Friday, June 13, 2008
Roberta Mancino, paracadutista
Una paracadutista italiana addestra i soldati statunitensi
Roberta Mancino è campionessa mondiale di "free style". È andata a lavorare in North Carolina, con allievi molto speciali. "E pensare che sono una pacifista..."
di Mauro Suttora
Raeford (Stati Uniti), 11 giugno 2008
Confessa: "Ogni volta che mi butto dall' aereo provo le stesse sensazioni di quando faccio l' amore". Beata lei: perché Roberta Mancino, 26 anni, da Nettuno (Roma), di lanci ogni giorno ne fa anche una dozzina. Ora però il piacere è continuo, perché la nostra campionessa di paracadutismo free style (quello che prevede spettacolari figure di gruppo in volo libero prima di aprire il paracadute) è approdata nel più grande tunnel del vento del mondo: quello di Raeford, nella Carolina del Nord.
I lanci non danno pane: nonostante gli sponsor tecnici, anche i paracadutisti di livello mondiale come Roberta per mantenersi devono lavorare. Così lei è diventata istruttrice. "E fra i miei allievi ci sono anche dei soldati americani, ai quali insegno il free fly". E cos' è ? "Devono imparare come non ruzzolare in aria, a rallentare, ad accelerare...". Anche a sparare ? "Ma no ! Il tunnel del vento è solo un grande simulatore dove si galleggia come se si fosse per aria. Io poi odio le guerre e le armi, sono pacifista".
Fate l' amore, non la guerra. Potrebbe essere questo il motto della bella Roberta, che da modella ha posato nuda e che continua a farlo anche lanciandosi dagli aerei (in cambio di ben 20 mila dollari): alcune sue foto sono finite sull' edizione americana di Playboy. Comprensibile, quindi, l' entusiasmo nei suoi confronti dei soldati americani, che rintracciano queste sue generosissime immagini su Internet e poi, appena finita la lezione, la invitano a cena. Ma le loro speranze di riuscirci sono finora risultate vane. Anche se Roberta si è appena lasciata col fidanzato...
Ma com' è iniziata questa passione ? "Ho fatto i primi lanci ad Anzio nel 2001, e mi è subito piaciuto. Così ho frequentato un corso e ho preso il brevetto". Le capitali del paracadutismo sportivo in Italia, oltre ad Anzio, sono Reggio Emilia, Fano, Arezzo. Una ventina di squadre che si allenano per costruire figure con posti assegnati in aria. Da terra i giudici votano le migliori coreografie basandosi sui video filmati da un paracadutista che si lancia contemporaneamente.
Il primo record italiano per Roberta è arrivato nel 2005. Poi quello europeo in Spagna, replicato l' anno scorso. Infine quello mondiale. E da lì, il salto oltre Atlantico: "Passo tutto l' inverno in Arizona, fra Phoenix e Tucson. Lì il tempo è bello, ci si può lanciare sempre. E i prezzi sono minori. In Italia invece ogni lancio costa 25 euro...". Che però non è moltissimo. "No, ma per allenarci ne facciamo tanti. Io sono arrivata a quattromila". Né si risparmia nel Wind tunnel della Carolina, che costa 750 dollari all' ora. Lì si fa a meno degli aerei, ma le condizioni simulate sono quelle di un lancio da cinquemila metri di quota a una velocità di 250 chilometri l' ora. Il prossimo grande appuntamento per Roberta Mancino è ai mondiali di agosto in Francia. "Mi sto allenando fra una lezione e l' altra. E oltre ai militari insegno anche a bambini e anziani".
Il paracadutismo in America è più popolare che in Italia: perfino l' ex presidente George Bush senior ci ha tenuto a farsi immortalare mentre si lanciava, incosciente, per festeggiare l' ottantesimo compleanno. E lei, Roberta, pensa di paracadutarsi fino a quell' età ? "Per ora mi godo il presente. Noi paracadutisti siamo una specie di tribù, siamo sempre in movimento cercando i posti migliori per lanciarci. Volare dà una sensazione di libertà totale". Hai mai avuto paura ? "Solo in uno dei primissimi lanci. Mi sono bloccata, ho guardato giù e non sono riuscita a saltare dall' aereo. Sono ritornata a terra a bordo. Ma il giorno dopo ci ho riprovato, e la paura era passata".
