CITTA' DI FRONTIERA
C' e' chi lo scavalca ogni giorno, chi ci va a morire, chi lo ha trasformato in un gigantesco murale. Chi lo ritiene indispensabile e chi fa finta di non vederlo . Che cosa è cambiato a 25 anni dalla costruzione del monumento piu' brutto del mondo
Europeo, 23 agosto 1986
di Mauro Suttora
Frau Ilse Krebs offre aranciate ai giornalisti stranieri in visita e li fa salire fino al diciannovesimo e ultimo piano del grattacielo Springer. Le troupes televisive le spedisce direttamente sul tetto. E da li' si puo' ammirare il miglior panorama di Berlino .
Ne' Ovest ne' Est : Berlino e basta , come piace dire a tutti quei tedeschi che con civetteria rifiutano ancora la divisione in due della loro ex magnifica capitale. E con ottimi argomenti giuridici , d' altronde : le centinaia di esperti in diritto internazionale che dal 1945 hanno trovato lavoro dissertando in lungo e in largo sulla questione assicurano infatti che a tutt' oggi e' molto piu' corretto dire Berlino, aperta parentesi, Ovest , chiusa parentesi . Perche' qui la guerra non e' ancora finita , e quarant' anni dopo la morte di Adolf Hitler la citta' e' sempre sottomessa alle leggi militari di occupazione . I sovietici amministrano otto quartieri , gli americani sei , gli inglesi quattro e i francesi due .
Che poi le zone degli occidentali formino un tutt' uno (Berlino Ovest , appunto) , questo e' un " de facto " davanti al quale i giuristi si inchinano , ma che non e' mai stato sanzionato da alcun atto ufficiale . Di ufficiale c' e' soltanto che i quattro comandanti militari ex alleati esercitano il potere come successori del non ancora sciolto Terzo Reich , anche se i tre occidentali hanno graziosamente concesso al sindaco di Berlino Ovest di esercitare quasi tutte le competenze . Ma quando una berlinese occidentale viene violentata da uno dei 12 mila militari alleati che ancora stazionano in citta' , si deve rivolgere ai tribunali militari . Con quali risultati , e' immaginabile .
Dalla cima del grattacielo Springer il panorama e' onnicomprensivo : le vetrate offrono una vista " tout azimut " , a 360 gradi . E cosi' la signora Krebs , attempata public relation woman del piu' grosso impero giornalistico europeo , vi puo' distribuire una cartina esplicativa che fornisce un' illusione di unita' . Niente Est e Ovest : ecco , in un continuum , l' aeroporto di Tempelhof , il municipio di Schoeneberg , l' Europa Center , il Tiergarten , la porta di Brandeburgo , il Reichstag ricostruito , la Neue Kirche , l' universita' Humboldt , e poi la Rathaus rossa , e infine le chiese Emmaus e San Giacomo .
Ma , guardando giu' , ecco una lunga striscia bianca : die Mauer , il muro . E lui ormai il monumento piu' famoso di Berlino . E il 13 agosto ha compiuto venticinque . " A volte penso che questo nostro vecchio mondo sia solo il cortile di una grande prigione . Alcuni di noi sono prigionieri , il resto guardie " , grida Bob Dylan in una delle sue canzoni piu' belle e sconosciute , George Jackson . Qui la grande prigione e' Berlino Est . O forse e' Berlino Ovest , cortile di liberta' ficcato in mezzo alla Germania Est ma sterilizzato dai 167 chilometri di muro che la circondano .
In ogni caso , di qua c' e' Berlino Ovest , di la' Berlino Est . Qua la Germania Ovest (anche se giuristi e comunisti storcono il naso , e i deputati eletti a Berlino Ovest non possono votare al Parlamento di Bonn) , la' la Germania Est . Di piu' : qua l' Europa occidentale , la' quella orientale . Qua gli americani , la' i russi . Lungo questo muro , insomma , il mondo si divide a meta' . Suona un po' retorico , ma e' proprio cosi' .
Il grattacielo costruito nel 1966 dall' editore Axel Springer , gran pezzo di reazionario morto l' anno scorso , che ha abituato cinque milioni di tedeschi a comprare ogni mattina il suo Bild Zeitung (ieri il titolo principale era sul nostro Stefano Casiraghi e il suo finto cancro ai testicoli per non fare il militare) , rovina la passeggiata a tutti i " turisti del muro " . Esiste infatti un buon numero di persone che , sfidando con i pantaloncini corti un solleone africano , decide di costeggiare il muro per diversi chilometri , dalla parte occidentale . Ma , arrivati a Kochstrasse , una rete impedisce di continuare : c' e' il terreno di Springer , che ha voluto mettersi proprio contro il muro , in segno di sfida .
