PRATICAMENTE LIBERO
L'ex premier può continuare a fare politica con l'affidamento ai servizi sociali
di Mauro Suttora
Oggi, 9 aprile 2014
Andrà molto meglio a Silvio Berlusconi che a
Calisto Tanzi, l'ex padrone della Parmalat che ha appena avuto confermata in
Cassazione la condanna a 17 anni per il crac. Tanzi, 75 anni, sta scontando la
pena agli arresti nell'ospedale di Parma. Berlusconi, invece, ai domiciliari
non ci finirà.
«È un signore di 77 anni incensurato, non
socialmente pericoloso, non delinquente abituale», spiega a Oggi l'avvocato
milanese Caterina Malavenda, «quindi ha tutti i requisiti per ottenere
l'affidamento in prova ai servizi sociali».
Anche perché la sua condanna a quattro anni per
frode fiscale è scesa a un anno grazie all'indulto del 2006, e ci sarà uno
sconto di altri 60-90 giorni alla fine. Insomma, all'inizio del 2015 Berlusconi
sarà di nuovo un uomo libero.
Per questi 9-10 mesi il Tribunale di
sorveglianza di Milano lo affida all'Uepe (Ufficio esecuzione penale esterna)
di via Numa Pompilio, vicino al carcere di San Vittore. Indirizzo ben
conosciuto alle migliaia di detenuti (soprattutto tossicodipendenti) che
riescono a uscire dal carcere, o a evitarlo del tutto, grazie all'affidamento.
Ma non vedremo Berlusconi lì in fila per il
permesso di tenere comizi nella campagna elettorale per le europee del 25
maggio. «Lo scopo dell'affidamento è la "rieducazione"», dice
l'avvocato Malavenda, «quindi certamente la pena sarà un po' afflittiva, ma
"disegnata" sul soggetto. L'unico divieto irrinunciabile è quello di
frequentare delinquenti abituali e tossicodipendenti. Per il resto, massima
elasticità. Ogni regola può essere derogata a richiesta dell'interessato, anche
oralmente».
È già successo con Fabrizio Corona. Il quale
aveva dimostrato che il suo lavoro si svolgeva di notte, e quindi nel 2012
ottenne di tornare a casa quando voleva, invece che alle 21. Poi l'affidamento
gli è stato revocato perché le condanne sommandosi hanno superato i tre anni,
ed è tornato in carcere.
L'ex banchiere Gianpiero Fiorani ha lavorato nove
mesi da volontario in una comunità di recupero prima di recuperare lui la
libertà nell'agosto 2012. Ma non è detto che a Berlusconi si imponga un
particolare «servizio sociale». Per l'affidamento, infatti, basta avere un
domicilio e un lavoro. E certamente l'ex premier un lavoro ce l'ha: capo del
secondo partito italiano.
Quanto al domicilio, probabilmente dovrà scegliere
fra Arcore (Monza) e Roma. «Ma, salvo il divieto d’espatrio che già ha da otto
mesi», spiega l’avvocato Malavenda, «potrà andare in giro per l’Italia a fare
attività politica, avvertendo preventivamente l’Uepe».
Proprio come Corona, che durante l’affidamento
si guadagnava la vita nelle serate in discoteca per tutta la penisola. L’unica
cosa che Berlusconi non potrà fare, è candidarsi: è stato condannato
all’ineleggibilità a pubblici uffici per due anni. Può solo mettere il proprio
nome nel simbolo del proprio partito, come ha fatto.
Il suo vero incubo è quello di finire come il
suo ex sodale Lele Mora: vendere vestiti usati in una bancarella al mercatino
di piazzale Cuoco a Milano per conto della comunità Exodus di don Antonio
Mazzi. Ma l’ex agente dei divi, condannato a quattro anni per bancarotta, vive
il proprio affidamento come una catarsi. L’ex premier, invece, ha già respinto
al mittente l’invito di don Mazzi, che pure si dichiara suo ammiratore: «Mi ha
umiliato dicendo che è pronto ad accogliermi per pulire i cessi». Curioso però che
un esperto di comunicazione come Berlusconi non colga l’immesso valore
propagandistico di una simile photo opportunity: il martirio porta voti.
Ogni trimestre il responsabile dell’affidamento
dell’ex Cavaliere presso l’Uepe stilerà un rapportino sul comportamento del
condannato, e lo consegnerà al Tribunale di sorveglianza. In teoria, se Berlusconi
non osserverà scrupolosamente le regole (riassumibili in una: dire sempre dove
va), il beneficio potrebbe essergli revocato. Ma a Palazzo di giustizia nessuno
sembra voler forzare la situazione.
Mauro Suttora