un grande negozio di articoli sportivi a Udine (tutte queste sue attivita' si sostengono a vicenda , mormorano i maligni).

Il consiglio d' amministrazione di Udine '90 e' al di sotto di ogni sospetto: completamente lottizzato fra i partiti della maggioranza di pentapartito della Regione. Spicca il caso di Diego Meroi, che tiene i piedi in due scarpe. Come presidente della Federcalcio nel Friuli Venezia Giulia, infatti, fa parte di "Italia '90", il Col periferico di Udine guidato da Dino Bruneschi, presidente dell'Udinese negli anni '50. Contemporaneamente, pero', e' entrato anche in "Udine '90" su nomina politica e con compiti promozionali e commerciali. Sia Cescutti sia Meroi miravano in realta' al posto di Bruneschi.

Ma anche per altri consiglieri d'amministrazione il posto in "Udine '90" e' un contentino. È il caso di Giacomo Cortiula, sindaco psi del paesetto carnico di Socchieve e candidato pluritrombato ad elezioni regionali e nazionali. O dell'avvocato Lino Comand, democristiano in discesa di Udine. O di Renato Bertoli, ex assessore regionale psdi. Il pordenonese Giancarlo Predieri occupa un' altra poltrona targata psi , Claudio Toldo quella pri. Quanto al consigliere Aldo Ariis, pli, assessore comunale dell' Ecologia a Udine, e' noto soprattutto per non avere ancora installato le cabine per la misurazione dell'inquinamento in città. Questi sono gli uomini che "promuoveranno" l'immagine del Friuli per i Mondiali.

Il presidente socialista della camera di Commercio Gianni Bravo (che il prossimo anno tentera' di diventare sindaco di Udine spezzando il monopolio dc durato 45 anni) calcola che i Mondiali porteranno in regione un giro di 200 miliardi in tre settimane. Solo Pci, Dp, verdi e Msi sono rimasti fuori dalla grande torta.

La fetta piu' grossa, come sempre, finira' alla Democrazia Cristiana. Che proprio sabato 11 febbraio celebrera' il suo congresso regionale a Gemona. Qui la corrente demitiana ha l'80%. Perfino l'Udinese teme il segretario presidente: domenica scorsa è andata a prendere ad Avellino senza troppe storie.

Oggi tutti con De Mita, domani tutti col prossimo vincitore: è questa la regola del potere in Friuli Venezia Giulia, regione che eroga finanziamenti al ritmo di una slot machine e dove i politici volano basso, preferendo un posto di assessore regionale a quello di deputato a Roma.

Anche i Mondiali quindi, come tutto, verranno gestiti per "promuovere" consenso e clientele. "Un evento gonfiato a dismisura", giudica seccamente i Mondiali don Duilio Corgnali, direttore di Vita cattolica, il giornale più letto del Friuli. I fatti finora gli hanno dato ragione : contrariamente al resto d'Italia qui il 1 febbraio non c'e' stata alcuna corsa ai biglietti. La Bnl è riuscita a venderne solo 300 su 12 mila.

Mauro Suttora

Friday, February 10, 1989

Il treno della leva

In divisa sul treno della domenica da Verona al Friuli

L'ULTIMA TRADOTTA

Si chiamano Gianfranco, Mauro, Diego. Vengono da Torino, Tropea, Bergamo. E ogni settimana si incontrano sui vagoni che li riportano in caserma. Fra noia e spinelli

di Mauro Suttora

Europeo, 10 febbraio 1989
 
Il treno numero 2596 parte ogni sera alle 19.58 da Verona. Va verso est: Vicenza, Treviso, Pordenone. Ma solo la domenica viene prolungato fino a Pontebba, in Friuli. Serve a riportare nella loro caserma i soldati di leva che per il fine settimana hanno ottenuto una licenza a casa. È un treno sempre pieno zeppo, con centinaia di giovani che ogni volta rimangono pigiati in piedi per ore. 

Ma almeno questo sovraffollamento non avviene per colpa delle ferrovie dello Stato. È fatale, infatti, che l'ultimo treno utile per rientrare prima del fatidico limite di mezzanotte sia l'unico preferito dai ragazzi. Per loro ogni mezz'ora in piu' rubata dalla casa alla caserma e' d'oro . Cosi', preferiscono due ore in piedi a un viaggio comodo due ore prima.

