Oggi, 15 aprile 2009
«Ogni volta che Berlusconi combina queste cose, e le combina spesso, ho sempre la stessa impressione: di un tycoon, un magnate dei media, che i soldi e il successo hanno reso così trascendentemente sicuro di se stesso, talmente abituato a persone che vanno in deliquio di fronte a lui, da fargli quasi smarrire il senso di ciò che è appropriato».
La scenetta del nostro premier che al G20 si fa fotografare fra Barack Obama e il russo Dimitri Medvedev, e che viene redarguito dalla regina Elisabetta per la sua rumorosità, ha fatto il giro del mondo. E così la commenta con Oggi il vicedirettore del settimanale americano Newsweek, Tony Emerson. Che aggiunge: «Si può notare la stessa eccentricità in molti tycoon, ma è particolarmente acuta in Berlusconi. E soltanto in Italia la si vede nel capo del governo. Per questo lo amiamo: è una copia unica».
«Berlusconi mette in atto questi meccanismi per richiamare l’attenzione su di sè, astutamente, e riuscendoci», spiega Maria Latella, autrice del libro su Berlusconi Come si conquista un Paese (Rizzoli). «L'Italia non è un Paese di prima grandezza, ma Silvio non può sopportare che gli venga riservato un trattamento di serie B. Così trova sempre il modo di attirare l’interesse. Lui stesso mi ha spiegato che la famosa scena del cucù fatta a Trieste ad Angela Merkel nacque per sbloccare una situazione di tensione con la cancelliera tedesca. Si parlava di banche, e lui riuscì a instaurare un clima diverso cogliendo tutti di sorpresa.
A Londra la cosa gli è riuscita a metà. E' andata benissimo per la photo opportunity, nel senso che è riuscito addirittura a spostare il baricentro della foto finale del summit G20. Ma Berlusconi non aveva calcolato la potenza mediatica e la reazione della regina Elisabetta, che ha innescato l’altra metà della scenetta. Ovviamente la regina d’Inghilterra ha un'immagine mondiale assai più forte di quella del nostro premier, ed è bastato vederla sbattere nervosamente la borsetta, rimproverandolo stizzita, per diminuire in parte il beneficio del ritratto trionfante fra Osama e Medvedev».
E la bandana in Sardegna del 2004? «Quello è un episodio diverso, non appartiene alla stessa categoria dei gesti calcolati per guadagnare simpatia: lì aveva bisogno di nascondere un trapianto di capelli, non lo fece per Tony Blair. Restano invece indimenticabili le corna esibite al vertice europeo di Caceres nel 2002, sempre durante la foto di gruppo finale: quelle le eseguì per far ridere un gruppo di ragazzi spagnoli che assisteva alla scena».
Ma per l’Italia è positivo avere un premier così esuberante? Le battute possono essere più o meno riuscite. A volte si trasformano in gaffes, come quella del 2005 sulla non molto avvenente presidente finlandese, a proposito della quale Berlusconi si vantò di «avere esercitato tutte le mie armi di playboy» per dirottare l’Agenzia europea dell'alimentazione da Helsinki a Parma.
«Provi a scherzare con Hillary Clinton, e poi vediamo», commenta Maria Latella.
Mauro Suttora
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