Diplomata in ragioneria, Roberta da piccola ha fatto per anni danza classica. È minuta di corpo, non dà l' impressione della sportivona vitaminizzata. La grazia e il ritmo acquisiti danzando le servono ora per il free style. Ma prima le era scattata la molla degli sport estremi: ha nuotato fra gli squali, si è data anche al parapendio... "Tutto troppo noioso. Non c' è niente come volare".
Mauro Suttora
Thursday, January 01, 2004
Il sexyconiglio compie 50 anni e mette all' asta le conigliette vip
New York (Stati Uniti)
Hugh Hefner era un furbo ragazzotto di 27 anni quando mezzo secolo fa, nel 1953, stampò le prime 50 mila copie del mensile Playboy: "Sulla copertina non scrissi neanche "numero 1", tanto ero sicuro che non mi avrebbero permesso di arrivare al secondo", ricorda oggi. Bisogna immaginare cos'erano gli Stati Uniti allora: una nazione bigotta dove i negri non potevano salire sugli autobus dei bianchi, dove chi era accusato di essere comunista perdeva il lavoro, e dove perfino i cattolici venivano discriminati dalla maggioranza protestante (l'elezione del primo presidente cattolico John Kennedy nel ' 60 fu storica anche per questo). Figurarsi pubblicare la foto di un'attricetta nuda sconosciuta: tale Marilyn Monroe...
Ma il motivo della mancata indicazione della data sulla copertina era anche un altro, più pratico: la rivista non sarebbe mai scaduta, e infatti fece registrare il tutto esaurito. Il primo trionfo di Marilyn. Ancora oggi, in America Playboy viene venduto sigillato e nascosto dentro una busta di plastica nera. La sua nascita e la sua durata, quindi, possono tranquillamente essere paragonate a una rivoluzione. E la settimana scorsa la celebre casa d' aste Christie's ne ha celebrato il cinquantenario, vendendo più di 400 foto e documenti dal suo archivio. Incasso totale: 2,7 milioni di dollari.
Nonostante la concorrenza (prima Penthouse, il giornale ormai fallito di Bob Guccione, poi Hustler del miliardario Larry Flynt, oggi Maxim e i siti porno di Internet), Playboy gode di buona salute: vende tre milioni e 200 mila copie al mese, la metà rispetto ai massimi di trent' anni fa, ma più di qualsiasi altro mensile maschile. Inoltre le vendite di programmi tv e di video hanno fruttato l'anno scorso 121 milioni di dollari, superando per la prima volta gli introiti della rivista (111 milioni). In totale, l' impero Playboy rende ogni anno a Hefner e a sua figlia Christie, che lo gestisce oggi, la bellezza di 35 milioni di dollari di profitti netti.
Proprio di fronte alla libreria Rizzoli sulla 57ª Strada di Manhattan, e all' ufficio di Oggi da dove scriviamo questo articolo, vediamo il palazzo perennemente illuminato di Playboy. In realtà si chiamerebbe Crown Building, ed è uno dei più prestigiosi di New York: al piano terra c'è la gioielleria Bulgari e davanti l'altra gioielleria Tiffany, sulla Quinta Avenue. Ma tutti in città chiamano il palazzo con il nome del suo più illustre seppur controverso inquilino, che ne occupa vari piani.
Soltanto otto isolati più in là, nel Rockefeller Center, si è svolta l'affollatissima asta di Christie's. E per coloro che associano il nome di Playboy soltanto al pornosoft delle "conigliette" nude è stata una sorpresa. Fra i "pezzi" offerti, infatti, ci sono stati manoscritti del romanziere inglese Ian Fleming, creatore di James Bond, il celeberrimo agente 007, dello scrittore e poeta Jack Kerouac, padre della Beat Generation, e del russo Vladimir Nabokov, autore di Lolita: veri e propri reperti letterari che si sono affiancati alle preziose dodici pagine originali del racconto di Ernest Hemingway Consiglio a un giovanotto pubblicato postumo nel gennaio 1964, e a un articolo di Woody Allen del 1966. Di Fleming era offerto un dattiloscritto originale, con varie correzioni a mano, di Al servizio di Sua Maestà: il documento era stimato tra 18 mila e 24 mila dollari, ma è stato "battuto" per 17 mila.
