Anna, guerra sui vulcani
Cent' anni fa nasceva la Magnani, regina del nostro cinema
Due film, "Vulcano" e "Stromboli". E un triangolo di passioni, tra Nannarella, Rossellini e Ingrid Bergman. Nel ' 49 fu scandalo. Il principe Alliata c'era. E qui racconta
Oggi, 12 marzo 2008
di Mauro Suttora
Anna Magnani in bikini sott' acqua, occhi spalancati e bocca sorridente: la straordinaria immagine che pubblichiamo nella pagina seguente, finora inedita, fu scattata nel 1949 da Fosco Maraini, padre della scrittrice Dacia, allora fotografo di scena. E la scena era quella del set di Vulcano, il film che Nannarella girò con Rossano Brazzi nelle stesse settimane in cui il suo ex Roberto Rossellini realizzava nella vicina Stromboli il capolavoro omonimo con il proprio nuovo amore: Ingrid Bergman.
Storie infuocate di amore e odio che agitavano il cinema italiano, allora ai vertici del successo mondiale. E che oggi, nel centenario della nascita della grande attrice, vengono ripercorse in un bel libro scritto da Gaetano Cafiero: Principe delle immagini (ed. Magenes/Il Mare Libreria Internazionale). Il principe in questione è Francesco Alliata di Villafranca, che adesso ha 88 anni ed è stato il primo al mondo a usare sott' acqua una cinepresa professionale.
Ma oltre che pioniere del cinema subacqueo, il principe Alliata (il quale, nonostante l' età e il peso dei suoi 39 titoli nobiliari, lascia spesso la sua Catania per girare l' Europa) è stato il produttore di Vulcano, quindi testimone diretto di quei travagliatissimi mesi. E lo sarebbe stato di Stromboli, se Rossellini non avesse soffiato a lui e al socio Pietro Moncada di Paternò l' idea del film, dopo essere letteralmente fuggito con la Bergman.
"Negli ultimi anni c' è stato un incredibile risveglio d' interesse per quel periodo", spiega Alliata, "siamo continuamente invitati in tutto il mondo, dal Tribeca Festival di New York a quello di Venezia, per ricordare la Magnani e la nostra società Panaria, che due anni dopo produsse un altro film importantissimo per lei, La carrozza d' oro, in cui diretta da Jean Renoir per la prima volta recitò in lingua inglese. Vulcano avvince ancor oggi per la vicenda umana che racconta, elaborata su fatti realmente accaduti in quei paesaggi solenni. Non ci fu solo l' ammirevole recitazione della Magnani, ma anche la realtà che traspira da ogni fotogramma, le prime sequenze "recitate" subacquee nella storia del cinema, e la mattanza dei tonni".
Quella che venne subito definita "la guerra dei vulcani", e che tenne banco per anni su tutti i giornali del pianeta, nacque nel 1948, quando Rossellini si era già impegnato con Alliata a girare Stromboli. Sembrava naturale che la protagonista fosse la Magnani, che stava con il regista da tre anni dopo il successo di Roma città aperta. "Puntammo da subito al grande mercato degli Stati Uniti", ricorda Alliata, "quindi avremmo girato in inglese, in presa diretta, perché gli americani non vogliono i film doppiati".
Ma Anna e Roberto, la coppia del neorealismo, viene travolta dall' arrivo di Ingrid, la svedese che ha già conquistato l' America. Basta una sua lettera a Rossellini, infaticabile tombeur de femmes, per fargli perdere la testa. Dopo avergli rivelato che adora i suoi film e che vorrebbe essere diretta da lui, conclude la lettera scrivendo spudoratamente: "So recitare in inglese, tedesco e svedese, ma in italiano conosco solo tre parole: "Io ti amo".
Quale maschio italiano non sarebbe immediatamente volato a Los Angeles per rispondere ? "Così Rossellini ci piantò in asso", ricorda Alliata, "per settimane non avemmo più sue notizie". Da Hollywood la United Artists, coinvolta nel progetto, offre il ruolo femminile a Greta Garbo. La star risponde: "Grazie, questo copione mi piace, però non vorrei chiudere la mia carriera nel ruolo di un' assassina". Piantata clamorosamente da Rossellini, Anna Magnani non si arrende e decide di realizzare comunque il film pensato per lei: si chiamerà Vulcano, e intanto incassa per la parte l' enorme cifra di 40 milioni (un milione e mezzo di euro attuali).
Le due troupes si sfidano lavorando simultaneamente a pochi chilometri di distanza nell' aspro arcipelago tirrenico, combattendo contro il caldo, le eruzioni vulcaniche, i privati rancori, i dubbi e i rimorsi. Per vincere "la guerra dei vulcani", infatti, i protagonisti si fanno di tutto: tradimenti, plagi, boicottaggi, ardite riprese sottomarine, mentre la grancassa mediatica amplifica con spregiudicatezza i retroscena di una relazione ormai dissolta.
Le riprese subacquee di Alliata restano l' arma segreta dei produttori di Vulcano. L' esperienza accumulata in tonnara nei documentari degli anni precedenti è tanta, nessun altro operatore al mondo è in grado di imitarlo. Quando viene a sapere che è imminente una mattanza a Milazzo, il principe mette l' Arriflex con custodia in una valigia e va. La "levata" dà frutti cospicui. Alliata fissa sulla pellicola inquadrature mirabili, mette a disposizione del "suo" Vulcano altre immagini uniche.
Il settimanale L' Europeo avanza dubbi sulla primogenitura del soggetto di Vulcano rispetto a quello di Stromboli, Alliata risponde. Un giovanotto viene sorpreso a Stromboli mentre cerca di trafugare la sceneggiatura di notte, e gli uomini della produzione di Rossellini lo conciano per le feste. Vitaliano Brancati, coinvolto in extremis, fa da consulente linguistico per la Magnani, che deve esprimersi in siciliano eoliano nella versione per il mercato italiano.
La ricaduta pubblicitaria dopo la clamorosa rottura di Rossellini con la Magnani, e lo scandalo provocato anche negli States per la relazione extramatrimoniale della Bergman, danno ai due film contemporaneamente in lavorazione una notorietà insperata, che però non si tradurrà in successo commerciale. Vulcano, ultimato prima di Stromboli, viene presentato a Roma il 2 febbraio 1950; Stromboli nell' ottobre dello stesso anno. La prima di Vulcano (mai amato dalla critica) è un disastro.
La Magnani dà forfait, e in quello stesso giorno - incredibile coincidenza - nasce Robertino, figlio di Rossellini e della Bergman, che aveva nascosto la gravidanza per tutto il tempo delle riprese. Così l' attenzione di stampa e pubblico si catapulta sul lieto evento.
Insomma, si può dire che la "guerra dei vulcani" si risolve in un pareggio. La vera rivincita su Rossellini, per Nannarella, arriverà solo nel 1955, quando vince l' Oscar con La rosa tatuata. Un drammone scritto da Tennessee Williams apposta per lei, che ha al fianco come protagonista Burt Lancaster.