Oggi, 24 luglio 2013
di Mauro Suttora
Arrivavano con aerei ed elicotteri al Tanka Village, il loro
resort di lusso a Villasimius (Cagliari). Ecco le ultime immagini felici della
famiglia Ligresti, finita tutta agli arresti il 17 luglio (qualcuno è
superstizioso?). Il patriarca Salvatore, le figlie Jonella e Giulia, il figlio
Paolo: accusati dai magistrati di avere dilapidato decine di milioni della
Fondiaria/Sai, terza società assicurativa italiana. I reati: falso in bilancio
e aggiotaggio.
Salvatore, data l'età ultraottuagenaria, confinato nella sua
villa milanese di San Siro. La primogenita Jonella trasferita dalla sua villa
in Sardegna al carcere di Cagliari. La bellissima Giulia arrestata a Milano e
trasferita nella prigione di Vercelli. L'unico a evitare le sbarre è stato
Paolo, grazie alla residenza in Svizzera ottenuta appena tre settimane fa.
Non è la prima volta che un'intera famiglia di imprenditori
finisce nei guai: i Tanzi di Parmalat, i Riva dell'Ilva di Taranto, i Cragnotti
del crac Cirio. Ma la dolce vita dei rampolli dell'ingegnere di Paternò
(Catania) emigrato a Milano mezzo secolo fa era leggendaria. Avevano una corte
di 32 persone, fra cui undici segretarie e nove autisti per 23 auto.
Jonella,
appassionata di equitazione (anche il secondo marito, bergamasco, è campione di
dressage), comprava i migliori cavalli del mondo con milioni e milioni, esibendosi
nei concorsi ippici da piazza di Siena a Roma a Montecarlo.
Giulia invece,
oltre a essere mamma della ventenne Ginevra Rossini (già fidanzata di Luigi
Berlusconi, ultimogenito di Silvio), si era lanciata nella moda con il marchio
Gilli (le sue iniziali) e boutiques in via della Spiga a Milano e piazza di
Spagna a Roma.
I magistrati però ora accusano la famiglia di avere
finanziato tutti i propri capricci prosciugando la casse della Fonsai
(risultato della fusione fra Fondiaria e Sai): ben 253 milioni finiti nelle
loro tasche dal 2002 al 2009, al ritmo di 'stipendi' individuali annui di 10-15
milioni ciascuno. Ottenuti sottovalutando la riserva per la liquidazione dei
sinistri che ogni assicurazione è tenuta ad avere. Sono stati infatti arrestati
anche tre alti dirigenti compiacenti.
Perfino il capo dell'ente statale che
dovrebbe controllare tutte le assicurazioni è accusato di avere chiuso un
occhio. Risultato: i risparmiatori hanno perso l'80 per cento del valore delle
loro azioni. E Fonsai, in rosso profondo, ha dovuto essere venduta alla Unipol.
Fra le clausole della buonuscita, oltre a contratti milionari, i Ligresti
avrebbero preteso anche un'ospitalità futura illimitata nel Tanka Village.
«I miei figli non c'entrano, non sapevano nulla», geme ora
Ligresti. Ma tutti ricoprivano cariche nelle società del gruppo. Naturalmente
le holding finanziarie stavano in Lussemburgo per motivi fiscali. E non è la
prima volta che il discusso costruttore siciliano ha a che fare con la
giustizia. Vent'anni fa era finito in cella addirittura per oltre tre mesi:
soldi all'Eni durante Tangentopoli. Per questo, dopo la condanna definitiva a
due anni e quattro mesi (scontati con l'affidamento ai servizi sociali), non
poteva ricoprire cariche nelle assicurazioni, proibite ai pregiudicati. Era
presidente 'onorario' di Fonsai, ma egualmente ha percepito 42 milioni in
'consulenze'.
Ligresti diventò famoso nel 1981 quando dovette pagare un
riscatto di 600 milioni di lire per il sequestro della moglie. Due dei
sequestratori vennero poi trovati morti, del terzo non si è saputo più nulla.
In quegli anni, grazie agli ‘agganci’ con il Psi di Bettino Craxi, gli unici
che riuscivano a costruire nel milanese erano lui e Berlusconi.
Oggi neppure il Tanka Village è uscito indenne dal crac.
Costruito nel 1976, avrebbe bisogno di ristrutturazioni. I prezzi sono troppo
alti per il servizio offerto, e decine di lavoratori stagionali sardi sono
stati licenziati.
Mauro Suttora