Per il resto , la zona occidentale confinante con il muro e' abbastanza simile a quella orientale : case diroccate , terreni abbandonati , cespugli , erbacce , rovine di bunker nazisti . Le statistiche danno una media di novanta metri quadri di verde e laghi a ciascuno dei due milioni di abitanti di Berlino Ovest , contro , per esempio , i quattro di Milano . Ma ci sono vaste zone mai toccate in quarant' anni . Perche' queste aree sono rimaste abbandonate ? Evidentemente , nonostante le cospicue detrazioni fiscali (oltre il 30 per cento sui redditi di impresa) con cui gli occidentali incoraggiano lo stabilirsi di attivita' economiche a Berlino Ovest , per mettersi proprio vicino al muro bisogna avere anche un po' di fede politica .
Invece nelle zone periferiche capita spesso che villette residenziali abbiano il muro come confine : li' la fortuna di abitare in una zona verde si paga con un po' di brivido . Da qualche anno pero' i turisti del muro , in pellegrinaggio anticomunista per toccare con mano il misfatto , godono anche di un cote' artistico : nei suoi chilometri centrali " die Mauer " si e' infatti trasformato in uno sterminato " murale " spontaneo dai colori sgargianti alto quattro metri e dieci . Si va dalle scritte banali tipo " Giacomina , il tuo nome e' sul muro " fino a icastiche asserzioni politiche quali " Lottare per la riunificazione tedesca e' come scopare per la verginita " . Sul muro hanno lavorato anche artisti famosi come Richard Hambleton e Christophe Bouchet . Di fronte alla Martin Gropius Haus si puo' ammirare una recente " Se ami qualcuno , dagli la liberta " , titolo dell' ultima canzone di Sting .
Peccato che non possano vederlo e meditarci su i Vopos (Volkspolizei , polizia del popolo) che in questi 25 anni hanno ammazzato 71 esponenti del loro popolo mentre tentavano di scavalcare quello che a Est viene ufficialmente chiamato " il muro antifascista " . I Vopos sono considerati uno dei corpi di polizia piu' efficienti e severi del mondo . " Ma troppo spesso gli occidentali che passano il confine li considerano solo degli anonimi , li guardano come animali in gabbia , con un misto di paura e di disprezzo , e poi magari li insultano quando sono al sicuro dall' altra parte " , si lamenta Dieter Jintzen , ex Vopo fuggito all' Ovest quando aveva venticinque anni . Salto' da un' altezza di otto metri e rimase per due anni in ospedale con un piede rotto . " Pochi sanno che in realta' il numero degli arrestati e degli uccisi al muro sarebbe dieci volte superiore se i 50 mila Vopos della Germania Est fossero solo degli automi che eseguono ciecamente gli ordini . Molti di loro invece sono soldati di leva . Se ne infischiano delle promozioni e delle licenze che il regime fa piovere su chi e' piu' bravo , cioe' per chi effettua piu ' arresti . Insomma bisognerebbe riuscire a guardare attraverso le uniformi di questi militari " .
Dopo la costruzione del muro sono riusciti a fuggire all' Ovest , circa duemila fra soldati e ufficiali dell' Est . Ma il controllo sui controllori e' micidiale : ai disertori si spara a bruciapelo senza il preavviso concesso ai civili . Al Checkpoint Charlie , principale punto di transito fra le due Berlino (ma a senso unico : i tedeschi dell' Est non possono passare a Ovest) , i militari americani stanno riassettando le aiuole e piantando graziosi fiorellini per l' arrivo di personalita ' come Willy Brandt (sindaco socialista di Berlino Ovest nel 1961) , come il cancelliere democristiano Helmut Kohl e l' ambasciatore degli Stati Uniti a Bonn , Richard Burt . Particolarmente contestata la presenza di quest' ultimo a una manifestazione dei giovani dc : quando mai si e' visto il rappresentante ufficiale di uno Stato estero partecipare alla dimostrazione di un partito ?
Per il resto , pero' , del muro che compie un quarto di secolo ai berlinesi non importa proprio niente . " Abbiamo imparato a viverci assieme , anche se non lo accettiamo " , dice il sindaco dc di Berlino Ovest , Eberhard Diepgen . Il che non significa nulla , perche' se hanno imparato , allora lo accettano . C' e' chi del muro canta addirittura le lodi : " Paradossalmente si puo' affermare che la sua costruzione ha aperto la strada alla distensione , perche' ha stabilizzato la Germania Est " , dichiara all' Europeo Hans Kremendahl , segretario della Spd di Berlino Ovest (calata dal 75 per cento del 1912 al 55 di vent' anni fa e al 32 di oggi) . E la vecchia teoria della distensione a ogni costo , in omaggio alla quale i socialdemocratici tedeschi non hanno fiatato neanche di fronte al golpe del generale Wojciech Jaruzelski in Polonia nel 1981 .
