Showing posts with label alice corti. Show all posts
Showing posts with label alice corti. Show all posts

Wednesday, May 13, 2015

Prime impressioni dall'Expo

Prime impressioni dall'Expo
CHE MERAVIGLIA, QUESTI PADIGLIONI SONO OPERE D'ARTE

Ma per visitarli tutti non basta un giorno. Perciò l’ingresso a 39 euro è eccessivo. Guida alle curiosità, dalla foresta austriaca al gelato con vodka bielorusso

di Mauro Suttora e Alice Corti
Oggi, 6 maggio 2015

Munitevi di scarpe comode, perché a fine giornata avrete i piedi come zampogne. All’Expo si cammina molto, i 150 padiglioni sono sparsi su due chilometri. E preferite il passante ad auto e metro: meno di venti minuti da Milano centro.

Complimenti per la volata finale, nessuno si accorge che i lavori erano in ritardo. Ma si penta chi ha deciso biglietti d’entrata così alti: 39 euro, cento per una famiglia con due bambini. Che si aggiungono al cibo. I ristoranti regionali di Eataly sono splendidi, ma dieci euro per un mini-primo su un piattino di plastica e tre per un bicchiere di acqua è troppo. Finisce che si scappa da Coca Cola e McDonalds, un euro e mezzo a cheeseburger.

I padiglioni più belli sono Italia, Cina e Vietnam. Quelli di maggior successo: Brasile (grazie alla maxirete dove si cammina), Austria (per la foresta) e Nepal (per solidarietà). Quasi ogni Paese ha un suo ristorante tipico, ma non abbondano gli assaggi gratuiti.

Fila al ristorante Basmati nel cluster riso. I “cluster” sono padiglioni tematici con più Paesi. Ci sono pure cacao, caffè, frutta, spezie, tuberi. In quello delle isole, oltre a Caraibi, Maldive, Comore e Madagascar, chissà perché c’è uno stanzone per la Corea del Nord.

La povera Regione Sicilia è finita nel cluster Bio-Mediterraneo con Albania, Montenegro, Algeria, Egitto e altri. La pioggia passava dal tetto, hanno dovuto chiuderlo. Auguri.

Propaganda efficiente da Israele («Abbiamo inventato noi i pomodori-ciliegia»), mentre lo stand dell’Iran sta senza problemi davanti agli Usa.

Spingetevi in fondo, fino a Indonesia e Oman

Dall’ingresso principale vale la pena arrivare fino alla fine del Decumano per visitare Oman e Indonesia, mentre la Francia costringe a un fastidioso zigzag per entrare. Code anche per la Germania, perché il controllo è meticoloso, senza entrata libera. Gelato con vodka dalla Bielorussia.

Il dispiacere più grande è lasciare l’Expo avendo potuto visitare, per ragioni di tempo, soltanto la metà degli splendidi padiglioni: quasi tutti sono meraviglie architettoniche.
Mauro Suttora

Wednesday, February 20, 2013

Per chi votano i vip?

LO ABBIAMO CHIESTO A 30 PERSONAGGI DELLA CULTURA, SPORT E SPETTACOLO

di Mauro Suttora e Alice Corti

Oggi, 8 febbraio 2013

Il più appassionato è Carlo Rossella, presidente Medusa Film, già direttore di Tg1, Tg5, Stampa e Panorama: «Voterò per il mio amico Silvio Berlusconi. Al di là della politica, per amicizia, perché gli voglio bene. Scriverei ‘W Berlusconi’ sulla scheda anche se non fosse candidato».
Monica Bellucci invece è innamorata di Mario Monti: «Ha fatto un ottimo lavoro. Viaggio per il mondo ma sono italiana, voterò certamente».

Per chi voteranno i personaggi di tv, cultura, musica, sport e spettacolo? Ecco alcune risposte, con poche certezze e molti dubbi. Alessandro Cecchi Paone, conduttore tv: «Socialisti di Nencini, nella coalizione di centrosinistra per Bersani premier. In mancanza dei radicali, sono gli unici che mettono ai primi posti del programma la laicità e i diritti civili per le coppie gay e di fatto».

Sabrina Colle, attrice, va invece sul geografico: «Voterò per qualunque cosa possa far male al Pdl. E, visto che Paola Concia è come me di Avezzano e alla fine il Pd, dopo tante difficoltà, la candida in Abruzzo, sceglierò lei».
Sicuro anche Edoardo Boncinelli, genetista: «Voterò Monti. Mi è piaciuto per come ha voluto rinnovare l’Italia». Stessa preferenza per Lory Del Santo, showgirl: «Monti, perché ci vuole qualcosa che sfugga alla distinzione destra/sinistra».

Patrizio Rispo, protagonista di Un posto al sole (Rai3), sta invece per Beppe Grillo: «Provo molta rabbia per quel che sta accadendo nel nostro Paese. Il senso della politica è finito, morto. È diventato un gioco in mano ai peggiori. Per questo ho deciso di votare Movimento 5 Stelle: perché composto da comuni cittadini. Persone come noi, che si scontrano con i problemi reali. È l’unica scelta possibile prima di scendere in piazza con i forconi».

