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Monday, August 23, 2010

Reportage: Irlanda del Nord

IL CIELO SOPRA BELFAST

Un nuovo quartiere per celebrare i cent'anni del Titanic. Il vecchio mercato coperto tirato a lucido. Chef stellati acclamati da tutta Europa. Frotte di giovani che popolano storici pub e night club very cool. E la guerra civile? L'hanno messa al muro...

di Mauro Suttora

I viaggi del Sole, agosto 2010

Se arrivate a Belfast in aereo, controllate sul biglietto la sigla dell'aeroporto. Bfs? È quello internazionale. Qui giunge l'unico volo diretto con l'Italia, da Roma (Aer Lingus). Ma se provenite da Londra, ci sono buone probabilità che atterriate nell'unico aeroporto al mondo intitolato a un calciatore: George Best. Il campione nato a Belfast vinse Coppa dei Campioni e Pallone d'oro con il Manchester United nel 1968. Indisciplinato, geniale e alcolista, è morto nel 2005 a soli 59 anni, ma per gli inglesi è rimasto un idolo popolare amato quanto i Beatles. E in Irlanda del Nord lo è ancora di più.

Ora John Kindness, lo scultore che undici anni fa realizzò la statua più curiosa di Belfast, un salmone blu (Big Fish) di dieci metri a Donegall Quay sul fiume Lagan, ne sta preparando un'altra di George Best ad altezza naturale. Verrà collocata nel punto più bello della città, il prato davanti al palazzo del Comune, quando i nordirlandesi smetteranno di litigare anche sull'importanza di George Best, oltre che sull'altra celebrità contemporanea locale, il rocker Van Morrison, che però li ha snobbati trasferendosi in California.

Il sole dopo la tempesta

L'importante, intanto, è che abbiano smesso di combattere, i nordirlandesi. Tutte le guerre sono stupide, ma quella civile fra cattolici e protestanti, durata tre decenni (1968-98) e costata tremila morti, lo è stata in particolar modo. A noi italiani piace drammatizzare tutto, e abbiamo chiamato "Anni di Piombo" quelli del nostro terrorismo. I britannici e gli irlandesi, viceversa, amano l'understatement, e si riferiscono alla loro nuova e crudele Guerra dei Trent'anni semplicemente come The Troubles. Letteralmente: i problemi, i disordini.

Ora l'ex capo dell'Ira Martin McGuinness è vicepremier. Il capo del braccio politico Sinn Féin, Gerry Adams, pure lui accusato di terrorismo, è un rispettato parlamentare britannico. E l'ultraottantenne leader degli estremisti protestanti, il reverendo Ian Paisley, sta per essere nominato Lord dalla Regina Elisabetta. Il merito di aver messo d'accordo le opposte fazioni, per la cronaca, va all'ex presidente Usa Bill Clinton.

Oggi chi vuole rendersi conto dell'atmosfera cupa in cui l'Ulster era precipitato per tre decenni può effettuare un giro turistico fra i murales cattolici e protestanti nelle rispettive roccaforti, Falls Road e Shankill Road, alla periferia ovest di Belfast. Il muro che separa i quartieri adiacenti e diseredati è ancora in piedi, e gli slogan non sono affatto pacifici: dall'una e dall'altra parte, simmetricamente simili, abbondano le invettive militariste. Anche quando si commemorano Bobby Sands e gli altri suicidi tramite sciopero della fame del 1981. Ma è roba del passato. Merito anche dei tanti film (a cominciare da La moglie del soldato di Neil Jordan), libri (come Eureka Street di Robert McLiam Wilson) e canzoni ( Sunday Bloody Sunday degli U2) che hanno smitizzato le figure degli "eroi" violenti.

Così, dopo dodici anni di pace, oggi Belfast è ridiventata una tranquilla città di mezzo milione di abitanti, un po' irlandese e un po' britannica, non bella, ma affascinante, soprattutto se la si frequenta il venerdì e il sabato sera, quando i giovani invadono la scena. Con divertenti orde di ragazze rumorose e un po' brille che vagano per la città in minigonna e scarpe laccate dai colori fosforescenti. Il rock prevale sulle ballate tradizionali. Si fa amicizia subito con tutti, magari in piedi davanti al bancone, sorseggiando birra nelle serate affollatissime. Che però, almeno nei pub, terminano all'una di notte. Dopo, chi vuole proseguire la festa si trasferisce sotto il Merchant Hotel di Waring Street, dove c'è la discoteca migliore della città: Ollie's.

