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Wednesday, March 11, 2009

Rottamare le case

Lezione dagli Usa: ricostruire i palazzi dopo 70 anni

di Mauro Suttora

Libero, martedì 10 marzo 2009

Negli Stati Uniti a settant’anni sono già vecchi. Quindi si buttano giù, si rottamano, e al loro posto se ne costruiscono altri nuovi di zecca in pochi mesi. I palazzi di New York sono affascinanti. Basta stare via da Manhattan per qualche anno, e al ritorno la città è irriconoscibile. Lo skyline della capitale del mondo è in perpetuo cambiamento.

Speriamo che la scossa edilizia annunciata da Berlusconi tolga dal torpore le città italiane, dove invece si conserva maniacalmente tutto, anche le topaie di cent’anni fa senza alcun valore storico: quelle che meriterebbero solo di essere rase al suolo per il benessere dei loro stessi inquilini.

A New York il programma misto pubblico/privato Equity fund, nato vent’anni fa e molto utilizzato dall’ex sindaco Rudy Giuliani per riqualificare zone invivibili del Bronx, ha permesso di rinnovare più di 20mila appartamenti di case popolari degradate. I costruttori ci hanno messo soldi (due miliardi di dollari) e cantieri, in cambio di cospicui tagli di tasse cittadine e statali (qui il federalismo fiscale è una realtà). «Gli inquilini sono stati trasferiti in “case-polmone” per 24 mesi, e al loro ritorno hanno ritrovato un appartamento di eguale metratura completamente nuovo», spiega Kathryn Wylde, presidente della società Housing Partnership.

Ovviamente questo meccanismo funziona dove la proprietà dei singoli appartamenti non è frazionata, e gli inquilini sono in affitto. Ma anche nel caso di molti proprietari in un unico stabile, con un’offerta allettante di può procedere alla rottamazione in tempi rapidi.

Gli americani non hanno pietà. Gli architetti Diller e Scofidio hanno appena finito di ricostruire la Alice Tully Hall, famosa sala concerti del Lincoln Center, nonostante avesse solo cinquant’anni. E sempre in questa zona di New York, che fino agli anni ’50 ospitava i fatiscenti tuguri portoricani in cui Leonard Bernstein ambientò la sua West Side Story, Donald Trump e altri «developers» hanno innalzato negli ultimi anni grattacieli di 60 piani con appartamenti dotati di vista sul fiume Hudson.

Di fronte a casa mia, all’angolo di Broadway con la 93esima Strada, ho visto incredulo sorgere a tempo record un «condo»(minio) di 16 piani dopo la distruzione di un vecchio palazzo di 4 piani. Hanno costruito al ritmo di un piano a settimana.

Mentre a Milano si conservano religiosamente obbrobri urbani come via Padova o viale Monza, e a Roma il Tiburtino o il Prenestino offrono squallore metropolitano, a New York procede senza soste la «gentrification». Che significa rinnovamento e miglioramento di interi isolati, con l’afflusso di inquilini di livello migliore, negozi più belli, ristoranti alla moda, servizi. Così si sono rinnovate l’Upper West Side, Tribeca, Soho, l’East Village e perfino Harlem. L’esatto contrario di quel che avviene in Italia, dove i quartieri lasciati andare poco a poco decadono. I prezzi crollano, arrivano gli immigrati, e così addio Esquilino a Roma, o Sarpi a Milano.

Ora la crisi sta mordendo duro nelle città americane. Manhattan non fa eccezione: sono almeno trenta i cantieri di grattacieli bloccati. Ce l’ha fatta per un pelo il palazzone residenziale al numero 15 di Central Park West, accanto a una delle tante torri Trump, sorto sulle rovine di una costruzione fine Ottocento: i costruttori Zeckendorf hanno venduto tutti gli appartamenti poche settimane prima della crisi. Fra gli acquirenti, l’attore Denzel Washington (ha pagato 12 milioni per 300 metri quadri con vista su Central Park) e il cantante Sting. Non così fortunato il nuovo palazzo di Richard Meier, l’architetto della contestata Ara Pacis a Roma: la sua residenza di lusso a Chelsea, con le vetrate che danno sull’Hudson, è piena solo a metà.

Comunque gli statunitensi non sono dei barbari: se un edificio ha un valore architettonico viene risparmiato. Quindi nessuno ha toccato la Grand Central Station. Il Madison Square Garden, invece, inaugurato nel ’68 con l’incontro di boxe Benvenuti-Griffith, è il quarto della serie. E presto verrà abbattuto, per costruirne un quinto.

Mauro Suttora

Friday, March 25, 1988

Fobie

La paura fa 90

Ci sono i rupofobi, i cleptofobi, i tachifobi. E poi i cinefobi , i cinofobi e i claustrofobi. Qualcuno non sopporta la profondità dell'universo, altri i capezzoli, le spalle, i laghi. Riconoscete qui la vostra angoscia privata. E tranquillizzatevi in buona compagnia

di Mauro Suttora e Fiamma Arditi

Europeo, 25 marzo 1988

Scusi, lei che fobia ha? Domanda indiscreta, privata, impertinente. Alla quale riesce a rispondere, probabilmente, solo chi di fobie veramente gravi non ne ha. Da quando, nel 1908, Sigmund Freud scopri' che il piccolo Hans, un bimbo di 5 anni, aveva la fobia di essere morso dai cavalli, di acqua ne e' passata sotto i ponti. Ma, anche se aggredite scientificamente dalla psicanalisi, le fobie non sono certo scomparse. Anzi.

