POLITICHE 2001: I CANDIDATI DI BONINO E DI DI PIETRO
di Mauro Suttora
Il Foglio, 7 febbraio 2016
Nelle strade d’Italia sono apparsi i tavoli delle liste Bonino e Di Pietro: le uniche che hanno già iniziato la raccolta di firme per presentarsi alle politiche. Quest’anno sarà più difficile farlo, perché ci vogliono quasi mezzo milione di sottoscrizioni autenticate: mille per collegio.
Più semplice sarebbe limitarsi al proporzionale della Camera (bastano centomila firme), ma boniniani e dipietristi vogliono correre anche al maggioritario per due motivi: conquistare spazi in tv e poter contrattare desistenze dell’ultima ora (come quella col Polo che nel ‘96 permise l’elezione dell’unico senatore radicale Piero Milio in Sicilia).
La raccolta firme è costosa: né Emma Bonino né Antonio Di Pietro hanno consiglieri comunali che convalidino le sottoscrizioni, e i cancellieri si fanno pagare 50 mila lire l’ora. «Per presentarci alle regionali l’anno scorso abbiamo speso tre miliardi», spiega il tesoriere radicale Danilo Quinto, «ma questa raccolta firme è più difficile sia per quantità che per qualità: costerà almeno quattro miliardi».
Nel ‘94 il numero delle firme venne dimezzato perché «era la prima volta», nel ‘96 perché si trattava di elezioni anticipate. Quest’anno, per la pr ima volta da quando è in vigore il Mattarellum, niente sconti. E dolori per le liste minori. Il trucco cui ricorrono quasi tutti i partiti è quello di far firmare moduli in bianco cui vengono aggiunti i nomi dei candidati all’ultimo momento. I radicali l’anno scorso hanno denunciato questa vera e propria truffa in tutte le procure d’Italia, ma senza esito.
Boniniani e dipietristi sono quindi gli unici che hanno già i candidati. Emma Bonino corre per il Senato in Lombardia, il posto dove ha le migliori chances: per un seggio le basta il tre per cento delle regionali ottenuto l'anno scorso. Dietro di lei, viene paracadutato in Lombardia il tesoriere pugliese Quinto.
Altri funzionari di partito catapultati al Nord sono l’ambizioso Daniele Capezzone e Sergio D’Elia (segretario dell'associazione «Nessuno tocchi Caino» contro la pena di morte, ex terrorista rosso e vedovo della scrittrice radicale Maria Teresa Di Lascia, premio Strega ‘95). L’eurodeputato Marco Cappato è spedito in Piemonte, il toscano Gianfranco Dell’Alba in Sicilia. In Calabria una sorpresa: Franco Corbelli, già segretario di Vittorio Sgarbi e fino a pochi giorni fa dipietrista.
Capolista alla Camera in Lombardia il valtellinese eurodeputato Benedetto Della Vedova (l’unico con un suo ancoraggio geografico), mentre la Campania 2 va all'ex dirigente Publitalia ed eurodeputato forzista Ernesto Caccavale. E Marco Pannella? Guida la lista in Toscana, ma si limita al secondo posto a Roma e in Emilia Romagna. Primo in queste due circoscrizioni (oltre che in Umbria), sarà infatti Luca Coscioni, giovane malato di sla (sclerosi laterale amiotrofica) in carrozzella, che parla soltanto attraverso il computer, e che il leader radicale ha tirato fuori dal cilindro un mese fa come candidato-simbolo dell’antiproibizionismo «sulla scienza».
Nel difficile tentativo di emulare le imprese di Leonardo Sciascia nel ‘79, di Toni Negri nell’83, di Enzo Tortora nell’84 e di Domenico Modugno e Cicciolina nell’87, Coscioni rappresenta l’attuale cavallo di battaglia radicale: la polemica contro l’oscurantismo cattolico che impedisce la ricerca scientifica sulle cellule staminali, le biotecnologie, la clonazione a scopo terapeutico e l’eutanasia. Messo in sordina, invece, il liberismo economico che fece raggiungere l'8,5 per cento alla Bonino nel ‘99. Oggi i sondaggi indicano i radicali sotto la soglia del 4 per cento, mentre i dipietristi stanno sopra. Ma gli indecisi sono ancora molti.
Di Pietro rinuncia a presentarsi a Milano, dov’è comunque candidato sindaco: corre per la Camera a Roma, Napoli e in Abruzzo. Guidano la lista milanese Giorgio Calò, sondaggista della Directa, ed Eugenio Ronchi, cugino dell’ex ministro verde Edo. Sempre a Milano vorrebbe riciclarsi con Di Pietro per le comunali l’ex assessore Letizia Gilardelli, prima Psi e poi Pds, ma oggi scaricata dai Ds.
In Puglia capolista è il pretore filo-Di Bella Carlo Madaro. Elio Veltri corre in Emilia-Romagna, ma cercherà di farsi rieleggere nel suo collegio uscente di Massa, contrattando una desistenza con l’Ulivo. Possibile un accordo con la sinistra anche per Tonino nel collegio di Termoli (Campobasso), che comprende la sua Montenero di Bisaccia. Altri candidati dipietristi: Mario Capanna, l’eurodeputato fascista Roberto Bigliardo ed Elio Lannutti, l’anti-mutui usurari di Adusbef.
Mauro Suttora