Appuntamento al pub

Le decine di pub continuano però a essere l'attrazione principale della città. I più caratteristici sono visitabili con un giro a piedi di due ore: il Pub Walking Tour (www.belfastpubtours.com, tel. 0044-2892683665, chiedere di Judy). Utile, anche perché alcuni dei locali migliori sono nascosti in vicoli secondari difficilmente scovabili senza una guida.
Il Morning Star in Pottinger's Entry, per esempio, nato già nel 1810, fu ristorante per marinai e posta per il cambio dei cavalli. Vicino, guarda caso, oggi c'è una sala corse e i clienti più assidui del locale sono proprio gli scommettitori. Il White's Tavern è invece il più antico: 1630. Nel Wine Cellar Entry suonano folk dal vivo. Mentre il Kelly's Cellars in Bank Street, datato 1720 e pieno di cimeli, espone la scritta in gaelico Céad míle fáite, centomila benvenuti.

Infine il John Hewitt (intitolato all' omonimo poeta, 1907-1987), in Donegall Street, nel quartiere studentesco dell'università dell'Ulster accanto alla severa cattedrale protestante di Belfast, St. Anne, che ha conquistato il titolo di miglior gastropub di quest'anno. Perché, al contrario di quello che si possa pensare, la cucina irlandese è squisita e molto raffinata. Qualunque cosa ci sia nel piatto: zuppe di pesce, di verdura o di cereali; salmone, nasello, o rombo; cozze o ostriche; filetto di manzo, agnello, anatra, coniglio, o vellutati e purè di patate; pane di cereali o bap, la pagnotta soffice di Belfast, o ancora le scones, le focaccine da imburrare.

E la nave va

Il gioiello di Belfast adesso è il cantiere del Titanic, dove cent'anni fa fu progettato e costruito il transatlantico. Da poco è visitabile sia via mare con un tour dal porto (www. laganboatcompany.com, tel. 0044-2890330844, partenze di fronte alla scultura Big Fish, chiedere del loquacissimo Derek), sia via terra grazie a un piccolo museo che sarà ampliato in vista del centenario del varo nel 2012.
Su quelli che una volta furono gli sterminati cantieri navali Harland and Wolff, con le loro due maxigru gialle soprannominate Sansone e Golia, sta sorgendo la città del futuro: quel Titanic Quarter, sulla Queen's Island, dedicato alla nave più conosciuta della storia, costruita qui a partire dal 1909 e affondata nel viaggio inaugurale per la nota collisione con l'iceberg.
Gli irlandesi ci tengono a precisare: «Quando salpò da Belfast era perfetta, tutta a posto. Non è colpa nostra se chi era al timone, guarda caso un inglese, il capitano Edward Smith, l'ha portata al disastro».

Il futuro oltre la crisi

Oggi Belfast non detiene più il primato mondiale per la costruzione delle navi da crociera, ma le gru all'opera ci sono lo stesso. Sono quelle che stanno costruendo il nuovo quartiere residenziale: un investimento da sette miliardi di sterline e di quindici anni di lavori per nuovi edifici nell'area portuale che era rimasta abbandonata. Certo la crisi si fa sentire e i lavori vanno a rilento, ma entro il 2012 dovrebbe essere pronto il nuovo, grande museo del Titanic, a forma di transatlantico, per festeggiare degnamente il secolo di un mito che continua a generare lavoro e intrattenimento.

E il restyling, si fa per dire, ha colpito anche un'altra icona cittadina, il St. George's Market , lo storico mercato coperto da poco restaurato, con banchi di formaggi, pâté, carne, pesce, bacon, salsicce, biscotti, dolci. Il suo fascino non è stato intaccato neppure dall' apertura di due sterminati centri commerciali moderni in centro, Victoria Square e Castle Court, con le loro centinaia di negozi e decine di ristoranti. Persino il tradizionale stile irlandese cerca venti di novità. Così Avoca (41 Arthur Street, tel. 0044-2890279950, www.avoca.ie), catena di boutique dell'orgoglio tessile made in Ireland, dagli abiti all'arredamento, indugia tra stampe e colori di tendenza.