"Per la verita' , almeno nel caso delle nevrosi isteriche , la scoperta della finzione drammatizzante le ha fatte diminuire drasticamente", avverte Giuseppe Zappone, psicoterapeuta comportamentale di Milano , autore del libro Origine e superamento delle paure inutili (ed . Masson) . " In compenso sono aumentate , negli ultimi decenni e soprattutto negli ultini anni , le fobie estetiche : quanti adolescenti , anche maschi , che non escono di casa perche' hanno paura di essere brutti , o comunque non all' altezza dei modelli proposti dalla pubblicità".

"Freud metteva le fobie in relazione alle figure interiorizzate dei genitori", spiega Massimo Ammanniti, professore di psicopatologia a Roma, "e infatti in generale le fobie sono legate ai conflitti edipici. Molto frequenti nei bambini , in alcuni adulti rimangono come conflitti residui ed entrano a far parte del carattere".

Spiegazione tranquillizzante ? Proviamo a ripetere la domanda : scusi, qual e' la sua fobia ? Ecco un elenco (nient'affatto esaustivo) di novanta paure, incubi e ossessioni che attanagliano personaggi della cultura, dello spettacolo, della politica. Alcuni sono semplici fastidi, raccolti al volo, altri sono veri e propri terrori cosmici . Ma anche le fobie piu' piccole e insignificanti possono essere fastidiose: sia per chi le ha, sia per chi gli sta attorno. E quando si trasformano in manie, seppur simpatiche e inoffensive, sono dolori per tutti . Cominciando dalle piu' comuni, ne elenchiamo novanta, in omaggio al detto: " La paura fa novanta".