Da qualche settimana, però, la "tradotta dei deportati di leva", com'e' stato soprannominato il Verona-Pontebba della domenica, e' diventato il treno della discordia. Per due motivi. Il primo e' la campagna scatenata dal Psi contro la droga. Sostanza di cui, non e' un mistero, si fa largo uso durante la naia. Semplicemente per sfuggire la noia , o per astrarsi da un ambiente poco piacevole. 

"La leva produce drogati", e' la dura accusa di don Antonio Mazzi, uno dei piu' attivi preti antidroga di Milano. Cosi' ultimamente e' successo diverse volte che, al loro arrivo a Udine a mezzanotte, i soldati siano stati accolti non dagli autobus e dai camion militari per riportarli in caserma, ma dalle perquisizioni dei finanzieri con tanto di segugi antidroga.

"Ci bloccano nel tragitto obbligato del sottopassaggio", racconta Mirko di Bergamo, "e uno alla volta ci fanno annusare dai cani. Cosi' per terra compaiono improvvisamente decine di pezzi di hashish e ciuffi di marijuana di cui la gente si disfa prima di essere beccata ". 

Il secondo motivo di discussione e' la proposta lanciata dal Pci di abolire o almeno dimezzare la leva. Nel qual caso, il treno Verona Pontebba potrebbe anche essere soppresso. Un esercito di volontari professionisti , infatti, non avrebbe bisogno di 100mila soldati (un terzo del totale) acquartierati perennemente in Friuli aspettando un invasore che, grazie a Gorbaciov, si spera sempre piu' improbabile. Facciamo allora un viaggio in questo treno della "droga di leva", su cui hanno gia' viaggiato centinaia di migliaia di italiani maschi passati attraverso l'esperienza della naia in Friuli.

Quali sono le parole dei marmittoni dell'89? Da Verona a Vicenza il 2596 e' un treno svizzero. Carrozze nuove e pulite , colorate di arancione e viola , poltrone semivuote. Il convoglio si ferma a ogni stazione , fa servizio locale per rastrellare tutti i fortunati che dai paesini di Lonigo, San Bonifacio o Altavilla possono cosi' approdare direttamente in caserma. 

A Vicenza, invece, il diluvio. Assaltano ogni spazio disponibile i soldati scesi dal treno intercity in partenza da Torino alle 17 , che ha raccolto tutti i piemontesi e i lombardi. 

Gianfranco , 22 anni , viene da San Mauro , un paesone appena fuori Torino . Suo padre , immigrato siciliano , ha un' officina di carpenteria metallica , lui si e' diplomato odontotecnico , ma aspettando il militare ha lasciato perdere i denti e si e' messo a lavorare con il padre . " Mi mancano sei mesi , sono partito ad agosto. Ma ho gia' capito che questo e' un anno perso , non serve assolutamente a niente . Serve solo a tenerci lontani dalle famiglie e dal lavoro. Comunque la vita militare fa capire bene quello che e' l' Italia : una grandissima schifezza , dove contano solo il potere e i soldi . Gli ufficiali se la prendono con i sottufficiali , e i sottufficiali si rifanno con noi". 

Gianfranco sta in una delle basi militari piu' importanti del mondo: quella di Aviano, sopra Pordenone . Li' ci sono gli americani , con le loro bombe atomiche e gli aerei F 16 sempre in volo pronti a caricarle e a sganciarle. Ma lui , nella sua camerata della caserma Zappala', di tutto cio' non si rende conto. " Si' , siamo dentro alla base , ma non nella parte riservata agli americani . Li' non puo' assolutamente entrare nessuno di noi . Vediamo gli americani soltanto qualche volta nelle pizzerie del paese , dove arrivano con le loro macchinone targate Afi (American Forces Italy , ndr) . In settembre , appena sono arrivato ad Aviano dopo il Car , c' era una specie di esercitazione della Nato , Display Determination , ma non ho capito bene cosa fosse . Tanto , per quello che fanno fare a noi , interessarsi e' completamente inutile " . 

Non gliene importa nulla , insomma , a Gianfranco , di " mostrare determinazione " nelle esercitazioni . Finora ne ha fatta una sola , vicino a un paese dal nome stupendo che pero' evoca ricordi tremendi nei marmittoni : Casarsa della Delizia . Per dieci giorni lui , che in caso di guerra sara' telefonista , ha dovuto assicurare i collegamenti via cavo fra il campo e la base . Poi e' ricominciato il tran tran in caserma . Comunque li' dentro e' una vita di merda . Un sottufficiale basta che incroci un sottotenentino e deve scattare sull' attenti per salutarlo . No , no . . . Se dovessi metter firma , farei il corso ufficiali . Sicuro come l' oro " . 

