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Wednesday, July 17, 2013

Al mare con Grillo

Cronaca di una giornata al mare (Costa Smeralda) con il capo del Movimento 5 stelle

MEGLIO MIA MOGLIE DI NAPOLITANO
Il presidente lo aveva convocato al Quirinale. Ma Grillo ha preferito stare al mare con la moglie e rinviare l'appuntamento. Noi l'abbiamo incontrato in spiaggia. «Sono fiero dei nostri parlamentari», ha detto, «hanno restituito un milione e mezzo di euro. Se facessero tutti così, risparmieremmo 40 milioni l'anno».

dall'inviato Mauro Suttora

Oggi, 5 luglio 2013
«Mentre nuotavo uno mi ha fermato e mi ha chiesto: “Scusi, è questa la strada per Arbatax?” Gli ho detto: “No, guardi, deve svoltare e andare verso là, molto più a destra».

È rilassato e di buonumore Beppe Grillo mentre esce dall’acqua dopo la sua abituale nuotata giornaliera. Un’ora con pinne, occhiali, boccaglio e muta. 
Venerdì 5 luglio, Liscia Ruia, spiaggia di Porto Cervo (Olbia). In questo momento lui dovrebbe essere al Quirinale dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Che lo aveva convocato all’improvviso dopo che lui aveva chiesto un incontro, con i soliti toni polemici: «Il Paese sta andando a rotoli, in autunno ci sarà una crisi economica terribile, decine di piccole imprese chiudono ogni giorno. E il presidente che fa? Perché non dice la verità agli italiani?»
 Il problema è che quando è arrivato l’improvviso e inaspettato appuntamento Grillo era già sul traghetto Genova-Olbia con auto e famiglia, per una settimana di vacanza programmata da tempo. E fra la moglie Parvin e Napolitano, ha scelto la prima. Per una volta, la politica ha aspettato. 
L’incontro al Quirinale è slittato di cinque giorni. Sì, in teoria il capo dei 5 stelle avrebbe potuto prendere l’aereo da Olbia, fare un salto a Roma e tornare in giornata nella sua villetta (a schiera) al Pevero di Porto Cervo. Ma perché darla vinta al segretario generale del Quirinale Donato Marra, che l’ha invitato fissando giorno e ora con un comunicato pubblico, senza neanche una telefonata prima per chiedere se la data andava bene? Sottili questioni di galateo istituzionale. E di orgoglio personale.
Così ora Grillo se ne sta sdraiato tranquillo sotto l’ombrellone di bambù in prima fila che ha affittato per la giornata (45 euro con due lettini). In quello accanto ci sono amici con i bambini, che giocano con il figlio più piccolo del comico genovese. Parvin prende il sole vicino a un’amica, con il lettino spostato verso la battigia.
Il capo di uno dei tre partiti più importanti d’Italia non ha scorta. 
Mi avvicino, lo saluto e gli chiedo se non è imprudente. Lui la butta come sempre sullo scherzo: «Ho già mia moglie, come scorta».
Sta all’ombra, dormicchia, ogni tanto legge un libro. Nessun giornale o rivista, niente sguardi impazienti a smartphone, ipad, computer portatili. Relax completo, una sola telefonata in parecchie ore. 