CHIUSO. Soffre furiosamente di claustrofobia , oltre a Renato Vallanzasca, l'editrice Adelina Tattilo.
APERTO . " Da bambino avevo l' agorafobia , ma forse per il lavoro che faccio mi sta scomparendo ". Ippolito Pizzetti, architetto di giardini .
SILENZIO . Arrigo Cipriani , proprietario dell' Harry' s Bar a Venezia : " Non mi piace il rumore dell'Harry's Bar vuoto ". ASCENSORI . Gabriella Farinon , ex presentatrice tv , moglie dell'imprenditore Stefano Romanazzi , ha evitato gli ascensori dopo aver subito un tentativo di violenza in quello di casa sua. Il giornalista Giuliano Ferrara non sopporta gli ascensori chiusi, senza porte di vetro. Anche Antonio Del Pennino, deputato repubblicano, tituba dopo essere rimasto prigioniero di un ascensore per tre ore una domenica d'estate .
VOLARE . Oltre all' ex campione del mondo dei pesi massimi Cassius Clay Muhammad Ali, Sandra Mondaini , Raimondo Vianello e Monica Vitti , anche Adriano Celentano e Mina, nonche' Pupi Solari, proprietaria di negozi di moda , sono vittime di un' insuperabile paura di volare . E per questo che non hanno mai tenuto concerti negli Stati Uniti .
SPORCO . Rupofobia , dal greco " rupos " . " Sono sempre con lo straccio della polvere in mano " , dichiara l' attrice Paola Borboni , 88 anni . " E una mania legata alla mia infanzia : mia madre mi ha cresciuto con il terrore dei microbi che portano le malattie , e che si trovano nella polvere . Ma almeno e' una paura positiva : la mia casa e' uno specchio" .
CUOCHI . " Ho una paura furiosa delle pentole , dei piatti , ho il terrore che un leggero residuo di polvere o di grasso sia rimasto su di loro . Ecco perche' ho paura dei cuochi . Per il resto la polvere puo' ricoprire tutto : i libri , le persone , le cose , non mi importa " . Valentino Zeichen , poeta .
PULITO . La fobia per lavaggi e abluzioni frequenti non e' piu' monopolio dei sozzoni . Parlate con un dermatologo . " I bimbi , le donne , gli anziani e chi ha la pelle asciutta , non deve lavarsi tutti i giorni " , avverte infatti il professor Giancarlo Armuzzi di Milano . L' eczema da troppa pulizia e' in aumento .
VELOCITA' . La tachifobia quasi paralizza Joanne Woodward , moglie di Paul Newman : ha fatto tarare la propria auto per non poter superare i 40 chilometri all' ora , neppure spingendo al massimo l' acceleratore . Purtroppo per lei , suo marito e' invece un noto fanatico delle auto da corsa .
ANGOLI . Mai tagliare gli angoli delle strade e accarezzare sempre gli spigoli . Lo raccomanda l' ex deputato comunista Antonello Trombadori .
SPECCHI. Guai se si rompono . Sono molti a crederlo . Anche Marisa Bellisario , amministratore delegato dell' Italtel . SCALE. Monica Vitti . Se per distrazione passa sotto una scala , da attrice comica , qual e' diventata , ritorna a essere una diva drammatica come ai tempi del film Deserto rosso.
OLIO E VINO. Quando li rovescia inavvertitamente a tavola, l'industriale Pietro Barilla , per superare il trauma , bagna il dito e si tocca il lobo dell' orecchio.
SERPENTI. Ofidiofobici sono sia l'attrice Ann Margret sia il deputato liberale Paolo Battistuzzi : " Mia moglie ed io volevamo comprare una casa di campagna in Umbria " , racconta Battistuzzi , " sapendo che in zona si avvistavano serpenti , abbiamo cambiato idea " .
TOPI . L' attore Clint Eastwood e la psicologa Gianna Schelotto (deputata della Sinistra indipendente) condividono lo stesso schifo : per i topi . " Specialmente quando il tu per tu avviene in una stanza " , precisa la Schelotto .
CIVETTE . Stefano Romanazzi , imprenditore barese e marito di Gabriella Farinon (vedere alla voce ' ' ascensori' ' ) , appena scorge la sagoma di una civetta su un quadro o su una stoffa scappa .
FORMICHE . Alberto Bevilacqua , scrittore : " Ho il terrore delle persone che , come le Formicole rosse nel romanzo di Remo Lugli , ti si appiccicano addosso recitando sentimenti di finta amicizia , ma soltanto per spremerti qualcosa . L'ipocrisia e' una mistificazione che va ben oltre la semplice bugia " .
UCCELLI . Sono numerosi gli amanti dell 'omonimo film di Alfred Hitchcock : quelli che non ce la fanno ad attraversare piazza Duomo o piazza San Marco per paura dei piccioni .
SE STESSI . Autofobia : " La mia sola paura e' di vedermi e farmi vedere la mattina presto , quando non sono ancora truccata " . Jaclyn Smith , Charlie' s Angel .
INFLAZIONE . Pietro Citati , scrittore : " Mi scusi tanto , ma in questo periodo ho dato tante di quelle interviste che ho paura di inflazionarmi " .
BALLERINI . " Mi sento male a guardarli " , dice la regista Muzi Lofredo , " se trasmettono un film di Fred Astaire alla tv devo girare subito la faccia dall' altra parte " .
GATTI. Alberto Dall' Ora , avvocato : " Ricordo con terrore i 700 metri di retromarcia che mia moglie mi ha fatto fare nel centro di Vigevano dopo che di fronte alla nostra auto era passato un gatto nero " . Davanti ai gatti neri perdono ogni ritegno anche il giornalista sportivo Paolo Valenti , Corrado , Alberto Sordi , nonche' il sottosegretario socialista alla Sanita ' , senatrice Elena Marinucci .
CANI. Cinofobia. La Quaker Chiari e Forti è una società leader nella produzione di cibi per animali. Ma, ironia della sorte, il suo presidente Giulio Malgara non può soffrire i cani.
CINEMA. Cinefobia . Che fine ha fatto il piu' volte annunciato film di Federico Fellini Viaggio di G. Mastorna ? Il superstiziosissimo regista lo ha avviato , ma non lo ha mai portato a termine . Molte le scuse : un' inspiegabile malattia , improvvisi intoppi della produzione , persino un misterioso incendio del copione . Ce n' e' abbastanza per decretare una fobia di Fellini verso questo disgraziatissimo film .
TELEVISIONE. " Non sono un voyeur " . Giorgio Caproni , poeta . " Per me la tv non esiste , la detesto " . Emilio Servadio , psicanalista . " Ho otto figli e preferisco stare con loro " . Giuseppe De Rita , sociologo . " Non guardo la tv , ma devo passare le mie serate a sentire opinioni sulla tv . . . " . Grazia Cherchi , critica letteraria .
INTERVISTE IN TV. Marella Agnelli, moglie del presidente della Fiat Giovanni: "Le ho sempre rifiutate, con la fermezza di una roccia. Mi disturba perfino pensarci. Mi fanno sentire come da ragazzina prima d'un esame: inadeguata. Dovrei nascondermi dietro qualcosa, per farle. Ad esempio dietro un cappello... La tv trasforma i non valori in valori. Peccato".
INTERVISTE AL TELEFONO . Francesco Rosi , regista : " Ho la fobia di voi giornalisti che volete fare le interviste per telefono " .
SENZA TELEFONO . " Ho la fobia di non comunicare con l' esterno . Mi sembra di stare in una casa morta " . Achille Bonito Oliva , critico d' arte .
NATURA . Il prototipo del maschio virile , John Wayne , non si vergognava di ammettere in pubblico il proprio sacro terrore di fronte agli elementi primordiali della natura : vento (anemofobia) , fuoco (pirofobia) , acqua (talassofobia) : " Ho avuto a che fare con tutti e tre , ragazzi , e vi dico che l' avrebbero avuta vinta se non mi fossi sbrigato a scappare " .
TERREMOTI . " Faccio spesso un sogno : io , mio marito e i miei figli stiamo su un' isola bellissima , incantata . Improvvisamente , pero' , arriva un terremoto o un maremoto . Mi sveglio morta d' angoscia " . Rosanna Vaudetti , annunciatrice tv.