Di fronte a Gianfranco, un giovanotto dai capelli bruni scuote la testa . " Perche' , non sei d' accordo ? " , gli domanda Gianfranco . " No " , risponde quello , " non e' affatto vero che gli ufficiali trattino male i sottufficiali . Io sono ufficiale di complemento , mai mi sognerei di mancare di rispetto a un sottufficiale . Quanto alla carriera , e' evidente che ci siano delle differenze : per diventare sottufficiali basta la terza media , per il corso ufficiali ci vuole il diploma " . 

Scopriamo che stiamo parlando con l' ufficiale medico di una caserma di Sequals , il paese del pugile Primo Carnera . L' ufficiale medico e' un figura mitica nelle nostre forze armate . Su di lui convergono insistenti tutte le speranze di ogni soldato : permessi , ricoveri , " imboscamenti " . Il nostro viene da Tropea , in Calabria , ha 30 anni , e' laureato in medicina e ha fatto il corso per ufficiali medici di tre mesi a Firenze (ne escono cento al mese) . Sta ritornando da Torino , dove ha visitato parenti . " Sono soddisfatto dei miei 15 mesi di leva , ho potuto aiutare molti giovani " . In che senso " aiutare " ? Mandandoli a casa per malattie immaginarie ? " A vent' anni e' difficile avere malattie gravi " , ammette , " la meta' viene da noi solo perche' stressata psicologicamente . Il mio comandante e' un amico , ma io ho la testa dura . Cosi' ho potuto aiutare molti ragazzi " , ripete , sorridendo enigmatico . 

La sua esperienza piu' divertente e' stata curare per mezzo mese gli americani della Guardia nazionale (cittadini normali che danno alle forze armate un mese all' anno e un week end al mese ) venuti in Italia per un' esercitazione Nato . Rambo con pancetta ? " Loro giocavano . Pero' ci credono : sono convinti di essere venuti in Europa per difenderci . Noi , un po' meno . Abolire la leva ? Mi sembra una buona idea " . 

" No , e' meglio dimezzarla , la leva . Ma farla fare veramente a tutti, allo stesso modo , senza discriminazioni . Oggi rimangono a casa in troppi. Invece, un po' di militare e' utile". È l'opinione di Mauro, 21 anni, bergamasco. Gli mancano 140 giorni. Sta a Udine in un ufficio, nella caserma Spaccamela. Studia economia e commercio, sotto militare e' riuscito a dare un esame. "Ma concentrarsi e studiare e' difficile". Sostiene che per imparare a fare il soldato bastano tre mesi . Ma soprattutto non riesce a capire perche', avendo il sabato libero, lo lasciano uscire di caserma solo alle 12. "Cosi' ieri sera sono arrivato a casa alle sette e mezzo. E oggi alle cinque sono dovuto ripartire".

Peggio e' andata a tre milanesi "in fuga" da Trento per un giorno solo : hanno fatto sette ore di treno per il piacere di stare a casa tre ore. "Pero' adesso, con la primavera , andremo sul Garda", medita uno, " che e' un bel puttanaio dove si puo' incampanare". 

Di donne, invece, in Friuli meglio non parlarne. "Quelle sono tutte vaccinate", ride Gianfranco di Torino, "devono sopportare militari da cinque generazioni!". Diego, 19 anni, da Saronno, e' triste. Quattro giorni fa lo hanno trasferito d'improvviso a Vittorio Veneto dalla base delle Frecce tricolori. Perche'? "Non lo so, mi hanno detto che avevano bisogno di un autista. Ma non e' vero. La verita' e' che li' dentro e' tutto sbagliato". E la droga? "Spinelli a non finire. Ma di nascosto naturalmente".