Per finire, vale la pena recarsi appena fuori città e vedere il palazzo di Stormont. Enorme, inversamente proporzionale al numero di abitanti dell' Irlanda del Nord (appena 1,7 milioni), fu costruito dagli inglesi come ostentazione del loro potere dopo l' indipendenza del resto d' Irlanda nel 1921. Volevano una copia del Campidoglio di Washington, ma dopo la crisi economica del 1929 l'edificio rimase senza cupola.


Tutta Belfast in 10 mosse

1. Donegall Square
Il grande prato rasato di fronte al palazzo del Comune, costruito in stile rinascimentale nel 1906 al posto dell'antico White Linen Hall, è più di una semplice distesa verde. Qui ci si sdraia a prendere il (raro) sole, ed è uno dei principali luoghi di ritrovo della città (www. gotobelfast.com). Sul lato nord della piazza, la Linen Hall Library è una vecchia e silenziosa biblioteca con visite guidate (www.linenhall.com).

2. Palazzo di Stormont
A 7 km da Belfast, è l'ex sede del Parlamento nordirlandese, e oggi ospita la Northern Ireland Assembly. Vicino all'edificio c'è il castello omonimo. Gli edifici sono chiusi al pubblico, ma il grande parco è aperto fino alle 19.30. Upper Newtownards Road, tel. 0044-2890520700.

3. The Crown Liquor Saloon
Il pub più importante della città, voluto da Patrick Flanagan nel 1885, all'interno di un edificio del 1826 in perfetto stile vittoriano con interni decorati in vetri e piastrelle colorate. Un vero monumento cittadino. 46 Great Victoria Street, tel. 00442890243187, www.crownbar.com.

4. St. George's Market
Lo storico mercato coperto è uno degli edifici più antichi della città. Quasi 250 negozi che vendono di tutto, dall'antiquariato alla frutta fresca. 12-20, East Bridge Street, tel. 0044-2890435704, www.belfastcity.gov.uk/stgeorge.

5. Victoria Square Un moderno shopping center che occupa un intero isolato con 50 negozi e 17 ristoranti. 1 Victoria Square, tel. 0044-2890322277, www.victoriasquare.com.

6. Castle Court
L'altro enorme centro commerciale è tristemente famoso perché subì ben nove attentati dell'Ira: cinque durante la costruzione e quattro dopo l'apertura. Un altro punto caldo della città. Si trova all' incrocio tra Royal Avenue e Berry Street (tel. 0044-2890234591, www.westfi eld.com/castlecourt).

7. Titanic's Dock
Un museo realizzato nei cantieri, allora tra i più grandi del mondo, che costruirono il Titanic a cui, in questa zona a un km a nord dell'Odyssey Arena, è dedicato l'intero quartiere. In attesa del 2012 e del centenario del transatlantico (tel. 00442890737813, www.titanicsdock.com e www.titanicinbelfast.com).

8. Le vie dei murales
Oltre 130 murales nella parte ovest della città che raccontano la guerra civile irlandese. Ci sono quelli dell'Ira in Falls Road, e quelli dei protestanti in Shankill Road. Tra i più famosi, il grande murale che ritrae Bobby Sands, l'attivista nordirlandese morto per lo sciopero della fame nel 1981. Si organizzano anche visite guidate (info, www. belfastattractions.co.uk/peacewall.php).

9. Quartiere Universitario
Un isolato su Donegall Street che a pochi passi riunisce tre icone cittadine: la Chiesa di Sant'Anna, la prima cattedrale protestante e quella che contiene la croce celtica più grande d'Irlanda; l'University of Ulster, un campus specializzato nell'insegnamento delle arti figurative, e il John Hewitt Bar, dedicato al famoso poeta socialista di Belfast e che ospita famosi artisti e musicisti locali (www.thejohnhewitt.com).

10. Ulster Museum
Nelle vicinanze della Queen's University, l'università più importante e famosa della città, l'edificio, che si trova all'interno del Giardino Botanico (da non perdere anche la Palm House, edificio interamente in vetro e ferro battuto), ospita il Museo Nazionale e le Gallerie d'Arte dell'Irlanda del Nord. Botanic Gardens, tel. 0044-2890440000, www.ulstermuseum.org.uk.