DIAVOLO . Per Paolo Pietroni, ideatore e curatore di Sette, la paura e' un desiderio negativo . La sua fobia per il maligno lo conferma. Lo teme come principe della notte , come entita' negativa all' armonia di un mondo possibile. Lo corteggia e lo usa , quando lo sente in se' come anima nera , per distruggere : un rapporto , un' impresa , un affare .
INFERNO . Anthony Burgess , scrittore inglese , laico : " Non possono esserci molti dubbi che ci aspetta un inferno dopo questa vita " .
FANTASMI . " Mi terrorizzano . Avverto le ' ' presenze' ' di provenienza arcana per una qualche facolta' paranormale che mi porto addosso da sempre . Di notte mi fanno rischiare l' infarto " . Sandra Milo , attrice .
MORTE . L' unica paura di Roberto d' Agostino , arbiter elegantiarum , potrebbe forse essere quella di apparire normale . E invece no , il suo cruccio e' assai normale : " Fobie ? Paure ? Mah . . . forse la morte " .
VECCHIAIA. Marina Punturieri, 46 anni, moglie di Vittorio Ripa di Meana , ex Lante della Rovere , e' gerontofoba : " Ho paura del declino fisico che si subisce inevitabilmente con l' eta'. Chi dice che si puo' invecchiare bene fa della retorica , o sfugge alla realta' . La morte non la temo : e' una tappa , l' ultima , gia' scontata . Ma il declino fisico , e ancor piu' quello intellettuale , mi fanno proprio orrore " .
AMBULANZE . " Mi viene la nausea quando vedo un' ambulanza con la scritta ' ' ambulanza' ' alla rovescia " , Luciano Satta , linguista .
SOLITUDINE . "Per esistere bisogna che si mettano in tanti" : cosi' Jean Paul Sartre, nella Nausea, bollava sprezzante i monofobici . Ma Dario Argento, regista dell' orrore , e' un uomo dominato da questa paura : " Non posso dormire da solo . Il clima angoscioso dei miei film rispecchia le mie ansie personali , le mie nevrosi " .
LADRI . Alberto Lattuada , regista , e' cleptofobo : " Provo una vera e propria repulsione nei confronti dei ladri di ogni tipo : da quelli delle tangenti miliardarie a quelli dei furtarelli da 30 mila lire . Rifiuto quindi i doni , non mi faccio mai corrompere " .
BUIO . Ornella Vanoni non dorme mai a luce spenta. Laura Antonelli di notte accende tutte le lampade di casa : " Il buio mi mette addosso una sensazione di terrore che mi prende alla gola e quasi mi paralizza , sia fisicamente che psicologicamente . Mi rendo conto che e' puerile tenere le luci accese quando si dorme , perche' con gli occhi chiusi la luce non si vede piu' . Ma il buio mi angoscia". Stessa fobia anche per la pur battagliera Jane Fonda.
LUCE . Fotofobico era Ugo La Malfa , convinto che alzarsi dopo il levar del sole portasse male . E l' industriale Alberto Pirelli faceva ogni sera il giro degli uffici della sua societa' per chiudere tutte le luci . Fobia da bolletta ?
GAS . " Avro' spento il gas ? " . Rosi dall' incertezza , si alzano e rialzano dal letto finche' il sonno non li fa crollare . Su questa fobia diffusa Giorgio Gaber ha montato una celebre gag .
NEVE . " La neve e la montagna mi danno un senso di distacco , di convalescenza . La neve , cosi' immacolata , mi ricorda malattie letterarie come la tubercolosi , che da grande magari ti fanno diventare uno scrittore famoso " . Achille Bonito Oliva , critico .
MARE . La puntata di Love Boat dove e' apparsa Janet Leigh ha dovuto essere girata tutta a terra , in una cabina ricostruita e su un ponte finto che dava su un prato verde . " Se vado in mezzo al mare " , ha spiegato l' attrice americana , " provo la sensazione di essere inghiottita da un momento all' altro " .
ONDE . " Da quella volta che ho rischiato di affogare a Fregene " , dice Gianni Mattioli , capogruppo dei Verdi alla Camera , " il mio incubo ricorrente e' di venire travolto da enormi onde grigio giallastre che mi passano sulla testa " . Curiosamente anche un' altra deputata verde , Laura Cima , ha la stessa fobia .
LAGO . " Ho la fobia di affogare in un lago fatto solo di semolino " . Raimonda Gaetani , scenografa .
ISOLE . Carmen Llera , moglie di Alberto Moravia : " Mi fanno sentire prigioniera . Anche la Sicilia , che e' bella grande . Non posso dipendere da nulla , neanche da un aereo o da una nave . Mi ricordo quando si ruppe un piccolo aereo , eravamo in Gabon e rimanemmo bloccati per due giorni . Cominciai a piangere e a urlare in mezzo all' aeroporto".
CITTA' . " La mia fobia e' di essere condannato a vivere in citta " . Matteo Spinola , press agent .
CAMPAGNA. Barbara Alberti , scrittrice : " La campagna e' odiata da tutti gli intellettuali , di destra e di sinistra . E io muoio se li devo accompagnare " .
ARIA . L' attrice Mariangela Melato e' pneumofoba : " Ho la fobia dell' ossigeno , dell' aria pura . Fino a svenirne " . MANCANZA D'ARIA. Dudu' La Capria , scrittore : " La mia fobia e' di rimanere soffocato da qualche parte . Mi angoscia dover vivere in una situazione protratta di mancanza d' aria " .
MOVIMENTO . La critica d' arte Lea Vergine , tra le tante paure o inquietudini che la tormentano , confessa l' ultima fobia . Riguarda il cambiare luogo o posizione . Dall' entrare o uscire da una stanza al decidere di viaggiare . DISORDINE . " Ho una forte tendenza , continuamente disattesa dalla vita , a organizzare non solo i miei cassetti ma anche la quotidiana realta' . Il disordine mi fa sentire perduta , in balia degli avvenimenti " . Patrizia Carrano , scrittrice .
PROFONDITA' DELL' UNIVERSO. Alberto Ongaro, scrittore : " Non vorrei sembrare pomposo , ma a volte mi prende la consapevolezza della profondita' dell' universo . Vengo assalito da un vero e proprio senso di panico . Mi puo' accadere in ogni ora e in ogni luogo , per esempio guardando il cielo . A pensarci bene , pero' , questa non e' una fobia : e' la condizione normale dell' uomo . Ma noi ci dimentichiamo spesso della nostra condizione " .
NOIA . " Non riesco a sopportare le persone noiose , le evito in tutti i modi . Quando ne avvisto una per strada cambio subito marciapiede . Se mi telefonano a casa , faccio dire che non ci sono . E se riescono a trovarmi , rispondo testualmente : non ci sono . Sono uscita " . Camilla Cederna , giornalista .
FESTE . L'attrice Adriana Asti sfugge come la peste tutte le riunioni mondane : " Mi annoio con il prossimo , anche se sto attenta a evitare gli imbecilli . La noia ha su di me effetti devastanti . I sintomi sono precisi : pallore , brividi , svenimento . So gia' che moriro' durante una conversazione tediosa " .
PRETI E POLACCHI . Federico Zeri , critico d' arte : " Ho la fobia dei preti che fanno politica . Ma anche degli individui arroccati al potere che fanno finta di essere di sinistra . Inoltre mi sono odiosi tutti i polacchi". Perche'? " Per un'infinita' di motivi che sarebbe troppo lungo elencare " .
CATTOCOMUNISTI . " Da piccolo sognavo che mi uccidevano perche' sono omosessuale . Adesso sono insofferente verso chi parla sempre di democrazia e di pace , come i cattocomunisti di ogni tipo : dal Pci alle Acli alla Caritas". Angelo Pezzana, fondatore nel 1971 del Fuori (Fronte unitario omosessuali rivoluzionari italiani) , libraio , consigliere regionale del Piemonte .
ORGOGLIOSI E MILLANTATORI . Monsignor Loris Capovilla , vescovo di Loreto , ex segretario di papa Giovanni XXIII : " Come cristiano accetto tutti , ma se penso all' etimologia della parola ' ' fastidio' ' mi accorgo che essa deriva da due parole latine : ' ' fastus' ' , che significa orgoglio , e ' ' tedium' ' , noia . Noia degli orgogliosi e dei millantatori , quindi . Nessun odio e nessuna fobia , pero' , per carita' ! Chi odia avvelena se stesso e l' ambiente in cui vive , mentre gli uomini sono nati per stare tutti assieme , formando una sinfonia " .