Gli altri bagnanti lo riconoscono, ma nessuno va a disturbarlo. Privacy rispettata a livelli scandinavi. Penso al turbinio di scorte e segretari che circonda gli altri politici italiani del suo rango, anche in vacanza.
Gli chiedo che libro sta leggendo. Mi fa vedere la copertina: è di George Johnson, giornalista americano, divulgatore scientifico. Grillo ne parla entusiasta anche con la vicina di ombrellone: «Le grandi scoperte che hanno cambiato la storia sono avvenute quasi tutte per caso. Gutenberg adattò un torchio per schiacciare l’uva, e nacque la stampa. Anche la rete, oggi, è governata dal caso: milioni di informazioni che creano conoscenza. Spontaneamente, come il traffico di una città coreana: hanno fatto un esperimento, provando a levare tutti i semafori e i divieti. Funziona lo stesso, le auto si fermano, danno la precedenza, fanno attraversare i pedoni…»
L’unica che sembra refrattaria alle catechizzazioni è la moglie. La quale però lo aiuta con affetto quando lui si mette la muta (la stessa della traversata dello stretto di Messina, con il simbolo 5 stelle) per andare in acqua. Signora, non è preoccupata che qualche motoscafo gli vada addosso? 
«Ma no, nuota chilometri però resta sempre sottocosta». Perché non va all’arrembaggio fino alla villa di Berlusconi? È proprio lì di fronte, a Porto Rotondo…
Parvin sorride. All’amica Carla Signoris, moglie di Maurizio Crozza, nella rubrica tv Ho sposato un deficiente ha confessato di non seguire i consigli del marito per la spesa («Lui vorrebbe biologico, hard discount») e le pulizie («Un solo detersivo: l’acqua»). Ha aggiunto che, quando il marito inizia a parlare del suo blog, in casa c’è il fuggi-fuggi.
Quando Grillo torna, gli chiedo di venire a fare una foto con me e la mia compagna. Lui, gentile e disponibile, accetta subito: «Ma è sicuro che sia la sua compagna?»
Come va con i 5 stelle? 
«Bene, sono contento. Ieri abbiamo dato indietro un milione e mezzo di euro. Se lo facessero tutti i parlamentari, sarebbero quaranta milioni risparmiati all’anno». 
E le liti, gli espulsi? «Siamo giovani, stanno imparando. Nessuno si aspettava un successo simile, neanch’io. Ora ci stiamo assestando, stiamo crescendo. Se ne sono andati in pochi, quelli che forse non avevano capito la nostra novità e diversità». 
Ma è vero che fra voi ci sono anche estremisti dei centri sociali?, domanda una signora. 
«I centri sociali mi contestano ai comizi!» 
E non si stanca con tutti questi comizi?, gli chiedo. «Ma è un’intervista?» Grillo sa che sono giornalista, e lui ci detesta tutti. «Però Oggi è un bel giornale…»
Verso le sei superBeppe (gli ultimi sondaggi lo danno sempre sul 24%, a Ragusa ha conquistato il sindaco col 70%) si incammina da solo verso casa, passando per l’hotel Cala di Volpe: 300 metri a piedi fra i cespugli. Moglie, figlio e amica invece vanno all’auto nel parcheggio polveroso. Frequentano questa spiaggia da vent’anni. 
Grillo ci saluta: «Voi invece ve lo godete tutto il sole oggi, eh?» «Io non devo andare da Napolitano», gli rispondo.
Mauro Suttora

