"Volo libera coi marines"
Una paracadutista italiana addestra i soldati statunitensi
Roberta Mancino è campionessa mondiale di "free style". È andata a lavorare in North Carolina, con allievi molto speciali. "E pensare che sono una pacifista..."
di Mauro Suttora
Raeford (Stati Uniti), 11 giugno 2008
Confessa: "Ogni volta che mi butto dall' aereo provo le stesse sensazioni di quando faccio l' amore". Beata lei: perché Roberta Mancino, 26 anni, da Nettuno (Roma), di lanci ogni giorno ne fa anche una dozzina. Ora però il piacere è continuo, perché la nostra campionessa di paracadutismo free style (quello che prevede spettacolari figure di gruppo in volo libero prima di aprire il paracadute) è approdata nel più grande tunnel del vento del mondo: quello di Raeford, nella Carolina del Nord.
I lanci non danno pane: nonostante gli sponsor tecnici, anche i paracadutisti di livello mondiale come Roberta per mantenersi devono lavorare. Così lei è diventata istruttrice. "E fra i miei allievi ci sono anche dei soldati americani, ai quali insegno il free fly". E cos' è ? "Devono imparare come non ruzzolare in aria, a rallentare, ad accelerare...". Anche a sparare ? "Ma no ! Il tunnel del vento è solo un grande simulatore dove si galleggia come se si fosse per aria. Io poi odio le guerre e le armi, sono pacifista".
Fate l' amore, non la guerra. Potrebbe essere questo il motto della bella Roberta, che da modella ha posato nuda e che continua a farlo anche lanciandosi dagli aerei (in cambio di ben 20 mila dollari): alcune sue foto sono finite sull' edizione americana di Playboy. Comprensibile, quindi, l' entusiasmo nei suoi confronti dei soldati americani, che rintracciano queste sue generosissime immagini su Internet e poi, appena finita la lezione, la invitano a cena. Ma le loro speranze di riuscirci sono finora risultate vane. Anche se Roberta si è appena lasciata col fidanzato...
Ma com' è iniziata questa passione ? "Ho fatto i primi lanci ad Anzio nel 2001, e mi è subito piaciuto. Così ho frequentato un corso e ho preso il brevetto". Le capitali del paracadutismo sportivo in Italia, oltre ad Anzio, sono Reggio Emilia, Fano, Arezzo. Una ventina di squadre che si allenano per costruire figure con posti assegnati in aria. Da terra i giudici votano le migliori coreografie basandosi sui video filmati da un paracadutista che si lancia contemporaneamente.
Il primo record italiano per Roberta è arrivato nel 2005. Poi quello europeo in Spagna, replicato l' anno scorso. Infine quello mondiale. E da lì, il salto oltre Atlantico: "Passo tutto l' inverno in Arizona, fra Phoenix e Tucson. Lì il tempo è bello, ci si può lanciare sempre. E i prezzi sono minori. In Italia invece ogni lancio costa 25 euro...". Che però non è moltissimo. "No, ma per allenarci ne facciamo tanti. Io sono arrivata a quattromila". Né si risparmia nel Wind tunnel della Carolina, che costa 750 dollari all' ora. Lì si fa a meno degli aerei, ma le condizioni simulate sono quelle di un lancio da cinquemila metri di quota a una velocità di 250 chilometri l' ora. Il prossimo grande appuntamento per Roberta Mancino è ai mondiali di agosto in Francia. "Mi sto allenando fra una lezione e l' altra. E oltre ai militari insegno anche a bambini e anziani".
Il paracadutismo in America è più popolare che in Italia: perfino l' ex presidente George Bush senior ci ha tenuto a farsi immortalare mentre si lanciava, incosciente, per festeggiare l' ottantesimo compleanno. E lei, Roberta, pensa di paracadutarsi fino a quell' età ? "Per ora mi godo il presente. Noi paracadutisti siamo una specie di tribù, siamo sempre in movimento cercando i posti migliori per lanciarci. Volare dà una sensazione di libertà totale". Hai mai avuto paura ? "Solo in uno dei primissimi lanci. Mi sono bloccata, ho guardato giù e non sono riuscita a saltare dall' aereo. Sono ritornata a terra a bordo. Ma il giorno dopo ci ho riprovato, e la paura era passata".
Diplomata in ragioneria, Roberta da piccola ha fatto per anni danza classica. È minuta di corpo, non dà l' impressione della sportivona vitaminizzata. La grazia e il ritmo acquisiti danzando le servono ora per il free style. Ma prima le era scattata la molla degli sport estremi: ha nuotato fra gli squali, si è data anche al parapendio... "Tutto troppo noioso. Non c' è niente come volare".
Mauro Suttora