Ecco la stazione di Udine. La torma di scontenti corre verso gli ultimi pullman. Molti devono prendere il taxi. Per questa volta i cani antidroga non c' erano.
Mauro Suttora

Friday, January 20, 1989

Cemento di favore

I piani urbanistici della giunta rosso verde

Europeo, 20 gennaio 1989

Costruzioni per 19 milioni di metri cubi in tre anni. La presenza dei due assessori ecologisti non ha cambiato le abitudini del municipio lombardo. Se non in peggio

di Mauro Suttora

Una colata di cemento. Diciannove milioni di metri cubi di nuovi palazzi verranno costruiti nei prossimi anni a Milano: l'equivalente di 25 duomi o di una nuova città di 200 mila abitanti. E questo il bilancio del primo anno di vita della giunta "rosso verde" capeggiata dal sindaco socialista Paolo Pillitteri. Sono passati dodici mesi da quando il sindaco cognato (di Bettino Craxi), dopo aver conquistato nell'86 la poltrona di Carlo Tognoli (pur avendo solo 8 mila voti di preferenza contro i 70 mila dell' attuale ministro delle Aree urbane), effettuò un clamoroso "ribaltone": nello spazio di un pomeriggio mollò gli alleati Dc, Pri e Pli per tornare in giunta con il Pci, assieme al quale i socialisti avevano governato Milano dal '75 all'85.

"Giunta calce e martello" fu subito battezzata , a causa dello scandalo Ligresti che vedeva (e vede tuttora) sul banco degli imputati ex assessori psi e pci compiacenti con il costruttore finanziere siciliano. "Una ligrestata", commentò laconico il conte Carlo Radice Fossati , assessore dc all' urbanistica che aveva rivelato nell'86 i favori della giunta rossa a Ligresti, e che per questo e' stato eliminato assieme all' altro assessore" moralizzatore", il repubblicano Franco De Angelis .

Al loro posto , novita' assoluta non solo in Italia ma in tutta Europa e nel mondo intero, Pillitteri ha pensato bene di installare due verdi : un po' per necessità (Psi e Pci a Milano da soli non hanno la maggioranza), un po' per potersi fregiare dell'aureola di "rosso verde".

Ebbene, a un anno di distanza il bilancio della giunta in teoria più ambientalista del mondo è desolante . La città non ha un albero in più di quelli , pochi e malati , che gia' possedeva (anzi, ne sono stati sradicati un centinaio per far posto a un megapalasport con uffici a San Siro). L' assessore verde all' ecologia informa garrula i cittadini che un giorno si' e uno no vengono sorpassati i limiti massimi di inquinamento (l'Organizzazione mondiale della sanita' ha definito l' atmosfera di Milano come la piu' avvelenata del mondo , fra l' incredulita' patriottica degli assessori meneghini). Non e' stato varato alcun piano di raccolta differenziata dei rifiuti , unico modo per ridurre la spazzatura urbana che minaccia di debordare dalle discariche.

Lo scarico di ogni water e fogna milanese continua a finire direttamente in Adriatico, via Lambro e Po , senza alcuna depurazione. L'acqua potabile e' piena di trielina e atrazina , ma , invece di bonificare falde e pozzi, i politici sognano faraonici e costosi impianti di potabilizzazione dell' acqua di Ticino e Adda. Unico provvedimento preso contro il caos del traffico : la chiusura del centro alle auto anche nel pomeriggio. Non è che l'esecuzione della volonta' del 70% dei cittadini che l'aveva chiesta con un referendum fin dall'85.

Ma soprattutto la giunta Pillitteri bis e' riuscita , con la benedizione dei due assessori verdi Cinzia Barone e Piervito Antoniazzi , a battere ogni record : in un solo anno ha approvato piu' progetti edilizi a grande impatto ambientale che in tutti gli ultimi dodici anni . Un nuovo " sacco di Milano " dopo le caotiche speculazioni degli anni ' 50 e ' 60 , come accusano i verdi che ormai sconfessano i loro assessori ?

Vediamo le cifre . Il nuovo Piano pluriennale di attuazione , approvato in aprile , prevede la costruzione di ben 19 milioni di metri cubi nei prossimi tre anni . Dodici milioni rappresentano l' eredita' del passato , ma gli altri sette sono nuovi : 3 , 8 a residenza (con il famigerato piano casa ligrestiano : 250 ettari di verde agricolo sacrificati a case , in gran parte di lusso) , 1 , 3 di capannoni industriali e 1 , 8 a terziario . Poi c' e' un megapalasport a San Siro (area vincolata a verde) circondato da 12 grattacieli di dieci piani per uffici : un milione di metri cubi , con annessa una contestatissima metropolitana sopraelevata di sette chilometri inventata con la scusa dei mondiali di calcio .

