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Monday, June 24, 2024

Nell'ultrasinistra disastrata è il turno di Ilaria Salis

La neoparlamentare si dice fiera di occupare case popolari, togliendole ai fessi che ne hanno diritto, ma che aspettano anni in graduatoria perché rispettano la legge. Dopo il diritto alla (sua) casa proclamerà il diritto alla cena, riesumando i gloriosi espropri proletari di mezzo secolo fa nei supermercati

di Mauro Suttora

Huffingtonpost.it, 24 giugno 2024

Particolarmente sfortunata, l'estrema sinistra italiana. Da una decina d'anni si affida a personaggi esterni imbarazzanti: Ingroia, Tsipras, Soumahoro, Salis. Nel 2013, non potendo più presentarsi alle politiche col proprio nome (Rifondazione comunista) dopo il disastro di cinque anni prima (caduta Prodi, zero eletti), si ribattezzò lista Ingroia come il pm palermitano antimafia Antonio. Secondo flop, quorum mancato. 

Dopo la trombatura Ingroia si consolò con incarichi di sottogoverno siciliano, rimediando una condanna a 1 anno e 10 mesi per peculato e un'altra per danno erariale a 145mila euro. Poi ha cambiato di nuovo mestiere, diventando avvocato di Gina Lollobrigida. Ma ha continuato a collezionare percentuali da zero virgola ad ogni elezione, con liste variopinte. 

Un altro rabdomante della politica era Alexis Tsipras, premier greco che voleva uscire dall'euro. Al suo nome si aggrapparono i rifondaroli per le europee 2014, eleggendo affidabili eurodeputati esterni come Barbara Spinelli. La quale invece di uscire dall'euro uscì dal partito, tenendosi tutti gli euro del proprio stipendio (18mila mensili) che avrebbe dovuto versare in minima parte al partito. Anche Tsipras è finito nel nulla, assieme al suo ministro delle Finanze Yannis Varoufakis. Su Soumahoro e la bellissima moglie non occorre soffermarsi. 

Ora è il turno di Ilaria Salis, che già ci delizia con elogi della delinquenza. Si dice fiera di occupare case popolari, togliendole ai fessi che ne hanno diritto, ma che aspettano anni in graduatoria perché rispettano la legge. 

Dopo il diritto alla (sua) casa la simpatica Tortora dei poveri proclamerà il diritto alla cena, riesumando i gloriosi espropri proletari di mezzo secolo fa nei supermercati. Il diritto alla mobilità, rubando bici e auto nonché evitando il biglietto su bus e treni. Ma soprattutto il diritto alla vacanza, andando a occupare resort al mare e b&b in montagna. 

Saturday, June 01, 2024

Vale per Meloni come per Salis: non disturbate troppo la Storia

Consiglio non richiesto a entrambe che, a due settimane di distanza, si sono proclamate "dalla parte giusta della Storia". Invidio tanta sicurezza

di Mauro Suttora

Huffingtonpost.it, 1 giugno 2024

"Sono dalla parte giusta della Storia", ha proclamato Giorgia Meloni al comizio di piazza del Popolo. Ohibò, è la seconda volta in pochi giorni che risuona tanto orgoglio. Perché anche Ilaria Salis due settimane ci aveva assicurato di sentirsi in quel posto lì: assieme ai Giusti della Storia.

Invidio alle due gentili signore tanta sicurezza. Entrambe felici delle loro scelte politiche, anche se opposte.

Giorgia con la sua fede fascista, ma ora dopo aver lavato i panni in Matteotti approdata definitivamente a quella postfascista. Numero uno in Italia e da due giorni anche in Europa: l'Economist la piazza in copertina al centro della nuova trinità continentale. Attorniata da Ursula e Marine, ma quelle solo a mo' di ancelle.



Ilaria con la sua passione antifascista, che l'ha spinta fino a Budapest per patire sicuramente due ingiustizie: carcere per più di un anno senza processo, manette a mani e piedi.

Quanto alla terza questione, la più importante, sarà un processo a decidere su quale parte del codice penale (e non della Storia) si è collocata Salis. Giusta se verrà assolta, sbagliata se giudicata colpevole di aver manganellato un fascista.

Temo invece che per qualcuno sia comunque commendevole "lottare" contro i fascisti. Loro stavano indiscutibilmente dalla parte sbagliata della Storia. Contrastarli con qualsiasi mezzo? Certo che no. La violenza è esclusa. Ma dipende. Ho sentito dire in tv da Bianca Berlinguer che erano "guaribili in soli otto giorni" le ferite inferte al fascista ungherese dal commando antifascista cui Salis è accusata di essersi aggregata.

Ho visto l'impressionante video dell'assalto. Mi ha ricordato le migliaia di aggressioni con cui i nostri fascisti spaccavano la testa coi manganelli ai rossi negli anni '20 di un secolo fa (Matteotti fu solo una delle tante vittime). Replicate poi mezzo secolo fa, negli anni '70, da ulteriori bastonate reciproche fra altre squadracce di rossi e neri.

E già lì la "parte giusta della Storia" era svanita. Perché il "fascismo degli antifascisti", come lo chiamava Marco Pannella, risultava equivalente a quello dei legittimi proprietari del marchio. Magari con chiavi inglesi al posto dei manganelli.

Figurarsi oggi: Fareed Zakaria, uno dei più lucidi politologi del mondo, nel suo nuovo libro certifica che rossi/neri, sinistra/destra, comunismo/fascismo è una contrapposizione ormai inservibile. Non spiega più i conflitti contemporanei. E da tempo: trent'anni fa il serbo Slobodan Milosevic fu il primo a essere definito "fasciocomunista". Aggettivo che ora si addice a tanti: Vladimir Putin, Xi Jingping, il Kim coreano, il dittatore cubano, il mezzo dittatore venezuelano.

Qualche antifascista un po' fané inorridisce per la condanna gemella dell'Europarlamento nel 2019: nazifascismo e comunismo entrambi totalitarismi del secolo scorso. E via di archivio, si sperava. Pratica chiusa col nuovo millennio.

Invece no: c'è sempre qualche nostalgico che riesuma "parti giuste della Storia" su cui piazzarsi fiero. Fresche quanto i cristiani/musulmani a Roncisvalle, palpitanti quanto i cattolici/protestanti a La Rochelle, attuali quanto guelfi/ghibellini, capuleti/montecchi, rivoluzionari/vandeani, irredentisti/austriaci, e via contrapponendo.

Care Giorgia e Ilaria, un sommesso e non richiesto consiglio: non disturbate troppo la Storia. Che offre posti belli e brutti, ma soprattutto intercambiabili. Ultimamente va più Vico di Hegel, difficile "dare un senso a questa storia", come canta il nostro massimo filosofo Vasco. Figurarsi poi addentrarsi nel giusto o sbagliato. Lo diranno solo i risultati concreti.