PERDERE . " Ho paura di ogni tipo di sconfitta " . Nino Benvenuti , ex campione mondiale dei pesi medi .
VINCERE . Lo scrittore Giorgio Manganelli ha la fobia dei premi letterari : quando sa di essere stato selezionato , arriva fino al punto di telefonare ai giurati a uno a uno , pregandoli di non farlo vincere .
ANIMA . Ruggero Guarini , giornalista : " La mia idiosincrasia e' per gli ideologi che fanno i romanzieri , per i professori che fanno i poeti e per tutti quelli che non si fanno i fatti loro . Volgarita' per me e' il tentativo disperato di sembrare quello che non si e' : ho la fobia di chi considera un privilegio avere un' anima , quando l' anima ce l' hanno tutti , anche le portiere " .
VOLGARI . " Ho la fobia della volgarita' , di ogni tipo : dal linguaggio ai gesti , al modo di vestirsi , alla tv , alle copertine di certi giornali . . . " . Elisabetta Catalano , fotografa .
GELOSI . Silvio Ceccato , cibernetico : " Ho una fobia verso i gelosi . Sono convinti di essere gli unici che amano davvero . E invece amano solo se stessi " .
INCIDENTI . Tutte le mamme sono apprensive e ansiose . Ma mai quanto la cantante Orietta Berti: "Una sera , prima di uno spettacolo , ho telefonato a casa e mi hanno detto che Omar, mio figlio , non era ancora tornato dal mare . Poco dopo essere andata in scena sono svenuta " .
NUMERO QUATTRO . Stava antipatico a Jorge Luis Borges : durante una conferenza stampa lo scrittore argentino chiese ai giornalisti di saltare la quarta domanda.
TREDICI. Il governatore della Banca d'Italia Carlo Azeglio Ciampi ha sempre un funzionario pronto a subentrare quando il numero dei presenti a pranzi e riunioni si arresta sul fatidico tredici . Giovanni Agnelli ha inveito contro il martedi' 13 durante il quale , qualche mese fa , si e' rotto la gamba . E l' ufficio stampa della Fiat ha diligentemente diffuso la sua imprecazione in un comunicato ufficiale .
DICIASSETTE Fa rabbrividire Sandro Pertini , che cada di venerdi' o in un qualsiasi altro giorno della settimana : non prende decisioni , manda a casa i collaboratori , una volta ha perfino spostato un comizio . " Sono convinto che se Luigi XVII si fosse chiamato 16 bis non sarebbe finito ucciso da bambino " , assicura lo scrittore Luciano De Crescenzo .
DICIOTTO . Alla fobia per i numeri si concede anche Giovanni Mariotti , scrittore e critico letterario . Con qualche sorpresa : "Spesso alcuni che considero malevoli si mostrano benevoli , e viceversa . Ora ho in sospetto il 18 , che ritenevo buonissimo " .
PARI . Il poeta Vittorio Sereni non voleva che i suoi libri fossero pubblicati negli anni pari , che considerava infausti .
VENERDI . Renato Ruggiero, adesso ministro del Commercio estero, nominato segretario generale del ministero degli Esteri , chiese di anticipare l' entrata in carica di 24 ore per non farla cadere di venerdi' . E il ministro Giulio Andreotti lo accontento' .
SABATO . "Il sabato porta sfortuna a chi lavora", mormora Woody Allen, "bisogna riposarsi e , per maggior sicurezza , evitare gli jettatori " . In effetti , molti degli interpreti dei programmi tv trasmessi negli Stati Uniti il sabato sera negli ultimi anni sono finiti male : come David Soul (l' Hutch di Starsky & Hutch) che , dopo avere perso il lavoro e la moglie , ha tentato di uccidersi .
DOMENICA . Glabrofobia domenicale quella del calciatore Francesco Graziani , che si e' ritirato due mesi fa : non si faceva mai la barba il giorno della partita .
UN ATTIMINO . Logofobia , o fobia delle parole : Giorgio Forattini e' allergico all' " attimino " che segretarie e centraliniste ci pregano invariabilmente di aspettare .
CARNE . Non la puo' sopportare Enrico Cuccia , consigliere anziano di Mediobanca , benche' si dichiari lontano mille miglia dalle ideologie vegetariane e " animaliste " .
PUNTEGGIATURA. La fobia per i punti attanagliava , a volte , lo scrittore Giuseppe Berto . E anche lo svizzero Friedrich Duerrenmatt , con le sue " 24 frasi lunghe " , non e' da meno . Per non parlare del flusso continuo del cecoslovacco Bohumil Hrabal .
AUTOGRAFI . Non li regalava mai volentieri il vecchio Ernest Hemingway . E non sopportava proprio gli scippatori in vena di furberie . Per esempio , quelli che gli scrivevano solo per ricevere una risposta firmata . Hemingway , cortese , rispondeva . Ma con una lettera anonima . In fondo , al posto del nome , uno spazio bianco .
LINGUA MATERNA . Per Paul Wolfson , scrittore americano nato a New York , e' impossibile parlare inglese . Fino dall' adolescenza ha dei veri e propri sconvolgimenti fisici nel sentire parole in lingua materna . Cosi' e' cresciuto inseguendo per radio e televisione programmi stranieri e ha raggiunto la notorieta' con due opere scritte in francese .
COLORI . Odiano il viola Wanda Osiris, Ronald Reagan, tutta la gente di spettacolo in genere , nonche' l'editore Edilio Rusconi. Il quale e' cromofobo anche nei confronti della pelle nera: poche settimane fa ha vietato la pubblicazione , sulle copertine delle sue riviste Eva e Onda Tv, di foto del comico di colore Eddie Murphy e del presentatore Sammy Barbot .
CAPEZZOLI SCURI. Nico Orengo , scrittore: "Anni fa corteggiavo una ragazza in Francia. Erano i primi tempi del topless, e lei era bellissima. Ma la vista dei suoi capezzoli, scurissimi, mi disturbo' a tal punto che la lasciai".
NUDO . " Fin da piccolo il mio incubo e' quello di camminare nudo per strada . E nudo mi sento di fronte alle delegazioni dei Cobas " . Giovanni Galloni , dc , ministro della Pubblica Istruzione .
SANGUE . Renzo Arbore : una brillante carriera stroncata sul nascere dall' ematofobia . Dalla natia Foggia sarebbe dovuto andare a studiare medicina a Napoli , ma rinuncio' dopo che svenne assistendo a un' incisione a un dito nello studio dello zio medico .
CALVIZIE . Pippo Baudo , presentatore tv : " Ho sofferto moltissimo per i capelli . Ero calvo , ho dovuto ricorrere ai trapianti per superare questo complesso , sottoponendomi a cinque interventi a Parigi " .
DENTISTA . "L' ultima volta che ci sono dovuta andare quasi mi veniva l' esaurimento nervoso " . Giuliana De Sio , attrice .
SPALLE . Armando Costa , avvocato : " Ho la fobia delle spalle al vuoto . Quando mi siedo devo avere sempre le spalle protette , da una parete , da una libreria , da qualcosa " .
MANI . Nell' ambiente pubblicitario e' nota la fobia di Gavino Sanna per la stretta di mano . E capace di trucchi di ogni tipo pur di evitarlo .
OROLOGI . Ciriaco De Mita non riesce piu' a mettere quel bellissimo orologio in acciaio e oro che portava al polso il giorno della batosta elettorale della Dc , nel giugno 1983 .
VESTITI NUOVI . Piero Bassetti , presidente della Camera di commercio di Milano , preferisce indossare fino alla consunzione i vecchi abiti , perche' e' convinto che gli portino fortuna .
SCARPE . L' attrice Brooke Shields non le indossa mai nuove : le fa provare prima alla sua segretaria . E Nancy Reagan le odia sotto al letto di notte .
TUTTO . "Vivo nella paura . Paura del caos , dei politici che sbagliano e ti fanno pagare i loro errori , dei terroristi della guerra nucleare ". Barbara Bouchet , attrice .
FOBIE . Alberto Ronchey , giornalista : " Fobie ? No , no . Non ho di questi problemi , io " . Fobofobico ?