L'ARTE DI INVECCHIARE

È la distilleria di whiskey più antica del mondo. Anche di tutte quelle scozzesi. E attenzione: whiskey si scrive con la "e", all'irlandese. Fu nel 1608 che il signor Bushmills chiese e ottenne dal re Giacomo I la licenza. E oggi più di 100 mila turisti la visitano ogni anno. Si vede il malto essiccato in enormi forni chiusi, che poi va a fermentare mescolato a lievito e acqua di sorgente. Tre distillazioni invece delle due dello scotch, quindi invecchiamento nelle enormi botti. Dopo un'attesa che va da tre a ventuno anni, arriva il momento dell'imbottigliamento (con macchinari italiani). Durante la visita il profumo può dare alla testa. E alla fine c'è la degustazione, con assaggi paralleli di scotch e bourbon americano. Dal 2005 il whiskey Bushmills fa parte della multinazionale Diageo, che produce anche gli champagne Dom Pérignon e Moët&Chandon.
Per prenotare i tour guidati: tel. 0044-2820733218, www.bushmills.com. Si dorme e si mangia nell'adiacente Bushmills Inn, 9 Dunluce Road, www.bushmillsinn.com, tel 0044-2820732339.


I sentieri di san Patrizio

Dagli antichi conventi ai nuovi musei, dal cuore del Mourne ai villaggi costieri, gli itinerari per conoscere la regione settentrionale del Paese. Tra scogliere e seafood bar. Sulle orme del santo irlandese

Irlanda e san Patrizio, coppia inscindibile. Fiumi di birra nelle parate verdi del 17 marzo in tutto il mondo, ma anche percorso spirituale sulle orme del monaco che nel IV secolo cristianizzò l'isola del trifoglio. Si comincia da Downpatrick, a sud di Belfast, dove sorge il St. Patrick Centre (saintpatrickcentre.com), un museo interattivo con video che mostrano Patrizio che racconta la propria vita e grande schermo con filmati per completare la spiegazione. Vicino, c'è la sua tomba: una lastra di granito su un prato accanto alla cattedrale (protestante) di Downpatrick. Insieme al santo sono sepolte reliquie di altri famosi santi irlandesi, come Brigida e Colombano.

Ma per immergersi nell'atmosfera in cui fiorì il monachesimo di quell'epoca, conviene raggiungere la vicina isola di Mahee, nel grande golfo di Strangford Lough (20 km a sud di Belfast). Qui sorge la collina del Nendrum Monastic Site (ni-environment.gov.uk/nendrum), il convento più antico d' Irlanda, dove il custode Norman Patton, da Pasqua a settembre, illustra brillantemente la vita quotidiana dell' epoca. Ne rimangono pochi ma significativi resti, dopo la distruzione da parte dei Vichinghi prima dell'anno Mille.

La capitale ecclesiastica di tutta l'Irlanda (sud compreso), è invece Armagh, paese di 15 mila abitanti dove, su due colli, sorgono, una di fronte all'altra, le principali cattedrali irlandesi: una cattolica e costruita solo nel XIX secolo, l'altra protestante. Sono il simbolo della sanguinosa divisione di cinque secoli e sono state edificate qui, dove i primati d'Irlanda hanno sempre rifiutato di andarsene, e non a Dublino o a Belfast, perché qui si stabilì san Patrizio.

Accanto a quella protestante è consigliabile una visita alla Public Library (armaghrobinsonlibrary.org), fondata nel 1771, e custode della prima edizione dei Viaggi di Gulliver annotata da Jonathan Swift, che si può sfogliare.
Sempre a sud di Belfast, si trova la residenza georgiana di Hillsborough, sede del segretario britannico per l'Irlanda del Nord (detestato dai cattolici) e dei reali inglesi quando arrivano a visitare la loro parte di isola. Il parco è aperto al pubblico, e anche il villaggio omonimo merita una visita.

Ma per chi desidera una full immersion nella natura dell'Irlanda del Nord, c'è il Tollymore Park Forest, un immenso parco attrezzato sui monti Mourne con campeggio, centro outdoor e orto botanico (tollymore.com). Un vero paradiso per escursionisti e sportivi e per chi, come le scolaresche da Irlanda e Inghilterra, vuole provare una spedizione in tenda.