Wednesday, May 01, 2013

1.200 stanze per un uomo solo

QUIRINALE: LUSSO NON GIUSTIFICABILE

di Mauro Suttora

Roma, 24 aprile 2013

Andate a vedere il film Benvenuto, Presidente! con Claudio Bisio. Scoprirete un mondo sconosciuto di velluti e ori, maggiordomi in livrea che si inchinano, lussi inimmaginabili e pompa borbonica. Benvenuti al Quirinale. Non vogliamo offendere nessuno, ma non è possibile che una Repubblica fondata sul lavoro e devastata dalla crisi peggiore della sua storia si permetta sprechi simili.
Quest’anno il Quirinale ci costa 245 milioni. Il doppio rispetto a 15 anni fa, il triplo sul 1986. Ma è soprattutto il confronto con l’estero a far capire l’assurdità di questa spesa.

I tedeschi spendono un decimo
In Germania la presidenza della Repubblica costa 20 milioni di euro. A Buckingham Palace la regina Elisabetta se la cava con 60 milioni annui: un quarto dell’Italia. Il presidente francese, che ha compiti ben più importanti del nostro, riceve 90 milioni. 
Noi invece manteniamo un esercito di 1.720 dipendenti: 901 civili e 819 militari. Ci sono i 260 corazzieri a cavallo,  ma per non far torto agli altri corpi anche centinaia di poliziotti, una settantina di guardie di finanza, 21 vigili e 16 guardie forestali (per la tenuta di Castelporziano).
L’imperatore giapponese ha mille dipendenti, il presidente degli Stati Uniti e il re spagnolo mezzo migliaio, a Londra ce ne sono 300, a Berlino 160.
Al Quirinale, invece, ci sono due persone solo per controllare gli orologi a pendolo, due doratori, tre ebanisti, sei tappezzieri, 14 addetti all’ufficio postale interno, 41 autisti per 35 auto blu. Nelle cucine una decina di cuochi, e 26 camerieri.
«Abbiamo ricevimenti di Stato con decine di ospiti, a volte centinaia», spiegano i dirigenti quirinalizi (un’ottantina, con stipendi medi da 10 mila euro al mese, buona presenza di parenti di politici). Certo, ma non tutti i giorni. E flessibilità vorrebbe che per questi pranzi saltuari si ricorresse, come nel resto del mondo, al catering.

542.000 euro al segretario generale
Un paradosso: il segretario generale Donato Marra, guadagna il doppio dello stesso presidente: 542 mila euro contro 239 mila. Perché i presidenti passano, ma i grandi burocrati restano.
L’elefantiasi del Quirinale ha una causa precisa: nel tempo, ma soprattutto negli ultimi vent’anni, quelli che un tempo erano semplici consiglieri del presidente, con un piccolo ufficio, si sono trasformati in veri e propri ministeri. Così oggi abbiamo il consigliere giuridico con uno staff degno del dicastero della Giustizia, quello militare per la Difesa, il diplomatico per gli Esteri, e poi gli Affari interni, e così via.
Obietta l’ufficio stampa del Quirinale (anch’esso sovradimensionato): «Il presidente guida anche il Csm (Consiglio superiore della magistratura) e il Csd (Consiglio supremo della difesa)». Certo, ma magistrati e forze armate dispongono già di fior di palazzi in centro a Roma, con strutture e funzionari.
L’aspetto più incredibile è che il Quirinale, nonostante le sue 1.200 sale e stanze, ha avuto bisogno di espandersi in vari palazzi limitrofi: apparentemente, infatti, non riesce ad accomodare le proprie sempre crescenti esigenze (comprese quelle per appartamenti privati graziosamente concessi a vari dirigenti). E così, giù in via della Dataria verso la fontana di Trevi, ecco i palazzi San Felice e della Panetteria. Dal 2009 anche palazzo Sant’Andrea in via del Quirinale, per l’archivio. Quanto ai corazzieri, caserma e stalle per i 60 cavalli stanno poco più in là, nell’ex convento di Santa Susanna.

Un velo di deferenza
Insomma, il nuovo presidente ha ampli margini per risparmiare e tagliare. Sono  ormai passati sei anni da quando Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, con il libro La Casta, hanno squarciato il velo di deferenza e quasi omertà sulle spese del Quirinale. Napolitano è riuscito a fare a meno di 460 dipendenti rispetto al 2006. Ma fra quelle 1.200 stanze, in quelle vuote ci sarebbe spazio per molti uffici pubblici.
Mauro Suttora

Pochi giorni dopo la pubblicazione di questo articolo sul settimanale Oggi il Quirinale ha annunciato tagli del 15% all'indennità del Segretario generale, del 12% ai Consiglieri del Presidente, e del 5% al personale comandato e distaccato. Risparmio complessivo: 800 mila euro l'anno.
Il Presidente ha inoltre annullato il ricevimento per il prossimo 2 giugno. Bravo Napolitano! (m.s.)