Ecco , queste sono novanta fobie da Vip . Le conclusioni facciamole trarre da Cesare Musatti , padre della psicanalisi italiana . Che , personalmente , non ha paure da denunciare : " Se uno di noi ha una fobia e vuole curare gli altri , bisogna che prima se la cavi , come l'appendicite . Da cosa dipendono le fobie ? Beh , mettetevi in analisi , e allora lo capirete..."
Mauro Suttora
Fiamma Arditi
Ha collaborato Alessandra Baldini

Saturday, September 26, 1987

Profughi istriani e dalmati


Ferite socchiuse: 40 anni dopo, gli esuli italiani si interrogano sul proprio passato

PALESTINESI DI CASA NOSTRA

Dalmati e istriani si incontrano a Trieste per commemorare gli avvenimenti del 1947. Gli jugoslavi li chiamano fuggiaschi, il Msi li corteggia. Ma loro cosa rivendicano? Le terre perdute? No, dicono, soltanto il diritto alla nostalgia

Europeo, 26 settembre 1987

di Mauro Suttora

In via Montenapoleone a Milano, fra i re della moda mondiale, la Dalmazia è regina. Sono dalmati, infatti, i due stilisti che si fronteggiano all'inizio della via, con le loro ricche vetrine nelle postazioni più prestigiose, quelle vicine a piazza San Babila: Ottavio Missoni e Mila Schoen. Dalmati , e quindi profughi. Così come gli altri 350 mila istriani, fiumani e lussignani che nel 1947, quarant'anni fa, dovettero abbandonare le proprie terre ai partigiani jugoslavi.