Mezzo milione di metri cubi di nuove case sono stati approvati in giugno e infine , in ottobre , oltre un milione di cubatura in nuovi alberghi . Il piu' grande e' anch' esso piena area vincolata a verde pubblico , alla Cascina Monlue' . Ben tre hotel sono stati affidati all' architetto Laura Lazzari , moglie dell' ex assessore pci ai Lavori pubblici Epifanio Li Calzi , travolto in maggio dallo scandalo De Mico . Un albergone da 600 posti se l' e' aggiudicato anche Claudio Dini , presidente psi della Metropolitana milanese lottizzata . Totale : dieci milioni di metri cubi .

Ma il grosso business edilizio della Milano fino ad oltre il Duemila , con un valore di 15 mila miliardi , sara' quello delle aree industriali dismesse . Dopo decenni di chiacchiere , infatti , sta finalmente partendo la piu' importante operazione urbanistica degli ultimi quarant' anni : riguarda ben 400 ettari di terreni , anche in zone centrali , dove un tempo sorgevano fabbriche ormai disattivate . Un' occasione storica e irripetibile , quindi : nasce oggi la metropoli del prossimo secolo , un po' come il barone Haussmann fece nascere un secolo fa l' odierna Parigi . Meglio : non ci sara' bisogno , questa volta , di dolorosi sventramenti di case civili . E magari si riuscira' anche a risarcire Milano per la sua cronica mancanza di verde (cinque metri quadri per abitante , in fondo alle classifiche d' Europa) .

Queste perlomeno erano le intenzioni : Pillitteri ha sempre sbandierato orgoglioso la promessa di destinare a verde la meta' delle aree dismesse . Una promessa scritta nero su bianco nel programma della giunta . Promessa non mantenuta : come mostriamo nelle tabelle , infatti , i progetti delle quattro aree principali (Pirelli , Montedison , Centro direzionale e Fiera : ben 220 ettari su 400) , completati in estate , prevedono verde per una percentuale complessiva del 21% . E qui si scopre il trucco : " La quota del 50 % promessa comprende anche i servizi " , spiega il successore di Radice Fossati all' urbanistica , l' assessore psi Attilio Schemmari .

Ma " servizi " possono essere tutto : parcheggi , strade , piazze , scuole , stadi e financo , volendo , stazioni o aeroporti . " I parcheggi e tutto il resto , pero' , sono di asfalto o di cemento " , constata lapalissiano l' architetto Alberto Ferruzzi , presidente milanese di Italia nostra , " i parcheggi a prato non li hanno ancora inventati " . Anche includendo parcheggi e " servizi " , pero' , i conti non tornano : la percentuale complessiva nei quattro progetti e' del 39% . Ecco allora apparire una seconda giustificazione : " Il 50% si riferisce al totale delle aree dismesse , non a ogni singolo progetto " , taglia corto Schemmari . E qui si accettano scommesse . Infatti , una volta cementificate le prime quattro grandi aree , nelle restanti la quota a verde dovrebbe , per compensazione , salire al 70% . E quale privato sara' mai disponibile a trasformare in parco una percentuale simile dei suoi preziosissimi terreni ?

Non sara' certo questo il destino , per esempio , della vasta area ex Redaelli a Rogoredo (45 ettari) , attigua a quella Montedison ma assai piu' ambita , perche' servita direttamente da metro' , ferrovia e autostrada : l' ha appena comprata per 40 miliardi un consorzio di 12 grandi imprese di costruzione (che notoriamente non piantano alberi) , fra le quali spicca un connubio di tipo siciliano fra cooperative rosse e societa' assai chiacchierate (la Cogei dei Rendo di Catania) . "

Il trucco di farci ingoiare il cemento un pezzo alla volta lo sta tentando anche l' Italstat del dc Ettore Bernabei , con il suo maxiprogetto Portello Fiera da un milione di metri cubi " , sostiene l' architetto Giovanni Simonis , battagliero rappresentante dei cittadini nel quartiere Fiera : " Vogliono partire subito sull' ex fabbrica Alfa Romeo del Portello Sud , costruendo uffici per 60 mila persone lontano dal metro' , con appena 7 mila posti auto e infilando fra i palazzi un parcheggio alberato che gabellano per verde pubblico . Poi , per il futuro , ci promettono piu' verde sull' area Portello Nord , fino a piazzale Accursio " .