Arrivati sulla costa, Dundrum è la patria dei frutti di mare pescati nella baia di fronte. Ampia la scelta di seafood bars, tra cui lo storico Mourne (mourneseafood. com). Alle porte di Newcastle, c'è invece uno dei più caratteristici golf hotel della regione: lo Slieve Donard Resort, con l'immancabile spa (slieve-donard.hotel-rv. com).
Poco oltre il confine, che ormai non ci si accorge più di varcare se non fosse per il cambio sterlina-euro, il menhir celtico in mezzo al campo da golf del Ballymascanlon House Hotel, vicino a Dundalk, rappresenta l'attrazione nella contea di Louth (www. ballymascanlon.com).

Ma anche a nord di Belfast la costa nasconde meraviglie. Una strada panoramica tocca tutte le nove glens, le baie con villaggi storici fra cui Cushendun e Carnlough. Qui sorge il Londonderry Arms Hotel, costruito nel 1848 e comprato da Winston Churchill per trascorrervi le vacanze (glensofantrim.com). Verso Ballycastle, il paesaggio si fa sempre più scosceso. Dopo questa piccola cittadina dell'Antrim, c'è un ponte di corda sospeso a 24 metri sul mare tra pareti rocciose: il Carrick-A-Rede Rope Bridge, massima attrazione per grandi e piccini.

Prima di Bushmills, ecco la maggiore meraviglia naturale dell'Irlanda del Nord, le scogliere della Giant's Causeway: 40 mila rocce basaltiche esagonali alte fino a 160 metri. Qui le antiche leggende celtiche raccontano di giganti che lasciavano le impronte dei loro piedi camminando fra l'isola e la prospiciente Scozia.
Infine, all'estremo nord dell'Irlanda del Nord, il castello di Dunluce. Costruito nel XIII secolo dal conte dell'Ulster ma ormai abbandonato, divenne famoso in tutto il mondo nel 1973: quando i Led Zeppelin lo utilizzarono per illustrare la copertina del loro disco Houses of the Holy.

COME ARRIVARE

Aer Lingus (www. aerlingus.com) vola a Belfast International da Roma Fiumicino a partire da 50 euro.
Flybe (www.flybe.com) vola a Belfast City Airport da Milano Malpensa da 300 euro. Flybe ha anche voli interni da Belfast per Newcastle e altre città dell' Irlanda del Nord. Per i diversi collegamenti con treni e bus consultare il sito del turismo della città www.gotobelfast.com.

DOVE MANGIARE

James Street South
È il ristorante più alla moda di Belfast a due passi dal municipio. Il proprietario-chef Niall McKenna è stato incoronato dalla Bbc come il migliore dell'Irlanda del Nord. 21 James Street, tel. 0044-2890434310, jamesstreetsouth.co.uk. Menu a partire da 18 euro.

Ginger Bistro
Cucina elaborata dentro un locale chic ricavato nell' ex infermeria di un carcere: lombatina con insalata giapponese, wasabi e ginger, fi letto di nasello con insalata calda di patate e fagiolini. 7-8 Hope Street, tel. 0044-2890244421, www.gingerbistro.com. Menu da 7 euro.

McHugh's Bar
Uno dei migliori pub, fra la torre pendente del principe Albert e la statua del Salmone lungo il fiume Lagan. 29-31 Queen's Square, www.mchughsbar.com, tel 00442890509999. Prima colazione da 2,50 euro.

Bittles Bar
Alle pareti sono appesi due grandi quadri: uno ritrae sul bancone i maggiori scrittori irlandesi (Joyce, Oscar Wilde, George Bernard Shaw e Beckett), l' altro i due eroi moderni di Belfast (il calciatore George Best e il musicista Van Morrison). Ideale per uno spuntino. Victoria Square, tel. 00442890311088. Menu da 15 euro.

The John Hewitt Bar
Il miglior gastropub del 2010. Oltre a una ricca carta di birre e vini, fi letto di salmone alla griglia, agnello al cumino, maiale grigliato in salsa di pepe nero. A due passi dalla Cattedrale. 51 Donegall Street, tel. 00442890233768, www. thejohnhewitt.com. Menu da 8,50 euro.