Fu un esodo drammatico. Per molti comincio' gia' nel 1943: gli abitanti di Zara scapparono in 14 mila per non morire sotto i bombardamenti a tappeto degli aerei inglesi. " Io ero prigioniero in Africa", ricorda Missoni, oggi sindaco onorario del 'Libero comune di Zara in esilio', "ma la mia famiglia fuggi' a Trieste con il 90 per cento della popolazione, che era tutta italiana. Quando tornai in Italia trovai mio padre che a 65 anni, per mantenerci, si era dovuto rimettere a navigare. Erano tutti scappati senza una lira".

Per altri la fuga fu meno precipitosa: gli italiani della "zona B" del mai nato Territorio libero di Trieste se ne andarono nel 1954-55, quando la zona passo' sotto amministrazione jugoslava in cambio del ritorno di Trieste all'Italia. Ma il grosso dei profughi "esodò" nel 1947, quando il trattato di pace impose all'Italia sconfitta di cedere quasi tutta la Venezia Giulia alla Jugoslavia.

Fu la ratifica di una realta': gia' da due anni nei paesi italiani della costa istriana si erano installate vincitrici le truppe comuniste del maresciallo Josip Broz detto Tito. Che avevano prevalso, con l' aiuto russo-inglese, non solo su tedeschi e italiani, ma anche, dopo una feroce guerra civile interslava, sui fascisti croati (gli "ustascia") e sui partigiani monarchici "cetnici" (paragonabili ai nostri badogliani).

Il 19 e 20 settembre a Trieste si riuniscono gli esuli istriani e dalmati per commemorare gli avvenimenti di quel 1947. Arriveranno 5 mila persone dall'Italia e dall'estero (soprattutto Canada  Australia e Usa, dove si sono rifugiati circa 50 mila profughi). E poi ci saranno i 50 mila triestini di origine istriana e dalmata.

Ma non sara' un anniversario facile. Il quotidiano semiufficiale Delo (Lavoro) di Lubiana ha gia' dedicato al raduno un articolo in cui si esprime "sorpresa e meraviglia per l'appoggio delle autorita' italiane a questi 350 mila fuggiaschi" (agli esuli, nonostante l'insulto del termine "fuggiasco", l'articolo non e' interamente dispiaciuto: per la prima volta infatti gli jugoslavi riconoscono il numero di 350mila profughi. Nel tentativo di minimizzare l'esodo, in passato Belgrado non era mai andata oltre la cifra di 200-250 mila).

L'ambasciata jugoslava a Roma ha protestato con il nostro governo, che dovrebbe essere rappresentato al raduno dal ministro della Funzione pubblica Giorgio Santuz (Dc), unico titolare di dicastero seppure senza portafoglio proveniente dal Friuli Venezia Giulia.

Perche' queste proteste? "Non lo so, noi non avanziamo alcuna rivendicazione nei confronti della Jugoslavia", assicura Silvio Cattalini, organizzatore del raduno ed esule da Zara. "Certo, nei decenni scorsi c'e' chi ci ha fatto passare tutti per nazionalisti o fascisti. Ma noi vogliamo fare solo un discorso culturale : mantenere viva la memoria sulla nostra tragedia , farla studiare sui libri di scuola. Fra qualche anno, dei protagonisti diretti di quella vicenda non rimarra' piu' nessuno. Ecco, noi vogliamo che la nostra sofferenza non sia cancellata".

A complicare le cose, pero', e' arrivato il Movimento sociale italiano. Il quale ha organizzato per sabato 19, alle sette di sera, un comizio di Giorgio Almirante in piazza Unita'. Gli esuli hanno un concerto nel vicino teatro Verdi alle 18  e usciranno negli stessi momenti in cui il segretario del Msi iniziera' il suo discorso.

"Almirante e' fiero di aver potuto parlare in pubblico per la prima volta proprio a Trieste, nel 1949", spiegano al Msi, "e vuole concludere la sua carriera da segretario con un comizio nella stessa città". Apriti cielo : il consigliere comunale della minoranza slovena a Trieste Alessio Lokar ha protestato per l'adesione del Comune, con il sindaco Giulio Staffieri in testa, al raduno "sciovinista e revanscista" dei profughi.

Il messaggio di Staffieri agli esuli, in effetti, si differenzia da quelli piu' anodini fatti pervenire dal presidente della Regione e da quello della Provincia. Mentre per esempio quest'ultimo definisce l'esodo come "una scelta imposta dalla storia" (frase che fa imbestialire i profughi, ma che si giustifica per la presenza in provincia di Trieste di molti sloveni ai quali dispiacerebbero indicazioni piu' precise), il sindaco si lancia in affermazioni drastiche: "All'emigrazione degli esuli va coraggiosamente dato il nome di esilio, ma noi siamo rimasti qui a mantenere le posizioni di una civilta' che non e' destinata a morire". E poi: "Accanto al rilancio dell'economia , a quello emporiale e scientifico, e' da coltivare o addirittura da anteporre il rilancio dei grandi valori ideali, di cui uno dei piu' alti e sacri e' l'amor di patria".

Patria: una parola che fa venire ancora i brividi di commozione ai profughi (anche perche' la patria e' piu' bella se perduta), ma che suscita sentimenti opposti fra i 30 mila sloveni di Trieste, che non si considerano certo un "avamposto della civiltà" (italiana, latina, occidentale, cristiana) in territorio nemico.

Cosi', a quarant' anni dalla fine della guerra, molti sono ancora gli argomenti che scottano. E anche i gesti: "Finalmente", annuncia per esempio Silvio Del Bello, 53 anni, di Umago, presidente dell'Unione degli istriani, "domenica, per la prima volta , un ministro del governo italiano rendera' omaggio alle vittime delle foibe di Basovizza e Monrupino".