Non sono pero' solo gli abitanti della zona a contestare l' espansione della Fiera in loco . Anche nel mondo imprenditoriale aumentano le perplessita' . La Camera di commercio , per esempio , propone di decentrare la Fiera . E a Milanofiori e Lacchiarella Carlo Cabassi e Silvio Berlusconi hanno gia' pronti nuovi padiglioni . " Tutte le citta' del mondo hanno il quartiere fieristico in periferia , non si capisce perche' Milano debba soffocare ulteriormente una zona centrale gia' congestionata per 200 giorni all' anno " , rileva Adriano Ciccioni , un manager dal passato di radicale che guida i verdi " del sole che piange " , in contrasto con gli assessori pro Pillitteri del " sole che ride " , anzi che " se la ride " .

Se molti verdi e l' intero quartiere Fiera lacrimano , neanche attorno alla Bicocca si sta allegri . Il progetto che l' architetto Vittorio Gregotti ha preparato per la Pirelli , chiamato pomposamente Tecnocity , e' quello che batte ogni record negativo in fatto di verde : appena il 12% . E questo in un' area assai carente di alberi , che potrebbe costituire un polmone di collegamento fra i parchi Nord , Martesana e Lambro . Poche domeniche fa numerosi aderenti al Wwf sono stati bloccati dalla polizia mentre cercavano di piantare alberi sull' area desolata del parco Nord (istituito ben dieci anni fa con relativo consiglio di amministrazione lottizzato) e con personale e uffici , ma mai realizzato .

La situazione migliore e' a Sud , a Montecity , dove la Montedison ha destinato a verde quasi un terzo della superficie . Tanta munificita' e' stata facilitata , per la verita' , dal gran regalo ricevuto dal Comune : 35 ettari di proprieta' pubblica (la meta' dell' area) in cambio di appena sei ettari Montedison alla Bovisa (dove sorgera' il nuovo Politecnico) e di un altro alla Martesana . A sua volta Raul Gardini si e' impegnato a decentrare a sud est gli uffici Montedison di Foro Buonaparte . " Ma soprattutto " , insinuano i verdi " piangenti " , " c' e' l' impegno di affidare grossi appalti edilizi alle coop vicine a Pci , Psi e Dc (Acli) , come ha confermato Tognoli in consiglio comunale : e' una forma di tangente ai partiti , visto il ruolo di finanziamento e clientela delle coop . Il resto andra' a Ligresti , che e' azionista Montedison " .

Anche sul progetto del centro direzionale Garibaldi Repubblica , dopo un decennio di rinvii , si stende l' ombra del malaffare . Fa gia' bella mostra di se' , monumento alla corruzione degli anni ' 80 , il grattacielo delle Fs progettato da Laura Lazzari . Secondo i computer della Codemi , De Mico per quel grattacielo ha versato una tangente di piu' di un miliardo anche all' ex assessore psi Gianstefano Milani (ora deputato) e a Rocco Trane , esponenti della cosiddetta " sinistra socialista ferroviaria " . Ma non e' finita qui . Tuttora De Mico possiede tre ettari su 33 del centro direzionale la cui stragrande maggioranza (il 75% ) e' invece in mano pubblica : sei ettari delle Fs , 18 del Comune . Ebbene , il nuovo palazzo della Regione verra' costruito non sull' area pubblica ma , combinazione , proprio sul fazzoletto di De Mico .

In totale , sulle quattro aree dismesse principali sorgeranno quasi cinque milioni di metri cubi di palazzi e centri commerciali . Di questi un milione e mezzo solo per uffici . C' e' davvero bisogno di questo ulteriore diluvio di terziario a Milano citta' mentre tutto il mondo , grazie anche alle nuove tecnologie telematiche , si decentra il piu' possibile per decongestionare i centri urbani ? Sara' la legge del mercato a stabilirlo , punendo chi ha fatto i conti sbagliati .

Pillitteri adesso ce l' ha a morte con la Regione (dove la Dc prevale) che non vuole modificare gli " standard " urbanistici (il rapporto fra superficie edificabile e non) . " E qui il piu' grosso scandalo di Milano " , sostiene Basilio Rizzo , consigliere comunale di Dp . " Secondo la legge urbanistica , infatti , in citta' non solo non si potrebbe costruire piu' , ma esiste addirittura un deficit di ben sei milioni di metri quadri per verde e servizi " . Insomma , gia' oggi c' e' troppo cemento e troppo pochi alberi : lo " standard " dovrebbe essere di 26 metri quadri di verde e servizi per abitante , a Milano invece ce ne sono molti di meno . Ma forse alla fine la Regione cedera' a Pillitteri , e cambiera' la legge , oppure verranno conteggiati come " servizi " anche caserme e ferrovie .