Bar Retro
Nella piazza principale di Hillsborough, ottima cucina e ambiente raffinato. Anche per lunch fugaci. Si trova a 20 chilometri da Belfast. 3 The Square, Hillsborough, Contea di Down, tel. 00442892682985, www. barretrohillsborough. co.uk. Menu a partire da 20 euro

Manor Park
Il miglior ristorante irlandese 2010 è ad Armagh, dove, dal 1152, ci sono le dimore degli arcivescovi della Chiesa anglicana e di quella cattolica. Lo chef James Neilly prepara piatti ispirati alla cucina francese con ingredienti di stagione. A 55 km da Belfast. 2 College Hill, Armagh, tel. 00442837515353, www. manorparkrestaurant. co.uk. Menu a partire da 25 euro.

DOVE DORMIRE

Fitzwilliam Hotel
Un quattro stelle nuovissimo, elegante e centrale. Alla sera, il bar del pianoterra si anima di bella gente. Great Victoria Street, Belfast, tel. 004428 90442080, www. fitzwilliamhotelbelfast. com. Speciali offerte estive con doppia a partire da 127 euro.

Europa
L'hotel più famoso di Belfast, inaugurato quarant'anni fa e tristemente celebre perché fra il 1972 e il '94 l'Ira lo ha danneggiato con bombe per ben 33 volte. Ci hanno dormito Bill Clinton nel 1994, quando venne a siglare la pace tra gli irlandesi, e sua moglie Hillary nel 2009 come segretario di Stato. Great Victoria Street, tel. 00442890271066, www.hastingshotels. com/europa-belfast. Doppia da 170 euro.

Merchant Hotel
Una nuova estensione di questo elegante hotel in stile déco, con 38 nuove camere e una nuova lussuosa spa viene inaugurata nell'estate 2010. L'hotel ospita anche la discoteca Ollie's, la migliore della città. 35-39 Waring Street, tel. 00442890234888, www. themerchanthotel.com e www.olliesclub.com. Doppia speciale estate da 230 euro.

Slieve Donard Resort
Uno dei migliori golf hotel della regione, con tanto di bella spa annessa, vicino a Mourne Mountains e alla città di Downpatrick, nella contea di Down, sudest dell'Irlanda del Nord. A 250 chilometri da Belfast. Downs Road, Newcastle, tel. 00442843721066, www. hastingshotels.com/ slieve-donard-resort-andspa. Doppia a partire da 242 euro.

Londonderry Arms Hotel
Qui, in questo villaggio di pescatori, sulla costa della contea di Antrim, Winston Churchill passava le sue vacanze. A 46 chilometri da Belfast. 20 Harbour Road, Carnlough, tel. 0044-2828885255, glensofantrim.com. Doppia da 115 euro.

Mauro Suttora

Tuesday, May 01, 2001

Digiuno radicale

Il Foglio, 1 maggio 2001

di Mauro Suttora

C’è un modulo da riempire, intitolato «Adesione al grande satyagraha radicale». Si compila scrivendo nome, cognome e indirizzo, data di nascita e professione. Poi bisogna indicare le caratteristiche dello sciopero: data di inizio, durata e tipo. Si può scegliere fra fame, sete, autoriduzione dei farmaci e «altro». Finora hanno risposto in trecento, tutti elencati sul sito internet www.radicali.it.

Soltanto Emma Bonino e tal Stefano Aiello, nascosti nell’ordine alfabetico del computer, hanno scelto fame+sete. Però Aiello non ha mangiato e bevuto solo per un giorno. Sulla durata del digiuno della Bonino, invece c’è scritto: illimitato. Ma per quanto tempo si può smettere di bere? «Poche decine di ore», concordano gli esperti. Neppure Gandhi, l’inventore dei digiuni come arma politica, rinunciò mai all’acqua.

Sui manifesti elettorali della Lista Bonino si invoca «Libertà della ricerca». Ma forse, con uno di quei calembour di cui Marco Pannella è maestro («Giustizia giusta», «Vita del diritto e diritto alla vita», «Scienza e coscienza»), bisogna capovolgere lo slogan e annunciare che i radicali sono alla «Ricerca della libertà». Però questa non è una notizia: è da quarant’anni che la cercano, la libertà. E ne trovano sempre troppo poca, in questa Italia conformista. Né ha il sapore della novità lo sciopero della fame: Pannella ne ha fatti 18, cominciando con un digiuno a Parigi per gli «insoumis» contro la guerra d’Algeria, poi la Cecoslovacchia nel ‘68, e l’anno dopo ce ne volle uno anche per far approvare la legge sul divorzio.

