Nel 2021 4.400 procedimenti su 5.400 sono stati archiviati. Uno spreco di risorse colossale: agenti che devono ricevere e verbalizzare le denunce, ufficiali giudiziari mandati a notificare gli atti, cancellieri occupati a verbalizzare. Tutti pagati con le nostre tasse. Fa bene Nordio a presentare il disegno di legge per abrogare il reato
di Mauro Suttora
Huffingtonpost.it, 14 giugno 2023
In questo momento in Italia 4.400 magistrati stanno lavorando per nulla. Invece di indagare e punire reati gravi, e soprattutto farlo in tempi ragionevoli, devono occuparsi di scremare la valanga di inutili denunce per abuso di ufficio con cui inondiamo le procure.
Sindaci, assessori, medici, professori, poliziotti, vigili, impiegati: tutti i funzionari pubblici e incaricati di pubblico ufficio sono costretti a vivere sotto la spada di Damocle della nostra suscettibilità. Ogni volta che immaginiamo di aver subito un torto dalla burocrazia, ecco che troviamo un avvocaticchio pronto a dar battaglia, promettendoci lucrosi risarcimenti.
Peccato che otto volte su dieci le nostre pretese risultino infondate. Nel 2021, infatti, 4.400 procedimenti per abuso d'ufficio su 5.400 sono stati archiviati. Ma prima di buttarli nel cestino, i magistrati hanno dovuto perdere tempo prezioso per studiarli, esaminarli, cercare prove, valutarle, soppesarle. E del migliaio di denunce arrivate a processo, sapete quante sono finite con una condanna nel 2021? Soltanto nove. Nove. In 35 casi c'è stato un patteggiamento, in 176 la prescrizione, in 72 l'assoluzione. Negli altri casi i processi sono ancora in corso.
Una macchina gigantesca e infernale per chi ci incappa, perché comunque dopo ogni denuncia, anche infondata, bisogna nominare e pagare un avvocato difensore. Preoccupazioni, patemi d'animo. Uno spreco di risorse colossale: agenti che devono ricevere e verbalizzare le denunce, ufficiali giudiziari mandati a notificare gli atti, cancellieri occupati a verbalizzare. Tutti pagati con le nostre tasse, e pazienza se questa è la tipica frase di chi le tasse non le paga.
Ma, soprattutto, la minaccia di reato di abuso d'ufficio ("Io la denuncio!") è un potente freno per la burocrazia, che già veloce di suo non è. "Paura della firma", la chiama l'Anci, l'Associazione dei comuni italiani. Che notoriamente è al di sopra delle parti, riunendo sindaci e assessori sia di destra che di sinistra. I quali conoscono bene il danno subìto dalla semplice notizia di una loro iscrizione nel registro degli indagati. Così, piuttosto che rischiare una denuncia o un esposto, la pubblica amministrazione rinvia licenze e concessioni edilizie, passa tutte le pratiche agli uffici legali, si tutela perfino con assicurazioni contro la possibilità di ricorsi e condanne penali e civili.
Fa bene quindi il ministro della Giustizia Carlo Nordio a presentare in consiglio dei ministri il disegno di legge per abrogare il reato di abuso d'ufficio. Aumenteranno così gli abusi? Le malversazioni di politici e funzionari sono già punite con reati più precisi: corruzione, concussione, peculato. L'abrogazione è una misura eccessiva? Il dibattito parlamentare porterà utili correzioni. Non è un mistero che nella stessa maggioranza Lega e Fratelli d'Italia avanzino perplessità. Gli unici totalmente favorevoli alla cancellazione del reato sono Forza Italia e, all'opposizione, Italia Viva e Azione.
I giustizialisti tuoneranno contro "il partito dei disonesti"? Onestà è ammettere che i semplici numeri citati dimostrano la necessità di intervenire. Perché siamo uno dei popoli più litigiosi al mondo, ma anche la culla del diritto. E i romani, che avevano lo stesso nostro problema dai tempi delle malversazioni di Verre, si limitavano a punire pochi, chiari e semplici reati. I quali "non sunt multiplicanda sine necessitate".