Piu' umana e meno realpolitica l' opinione dei verdi : " Dobbiamo smuovere la situazione , perche' abituarsi al muro e' perverso " , dice Jochen Lorentzen della Lista alternativa (10 per cento dei voti) . Smuovere come ? " Per esempio smilitarizzando la citta' : mi va benissimo la garanzia politica occidentale per l' indipendenza di Berlino Ovest , ma per questo basta una presenza simbolica di soldati . L' attacco americano contro la Libia e' scattato dopo solo due morti qui a Berlino , no ? E allora a cosa servono migliaia di soldati insufficienti , in ogni caso , a difenderci militarmente " . I due morti sono i soldati americani uccisi nell' attentato contro la discoteca La Belle in aprile . Il locale non e' stato riaperto , ma sul muro due turisti hanno scritto : " Sergente Kenneth Ford e Nermin Honey , un ultimo addio da Gary e Monica " .
Ma se c' e' chi accusa gli Stati Uniti di militarismo , c' e' anche chi ne lamenta il lassismo . Il sindaco Diepgen snocciola le sue recriminazioni storiche : " Nel 1961 . . . Nikita Kruscev e John Kennedy si misero d' accordo per spartirsi le zone di influenza . Da parte americana non ci fu nessuna reazione seria contro la costruzione del muro . Nello staff del presidente si discusse per ore , perfino se fosse il caso di avvertire Kennedy . Erich Honecker stesso , l' attuale presidente della Germania Est , ha poi rivelato che a Berlino Est erano sicuri di non rischiare il conflitto " .
Brontolano anche gli estremisti di destra del gruppo " 13 agosto " , che sabato scorso hanno organizzato una catena umana in ricordo delle vittime del muro . Che cosa e' cambiato in un quarto di secolo ? Vicino al Checkpoint Charlie c' e' un museo sulla storia del muro che riesce a narrarne la vicenda con imparzialita' , senza cioe' minimizzarne o esagerarne la gravita' . Espone di tutto , da una minimacchina con la quale sono riusciti a fuggire all' Ovest decine di persone accartocciate nel vano motore , alle foto dei vari cunicoli piu' o meno efficaci che sono stati scavati in questi anni .
Ma l' obiettivo che la Germania Est si prefiggeva costruendo il muro e' stato raggiunto : l' emigrazione all' Ovest , che durante gli anni Cinquanta era di circa 200 mila persone all' anno , e' stata bloccata . E i 25 mila permessi di emigrazione che Berlino Est attualmente rilascia ogni anno sono accuratamente selezionati : partire e' relativamente facile per un giovane dissidente , quasi impossibile per un ingegnere o un tecnico specializzato . Sara' per le lotte interne di potere fra i fautori della linea morbida come Honecker e gli ortodossi come Konrad Naumann di recente espulso dal partito , ma un fatto e' certo : il regime comunista dell' Est non teme di dare un' immagine perfino caricaturale della propria durezza . Che bisogno c' e' , per esempio , di impedire ai turisti occidentali di portarsi dietro giornali , riviste e libri durante le loro visite ? " Nessuno " , dice il socialdemocratico Kremendahl , " per il semplice motivo che tutti i tedeschi dell' Est possono tranquillamente guardare la tv della Germania Ovest , e quindi sono esposti tutti i giorni alla cosiddetta propaganda capitalista " .
Non e' desolante constatare , a undici anni dagli accordi di Helsinki , quanto miseri siano i risultati della distensione nel campo dei diritti umani ? L ' unico effetto concreto di tutte le aperture di Brandt e' stato , per i berlinesi del settore Ovest , il poter far visita ai propri parenti e amici che la sorte ha fatto restare a Est . E per quelli dell' Est , nulla . " Dobbiamo accettare la situazione cosi' com' e ' , e tentare di migliorarla , altre strade non ci sono " , risponde Kremendahl . " Possiamo collaborare con la Germania Est nel campo della politica per l' ambiente , per esempio . Loro circondano Berlino con impianti inquinanti e centrali nucleari , noi invece possiamo aiutarli fornendo tecnologia sofisticata e non inquinante " .