Questa volta il «grande vecchio» radicale, che domani compie 71 anni (auguri) è rimasto fuori dalla mischia. Con bypass multipli e ischemie alle spalle, sarebbe suicidio. Sul «forum» di internet un iscritto lo ha sollecitato: «Fai lo sciopero del fumo, Marco». Tentativo fallito.

Alla voce «altro» Lucio Berté, candidato radicale nel collegio Lombardia Due, ha scritto: «Staziono 24 ore su 24 davanti all’Osservatorio di Pavia». Che non ha nulla a che fare con le stelle, ma molto con l’obiettivo dell’attuale «lotta» radicale (guai a chiamarla «protesta», loro si arrabbiano): la disinformazione. Quell’osservatorio, infatti, cronometra lo spazio dato da Rai e Mediaset ai politici. E i radicali da mesi producono dossier su dossier sulla propria «cancellazione», sul proprio «annientamento». Poi li portano a Carlo Azeglio Ciampi chiedendogli di farsi valere, almeno lui. Ma il Presidente risponde sempre (affettuosamente) alla Bonino che egli al massimo può segnalare la questione ai presidenti delle Camere. I radicali, invece, vogliono che Ciampi ammetta che «qualcosa» non ha funzionato, nella Tv di Stato.

Solo questo? «Solo questo», assicura la Bonino. Nessuno spazio in più per i radicali? «No. Solo più dibattito sui veri temi della campagna elettorale». Che magari sono proprio quelli individuati da Adriano Celentano: eutanasia, donazione degli organi. Sarebbe una manna, per i radicali, poterne discutere in prima serata. Invece il monologo del Molleggiato, senza contraddittorio, è stato sale sulle loro ferite.

Così ora la Bonino parla con i bollettini medici dell’ospedale San Paolo: «Disidratazione, dolori muscolari, fotofobia, cefalea, diuresi contratta, acidosi metabolica...»
Il metabolismo: il rischio principale, nei digiuni, è che a lungo andare salti. E i danni irreversibili? «Quelli non si possono prevedere in anticipo», ammette il medico personale di Emma, che surrealmente si chiama Augusto Magnone. C’è un altro medico personale che partecipa a questo digiuno: Ennio Boglino, assistì Pannella nei suoi scioperi storici degli anni ‘70. Ora è gravemente ammalato, va a avanti a morfina, ma ha voluto pure lui autoridursi la terapia del dolore.

Tre cappuccini al giorno, 150 calorie: questa è la formula dei digiuni radicali, che valsero a Pannella l’epiteto di «Gandhi di via Veneto». Oggi invece nessuno prende più in giro i pannelliani. Brutto segno: anche l’assuefazione degli italiani è diventata irreversibile?

Loro, i radicali, non si danno pace, e durante gli scioperi della fame e della sete diventano se possibile perfino più attivi. Altro che il giaciglio dell’ashram dove si accoccolava il Mahatma. «Noi siamo inermi ma non inerti», tuona Pannella. Indomabili, bisogna ricoverarli coattivamente e inflebarli, com’è capitato ieri a Biagio Crescenzo di Salerno, diabetico che si era ridotto l’insulina. A Roma Antonio Brivio fa il «walk-around»: gira attorno alla Rai di viale Mazzini con un cartello.

Invece il quindicenne Alessandro Rosasco di Genova alle voce «altro» si è inventato lo «sciopero della parola»: da quattro giorni sta sempre zitto. Proprio come parecchi italiani vorrebbero ridurre i radicali. Perché nessuno ha il coraggio e il cattivo gusto di ammetterlo, ma l’auspicio di qualcuno è per una fine come quella dei venti prigionieri turchi, o degli irlandesi di Bobby Sands vent’anni fa. Quelli ci hanno messo sei mesi per farsi morire. Emma perde un chilo al giorno. Ma pesa solo 50 chili. E la sete è assai più rapida della fame.