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Wednesday, April 22, 2015

Expo, volata finale

EXPO: SIAMO ENTRATI IN INCOGNITO NEL CANTIERE / FOTO ESCLUSIVE

Per finire serve un miracolo

A 16 GIORNI DALL'INAUGURAZIONE, PALAZZO ITALIA ERA COSÌ. E DOPO LA RIVELAZIONE DI OGGI.IT SONO SCOPPIATE LE POLEMICHE PER I VISIBILI RITARDI. «MA LE PARTI DESTINATE AL PUBBLICO SARANNO PRONTE»

Oggi, 22 aprile 2015

di Mauro Suttora

Speravano che venisse il Papa, perché all'Expo c'è anche un padiglione del Vaticano. Niente da fare. Poi, vista la malparata, ha dato forfait anche il presidente Sergio Mattarella.
 
Ci salverà il camouflage. Parola usata dalle signore che si truccano, e che vuol dire «nascondere». Per far finta che il 1° maggio l'Expo sia pronta, si nasconderanno tutte le parti ancora in costruzione con simpatiche piante, barriere mobili e paraventi. Che costeranno altri due milioni e mezzo di euro, come da appalto approvato in fretta e furia un mese fa. 

IL PREVENTIVO È PASSATO DA 63 A 90 MILIONI 
Insomma, alla fine sarà un problema di soldi. Perché per concludere il Padiglione Italia, visto che non si può aprire un'Esposizione universale con la parte del Paese ospitante incompiuta, servono più operai e più turni. Poi, ci sono le varianti d'opera intervenute nell'ultimo anno. 

Il preventivo iniziale per il Padiglione Italia era 63 milioni di euro. Ora sono stati superati i 90 milioni: +50 per cento. Il commissario Diana Bracco però promette: «I costi supplementari saranno recuperati grazie a nuovi sponsor». 

Le foto che pubblichiamo, scattate di nascosto il 15 aprile nonostante il divieto imposto per quest'ultimo mese di volata finale, sono preoccupanti. Le abbiamo pubblicate immediatamente su oggi.it e, riprese da molti media, hanno rinfocolato le polemiche. 

Saranno parecchie le aree che verranno terminate solo a maggio inoltrato, lavorando di notte dopo l'uscita dei visitatori. Gli industriali bresciani hanno dovuto rinunciare alla prima delle sei giornate dedicate ai loro prodotti, che avrebbe dovuto tenersi il 7 maggio. Rimandata al 4 giugno.

Tuttavia Marco Balich, direttore artistico del Padiglione Italia, è tranquillo: «Ho gestito altri grandi eventi, si arriva sempre a fare le ultime cose la mattina dell'inaugurazione. Poi si parte e tutto funziona».

Ora sono al lavoro 800 uomini, su turni di 24 ore. Il doppio di quanti erano meno di due mesi fa. Non è facile non pestarsi i piedi. «Semplificare il possibile», è la parola d'ordine: magari con un montacarichi in meno, purché il resto funzioni. Tutte le parti destinate al pubblico saranno pronte: la piazza, lo spazio espositivo. E anche il lussuoso ristorante da 350 posti che Peck gestirà al quarto piano. Gli altri piani verranno completati con calma: quelli per gli uffici e per i servizi interni.

L'Albero della Vita, una volta terminato, avrebbe avuto bisogno di dieci giorni di collaudi. I tempi saranno ridotti all'osso, magari ce la si fa in cinque giorni.

Mauro Suttora