Non hanno dubbi e voteranno Pd i giornalisti Corrado Augias e Luca Telese: «Alle primarie ho scelto Bersani rispetto a Matteo Renzi», precisa quest’ultimo, «e ora confermerò questa mia decisione».
Pd senza tentennamenti anche per Bianca Pitzorno, scrittrice («Voterò in Sardegna. Prima votavo Pci, l’ho seguito in tutte le sue evoluzioni negli anni») e Alba Parietti, opinionista: «Sono sempre stata di sinistra, e lo sarò sempre».

Tradizioni opposte per Antonio Rossi, olimpionico di canoa: «Sono candidato per Roberto Maroni in Lombardia alle regionali. Vengo da una famiglia di centro, ho sempre avuto idee moderate. Nel 2009 sono stato assessore allo Sport nella provincia di Lecco, una bella esperienza».
Quanto a Marco Travaglio, giornalista, sta attento al voto utile: «Alla Camera Ingroia, al Senato Grillo perché Ingroia non raggiunge il quorum».
   
INDECISI
Pino Daniele, cantante: ««Non so per chi voterò. In cabina elettorale chiuderò gli occhi e farò una croce. I confini tra partiti non ci sono più. Sta diventando tutto un casino. Dare una mia canzone per un inno di un partito? Dipende. Alla Lega no... anzi, a Maroni gliela darei, ma in napoletano. Non dimentichiamo che è l’unico bluesman che abbiamo in Parlamento».

La conduttrice tv Eleonora Daniele è alla ricerca di «novità e rinnovamento. Chiunque vinca, si dia da fare per i giovani. Fondamentale è anche l’agricoltura, troppo trascurata: è ora che i politici si ricordino della campagna e delle persone che ci lavorano».
Il suo collega Davide Mengacci ha «un’idea di massima, conservatrice, ma gli ultimi avvenimenti mi fanno tentennare. Lo scenario politico è viscido, scivoloso, mi confonde un po’ le idee. Sono di destra come estrazione, però ora sono andato a ingrossare il partito degli indecisi».

Esitanti pure la showgirl Loredana Lecciso («Nessuno schieramento mi convince totalmente») e Sabina Guzzanti, comica: «Non so chi votare, se votare, e se chiedo in giro stanno tutti più o meno come me».

DILEMMI INTELLETTUALI
Filippo Facci, giornalista: «Sono indeciso tra tre opzioni: Fratelli d’Italia di La Russa, Crosetto e Meloni, Radicali di Pannella o Fare per fermare il declino di Oscar Giannino». Dubbiosa anche l’attrice Lella Costa: «Sicuramente centrosinistra, ma devo ancora decidere il partito».

Andrea De Carlo, scrittore: «Non so cosa voterò. Chiunque ‘salga’ al governo dovrà continuare il lavoro iniziato da Monti. La politica ha fatto danni spaventosi, con responsabilità condivise dalle varie parti. So però per chi non voterò: Berlusconi. Ha portato al disastro l’immagine dell’Italia all’estero, anche se non da solo».
Michele Mirabella, conduttore tv: «Ho le idee molto chiare, sono un progressista, voto a sinistra. Ma devo constatare che i programmi di tutti gli schieramenti non sono ben definiti».

Andrea Giordana, attore: «La mia sarà una scelta progressista. Vorrei votare la cosa più giusta per i giovani, per tanta gente che è senza lavoro. Il capitalismo ha registrato una sonora sconfitta: la conseguenza è che la classe media è diventata povera».

Ascanio Celestini, attore e scrittore: «Andrò a votare per lo stesso motivo per cui differenzio l’immondizia, pur sapendo che poi verrà ammucchiata tutta insieme in una discarica illegale. Lo faccio per me, sperando che prima o poi avrà un senso partecipare a questa cerimonia svuotata di significato. Peccato che il mio voto se lo prenderanno loro, ma non votarli sarebbe lo stesso. Le idrovore del partitismo succhiano tutto. Per fortuna molti hanno capito che fare politica significa occuparsi direttamente della propria condizione. E questo accade felicemente lontano dai partiti. Succede senza delega dalla Val Susa allo stretto di Messina, dove libertà è partecipazione».

NON LO VOGLIONO DIRE
Riccardo Iacona, giornalista: «Sulla politica ho idee molto chiare, ma chi fa il mio mestiere non dovrebbe esprimerle. Non aggiungerei nulla al dibattito politico. A dire il vero quest’anno sono ancora indeciso su chi orienterò il mio voto. In ogni caso, sarà segreto».

Pino Insegno, conduttore tv: «Di politica e di voto non voglio parlare. Non l’ho mai fatto e non voglio espormi in questo momento di confusione generale. Ho le mie idee, ma le tengo per me». Ritroso anche l’attore Massimo Ciavarro, attore: «Nel dibattito elettorale deve prevalere la privacy. Con me in cabina elettorale non entra nessuno».

Maddalena Corvaglia, showgirl: «So per chi votare, ma su questo argomento non mi sono mai esposta». Rocco Papaleo, attore: «Non mi va di parlare». Idem per il suo collega Giorgio Tirabassi, attore. E Giancarlo Magalli, presentatore: «So bene chi non votare, più che su chi votare. Ma non mi esprimo».

REFRATTARIO STORICO
Enrico Mentana, direttore Tg7: «Nelle ultime elezioni non ho mai votato. Non credo che lo farò nemmeno questa volta, anche se non ho ancora deciso. Devo fare ancora i confronti in tv con i leader, non posso dare l’idea di tifare per qualcuno».
Alice Corti e Mauro Suttora