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Tuesday, May 17, 2022

Non capiamo Putin perché è fuori dalla politica

La spiegazione in un libro di Pino Polistena


di Mauro Suttora


HuffPost, 18 maggio 2022


Perché facciamo tanta fatica a comprendere Putin?

"Perché in Russia la forma del potere è incarnata da un uomo che da 23 anni gestisce insieme politica ed economia in un intreccio perverso. Ma Putin agisce fuori dalla politica, la annulla".

Pino Polistena ha appena pubblicato 'Politica, questa sconosciuta' (ed. Mimesis). Libro che, come sintetizza nella sua prefazione postuma Giorgio Galli, il politologo scomparso un anno fa, definisce la politica come categoria del 'Tutti/nessuno'. Ovvero: tutti hanno diritto di voto, ma nessuno deve elevarsi su questi Tutti con un potere eccessivo.

Polistena, professore di filosofia, preside a Milano (licei Gandhi, Manzoni, Mile School) e coordinatore dei Verdi negli anni '90, spiega: "Le azioni di Putin non rientrano nella politica perché non sono conformi alla categoria del Nessuno, che modera e limita il potere".


Naturale quindi che, in un contesto di annullamento della politica, la molla principale di Putin diventi il nazionalismo: "Le realtà nazionali in certi momenti storici degenerano in questa forma di tribalismo moderno.

Il nazionalismo sostituisce le categorie inclusive Tutti/Nessuno con quelle Noi/Loro. E sono tanti i regimi autocratici scivolati in conflitti che alla fine li hanno distrutti.

"Il nazionalismo attiva la dinamica del capro espiatorio meglio di qualunque altra ideologia", continua Polistena, "perché contrappone le identità nazionali e spiega i disagi interni con la malvagia volontà di altre nazioni. Da qui il delirio interventista, il quale supera come un fiume in piena le deboli forze internazionali che svolgono un'autentica attività politica".


Putin ha resuscitato la guerra fra stati in Europa, che pensavamo scomparsa da 80 anni.

"La ferocia dei rapporti fra gli stati è sostenuta dalle arcaiche categorie Noi/Loro, presenti nei gruppi umani a tutte le latitudini. La struttura tribale dell'essere umano, depositata nel fondo della sua mente, può riemergere sempre. Richiede filo spinato, muri e confini, in un illusorio tentativo di difesa che riproduce il bisogno atavico di ripararsi da una tempesta vera o presunta".


Polistena indica una via d’uscita: la comprensione della politica con le sue categorie, senza le quali la democrazia non può svilupparsi ed evolvere.

"Le forme democratiche trovano proprio nella nazione il campo dove potersi sviluppare".

Come?

"I processi nazionalisti sono molto potenti e possono essere controllati solo da istituzioni politiche funzionanti, ma il fenomeno è circolare: nascono proprio perché le istituzioni mancano. Quando la politica non può svolgere il ruolo coesivo che le è connaturato, lascia ai nazionalismi il compito di farlo. Le tendenze sovraniste scattano nei momenti di disagio".


È quindi evidente che neanche le nostre democrazie rimangono immuni da derive scioviniste: in Italia e Francia i populisti di destra e sinistra rasentano la maggioranza assoluta, negli Usa Trump guida ancora i repubblicani.

Ma Polistena rimane ottimista: "Dobbiamo incamminarci sulla difficile strada di Erasmo, Voltaire, Kant. La stessa di Gandhi e Mandela, le grandi anime emerse dalle macerie del Novecento. La strada delle forme e della politica riconosciuta".

Mauro Suttora