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Monday, November 29, 2021

Mario Monti, la libertà di parola e le tentazioni cinesi
















Dice che "il Governo deve dosare le informazioni sulla pandemia. Con meno democrazia, rinunciando a un po’ di libertà". Ma sono pallottole per il nemico

di Mauro Suttora

HuffPost, 29 novembre 2021
 

“Stiamo combattendo una guerra contro il Covid? Allora, come in tutte le guerre, il Governo deve dosare le informazioni sulla pandemia. Con meno democrazia, rinunciando a un po’ di libertà”. Il professor Mario Monti è senatore a vita, non deve inseguire il consenso per essere rieletto. Può quindi permettersi di dire frasi simili. Senza accorgersi che proprio questa sua evocazione della censura offre pallottole al nemico: “Ecco, avevamo ragione noi, con la scusa del virus le élites instaurano la dittatura”, commentano felici i no vax.

Ero sobbalzato anch’io sul divano, la sera prima, quando Beppe Severgnini aveva espresso in tv lo stesso concetto di Monti in modo più morbido. Il professor Crisanti avanzava dubbi sulla vaccinazione dei bambini, invitando ad aspettare qualche settimana prima di iniziarla in Europa. “Gli esperti come lei dovrebbero discutere le loro differenti opinioni nei congressi e arrivare a conclusioni certe, prima di venire a seminare incertezza davanti a milioni di telespettatori. Basta con queste comunicazioni ondivaghe”, lo ha troncato Severgnini. 

Ci siamo. I nodi vengono al pettine. Di fronte al perdurare sega-nervi della pandemia, a qualcuno viene la comprensibile tentazione di imboccare la strada cinese: tutti uniti e compatti, come solo nei regimi forti si può.

Crisanti ha subito precisato: non sono contrario ai vaccini, dico solo di attendere i risultati dei test sui primi duemila bambini immunizzati in Israele. Perché gli israeliani hanno già cominciato a vaccinare i 5-12enni, così come gli statunitensi da quasi un mese. Ormai sono più di tre milioni i bambini immunizzati e non giungono notizie di problemi. Anche l’agenzia Ema europea ha detto sì.

Quindi forse all’ottimo Crisanti è scappata una sciocchezza, ma ancora più sciocco sarebbe impedirgli di esprimerla. Resiste per ora la libertà di vaccino (ed è di cattivo gusto che sia l’Austria la prima a infrangerla), perché non dovrebbe resistere la ben più importante libertà di parola? 

Fosse per le paranoie no vax, noi trent’anni fa avremmo rinunciato ai telefonini. Ricordate le proteste contro i ripetitori? Il principio di precauzione, invocato dai no-tutto di allora, oggi imporrebbe di aspettare i test sui vaccini per anni. Non le poche settimane di Crisanti. I cui dubbi, naturalmente, ora vengono sapientemente isolati dal contesto e sparati in rete (virale) dai complottisti. Pallottole per il nemico, certo. Ma qualche scritta mussoliniana “Taci, il nemico ti ascolta” resiste ancora, sbiadita, sui muri d’Italia. Vogliamo rischiare quel tipo di replay?

Mauro Suttora