Le foibe sono grotte carsiche, cavita' profonde dentro le quali i partigiani di Tito gettarono circa seimila italiani, spesso ancora vivi: tutti accusati di essere fascisti o collaborazionisti, mentre in realta' in non pochi casi si tratto' di vendette personali. Nella foiba di Basovizza, per esempio, che e' la piu' grande fossa comune d' Italia, sono finiti anche comunisti e soldati neozelandesi.

Pochi i corpi riconoscibili : quando gli alleati scoprirono la foiba, i cadaveri legati l'uno all'altro da fil di ferro erano gia' decomposti. Si conosce solo lo spazio che occupano: 300 metri cubi di ossa.

Ma si sa, fra i crimini di guerra quelli dei vincitori sono sempre i meno gravi. E quindi le vittime delle foibe non hanno ricevuto gli stessi onori degli altri caduti. Anzi, illustri professori di storia, come Giovanni Miccoli ancora nel 1976, si sono esercitati nel bollare come "aberrante" l'accostamento fra due pagine egualmente nere della guerra a Trieste, seppure di segno opposto: le foibe slavo-comuniste e il campo di sterminio nazista della risiera di San Sabba (dove, per ironia della sorte, nel dopoguerra vennero parcheggiati molti profughi istriani in attesa di sistemazione).

Ma chi sono veramente i profughi istriani e dalmati? Cos'hanno fatto in quarant'anni questi nostri 350 mila "palestinesi"?
"A differenza dei palestinesi noi siamo esuli in patria", risponde Del Bello, "e pensiamo di esserci comportati bene: ci siamo sparsi un po' in tutta Italia, abbiamo lavorato duro, ci siamo rifatti una casa".

Alcuni hanno fatto fortuna, come l'industriale farmaceutico Fulvio Bracco, quello del Cebion. Altri sono arrivati al successo: l'attrice Laura Antonelli, nata a Pola nel 1941, il cantante Sergio Endrigo, anche lui polesano, la presentatrice tv Paola Perissi (Processo del lunedi).

Uno che non ha dimenticato e' il celebre violinista Uto Ughi, 43 anni, che sta eguagliando le gesta del suo compaesano piranese Giuseppe Tartini: fa parte del consiglio nazionale dell'Unione degli istriani. Dall' ex zona B vengono lo scrittore Fulvio Tomizza e il pugile Nino Benvenuti, da Lussinpiccolo il comandante Tino Straulino, olimpionico di vela.

Mila Schoen (vero nome Maria Nutrizio, sorella del celebre giornalista Nino, ex direttore della Notte) e' fuggita dalla sua Trau', in Dalmazia, addirittura nel 1923, quando aveva un anno e mezzo. Il padre, farmacista, passo' il confine di notte, perdendo tutto. "Mio padre era un patriota", ricorda lei adesso, "e quando la Dalmazia fini' alla Jugoslavia fu considerato un traditore dagli slavi".

Non pochi sono i dalmati profughi due volte: nel primo dopoguerra quando si rifugiarono a Fiume, Zara o Pola, e poi nel 1947, quando dovettero andarsene di nuovo. Mila Schoen e' sfuggita a questo amaro destino: lei nel 1940 era gia' a Milano. "Sono ritornata per la prima volta a Trau ' sei anni fa, mi ci hanno portata in barca degli amici brasiliani. Sono posti bellissimi, straordinari. Quando sono sbarcata, ho domandato in piazza al primo passante se si ricordava dov'era la farmacia del dottor Nutrizio. 'La farmacia del buon Gigi ? Era quella la'!', mi ha subito risposto".

L' Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia ha sede a Roma: ha assistito 172 mila profughi e pubblica un quindicinale, Difesa Adriatica. Presidente e' Paolo Barbi, europarlamentare democristiano fino al 1984; segretario un prete, padre Flaminio Rocchi. Per le ultime elezioni Difesa Adriatica ha indicato alcuni candidati da votare, tutti Dc (l'olimpionico Abdon Pamich, Uto Ughi e lo zaratino Lucio Toth, eletto senatore) e del Msi. Perche'? "Abbiamo segnalato tutti quelli che ce lo hanno chiesto", risponde padre Rocchi. "L'unico requisito e' essere nati nelle nostre terre. Abbiamo pero' una preclusione verso il Pci, che nel 1947 voleva dare Trieste e Gorizia alla Jugoslavia".

Annunci piu' inquietanti sono pubblicati sul mensile Voce di Fiume: raduni di reduci della Decima Mas repubblichina  incontri al Vittoriale. "I nostalgici ci sono dappertutto", commenta Silvio Cattalini, "ma sono solo una piccola minoranza".

E Missoni, che ne pensa? "Fiol, cos te vol che te diga, mi de politica no me interesso. Io vado in Jugoslavia da 25 anni ogni estate con la mia barca  perche' il vino, il mare, i canti e i tramonti sono sempre quelli. Ma nessuno ha mai pensato di tornare. Io non ho mai avuto odio, ne' allora ne' oggi, verso gli slavi. In fondo, noi dalmati siamo sempre stati sotto qualcuno".

Padrone per padrone, l'unica nostalgia che riesce ad accomunare tutti gli esuli istriani e dalmati e' forse quella per l'impero austriaco di Francesco Giuseppe, che riusci' a far convivere pacificamente marinai e pescatori italiani della costa con i contadini slavi dell'interno. Poi sono arrivati i fascisti. Poi i comunisti. E gli ammiratori degli Asburgo sono aumentati: "Quando governavano loro, profughi non ce n'erano".

Mauro Suttora