Rischia di ripetersi , insomma , la storia dell' atrazina nell' acqua potabile : superati i limiti d' allarme , invece di ridurre l ' inquinamento i politici hanno decuplicato i limiti . Cosi' tutto ritorna formalmente in regola . Ma a Milano , da quando l' amministrazione si regge sui voti determinanti dei due verdi , le proteste ecologiche spontanee invece di diminuire sono aumentate . Proprio come l' acqua che , tappata da una parte , fuoriesce da tutte le altre .

Mauro Suttora
(ha collaborato Roberto Schena)


Europeo 17/02/1989

lettere

L' articolo " Cemento di favore " apparso sul n . 3 di Europeo conteneva disinformazioni di cui ho cercato di dare un esempio con la mia lettera pubblicata sul n . 4 del giornale . La risposta di Europeo alla lettera pubblicata sempre sul n . 4 contiene altre disinformazioni . Vorrei informare che il Comune di Milano , per quanto riguarda la variante di Garibaldi Repubblica , non ha regalato a chicchessia terreno o volumetrie ne' direttamente ne' attraverso le Fs . In cambio , percio' , il Comune di Milano non ha dato ne' avuto alloggi per ferrovieri .

Attilio Schemmari assessore all' urbanistica del Comune di Milano

A proposito dell' articolo di Mauro Suttora intitolato " Cemento di favore " pubblicato su Europeo n . 3 , intendo precisare che , contrariamente a quanto riferito per interposta persona dall' autore , e' pura invenzione dire che avrei sostenuto in Consiglio comunale l' esistenza " dell' impegno di affidare grossi appalti edilizi alle cooperative vicine a Pci , Psi , Dc " nell' ambito dei piani urbanistici della giunta municipale di Milano , peraltro ancora oggi lontani dalla fase degli interventi esecutivi .

Carlo Tognoli , ministro per le aree urbane


Risponde Mauro Suttora .
Confermo parola per parola quanto ho scritto . 1) Favori del Comune a De Mico . Il terreno delle Varesine (dove c' e' il luna park) vale 3 , 7 miliardi quando , nel marzo ' 85 , il Comune lo permuta con le Fs . In novembre , a loro volta , le Fs lo cedono a De Mico in cambio della sua promessa di costruire 400 alloggi per i ferrovieri . Intanto il valore del terreno si decuplica perche' il Comune ne cambia la destinazione : da verde pubblico a edificabile .

Nel maggio ' 86 , infine , altro favore del Comune a De Mico : l' assessore Milani (attualmente sotto inchiesta per le tangenti di De Mico) gli fa avere un finanziamento per gli alloggi dei ferrovieri . Oggi il terreno di De Mico e' valutabile attorno ai cento miliardi . E evidente il ruolo di " sponda compiacente " del Comune di Milano nei traffici Fs De Mico .

2) Il ministro Tognoli ha la memoria corta . Ecco le sue parole testuali (verbale del Consiglio comunale di Milano del 29 . 6 . 87) : " C' e ' la disponibilita' della Montedison a cedere meta' dei volumi per la residenza (di Montecity , ndr) a cooperative o imprese che realizzino edilizia agevolata . . . E un vantaggio considerevole . . . " . Chi " disinforma " e " inventa " ? Il giudizio al lettore .

Friday, January 13, 1989

Esercito sprecone

Un rappresentante dei soldati denuncia

Le forze armate? "Si autogiustificano". I militari? "Fanno i giardinieri, gli sguatteri, i facchini". E pagano anche

di Mauro Suttora

Europeo, 13 gennaio 1989

La nuova legge sulla disciplina militare del 1978 non ha cambiato nulla?

"No , ha cambiato molto", risponde un rappresentante del Cocer. "Prima i militari di leva erano degli esseri in completa balia dei loro superiori , c' erano abusi clamorosi nei confronti delle persone . Oggi la vita nelle forze armate e' molto diversa , il '78 e' stato per i militari una specie di ' 68. Ma i militari di carriera , compresi gli ex del movimento sottufficiali democratici vicini al Pci, continuano a considerarci come manodopera gratuita".

