BISIGNANI RACCONTA I SEGRETI DELLA VITA PRIVATA DEL PREMIER
di Mauro Suttora
Oggi, 6 maggio 2015
Luigi
Bisignani ha colpito ancora. Dopo le 160mila copie de L'uomo che sussurra ai potenti due anni fa, lui e Paolo Madron sono
tornati in testa alle classifiche col loro nuovo libro, I potenti al tempo di Renzi. L'editore è Chiarelettere: lo stesso
di Beppe Grillo, Gianroberto Casaleggio, Marco Travaglio e altri giornalisti
estremisti di sinistra del Fatto
Quotidiano. Sorprendente, per un faccendiere («Preferirei la definizione di
triangolatore») democristiano come lui
.
Bisignani
torna al mestiere che aveva praticato vent'anni all'agenzia Ansa: il
giornalista. Svela un Matteo Renzi privato e segreto grazie alle preziose “gole
profonde” che ha conosciuto nei decenni a palazzo Chigi: portinai, camerieri,
funzionari anche di modesto livello. I quali, raccontando la vita quotidiana
del presidente del Consiglio, riescono con piccoli aneddoti a spiegare il
"renzismo" meglio di tanti politologi.
Le
camicie bianche, per esempio: Renzi è capace di cambiarne anche sei nella
stessa giornata, per mantenere immacolato il suo marchio di fabbrica. Con
annesse lampade abbronzanti che gli fanno risaltare il viso sul bianco dei
colletti.
Oppure
le fiere rivalità che lancinano il suo “cerchio magico”: la povera Simona
Bonafè, una volta sua fiera scudiera, ridotta ad autoesiliarsi
all’Europarlamento (in cambio di uno stipendio d’oro) dopo essere stata
sorpassata e distrutta da Maria Elena Boschi.
La
quale, si chiede mezza Italia, avrà ammaliato anche Matteo con i suoi occhioni?
«Sulle
donne e sui soldi non riusciranno mai a distruggere Renzi», taglia corto
Bisignani. «Anche perché sua moglie Agnese è una gran donna, capace di tenere i
piedi per terra. E cerca di farglieli tenere anche a lui: lo sgrida perché
prende troppo spesso l’elicottero. “Quando torni a casa prendi il treno”, è il
suo saggio consiglio».
Dopo
le nove di sera Renzi si barrica nel suo appartamento privato di palazzo Chigi
e fa entrare soltanto gli amici stretti. Lontano dai salotti romani carichi di
tentazioni (la Boschi invece è stata avvistata chez Carlo De Benedetti, editore
di Repubblica-Espresso), le sue
serate finiscono spesso con pizze a domicilio e battute scherzose alla Amici
miei.
Con il fedelissimo Luca Lotti (sottosegretario che ha rimpiazzato
Graziano Del Rio come numero due) e l’ex vigilessa avellinese Antonella Manzione,
sorella del sottosegretario all’Interno Domenico, Renzi prende in giro
avversari e alleati. Angelino Alfano, per esempio, è soprannominato Checco
perché assomiglia a Zalone.
Durerà?
«Soltanto
se allarga il suo cerchio magico. Ma non so se ne sarà capace, perché da quando
aveva 25 anni - quindi da un quindicennio - si comporta allo stesso modo:
rottama tutti, tranne gli amici».
Con
un’energia impressionante.
«È
come Berlusconi. Un rullo compressore. Nel 1984 il Cavaliere aveva già due reti
tv, Canale 5 e Italia Uno. Comprò anche Retequattro da Mondadori, e tutti gli
dissero: “Sei pazzo, non ti permetteranno di avere tre canali, ti distruggeranno”.
Dopo due anni prese anche il Milan, di nuovo contro il parere di molti amici,
con folle lucidità. Renzi è uguale».
Per
questo Berlusconi lo ha corteggiato.
«Sì, lo avrebbe voluto in
Forza Italia. Alla fine del 2010 ci fu il loro famoso incontro ad Arcore. Ma
Renzi confidò a un amico: “Se vado nel Pdl, non potrò mai essere il numero uno”».
Da
un anno e mezzo lo è.
«Renzi
stravince, ma con gli italiani. Nel Palazzo, invece, il giochino si è rotto. Lo
accusano di voler fare “l’uomo solo al comando”, il duce, ma il 60 per cento
della gente non capisce queste critiche».
Quindi
lui va avanti come un carro armato.
«Con
l'Italicum esce vincitore alla grande. Parla al Paese, non al Palazzo. E se c’è
un minimo di ripresa economica vincerà le elezioni, a cominciare da quelle del
31 maggio in sette regioni. Sarà facile per Renzi battere i partiti del centrodestra,
molto più difficile sconfiggere i suoi avversari interni del Pd, le varie
minoranze».
Non
era mai successo, nel dopoguerra.
«Oltre
a Berlusconi, che però ha creato il suo partito personale, soltanto due
politici italiani nel recente passato sono stati accentratori come Renzi: Craxi
e De Mita. Ma sono durati pochi anni. E comunque, quello degli anni 80 era un
altro mondo».
Mauro
Suttora