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Wednesday, May 27, 2020

Trump-Twitter, la guerra è appena iniziata

IL SOCIAL INVITA AL CONTROLLO DEI FATTI SOTTO UN TWEET DEL PRESIDENTE USA, E LUI S'INFURIA
di Mauro Suttora
Huffington Post, 27 maggio 2020
“Nel tempo in cui una menzogna ha già viaggiato per mezzo mondo, la verità si sta ancora allacciando le scarpe”, ha scritto ieri la commentatrice Kara Swisher in un op-ed (editoriale non redazionale) del New York Times, definendo “ingenua e inefficace” l’aggiunta di Twitter ai messaggi controversi di Donald Trump, con l’invito in una riga blu a “controllare i fatti”.
La Swisher propone invece che i tweet considerati falsi (da una giuria indipendente) vengano cancellati, come i social fanno con le fake news. Qui però si tratta del presidente Usa, che ha 80 milioni di follower e usa Twitter come suo principale mezzo di comunicazione. “Ma Trump si prende gioco senza vergogna delle regole dei social, quindi eliminare qualcuno dei suoi orrendi messaggi farà capire che certi comportamenti non sono più tollerati”, conclude la Swisher.
“Trump non ha decenza, è ora che Twitter ne mostri un po’. Finora ha tollerato i suoi messaggi in nome dell’interesse pubblico a non censurare i leader mondiali. Ma ci si può chiedere quale sia l’‘interesse pubblico’, sapendo che un uomo disturbato siede alla Casa Bianca ”, applaude Karen Tumulty sul Washington Post. Che però è il giornale nemico dichiarato di Trump.
E Twitter ha fatto imbestialire il presidente perché ha sanzionato i suoi due messaggi incriminati (sul rischio che il voto per corrispondenza sia falsato) con l’invito a informarsi proprio con link al Post e alla Cnn. Che Trump considera propalatori di fake news di sinistra, come ha subito replicato in un ulteriore tweet, contro il “Washington Post, giornale di Jeff Bezos [il miliardario proprietario anche di Amazon, ndr]”.
“Sapevamo che i giganti di Silicon Valley avrebbero fatto di tutto per interferire con le elezioni e impedire che il presidente possa comunicare con gli elettori”, commenta Brad Parscale, il capo della campagna di Trump per il voto di novembre. E dichiara guerra a Twitter: “Affidarsi ai fact checker dei media che spacciano fake news è soltanto un trucco per fornire una falsa credibilità alla propria chiara tendenza politica. Per questo da mesi abbiamo tolto a Twitter la nostra pubblicità”. In realtà Twitter non accetta più pubblicità politica.
In nome del primo emendamento alla Costituzione, la libertà di parola negli Usa è sacra. “Ma Twitter è una società privata, non un luogo pubblico”, obietta Kara Swisher. E Twitter stessa ora minimizza: “Tutti i messaggi che contengono notizie potenzialmente fuorvianti vengono etichettati, per aggiungere altre informazioni. Lo abbiamo fatto anche sul Coronavirus, per rendere più facile la ricerca dei fatti e prendere decisioni informate su ciò che appare su Twitter”, dicono Yoel Roth e Nick Pickles, i manager della ‘correttezza’ (integrity) nella multinazionale di San Francisco.
In realtà lo scontro Trump-Twitter è avvenuto, più che sulla decisione della California democratica di permettere il voto per posta (temuto dal presidente), su un tweet precedente in cui Trump insinuava che un suo avversario repubblicano, Joe Scarborough, ex deputato e oggi conduttore tv, fosse coinvolto nella morte di una sua collaboratrice nel 2001. Il vedovo della signora, furibondo, aveva chiesto a Twitter di prendere provvedimenti. Che nel suo caso non sono arrivati, ma qualche ora dopo ecco l’etichetta appiccicata a due nuovi tweet presidenziali.
“La reazione furibonda di Trump contro Twitter indica che lui e i suoi alleati repubblicani saranno ancora più aggressivi nei prossimi cinque mesi di campagna elettorale. I senatori Marco Rubio e Josh Hawley ora chiedono che a Twitter sia tolta l’immunità penale sul contenuto dei messaggi pubblicati da chiunque. Inoltre, aggiungendo avvisi sui tweet di Trump, Twitter si differenzia da Facebook, che non ha etichettato quegli stessi messaggi postati anche sulla pagina presidenziale Facebook. Ciò potrebbe mettere Twitter in una posizione più difficile del suo concorrente nei confronti dell’amministrazione”.
Mauro Suttora