Tra gli altri pezzi autografi di protagonisti della letteratura contemporanea sono stati messi all'asta testi di Allen Ginsberg, Henry Miller e addirittura del filosofo francese Jean Paul Sartre. Sono state offerte lettere dell'attrice Joan Crawford, del cantante Frank Sinatra e del padre della psichedelia Timothy Leary.
Particolare successo ha riscosso il nudo fotografico di Sophia Loren mentre nuota in piscina: la base d' asta era di mille dollari, ma è stato venduto per il triplo. La fotografia era stata pubblicata nell'agosto 1960, a corredo di un articolo intitolato Sophia la caldissima. Meno fortunata Gina Lollobrigida: Christie' s prevedeva di incassare 1.000 1.500 dollari per una sua foto in bianco e nero pubblicata nel settembre '54, che invece è stata aggiudicata per appena 750 dollari (meno di 600 euro). C'è da dire però che la foto non era granché, anche come misure (24 per 17 centimetri), e che nonostante questa piccola débacle la Lollo continua a essere adorata negli Stati Uniti: ancora tre settimane fa era ospite d'onore, con il cantante Billy Joel, all'inaugurazione di un hotel di lusso, il Mandarin Oriental di New York, nelle nuove Torri Gemelle Time Warner.
Fra le altre immagini storiche che vi riproponiamo, la più famosa resta quella di debutto di Marilyn, stesa su un lenzuolo di tessuto rosso, venduta a 18 mila dollari contro una base d'asta di ottomila. Seconda si è piazzata Bo Derek, con la copertina che nel marzo 1980 definì un'epoca: la foto scattata dal marito John (scomparso cinque anni fa, e autore per Playboy di foto delle sue due altre mogli, Ursula Andress e Linda Evans) è "andata" per 12.000 dollari, contro i 5.000 di base d' asta. Triplicato rispetto alle previsioni l'incasso di un'altra famosa immagine di Marilyn Monroe stampata nel numero del dicembre 1960, subito dopo l' elezione di Kennedy: da 3.000 a 9.500 dollari, per la splendida attrice ritratta mentre fa colazione a letto. Brigitte Bardot, infine, vince su Madonna per 8.500 dollari a 7.000: la fotografia dell' attrice francese apparve nel marzo 1958, quella della cantante statunitense nel settembre 1985.
Hefner, prima di diventare direttore editore di Playboy, era un disegnatore di vignette, e molte ne pubblicò sulla propria rivista. Decine di disegni originali dei migliori cartoonist mondiali sono finiti all' incanto: con tutti quelli pubblicati dal mensile nei suoi 50 anni si potrebbe allestire un museo di quest'arte minore. Anche la miglior musica è stata ottimamente rappresentata su Playboy: articoli, ritratti e foto su jazzisti come Benny Goodman, Louis Armstrong, Dave Brubeck, Chet Baker, lettere di Cole Porter ed Henry Mancini (reduce nel '62 dal successo di Moon River, colonna sonora del film Colazione da Tiffany con Audrey Hepburn), fino ad arrivare ai favolosi Anni Sessanta con gli originali delle interviste ai Beatles (febbraio '65) e a Bob Dylan (marzo '66).
Oltre alle prime immagini erotiche scattate da maestri della fotografia come Helmut Newton e Herb Ritts, l' asta di Playboy ha offerto un cimelio politico: l'intervista al líder máximo Fidel Castro del gennaio ' 67. Nonostante la perdurante antipatia dell'America nei confronti del dittatore cubano, il dattiloscritto originale ha triplicato il proprio valore durante l'asta, raggiungendo i 7.500 dollari. Successo anche per il colloquio con Martin Luther King del '65.
Dopo questa parentesi politica, però, l' asta è tornata su terreni più favorevoli per Playboy, offrendo immagini di "conigliette" di lusso come Nastassja Kinski ritratta da Newton, Joan Collins, Brigitte Nielsen (ex moglie di Sylvester Stallone), Jerry Hall (ex di Mick Jagger), Paulina Porizkova e la top model Cindy Crawford. Ultima divina messa all'asta, Elle MacPherson: la sua foto del maggio del 1994 è un po' il simbolo di tutti gli anni '80 e '90, quando lo scettro della bellezza femminile è passato dalle attrici alle modelle.