Eppure quelle italiane sono le forze armate con la più alta percentuale di soldati di leva d'Europa : un vero esercito di popolo.

"Si' , ma il 'popolo' ci sta solo dodici mesi: soffre , si tura il naso , si annoia , si droga , conta i giorni e scappa via. Gli sprechi delle nostre forze armate sono leggendari , non c' e' bisogno che li racconti io . L' esercito ha lo scopo di rendere difficile il facile attraverso l' inutile , dice una battuta : il triste e' scoprire che e' vera . Se mi si rompe la tomaia di un anfibio , possono passare anche tre mesi prima che il magazzino la ripari . Il guaio è che gli sprechi si giustificano proprio con l' abbondanza dei soldati di leva gratis .
Per esempio , costa di piu' far gestire la mensa di una caserma da dieci civili professionisti , o da trenta avieri demotivati ? Finche' il nostro soldo giornaliero sara' di 4.130 lire , probabilmente converra' usare gli avieri . Ma dubito che, in un calcolo complessivo di gestione ottimale delle risorse, ficcare laureati in geologia dentro a una cucina rappresenti un guadagno per le forze armate , e piu' in generale per lo Stato , che non riesce a utilizzare le preziose competenze di cui dispone per un anno.
Io personalmente, nonostante fossi impegnato per due tre settimane al mese a Roma , dove il Cocer si riunisce a palazzo Salviati, ho fatto una cinquantina di 'guardie' alla mia base , vicino a Verona . Beh , qualunque ente , privato o pubblico , per la sorveglianza esterna utilizza le telecamere, no ? Invece quella struttura ad altissima intensita' di forza lavoro che sono le forze armate italiane , piu' vicine in questo alla Cina che all' Europa , non si modernizza perche' deve far passare in qualche modo il tempo ai marmittoni " .

Dalle sue parole sembra che le forze armate italiane siano un cock tail micidiale fra la tradizionale inefficienza dello Stato aggravata dalla rigida mentalita' militare.

"La colpa non e' dei singoli: io quest' anno ho conosciuto anche molti ufficiali in gamba, che mi hanno insegnato parecchio. Il dramma per i soldati di leva nasce appunto quando si è finito di imparare. Lo stesso capo di stato maggiore della Difesa Mario Porta ammette che per addestrare la stragrande maggioranza della leva bastano sei mesi , e che tutto il tempo in piu' serve solo a garantire la velocita' di mobilitazione in caso di emergenza. Ma la Svizzera e' in grado di mobilitare mezzo milione di civili trasformandoli in soldati nel giro di 48 ore : non vedo perche' noi non potremmo fare lo stesso , con una popolazione dieci volte superiore".

Il Cocer quindi sarebbe favorevole a una riduzione della leva ?

"E' un problema che non abbiamo affrontato . Figurarsi, non riusciamo neanche ad avere un incontro con il ministro della Difesa Valerio Zanone: è da sei mesi che lo sollecitiamo inutilmente".

Di che vi siete occupati , allora?

"La nostra battaglia principale e' stata per il rispetto dell' articolo 52 della Costituzione , che sancisce la gratuità del servizio militare. Lo scandalo e' che oggi , in realta' , le famiglie di 300 mila ragazzi sono costrette a pagare per far fare il servizio militare ai propri figli . Un giovane infatti non ce la fa con 4 mila lire al giorno : un giornale , una telefonata , un cinema , una pizza . . .
La dieta che fornisce la caserma dev' essere spesso integrata, i biglietti per tornare a casa in licenza li paghiamo noi al 50%. Insomma , oltre al danno di non essere stati esonerati e di aver perso un anno di lavoro o di studio, la beffa di dover finanziare la naia . Dare 10 mila lire al giorno ai soldati di leva costerebbe appena 600 miliardi di più, ma solo il Pci e' favorevole.
In compenso , i militari di carriera sono i meglio retribuiti di tutto il pubblico impiego , con buste paga gonfiate dalle varie indennita' . Chi va in missione in Usa prende cento dollari netti al giorno , pur mangiando e dormendo gratis nelle basi americane." Cosi' adesso sono tutti li' : con la scusa di imparare a usare i nuovi missili Patriot , che fra l'altro ci costano un occhio della testa. Invece di far venire dieci americani in Italia, hanno organizzato una trasferta di massa negli Stati Uniti".

Mauro Suttora