Quello dell' " high tech " e' un pallino anche del sindaco Diepgen , che vorrebbe trasformare Berlino Ovest in una nuova Silicon Valley aperta ai mercati dell' Est . Ma per adesso , rimane il fatto che Berlino Ovest e' ben lontana dall' essere economicamente autosufficiente : piu' della meta' del suo bilancio le viene fornito dal governo federale di Bonn . Negli anni della guerra fredda , quando Berlino Ovest era " il cuneo della liberta' nella carne della dittatura " e la " vetrina dell' Occidente " , nessuno badava a spese . Ma adesso , perche' mai continuare a regalar soldi ai berlinesi ? " Le rispondo di nuovo con un paradosso ? " , dice Kremendahl . " Se Berlino non ci fosse , pur con tutti i suoi problemi , la situazione fra le due Germanie e le due Europe sarebbe di ancora maggiore incomunicabilita' : come fra le due Coree . Bene o male , la presenza delle superpotenze qui , le fa litigare ma le spinge anche al dialogo " .
Adesso pero' c' e' piu' tensione che distensione . L' ultimo esempio ? Il 750 anniversario della fondazione della citta' , che cade il prossimo anno . Grandi preparativi sia all' Ovest che all' Est , ma neanche l' ombra di un ' iniziativa congiunta . " Colpa dell' Est , e' vero " , dice il verde Lorentzen , " ma non c' e' stato il minimo sforzo , da parte nostra , di proporre qualcosa di diverso dal solito bordello consumista tipo Disneyland . Stiamo sprecando i soldi per ridare l' asfalto a strade che sarebbero ottime secondo gli standard italiani . E poi , c' e' il grande progetto con il quale Kohl spera di passare alla storia : vuole costruire un museo della storia tedesca ; la storia come la intende lui , naturalmente . E quale area sceglie ? Proprio davanti al Reichstag , dove adesso i turchi giocano al pallone la domenica . Solo il posto e' gia' una provocazione bella e buona , per l' Est " .
I turchi giocano a pallone davanti al Reichstag , ma abitano nel quartiere di Kreuzberg . Anche qui case abbandonate e desolazione , a poche centinaia di metri dal muro . Una squadra di operai sta facendo degli scavi archeologici proprio sotto il muro : hanno trovato pareti coperte da maioliche . Cosa sono ? " Le camere di tortura della centrale della Gestapo " . Poveri archeologi di Berlino , finiti a recuperare rovine naziste . Proprio loro , che all' inizio del Novecento si erano rubati meta' Pergamo , meta' Mileto e quel poco che resta di Babilonia , trasportando tutto sull' isola dei musei in mezzo al fiume Sprea , nel cuore della citta' .
Adesso il museo di Pergamo e' una delle due mete principali proposte ai turisti dell' Ovest che vanno a Berlino Est con il bus tour di quattro ore . L' altra e' il parco in memoria dei soldati sovietici caduti nella battaglia di Berlino . Chissa' se i binari del tram di Stresemannstrasse , tagliata in due dal muro , sono gli stessi dove sferragliavano le luminose carrozze della stupenda Berlino anni Venti . Adesso sul muro un giovanotto sta dipingendo . Ha un barattolo con un colore solo , marrone . Sei di Berlino ? " Forse si' , forse no " .
In forse e' anche il primato di Berlino Ovest fra i giovani d' Europa : per tutti gli anni Settanta e l' inizio degli Ottanta e' stata la capitale di tutti gli artisti , creativi , musicisti , punk e dark . Ma adesso sta sorgendo il nuovo astro di Madrid , anche se i caffe' di Savignyplatz sono sempre eleganti e affollati , e nelle " kneipe " attorno a Potsdamerstrasse continuano a riunirsi gli alternativi , con i sandali e i capelli lunghi . E gli occupanti di case ? Scomparsi : l' amministrazione democristiana ha risolto il problema con un po' di bastone e un po' di carota . Con alcuni si e' messa d' accordo e ha concesso le case in affitto , contro altri ha fatto intervenire la polizia .
Ma i giovani , cosa pensano del muro ? Negli ultimi mesi ha avuto successo un film intitolato Mueller . E il nome di un giovane di Berlino Est che non ne puo' piu' di fare il tappezziere e che riesce a comprare un passaporto falso per l' Ovest . Si fa cosi ' un giro del mondo , poi ritorna a Berlino Est dalla fidanzata e si porta dietro una fantastica carta da parati comprata a Berlino Ovest . Dice che l' ha inventata lui , e il regime lo riempie di onori . Alla fine , soddisfatta la voglia di vedere com' e' dall' altra parte , decide di rimanere all' Est . E questo un sentimento di scetticismo ironico abbastanza diffuso fra i giovani sia dell' Est , sia dell' Ovest . Tanto che Michael Fischer , giornalista di Tageszeitung , quotidiano della sinistra ecologista , dice ridendo : " Speriamo che il muro resti su : cosi' almeno i burocrati di Est e Ovest non possono coalizzarsi contro di noi ! ".
Mauro Suttora